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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 30-10-2007, 14.41.04   #21
hava
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
Riferimento: Il significato dei nick

Citazione:
Originalmente inviato da Alexiel
Il mio nick ha un valore molto etimologico.
Alexiel è un nome, ma si può interpretare anche come diminutivo di Alexandra.
Bene, il secondo ha come significato "colei che protegge gli uomini", mentre il primo etimologicamente vuol dire qualcosa come "protetta da dio".

Questo gioco di protezioni, mi sa tanto di una persona che combatte per il bene dell'uomo (Alexandra) ma è comunque appoggiata da Dio (Alexiel).

Quando ho scelto questi giochi di nick non ero assolutamente forte, e li avevo presi come immagine ideale, rappresentavano ciò che avrei voluto essere.
In seguito ho vissuto diverse esperienze dure e difficile, per uscire dalle quali mi sono dovuta rimboccare le maniche e ho dovuto combattere.
Alla fine mi sono riscoperta essere quello cui aspiravo; ora non ho paura a combattere per le cose in cui credo e lo faccio, non sempre con esito positivo, ma mi basta riuscire a farlo.

Per quanto riguarda il mio nome reale, diciamo che l'ho rivalutato solo negli ultimi anni, e non lo cambierei mai per nulla al mondo.
Ho scoperto che il mio nome dipende totalmente dalla persona che più stimo in questo mondo: il mio professore di italiano
Quando sono nata, mio fratello era nella sua classe e in quel periodo stavano trattando il Petrarca...sembra che il 'sore lo spiegasse così bene che a mio fratello è rimasto dentro fino alla fine, ed è riuscito a convincere i miei genitori a mettermelo


mi piace molto la scelta del tuo nick e l'integrazione del dare e ricevere protezione.
[ EL=Dio in ebraico.]
hava is offline  
Vecchio 30-10-2007, 16.30.03   #22
iulbrinner
Utente bannato
 
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
Riferimento: Il significato dei nick

Il mio nick l'ho scelto perché mi piaceva così....italianizzato.
iulbrinner is offline  
Vecchio 30-10-2007, 20.02.26   #23
hava
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
Riferimento: Il significato dei nick

Citazione:
Originalmente inviato da Golem
Nella tradizione Ebraica il Golem aveva a che fare con una protoforma umana mal definita, priva di anima, di emozione e men che meno di sentimento, di parola e di volontà propria.
Era creato da un mago potente che impastando una piccola quantità di argilla gli dava questa forma approssimativamente umana e lo animava scrivendo sulla sua fronte la parola “vita”. Faceva ciò allo scopo di procurarsi uno schiavo fedele dotato di una forza tremenda perché i Golem crescevano per tutta la loro esistenza, finché, diventati troppo grandi e quindi potenzialmente pericolosi, venivano distrutti semplicemente cambiando la parola tracciata sulla fronte in “morte”.
(Questo mito è molto simile a quello biblico di Adamo, creato dalla materia informe e animato dal soffio divino.)
Nonostante le mie origini non Ebraiche, ho scelto questo nomignolo perché credo mi si addica, e se vogliamo potremmo minimizzare anche le differenze più macroscopiche (i Golem non parlavano, e presumibilmente non scrivevano neppure, mentre mi sto scoprendo fin troppo prolisso) facendo riferimento non solo alla volatilità e all'impermanenza di quanto si scrive nei forum, ma soprattutto all'esiguo spessore epistemologico di cui qualcuno mi può a buon diritto accusare.
Un saluto


"golem" e' entrato in uso fra gli ebrei ashkenaziti per indicare un tipo di persona goffa e lenta di comprendonio, una persona che stenta a reagire.
Mi incuriosisce il fatto che tu abbia scelto questo nick non troppo attraente, credendo che ti si addica.
Molte volte i miti prendono direzioni strane generando nuovi significati che ne fanno scordare la provenienza.
hava is offline  
Vecchio 30-10-2007, 20.39.35   #24
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
Riferimento: Il significato dei nick

Nomen omen, dicevano i latini. Nel nome il destino. Un destino che sembrerebbe determinato da altri, visto che non abbiamo alcuna possibilità di sceglierci il nome alla nascita.

In questi forum, invece, siamo noi a scegliere il nick, forse veramente per ritagliarci la possibilità di avere voce in capitolo sul nostro destino, quantomeno quello virtuale. Un'identità che invece di farci guardare indietro per scoprire un percorso, ci spinge a guardare avanti riconoscendo una strada da poter percorrere.

Nel mio caso, la scelta ha motivazioni letterarie e filosofiche.

Leggendo il romanzo di Kerouac "Dharma bums", ho riscoperto in quei personaggi la "scintilla" della ricerca interiore, svincolata da qualsiasi formalismo e capace di andare oltre anche alla stessa filosofia zen.

Allora è stato facile scegliere quel nome, per esprimere quella che rimane una grande ambizione ma anche un obiettivo da tenere sempre presente: la ricerca della verità nella mia interiorità e nel mio relazionarmi agli altri.

Poi questo è una spiegazione che sa molto di interpretazione a posteriori di un'intuizione del momento della registrazione (quando non sai nemmeno bene dove stai andando a parare), che mi ha portato a scegliere un nick che mi suona bene e mi piace molto.



Per Marco: sai che in un primo momento credevo fossi una persona che conosco per lavoro e che ha un nome molto simile al tuo nick?

Pensa, credevo di averti individuato nella vita reale!
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 30-10-2007, 23.41.08   #25
marco gallione
Utente bannato
 
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
Tatuaggi

Citazione:
Originalmente inviato da hava
"golem" e' entrato in uso fra gli ebrei ashkenaziti per indicare un tipo di persona goffa e lenta di comprendonio, una persona che stenta a reagire.
Mi incuriosisce il fatto che tu abbia scelto questo nick non troppo attraente, credendo che ti si addica.
Molte volte i miti prendono direzioni strane generando nuovi significati che ne fanno scordare la provenienza.

Devo fare i miei complimenti ad hava per il post dalle mille sfumature raffinate (“ebrei ashkenaziti..” ”..persona goffa e lenta di comprendonio”, “che stenta a reagire…”. “Mi incuriosisce..”, “..nick non troppo attraente”, “..ti si addica)”.

Che dire di fronte a tanta eleganza? Niente. Proprio niente.
Potrei solo fermarmi qui, se non fosse che il post di hava di mi ispira alcune brevi e libere osservazioni, che molti troveranno non condivisibili.

Parto – infatti – dal post dell' havapensieroelegante, (che ha folgorato la mia grigia giornata nell’ambientino squaliforme, dove l’ansia delle situazioni ansiogene quest’oggi era nera e mortifera), per svolgere due brevi considerazioni a margine che si intitolano "Tatuaggi".

Andiamo con ordine.
“Molte volte i miti prendono direzioni strane generando nuovi significati che ne fanno scordare la provenienza”, ci insegna hava.

Parafrasando ed integrando il verbo di hava – che non me ne vorrà per la integrazione che Lei riterrà grossolana –, mi verrebbe da dire: molte volte i miti prendono direzioni strane, soprattutto quando finiscono nei tatuaggi dai significati che ne fanno scordare la provenienza.
Il tema in sostanza è: “i nick sono come i tatuaggi”?

Noto – senza avercela con nessuno – che spesso il nick è scelto evocando culture remote, miti arcaici, parobole orientalistiche, onomatopee stravaganti.
La lontananza temporale o spaziale della cultura che origina il nick sembra quasi quasi che dia grandi soddisfazioni, come una sana mangiata un po’ vintage coi parenti la domenica pomeriggio.

E’ difficile che qualcuno usi un nick modesto e provincialotto tipo “Esselunga”, oppure “Vengo dal Canton Ticino”; o ancora: Tubo di scarico, FlavioBriatore, Il Bolognese, Un Cesso.
Lo sguardo e la predilizione vanno piuttosto alle culture orientali, alla lontana India, alle filosofie delle terre lontane.
Non si scappa.

Questa sembra essere quasi una regola. Sebbene qualcuno per fortuna fa eccezione, tipo (che ve lo dico a fare..) Hava, che come nick usa il suo nome; e che nome (la classe non è acqua, verrebbe da dire…).

Ma che c’entrano i tatuaggi in tutto questo?
Sotto il profilo estetico/onomatopeico (passatemi l’improprietà..), i tatuaggi sono grossomodo la stessa cosa. La stessa vezzosità orientalistico-supponente caratterizza tatuaggi e nick.

Quando mi capita di vedere la gente tatuata, qualche volta mi chiedo ingenuamente: “ma che schifo fa il tatuaggio non sense tipo figura drago-forme sul braccio molliccio di quel panzone con la faccia da ragioniere della Parmalat?”. Altre volte: “ma quella lì crede di essere più f..ga con quella farfallina (la farfallina…uuuh la farfallina) su una chiappa, visto che la signorina è e resta un cesso, con e senza tatuaggio?!”.

La farfallina, il drago, il sole che ride, il sole che piange, il sole che c..ga, fanno parte dei tatuaggi semplici, sempliciotti, diciamo della categoria A.
Immagini che, peraltro, ricorrono anche sotto i nick, come ci diceva hava nel suo primo post. E questo sarebbe un primo parallelismo, su cui però non mi voglio proprio trattenere.

Vorrei centrare piuttosto, per un ultimo minuto, il mio sproloquio sul tatuaggio della categoria B, il tatuaggio mitico-orientalistico, che – per come la vedo io – segue lo stesso percorso mentale che porta al nick mitico-orientalistico.
Il percorso mentale del qualunquismo.

Il nick, come il tatuaggio, dovrebbe – secondo una ambizione un po’ infatile e un po’ qualunquista – dare evidenza percepibile dai terzi ad un tratto che riconosciamo nella nostra personalità, o che vogliamo enfatizzare, o che vogliamo attribuirci ex novo come una maschera… Insomma, tante cose ma tutte orientate un po’ alla esibizione di sè, forse anche solo alla esibizione di sè di fronte a noi stessi.

E siamo davvero paghi della ns. esibizione, o della nostra autoesibizione - (visto che Maxim è in tema di autoerotismo in questi giorni, seguo la moda del momento anche io..) -, solo quando evochiamo gli antichi cinesi, la Magna Grecia, l’India degli indiani col pallino nero sulla fronte in mezzo agli occhi, o - per i più ricercati - i cow boys e gli indiani (americani questa volta) con la camicia di pelle di bisonte.

Culture lontane nel tempo e nello spazio. Per cui, immagini e miti lontani usati da noi perchè? Per dare una imagine più realizzante, più giusta di noi? Ma dove?!

Per fare gli originali. Gli originali a buon mercato. Per questo li usiamo.
E siamo piuttosto ridicoli.
Tatuati o nicckati.

Sparatemi pure addosso, che tanto mi sposto.

Cordialmente.
marco gallione is offline  
Vecchio 31-10-2007, 10.13.15   #26
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
Data registrazione: 28-08-2006
Messaggi: 245
Riferimento: Tatuaggi

Citazione:
Originalmente inviato da marco gallione
Devo fare i miei complimenti ad hava per il post dalle mille sfumature raffinate (“ebrei ashkenaziti..” ”..persona goffa e lenta di comprendonio”, “che stenta a reagire…”. “Mi incuriosisce..”, “..nick non troppo attraente”, “..ti si addica)”.

Che dire di fronte a tanta eleganza? Niente. Proprio niente.
Potrei solo fermarmi qui, se non fosse che il post di hava di mi ispira alcune brevi e libere osservazioni, che molti troveranno non condivisibili.

Parto – infatti – dal post dell' havapensieroelegante, (che ha folgorato la mia grigia giornata nell’ambientino squaliforme, dove l’ansia delle situazioni ansiogene quest’oggi era nera e mortifera), per svolgere due brevi considerazioni a margine che si intitolano "Tatuaggi".

Andiamo con ordine.
“Molte volte i miti prendono direzioni strane generando nuovi significati che ne fanno scordare la provenienza”, ci insegna hava.

Parafrasando ed integrando il verbo di hava – che non me ne vorrà per la integrazione che Lei riterrà grossolana –, mi verrebbe da dire: molte volte i miti prendono direzioni strane, soprattutto quando finiscono nei tatuaggi dai significati che ne fanno scordare la provenienza.
Il tema in sostanza è: “i nick sono come i tatuaggi”?

Noto – senza avercela con nessuno – che spesso il nick è scelto evocando culture remote, miti arcaici, parobole orientalistiche, onomatopee stravaganti.
La lontananza temporale o spaziale della cultura che origina il nick sembra quasi quasi che dia grandi soddisfazioni, come una sana mangiata un po’ vintage coi parenti la domenica pomeriggio.

E’ difficile che qualcuno usi un nick modesto e provincialotto tipo “Esselunga”, oppure “Vengo dal Canton Ticino”; o ancora: Tubo di scarico, FlavioBriatore, Il Bolognese, Un Cesso.
Lo sguardo e la predilizione vanno piuttosto alle culture orientali, alla lontana India, alle filosofie delle terre lontane.
Non si scappa.

Questa sembra essere quasi una regola. Sebbene qualcuno per fortuna fa eccezione, tipo (che ve lo dico a fare..) Hava, che come nick usa il suo nome; e che nome (la classe non è acqua, verrebbe da dire…).

Ma che c’entrano i tatuaggi in tutto questo?
Sotto il profilo estetico/onomatopeico (passatemi l’improprietà..), i tatuaggi sono grossomodo la stessa cosa. La stessa vezzosità orientalistico-supponente caratterizza tatuaggi e nick.

Quando mi capita di vedere la gente tatuata, qualche volta mi chiedo ingenuamente: “ma che schifo fa il tatuaggio non sense tipo figura drago-forme sul braccio molliccio di quel panzone con la faccia da ragioniere della Parmalat?”. Altre volte: “ma quella lì crede di essere più f..ga con quella farfallina (la farfallina…uuuh la farfallina) su una chiappa, visto che la signorina è e resta un cesso, con e senza tatuaggio?!”.

La farfallina, il drago, il sole che ride, il sole che piange, il sole che c..ga, fanno parte dei tatuaggi semplici, sempliciotti, diciamo della categoria A.
Immagini che, peraltro, ricorrono anche sotto i nick, come ci diceva hava nel suo primo post. E questo sarebbe un primo parallelismo, su cui però non mi voglio proprio trattenere.

Vorrei centrare piuttosto, per un ultimo minuto, il mio sproloquio sul tatuaggio della categoria B, il tatuaggio mitico-orientalistico, che – per come la vedo io – segue lo stesso percorso mentale che porta al nick mitico-orientalistico.
Il percorso mentale del qualunquismo.

Il nick, come il tatuaggio, dovrebbe – secondo una ambizione un po’ infatile e un po’ qualunquista – dare evidenza percepibile dai terzi ad un tratto che riconosciamo nella nostra personalità, o che vogliamo enfatizzare, o che vogliamo attribuirci ex novo come una maschera… Insomma, tante cose ma tutte orientate un po’ alla esibizione di sè, forse anche solo alla esibizione di sè di fronte a noi stessi.

E siamo davvero paghi della ns. esibizione, o della nostra autoesibizione - (visto che Maxim è in tema di autoerotismo in questi giorni, seguo la moda del momento anche io..) -, solo quando evochiamo gli antichi cinesi, la Magna Grecia, l’India degli indiani col pallino nero sulla fronte in mezzo agli occhi, o - per i più ricercati - i cow boys e gli indiani (americani questa volta) con la camicia di pelle di bisonte.

Culture lontane nel tempo e nello spazio. Per cui, immagini e miti lontani usati da noi perchè? Per dare una imagine più realizzante, più giusta di noi? Ma dove?!

Per fare gli originali. Gli originali a buon mercato. Per questo li usiamo.
E siamo piuttosto ridicoli.
Tatuati o nicckati.

Sparatemi pure addosso, che tanto mi sposto.

Cordialmente.


Secondo me è vero, scegliamo il nick mistico-orientale per darci un tono, ma anche per indicare un'identità alternativa, un percorso da seguire nella vita quotidiana. Un percorso che non viene svolto solo all'interno del forum, ma anche nel quotidiano, attraverso una ricerca fatta di studio e applicazione, di rifiuto dello studio e dell'applicazione e compagnia cantando.

Il punto è questo: oggi le visioni alternative del mondo e della società non sono più possibili, perchè c'è una dinamica, nella società dei consumi e dell'immagine, che riesce a fagocitare e a fare sua anche la posizione più alternativa (non nel senso occidentale, dove l'"alternativo" mutua la sua identità dal "conformista", ma in senso proprio di "altra visione della vita").

E' l'icona di Che Guevara che diventa "merce" nella società occidentale, il buddismo che diventa moda nella società occidentale, lo yoga che diventa ginnastica nella società occidentale. Tutto è assimilato. Il procedimento è soprattutto linguistico e si avvale di etichette, come, appunto, quella "mistico-orientale".

Una cultura permeata dal conformismo e incapace di "ascoltare" che c'è dell'altro rispetto a quello che è ordinariamente riconosciuto, è una cultura totalitaria, dove è sempre più difficile segnalare delle novità, tanto ci sarà sempre la posizione, questa sì qualunquista, del "guarda, come vuol fare l'originale!". E' un procedimento profondamente conservatore e in cui è insita la paura di riconoscere il diverso.

Spesso dietro nick "originali" si nasconde davvero un percorso di consapevolezza e ricerca. Anch'io aborro (cito Mughini) chi per moda fa proprio lo stile di vita orientale senza informarlo alla conoscenza e alla scoperta dell'enorme patrimonio spirituale di cui è depositaria quella cultura.
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 31-10-2007, 10.51.50   #27
Francesco68
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L'avatar di Francesco68
 
Data registrazione: 20-08-2007
Messaggi: 43
Riferimento: Il significato dei nick

Il mio nome è Francesco e sono nato nel 1968, il mio nick è come me: trasparente, vero, pulito, sincero, uguale per tutti, sono sempre me stesso in ogni posto e persona che incontro, non mi nascondo dietro a niente.
Francesco68 is offline  
Vecchio 31-10-2007, 13.04.31   #28
kore
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Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
Riferimento: Il significato dei nick

Caro Marco,
come sempre il tuo punto di vista è originale.
Alcuni si scelgono il nick mitologico o, se vogliamo, letterario, per fare una cernita iniziale. Insomma... se uno viene a dirmi che Kore = Cuore (femmena del mio cooooreeee!!!!) ho già capito qualcosa, e cioè che non ha fatto studi classici.
Se qualcuno identificasse subito il mito a cui il mio nick si richiama, penserei che forse abbiamo qualche interesse in comune.
Quindi per quanto mi riguarda hai ragionissima. Il mio nick, oltre che una maschera (mi piacciono le maschere) è anche un tatuaggio.
Ma la finalità è diversa: serve a farmi riconoscere da quelli della tribù.
Nella vita reale passo, invece, piuttosto inosservata, non voglio essere originale ma invisibile, perché sono fondamentalmente un'asociale.
E se decidessi di farmi un tatuaggio sceglierei di farmelo sulla fronte, come nel Golem, solo che la parola sarebbe diversa, sintetizzerei tutto in un semplice: Smamma!!!
(... dolce sogno, dolce.... )

Ah, concordo con il Vagabondo, il mio vero nome non mi rispecchia per niente, dovrei essere una che apporta beatitudine (nomen omen???) invece non è vero. Forse porto sfiga, chissà... ?
kore is offline  
Vecchio 31-10-2007, 14.54.28   #29
catoblepa
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-06-2006
Messaggi: 282
Riferimento: Il significato dei nick

E' chiaro che con il nick ognuno esprime qualcosa di se stesso, anche in contraddizione con se stesso.

Il mio è solo una citazione di un gruppo musicale a me caro , Elio e le storie tese , ed in particolare il pezzo "Supergiovane" , dove Catoblepa è il personaggio che muore ucciso dal terribile anacolico moro, e che trapassa nell'aldilà con ai piedi le scarpe da tennis "Tepa" (icona anni 70)

Significati reconditi?
No, è tutto più semplice: significa solo: "serietà ok seriosità no" , o meglio, non prendersi troppo sul serio, mantenendo nei limiti del possibile, un pò di leggerezza giocosa dell'adolescenza che fu.
catoblepa is offline  
Vecchio 31-10-2007, 17.00.03   #30
nevealsole
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Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
Riferimento: Tatuaggi

Citazione:
Originalmente inviato da marco gallione
Devo fare i miei complimenti ad hava per il post dalle mille sfumature raffinate (“ebrei ashkenaziti..” ”..persona goffa e lenta di comprendonio”, “che stenta a reagire…”. “Mi incuriosisce..”, “..nick non troppo attraente”, “..ti si addica)”.

Che dire di fronte a tanta eleganza? Niente. Proprio niente.
Potrei solo fermarmi qui, se non fosse che il post di hava di mi ispira alcune brevi e libere osservazioni, che molti troveranno non condivisibili.

Parto – infatti – dal post dell' havapensieroelegante, (che ha folgorato la mia grigia giornata nell’ambientino squaliforme, dove l’ansia delle situazioni ansiogene quest’oggi era nera e mortifera), per svolgere due brevi considerazioni a margine che si intitolano "Tatuaggi".

Andiamo con ordine.
“Molte volte i miti prendono direzioni strane generando nuovi significati che ne fanno scordare la provenienza”, ci insegna hava.

Parafrasando ed integrando il verbo di hava – che non me ne vorrà per la integrazione che Lei riterrà grossolana –, mi verrebbe da dire: molte volte i miti prendono direzioni strane, soprattutto quando finiscono nei tatuaggi dai significati che ne fanno scordare la provenienza.
Il tema in sostanza è: “i nick sono come i tatuaggi”?

Noto – senza avercela con nessuno – che spesso il nick è scelto evocando culture remote, miti arcaici, parobole orientalistiche, onomatopee stravaganti.
La lontananza temporale o spaziale della cultura che origina il nick sembra quasi quasi che dia grandi soddisfazioni, come una sana mangiata un po’ vintage coi parenti la domenica pomeriggio.

E’ difficile che qualcuno usi un nick modesto e provincialotto tipo “Esselunga”, oppure “Vengo dal Canton Ticino”; o ancora: Tubo di scarico, FlavioBriatore, Il Bolognese, Un Cesso.
Lo sguardo e la predilizione vanno piuttosto alle culture orientali, alla lontana India, alle filosofie delle terre lontane.
Non si scappa.

Questa sembra essere quasi una regola. Sebbene qualcuno per fortuna fa eccezione, tipo (che ve lo dico a fare..) Hava, che come nick usa il suo nome; e che nome (la classe non è acqua, verrebbe da dire…).

Ma che c’entrano i tatuaggi in tutto questo?
Sotto il profilo estetico/onomatopeico (passatemi l’improprietà..), i tatuaggi sono grossomodo la stessa cosa. La stessa vezzosità orientalistico-supponente caratterizza tatuaggi e nick.

Quando mi capita di vedere la gente tatuata, qualche volta mi chiedo ingenuamente: “ma che schifo fa il tatuaggio non sense tipo figura drago-forme sul braccio molliccio di quel panzone con la faccia da ragioniere della Parmalat?”. Altre volte: “ma quella lì crede di essere più f..ga con quella farfallina (la farfallina…uuuh la farfallina) su una chiappa, visto che la signorina è e resta un cesso, con e senza tatuaggio?!”.

La farfallina, il drago, il sole che ride, il sole che piange, il sole che c..ga, fanno parte dei tatuaggi semplici, sempliciotti, diciamo della categoria A.
Immagini che, peraltro, ricorrono anche sotto i nick, come ci diceva hava nel suo primo post. E questo sarebbe un primo parallelismo, su cui però non mi voglio proprio trattenere.

Vorrei centrare piuttosto, per un ultimo minuto, il mio sproloquio sul tatuaggio della categoria B, il tatuaggio mitico-orientalistico, che – per come la vedo io – segue lo stesso percorso mentale che porta al nick mitico-orientalistico.
Il percorso mentale del qualunquismo.

Il nick, come il tatuaggio, dovrebbe – secondo una ambizione un po’ infatile e un po’ qualunquista – dare evidenza percepibile dai terzi ad un tratto che riconosciamo nella nostra personalità, o che vogliamo enfatizzare, o che vogliamo attribuirci ex novo come una maschera… Insomma, tante cose ma tutte orientate un po’ alla esibizione di sè, forse anche solo alla esibizione di sè di fronte a noi stessi.

E siamo davvero paghi della ns. esibizione, o della nostra autoesibizione - (visto che Maxim è in tema di autoerotismo in questi giorni, seguo la moda del momento anche io..) -, solo quando evochiamo gli antichi cinesi, la Magna Grecia, l’India degli indiani col pallino nero sulla fronte in mezzo agli occhi, o - per i più ricercati - i cow boys e gli indiani (americani questa volta) con la camicia di pelle di bisonte.

Culture lontane nel tempo e nello spazio. Per cui, immagini e miti lontani usati da noi perchè? Per dare una imagine più realizzante, più giusta di noi? Ma dove?!

Per fare gli originali. Gli originali a buon mercato. Per questo li usiamo.
E siamo piuttosto ridicoli.
Tatuati o nicckati.

Sparatemi pure addosso, che tanto mi sposto.

Cordialmente.

Ciao Marco,
la tua riflessione è giusta... ma a mio modesto parere muove da un presupposto sbagliato.
Questo è un certo tipo di forum, e porta con sé un certo tipo di nick.
Se giri in rete, trovi altro.
Esempio banale: hai un idea di quanti nick evocativi della "capacità sessuale" ci siano nei siti dedicati agli incontri interpersonali?
Probabilmente in relazione a cosa si cerca, a cosa si è e a chi si pensa di avere di fronte, si sceglie... e qui siamo tutti un po' mistici (eccetto te )
nevealsole is offline  

 



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