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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 24-11-2007, 14.19.02   #1
nexus6
like nonsoche in rain...
 
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Data registrazione: 22-09-2005
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Question Il rimpianto.

In cosa veramente consiste il “rimpianto” per voi? Perché proviamo questa sensazione?

Abbiamo sempre, pare (ed è ad un certo livello questo che conta e forse l’inghippo sta proprio qui), tante, tantissime possibilità di “scelta” in ogni ambito delle nostre vite e scegliamo in ogni istante, in realtà, ma poi può capitare avvenga ci si renda conto si sarebbe potuto scegliere altro e ciò genera insoddisfazione profonda, nostalgie varie e rimpianti, appunto; perché avviene questa presa di coscienza, ad un certo punto? Per il fatto che in qualche modo la scelta ci ha resi infelici? E dunque immaginiamo che un’altra avrebbe potuto non farlo? Ma come possiamo sapere ciò? Questo è anche quello che mi chiedo. Concertano tutta una serie di circostanze ed eventi a noi in gran parte sconosciuti, per cui perché ci convinciamo che “altrimenti” sarebbe potuto essere migliore?

C’è qualcosa di perverso in questo meccanismo che ci impedisce di vivere qui ed ora, di assaporare ogni istante per ciò che ci è dato sentire e vivere, secondo il proprio carattere ed attitudini, di esserci presenti, noi, nessun rimpianto per un presente non scelto, poiché tutto ciò che abbiamo scelto, per quanto lo possiamo considerare “sbagliato”, rappresenta anch’esso noi, ora.

Quando, invece, si insinua il tarlo del rimpianto? Da dove proviene?

Siamo proprio noi che forse manchiamo, noi manchiamo a noi, “ci” manchiamo ed immaginiamo avremmo potuto trovarci magari in quell’altro presente od in quell’altro ancora... e pure abbiamo paura di scegliere per trovarci senza di noi, ma se “ci siamo”, se ci sentiamo veramente, se c’è questo rapporto, contatto profondo con noi, alla fine quale valore può avere una determinata scelta piuttosto che un’altra? Quale differenza potrebbe fare se ora facciamo una certa cosa piuttosto che un’altra, se nell’essenza... siamo?

Saremo sempre noi e non sarà stata la migliore scelta o quella peggiore, non vi sarà in realtà stata proprio alcuna scelta, ma solo il seguire il fluire delle cose, della nostra natura.

nexus6 is offline  
Vecchio 24-11-2007, 20.15.10   #2
veraluce
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Data registrazione: 16-08-2007
Messaggi: 603
Riferimento: Il rimpianto.

Citazione:
Da Nexus6:
Quando, invece, si insinua il tarlo del rimpianto? Da dove proviene?

Siamo proprio noi che forse manchiamo, noi manchiamo a noi, “ci” manchiamo ed immaginiamo avremmo potuto trovarci magari in quell’altro presente od in quell’altro ancora... e pure abbiamo paura di scegliere per trovarci senza di noi, ma se “ci siamo”, se ci sentiamo veramente, se c’è questo rapporto, contatto profondo con noi, alla fine quale valore può avere una determinata scelta piuttosto che un’altra? Quale differenza potrebbe fare se ora facciamo una certa cosa piuttosto che un’altra, se nell’essenza... siamo?

Saremo sempre noi e non sarà stata la migliore scelta o quella peggiore, non vi sarà in realtà stata proprio alcuna scelta, ma solo il seguire il fluire delle cose, della nostra natura.

Ciao Nexus
di rimpianti non ne ho... credo... quel che talvolta mi dico è che vorrei aver affrontato alcuni eventi del passato con la "testa" di "oggi".

Non so cosa intendi tu per "nostra natura"... però posso dirti che la mia natura (quella parte di me più "vera") mi portava da una parte mentre il contesto di vita in cui ero immersa (e ancora lo sono... per ora) da un'altra...
per cui, non so se alla fine potrei dire che scegliendo o non scegliendo tutto appartiene al fluire delle cose... perché mi rendo conto che una mia scelta nel contesto attuale può cambiare tutto.


Bella l'espressione che hai usato: "noi manchiamo a noi"... talvolta è quel che ci circonda che ci allontana da noi stessi (non credi?)... importante è riuscire a "trovarsi" e a non perdersi di nuovo... solo così secondo me si può "seguire" la nostra natura... perché se ciò che hai intorno (non si sa perché ne per-come) è totalmente diverso da quel che veramente sai di essere, non credo che le scelte che farai, sempre entro quel contesto ( perché la vita ti ha "incastrato" lì ), possano far sbocciare quel che veramente sei (= natura )... anzi, in questo caso si deve essere veramente "forti" di quel che si è per poterlo restare in determinate condizioni.

Non so se mi sono incartata ... comunque questo è un bel tema!

Ciao a tutti
veraluce is offline  
Vecchio 25-11-2007, 11.58.26   #3
pallina
...il rumore del mare...
 
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Riferimento: Il rimpianto.

Citazione:
Originalmente inviato da nexus6
In cosa veramente consiste il “rimpianto” per voi? Perché proviamo questa sensazione?

Abbiamo sempre, pare (ed è ad un certo livello questo che conta e forse l’inghippo sta proprio qui), tante, tantissime possibilità di “scelta” in ogni ambito delle nostre vite e scegliamo in ogni istante, in realtà, ma poi può capitare avvenga ci si renda conto si sarebbe potuto scegliere altro e ciò genera insoddisfazione profonda, nostalgie varie e rimpianti, appunto; perché avviene questa presa di coscienza, ad un certo punto? Per il fatto che in qualche modo la scelta ci ha resi infelici? E dunque immaginiamo che un’altra avrebbe potuto non farlo? Ma come possiamo sapere ciò? Questo è anche quello che mi chiedo. Concertano tutta una serie di circostanze ed eventi a noi in gran parte sconosciuti, per cui perché ci convinciamo che “altrimenti” sarebbe potuto essere migliore?

C’è qualcosa di perverso in questo meccanismo che ci impedisce di vivere qui ed ora, di assaporare ogni istante per ciò che ci è dato sentire e vivere, secondo il proprio carattere ed attitudini, di esserci presenti, noi, nessun rimpianto per un presente non scelto, poiché tutto ciò che abbiamo scelto, per quanto lo possiamo considerare “sbagliato”, rappresenta anch’esso noi, ora.

Quando, invece, si insinua il tarlo del rimpianto? Da dove proviene?

Siamo proprio noi che forse manchiamo, noi manchiamo a noi, “ci” manchiamo ed immaginiamo avremmo potuto trovarci magari in quell’altro presente od in quell’altro ancora... e pure abbiamo paura di scegliere per trovarci senza di noi, ma se “ci siamo”, se ci sentiamo veramente, se c’è questo rapporto, contatto profondo con noi, alla fine quale valore può avere una determinata scelta piuttosto che un’altra? Quale differenza potrebbe fare se ora facciamo una certa cosa piuttosto che un’altra, se nell’essenza... siamo?

Saremo sempre noi e non sarà stata la migliore scelta o quella peggiore, non vi sarà in realtà stata proprio alcuna scelta, ma solo il seguire il fluire delle cose, della nostra natura.


Io penso che ci sia un sottile filo che collega il rimpianto alla insoddisfazione di sè, della propria vita. L'errore che forse si fà è di non tenere a mente che le scelte che sono state fatte, le decisioni che si sono prese, magari anni prima, in un certo momento, in un certo contesto e che poi ci hanno portato a percorrere una strada piuttosto che un'altra, a fare un lavoro piuttosto che un altro, sono state fatte da quel "noi" che eravamo allora e non dalla persona che siamo oggi. Ma ciò che siamo oggi è anche il frutto di quella scelta, di quella decisione. Per quello penso che non ha senso dire "vorrei aver fatto allora delle scelte con la testa di oggi": la realtà mi dice che questo è impossibile dato che non posso assolutamente sapere se fare allora un'altra scelta mi avrebbe fatto diventare quella che sono oggi, quella che adesso sta scrivendo, quella me della quale magari, guardandomi "dentro", sono anche soddisfatta. I conti, ragionando in questo modo, non possono tornare mai. Quel treno che non abbiamo voluto prendere, sul quale non siamo voluti salire allora, correva sui binari di un'altra possibile vita che poteva esistere solo in quel momento. E' come se nel momento in cui abbiamo deciso di rimanere a terra, dopo il passaggio del treno quei binari fossero magicamente spariti................
pallina is offline  
Vecchio 25-11-2007, 12.12.15   #4
acquario69
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Riferimento: Il rimpianto.

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Originalmente inviato da nexus6
In cosa veramente consiste il “rimpianto” per voi? Perché proviamo questa sensazione?

Abbiamo sempre, pare (ed è ad un certo livello questo che conta e forse l’inghippo sta proprio qui), tante, tantissime possibilità di “scelta” in ogni ambito delle nostre vite e scegliamo in ogni istante, in realtà, ma poi può capitare avvenga ci si renda conto si sarebbe potuto scegliere altro e ciò genera insoddisfazione profonda, nostalgie varie e rimpianti, appunto; perché avviene questa presa di coscienza, ad un certo punto? Per il fatto che in qualche modo la scelta ci ha resi infelici? E dunque immaginiamo che un’altra avrebbe potuto non farlo? Ma come possiamo sapere ciò? Questo è anche quello che mi chiedo. Concertano tutta una serie di circostanze ed eventi a noi in gran parte sconosciuti, per cui perché ci convinciamo che “altrimenti” sarebbe potuto essere migliore?

C’è qualcosa di perverso in questo meccanismo che ci impedisce di vivere qui ed ora, di assaporare ogni istante per ciò che ci è dato sentire e vivere, secondo il proprio carattere ed attitudini, di esserci presenti, noi, nessun rimpianto per un presente non scelto, poiché tutto ciò che abbiamo scelto, per quanto lo possiamo considerare “sbagliato”, rappresenta anch’esso noi, ora.

Quando, invece, si insinua il tarlo del rimpianto? Da dove proviene?

Siamo proprio noi che forse manchiamo, noi manchiamo a noi, “ci” manchiamo ed immaginiamo avremmo potuto trovarci magari in quell’altro presente od in quell’altro ancora... e pure abbiamo paura di scegliere per trovarci senza di noi, ma se “ci siamo”, se ci sentiamo veramente, se c’è questo rapporto, contatto profondo con noi, alla fine quale valore può avere una determinata scelta piuttosto che un’altra? Quale differenza potrebbe fare se ora facciamo una certa cosa piuttosto che un’altra, se nell’essenza... siamo?

Saremo sempre noi e non sarà stata la migliore scelta o quella peggiore, non vi sarà in realtà stata proprio alcuna scelta, ma solo il seguire il fluire delle cose, della nostra natura.


forse piu semplicemente le scelte che facciamo in un determinato momento della nostra vita sono le scelte che non avremmo potuto non fare in quel preciso dato momento..da questo punto di vista il rimpianto e' un illusione di quello che in realta non avremmo mai potuto essere
acquario69 is offline  
Vecchio 25-11-2007, 19.51.11   #5
Shedar
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Messaggi: 2
Riferimento: Il rimpianto.

A volte però si fanno delle scelte che si sa essere "sfidanti".... si accetta un rischio maggiore, ci si pongono obiettivi che hanno necessità anche di 1qualche influenza positiva.
E così il "tarlo" del rimpianto nasce quando ci si rende conto che, utilizzando un po' più o un po' meno coraggio, oppure un diverso sentimentio, si sarebbe scelto altro.... e l'oggi sarebbe diverso.
Si, io rimpianti ne ho, non lo nego.
Shedar is offline  
Vecchio 26-11-2007, 04.25.57   #6
fallible
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Riferimento: Il rimpianto.

Salve e buona nottata!sono al lavoro
data l'ora e la mia refrattarietà a scritti lunghi, vi lancio una risposta discussione...e se il rimpianto fosse causato dalla non accettazione...cammino per strada mi guardo nella vetrina di un negozio e rimpiango il pullover verde che non ho indossato ; scherzi a parte quelle volte che discutendo con mio fratello dei nostri trascorsi giovanili a lui capita dire<ah! se non avessi fatto...> a me no, sono soddisfatto della somma di quello che sono, che mi ha portato a digitare quello che digito; con questo non voglio dire che non ho commesso errori, ma se non li avessi commessi non sarei qui con voi (sono un buono ! ) claudio
fallible is offline  
Vecchio 26-11-2007, 05.25.11   #7
acquario69
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Riferimento: Il rimpianto.

Citazione:
Originalmente inviato da Shedar
A volte però si fanno delle scelte che si sa essere "sfidanti".... si accetta un rischio maggiore, ci si pongono obiettivi che hanno necessità anche di 1qualche influenza positiva.
E così il "tarlo" del rimpianto nasce quando ci si rende conto che, utilizzando un po' più o un po' meno coraggio, oppure un diverso sentimentio, si sarebbe scelto altro.... e l'oggi sarebbe diverso.
Si, io rimpianti ne ho, non lo nego.

..e manco io lo nego!..io non credo esista qualcuno che non ne abbia!
dico solo che certe considerazioni vengono sempre fatte col senno del poi,da cui nasce il rimpianto..pero il "prima" vuol dire che eravamo fatti in un certo modo,avevamo le nostre conoscenze,esistevano diverse circostanze ecc.. che inevitabilmente ognuno poi sceglieva-o sceglieva di non scegliere-quello che in quel preciso momento era la cosa piu "giusta" da farsi...e' normale che poi quando ci si riguarda indietro avremmo potuto fare parecchie cose diversamente..manco e' detto che alcune potevano essere le migliori tra l'altro...quando ero ragazzetto sentivo dire spesso da persone anziane queste parole senza capirle veramente...eh,che fregatura la vita..bisognerebbe nasce due volte!..d'altronde veniamo da na fregata!
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Vecchio 27-11-2007, 23.47.46   #8
sentieroluminoso
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Il veleno della mente

"In cosa consiste il rimpianto e perchè proviamo questa sensazione": secondo me il rimpianto è uno dei prodotti che può scaturire dall'esame condizionato di una porzione di vita passata. Esaminando il vissuto calati in una realtà diversa, non abbiamo più, per il natuale trascorrere del tempo, l'accurata collezione dei fatti e delle sensazioni che ne scaturivano. Si sono elise le impressioni scomode per conservare solo quanto ci è sembrato pregevole, degno di essere immagazzinato nella memoria a lungo termine. Proviamo la sensazione del rimpianto perchè guardiamo, nei casi peggiori riviviamo o reinterpretiamo qualcosa di concluso, irreversibile, un'ipotesi mai più percorribile, che non si può risolvere, è come se esperissimo in vita qualcosa analogo ad una piccola morte, irrimediabile.

A mio avviso "questa presa di coscienza" avviene normalmente quando si guarda indietro, ovvero quando ci si lascia trascinare in una dimensione passata che filtrata dal tempo, è rifugio sicuro per i veleni della mente. Non credo che funzioni solo la dinamica della scaturita infelicità, rievocare momenti brutti, belli o semplicemente emblematici spinge fuori dal reale, il ricordo come dicevo per sua natura converte, altera, la realtà d'allora riveduta appare un "paradiso perduto". Io ho rimorsi, nostalgie, sensi di colpa, e rimpianti, alcuni dolorosi, legati ad esempio al ricordo della mano calda e grande del mio papà che da piccola conteneva perfettamente la mia. Avrei voluto parlare di più, avrei voluto dire più spesso chiacchieriamo un po'?

Non credo ci sia un meccanismo perverso in questo, lo immagino invece naturale, è il nostro limite, viviamo ricordando il passato e sperando nel futuro. Il desiderio e la conseguente ricerca della felicità passa spesso attraverso la selezione del vissuto e la proiezione del futuro, è insito nella nostra natura. Quello che invece trovo straordinario ed innaturale (non istintivo) è il frutto della ragione, della comprensione. Aiutare se stessi con la riflessione a superare le inquietudini, stabilendo che qui ed ora è l'unica dimensione che vale la pena di vivere. Il passato non c'è più, il futuro non c'è ancora, tanto automatico è ricordare e progettare, quanto miracoloso concedersi di gustare l'unica vita reale, quella presente.
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Vecchio 28-11-2007, 11.13.11   #9
gyta
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Riferimento: Il rimpianto.

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Originalmente inviato da nexus6
Saremo sempre noi
solo il seguire il fluire della nostra natura..



Sì.. saremo stati solo.. noi, così come sentivamo..
Così, come sentivamo..

Ma scelte ci sono..
ogni istante è una vita..

Ed il rimpianto è vedere una strada
che prima non pareva esserci..

evidentemente..


Gyta
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Vecchio 28-11-2007, 11.42.14   #10
gyta
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Riferimento: Il rimpianto.

Il rimpianto viene a rammentarci che il tempo è prezioso..
Che la vita è un dono prezioso..


Gyta
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