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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 08-10-2007, 23.48.05   #21
hava
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
Riferimento: Infatuazione Innamoramento e Amore. Sono buoni? Sono cattivi?

Citazione:
Originalmente inviato da marco gallione
Il ragionamento del Vaga mi sembra molto chiaro.
I contenuti che da alle definizioni sono condivisibili.

Tra gli scopi che avevo aprendo questa discussione vi era quello di arrivare a trovare qualche conferma della "non bontà" - almeno potenziale - della infatuazione, in quanto conseguenza del suo carattere unilaterale e talvolta illusorio, (la mitica Hava non me ne verrà se, quasi per gioco, mi attardo un po' sul concetto di buono vs cattivo, che lei giustamente rifugge..).

Stabilito questo, un altro punto di vista mio personale che volevo esporre era quello per cui - pur condiviso il principio della infatuazione come cosa "non buona" - secondo me occorre riabilitarla, la infatuazione.

Secondo me infatuarsi, anche segretamente, ed anche senza necessariamente attenderne un seguito, significa essere vivi.
Anche a 30-40-50 anni, quando quel tipo di emozione dovrebbe lasciar spazio ad altre più consapevoli, tipo l' "acqua" dell'amore di cui ci diceva la Neve.

Tutto sta a non diventarne schiavi infantili.
L'infatuazione mi dice che sono ancora vivo, che sono ancora io.
Forse per questo che me la tengo per me quasi sempre.

Ditemi la verità, anche voi (tipo pallina) che - giustamente - sostenete la teoria del "ogni cosa a suo tempo"... anche voi, più o meno in là con gli anni, ce l'avete ancora quella forza lì? Dite la verità..
Secondo me non lo confessate, ma ce l'avete.



Soffermandomi su questo concetto "infatuazione", senza classificarlo come buono o cattivo, penso che si potrebbe estenderlo comprendendo quello stato d'animo che ci fa entusiasmare con facilita' e sentirci attratti da date persone, in modo non sempre razionale. Se visto cosi' credo che sia una dote giovanile che dimostra animo aperto e fiducia nella vita .E' uno stato transitorio che puo' maturare oppure spegnersi. Ma certe volte puo' durare tutta la vita.
Mi perdoni Marco di questa mia ardita interpretazione?
hava is offline  
Vecchio 09-10-2007, 11.20.45   #22
cannella
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Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
Riferimento: Infatuazione Innamoramento e Amore. Sono buoni? Sono cattivi?

Secondo me l'infatuazione è una premessa, un atto di fiducia e una richiesta.
Come se si chiedesse: "Sei davvero tu?"

Può essere più o meno autentica, a seconda della nostra consapevolezza e anche della fiducia che abbiamo nella nostra capacità di discernimento.

Può essere di "pancia" o di testa, può anche essere solamente una risposta a un bisogno che abbiamo in quel momento (e quindi effimera) o nutrirsi di difficoltà romantiche o di convenienze che più o meno consapevolmente vogliamo trasformare in qualcosa di nobile, ovvero il sentimento decantatato dell'amore (ma che a volte è solo un calesse).

L'innamoramento lo vedo come un passo successivo, come una presa di coscienza unita a stupore e desiderio di mettersi in gioco veramente.

Razionalità, consapevolezza e passione, ovvero la risposta: "Sì, sono davvero io" (o almeno si spera...)
cannella is offline  
Vecchio 09-10-2007, 11.25.54   #23
marco gallione
Utente bannato
 
Data registrazione: 22-05-2007
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Riferimento: Infatuazione Innamoramento e Amore. Sono buoni? Sono cattivi?

Citazione:
Originalmente inviato da hava
Soffermandomi su questo concetto "infatuazione", senza classificarlo come buono o cattivo, penso che si potrebbe estenderlo comprendendo quello stato d'animo che ci fa entusiasmare con facilita' e sentirci attratti da date persone, in modo non sempre razionale. Se visto cosi' credo che sia una dote giovanile che dimostra animo aperto e fiducia nella vita .E' uno stato transitorio che puo' maturare oppure spegnersi. Ma certe volte puo' durare tutta la vita.
Mi perdoni Marco di questa mia ardita interpretazione?

Concordo e perdono
marco gallione is offline  
Vecchio 09-10-2007, 14.26.22   #24
pallina
...il rumore del mare...
 
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
Riferimento: Infatuazione Innamoramento e Amore. Sono buoni? Sono cattivi?

C'è una enorme differenza tra l'infatuazione dei vent'anni e quella che proviamo da adulti....

A vent'anni non abbiamo minimamente idea di quello che ci capita tant'è che siamo noi, ormai over anta con il senno di poi, a riconoscere che a quell'età si prendono "cotte". Magari una dietro l'altra, ma solo "cotte". Per i ragazzi invece "è" - come per noi ai nostri tempi "era" - solo e soltanto amore .....A quell'età, obiettivamente, non si può ancora sapere cosa significa "amare veramente" e siccome non si hanno ancora (e spesso qualcuno mai li avrà ) gli "strumenti" per valutare, codificare e classificare giustamente le emozioni, a tutto ciò che si prova si dà il nome di "amore".
Non per altro è nella fase adolescenziale e post, che della parola "ti amo" si fà non uso ma abuso....

Ma andando avanti negli anni lo diciamo (il "ti amo") sempre meno, dopo aver imparato evidentemente (era ora ...) a dargli il giusto peso e significato.........

Come si dovrebbe imparare (con qualche anno in più sulla groppa) a dare giusto peso e significato (e un altro nome) all' "infatuazione"... Una volta sparito tutto l'adolescenziale romanticismo, con le sue idealizzazioni, vagheggiamenti e vaneggi, a parer mio compare una emozione molto, molto più eccitante: la consapevolezza di riconoscere ciò che si prova, ciò che si desidera e si vorrebbe fare.... la consapevolezza di sapere ciò che si vuole. Siamo, come dire....sanamente realisti, appunto consapevoli, dell'irrazionalità di ciò che ci capita!!! E c'è anche la "consapevolezza di sapere" che siamo capaci mandare all'altro/a "certi messaggi": siamo padroni, abbiamo il controllo, dei nostri gesti, della nostra voce, del nostro sguardo!!! Nell'infatuazione dei vent'anni non c'è nulla di tutto ciò!!! E quella che io provo, so per certo, che non la posso chiamare infatuazione....

Ho usato più volte la parola "consapevolezza" perchè non riesco a trovarne un'altra che renda esattamente l'idea di ciò che voglio dire e cioè che da una certa età in poi dovremmo (il condizionale è d'obbligo) conoscerci bene a tal punto da riconoscere le emozioni che proviamo, da dare ad esse il giusto nome e di avere, in ultimo, il coraggio "dei nostri pensieri" e delle nostre azioni. A noi viverle o no, ma, per favore, senza stare a raccontarsi, qualsiasi sia la decisione che prendiamo, un mucchio di balle, senza trovarsi un mucchio di giustificazioni......
pallina is offline  
Vecchio 09-10-2007, 16.40.26   #25
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
Riferimento: Infatuazione Innamoramento e Amore. Sono buoni? Sono cattivi?

Citazione:
Originalmente inviato da pallina
C'è una enorme differenza tra l'infatuazione dei vent'anni e quella che proviamo da adulti....

A vent'anni non abbiamo minimamente idea di quello che ci capita tant'è che siamo noi, ormai over anta con il senno di poi, a riconoscere che a quell'età si prendono "cotte". Magari una dietro l'altra, ma solo "cotte". Per i ragazzi invece "è" - come per noi ai nostri tempi "era" - solo e soltanto amore .....A quell'età, obiettivamente, non si può ancora sapere cosa significa "amare veramente" e siccome non si hanno ancora (e spesso qualcuno mai li avrà ) gli "strumenti" per valutare, codificare e classificare giustamente le emozioni, a tutto ciò che si prova si dà il nome di "amore".
Non per altro è nella fase adolescenziale e post, che della parola "ti amo" si fà non uso ma abuso....

Ma andando avanti negli anni lo diciamo (il "ti amo") sempre meno, dopo aver imparato evidentemente (era ora ...) a dargli il giusto peso e significato.........

Come si dovrebbe imparare (con qualche anno in più sulla groppa) a dare giusto peso e significato (e un altro nome) all' "infatuazione"... Una volta sparito tutto l'adolescenziale romanticismo, con le sue idealizzazioni, vagheggiamenti e vaneggi, a parer mio compare una emozione molto, molto più eccitante: la consapevolezza di riconoscere ciò che si prova, ciò che si desidera e si vorrebbe fare.... la consapevolezza di sapere ciò che si vuole. Siamo, come dire....sanamente realisti, appunto consapevoli, dell'irrazionalità di ciò che ci capita!!! E c'è anche la "consapevolezza di sapere" che siamo capaci mandare all'altro/a "certi messaggi": siamo padroni, abbiamo il controllo, dei nostri gesti, della nostra voce, del nostro sguardo!!! Nell'infatuazione dei vent'anni non c'è nulla di tutto ciò!!! E quella che io provo, so per certo, che non la posso chiamare infatuazione....

Ho usato più volte la parola "consapevolezza" perchè non riesco a trovarne un'altra che renda esattamente l'idea di ciò che voglio dire e cioè che da una certa età in poi dovremmo (il condizionale è d'obbligo) conoscerci bene a tal punto da riconoscere le emozioni che proviamo, da dare ad esse il giusto nome e di avere, in ultimo, il coraggio "dei nostri pensieri" e delle nostre azioni. A noi viverle o no, ma, per favore, senza stare a raccontarsi, qualsiasi sia la decisione che prendiamo, un mucchio di balle, senza trovarsi un mucchio di giustificazioni......



Condivido quello che dici, anche se l'"infatuazione consapevole" potrebbe quasi sembrare una contraddizione in termini.


Anche negli enta mi capita qualcosa di molto simile.

Non ti sembra che questo determini una certa difficoltà nel passaggio dall'infatuazione all'innamoramento (se li intendiamo come stadi dell'amore lungo un continuum) vero e proprio?
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 09-10-2007, 22.21.24   #26
marco gallione
Utente bannato
 
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
Il mondo dei matusa

Leggevo tra gli altri il post di Pallina.
Avevo qualche domanda da fare, per capire. So che Pallina non se ne avrà a male.

Pallina ci scrive che “a vent'anni non abbiamo minimamente idea di quello che ci capita”. Mi vien da chiedere, ma chi lo ha detto questo a Pallina?

Aggiunge Pallina che “a quell'età, obiettivamente, non si può ancora sapere cosa significa "amare veramente" ”.
Mi vien da chiedere, ma perchè? Perchè Pallina scrive “obiettivamente”?

Continua altresì Pallina dicendo che “è nella fase adolescenziale e post, che della parola "ti amo" si fà non uso ma abuso....”. Ma è sicura, Pallina?

Secondo Pallina “andando avanti negli anni lo diciamo (il "ti amo") sempre meno, dopo aver imparato evidentemente (era ora ...) a dargli il giusto peso e significato..”.
Ma dove? Chiedo a Pallina.

Pallina aggiunge una esortazione di una certa forza: “Come si dovrebbe imparare (con qualche anno in più sulla groppa) a dare giusto peso e significato (e un altro nome) all' "infatuazione"... “. Apprezzo molto il condizionale. E non ho domande.

Secondo le conclusioni di Pallina, “una volta sparito tutto l'adolescenziale romanticismo, con le sue idealizzazioni, vagheggiamenti e vaneggi,” compaiono una serie di cose bellissime; nell’ordine (e quasi testualmente):

- la consapevolezza di riconoscere ciò che si prova, di ciò che si desidera e si vorrebbe fare,
- la consapevolezza di sapere ciò che si vuole,
- un sano realismo,
- la consapevolezza dell'irrazionalità di ciò che ci capita (con tre punti esclamativi, scrive Pallina),
- la "consapevolezza di sapere" che siamo capaci mandare all'altro/a "certi messaggi",
- siamo padroni, abbiamo il controllo, dei nostri gesti, della nostra voce, del nostro sguardo (sempre con tre punti esclamativi, sottolinea Pallina).


Come forse si sarà intuito non sono troppo d’accordo con il post di Pallina, che trovo un po’ qualunquista. La lista delle cose bellissime di Pallina mi evoca enormi perplessità, che si aggiungono alle altre indicate sopra.
Magari è il caso che mi spieghi meglio, speriamo con brevità, anzichè fare tutte queste domande.

Personalmente vedo un esercito di 40-50enni c…glioni fino al midollo. Uomini e donne. Sposati e non. Socio-professionalmente realizzati e non. Fino al midollo.

Conosco gente di tutte le età che abusa del linguaggio, ed in specie della espressione “ti amo” insieme ad un numero ennesimo di espressioni che attengono ai rapporti interpersonali. Io, da ragazzino, non ho mai detto a nessuno “ti amo”. E nessuno me lo ha detto mai in quegli anni. (vogliamo dire che non sono stato amato mai? Anche questa è una domanda.. )

La più parte delle persone che conosco, in età da Pallina, non possiede le cose bellissime riportate nella lista. Conosco molte persone, peraltro.

Osservo per inciso che la mattina indosso giacca e cravatta, faccio un lavoro che più quadrato non si può, esco la sera il giusto, frequento persone – e segnatamente donne – della mia età e rifuggo la pedofilia da modella ucraina, per esser chiari. Fino a l’altro ieri ero un convinto, quieto e fedele convivente accoppiato nella coppia bravaragazzaperbene, come probabilmente tornerò ad essere tra qualche mese, se tanto mi da tanto. Di più non saprei fare. Insomma, non sono un giovinastro belladipadella, ma uno che qualcuno potrebbe anche trovare eccessivamente posato.

Ciò nondimeno, apprezzo una certa vivacità emotiva e intellettuale dei ventenni, e cerco di osservarli con attenzione e curiosità, come quando avevo vent’anni vedevo fare ai matusa che mi sembravano più stimabili, e.. perchè no …più intelligenti.
Apprezzo chi mantiene quella vivacità intellettuale anche dopo, almeno su di un piano intellettuale.
Aborro invece il diffuso cliché della personcina-matura-perbene-mamma-papà-idioti, che il fatto che abbiano 40-50 anni li dovrebbe giustificare nella loro piattezza-obitorio-cerebrale, che – se posso dire – non mi dimostra proprio un bel niente, anzi.

La mia filosofia – forse lo si sa – è che il mondo è popolato da nani, di 20, 30 o 90 anni.
L’età anagrafica non mi impietosisce per nulla. L’età anagrafica (e ciò che si suppone ne debba conseguire) è per i più l’alibi della piattezza, del fallimento nanesco (ovviamente parlo in generale, non potrei mai avercela con Pallina personalmente, se era il caso di precisarlo).
Non vedo, dunque, nell’invecchiamento anagrafico proprietà salvifiche, avanzate come questione di principio dalla cara Pallina.

Torno, in chiosa, al post di Pallina dove si legge in conclusione che bisogna “avere, in ultimo, il coraggio "dei nostri pensieri" e delle nostre azioni”.
Se Pallina mi dice qual’è Paese-degli-adulti coraggiosi in cui vive, vengo a viverci anche io.
Il mondo che vedo io – per usare delle espressioni-Pallina – è un mucchio di signori (e signore beninteso) che si danno più o meno nascostamente un mucchio di giustificazioni.
Un giorno, quando andassimo a trovare il mondo di Pallina, ho paura che ci verrebbe da dire: la solita sbobba, i soliti nani.
Il mondo di Pallina non esiste. Esiste il mondo in cui viviamo io e Pallina e voi altri.
Il disincanto, il mettere in discussione le proprie certezze, il non sentirsi arrivati, la curiosità durano fatica.
L’uomo (e così la donna) non amano faticare.

W W l’infatuazione!
marco gallione is offline  
Vecchio 10-10-2007, 09.51.52   #27
acquario69
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Riferimento: le maschere di carnevale

Citazione:
Originalmente inviato da marco gallione
Leggevo tra gli altri il post di Pallina.
Avevo qualche domanda da fare, per capire. So che Pallina non se ne avrà a male.

Pallina ci scrive che “a vent'anni non abbiamo minimamente idea di quello che ci capita”. Mi vien da chiedere, ma chi lo ha detto questo a Pallina?

Aggiunge Pallina che “a quell'età, obiettivamente, non si può ancora sapere cosa significa "amare veramente" ”.
Mi vien da chiedere, ma perchè? Perchè Pallina scrive “obiettivamente”?

Continua altresì Pallina dicendo che “è nella fase adolescenziale e post, che della parola "ti amo" si fà non uso ma abuso....”. Ma è sicura, Pallina?

Secondo Pallina “andando avanti negli anni lo diciamo (il "ti amo") sempre meno, dopo aver imparato evidentemente (era ora ...) a dargli il giusto peso e significato..”.
Ma dove? Chiedo a Pallina.

Pallina aggiunge una esortazione di una certa forza: “Come si dovrebbe imparare (con qualche anno in più sulla groppa) a dare giusto peso e significato (e un altro nome) all' "infatuazione"... “. Apprezzo molto il condizionale. E non ho domande.

Secondo le conclusioni di Pallina, “una volta sparito tutto l'adolescenziale romanticismo, con le sue idealizzazioni, vagheggiamenti e vaneggi,” compaiono una serie di cose bellissime; nell’ordine (e quasi testualmente):

- la consapevolezza di riconoscere ciò che si prova, di ciò che si desidera e si vorrebbe fare,
- la consapevolezza di sapere ciò che si vuole,
- un sano realismo,
- la consapevolezza dell'irrazionalità di ciò che ci capita (con tre punti esclamativi, scrive Pallina),
- la "consapevolezza di sapere" che siamo capaci mandare all'altro/a "certi messaggi",
- siamo padroni, abbiamo il controllo, dei nostri gesti, della nostra voce, del nostro sguardo (sempre con tre punti esclamativi, sottolinea Pallina).


Come forse si sarà intuito non sono troppo d’accordo con il post di Pallina, che trovo un po’ qualunquista. La lista delle cose bellissime di Pallina mi evoca enormi perplessità, che si aggiungono alle altre indicate sopra.
Magari è il caso che mi spieghi meglio, speriamo con brevità, anzichè fare tutte queste domande.

Personalmente vedo un esercito di 40-50enni c…glioni fino al midollo. Uomini e donne. Sposati e non. Socio-professionalmente realizzati e non. Fino al midollo.

Conosco gente di tutte le età che abusa del linguaggio, ed in specie della espressione “ti amo” insieme ad un numero ennesimo di espressioni che attengono ai rapporti interpersonali. Io, da ragazzino, non ho mai detto a nessuno “ti amo”. E nessuno me lo ha detto mai in quegli anni. (vogliamo dire che non sono stato amato mai? Anche questa è una domanda.. )

La più parte delle persone che conosco, in età da Pallina, non possiede le cose bellissime riportate nella lista. Conosco molte persone, peraltro.

Osservo per inciso che la mattina indosso giacca e cravatta, faccio un lavoro che più quadrato non si può, esco la sera il giusto, frequento persone – e segnatamente donne – della mia età e rifuggo la pedofilia da modella ucraina, per esser chiari. Fino a l’altro ieri ero un convinto, quieto e fedele convivente accoppiato nella coppia bravaragazzaperbene, come probabilmente tornerò ad essere tra qualche mese, se tanto mi da tanto. Di più non saprei fare. Insomma, non sono un giovinastro belladipadella, ma uno che qualcuno potrebbe anche trovare eccessivamente posato.

Ciò nondimeno, apprezzo una certa vivacità emotiva e intellettuale dei ventenni, e cerco di osservarli con attenzione e curiosità, come quando avevo vent’anni vedevo fare ai matusa che mi sembravano più stimabili, e.. perchè no …più intelligenti.
Apprezzo chi mantiene quella vivacità intellettuale anche dopo, almeno su di un piano intellettuale.
Aborro invece il diffuso cliché della personcina-matura-perbene-mamma-papà-idioti, che il fatto che abbiano 40-50 anni li dovrebbe giustificare nella loro piattezza-obitorio-cerebrale, che – se posso dire – non mi dimostra proprio un bel niente, anzi.

La mia filosofia – forse lo si sa – è che il mondo è popolato da nani, di 20, 30 o 90 anni.
L’età anagrafica non mi impietosisce per nulla. L’età anagrafica (e ciò che si suppone ne debba conseguire) è per i più l’alibi della piattezza, del fallimento nanesco (ovviamente parlo in generale, non potrei mai avercela con Pallina personalmente, se era il caso di precisarlo).
Non vedo, dunque, nell’invecchiamento anagrafico proprietà salvifiche, avanzate come questione di principio dalla cara Pallina.

Torno, in chiosa, al post di Pallina dove si legge in conclusione che bisogna “avere, in ultimo, il coraggio "dei nostri pensieri" e delle nostre azioni”.
Se Pallina mi dice qual’è Paese-degli-adulti coraggiosi in cui vive, vengo a viverci anche io.
Il mondo che vedo io – per usare delle espressioni-Pallina – è un mucchio di signori (e signore beninteso) che si danno più o meno nascostamente un mucchio di giustificazioni.
Un giorno, quando andassimo a trovare il mondo di Pallina, ho paura che ci verrebbe da dire: la solita sbobba, i soliti nani.
Il mondo di Pallina non esiste. Esiste il mondo in cui viviamo io e Pallina e voi altri.
Il disincanto, il mettere in discussione le proprie certezze, il non sentirsi arrivati, la curiosità durano fatica.
L’uomo (e così la donna) non amano faticare.

W W l’infatuazione!

sono dell'opinione che il discorso intavolato da te in risposta a pallina si potrebbe pure spostare in chi da giovane,che si ha (credo piu o meno tutti) il desiderio spropositato di farsi notare mettendosi la maschera del far provare compiacimento a chi vorremmo si interessasse di noi-da qui l'estrema facilita con cui si puo rimanere infatuati- e chi anche dopo una certa eta continua senza nemmeno rendersene tanto piu conto a indossare magari un altra maschera,diciamo piu raffinata,ma pur sempre maschera..per cui e' si vero che il mondo e' popolato da nani ma e' anche popolato da persone che preferisco illudersi che sia sempre carnevale.

ps: nulla di personale sia chiaro,solo un ennesimo spunto sempre se ho avuto la capacita di rendere almeno un briciolo quello che mi era venuto in mente di dire in proposito
acquario69 is offline  
Vecchio 10-10-2007, 10.40.50   #28
pallina
...il rumore del mare...
 
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Riferimento: Il mondo dei disillusi...

Mi hai fatto un sacco di domande dirette, Marco, alle quali ribattere punto per punto non ha senso.
Vorrei solo dirti che io non vivo FUORI dal mondo, ci vivo dentro fino al collo, e di questo mondo ho conosciuto sin da piccola "la pochezza" e "la miseria".
E anche il dolore.
Giusto per intenderci, non sono una da "famiglia del Mulino Bianco".

Sono una donna che si è fatta le ossa.
Sono una persona che non predica bene e razzola male.
Sono perciò estremamente consapevole di quello che dico perchè io vivo così.
Se è giusto o sbagliato, non lo so, ma credimi, sono una che non si illude più.

Le cose di cui scrivo non sono buttate lì "tanto per"...
Non mi sono affatto dimenticata del mio tormentato vissuto adolescenziale e ho osservato (e in parte convissuto) in questi anni con quello dei miei ragazzi: i loro turbamenti, le loro rabbie, le loro illusioni....un osservatorio previlegiato....O vuoi che ti racconti delle storie "d'amore" dei miei fratelli e sorelle e le separazioni e gli avvocati...o la storia tragica di mia madre? O quella di qualcuna delle mie sette ziette? O magari gli amorini dei miei dolcissimi nipoti ? Se non bastasse, ho pochi amici ma conosco una marea di persone....Oltre ai miei personali, è una vita che vedo infatuazioni, innamoramenti, amori splendidi e disinnamoramenti e storie finite o trascinate o tenute in vita solo per convenienza, per interesse......potrei scriverci un libro, se volessi....


Quando parlo dell'amore, non descrivo "fantasie", spesso è il film della mia vita.
E non abuso della parola scritta nè, tantomeno, di quella orale.

Il "qualunquismo" verbale e non, non mi appartiene.

La grande differenza tra te e me è, ovviamente, che siamo due persone diverse.
In tutto.
Famiglia, opportunità, vissuto....

Io mi reputo una "normale".
Ma mi sono fatta un cu..o enorme, credimi, per arrivare ad essere quello che sono "dentro". La vita mi ci ha costretto, se volevo salvarmi.....

Il mio mondo è lo stesso dove vivi tu, popolato esattamente dalle stesse persone. Non tutte giganti ma nemmeno tutti nani. Molti co.....ni come dici tu ne conosco anche io, ma me li tengo alla larga finchè posso. Si arriva ad un certo punto che si impara anche a scegliere con chi stare, o no?

Il mondo è lo stesso, ma l'angolo dove vivo io non è quello dove abiti tu, è il MIO e IO me lo sono costruito, con impegno e con fatica. Proprio così, CON FATICA. Soprattutto non vado in giro a far vedere "quanto è bello e quanto ci vivo bene". Non è questo il motivo per cui scrivo, non mi interessa. Il mio modo di vivere nel mondo è questo, io non obbligo nessuno a venirci dentro ma la porta è sempre aperta proprio perchè tutti possano vedere che non racconto di un qualcosa che nella realtà non esiste. Ho un'amica che dopo diciotto anni di matrimonio ha lasciato marito, casa, un'ottima situazione sociale ed economica per un nuovo Amore. Sorridendo una mattina mi ha detto testuali parole "sai...a dire il vero la colpa è anche un poco tua: osservando M. e te ho capito che poteva esistere un altro modo di essere coppia". Ne abbiamo riso insieme ma persone come me, come lei ne esistono tantissime...

Perchè che tu ci creda o no, qualcuno che vive con coraggio, nel disincanto, senza aver perso con gli anni (anzi, proprio perchè l'età avanza, cercando di mantenerla sempre più viva) la curiosità di sapere cosa ci sarà dietro il prossimo angolo, che ogni mattina che mette i piedi per terra sa che quello è un'altro giorno dal quale puoi aspettarti di TUTTO, senza raccontarsi favole, esiste. In fin dei conti è solo una semplice, banale, questione di scelta. Si può scegliere di vivere tranquillamente, senza "rotture", mettendo sempre in discussione (mai, però, se stessi e il proprio modo di vivere) gli altri e il loro mondo, riempiendosi la bocca di tante belle parole (chiacchiere e distintivi, ricordi?).....oppure si può decidere di buttarsi a capofitto nell'avventura, chiudendo gli occhi nell'attimo in cui ti butti giù dal burrone ma riaprendoli quasi subito per vedere dove stai andando a cadere..... con la consapevolezza di ciò che si sta facendo....L'età anagrafica dovrebbe fare la differenza: nessuna proprietà salvifica ma la saggezza e la conoscenza e il riconoscimento delle situazioni e dei pericoli. Questa dovrebbe essere una delle prerogative dell'età...

A me, caro Marco, hanno insegnato che senza fatica non si ottiene nulla e che nelle cose ottenute con fatica c'è sempre maggior godimento e soddisfazione....
Oggi so che è veramente così.
Io non sono infatuata della vita, io ne sono consapevolmente, completamente innamorata. E me la vivo e me la godo tutta. Con tutti i suoi inaspettati exploits ma anche in tutta la sua banalità e quotidianità.
E come tutti gli innamorati consapevoli che finalmente non vivono più di illusioni, so che da lei posso aspettarmi di tutto, in qualsiasi momento........

ps.

Mi rendo conto di avere scritto un papiro e di essere andata molto sul personale....forse in O.T....Me ne scuso, è la prima volta ma sarà anche l'ultima.
pallina is offline  
Vecchio 10-10-2007, 16.19.32   #29
cassiopea
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Riferimento: Il mondo dei disillusi...

[quote=pallina]
Perchè che tu ci creda o no, qualcuno che vive con coraggio, nel disincanto, senza aver perso con gli anni (anzi, proprio perchè l'età avanza, cercando di mantenerla sempre più viva) la curiosità di sapere cosa ci sarà dietro il prossimo angolo, che ogni mattina che mette i piedi per terra sa che quello è un'altro giorno dal quale puoi aspettarti di TUTTO, senza raccontarsi favole, esiste. In fin dei conti è solo una semplice, banale, questione di scelta. Si può scegliere di vivere tranquillamente, senza "rotture", mettendo sempre in discussione (mai, però, se stessi e il proprio modo di vivere) gli altri e il loro mondo, riempiendosi la bocca di tante belle parole (chiacchiere e distintivi, ricordi?).....oppure si può decidere di buttarsi a capofitto nell'avventura, chiudendo gli occhi nell'attimo in cui ti butti giù dal burrone ma riaprendoli quasi subito per vedere dove stai andando a cadere..... con la consapevolezza di ciò che si sta facendo....L'età anagrafica dovrebbe fare la differenza: nessuna proprietà salvifica ma la saggezza e la conoscenza e il riconoscimento delle situazioni e dei pericoli. Questa dovrebbe essere una delle prerogative dell'età...
QUOTE]

…I più vivi complimenti per il bellissimo post…un post che dice tanto di te ma che è soprattutto un incoraggiamento alla vita..
Dalla lettura dei i vostri messaggi (Marco e Pallina) emergono due modi diversi di vedere l’infatuazione..che, secondo me, possono essere complementari…
E’ capitato spesso di vedere 50enni, 40enni che vivevano le loro “infatuazioni” come tali, per sfuggire alla loro quotidianità (un po’ tipo “American Beauty”) e al rapporto stanco con l’altro coniuge..
In questo senso..boh..non me la sentirei di giudicare negativamente un uomo o una donna che altro non fa che “crearsi universi paralleli”..senza poi magari passare ad azioni concrete..
Così come credo che a 20 anni un “ti amo” può esser detto con una gioa, un’emozione che dopo è difficile provare..difficile proprio per tutto il bagaglio di esperienze che poi ci si porta dietro..Non sarà amore “consapevole”..ma può essere un amore dato con tutto se stesso..
E il “ti amo” detto dopo? Sia Marco che Pallina illustrano tutti i casi possibili..da quello detto giusto per dire…a quello (ed è quello più bello) detto con la piena coscienza di quel che si dice.
Un grazie a Pallina per aver descritto come si può essere “in questo mondo”, rifuggendo dalla superficialità..
cassiopea is offline  
Vecchio 10-10-2007, 16.27.27   #30
nevealsole
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Riferimento: Il mondo dei disillusi...

Citazione:
Originalmente inviato da pallina
Mi hai fatto un sacco di domande dirette, Marco, alle quali ribattere punto per punto non ha senso.
Vorrei solo dirti che io non vivo FUORI dal mondo, ci vivo dentro fino al collo, e di questo mondo ho conosciuto sin da piccola "la pochezza" e "la miseria".
E anche il dolore.
Giusto per intenderci, non sono una da "famiglia del Mulino Bianco".

Sono una donna che si è fatta le ossa.
Sono una persona che non predica bene e razzola male.
Sono perciò estremamente consapevole di quello che dico perchè io vivo così.
Se è giusto o sbagliato, non lo so, ma credimi, sono una che non si illude più.

Le cose di cui scrivo non sono buttate lì "tanto per"...
Non mi sono affatto dimenticata del mio tormentato vissuto adolescenziale e ho osservato (e in parte convissuto) in questi anni con quello dei miei ragazzi: i loro turbamenti, le loro rabbie, le loro illusioni....un osservatorio previlegiato....O vuoi che ti racconti delle storie "d'amore" dei miei fratelli e sorelle e le separazioni e gli avvocati...o la storia tragica di mia madre? O quella di qualcuna delle mie sette ziette? O magari gli amorini dei miei dolcissimi nipoti ? Se non bastasse, ho pochi amici ma conosco una marea di persone....Oltre ai miei personali, è una vita che vedo infatuazioni, innamoramenti, amori splendidi e disinnamoramenti e storie finite o trascinate o tenute in vita solo per convenienza, per interesse......potrei scriverci un libro, se volessi....


Quando parlo dell'amore, non descrivo "fantasie", spesso è il film della mia vita.
E non abuso della parola scritta nè, tantomeno, di quella orale.

Il "qualunquismo" verbale e non, non mi appartiene.

La grande differenza tra te e me è, ovviamente, che siamo due persone diverse.
In tutto.
Famiglia, opportunità, vissuto....

Io mi reputo una "normale".
Ma mi sono fatta un cu..o enorme, credimi, per arrivare ad essere quello che sono "dentro". La vita mi ci ha costretto, se volevo salvarmi.....

Il mio mondo è lo stesso dove vivi tu, popolato esattamente dalle stesse persone. Non tutte giganti ma nemmeno tutti nani. Molti co.....ni come dici tu ne conosco anche io, ma me li tengo alla larga finchè posso. Si arriva ad un certo punto che si impara anche a scegliere con chi stare, o no?

Il mondo è lo stesso, ma l'angolo dove vivo io non è quello dove abiti tu, è il MIO e IO me lo sono costruito, con impegno e con fatica. Proprio così, CON FATICA. Soprattutto non vado in giro a far vedere "quanto è bello e quanto ci vivo bene". Non è questo il motivo per cui scrivo, non mi interessa. Il mio modo di vivere nel mondo è questo, io non obbligo nessuno a venirci dentro ma la porta è sempre aperta proprio perchè tutti possano vedere che non racconto di un qualcosa che nella realtà non esiste. Ho un'amica che dopo diciotto anni di matrimonio ha lasciato marito, casa, un'ottima situazione sociale ed economica per un nuovo Amore. Sorridendo una mattina mi ha detto testuali parole "sai...a dire il vero la colpa è anche un poco tua: osservando M. e te ho capito che poteva esistere un altro modo di essere coppia". Ne abbiamo riso insieme ma persone come me, come lei ne esistono tantissime...

Perchè che tu ci creda o no, qualcuno che vive con coraggio, nel disincanto, senza aver perso con gli anni (anzi, proprio perchè l'età avanza, cercando di mantenerla sempre più viva) la curiosità di sapere cosa ci sarà dietro il prossimo angolo, che ogni mattina che mette i piedi per terra sa che quello è un'altro giorno dal quale puoi aspettarti di TUTTO, senza raccontarsi favole, esiste. In fin dei conti è solo una semplice, banale, questione di scelta. Si può scegliere di vivere tranquillamente, senza "rotture", mettendo sempre in discussione (mai, però, se stessi e il proprio modo di vivere) gli altri e il loro mondo, riempiendosi la bocca di tante belle parole (chiacchiere e distintivi, ricordi?).....oppure si può decidere di buttarsi a capofitto nell'avventura, chiudendo gli occhi nell'attimo in cui ti butti giù dal burrone ma riaprendoli quasi subito per vedere dove stai andando a cadere..... con la consapevolezza di ciò che si sta facendo....L'età anagrafica dovrebbe fare la differenza: nessuna proprietà salvifica ma la saggezza e la conoscenza e il riconoscimento delle situazioni e dei pericoli. Questa dovrebbe essere una delle prerogative dell'età...

A me, caro Marco, hanno insegnato che senza fatica non si ottiene nulla e che nelle cose ottenute con fatica c'è sempre maggior godimento e soddisfazione....
Oggi so che è veramente così.
Io non sono infatuata della vita, io ne sono consapevolmente, completamente innamorata. E me la vivo e me la godo tutta. Con tutti i suoi inaspettati exploits ma anche in tutta la sua banalità e quotidianità.
E come tutti gli innamorati consapevoli che finalmente non vivono più di illusioni, so che da lei posso aspettarmi di tutto, in qualsiasi momento........

ps.

Mi rendo conto di avere scritto un papiro e di essere andata molto sul personale....forse in O.T....Me ne scuso, è la prima volta ma sarà anche l'ultima.

bellissimo post!

Non credo fosse O.T.
nevealsole is offline  

 



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