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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 03-12-2007, 00.08.09   #21
marco gallione
Utente bannato
 
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
Ermetismo e nanismo

Molti degli interventi che precedono sono interessanti.
L'ansia di voler circoscrivere questa discussione, di porre caveat e distinguo uno via l'altro, è la misura della sua scomodità.

Cordialmente,
marco gallione is offline  
Vecchio 03-12-2007, 09.16.22   #22
nevealsole
Moderatore
 
L'avatar di nevealsole
 
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
Riferimento: Tute blu e colletti bianchi. Il mito del sentirsi realizzati.

Citazione:
Originalmente inviato da vagabondo del dharma
Tanti sono i casi quanti sono i lavoratori in Italia, e quindi le generalizzazioni non fotografano mai pienamente la realtà. Ma essendo l'unico modo per parlarne, quello aggregato, cerco di dire la mia...

Questa discussione mi ricorda tanto le parole dell'industriale arricchito, ignorante, illetterato e semianalfabeta, che per una predisposizione agli affari (di ogni tipo) ha avuto successo e quando parla con il laureato, quello che ha studiato, gli fa pesare l'assoluta inutilità del suo titolo di studio in un mondo dove vale ben altro. Il fiuto per gli affari, il pelo sullo stomaco, leccare a destra e a manca, picchiare se necessario e alla fine ce la fai. Questa è la laurea della vita. Colletto bianco.

Poi c'è l'ammanigliato, quello che è riuscito a inserirsi bene negli ingranaggi giuridico-legali, collaterali al mondo politico e alle lobbies economiche, ignorante come una capra, ma che ha capito come funzionano le cose ("e chi è fess se sta a casa"...come dicono a Napoli) e sa sempre a chi rivolgersi per ottenere quello che vuole. Colletto bianco.


In una società che certifica la realizzazione di una persona solo in base a quanto guadagna al mese, è chiaro che quello che dice Marco ci può stare. Ma ci sta solo a livello di aggregati, di sociologia pura: una società a terziario avanzato come la nostra crea una classe di persone altamente scolarizzate ma non proporzionalmente remunerate.

Ma questo, invece di dar luogo ad un'analisi sarcastica e compiaciuta di ciò che è avvenuto, dovrebbe solo far emergere la profonda ingiustizia di una società organizzata in questo modo. A monte, Marco, cosa c'è nella tua domanda? La denuncia di un'ingiustizia o la compiaciuta osservazione che i titoli di studio, quelli che ti permettevano di scalare al successo, non valgono più niente e hanno lasciato il posto ad un pragmatismo a-valoriale esercitabile da chiunque (dal piccolo imprenditore arricchito, dall'imbroglione affarista, dal lobbista "senza mestiere" e via discorrendo). Denuncia o compiaciuta osservazione di un qualcosa che sembra non riguardarti?

Una società organizzata così ti illude con una maggiore orizzontalità e accessibilità, solo per tutelare ancora di più la casta, che non è solo politica, ma anche economica ed è, soprattutto, emanazione di una componente sociale conservatrice, prevaricatrice e privilegiata, composta da individui spesso dediti alla cosidetta criminalità dei colletti bianchi (appunto), invisibile, invadente, raramente accertata e blandamente punita.

Se non sbaglio abbiamo una percentuale di laureati ancora di molto inferiore a quella degli altri paesi europei più avanzati. Questo denota che il problema non è la laurea e la percentuale di lauree presenti nel paese, ma il sistema che c'è dietro.

I penalizzati sono i laureati "veri", costretti a diventare tute blu da una società non meritocratica, mentre quelli che cercano il pezzo di carta come "passpartout" riusciranno, con maneggi, appoggi e corruttele, a diventare colletti bianchi. Sempre parlando a livello di aggregati.


L'intellettuale tuta blu non è un problema per se stesso, dato che ha tutte le risorse morali, intellettuali (appunto) e spirituali per stare benissimo anche così, essendo orientato verso altri valori (anagramma di lavori), a prescindere.

L'intellettuale sottopagato e tuta blu è solo un'offesa ad una società meritocratica e democratica. Spesso l'intellettuale tuta blu ha anche dei valori da cui, in campo lavorativo, non riesce a prescindere e allora, "chi è fess se sta a casa"...gli rifila l'ammanigliato.

Il talento puro viene spesso premiato con lo status di colletto bianco, diventando, spesso suo malgrado, strumento in mano al colletto bianco sporco, che ha sempre l'occhio lungo...

Quindi la proposta sociologica può avere una risposta sociologica, con una leggera spruzzatina di grillismo sopra...

Complimenti per l'intervento, Vagabondo: di lucida analisi e molto condivisibile.

nevealsole is offline  
Vecchio 03-12-2007, 16.45.52   #23
mucca.013
Ospite
 
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Data registrazione: 14-09-2007
Messaggi: 0
Re: Riferimento: Tute blu e colletti bianchi. Il mito del sentirsi realizzati.

Citazione:
Originalmente inviato da Dasein
Secondo me se rimaniamo legati all'ideale di realizzazione umana come semplice succeso nel campo lavorativo ci riduciamo a meri funzionari di un apparato che tende a spersonalizzarci.
La realizzazione deve ricercarsi in maniera più autentica.

Caro Lei,

la realizzazione è una parola che mi terrorizza: la realta' e' strana.
Come puo' desiderare di realizzarsi come stranezza?

E' un concetto la realizzazione (umana, personale ecc.; contrario: alienazione, ecc.) assolutamente paradossale e inconcepibile per un uomo..

Simboli quali colletti bianchi, tute blu sono fuori di noi e non ci appartengono. La personalizzazione di un simbolo è negata da una natura (qualita') indecifrabile e misteriosa del simbolo.

A quello che cerca di esprimere quello che e' dentro, le griffe sono solo segni transitori: indecifrabili, di inclusione e/o esclusione sociale, precari.

Il problema sono i ruoli che da sempre sono richiesti e agognati e il potere che possono dare in termini e a termine di vantaggio economico o narcisistico: i privilegi!

Il prezzo personale da pagare per superare tale desiderio e brama di potere per alcuni e' enorme e molti rinunciano a tale traguardo per mangiare un fantastico piatto di patate fritte con salsa checiap e un tetto per ripararsi ...dai piccioni.

Ciao!
Carolina
mucca.013 is offline  
Vecchio 04-12-2007, 00.47.52   #24
marco gallione
Utente bannato
 
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
Riferimento: Re: Riferimento: Tute blu e colletti bianchi. Il mito del sentirsi realizzati.

Citazione:
Originalmente inviato da mucca.013
Caro Lei,

la realizzazione è una parola che mi terrorizza: la realta' e' strana.
Come puo' desiderare di realizzarsi come stranezza?

E' un concetto la realizzazione (umana, personale ecc.; contrario: alienazione, ecc.) assolutamente paradossale e inconcepibile per un uomo..

Simboli quali colletti bianchi, tute blu sono fuori di noi e non ci appartengono. La personalizzazione di un simbolo è negata da una natura (qualita') indecifrabile e misteriosa del simbolo.

A quello che cerca di esprimere quello che e' dentro, le griffe sono solo segni transitori: indecifrabili, di inclusione e/o esclusione sociale, precari.

Il problema sono i ruoli che da sempre sono richiesti e agognati e il potere che possono dare in termini e a termine di vantaggio economico o narcisistico: i privilegi!

Il prezzo personale da pagare per superare tale desiderio e brama di potere per alcuni e' enorme e molti rinunciano a tale traguardo per mangiare un fantastico piatto di patate fritte con salsa checiap e un tetto per ripararsi ...dai piccioni.

Ciao!
Carolina

Cara Mucca

la stranezza della realtà presuppone realizzazione e non realizzazione. Bisogna farsene una ragione.
Mi chiedo se il concetto di realizzazione (umana, personale ecc.) potrebbe essere diverso da un paradosso inconcepibile per una donna?

I simboli sono fuori di noi poichè non esistono. Non possono appartenerci. La personalizzazione di un simbolo è negata dalla inesistenza del simbolo.

Sulle premesse non siamo troppo d'accordo, dunque. Perchè mi sembrano un po' balabiotte.
Il resto del post - specie il "Caro Lei" - mi sembra una figata. Concordo (strano, come la realtà).
Il problema sono i ruoli e i privilegi. Vero.
Quanto al prezzo personale da pagare, ognuno se la vede da sè. E sceglie per sè. Se ci riesce. Ci riesce? O crede solo di riuscirci? Magari il prezzo personale che è capace di pagare non lo porta da nessuna parte...

Ciao Mucca!
marco gallione is offline  

 



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