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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 08-11-2007, 10.28.49   #1
arsenio
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come diventare se stessi

Come diventare se stessi

In ognuno convivono molti individui, a seconda delle dinamiche situazionali in cui si trova.
Le molteplici personalità non psicopatologiche, ma indotte dall'ambiente, sono confermate pure dalla psicologia analitica junghiana: nell'interazione sociale ciascuno tende a presentare se stesso in modo diverso a persone diverse, al fine di offrire il suo aspetto migliore. Teoria della “persona”, per cui ognuno può ingannare gli altri e sovente anche se stesso, circa il suo vero carattere. Assume cioè una “maschera” intenzionale, in conformità alle presunte opinioni dell'ambiente. Anche Goffman (In “La vita quotidiana come rappresentazione”, '59) paragona queste autorappresentazioni a una recita teatrale. Ma non è detto che riescano ad ingannare sempre. In particolare le donne – se non infatuate – più intuitive e capaci di decifrare minime espressioni e gestualità, comprendono subito se c'è qualcosa di stonato negli altrui atteggiamenti.
Anche nel mondo virtuale contrassegnato, per sua natura, da una conflittualità tra essere e apparire, è ben difficile sostenere ruoli che non appartengono alle proprie esperienze, alla propria identità, a tratti caratteriali non posseduti: alla fine trapela il vero volto di ognuno.

Ma tali recite ingannevoli e autoingannevoli sono da distinguere da un autentico processo conoscitivo di se stessi, che porta all'” automonitoraggio”, per cui ognuno accumula molte informazioni su propri personali pensieri, emozioni ed azioni. Per poi poter scegliere in tale ampio e soggettivo proprio repertorio le parole e le azioni più adeguate alle diverse situazioni sociali in cui gli accade di trovarsi; ciò fa parte anche del saper padroneggiare un'intelligenza emotiva, o sociale.
Se non si possiedono i vari stili di comportamento che fanno parte di una personalità poliedrica, flessibile, adattabile ,a volte pure creativa – in parte innata, in parte dovuta a fattori educativi – si risulterà inadeguati nel far fronte con disinvoltura alle varie situazioni talora impreviste. La conseguenza sarà un comportamento monocorde, rigido, prevedibile, provo di originalità. Oppure falso e velleitario. Proprio in tale evenienza , stereotipato, povero, fallimentare perchè non modulato dal proprio “repertorio” e secondo le esigenze del contesto.
Sono gli altri che in qualche misura contribuiscono, fin dai primi nostri anni di vita, con pareri e reazioni, a farci pervenire all' autoconoscenza. Ma si possono scoprire propri tratti di personalità anche attraverso un significativo rapporto d'amore. Questa autorealizzazione ne sarebbe il senso.

Inoltre, non sempre risulta vantaggioso accettarsi passivamente per quello che si è. Si possono sempre rettificare alcuni nostri comportamenti controproducenti. Ad esempio attenuare una tendenza all'aggressività, controllare meglio un'instabilità emotiva, affrontare più determinati gli eventi esistenziali. E. Berne, noto per la sua “analisi transazionale”, studiò certi “copioni” che si tendono a replicare con costanza. Perchè sono progetti di vita già decisi nell'infanzia e che condizionano le scelte successive.
Certe psicoterapie hanno proprio la finalità di far abbandonare vecchi apprendimenti negativi o inadeguati, e di rendere manifeste potenzialità e risorse che non si credeva di possedere. Anche la propria formazione culturale e strategie di conoscenza devono essere in divenire e mai cristallizzate in saperi per sempre acquisti. Ma si tratta sempre di “diventare se stessi”, come esortò Nietzsche. Non certo di cambiare la personalità nelle sue strutture profonde e di base, che fanno parte di una fondamentale storia personale di ognuno. Meno che meno per tentare di compiacere altri. Nessuno cambia nessuno, nemmeno una donna innamorata. Le nuove coppie conviventi tenderanno sempre più a rispettare le reciproche autonomie.
arsenio is offline  
Vecchio 21-11-2007, 16.01.11   #2
emynuela
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Riferimento: come diventare se stessi




E' un'analisi sintetica e compatibilmente (alla brevità richiesta da un forum) documentata, che non va trascurata e merita di essere oggetto di riflessione.

Inquietante pensare alla quotidianità come una mega rappresentazione teatrale.

Fingere, recitare, cucirsi addosso un personaggio o mille personaggi per conseguire con maggiore facilità i propri obiettivi è inganno.
Ogni recita intezionale è inganno, per quanto buono possa essere l'obiettivo.
Se, come spesso succede, l'individuo si identifica con il personaggio nasce l'autoinganno.
Il burattinaio diventa burattino.

Teoricamente ogni essere umano dovrebbe vivere in situazioni ambientali tali da potere esercitare la libertà di diventare se stesso, ma i condizionamenti ambientali non creano situazioni favorevoli e limitano ogni libertà.
La formazione del carattere ha inizio fin dai primi anni di vita, attraverso un processo identificativo con le figure di riferimento(genitore, educatore).
In questa prima fase si formano i copioni di base, che non sono determinati solo dai messaggi trasmessi dalle figure di riferimento, ma, anche, dal temperamento del bambino, cioè dai modi in cui ha reagito ad essi.
I sistemi educativi e formativi, che la società ci offre, rafforzano i copioni di base; invece, dovrebbero adoperarsi per aiutare gli adolescenti a scoprire i giochi/rappresentazioni del proprio e dell'altrui copione di base, perchè possa essere riveduto e corretto.
Ogni copione di base, anche se ottimo rappresenta sempre una prigione; perchè all'interno di esso si può essere solo personaggi, difficilmente persone libere di diventare se stessi, mettendo in atto le proprie potenzialità.

Chiaramente, un adulto può autonomamente avviare un cammino di autocomprensione ed autotrasformazione, ma gli automatismi della propria vita familiare, professionale e sociale trasformano, talvolta, il cammino in una solitaria e ripida scalata.
Le relazioni che viviamo quotidianamente sono, in gran parte, del tipo io-esso (M. Buber) cioè distaccate, senza coinvolgimenti emotivi, prive della percezione degli stati d'animo dell'altro e, quindi, della sensibilità condivisa.
Ecco perchè si resta inchiodati a ciò che si è o meglio a ciò con cui ci si identifica, che non è più la figura di riferimento dell'infanzia, ma può essere la propria professione, la propria personalità, la propria ricchezza, la propria virtù, la propria bellezza, la propria malattia, la propria giovinezza o la propria vecchiaia.

All'interno di una storia d'amore il cammino trasformativo ed autorealizzativo, che porta a se stessi, risulta più agevole a condizione che nella relazione ci sia un io-tu e non un io-esso; cioè devono esserci due soggetti che interagiscono emotivamente ed intellettivamente.
Un "io" innamorato non può volere cambiare un "tu", perchè la relazione io-tu cioè soggetto-soggetto verrebbe meno, si trasformerebbe in una relazione soggetto-oggetto.
Ogni relazione io-tu facilita il divenire se stessi, perchè in essa ciascuno si sente visto, riconosciuto ed accettato; se c'è anche l'amore, entrano in atto altri fattori facilitanti.


La personalità poliedrica, flessibile, adattabile, se portata all'estremo, mi sembra più l'obiettivo di un sistema formativo che mira ad adattare l'individuo ad una società così come essa è, e non un modo per ogni uomo di divenire se stesso.
Certamente, i comportamenti flessibili ed adattabili, il controllo emotivo e caratteriale offrono vantaggi innegabili nelle relazioni di tutti i giorni, in quanto favoriscono una comunicazione basata sulla negoziazione e non sullo scontro, il che è positivo. Si corre il rischio, però, che la comunicazione scada in un freddo e arido tecnicismo finalizzato, trascurando gli aspetti umani della relazione. In tal senso l'incontro con l'altro diventerebbe strumentale al conseguimento del proprio obiettivo.

Disporre di una vasta gamma di stili di comportamento, dal mio punto di vista, corrisponde al possedere un armadio pieno di vestiti da potere indossare per ogni occasione.
Un vestito resterà sempre un accessorio senza un'anima per quanto ci possa fare apparire (e non essere) belli, eleganti, disinvolti ed adeguati alle situazioni e ai ruoli.

Il divenire se stessi non è un traguardo raggiungibile attraverso strategie comportamentali codificate, poco importa che siano flessibili o rigide.
Non è un traguardo, è un percorso, da scegliere se si vuole, e, in caso affermativo, ci si avvia con il solo vestito che si ha, poco importa se rigido o morbido o quant'altro.
Se, invece, si cerca il successo e non se stessi, allora tutte le strategie comportamentali pensate dalla mente possono servire a tal fine.
emynuela is offline  
Vecchio 22-11-2007, 14.24.00   #3
veraluce
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Riferimento: come diventare se stessi

Citazione:
Da Emynuela:
All'interno di una storia d'amore il cammino trasformativo ed autorealizzativo, che porta a se stessi, risulta più agevole a condizione che nella relazione ci sia un io-tu e non un io-esso; cioè devono esserci due soggetti che interagiscono emotivamente ed intellettivamente.
Un "io" innamorato non può volere cambiare un "tu", perchè la relazione io-tu cioè soggetto-soggetto verrebbe meno, si trasformerebbe in una relazione soggetto-oggetto.
Ogni relazione io-tu facilita il divenire se stessi, perchè in essa ciascuno si sente visto, riconosciuto ed accettato; se c'è anche l'amore, entrano in atto altri fattori facilitanti.

Condivido! E penso che questo si possa riportare in tutti quei rapporti in cui amiamo il prossimo (= io-prossimo= io-tu ) in cui non si "giudica" chi sta interagendo con noi, ma ci si accoglie a vicenda... chi ci ama è uno specchio
"pulito", in cui poter vedere il vero riflesso di noi stessi... ovvio che quanto meno amore c'è nel rapporto, tanto più lo specchio sarà "sporco" e l'immagine sarà distorta e "apparente"... perché non si "comprende" l'altro totalmente in sé stessi per sé stessi, ma per come lì giudichiamo.

Citazione:
Da Emynuela:
Disporre di una vasta gamma di stili di comportamento, dal mio punto di vista, corrisponde al possedere un armadio pieno di vestiti da potere indossare per ogni occasione.
Un vestito resterà sempre un accessorio senza un'anima per quanto ci possa fare apparire (e non essere) belli, eleganti, disinvolti ed adeguati alle situazioni e ai ruoli.

Il divenire se stessi non è un traguardo raggiungibile attraverso strategie comportamentali codificate, poco importa che siano flessibili o rigide.
Non è un traguardo, è un percorso, da scegliere se si vuole, e, in caso affermativo, ci si avvia con il solo vestito che si ha, poco importa se rigido o morbido o quant'altro.
Se, invece, si cerca il successo e non se stessi, allora tutte le strategie comportamentali pensate dalla mente possono servire a tal fine.

Ri-condivido! Anche per me può esserci un solo vestito che conduce verso l'essere sé stessi... un vestito fatto di "trasparenza" ( ), naturalezza, spontaneità...

Pace
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Vecchio 22-11-2007, 14.30.40   #4
klee
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Riferimento: come diventare se stessi

Diventare se stessi
è come scoprire
la nostra vera indentità

quella che è nascosta
accanto alla nostra
anima

Diventare se stessi
è diventare
c o n s a p e v o l e
che percepiamo
il nostro corpo
la mente
e
l'anima

In una copppia diventare se stessi..può essere buono come no..diventare
se stessi e comunque essere più

s i c u r i

di noi

Più fiducia in noi..Nessuno ci può cambiare perchè "noi viviamo noi "
siamo unici in questo mondo..siamo diversi e

la d i v e r s i t à è anche regalare la libertà all'altro

di crescere..di fare crescere il proprio seme e farlo diventare un Fiore

siamo diventati noi stessi
quando il nostro Fiore è sbocciato.

Quanto lavoro,quanto..dentro di noi!Essere uniche e donne indipendente
psicologicamente fa un pò paura..non ha tutti gli uomini naturalmente.

Se due persone che vivono insieme si scoprono lentamente e iniziano a cambiare per diventare

ognuno se stesso

penso che arriveranno piccoli conflitti..!_?!
klee is offline  
Vecchio 23-11-2007, 08.37.52   #5
veraluce
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Citazione:
Da Klee:
Se due persone che vivono insieme si scoprono lentamente e iniziano a cambiare per diventare

ognuno se stesso

penso che arriveranno piccoli conflitti..!_


Sono d'accordo con te...
ma questi conflitti, quando sono inseriti in un cammino d'Amore, si rivelano soltanto "costruttivi"... acquistano un senso...
...si cresce soprattutto quando si affrontano e si superano le difficoltà... si cresce quando riusciamo ad andare "oltre", e non ci fermiamo davanti ai conflitti e ai dissapori, soltanto perché sarebbe più comodo e richiederebbe meno investimento di energie da parte nostra.

Questo ovviamente è solo il mio pensiero.

Pace
veraluce is offline  
Vecchio 23-11-2007, 11.22.08   #6
arsenio
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Originalmente inviato da emynuela



E' un'analisi sintetica e compatibilmente (alla brevità richiesta da un forum) documentata, che non va trascurata e merita di essere oggetto di riflessione.


Grazie e benvenuta . Ho piacere delle tue osservazioni. Perché possono darmi l'occasione di chiarire alcuni punti, che andrebbero esaminati soprattutto attraverso un'ottica psicopedagogica, alla luce di proprie esperienze dirette nel campo educativo. Spero di aver più tempo la prossima settimana per un thread più esaustivo in tal senso. Ora, in gran fretta ne ho individuato solo qualcuno

I condizionamenti familiari. E' ineludibile la collaborazione tra scuola e famiglia. Per un'educazione che contrasti l'automatismo dei comportamenti indotti da pubblicità e media.

Un rapporto all'insegna dell'Io - tu è tipico dell'identità di genere femminile. Manca un'educazione dei sentimenti e delle emozioni, oggi in grave declino spesso disconosciuti e addirittura repressi nelle famiglie. Deve precedere la stessa educazione sessuale.

Si scambia l'”identità” ( processo d'individuazione in senso junghiano) con i “ruoli”, spesso d'obbligo e omologanti, per essere come e più degli altri, da “personaggi”, più che da persone.

L'amore dovrebbe essere un reciproco svelamento di proprie inespresse potenzialità. Non si tratta assolutamente di far diventare l'altro a propria immagine e misura.

La “creatività”, come pensiero divergente e originale richiede educazione e laboratori didattici già alla scuola materna , non solo inclinazioni e attitudini specifiche. E' in declino e ritenuta una perdita di tempo,secondo l'ideologia dell'attuale società. Perchè non funzionale alla societa competitiva, utilitaristica, del successo ad ogni costo.
Cosa significa avere una “personalità creativa?” Proprio tratti di poliedricità, flessibilità, adattabilità. Rari quanto oggi non capiti e valorizzati. Se non sei un profeta che si propone di cambiare il mondo,più ragionevole è cambiare se stessi, sempre tenendo conto dei propri limiti storia personale, indole, ecc., senza forzature e assurde imposizioni, come pretendono i genitori frustrati d'oggi , che vorrebbero i figli tutti campioncini dello sport,le ragazze ballerine, musiciste, se non miss, top model, veline. Mi risulta che assecondano le “sfilate” imitative di bambine di quattro anni! ecc. .Nessuno può diventare velleitariamente ciò che non è.


buon fine settimana.

arsenio is offline  
Vecchio 30-11-2007, 21.03.15   #7
DaFnE
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Riferimento: come diventare se stessi

"Il mondo è un teatro..lo spettacolo è la vita..e l'uomo è colui che recita"
Questo penso. L'uomo, il + delle volte, sente il fortissimo bisogno di sentirsi accettato, e visto ke nn siamo tutti uguali (per fortuna), a seconda con ki si trova, così si komporta. Qualche anno fa anche io ero così, avevo paura di nn essere accettata e quindi recitavo, facevo ciò ke poteva piacere agli altri, ma nn c'è kosa peggiore, perkè tornavo a kasa, e guardandomi allo specchio mi chiedevo MA IO KI SONO?! Personalmente ho imparato ad essere chi sono, ho conosciuto me stessa mediante le mie esperienze, scrivendo molto, e nn c'è kosa + bella. Posso uscire a testa alta e distinguermi, piaccio o meno kissene, piaccio a me stessa. Conosco un gruppo di persone, che sono tutte uguali, sembrano cloni, uno skifo. La pensano tutti allo stesso modo perkè un kretino dice ke kosì è giusto; vestono allo stesso modo per paura di ritrovarsi fuori dalla mandria, ma a quale prezzo tutto ciò..ci si uccide solamente..e si arriva alla vekkiaia con dietro una vita vissuta da altri, non da noi. Ci vuole grande forza, ma bisogna liberarsi dalle maschere, perkè + si va avanti, e + è difficile ritrovare il proprio io.
DaFnE is offline  
Vecchio 01-12-2007, 10.02.44   #8
arsenio
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Riferimento: come diventare se stessi

Citazione:
Originalmente inviato da DaFnE
"Il mondo è un teatro..lo spettacolo è la vita..e l'uomo è colui che recita"
Questo penso. L'uomo, il + delle volte, sente il fortissimo bisogno di sentirsi accettato, e visto ke nn siamo tutti uguali (per fortuna), a seconda con ki si trova, così si komporta. Qualche anno fa anche io ero così, avevo paura di nn essere accettata e quindi recitavo, facevo ciò ke poteva piacere agli altri, ma nn c'è kosa peggiore, perkè tornavo a kasa, e guardandomi allo specchio mi chiedevo MA IO KI SONO?! Personalmente ho imparato ad essere chi sono, ho conosciuto me stessa mediante le mie esperienze, scrivendo molto, e nn c'è kosa + bella. Posso uscire a testa alta e distinguermi, piaccio o meno kissene, piaccio a me stessa. Conosco un gruppo di persone, che sono tutte uguali, sembrano cloni, uno skifo. La pensano tutti allo stesso modo perkè un kretino dice ke kosì è giusto; vestono allo stesso modo per paura di ritrovarsi fuori dalla mandria, ma a quale prezzo tutto ciò..ci si uccide solamente..e si arriva alla vekkiaia con dietro una vita vissuta da altri, non da noi. Ci vuole grande forza, ma bisogna liberarsi dalle maschere, perkè + si va avanti, e + è difficile ritrovare il proprio io.

Cara DaFnE, riassumendo i miei troppo lunghi discorsi, è vero che ognuno recita. Ma un conto è “recitare” rappresentando se stessi, con “copioni” personali ( sempre che li possediamo). Sono genuini perchè appresi nel corso della vita, con le sue varie esperienze e vissuti, che abbiamo affrontato con la nostra personalità, con le nostre inclinazioni, ecc. Fanno parte di noi, e ci concedono di essere versatili ed opportuni in ogni situazione. Altro è imitare gli atteggiamenti, le mode e gli orientamenti del proprio tempo, talora pure forzosamente, solo per essere à la page e mettersi in competizione con gli altri, per imitazione, sia pure per non sentirsi isolati. Per rincorrere una imperfetta felicità fondata su uno sterile consumismo. O per proiettarvi aspirazioni impossibili, non alla propria portata o ai propri limiti. Quindi è da distinguere e scegliere. Tenendo conto che non essere autenticamente se stessi, alla fine non paga.

arsenio is offline  

 



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