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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 29-04-2003, 14.42.24   #31
Alessandra
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Data registrazione: 18-03-2003
Messaggi: 32
A tutti....(i partecipanti a qs dibattito)

..ho letto con estremo interesse le vostre riflessioni su cosa significhi la parola amore, e mi fa piacere percepire che anche per voi è un tema così importante. Personalmente, penso di non avere ancora capito cosa significhi il "vero" amore, o meglio, penso di non avere capito il confine tra l'alberoniano innamoramento e l'amore maturo...tra la passione della prima fase e la stabilità del rapporto consolidato. Le mie due relazioni piu' importanti sono andate in direzioni opposte: la prima è uscita fin da subito dalla fase dell' "innamoramento passionale" lasciandomi/lasciandoci in un cieco torpore delle emozioni e dei sensi, in cambio, però, di un senso di solidità e di permanenza.
La seconda, quella attuale, è invece basata su passioni fortissime ma spesso distruttive...oscillo da momenti di felicità e pienezza a momenti in cui mi sento completamente "disgregata" (sensazione difficile da descrivere, ma so che ci sarà qualcuno, forse Fragola o Deirdre, che potrà "capirla"...).
Non so quale di queste due relazioni fosse davvero d'amore, magari nessuna delle due....o forse entrambe...magari è una nostra pretesa illusoria quella di dare a questa parola un significato univoco..magari esistono tanti tipi di amore...tanti modelli di relazione, e nessuno di questi significati, nessuno di questi modelli può dirsi universalmente valido.
Anche ammesso che sia così, però, non riesco a trovare conforto in questa sorta di "relativismo", perche' il problema vero è che io non ho ancora capito quale modello voglio PER ME, quale tipo di relazione voglio e sono in grado di sostenere....
Se ho un rapporto tranquillo poi mi annoio e sono irrequieta, se ho un rapporto turbolento mi dispero e non riesco a reggere il peso delle tensioni che si creano....non ditemi, vi prego, che "la virtù sta nel mezzo", che forse non ho ancora trovato la persona giusta, che esistono rapporti in cui queste due componenti si fondono perfettamente....non ci credo....o almeno, non ci credo piu'. Vedo troppi rapporti incanalarsi in maniera inesorabile in una direzione o nell'altra per non pensare di essere anch'io "condannata" a questa dicotomia....
1) AMORE TRANQUILLO, E QUINDI: NOIA DEL RAPPORTO, INSODDISFAZIONE, RICERCA IN ALTRI DI CIO' CHE NON HO NELLA COPPIA
2) AMORE TORMENTATO, E QUINDI: PASSIONE, EMOZIONI FORTI, MA ANCHE LITIGATE FURIBONDE, PIANTI, DISPERAZIONE, DISGREGAZIONE....
Che cosa voglio veramente? Come fare a capirlo? E, soprattutto, come mai non l'ho ancora capito??? Sarà "normale" (ammesso che nella mia vita ci sia qualcosa di "normale") che sia così? Che dopo 11 anni relazioni io sia ancora qua a domandarmi che cosa voglio veramente? E voi lo avere capito, invece, cosa volete???
Attendo vivamente vostre risposte...
Con affetto (anche se non vi conosco...ma il condividere certe tematiche crea una certa "sintonia" emotiva....), Ale

Ultima modifica di Alessandra : 29-04-2003 alle ore 14.44.54.
Alessandra is offline  
Vecchio 30-04-2003, 10.25.16   #32
bjw
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Messaggi: 13
Cara Ale, sono nuova di qui ma mi sono subito apassionata al tuo dibattito: mi sembra di leggere la mia storia e questo un po' mi consola. Perche' mi fa sentire meno incapace di amare. Oppure meno sola in questa incapacita'.
Perche' secondo me oggi lo siamo un po' tutti incapaci di amare. Ed e' dall'incontro di queste incapacita' che fioriscono le nostre storie brevi. Secondo me non esiste un modello di rapporto da scegliere e applicare, ma semplicemente bisogna raggiungere una piena maturita' emotiva per uscire indenni dalla fase dell'innamoramento ed entrare finalmente in quella dell'amore. Invece mi sembra che molti di noi alla prima difficolta', o alla decima, trovino piu' semplice anche se doloroso, perdersi di vista piuttosto che continuare a lottare insieme. Come dici tu, se il rapporto e' tranquillo ci annoiamo; se e' turbolento, soffriamo. Non lo trovi un po' infantile? Noi siamo parte integrante di questo benedetto rapporto, mica lo subiamo passivamente. Per cui dipende anche da noi movimentarlo o stabilizzarlo. Lo so, ci vuole un grande controllo sulle proprie emozioni e un sano equilibrio interiore. Per questo credo che solo il tempo, l'esperienza e le batoste possano aiutarci a compilare un nostro modello di riferimento che prima o poi ci indirizzera' verso la persona giusta. Si, lo so, ti sto dicendo tutto quello che non avresti voluto sentire. Ma sono grande, sola, in psiocoterapia ed ho appena concluso la storia "della mia vita". E non sai quanto vorrei anche per me una risposta diversa. Vorrei sentirmi come Deidre... Ma da quei momenti so gia' che ci si riprende. E allora non mi resta che riflettere su me stessa e sul perche' faccio sempre la scelta sbagliata... e prima o poi smettere di farla.
bjw
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Vecchio 30-04-2003, 10.35.20   #33
visir
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L'occhio del ciclone

La sintonia emotiva di cui parli, cara Alessandra è la nostra umanità che ci accomuna nella sofferenza e nello stupore/timore dell'ignoto.
Ricette sicure non ne ho per superare "l'empasse" della costante dicotomia dei rapporti amorosi: piatta tranquillità/ tubinio disturttivo.
Forse è come in un ciclone in cui bisogna trovare il centro dove tutto è quiete.
Questo "occhio" sereno è, e deve essere, dentro di noi, non certamente dipendere dall'altro.
In questa sapiente alchimia che ci permette di infiammare il rapporto tranquillo e quietare l'amore tumultuoso risiede l'arte del saper vivere.
Tutto ciò presuppone una conoscenza profonda di noi stessi innanzitutto, e delle regole dell'energia di coppia (na'passegiata facile, facile!).

Resta valido il già citato Dogen: "Chi si appoggia all'altro è sempre instabile".

Che ognuno rifletta se della propria vita ha saputo farne un'opera d'arte.
visir is offline  
Vecchio 30-04-2003, 11.26.30   #34
Alessandra
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Messaggi: 32
Benvenuta BJV e ciao Visir....

...Anche a me fa "piacere" sapere che non sono sola nella mia "incapacità"..
Condivido il fatto di essere e sentirsi in qualche modo responsabilizzati nell'andamento del rapporto di coppia, anche se a volte le emozioni sono così forti che tolgono spazio alla capacità di decidere qual'è la cosa migliore da farsi.

Per Visir....trovare questo equilibrio è vitale, forse fino a qualche tempo fa lo cercavo anch'io appoggiandomi all'altro, adesso ho capito che in effetti il baricentro di tutte le nostre relazioni possiamo e dobbiamo essere soltanto noi....a volte, però, si perde questo centro e allora ci si sente spaesati....dipendenti dall'esterno....vulnerabili... .
Ho ancora tanta strada da fare per raggiungere la vera autonomia emotiva ed affettiva....
Confido nel lavoro che sto facendo su di me, e che spero mi possa dare gli strumenti giusti per non dover piu' avere sempre bisogno del supporto degli altri.

Un bacio a tutti, Ale
Alessandra is offline  
Vecchio 30-04-2003, 12.42.27   #35
Fragola
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Re: A tutti....(i partecipanti a qs dibattito)

Citazione:
Messaggio originale inviato da Alessandra
[BGREGAZIONE....
Che cosa voglio veramente? Come fare a capirlo? E, soprattutto, come mai non l'ho ancora capito??? Sarà "normale" (ammesso che nella mia vita ci sia qualcosa di "normale") che sia così? Che dopo 11 anni relazioni io sia ancora qua a domandarmi che cosa voglio veramente? E voi lo avere capito, invece, cosa volete???
Attendo vivamente vostre risposte...
Con affetto (anche se non vi conosco...ma il condividere certe tematiche crea una certa "sintonia" emotiva....), Ale [/b]

Carissima Alessandra:
sinceramente devo dirti che no, non l'ho ancora capito. E aggiungo per fortuna. Mi preoccuperei se pensassi di avere capito cos'è l'amore. Ma ho anche capito che i discorsi teorici non ti aiutano. Io capisco benissimo il tuo tormento perchè l'ho vissuto e lo sto vivendo, anche se forse in un altro modo. Ho imparato che non posso trovare la risposta fuori. Non è fuori. E' dentro di me. Le relazioni che configuri intorno a te dipendono da te.
Probabilmente sei passionale, come me,
Desideri un'intensità emotiva e una profondità di comunicazione molto forti. E contemporaneamente vorresti la sicurezza di una relazione stabile e serena. E' possibile avere tutte e due queste cose? Credo di sì. Però io credo che la sicurezza di una relazione stabile e serena non possa venire dalla relazione con un'altra persona ma da quella con la parte più profonda di noi a cui puoi dare il nome che vuoi.
Allora anche i maremoti della vita e l'abbandono possono non fare più paura perchè, nel nostro centro vitale, conserviamo un rifugio, un nido caldo pronto ad accoglierci.
Costruire questa centratura è forse difficile. E' un lavoro lungo. Credo che il primo passo sia assumersi la responsabilità di questo. Decidere che possiamo e vogliamo farlo.
Insomma, smettere di credere che l'amore di un uomo possa salvarci dalla solitudine e dal dolore.
Non so se ti ho aiutata.
So che ora vorresti chiedermi se io ci sono riuscita. Ti rispondo che ci riesco ... a intermittenza.

un abbraccio
Paola
Fragola is offline  
Vecchio 30-04-2003, 14.14.36   #36
bjw
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Citazione:
Rif: Che cosa voglio veramente? Come fare a capirlo? E, soprattutto, come mai non l'ho ancora capito??? Sarà "normale" (ammesso che nella mia vita ci sia qualcosa di "normale") che sia così? Che dopo 11 anni relazioni io sia ancora qua a domandarmi che cosa voglio veramente? E voi lo avere capito, invece, cosa volete???


Devo dire che oggi forse, dopo l'ennesima delusione/illusione, inizio a capire cosa voglio. Sono sempre piu' convinta che amare, al di la' della stima, del rispetto e dell'attrazione reciproci, sia principalmente prendersi cura dell'altro e volere il suo bene. Ho appena concluso una relazione con un uomo che continuava a giurarmi amore sincero ma che, nei fatti, mi lasciava sola ad affrontare il mondo senza preoccuparsi di come mi sentivo o se riuscivo a cavarmela. Non sto dicendo che d'ora in poi cerchero' qualcuno a cui appoggiarmi, perche' so che la forza, la sicurezza, la motivazione, l'energia per vivere dobbiamo cercarle dentro di noi, ma almeno avro' un modo per riconoscere l'amore. Voglio un uomo che mi faccia sentire con la sua capacita' di prendersi a cuore la mia causa, (io), che lui c'e'. Solo questo puo' darmi abbastanza fiducia nella coppia per impegnarmi a farla crescere. Ovviamente dovro' fare su di me la stessa analisi: quanto mi prendo cura della persona che ho vicino? Quanto la ascolto? Quanto la sostengo? Per capire innanzitutto se IO amo quella persona o se mi sto solo illudendo/accontentando per attrazione, per paura...
bjw is offline  
Vecchio 30-04-2003, 14.32.07   #37
Alessandra
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a Fragola....

Citazione:
Insomma, smettere di credere che l'amore di un uomo possa salvarci dalla solitudine e dal dolore.


Cara Fragola,

quella che proponi è una bella sfida...la piu' importante sfida con cui noi "donne che amiamo troppo" (mi permetto di includerti nella cerchia...) dobbiamo ogni giorno confrontarci.
A proposito...hai mai letto il libro della Norwood (psicoloa americana) "Donne che amano troppo"? Nonostante sia diventato un best-seller fin troppo popolare, e ad una prima occhiata possa sembrare banale, è stato un libro per me ricco di molti spunti di rilfessione. Ne conservo una copia che ho letto qualche anno fa e che ho sottolineato fin al punto di renderlo illeggibile....il tema fondamentale che tratta è quello delle dipendenze affettive e relazionali, individuando nei vissuti familiari la causa di molti dei disturbi che spesso ci attanagliano nel nostro modo di amare.....amare che spesso diventa "amare troppo". Dove questo "troppo" non allude tanto alla quantità dell'amore profuso nei confronti dell'altro, quanto alla negatività di rapporti in cui la donna tende ad accettare tutto dall'amato pur di non perderlo, annulla se stessa, gioca il ruolo della crocerossina per cercare di raiutare e di giustificare una persona che di per sè ha delle mancanze nella sfera relazionale. Io purtroppo mi trovo un po' in questa condizione, e non sempre è facile affrontare la situazione. Per questo tutte le mie domande non hanno ancora trovato risposta....
Un abbraccio. Ale
Alessandra is offline  
Vecchio 30-04-2003, 14.44.20   #38
Alessandra
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A BJV....

Citazione:
Sono sempre piu' convinta che amare, al di la' della stima, del rispetto e dell'attrazione reciproci, sia principalmente prendersi cura dell'altro e volere il suo bene.


Cara BJV (ma che significa il tuo pseudonimo?? Se non sono indiscreta..), concordo con la tua definizione di amore, anche se penso che sia davvero difficile, considerando l'amore in questa accezione, imparare ad amare veramente. Questo perche', se inteso in questo senso, amare è prima di tutto rinunciare ad un po' di noi stessi per il bene dell'altro, imparare a decentrarsi, a capire che non ci sono solo i nostri bisogni ma che i bisogni dell'altro sono degni di uguale importanza. Amare significa quindi n po' "sacrificarsi" per l'altro, e non sempre è facile.
A volte mi rendo conto di chiedere al mio compagno ciò che io stessa, con un' attenta auto-analisi, non sono in grado forse di dargli.
Lui mi ha detto con molta chiarezza, ancora prima di iniziare la nostra convivenza, quali erano i suoi bisogni in termini di libertà personale da mantenere e di spazi da gestirsi in maniera autonoma...io ho creduto di avere capito, ma spesso non riesco ad accettare di sentirmi messa in secondo piano....il senso di "posposizione" che provo è per me difficilissimo da gestire e mi crea sempre molti problemi. Non riesco a farmi entrare in testa, o meglio nella "pancia", che se lui fa altre cose o va via un weekend per i fatti suoi questo non significa necessariamente che mi ami meno di quanto faccia io...eppure tutte le volte che mi comunica questo suo desiderio, vengono fuori discussioni su discussioni....
Spero davvero di riuscire ad uscire da questa dinamica perche' mi fa sentire schiava di me stessa e delle mie emozioni, che in quelle situazioni diventano letteralmente incontrollabili!!!
A te è mai capitato'?
Un bacio, Ale
Alessandra is offline  
Vecchio 30-04-2003, 15.36.23   #39
bjw
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E' un nomignolo affibiatomi dal mio ex. Il significato e' scemo ma il suono ci piaceva. L'ho usato qui solo per mantenere un anonimato fintanto che non avessi capito bene di che si trattava. Ma ormai e' inutile e lo cambiero'.
Ma tornando a noi... il punto e' proprio questo! Che volere il bene dell'altro non significa affatto rinunciare un po' a se stessi, ma sentirsi talmente in sintonia con l'altro che quello che a lui da' gioia la da' anche a te. Se vuole passare un weekend da solo dovresti essere felice per lui. Ma gia' nelle premesse capisco che per il tuo uomo evidentemente amare non e' proprio questo (anzi, chissa' cos'e'). Perche' mentre stai andando a vivere con qualcuno dovresti camminare a un metro da terra ed essere talmente in estasi da non farti venire in mente altro che comunione e non certo regole di comportamento: "Andiamo a vivere insieme ma ho bisogno dei miei spazi!". Cioe', stiamo facendo un passo decisivo per la nostra coppia, le stiamo dando una svolta costruttiva e a te non viene altro in mente che la limitazione della tua liberta'?!? E' vero, fa discutere un simile comportamento e non stento a credere che ti faccia innervosire ogni volta. Una persona che ama veramente e' sempre sullo stesso piano dell'altro. E' fuso con l'altro. E se stasera esco con un mio amico non ti sto mettendo da parte o levando qualcosa, sto solo vivendo. E tu dovresti essere contenta per me, per il mio amico e per te stessa che ti godi la serata in santa pace!!! Ma la cosa dovrebbe sorgere spontanea e non come regola, come minaccia (te l'avevo detto!!!) senza tenere in considerazione prima di tutto i progetti della coppia.
Purtroppo la risposta che cerchi e' nelle tue parole di questo e di altri forum. Tu non sei affatto convinta di amare questa persona, addirittura gli chiedi cose che tu non faresti per lui! Ma forse cambiare le cose ti fa troppa fatica per accettarlo a livello cosciente... E chi di noi non ci si e' trovato 2, 10 volte? Perche' comunque sapere che quando torni c'e' qualcuno che, bene o male, ti aspetta riscalda comunque... Ed e' quello di cui forse tu hai bisogno in questo momento. E allora datti tutto il tempo che ti serve per metabolizzare la cosa. Non te la prendere sempre con te o peggio con lui per questa tua debolezza. Accettala e aspetta. La soluzione poi arriva da se. Sempre. L'importante e' cominciare piano piano a focalizzare le cose che vorremmo e quelle che proprio non ci vanno giu'. Per provare a cambiarle o per continuare la nostra ricerca in un'altra direzione piu' vicina al nostro modo di essere e di sentire...
un bacio,
bjw is offline  
Vecchio 02-05-2003, 15.47.00   #40
Paola
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Smile

[color=blue][font=arial]Ciao a tutti, sono nuova del forum ma ho seguito il "dibattito" dall'inizio.... l'ansia da abbandono la conosco putroppo bene!
E ho letto con tantissimo interesse le riflessioni di ognuno di voi, anche con la speranza di trovare qualche formuletta quasi magica ma risolutrice ...So bene che non ce ne sono. E anche se ci fossero, non credo sarebbero valida per tutti.
Abbandono...vuoto ..... solitudine .... Sensazioni e/o stati di fatto che mi hanno terrorizzato non poco in passato...E che adesso non mi spaventano solo perchè non c'è qualcuno che me li imponga, mi spiego: quando ripenso ai momenti peggiori legati a all'ansia di essere piantata in asso, mi rendo conto che sono sempre legati a qualcuno. In realtà, nella mia attuale singletudine sto bene:non mi sento sola e men che meno abbandonata. Niente ansia! Ma perchè mi sento bene con me stessa, so che se cerco delle conferme, devo prima di tutto cercarle in me; non sempre le trovo ma non è così frustrante come quando le chiedevo a "lui". La mia attuale salvezza è proprio non avere un compagno (che però vorrei), perchè in questo modo posso lavorare meglio su di me.
Nonostante la condizione che vivo, spesso mi rendo conto che le dinamiche che creerei e vivrei, putroppo,sono molto simili a quelle del passato e che non ho fatto grandi passi avanti; non ho perso tutto l'ottimismo ma vi confesso di avere tanta paura di essere ancora delusa, da me stessa innanzitutto. Paura di non essere ancora maturata, di non avere ancora acquisito quella fiducia in me che ritengo fondamentale per non addossare all'altro il gravoso , e impossibile, compito di colmare tutte le mancanze, anche quelle che non gli appartengono e competono.

Alla resa dei conti, so quello che voglio ma anche ciò che assolutamente non voglio: voglio poter scegliere liberamente e non essere più schiava di questa sete di conferme, amore e affetto. Ad ogni costo. Il problema è ci vuole coraggio e non sempre ne ho abbastanza per proseguire il mio cammino; mi sembra di regredire a volte, altre mi sembra di chiudermi nell'apatia o perfino nel pessimismo perchè così credo di essere più forte, mi sento più protetta dalla corazza della freddezza... ma tutto ciò non mi appartiene, e quando me ne accorgo ricomincio ad arrancare su questa strada in salita, sperando di non ricadere e rotolare troppo indietro.
Non è una rivelazione che il segreto è la fiducia in noi stessi e amarci noi: lo ripeto perchè mi sembra così retorico che a volte me ne dimentico. A volte passo il tempo a pensare alle mie inadeguatezze, ma alle mie risorse non penso mai abbastanza...e mi scoraggio, mi chiudo nella tristezza che mi pervade perchè non vedo vie d'uscita e i miglioramenti che vorrei aver fatto.
Non ho ricette nè risposte. Sono però fermamente convinta che la vitalità di un sentimento come l'amore non possa essere chiusa sotto corazze troppo pesanti, che ne mortificano la natura, in ogni sua forma e manifestazione.


Paola is offline  

 



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