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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 27-07-2007, 21.01.30   #11
sentieroluminoso
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Riferimento: Il Mollicaggio

Il mollicaggio si differenzia perchè non è necessariamente collegato al raggiungimento del tradizionale obiettivo del corteggiamento (suscitare sentimenti affettusosi o "azioni amorose"). E' un gioco, da me perpetrato con l'ausilio dell'uomo intelligente a cui diverte ridere di se e con me. Non celando obiettivi speicifici, può essere un gioco senza regole, l'unico dogma è divertirsi entrambi e può anche essere a carte scoperte: biondo non mi piaci tantissimo, ma mi diverti, vuoi giocare con me?(Il più delle volte non vieni creduta, ma.. tant'è!). Anche nel mollicaggio (forma divertente di avvicinamento) c'è una differenzia sostanziale nell'approccio uomo verso donna e quello contrario, la donna è abituata da secoli, l'uomo sta ancora all'abc, le reazioni possibili nell'uomo si contano sulle dita di una mano, nella donna possono essere miliardi, a volte una minima variazione dell'atmosfera può suscitare reazioni inaspettate o contraddittorie. Il mollicaggio non può far mai male, perchè i soggetti che scelgo sono abbastanza svegli da avere almeno un ragionevole dubbio: ma ci fa o ci è? Quand'anche per un errore di valutazione avessi mollicato il soggetto momentaneamente sprovvisto di autoironia, basta solo calcare un pò la mano, eccedere per trovare risposta al quesito: ci fa, ci fa! Devo dire che non mi è mai capitato di provocare dolore tuttavia annovero nella casistica effetti a volte insospettati, seppur a mio avviso comunque benefici. In genere sono di divertimento, a volte come effetto collaterale si è notata una risistemazione della pressione di gonfiaggio dell'ego post abbandono. A volte ho mollicato amici, con il solo scopo semiserio di farli specchiare in me, di fargli notare quanto di divertente e leggero ci può essere in un rapporto di coppia, di quanto buono e sexy e fantastico e intelligente c'era in lui (ok ok qualche volta ho esagerato ma a che servono gli amici sennò?). Nonostante ciò, temo però che con la presente divulgazione, io possa aver in qualche modo contribuito all'esposizione a rischio di mollicaggio di soggetti non rispondenti ai canoni richiesti dal protocollo di sperimentazione, pertanto mi cimenterò nella redazione di un foglietto illustrativo, che conto di pubblicare prima possibile.
sentieroluminoso is offline  
Vecchio 27-07-2007, 22.41.59   #12
visir
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Chi si fa servo trova sempre un padrone.

Che la gnocca faccia girare il mondo insieme ai soldi e al petrolio sono verità assodate (lo dice anche famiglia cristiana).
Personalmente sono onanisticamente autarchico, benestante di famiglia e alla bisogna vado in bici.
A me, il molliccaggio non mi cucca e non mi faccio servo che di chi mi pare e per scopi indipendenti dalla percentuale di testosterone presente nel mio sangue.

Io mi servileggio per dileggio, ironia e ammaestraemento del mio ego smisurato, altri padroni che me stesso non conosco e devo dire ne ho d'avanzo.
A guisa di giullare interpreto diversi personaggi, ora arlecchino a volte pulcinella a volte (raramente) smeraldina.
Il teatro è la mia passione, la vita il mio palcoscenico.

Se ravviso un interesse personale/sessuale/petrolifero mi faccio subito intransigente come un samurai di fronte all'altare dei propri antenati, sfodero la katana del mio clan e fendo a destra e a manca mutilando il mio IO feroce come l'Idra.

A me le donne piacciono, che venga scritto sul mio epitaffio, ma se mi vogliono mettere sotto io le stronco.... con la mia innata arguzia e la mia superiore intellighenzia et prestanza fisica e altre doti di natura che non posso rivelare perchè, ahimè, signore lo naqui.
Viceversa se esse si asserviscono alle mie paturnie onde carpirmi i fluidi vitali, con sufficienza misurata le ammaestro nell'inutilità di svendere se stesse per un uomo scomodo come me.

Difatto assurgo a modello il diavolo della Tasmania, che schivo e orgoglioso della sua solitudine, dibatte se stesso fra gli elementi avversi della natura matrignia e cede alla copula con malcelata riluttanza e solo per il tempo necessario.

Pur avendo ogni giorno infiniti pretesti per farmi schiavo di altri, preferisco di gran lunga il padrone più spietato, ovvero me stesso, e come novello Spartacus mi rivolto contro me medesimo onde trasmutare, in assoluta libertà, la mia prigione di carne (il corpo) l'asservimento alle catene (della mente) e portar luce nel buio (delle passioni).

Tanto mi basta per occuparmi per i prossimi mille anni.

Burp!

Ultima modifica di visir : 28-07-2007 alle ore 15.02.01.
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Vecchio 28-07-2007, 03.45.16   #13
acquario69
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Riferimento: Il Mollicaggio

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Originalmente inviato da sentieroluminoso
Il mollicaggio si differenzia perchè non è necessariamente collegato al raggiungimento del tradizionale obiettivo del corteggiamento (suscitare sentimenti affettusosi o "azioni amorose"). E' un gioco, da me perpetrato con l'ausilio dell'uomo intelligente a cui diverte ridere di se e con me. Non celando obiettivi speicifici, può essere un gioco senza regole, l'unico dogma è divertirsi entrambi e può anche essere a carte scoperte: biondo non mi piaci tantissimo, ma mi diverti, vuoi giocare con me?(Il più delle volte non vieni creduta, ma.. tant'è!). Anche nel mollicaggio (forma divertente di avvicinamento) c'è una differenzia sostanziale nell'approccio uomo verso donna e quello contrario, la donna è abituata da secoli, l'uomo sta ancora all'abc, le reazioni possibili nell'uomo si contano sulle dita di una mano, nella donna possono essere miliardi, a volte una minima variazione dell'atmosfera può suscitare reazioni inaspettate o contraddittorie. Il mollicaggio non può far mai male, perchè i soggetti che scelgo sono abbastanza svegli da avere almeno un ragionevole dubbio: ma ci fa o ci è? Quand'anche per un errore di valutazione avessi mollicato il soggetto momentaneamente sprovvisto di autoironia, basta solo calcare un pò la mano, eccedere per trovare risposta al quesito: ci fa, ci fa! Devo dire che non mi è mai capitato di provocare dolore tuttavia annovero nella casistica effetti a volte insospettati, seppur a mio avviso comunque benefici. In genere sono di divertimento, a volte come effetto collaterale si è notata una risistemazione della pressione di gonfiaggio dell'ego post abbandono. A volte ho mollicato amici, con il solo scopo semiserio di farli specchiare in me, di fargli notare quanto di divertente e leggero ci può essere in un rapporto di coppia, di quanto buono e sexy e fantastico e intelligente c'era in lui (ok ok qualche volta ho esagerato ma a che servono gli amici sennò?). Nonostante ciò, temo però che con la presente divulgazione, io possa aver in qualche modo contribuito all'esposizione a rischio di mollicaggio di soggetti non rispondenti ai canoni richiesti dal protocollo di sperimentazione, pertanto mi cimenterò nella redazione di un foglietto illustrativo, che conto di pubblicare prima possibile.

tutto diventa possibile e il divertimento garantito al 100% quando si e' miele per le api...il fiore sta li che aspetta,bello,profumato e le api come impazzite intorno...zzzzzzzzzz
..embe' chi non lo farebbe il mollicaggio!
acquario69 is offline  
Vecchio 30-07-2007, 11.04.15   #14
vagabondo del dharma
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Riferimento: Chi si fa servo trova sempre un padrone.

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Originalmente inviato da visir
Che la gnocca faccia girare il mondo insieme ai soldi e al petrolio sono verità assodate (lo dice anche famiglia cristiana).
Personalmente sono onanisticamente autarchico, benestante di famiglia e alla bisogna vado in bici.
A me, il molliccaggio non mi cucca e non mi faccio servo che di chi mi pare e per scopi indipendenti dalla percentuale di testosterone presente nel mio sangue.

Io mi servileggio per dileggio, ironia e ammaestraemento del mio ego smisurato, altri padroni che me stesso non conosco e devo dire ne ho d'avanzo.
A guisa di giullare interpreto diversi personaggi, ora arlecchino a volte pulcinella a volte (raramente) smeraldina.
Il teatro è la mia passione, la vita il mio palcoscenico.

Se ravviso un interesse personale/sessuale/petrolifero mi faccio subito intransigente come un samurai di fronte all'altare dei propri antenati, sfodero la katana del mio clan e fendo a destra e a manca mutilando il mio IO feroce come l'Idra.

A me le donne piacciono, che venga scritto sul mio epitaffio, ma se mi vogliono mettere sotto io le stronco.... con la mia innata arguzia e la mia superiore intellighenzia et prestanza fisica e altre doti di natura che non posso rivelare perchè, ahimè, signore lo naqui.
Viceversa se esse si asserviscono alle mie paturnie onde carpirmi i fluidi vitali, con sufficienza misurata le ammaestro nell'inutilità di svendere se stesse per un uomo scomodo come me.

Difatto assurgo a modello il diavolo della Tasmania, che schivo e orgoglioso della sua solitudine, dibatte se stesso fra gli elementi avversi della natura matrignia e cede alla copula con malcelata riluttanza e solo per il tempo necessario.

Pur avendo ogni giorno infiniti pretesti per farmi schiavo di altri, preferisco di gran lunga il padrone più spietato, ovvero me stesso, e come novello Spartacus mi rivolto contro me medesimo onde trasmutare, in assoluta libertà, la mia prigione di carne (il corpo) l'asservimento alle catene (della mente) e portar luce nel buio (delle passioni).

Tanto mi basta per occuparmi per i prossimi mille anni.

Burp!

Caro Visir,

nel ringraziarti per avermi fatto inziare questa settimana con il sorriso sulle labbra, volevo dire la mia.

A me spesso il testosterone fa bruttissimi scherzi e divento subito compiacente. Come si suol dire a Milano, comincio a broccolare (non so se sia appropriato assimilarlo a "mollicare") onde sottrarmi momentaneamente alla condizione di "autarchia onanistica".

Però anche a me è difficile farla. Non so se è perchè non sono sveglio abbastanza per stimolare il mollicaggio della mollicatrice di turno o perchè forse emano vibrazioni che sconsigliano tale pratica, fatto sta che se una donna mi adocchia (accade assai raramente) sono io a farmi attendere e a tenerla sulle spine perchè il ruolo del "carpito" (sarà l'assonanza con la carpa a scoraggiarmi) non mi piace e la donna che mi seduce non mi farà quasi siscuramente mai innamorare e mi interesserà sempre di meno. Al massimo contribuirà a saggiare la mia condizione atletica acquisita grazie ai tanti km percorsi in bici e a privarmi dei fluidi vitali.

Come si dice a Napoli, sono attratto dalla donna "sfaccimm", quella che ti fa tribolare, quella che devi lavorartela alla grande per cercare di interessarla, quella che interpreta la parte opposta prevista dal mollicaggio, ovvero, pur essendo tremendamente interessata a te, fa finta che non gliene frega un emerito niente. Io sono per la donna che pratica l'antimollicaggio e ti manda segnali opposti rispetto a quello che pensa e sente (anche solleticata dai suoi estrogeni).

Una volta raggiunto lo scopo, tutto perde irrimediabilmente fascino. Penso che nel corteggiamento ad essere in gioco, più che il rapporto con l'altro/a, è il rapporto con se stessi, che viene saggiato nella prova del confronto, dell'avvicinamento ad un altro essere, (mi ha sempre affascinato la brutale "conoscenza reciproca" dei leopardi, che si amano quasi azzuffandosi incarnando al meglio la guerra dei sessi - due universi che si scontrano più che incontrarsi -, quella che noi dissimuliamo attraverso artifici e condizionamenti culturali) depositario di un universo tutto suo, nel quale ci specchiamo riconoscendo le nostre risorse intellettive, emotive e sensoriali.

Ultima modifica di vagabondo del dharma : 30-07-2007 alle ore 16.56.15.
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Vecchio 30-07-2007, 12.26.32   #15
catoblepa
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Riferimento: Chi si fa servo trova sempre un padrone.

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Originalmente inviato da vagabondo del dharma


Come si dice a Napoli, sono attratto dalla donna "sfaccimm", quella che ti fa tribolare, quella che devi lavorartela alla grande per cercare di interessarla, quella che interpreta la parte opposta prevista dal mollicaggio, ovvero, pur essendo tremendamente interessata a te, fa finta che non gliene frega un emerito niente. Io sono per la donna che pratica l'antimollicaggio e ti manda segnali opposti rispetto a quello che pensa e sente (anche solleticata dai suoi estrogeni).


Caro Vagabondo, disapprovando l'alone soporifero di molti interventi intrisi di buonismo e pseudo-fratellanza che leggo talvolta su questo forum , ti risponderò in maniera dura, ma con simpatia (che non è buonismo) ...
questo tuo atteggiamento a mio avviso ha un nome: autolesionismo.
La vita già ci dà da smaltire un bel carico di rogne, perchè cercare sofferenza là dove invece dovrebbe esserci piacevolezza, leggerezza, gioco erotico (in senso ampio)?
Perchè cercare una situazione di sofferenza per arrivare poi al piacere (la conquista della "querida mujer")?
Non sarà il solito retaggio cattolico che ci dice che per godere del paradiso bisogna fare penitenza e atti di contrizione?
Il corteggiamento a mio avviso non può essere portatore di sofferenze, altrimenti mi fa sospettare che ci sia un sottofondo psicologicamente "patologico"...
Puoi rispondermi altrettanto duramente , se vorrai...
catoblepa is offline  
Vecchio 30-07-2007, 13.15.35   #16
marco gallione
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A ognuno il suo

Oggi sono lapidario, me lo sento (me ne scuso subito, se occorre).

1. Nella nostra cultura, l’uomo (non il genere umano, solo l’uomo-uomo) è corteggiatore. L’uomo deve essere corteggiatore, ed essersi cimentato (in vita giovanile soprattutto) in tale esercizio, almeno come tributo solenne all’uomo cacciatore dell’età della pietra che fu suo quadris-quadrisnonno.

2. La donna è seduttrice. La donna non deve essere corteggiatrice, sennò fa venire il latte alle ginocchia, e si porta a casa solo quelli che giocano il serie D, se riesce. Tutto quello che si sente dire in giro oggigiorno (i.e., che la donna di oggi può anche assumere emancipatamente il ruolo coerente di corteggiatrice) è una maxi-balla, che non convince gli uomini e che fa incazzare le donne (anche quando non ve lo confessano).

3. Il corteggiamento – che, si è detto, è dell’uomo e non della donna – può trascendere in servilismo. Se però supera il confine (del servilismo), il corteggiatore, in quanto corteggiatore, è clinicamente morto. E’ un richio concreto. Con l’esercizio si può migliorare, forse.

4. Tanto più il corteggiamento è ben disposto, disponibile verso la corteggiata – ma misteriosamente disponibile, avvicindandosi pericolosissimamente al servilismo, senza lambirlo MAI – tanto più potrebbe essere efficace (il corteggiamento). Ma attenzione, la morte clinica del corteggiatore è lì lì, ad un passo. Potrebbe essere fulminante, se si assottiglia troppo la vicinanza al servilismo.


Cosa se ne ricava?
La bizzosità femminile.
La bizzosità femminile è un fatto, un fatto incontestabile.
Vogliamo farne loro una colpa?
No.

La bizzosità tiene sulla corda il corteggiatore, ne legittima la esistenza puerile, quando ancora non ha deciso di ritirarsi a pater familias-talebano (quando accade). Egli investe danaro, energie psico-fisiche, tempo che potrebbe altrimenti dedicare a sè. Ma non può fare diversamente, è più forte di lui; inter alia per via di ragioni ormonali (ma non solo).

La bizzosità femminile è un vantaggio di cui il genere femminile approfitta da sempre. Non mi sento di biasimarle, soprattutto quando esse sono avvenenti fisicamente, ma anche quando lo sono meno (per qualcuno lo saranno pur sempre, magari anche per me che son di gusti difficili).

Il cd. mollicare (che dal punto di vista onomatopeico non è il massimo come parola, Sentiero trovatene un’altra dai!..) fa parte della bizzosità femminile, non occorre neanche precisarlo, ma ad un altro livello. Il mollicare è e resta giusto una attività laterale, come il collezionare i punti del supermercato: se si deve fare bene, ma senza drammi.


Chiosa.
La vita di relazione eterosessuale è ancorata a meccanismi da tribù del paleolitico. E’ una figata.
Non conosco invece i meccanismi di seduzione/corteggiamento nel mondo omosessuale. Nè mi interessano.
Per cui la mia analisi resta incompleta, ma a me basta così.
marco gallione is offline  
Vecchio 30-07-2007, 14.01.56   #17
acquario69
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Riferimento: Il Corteggiamento................ ....

..che le donne dicono (o gli stessi uomini) affermano che oggi sia anche la donna a corteggiare e' una grandissima balla!...ha piu la funzione del contentino che serve tutt'al piu a salvare la faccia e le forme di questa pseudo-parita "raggiunta" che solo in apparenza cambia ma la sostanza e' rimasta sempre la stessa...aggiungerei un detto che sintetizza in maniera efficace quanto esposto; cornuti e mazziati
acquario69 is offline  
Vecchio 30-07-2007, 14.23.22   #18
vagabondo del dharma
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Riferimento: Chi si fa servo trova sempre un padrone.

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Originalmente inviato da catoblepa
Caro Vagabondo, disapprovando l'alone soporifero di molti interventi intrisi di buonismo e pseudo-fratellanza che leggo talvolta su questo forum , ti risponderò in maniera dura, ma con simpatia (che non è buonismo) ...
questo tuo atteggiamento a mio avviso ha un nome: autolesionismo.
La vita già ci dà da smaltire un bel carico di rogne, perchè cercare sofferenza là dove invece dovrebbe esserci piacevolezza, leggerezza, gioco erotico (in senso ampio)?
Perchè cercare una situazione di sofferenza per arrivare poi al piacere (la conquista della "querida mujer")?
Non sarà il solito retaggio cattolico che ci dice che per godere del paradiso bisogna fare penitenza e atti di contrizione?
Il corteggiamento a mio avviso non può essere portatore di sofferenze, altrimenti mi fa sospettare che ci sia un sottofondo psicologicamente "patologico"...
Puoi rispondermi altrettanto duramente , se vorrai...

Mi aspettavo che fossi più duro, caro cato...

Ma dai, quella non è sofferenza, quello è gioco, seduzione, sagacia. Quando lei si "nega" (naturalmente lo deve fare in un certo modo), c'è tutto quanto serve per rendere l'impresa affascinante.

La sofferenza, in amore, subentra dopo, quando il nostro ego si dimentica completamente la parte fantastica che svolgeva durante il corteggiamento, quando era refrattario a qualsiasi sicurezza, e punta al possesso e al controllo. Lì subentra la sofferenza.

Io invece intendo il momento del corteggiamento caratterizzato da una grande levità. Non parlo dell'uomo che si strugge d'amore perchè lei lo rifiuta. Mi attrae una lei che non rifiuti, ma che dissimuli il suo interesse nei miei riguardi, che sia capace di stimolare la mia fantasia...

E poi il fattore tempo è importante: non intendevo una donna che ti tenga sulle spine per mesi o anni, ma una che in un arco di tempo ragionevole mostri la sua parte reale facendoti capire se ce n'è o non ce n'è...

Si parlava di corteggiamento, non di storia d'amore: se avessi cercato la sofferenza in una lunga storia d'amore sarebbe preoccupante, anche se non posso negare che anche quello mi sia capitato...

Ultima modifica di vagabondo del dharma : 30-07-2007 alle ore 16.47.18.
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Vecchio 30-07-2007, 18.00.06   #19
catoblepa
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Riferimento: Chi si fa servo trova sempre un padrone.

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Mi aspettavo che fossi più duro, caro cato...

Ma dai, quella non è sofferenza, quello è gioco, seduzione, sagacia. Quando lei si "nega" (naturalmente lo deve fare in un certo modo), c'è tutto quanto serve per rendere l'impresa affascinante.

La sofferenza, in amore, subentra dopo, quando il nostro ego si dimentica completamente la parte fantastica che svolgeva durante il corteggiamento, quando era refrattario a qualsiasi sicurezza, e punta al possesso e al controllo. Lì subentra la sofferenza.

Io invece intendo il momento del corteggiamento caratterizzato da una grande levità. Non parlo dell'uomo che si strugge d'amore perchè lei lo rifiuta. Mi attrae una lei che non rifiuti, ma che dissimuli il suo interesse nei miei riguardi, che sia capace di stimolare la mia fantasia...

E poi il fattore tempo è importante: non intendevo una donna che ti tenga sulle spine per mesi o anni, ma una che in un arco di tempo ragionevole mostri la sua parte reale facendoti capire se ce n'è o non ce n'è...

Si parlava di corteggiamento, non di storia d'amore: se avessi cercato la sofferenza in una lunga storia d'amore sarebbe preoccupante, anche se non posso negare che anche quello mi sia capitato...

Senza trasformare questo topic in una chat, mi sento di fare questa osservazione: quando dici "Mi attrae una lei che non rifiuti, ma che dissimuli il suo interesse nei miei riguardi" mi vien da pensare che in questo caso non c'è scoperta perchè tu gia' sai che non rifiuterà , quindi cosa c'è di intrigante? Sembra solo un gioco di ruolo, una scena con copione già scritto; tu sai che cederà, sai inoltre che lei sta recitando la parte di quella che "se la tira" per stuzzicarti....
è davvero tutto così divertente?
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Vecchio 30-07-2007, 23.43.39   #20
sentieroluminoso
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Riferimento: Il Corteggiamento................ ....

Il corteggiamento è una pratica che ha subito nel corso degli anni un ridimensionamento radicale, da unico strumento praticabile per l'avvicinamento e la conoscenza lo si identifica adesso come un formalismo. Nell’epoca dei moltiplicatori di opportunità virtuali, dei pacchetti scontati 3 mesi di illusioni all inclusive, il corteggiamento è assimilato ad una pratica maschile dispendiosa, spaccacervelli e a volte infruttuosa, ne prendono parte l’infantile ometto che cerca di indovinare la combinazione giusta per neutralizzare la stizzosità capricciosa della donnucola di turno. La conoscenza nei casi eclatanti è post obliterazione, ammesso che ci sia un dopo. Questo è il disbrigo di una stupida formalità figlia della anacronistica burocrazia dei sentimenti, che non sono più materia pertinente. Il sentire non è più appannaggio di questi tempi e comprendo lo smarrimento di chi debba recitare una parodia grottesca per ottenere il nullaosta per un varco che non è più doganale. Una Donna che non ha fretta di accaparrarsi il primo falso d’autore in circolazione, ha desiderio di sentire e vuole un ruolo attivo, nella parte più divertente creativa e stimolante, il corteggiamento. Noto con disappunto che si incorre spesso in un errore grossolano, le modalità di corteggiamento maschile sono molto distanti da quelle femminili. I tempi sono diversi, non si corteggia per sopperire ad una mancanza d’azione maschile, lo si fa quando si desidera andare oltre.

La donna corteggia inizialmente con un'apparente passività, che in realtà è carica di significati e sfumature e nel mio caso, quando la scintilla ha acceso il desiderio di fuoco, gioco. A differenza del mollicaggio, quando decido di cimentarmi nel corteggiamento di un uomo, c’è un obiettivo finale, la conoscenza. I premi minori passano per il divertimento, allenano l'ironia e sfiorano divertiti i limiti inferiori e superiori della femminilità. Gioco ad affermarmi, a calcare i toni o anche a minimizzarli semplicemente per vedere quali sono i limiti praticabili e scoprirne di nuovi. E' un gioco con il corpo e con la testa in maniera uguale, senza indulgere mai nella serietà, che può essere per una volta ignorata. Nulla più di questo si adatta all’indole femminile, in una interazione sana e istintiva la dietrologia endemica della donna gioca un ruolo fondamentale, il gusto per le quinte sceniche si rapporta amabilmente con la propensione alla caccia maschile. Vien da se che non sempre la valutazione prepartita ha una prospettiva avvincente, in quel caso si può sempre trincerarsi nel tradizionale “se son rose fioriranno”. Ma se si decide di giocare bisogna armarsi di spirito sportivo e dimenticare le tifoserie, anche nel caso non si porti a casa il risultato, quel che conta è il buon gioco, la classe, lo stile, l’eleganza, la naturalezza e lo spunto sono caratteristiche talmente poco comuni che brillano comunque nel tempo.

Ultima modifica di sentieroluminoso : 31-07-2007 alle ore 10.50.36.
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