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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 18-03-2003, 21.13.45   #1
irene
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Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
Psicoanalisi e Psicoterapie

Servono davvero?
La mia impressione(personale,e dunque confutabilissima)è che queste sedute non servano a rivelarci a noi stessi più e meglio di quanto ciò possa avvenire in mille altri modi...
Un incontro illuminante con una persona a noi affine,o complementare...la lettura di un libro,che squarci all'improvviso il buio fitto su un irrisolto groviglio interiore..un film...un brano musicale...Tutto quanto riesca,insomma-per propria grazia inattesa-a renderci più consapevoli di noi stessi.E quindi più forti.
Senza il doloroso,affannoso,e il più delle volte improduttivo...rivangare tra gli insepolti scheletri del passato.
Sbaglierò,clamorosamente.
Ma non riesco a fare a meno di pensarla in questi termini.
Buona serata a tutti.
irene is offline  
Vecchio 18-03-2003, 22.35.58   #2
Attilio
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Data registrazione: 07-08-2002
Messaggi: 375
Ciao Irene,
sono d'accordo con te, finchè ho la presenza mentale e la sensibilità per fare ciò che tu hai detto.

Principalmente penso che sia il rapporto con chi ti sta vicino, il più sincero possibile, ad aiutarci nelle nostre difficoltà "psicologiche".

Quando si abbisogna di questi aiuti è perchè non si hanno altre possibilità. Mi sembra naturale dire "quando voglio bere prendo la bottiglia e mi verso l'acqua e la bevo..", ma se mi manca il bicchiere oppure mi manca l'acqua la devo andare a comperare. Se poi la mia gola ha perso la capacità di bere, ci vuole un medico molto esperto che ripristini tale capacità.

Non sbagli a pensarla in questi termini, bisogna stimolarsi a usare le risorse che il quotidiano ci offre. Ma può capitare di non averne...
Attilio is offline  
Vecchio 19-03-2003, 10.13.37   #3
ancient
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Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
Re: Psicoanalisi e Psicoterapie

Non sono favorevole o contrario a priori alla psicoterapia: si tratta di esaminare caso per caso, e terapeuta per terapeuta.

Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
Un incontro illuminante con una persona a noi affine,o complementare...la lettura di un libro,che squarci all'improvviso il buio fitto su un irrisolto groviglio interiore..un film...un brano musicale...Tutto quanto riesca,insomma-per propria grazia inattesa-a renderci più consapevoli di noi stessi.E quindi più forti.

Assolutamente vero. Ma in certi casi può non bastare, sono d'accordo con Attilio.

buona giornata
ancient is offline  
Vecchio 20-03-2003, 15.11.00   #4
Fragola
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Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
Re: Psicoanalisi e Psicoterapie

Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
Servono davvero?
La mia impressione(personale,e dunque confutabilissima)è che queste sedute non servano a rivelarci a noi stessi più e meglio di quanto ciò possa avvenire in mille altri modi...
Un incontro illuminante con una persona a noi affine,o complementare...la lettura di un libro,che squarci all'improvviso il buio fitto su un irrisolto groviglio interiore..un film...un brano musicale...Tutto quanto riesca,insomma-per propria grazia inattesa-a renderci più consapevoli di noi stessi.E quindi più forti.
Senza il doloroso,affannoso,e il più delle volte improduttivo...rivangare tra gli insepolti scheletri del passato.
Sbaglierò,clamorosamente.
Ma non riesco a fare a meno di pensarla in questi termini.
Buona serata a tutti.

Tocchi un tema complesso.
Psicoterapia? E quale psicoterapia? Quando e perchè? Dov'è il confine tra "normalità" e "malattia"?

Credo che quello che dici è a grandi liee giusto, ma non valido per tutti. Ci sono persone per cui il percorso analitico è necessario o comunque più adatto di altri percosi. Credo che tu sappia bene che fare un'analisi implica in parte, "rivangare tra gli insepolti scheletri del passato" ma non è solo questo. Una buona analisi è molto di più ed è fondamentalmente proprio "un incontro illuminante con una persona". Una relazione trasformativa. (vedi il concetto di transfert)
Ma del resto, se gli scheletri del passato sono insepolti, non è una cattiva idea dare loro degna sepoltura. E una buona terapia poò essere un sistema per farlo.
Certe volte è necessario fare i conti col passato per andare avanti.
Rimane il fatto che la psicoterapia non è necessaria per tutti e non è adatta a tutti. Sono cosa che vanno valutate cosa per caso.
Quello che però è estremamente importante è che sia una BUONA psicoterapia. Quelle analisi che girano e rigirano per quindici anni sempre sulle stesse menate lasciano perplessa anche me.
"Junghianamente" tua
Fragola is offline  
Vecchio 20-03-2003, 15.42.53   #5
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Penso anch'io che, in una condizione di non-gravità patologica (in cui risulta necessario un'intervento medico), la psicoterapia (ne esistono mille) può essere uno dei tanti modi per conoscersi.

E' uno strumento, uno dei tanti.

L'abilità fondamentale è sempre una: saper leggere, leggere quanto ci accade. Può accaderci per strada, o in uno studio psicanalitico.
Con la differenza che nello studio psicanalitico quanto ci accade non è lasciato totalmente al caso.

Quello che invece mi lascia perplesso, circa le psicoterapie, deriva forse da un timore un pò paranoide, forse dalla profonda pretesa di avere la sovranità sulla mia esistenza, o dalla difficoltà di abbassare le difese (o forse qualcos'altro ancora):

uno psicoterapeuta, è pur sempre un uomo.
Per quanto bravo, il suo punto di vista non potrà non influire su quanto vede, su quanto illumina...

Lo psicoterapeuta ha un potere particolarmente grande, ed io ho sempre temuto il potere in quanto possibilità, del lecito e dell'illecito.

Ma anche senza individuare "malvagie" intenzioni, anche fidandosi, resterà sempre un'uomo, e tu un'altro, distinti, dove mai potrà avvenire una comunicazione totale, ed una comprensione totale, ma entrambe saranno sempre influenzate dagli stati soggettivi.

Bisogna quindi saper leggere, interpretare, individuare, aver senso critico.

Ma probabilmente, chi ha tutto questo, non va dallo psicanalista.

Allora diventa fondamentale trovare quello giusto, e non mettere la propria psiche nelle mani del primo che capita.

Ma come fai a sceglierlo?

Buona Giornata
r.rubin is offline  
Vecchio 21-03-2003, 00.26.16   #6
irene
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Messaggi: 474
Il terapeuta "giusto":un incontro illuminante

Ecco,appunto.
Cos'è,dunque,che impedisce di qualificare una psicoterapia "riuscita" come l'articolarsi di un rapporto di "amore",reso intellegibile però nelle sue reciproche proiezioni...e,quindi,in un certo senso,"criticamente razionalizzato"?
Il terapeuta "giusto" è,a mio parere,non solo chi risponda adeguatamente ai nostri parametri di affidabilità umana e professionale.Ma chi sia capace di farci trascendere la freddezza "ambulatoriale" del suo studio,infondendoci il calore necessario a sostenerci in un cammino doloroso,ma anche emotivamente intenso e vibrante.Chi sappia prendersi cura di noi,senza prevaricazioni,e con autentica capacità di ascolto.Chi ci insegni a guardare a noi,e al mondo,con altri occhi;spezzando il nesso di necessarietà che noi istituiamo,coattivamente e inconsciamente,tra certi eventi (qualificabili come cause) ed altri eventi(qualificabili come effetto),e che ci confinano nella ripetizione eterna,improduttiva,ed infelice,dello stesso copione a cui altrimenti rischieremmo di restare inchiodati per sempre.
La relazione trasformativa,(cui fa riferimento Fragola),per essere tale,deve in un certo senso farci rinascere alla vita.
Forse...se molte psicoterapie falliscono,o non si avviano affatto...è "solo" per mancanza di amore...
irene is offline  
Vecchio 21-03-2003, 03.21.12   #7
osho
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L'amore è sempre fondamentale,Irene ha ragione.
Per trovare quello giusto bisogna avere fortuna.Uno che non si
limiti alla professione, ma che dia fiducia, che sappia oltrepassare
il muro che c'è tra due persone sconosciute che metta a proprio
agio. E' un ruolo delicato, gestire problemi psicologici è un lavoro
di grossissima responsabilità.Il viaggio dentro noi stessi è il
più pericoloso e richiede il coraggio più grande della vita, dovendo
affrontare"mostri"repressi in "valli oscure".
Ciao a tutti.
osho is offline  
Vecchio 21-03-2003, 12.24.58   #8
Fragola
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Messaggi: 2,913
Re: Il terapeuta "giusto":un incontro illuminante

Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
Ecco,appunto.
Cos'è,dunque,che impedisce di qualificare una psicoterapia "riuscita" come l'articolarsi di un rapporto di "amore",reso intellegibile però nelle sue reciproche proiezioni...e,quindi,in un certo senso,"criticamente razionalizzato"?
Il terapeuta "giusto" è,a mio parere,non solo chi risponda adeguatamente ai nostri parametri di affidabilità umana e professionale.Ma chi sia capace di farci trascendere la freddezza "ambulatoriale" del suo studio,infondendoci il calore necessario a sostenerci in un cammino doloroso,ma anche emotivamente intenso e vibrante.Chi sappia prendersi cura di noi,senza prevaricazioni,e con autentica capacità di ascolto.Chi ci insegni a guardare a noi,e al mondo,con altri occhi;spezzando il nesso di necessarietà che noi istituiamo,coattivamente e inconsciamente,tra certi eventi (qualificabili come cause) ed altri eventi(qualificabili come effetto),e che ci confinano nella ripetizione eterna,improduttiva,ed infelice,dello stesso copione a cui altrimenti rischieremmo di restare inchiodati per sempre.
La relazione trasformativa,(cui fa riferimento Fragola),per essere tale,deve in un certo senso farci rinascere alla vita.
Forse...se molte psicoterapie falliscono,o non si avviano affatto...è "solo" per mancanza di amore...


Sì, Irene, è così. Quello che "cura" non è una tecnica ma la relazione. Infatti per essere qualificati ad assumere il ruolo di psicoterapeuti bisogna avere fatto il proprio percorso analitico. Bisogna conoscere quali meandri di dolore deve attraversare chi chiede di essere guidato a conoscere se stesso.
Bisogna aver vissuto quello che chi si rivolge al terapeuta con fiducia sta per vivere. Bisogna avere moltissimo rispetto e un grande amore per quella persona. Non è un "caso", è una persona.
E ci vuole molta umiltà, perchè chi sta facendo davvero un lavoro analitico non è il terapeuta ma il "paziente". Brutta parola e poco adatta, ma è quella usata comunemente e quindi la uso. Ci vuole rispetto. Nessuna volontà di potere e di manipolazione.
Tutto questo richiede una preparazione lunga ed intensa. Dolorosa. Richiede che il "terapeuta" non si senta mai arrivato ma che sia sempre al lavoro su di sè.
I terapeuti migliori sono quelli che sono stati a loro volta feriti e che hanno trovano nell'analisi il loro percorso. Quelli che desiderano veramente aiutare e non solo ... guadagnare tanti soldi.

Ma non tutti i terapeuti sono così e questo lo sappiamo bene.
Come può fare quindi una persona che sta cercando a riconoscere chi non lo manipolerà?
Credo che non ci sia una risposta. Credo che si capisca col cuore.
Però, se una persona è veramente al lavoro su se stessa e non cerca nel terapeuta qualcuno che risolva magicamente dall'esterno i suoi problemi (perchè questo non è possibilie) allora capirà. E in questo caso anche un terapeuta non troppo buono non potrà fare gravi danni, solo far perdere un po' di tempo, al limite.

Insomma, un terapeuta deve assumerti molte responsabilità ma anche chi si rivolge a lui deva farlo.
Credo che la regola fondamentale un questi casi sia sempre quella di non fidarsi di chi ci propone un cammino troppo facile. Non è mai facile.
Fragola is offline  
Vecchio 21-03-2003, 12.38.54   #9
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Qui nasce un'altro problema, classico, che so solo citare ma non approfondire in quanto ne ignoro la complessità:

come chi va dallo psicoterapeuta ha delle necessità, umane e personali, così ne ha lo psicoterapeuta stesso.

Lo psicoterapeuta ha un ruolo (amare non è il suo): ruolo che dovrebbe risultare utile ad una psicoterapia utile (nei limiti del possibile...nessuno è dio) e contemporaneamente alla protezione della sua persona. Lo p. deve evitare ogni invischiamento per proteggersi, ma anche per restare obiettivo, quindi utile.

Andando dallo psicoterapeuta, forse può essere utile anche da parte nostra (in generale) tener presente il suo ruolo, per meglio comprendere, inquadrandolo nel contesto, quanto emerge.

In pratica, si può dire così: circa lo psicoterapeuta giusto...

Forse è difficile trovare lo psicoterapeuta che combaci completamente con le nostre aspettative...ma poco male:

vedendo nello psicoterapeuta UNO psicoterapeuta, possiamo valorizzare al meglio quanto QUELLO psicoterapeuta può darci, imparando quanto può insegnarci, e non pretendendo quanto non può darci.

Oppure, in presenza di una forte esigenza di "solidarietà" e vicinanza umana, cambiare psicoterapeuta, andando a tentativi.

Io ho fatto psicoterapia per qualche anno con uno psicoterapeuta, non posso dire che mi abbia sconvolto nell'illuminarmi, ma certo qualcosa di significativo mi è rimasto: stimoli, nessuna risposta; dava più indicazioni, spunti di riflessione(non so dirvi che filone seguisse)

Ora vado da un'altro (saltuariamente), totalmente diverso, comportamentista.
Molto diretto, acuto, tende a "informare", fornirmi conoscenze "comportamentali" molto pratiche, assimilabili e fruibili in tempi brevi, e dai risultati anch'essi evidenti in tempi brevi.

Se qualcuno di voi ha esperienze di psicoterapia, o conoscenza di metodi psicoterapeutici, sarebbe interessante conoscere le diverse modalità di relazione psicoterapeutica (le diverse scuole).

Ciao
r.rubin is offline  
Vecchio 21-03-2003, 12.44.02   #10
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Pardon, ho ripetuto alcune cose già dette da fragola ( ) , evidentemente abbiamo scritto più o meno nello stesso momento....ciao
r.rubin is offline  

 



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