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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 29-06-2007, 09.27.48   #1
NebbiaINvalPadana
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Data registrazione: 28-12-2006
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Vanno e vengono

Cari confratelli del forum,

torno a proporre un quesito che per me continua a non avere risposta. Se non altro non soddisfacente.

Ho ormai una lista lunga di persone con le quali ho avuto un rapporto in alcuni casi fitti, in altri isolati, con le quali ho passato dei momenti relativamente intensi. Con cui si è parlato liberamente, persone che ho fatto ridere, divertire, e con le quali io ho fatto altrettanto.
Persone con le quali si era instaurato un legame, eppure ancora una volta di più sembra che siano sempre tutti troppo occupati.

Certo esiste in alcuni casi un problema di distanza, ma mezz'ora di macchina non mi sembra un rompicapo tale da chiamare in ballo Einstein per abbattere le barriere del tempo!
Certamente capisco che non mi si possa dedicare spazio tutti i giorni. Ma tra tutti i giorni e... praticamente solo quando non hanno una cippa da fare o giù di lì.... o meglio ancora il nulla!

Insomma, quella deve studiare, l'altro deve fare carriera, tutti occupatissimi. A me non va di forzare le persone per incontrarle, eppure per quanto io mi sforzi di mantenere il rapporto vivo e arioso, finisco sempre contro questo grigio muro di gomma, che per quanto io sia un grande incassatore di colpi di questo genere, rimangono in parte frustranti. Insomma, sto cercando di evitare il cinismo, ma il perchè di questo comportamento proprio non riesco a comprenderlo.

Stiamo parlando di mesi, che si trasformano in anni... e che mi lasciano a bocca asciutta...
NebbiaINvalPadana is offline  
Vecchio 29-06-2007, 10.16.13   #2
vagabondo del dharma
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Citazione:
Originalmente inviato da NebbiaINvalPadana
Cari confratelli del forum,

torno a proporre un quesito che per me continua a non avere risposta. Se non altro non soddisfacente.

Ho ormai una lista lunga di persone con le quali ho avuto un rapporto in alcuni casi fitti, in altri isolati, con le quali ho passato dei momenti relativamente intensi. Con cui si è parlato liberamente, persone che ho fatto ridere, divertire, e con le quali io ho fatto altrettanto.
Persone con le quali si era instaurato un legame, eppure ancora una volta di più sembra che siano sempre tutti troppo occupati.

Certo esiste in alcuni casi un problema di distanza, ma mezz'ora di macchina non mi sembra un rompicapo tale da chiamare in ballo Einstein per abbattere le barriere del tempo!
Certamente capisco che non mi si possa dedicare spazio tutti i giorni. Ma tra tutti i giorni e... praticamente solo quando non hanno una cippa da fare o giù di lì.... o meglio ancora il nulla!

Insomma, quella deve studiare, l'altro deve fare carriera, tutti occupatissimi. A me non va di forzare le persone per incontrarle, eppure per quanto io mi sforzi di mantenere il rapporto vivo e arioso, finisco sempre contro questo grigio muro di gomma, che per quanto io sia un grande incassatore di colpi di questo genere, rimangono in parte frustranti. Insomma, sto cercando di evitare il cinismo, ma il perchè di questo comportamento proprio non riesco a comprenderlo.

Stiamo parlando di mesi, che si trasformano in anni... e che mi lasciano a bocca asciutta...


Temo tu viva a Milano o giù di lì...Il tuo nick così farebbe pensare, ma soprattutto la situazione sociale che hai descritto.

Ci ho preso?
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Vecchio 29-06-2007, 11.15.58   #3
catoblepa
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In amicizia come in amore pur con le dovute differenze, può scattare il meccanismo per cui "se mi cerca allora si interessa di me"...non appena si instaura una pausa nei rapporti, si pensa subito che qualcosa si è rotto...

Ognuno deve vivere la propria vita e seguire le cose a cui dà priorità, pena vivere la vita di qualcun altro.
Qualche volta è un atteggiamento che viene da sè, qualche volta lo provochiamo noi, trascurando i contatti con la persona , e poi magari meravigliandoci che quella persona non ci cerca più.
Nella mia esperienza posso dire che:
1) le amicizie vere rimangono nel tempo anche se non ci si sente per mesi (ma sono rare)
2) alcune amicizie si perdono senza che sia colpa di nessuno (magari la vita ti porta inevitabilmente ad allontanarti)
3) alcune erano frequentazioni momentanee, che impropriamente chiamavamo amicizie, e delle quali ti accorgi che non ne senti poi la mancanza...
4) altre erano rapporti a cui tu tenevi, ma la controparte no, e quindi perderle non è poi così grave.

Considera che queste cose accadono anche in città molto più piccole di Milano, in cui teoricamente c'è tempo e modo per incontrarsi più facilmente, figurarsi in una metropoli.....
catoblepa is offline  
Vecchio 29-06-2007, 13.20.03   #4
NebbiaINvalPadana
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Originalmente inviato da vagabondo del dharma
Temo tu viva a Milano o giù di lì...Il tuo nick così farebbe pensare, ma soprattutto la situazione sociale che hai descritto.

Ci ho preso?

Caro vagabondo,
a seconda di quanto tu consideri grande l'area geografica, puoi esserci vicino. Effettivamente bazzico sull'asse lago di como-milano (anche se in città a milano è rado io mi possa trovare).
Da come ne parli parrebbe che la situazione sociale altrove sia differente. E' così?

Catopleba invece, ti dirò che io vivo in un paese e non in città, aldilà di questo sono totalmente d'accordo su tutto quanto hai detto.
Se non altro io mi rapporto così, eppure pare che sia una prerogativa mia e basta.
Fra l'altro questo in un angolo del cuore mi da anche una certa tristezza: queste persone (e sono tante) credono che ci sia tempo per rivedersi, che ci sia sempre tempo...
ed è così che si diventa vecchi senza averlo mai trovato il tempo.

Ho lungamente vagliato l'ipotesi che io stringa dei legami con persone che in fondo sono portate a svalutare lo stesso, ed effettivamente potrebbe anche essere così, non lo escludo.
Se non fosse che questo mio "problema" ha una diffusione capillare a quanto vedo. Perchè sempre a quanto vedo gente che esce tutti i giorni insieme spesso e volentieri si allontana al primo soffio di vento.
NebbiaINvalPadana is offline  
Vecchio 29-06-2007, 14.12.13   #5
vagabondo del dharma
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Originalmente inviato da NebbiaINvalPadana
Caro vagabondo,
a seconda di quanto tu consideri grande l'area geografica, puoi esserci vicino. Effettivamente bazzico sull'asse lago di como-milano (anche se in città a milano è rado io mi possa trovare).
Da come ne parli parrebbe che la situazione sociale altrove sia differente. E' così?

Catopleba invece, ti dirò che io vivo in un paese e non in città, aldilà di questo sono totalmente d'accordo su tutto quanto hai detto.
Se non altro io mi rapporto così, eppure pare che sia una prerogativa mia e basta.
Fra l'altro questo in un angolo del cuore mi da anche una certa tristezza: queste persone (e sono tante) credono che ci sia tempo per rivedersi, che ci sia sempre tempo...
ed è così che si diventa vecchi senza averlo mai trovato il tempo.

Ho lungamente vagliato l'ipotesi che io stringa dei legami con persone che in fondo sono portate a svalutare lo stesso, ed effettivamente potrebbe anche essere così, non lo escludo.
Se non fosse che questo mio "problema" ha una diffusione capillare a quanto vedo. Perchè sempre a quanto vedo gente che esce tutti i giorni insieme spesso e volentieri si allontana al primo soffio di vento.

Io sono un napoletano emigrato a Milano e devo dire che la situazione sociale tra le due zone è completamente diversa. Ma è fondamentalmente una questione di stili di vita: a Milano sono tutti molto presi, per organizzare un'"uscita" bisogna programmarla una settimana prima, a meno che tu non abbia un giro consolidato di amici con cui fare bagordi.

Per chi, come me, i compagni di bagordi ce li ha da un'altra parte, è difficile avere una vita sociale intensa e ricca di incontri (anche se, a dire il vero, dipende anche dal tuo modo di proporti con gli altri), anche se si riesce a trovare persone con cui condividere esperienze di vario genere. Solo che la mia impressione è che sia tutto troppo programmato, poco spontaneo. Un po' è la grande città, un po' è l'impostazione culturale.
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 29-06-2007, 15.48.24   #6
voluttà
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se loro non trovano tempo per te, non perdere tempo a chiedeti....... perchè...?

usa il tempo che hai per fare nuove conoscenze
non importa dove vivi, il mondo è grande.

voluttà is offline  
Vecchio 04-07-2007, 12.33.55   #7
visir
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Morire per nascere.

Spesso si considera la morte come una fine, raramente come un inizio.
Inizio inteso come l'humus necessario perchè la vita si compia.

Per avere, bisogna prima perdere.

In fondo nulla viene e nulla va, ma vivere una libertà interiore del genere è raro.

La vita, nella sua infinita saggezza, ci porta a considerare con sempre maggiore attenzione la soliutudine.
Ci prepara alla bara, dove fatalmente si dovrà stare soli.

Ecco che mi ricordo che da bambino la mia vita era piena di persone, i miei ventanni poi erano una continua ricerca di amici, conoscenti, amori, una folla da avere sempre intorno.

Ora nella maturità, ora che sono uomo fatto, le amicizie sono rare gli incontri faticosi.
Ho vissuto tante passioni, ho sofferto ogni delusione, sperimentato tanto, ma mi sembra che alla fine abbia quasi sempre marinato la scuola.
Non mollo.
Cerco di mantenermi aperto come un bimbo anche se è difficile rinnovarsi ogni mattina.

Il tanto è nemico del bene, diceva Seneca.
E' così.
Più di tanto non possiamo contenere e la qualità dei rapporti che cerchiamo ci rende più esigenti se non diffidenti.
Del male di vivere non siamo immuni e come potremmo se abbiamo vissuto?

A volte osservo i vecchi, loro sono ciò che io sarò (se non schiatto prima), e cerco nei volti, nelle rughe un segno.
Cerco principalmente gli occhi, gli occhi di chi ha vissuto più di me, per capire se hanno capito.
Forse pochissimi hanno ancora lo sguardo pieno di stupore e il sorriso di chi sa, o di chi semplicemente, ha accettato di sapere di non sapere.
Ma contare le ricchezze di un'altro non fanno di me una persona più ricca.
Sono solo uno sprone, ciò che può un uomo lo possono tutti gli uomini.

Badare a se stessi senza domandare di più di quello che viene, alla fine e il modo giusto di non perderesi, anzi di ritrovarsi... molto semplicemente, molto "low profile" come dicono gli anglosassoni.

Quando mi sento triste guardo il cielo e vedo che ci unisce tutti, allora rido di me e mi dico: se sudi significa che stai ancora camminando, se soffri è perchè sai ancora godere, se ti senti solo certamente stai aprendo la porta per un nuovo incontro.

Ecco...
visir is offline  
Vecchio 09-07-2007, 23.35.33   #8
marco gallione
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Messaggi: 363
Vanno e vengono anche la Paola e mia nonna

Ho vissuto i primi venti anni della mia vita in un paese di montagna. Ho fatto in tempo – e solo oggi ho la lucidità per ringraziare il cielo di questo – a vivere con persone che vivevano del campo che coltivavano. Niente mode. Niente Chianti-shire. Niente viticultura molto chic. Solo tirare a campare, senza aver terminato le scuole elementari.

Ho vissuto gli ultimi venti anni della mia vita in grandi città. Per via di circostanze fortuite, prevalentemente a causa del mio lavoro, sono stato esposto ad ambienti e frequentazioni piuttosto sofisticate.

Ho quarant’anni. E la mia vita, le mie esperienze sociali, (prima e seconda parte), sono radicalmente double face. E’ una ebbrezza, questa, un privilegio, che non posso spiegare a nessuno, se non qui e adesso sul Forum.

Mia nonna, con cui ho passato mesi e mesi della mia infanzia, cenava alle 4 di pomeriggio; andava a letto alle 7.30 (di sera), per alzarsi alle 6.30 (di mattina), magari senza scambiare una parola con nessuno, per giorni e giorni, come potrebbe accadere solo in un film intimista in bianco e nero. Coltivava la terra per il proprio sostentamento, e ha avuto una sola amica, Eugenia, la sua vicina di casa nel paesello di 90 anime residenti, che poi l’ha lasciata sola per gli ultimi 15 anni di vita. Con Eugenia scambiava quattro chiacchere, dopo cena (dalle 5 alle 5.20 pm), ma non tutti giorni, diciamo ogni 10-12 giorni in base ad un appuntamento mai preso, ma rispettato da entrambe con puntualità (stasera andiamo dall'Eugenia, mi diceva in quei lunghi e silenziosi mesi d'estate.. ed ero felice che non mi sembrava vero!). Non ha mai visto il mare in vita sua, mia nonna.

Paola, una mia cara amica dei secondi vent’anni, ha il telefonino che squilla rovente ogni secondo, ansioso di sputare inviti e socialità; se vuole un orologio, lo chiede all’amministratore delegato della fabbrica di orologi, che è suo amico. Se entra nel locale, non può sedersi a un tavolo perchè deve salutare almeno una quarantina di persone amiche. Se va al mare, ci vuole un 27 metri di un amico con due o tre cognomi, e deve essere pieno di amici. La Liguria secondo lei non esiste, è una creazione della mente. Il mare c’è solo a St. Barths, dove abita una coppia di suoi amici gay.

Non so se ha ragione la mia amica. Non so se ha avuto ragione mia nonna. O se hanno avuto ragione entrambe.
La mia condizione di stasera, piuttosto serena, mi porta a vederle così paradossalmente simili e a chiedervi di rileggere il Visir più sopra: la vita, nella sua infinita saggezza, ci porta a considerare con sempre maggiore attenzione la soliutudine. Ci prepara a quando staremo fatalmente soli.

Mia nonna e la Paola sono del tutto identiche.
Le ho conosciute bene. Mia nonna era sola, era un dato di fatto.
La Paola si sente sola, me lo dice sempre.

Ultima modifica di marco gallione : 09-07-2007 alle ore 23.59.30.
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Vecchio 10-07-2007, 10.14.37   #9
falbala48
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ho 49 anni che a volte mi sembrano 20 ma altre 90... nel topic di vagabondo ho letto ciò che ha scritto pallina...erano cose che avrei potuto scrivere io...sono l'ultima di 4 figli... ma sono sempre stata considerata la pecora nera della famiglia, la ribelle, la stravagante, quella che non ha mai accettato le regole, quella che ha sempre frequentato persone "alternative",e che ha sempre cercato, scrivo cercato, di fare di testa sua, quella che non sopportava da piccola i vestiti di lana (mi pungevano da morire) che mia madre mi obbligava a mettere per andare alle feste delle compagne di scuola "figlie di papà" non mi piacevano, erano false, si facevano i dispetto fra di loro, si rubavano i soldi, i giocattoli, ma erano figlie di professionisti come il mio papà ed allora bisognava andare...quando mi lasciavano in pace, io mi sedevo accanto una mia compagna di cui ancora serbo un dolce ricordo, Chiara, una ragazza figlia di operaio ,ma con una dignità, un'eleganza innata che a tutte quelle oche starnazzanti faceva un baffo, all'ora della ricreazione ci scambiavamo le merende io le davo la mia brioche con la tavoletta di duplo e le mi dava il suo squisito e profumatissimo pane con la mortadella....ricordo ancora il tovagliolo in cui erano avvolte due fette di pane di casa, duro croccante come piace a me con in mezzo una minuscola fetta di mortadella, ma noi eravamo contente così, quando arrivavamo a scuola prima di essere divise ci informavamo sulle rispettive merende, parlavamo poco ma io sapevo come del resto lei che c'eravamo sempre l'una per l'altra Ho vissuto divisa a metà fra un mondo che sentivo mio ma al quale non appartenevo, fatto di cose vere, oneste, semplici, senza cattiverie, ed un mondo che era il mio ma dove proprio non riuscivo a vedermi con grande disperazione di mia madre. Difficile fare amicizia ,sempre da piccola mi portavano a casa di una amica di famiglia dei miei che abitava in campagna, per me era una nonna ,una zia, ma soprattutto era una persona amica ,che mi rispettava, rispettava le mie "stravaganze" e cioè mi permetteva di stare da sola in giardino arrampicata su di un albero per ore intere a guardare le foglie, i fiori, a pensare ai fatti miei, a scoprire ciò che di nuovo ogni volta trovavo come per incanto in quel giardino apparentemente sempre uguale. Credo di rappresentare appieno i miei genitori,(anche se mia madre dice sempre che non sa da chi ho preso) mio padre nato in un minuscolo paese dell’entroterra siciliano, fatto come quello di marco di duro lavoro ,silenzi, che solo chi parla tutto il giorno con la natura sa avere, e mia madre figlia di un armatore poi finito in disgrazia. Ecco io rappresento e vivo questo sdoppiamento. Le mie amche pochissime ,da ragazzina volevano imitarmi, io avevo un aspetto elegante , carina, ma ero allo stesso tempo selvaggia , soltanto adesso dopo 49 anni una di loro mi ha detto di invidiarmi allora… in realtà sono una persona che come tante non è stata preservata dai dolori della vita, ho subito proprio per questo mio aspetto gradevole le “attenzioni “ di uno dei membri di questa famiglia tanto per bene….(cosa che come è successo ad altri membri del forum mi ha condizionato per tutta la vita) io dovevo guardarmi dallo zio che quando mio padre era ricoverato fuori per un male incurabile mi faceva gli agguati al buio… da qualche cugino ma anche da altri… non mi ha consentito di finire l’università…perché in quanto ribelle dovevo essere controllata a vista…insomma dovevo per forza essere ciò che loro volevano e non ciò che sono…per riprendere anche se risicatamene perché sono andata palesemente fuori topic…tutti loro sono andati e venuti, alcuni sono entrati ed usciti senza chiudere neanche la porta…altri hanno preso senza mai dare incluse le amicizie di comodo del momento..ma quelle vere… 3… in tutto sono rimaste…sono quelle che conoscono tutto di me ,forse anche meglio di me, sono quelle che sono sempre presenti anche se parecchi kilometri ci separano, sono quelle che possono telefonare dopo tanto tempo che non ci si sente, ma che guarda caso alzano il telefono quando io ho bisogno…o vicevbersa... è una magia che va oltre l’incanto, sono di quei legami che vanno oltre il tempo e di ciò mi reputo fortunata. Da altri invece sono stata usata come contenitore dove depositare tutto il dolore e mille altre schifezze, , ma al momento di ricambiare si sono tirati indietro. Ma ci pensate quanto costa sopportare, ascoltare la disperazione degli altri? Ecco queste sono le amicizie di comodo, chiaramente non per noi esseri disponibili pronti ad esserci sempre per gli altri, ma per loro. Ahimè duole dirlo i 3 quarti di persone conosciute , sedicenti amiche,lo sono solo per “interessi privati” ma non in atti d’ufficio…ecco perché io lascio sempre la porta aperta…chi vuole , entra ed esce ma si spera pure che ci sia qualcuno che resti…
falbala48 is offline  
Vecchio 10-07-2007, 11.22.30   #10
visir
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Nonne e Paole

Gli estremi si toccano.
Ti faccio pubblicamente i complimenti per questo post "vero", che mi ha colpito.
Parliamo tanto, a volte anche bene, ma alla fine la vita reale ha sempre il suo sapore inimitabile.

Queste due donne sono dei maestri poichè ti insegnano tanto con le loro qualità, ma ancora di più con i loro errori.

Il silenzio a volte può essere assordante e in mezzo al "rave" più scatenato puoi sentire che non ti raggiunge nessun suono.
Non ho ricette ne soluzioni. La vita supera qulunque previsione.

Vi posto la poesia di un mio amico perchè ne godiate.



Bella, felice e promettente
può sembrarti la vita.
Inesorabilmente si estingue
come il sogno di una sola notte.
Per tutti!

Lascerai casa, familiari e amici
Nulla potrai considerare realmente tuo
di ciò che avrai avuto e sperimentato
Cosa potrà rassicurarti a sufficienza?
Solo sei venuto, solo andrai.

La poiana stalla in cielo,
il piccolo topo ingnora dove e quando
giungerà la sua fine.
Raccogliere la mente e
donare se stessi.
In ultimo questa è la Via.

Ultima modifica di visir : 11-07-2007 alle ore 10.33.13.
visir is offline  

 



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