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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 13-07-2007, 10.20.41   #1
Lord Kellian
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Analisi in stallo

Dove sono finiti tutti i miei amici e amiche depresse? Qui ormai circolano persone che vogliono essere Uomini e gli manca poco così, persone che hanno problemi col fidanzato, eccettera.

E i malati che non riescono a lavorare e avere una storia seria da lustri? Dai fatevi... vivi, eheheh.

Va beh preambolo che non c'entra niente col titolo della discussione. Ma ora...

Il fatto è che sono davvero in stallo con l'analisi. E' da sei mesi che non progredisco e in alcune cose mi sembra di essere regredito, pure. L'analista, che stimo e considero "amica" mi ha fatto migliorare molto da quando ho inziato ad andare, 4 o 5 anni fa (non ricordo nemmeno). Ma adesso è un periodo che... niente, non va.

Mi ripete sempre le stesse cose.

Sempre le stesse cose.

Cosa mi ripete? Che io ho un'idea del mondo sbagliata e che devo cambiarla. La mia idea sarebbe che il mondo è cattivo. E questa sarebbe un'idea malata. Ciò mi fa sempre avere paura degli altri.

Esempio: dovrei andare in vacanza a Barcellona da un mio amico. Ma tutto ciò che concerne un viaggio mi mette un ansia terribile. Ho paura di non riusicre a beccare il volo più conveniente. Ho paura di non riuscire a svegliarmi il giorno della partenza. Dormo infatti con un ciclo allucinante. Sta notte non ho dormito e neanche la notte scorsa. I tre giorni precedenti non mi sono praticamente mosso dal letto. Quindi c'è la possibilità reale che io non mi alzi il giorno della partenza. Poi, ho paura di prendere l'aereo, cioè: ho paura che mi venga l'ansia e di restare lì come un imbecille, senza sapere da che parte andare.

Ho paura che a Barcellona mi vengano degli attacchi di panico. Infatti quando sono stato 3 anni fa in Corsica, ho vissuto una delle esperienza più brutte della mia vita, mi sentivo tutto sconquassato da violente pulsazioni, come dire, a livello molecolare, anche se fuori non si vedeva niente. Mi sembrava di percepire i neutrini attraversarmi il corpo. Avevo il panico costantemente. Ogni istante che passavo, lo passavo nella sofferenza. Quindi, l'anno dopo, l'analista e lo psichiatra mi hanno consigliato di fare 20 giorni in una clinica psichiatrica svizzera.

Insomma, ne son successe di cose che mi fanno temere il viaggio. E secondo lei tutto dipende dal fatto che io ho questa strana idea che il mondo è cattivo. Ogni volta che vado da lei, e salto spesso dato che dormo, si va a parare lì. Lei dice che mi ripete 'sta cosa di continuo, affinché io l'impari. Finché non imparerò questa cosa, non guarirò.

Ora, io rispondo: cavolo basta guardare il tg: il nostro paese è dominato dagli incompetenti e dalla corruzione, ovunque morti ammazzati, guerre di qua e guerre di là. E poi lo dicono anche gli altri che il mondo è una merda. Non mi sembra un'idea poi così patologica. Allora, a questo punto, dice che io sono più egoista degli altri. E qui mi in*****. Non dico di essere la perfezione dell'altruismo, ma sinceramente sono un buon ascoltatore e non tendo mai ad impormi. Ho chiesto anche conferma espliciti ad alcuni amici. Lei sostiene che i miei amici siano più solidali fra di loro. Perché si chiamano al telefono, perché escono assieme di sabato, perché giocano a calcetto assieme, perché vanno in vacanza assieme.

Allora io dico: per forza, io dormo perché ho paura di tutto, perché tutto mi fa schifo, e non posso garantire di essere presente. Certo, non sono affidabile: sono malato. I miei amici non vengono qui da lei. Ci vengo io. E qui ritorniamo al fatto che io ho paura, perché avrei sta maledetta visione o percezione del mondo sbagliata. La spiegazione è che i mei genitori non mi hanno dotato di quegli strumenti emotivi e psicologici per affrontare la paura e la difficoltà della vita. Questi strumenti me li sta dando lei ovviamente e , ripeto, che sono miglorato molto. Prima vivevo al buio, in un tunnel senza fondo. Adesso vedo la luce ion fondo al tunnel. Solo che sono fermo e non riesco a raggiungerla. Il punto fondamentale, lo strumento principe che devo acquisire, rimane sempre il superamento di questa visione, questa idea, sbagliata.

Ora, spesso in questo forum girano richieste d'aiuto, anche se in teoria il forum non offre tali consulenze psicologiche. Ma la mia, come forse le altre, è una richiesta di confronto... Ai malati chiedo: vi è mai capitato uno stallo del genere? Ai sani chiedo: cosa ne pensate di questa storia dell'idea-visione-percezione patologica?

Insomma probabilmente qualcuno penserà che l'analista ha ragione e che io devo impegnarmi di più, non devo pensare "ma io sono così", devo cercare di cambiare. Il problema è che - l'analista sembra trascurarlo! - quando uno ha paura, quando uno ha il panico, è letteralmente immobilizzato. So che siete intelligenti, però il mio timore è lo stesso di sentirmi dire che devo fare uno sforzo di volontà. Io lo sforzo di volontà proprio non riesco a farlo.

Scusate se ho saltatato qualche passaggio logico e anche qualche altra constatazione sulla mia patologia, ma non so, mi sembra davvero di essere in un vicolo cieco, di girare in tondo. Beh ci siamo capiti, eheh
Lord Kellian is offline  
Vecchio 13-07-2007, 11.04.00   #2
catoblepa
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Data registrazione: 30-06-2006
Messaggi: 282
Riferimento: Analisi in stallo

Citazione:
Originalmente inviato da Lord Kellian
Dove sono finiti tutti i miei amici e amiche depresse? Qui ormai circolano persone che vogliono essere Uomini e gli manca poco così, persone che hanno problemi col fidanzato, eccettera.

E i malati che non riescono a lavorare e avere una storia seria da lustri? Dai fatevi... vivi, eheheh.

Va beh preambolo che non c'entra niente col titolo della discussione. Ma ora...

Il fatto è che sono davvero in stallo con l'analisi. E' da sei mesi che non progredisco e in alcune cose mi sembra di essere regredito, pure. L'analista, che stimo e considero "amica" mi ha fatto migliorare molto da quando ho inziato ad andare, 4 o 5 anni fa (non ricordo nemmeno). Ma adesso è un periodo che... niente, non va.

Mi ripete sempre le stesse cose.

Sempre le stesse cose.

Cosa mi ripete? Che io ho un'idea del mondo sbagliata e che devo cambiarla. La mia idea sarebbe che il mondo è cattivo. E questa sarebbe un'idea malata. Ciò mi fa sempre avere paura degli altri.

Esempio: dovrei andare in vacanza a Barcellona da un mio amico. Ma tutto ciò che concerne un viaggio mi mette un ansia terribile. Ho paura di non riusicre a beccare il volo più conveniente. Ho paura di non riuscire a svegliarmi il giorno della partenza. Dormo infatti con un ciclo allucinante. Sta notte non ho dormito e neanche la notte scorsa. I tre giorni precedenti non mi sono praticamente mosso dal letto. Quindi c'è la possibilità reale che io non mi alzi il giorno della partenza. Poi, ho paura di prendere l'aereo, cioè: ho paura che mi venga l'ansia e di restare lì come un imbecille, senza sapere da che parte andare.

Ho paura che a Barcellona mi vengano degli attacchi di panico. Infatti quando sono stato 3 anni fa in Corsica, ho vissuto una delle esperienza più brutte della mia vita, mi sentivo tutto sconquassato da violente pulsazioni, come dire, a livello molecolare, anche se fuori non si vedeva niente. Mi sembrava di percepire i neutrini attraversarmi il corpo. Avevo il panico costantemente. Ogni istante che passavo, lo passavo nella sofferenza. Quindi, l'anno dopo, l'analista e lo psichiatra mi hanno consigliato di fare 20 giorni in una clinica psichiatrica svizzera.

Insomma, ne son successe di cose che mi fanno temere il viaggio. E secondo lei tutto dipende dal fatto che io ho questa strana idea che il mondo è cattivo. Ogni volta che vado da lei, e salto spesso dato che dormo, si va a parare lì. Lei dice che mi ripete 'sta cosa di continuo, affinché io l'impari. Finché non imparerò questa cosa, non guarirò.

Ora, io rispondo: cavolo basta guardare il tg: il nostro paese è dominato dagli incompetenti e dalla corruzione, ovunque morti ammazzati, guerre di qua e guerre di là. E poi lo dicono anche gli altri che il mondo è una merda. Non mi sembra un'idea poi così patologica. Allora, a questo punto, dice che io sono più egoista degli altri. E qui mi in*****. Non dico di essere la perfezione dell'altruismo, ma sinceramente sono un buon ascoltatore e non tendo mai ad impormi. Ho chiesto anche conferma espliciti ad alcuni amici. Lei sostiene che i miei amici siano più solidali fra di loro. Perché si chiamano al telefono, perché escono assieme di sabato, perché giocano a calcetto assieme, perché vanno in vacanza assieme.

Allora io dico: per forza, io dormo perché ho paura di tutto, perché tutto mi fa schifo, e non posso garantire di essere presente. Certo, non sono affidabile: sono malato. I miei amici non vengono qui da lei. Ci vengo io. E qui ritorniamo al fatto che io ho paura, perché avrei sta maledetta visione o percezione del mondo sbagliata. La spiegazione è che i mei genitori non mi hanno dotato di quegli strumenti emotivi e psicologici per affrontare la paura e la difficoltà della vita. Questi strumenti me li sta dando lei ovviamente e , ripeto, che sono miglorato molto. Prima vivevo al buio, in un tunnel senza fondo. Adesso vedo la luce ion fondo al tunnel. Solo che sono fermo e non riesco a raggiungerla. Il punto fondamentale, lo strumento principe che devo acquisire, rimane sempre il superamento di questa visione, questa idea, sbagliata.

Ora, spesso in questo forum girano richieste d'aiuto, anche se in teoria il forum non offre tali consulenze psicologiche. Ma la mia, come forse le altre, è una richiesta di confronto... Ai malati chiedo: vi è mai capitato uno stallo del genere? Ai sani chiedo: cosa ne pensate di questa storia dell'idea-visione-percezione patologica?

Insomma probabilmente qualcuno penserà che l'analista ha ragione e che io devo impegnarmi di più, non devo pensare "ma io sono così", devo cercare di cambiare. Il problema è che - l'analista sembra trascurarlo! - quando uno ha paura, quando uno ha il panico, è letteralmente immobilizzato. So che siete intelligenti, però il mio timore è lo stesso di sentirmi dire che devo fare uno sforzo di volontà. Io lo sforzo di volontà proprio non riesco a farlo.

Scusate se ho saltatato qualche passaggio logico e anche qualche altra constatazione sulla mia patologia, ma non so, mi sembra davvero di essere in un vicolo cieco, di girare in tondo. Beh ci siamo capiti, eheh

Non so come potrò aiutarti , visto che per adesso una professionista della pische non ci riesce (figurarsi io che faccio l'impiegato!) , ma provo a buttare giù qualche idea sparsa.

Il viaggio è già di per sè una metafora (e neanche tanto) di un cambiamento; se hai paura di cambiare la paura di viaggiare è una conseguenza immediata.

Non c'è persona che ha più bisogno di certezze di chi fa fatica a cambiare...la fregatura è che l'unica certezza è quella di morire, e non incoraggia...ma cambiare fa parte integrante dell'esistenza.

gli attacchi di panico , dicono nella psicosomatica, sono segnali che il corpo ti manda per "costringerti" a ri-occuparti di te stesso.

Tu però dici: il panico mi blocca e la situazione non si evolve. Credo che (ma prendi quello che dico con la massima cautela, mi raccomando!!!) occorrano degli psicofarmaci ad hoc per sbloccarti, almeno come fase di ri-partenza, poi la terapia psicologica dovrebbe aiutarti in tutto il resto.

P.S. forse l'analista ti dice sempre le stesse cose perchè vede il tuo stallo, e pensa che se non si supera questo, non può neanche lei andare avanti con la terapia...
catoblepa is offline  
Vecchio 13-07-2007, 12.18.54   #3
voluttà
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Riferimento: Analisi in stallo

se parti dicendo già che tu lo sforzo di volontà non lo riesci a fare e che sei in stallo... cioè se ti dai già per spacciato da solo.. cosa ci vai a fare dall'analista? ..tanto non ti servre più a niente... non riesci e non vai avanti.. butti il tuo tempo e i tuoi soldi?

uscire da queste cose non è facile, uscirne totalmente poi è molto dura, ma a volte per vivere bene basta saperle tenere sotto controllo... e riuscirci dovrebbe essere il tuo unico scopo di vita e ogni paura una sfida..
forse dopo tante parole hai bisogno di un po' di partica..
prendilo quell'aereo, o per lo meno compra il biglietto e punta la sveglia... provaci
voluttà is offline  
Vecchio 13-07-2007, 12.38.59   #4
Lord Kellian
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Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Riferimento: Analisi in stallo oppure no?

Catopleba, grazie mille per aver risposto... Fra parentesi, la prima volta che lessi il tuo nick, mi rimase in mente come una specie di cantilena, chissà perché. Ogni tanto durante il giorno o la notte, me lo ripetevo mentalmente, eheh

Allora, sono appena tornato dall'analista. E sono riuscito a dirle tutto. Il post precedente mi è servito per sfogarmi e per trovare il coraggio di ragionare attorno a questa cosa.

Infatti di solito succedeva che io parlavo del più e del meno o di problemi tipo il viaggio a Barcellona e poi si finiva su quell'argomento e io mi alteravo... Ora sono riuscito ad elaborare con calma le mie perplessità e ad esplorgliele di petto. Così ho ricevuto delle risposte dirette.

Non riuscirò a riassumervele, perché sono ancora troppo calde e dovrò elaborare ancora nelle prossime sedute. Inoltre le esporrò in ordine sparso credo.

Allora, i miei genitori non sapevano come trattare un bambino. Così io son cresciuto con problemi relazionali: non so parlare alla gente. Ho sempre l'impressione che reagiscano come i miei. Mia madre con l'ansia, mio padre con la rabbia. Soprattutto ho paura che reagiscano con la rabbia (mondo cattivo). Eh, già mi sto perdendo.

Riassumendo, quello che ho capito è che queste persone che effettivamente reagiscono male, e quindi esistono, non sono cattive, ma... sono dei pirla, degli stupidi. Semplice, no? In realtà il ragionamento concerneva il mio comportamento da bambino con gli altri bambini... Eh insomma come non riuscivo a giocare con loro, così non riesco a comunicare con gli adulti.

E qui sì che mi devo sforzare di superare questo blocco. Perché io ho la paranoia che magari queste persone si vogliano vendicare anche a distanza di tempo, il che molto probabilmente non è vero...

Per quanto riguarda l'egoismo approfondiremo la prossima volta, ma mi ha detto che il mio è un egoismo emotivo, non morale. Boh!

Mi sento più leggero, ma temo di perdere il lume della ragione da un momento all'altro e tornare nel delirio. Non credo cha andrò a Barcellona. Ma ripeto che son proprio contento di aver scritto sul forum: mi è proprio servito, wow!

Ah, Cato, prendo un antipiscotico e un antidepressivo...

Ciao
Lord Kellian is offline  
Vecchio 13-07-2007, 12.44.09   #5
Lord Kellian
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Messaggi: 348
Riferimento: Analisi in stallo o forse no?

Citazione:
Originalmente inviato da voluttà
se parti dicendo già che tu lo sforzo di volontà non lo riesci a fare e che sei in stallo... cioè se ti dai già per spacciato da solo.. cosa ci vai a fare dall'analista? ..tanto non ti servre più a niente... non riesci e non vai avanti.. butti il tuo tempo e i tuoi soldi?

uscire da queste cose non è facile, uscirne totalmente poi è molto dura, ma a volte per vivere bene basta saperle tenere sotto controllo... e riuscirci dovrebbe essere il tuo unico scopo di vita e ogni paura una sfida..
forse dopo tante parole hai bisogno di un po' di partica..
prendilo quell'aereo, o per lo meno compra il biglietto e punta la sveglia... provaci

Non condivido la prima parte: se io non ho forza di volontà, vado dall'analista proprio perché lei mi insegni, maieuticamente, ad averla.

Sulla pratica invece ti do perfettamente ragione: mi manca, dovrei porprio farlo quel viaggio, ma sono ancora traumatizzato dalla Corsica.

Ah ecco intanto mi è venuto in mente un altro passaggio del discorso di oggi con l'analista. Riguarda l'autostima, mmm, me lo son perso di nuovo. Scusate, lo lascio scritto così me lo ricordo per lunedì.

Grazie anche a te comunque Voluttà.

Ciao.
Lord Kellian is offline  
Vecchio 13-07-2007, 14.52.34   #6
catoblepa
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Messaggi: 282
Riferimento: Analisi in stallo

Prego , si fa quel che si può....

riguardo al mio nick , la cantilena che ti viene in mente forse è questa
"catoblepa catoblepa io ti dono le mie Tepa...."

il mio nick deriva da un pezzo di Elio e le storie tese, "supergiovane" , forse è quello che ricordi.

facci sapere gli ulteriori risvolti dell'analisi....se vorrai
catoblepa is offline  
Vecchio 19-07-2007, 00.53.16   #7
donella
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Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
Riferimento: Analisi in stallo

Ciao Lord Kellian.
Io non sono nessuno di speciale, e non sono neanche depressa (magari vagamente ipocondriaca o vagamente ansiosa, ma nulla di epico e romanzesco).

Però mi ispiri un mondo di simpatia, e... siccome la scorsa estate, in modo del tutto imprevedibile, ho saputo sulla mia pelle cos'è un attacco di panico, e siccome ho avuto la sera stessa la fortuna di imbattermi (nella ricerca abbastanza terrorizzata in rete) su qualcosa di simile a questo che oggi ritrovo, e siccome per me è stato risolutivo.... io mi sento in dovere di invitarti a leggerlo:
http://www.rebirthing-italia.com/panico.htm

Se non ti annoio cerco di spiegarmi un momentino.
Un amico della mia famiglia, capacissimo uomo di mondo e d'affari, si trovava da anni nel tunnel del DAP e, malgrado prestigiose consulenze "psico", le sue manifestazioni sono solo peggiorate negli anni, fino ad interferire molto più che pesantemente con la sua attività di manager d'industria (un uomo che vive di viaggi di lavoro... diventato incapace di viaggiare).
Malgrado i racconti, io non riuscivo a capire perchè - da persone SERIE - venisse definito TERRIBILE l'attacco di panico. Voglio dire: persone serie non usano parole a caso. Terribile significa terribile. Non riuscivo a immaginare NULLA di irreale che potesse risultare "terribile" ad una persona seria.
Fin quando non l'ho provato.
In un serenissimo pomeriggio di domenica, in casa mia.
Serenamente pranzato; serenamente riposato dopo; e mentre serenamente mi preparo il caffè pensando alle cose che ho voglia di fare (serenamente) e scendo in giardino per predisporre un "lavoro" che mi piace.... l'apocalisse!!!
Risparmio i dettagli che tutti conoscono. A cena avevo ancora il TERRORE di quella mezz'ora e, francamente, non riuscivo a pensare ad altro. E siccome non è da me "dormirci sopra".... passo il dopo cena in rete... alla ricerca ...di conferma di un'autodiagnosi priva di realistiche ipotesi differenziali... e più che altro mirata all'ndividuazione della possibile terapia.
I diecimila siti in cui si parlava di traumi infantili e psiche... te la dico com'è: mi prostravano nella sconfortante certezza che... potrà pure essere, ma porco mondo NON PUO' essere il MIO caso: con tante di quelle cose già passate per la serie "o cresci o crepi"... ma perchè perchè perchè qualche trauma doveva ricordarsi di venire così prepotentemente a galla in un giorno tranquillo di un periodo tranquillo , e che tale era anche perchè ero MOLTO soddisfatta del modo in cui avevo risolto sotuazioni oggettivamente difficili. Insomma... ero in una di quelle fasi in cui... dopo tanto battagliare... puoi dire a te stessa "sei stata brava". Non "ci stava" che un ipotetico passato di traumi mi aggredisse a ciel sereno QUEL GIORNO e in quel contesto.

Finalmente capitai su uno dei rarissimi siti in cui, anzichè indagare sulla tua vita a partire dalla gravidanza di tua madre, ti dicono - semplicemente - che se respiri male... puoi stare molto peggio. (come nel sito che ti ho indicato).

Quest'assunto mi fece riflettere (e francamente mi rasserenò anche, perchè in qualche modo mi faceva sentire molto più vicina all'individuazione di un problema finanche AUTO-diagnosticabile e forse persino AUTO-gestibile).

Ci "poteva stare". Sapevo che anche respirare è un'arte alla quale sarebbe opportuno essere educati. E sapevo benissimo di non aver mai respirato "bene": una respirazione contratta era la mia caratteristica sin da bambina e, in tutte le situazioni ansiogene, la prima vittima era la mia respirazione con apici da "simil-asma" che asma NON è.
Riflettei su ciò che era accaduto immediatamente prima dell'apocalisse di quel pomeriggio, e mi resi conto che i FATTI che avrebbero potuto far "impazzire" l'ossigenazione dell'ipocondriaca erano stipati in quantità industriale nell'arco di soli dieci minuti: è vero che ero andata a farmi un beato caffè dopo "la pennichella" domenicale. Ma è anche vero che, nell'attesa del caffè ero rimasta molto turbata dal racconto in tv della protagonista di un ictus da cui era salva per miracolo. Per distrarmi, bevuto il caffè, ero scesa in giardino a guardare le mie piante. Per farlo avevo dovuto inginocchiarmi e, nel rialzarmi, per il solito gioco dell apressione ortostatica, avevo avuto i classici secondi di buio totale... solo che in quel momento pensai all'ictus di un attimo prima... e questo aumentò l'ansia e ingolfò ancora di più la respirazione. Scioccamente decisi di tornare un attimo sopra, in casa, per rilassarmi all'ombra: rampa di scale e assurda sigaretta (immagina la possibile sorte della respirazione attrraverso queste fasi). Al terzo-quarto "tiro" di sigaretta... l'inizio dell'apocalisse. E... capìto PER SEMPRE cosa significa TERRIBILE quando detto da persona seria.

Bene: tra la tesi dei traumi infantili e quella della respirazione, pensando ai casi miei, non potevo seriamente avere grandi dubbi. E questo mi diede il primo beneficio permettendomi di addormentarmi senza l'incubo di dover ripescare chissà cosa-chissà dove-chissà perchè per "guarire" da quella maledizione annunciata.

Giorno dopo: serena mattinata di lavoro al termine della quale passa a prendermi il mio compagno per pranzare in un ristorante in cui andiamo d'abitudine. Come dire: tutte presenze familiari, nessuno "stress"... all'infuori del minimo sforzo di scendere dall'auto nel caldo, fare alcuni gradini per accedere al ristorante, ed entrare in questo locale con aria condizionata.
Nuovamente, nella più totale assenza di contorsioni psichiche, il tempo di sedermi al tavolo e sento prepararsi il ritorno di tutta l'apocalisse del giorno prima.
Ho solo detto ad alta voce che se la teoria era esatta sarebbe dovuto bastare non farsi prendere la mano dal panico e concentrarsi solo sull'autoimposizione di CALMA per respirare nel modo più completo, sereno e normale possibile: TI GIURO CHE E' BASTATO RIUSCIRE A FAR QUESTO PER SENTIRE TUTTI I SEGNI DELL'APOCALISSE CHE TORNAVANO INDIETRO CON PIU' ENERGIA DI QUANTA NON NE AVESSERO AVUTA UN ATTIMO PRIMA NEL VENIRE AVANTI. TI GIURO, SOPRATTUTTO, CHE QUELLA COSA TERRIBILE NON E' TORNATA MAI PIU'.

Spero con tutto il cuore che questa esperienza, piccola ma assolutissimamente vera, possa aiutare te e chiunque si trovi in queste condizioni.
_

Questo non c'entra con gli attacchi di panico: magari tutti gli asociali che non hanno voglia di comunicare.... comunicassero come te!
_

Affettuosissimo in bacca al lupo, e mi farà molto piacere sapere cosa ne pensi, anche se la considerassi una sciocchezza (ma ti giuro nuovamente che non ho detto altro che quel che mi è davvero accaduto).
Ciao
donella is offline  
Vecchio 19-07-2007, 04.41.10   #8
Lord Kellian
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Data registrazione: 18-07-2005
Messaggi: 348
Per Donnella

Grazie per aver illustrato la tua esperienza. Ma non credo sia il mio caso. Comunque ho provato anch'io tecniche rilassatorie basate sulla respirazione, tipo il training autogeno. E devo dire che mi è servito per diminuire un po' l'ansia...

Per un aggiornamento sulla mia situazione contingente, devo dirvi che sono riuscito a prenotare per Barcellona, perché ho scoperto che una mia amica va nello stesso periodo proprio là, e aveva già preso un volo. Quindi mi sono aggiunto a lei.

Invece nell'analis non ho avuto modo di riprendere per bene l'argomento, un po' perché sono stanco e confuso, un po' perché essendo stanco ho dormito e ho saltato la seduta in questi giorni.
Lord Kellian is offline  
Vecchio 19-07-2007, 10.04.51   #9
Shahruz
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Data registrazione: 01-04-2007
Messaggi: 46
Riferimento: Analisi in stallo

(tutto quanto dirò non è un attacco personale)

Secondo me parli troppo e agisci poco.

Se pensi che il terapeuta faccia il lavoro per te, non solo hai preso un granchio ma ti togli anche ogni possibilità di riuscire a risollevarti.

Le persone che vedi come dei pirla sono persone come te, fanno le stesse cose che ti danno fastidio di te.
Approfitta di questo e renditi conto di dove non ti piaci.

Ogni volta che ti giustifichi di fatto stai mentendo, perchè la giustificazione è una difesa del tuo cervello, il mondo non è cattivo solo che non fa sconti a nessuno.

Se una cosa ti fa paura hai solo un modo per risolverla: fai proprio quello che ti fa paura e poi vedrai che la paura ti passa perchè non morirai di certo, neanche se perdi l'aereo o il posto non ti piace, o ti perdi. Che ti frega? Hai paura che ti giudichino? Che ti frega?
Hai diritto a fare tutto quello che desideri e tutti gli sbagli del caso a patto:
1) di non fare male a nessuno
2)a non diventare un criminale

Ciao
Shahruz
Shahruz is offline  
Vecchio 19-07-2007, 10.39.09   #10
crepuscolo
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Riferimento: Analisi in stallo

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Originalmente inviato da Lord Kellian
Dove sono finiti tutti i miei amici e amiche depresse? Qui ormai circolano persone che vogliono essere Uomini e gli manca poco così, persone che hanno problemi col fidanzato, eccettera.

E i malati che non riescono a lavorare e avere una storia seria da lustri? Dai fatevi... vivi, eheheh.

Va beh preambolo che non c'entra niente col titolo della discussione. Ma ora...

Il fatto è che sono davvero in stallo con l'analisi. E' da sei mesi che non progredisco e in alcune cose mi sembra di essere regredito, pure. L'analista, che stimo e considero "amica" mi ha fatto migliorare molto da quando ho inziato ad andare, 4 o 5 anni fa (non ricordo nemmeno). Ma adesso è un periodo che... niente, non va.

Mi ripete sempre le stesse cose.

Sempre le stesse cose.

Cosa mi ripete? Che io ho un'idea del mondo sbagliata e che devo cambiarla. La mia idea sarebbe che il mondo è cattivo. E questa sarebbe un'idea malata. Ciò mi fa sempre avere paura degli altri.



Proviamo a fare solo ciò che "Vogliamo Fare"
crepuscolo is offline  

 



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