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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 23-04-2008, 12.13.55   #1
arsenio
Ospite abituale
 
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Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Questo vorrebbe essere un corollario non meno significativo, nelle mie intenzioni, agli svariati argomenti che ho presentato, privilegiando temi che riguardavano in modi anche indiretti il mondo femminile, come la dimensione della relazionalità affettiva, come la dimensione dialogica. Che se nella forma dialettica appartiene alla filosofia ancora di origine socratica, nella forma dialogica-relazionale è ancora prerogativa femminile.

Tralascio per ora alcune ripetute reazioni a catena che suscito da parte maschile, Anche iperboliche e ormai non più suscettibili di moderazione. Potrebbero pure derivare da un mio originario non essermi spiegato a sufficienza,per un pubblico maschile, su cosa veramente intendessi. L'argomento delle differenze dei generi oggi è più che mai difficile da accettare: si vive in un'epoca storica caratterizzata da una grave incomprensione tra maschi e femmine; confusione di ruoli, crisi e incertezze d'identità, arroccamenti in sé identificativi spesso fittizi,a imitazione di imposti schemi televisivi, new-mediatici, pubblicitari, ecc. l'emergere dei travestimenti disturbanti, nelle ormai svariate forme, anche per quanto riguarda le suggestioni di ciò che oggi fa “maschio,di cosa oggi fa “donna”, oltre l'estrema fragilità di noi maschi che ci fa assumere posizioni a volte estremamente difensive, contraltare di una sottaciuta resa di fronte all'emergere di una “femminilità” che ci sta scalzando da certi ruoli tradizionali: nessuno può negarlo e ne sono anch'io coinvolto, sebbene più che altro dalla parte di chi osserva e reagisce in modi alternativi. La comunicazione nella non visibilità reciproca, poi, non può che aggravare le incomprensioni. Queste sono premesse di cui tengo conto, nell'iniziare certi dibattiti.
Torno al pubblico femminile, a cui potevano maggiormente interessare certe mie tematiche. Quasi sempre sono stato contraccambiato con il mutismo, con l'astensione. Con risposte parsimoniose, con non-risposte. Nessuna delle mie parole ha qui veramente risuonato nell'anima femminile:quindi non c'è stata alcuna comunicazione, perchè ne è questa la base, sia pure non si tratti di un faccia a faccia.
Mi sono impegnato nel costruire temi che pensavo potessero interessare alle donne del forum Ma l'indifferenza e talora l'ostilità manifesta mi ha confermato lo sperpero di parole che supponevo significative proprio per l'universo femminile.
Tutto s'è spento nell'inerzia,come se il mio pensiero nelle intenzioni articolato e aperto a più suggerimenti di percorsi ideativi, fosse ai loro occhi, per qualche ragione che tuttora ignoro,colpevole. Proprio agli occhi femminili .Le mie parole se ne vanno, ma non in archivio, perchè non sono nemmeno entrate in circolo. Vanno dritte al macero senza che nessuna donna del forum le abbia veramente soppesate,ascoltate con animo disponibile. Non hanno capito che stavo parlando di loro, dei loro disagi, dei loro disattesi amori, del loro essere oggi donne. Sempre, lo ammetto da innamorato del loro universo, affascinante, misterioso, inafferrabile. Un autentico “continente nero” inesplorabile.
Dall'attenzione mancata deriva una decisione non indolore. Devo proseguire per quelle due sole presenze, non ancora coinvolte in certe dinamiche, che comprendono il mio linguaggio, per le altre diventato incomprensibile per assuefazione ad altri sottocodici, e per quelle insospettate lettrici non partecipanti, e fuori da condizionamenti, che mi hanno incoraggiato?
Presenze fuori da lodi ambivalenti,da sotterfugi per timore di segnalare alleanze che le avrebbero screditate presso altri partecipanti. Glissando, astenendosi, privilegiando in modi inconsci e che perciò posso pure comprendere,i post di chi mi disapprovava, all'interno stesso dei 3d che avevo loro dedicato;saltando lunghi scritti che parlavano di loro. Anche con chi sembrava di aver punti di contatto con ciò che dicevo. Posso tuttavia capire che oggi, nella società liquida, si preferisce argomentare con chi ha una formazione diversa dalla mia. Forse ciò che dico richiede quel tempo di riflessione che nessuno più può concedersi, e un dialogo anche, come dicevo sullo stesso tema a variazioni pur pertinenti e prolungato in infiniti rimandi reciproci; sono stato sempre io ad avere l'ultima parola,a inizio di un discorso che pur si rivelava incompiuto e in sospeso. Anche in un forum tra i migliori per qualità e moderazione, sta prevalendo l' irriflessività disimpegnata vicina allo stampo chat, o interventi lunghissimi da frammentare perchè nessuno riesce più ad afferrare la globalità di un discorso, che richiede un saper leggere per gerarchie, intuire il nocciolo, l'implicito,il non detto, e saper rispondere di conseguenza. Lo so, sono ormai anacronistico e controtendente. Come confermo ancora, oggi la profondità fa paura; il linguaggio automatico rilassa, me lo dice un'amica ciberdipendente,che non sopporta più la mia ampia interiorità e sensibilità che inquieta, sfasata rispetto all'attuale trend dei tempi tristi ma apatici e adagiati in una pigrizia che trascina alla passività, dove si disimpara a pensare con la propria testa, ma dove anche il sorriso e l'humour si stanno spegnendo, in un eterno carnevale delle immagini vuote di contenuti e tragiche antagoniste di una parola che sempre sarebbe in grado di veicolare con maggior immediatezza e significanza pure le emozioni.
Infine, cosa ne ho ottenuto? Di essere stato definito un narcisista. In modo esplicitato oppure in modi più obliqui e impliciti che un maschio sensibile può intuire nelle temperature gelide che a volte emana il monitor e dove le emoticon ridenti diventano irridenti sarcasmi..
Ma il narcisista, per definizione è proprio colui che è incapace di ascoltare gli altri semplici suoi mezzi, mai fini. E' una dote che non ha mai imparato, anche perchè significa ammettere di aver bisogno del collaborativo “sapere” dell'altro: segno di debolezza da nascondere verso gli altri, da parte di chi ormai della vita ritiene di “sapere, e di aver capito tutto quello che occorre”. Oltre che richiedere immedesimazione, e non riferimenti a schemi personali o da non bene assimilate voci da web, se s'intende recare qualche sostegno. Anche per solo suscitare un autonomo pensare,per qualche spiraglio di visioni più estese che portino al cambiamento. Sempre in piena indipendenza. Perchè stiamo perdendo la libertà di pensiero.
arsenio is offline  
Vecchio 23-04-2008, 16.00.28   #2
altamarea
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Riferimento: Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Arsenio, Arsenio,
ti confermo la mia stima maschile nei tuoi confronti.
Ti considero uomo di penna e di pensiero. Perciò prosegui ! E' un piacere leggerti. Mi sono laureato (molti anni fa) con una tesi in sociolinguistica, perciò comprendo bene i tuoi riferimenti agli studiosi del ramo della comunicazione.
Anche io, come piacevole passatempo, mi dedico alle differenziazioni tra emozioni e sentimenti, tra innamoramento ed amore, tra attrazione e seduzione, etc..

Mi piace immaginarti sosia e con la stessa voce di questo noto personaggio



Cordialità
altamarea is offline  
Vecchio 24-04-2008, 12.52.25   #3
arsenio
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Riferimento: Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Citazione:
Originalmente inviato da altamarea
Arsenio, Arsenio,
ti confermo la mia stima maschile nei tuoi confronti.
Ti considero uomo di penna e di pensiero. Perciò prosegui ! E' un piacere leggerti. Mi sono laureato (molti anni fa) con una tesi in sociolinguistica, perciò comprendo bene i tuoi riferimenti agli studiosi del ramo della comunicazione.
Anche io, come piacevole passatempo, mi dedico alle differenziazioni tra emozioni e sentimenti, tra innamoramento ed amore, tra attrazione e seduzione, etc..

Mi piace immaginarti sosia e con la stessa voce di questo noto personaggio



Cordialità

Gentile altamarea ti ringrazio, a volte (è raro) succede che pure tra i maschi i miei argomenti suscitino qualche interesse e non solo dissensi. Compimenti per la tesi in sociolinguistica. Anche se sono passati anni, se si è trattato di una passione, l'interesse per argomenti affini rimane.
Ho appena lanciato un 3d sulle emozioni come oggetto di educazione, molto trascurato pure in ambito scolastico.
Credo che poi mi trasferirò a poesie.

E' singolare che ti evochi Cossiga che suppongo abbia per te una particolare risonanza. Ma devo deluderti. Il mio accento è triestino, essendo nato a Trieste quindi ben lontano da cadenze sarde. Ho apprezzato il picconatore, ma nemmeno l'aspetto direi che mi ricorda. Comunque tu puoi immaginarmi come ti piace: è il bello del virtuale.

arsenio is offline  
Vecchio 24-04-2008, 16.02.15   #4
hava
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Messaggi: 542
Riferimento: Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Il mio accento è triestino, essendo nato a Trieste quindi ben lontano da cadenze sarde [quote]

E' un accento che abbiamo in comune caro Arsenio...
E confidando nella tua conoscenza in materia, specifico che sono una nipote dell'Amalia di Joyce [della nota villa in via Bellosguardo, oggi proprieta' della scrittrice Mocavero].
Quando incontro triestini mi emoziono.....
hava is offline  
Vecchio 24-04-2008, 16.23.17   #5
webmaster
Ivo Nardi
 
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Riferimento: Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Direi che siamo OT
Torniamo all'argomento, grazie.
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Vecchio 24-04-2008, 16.57.08   #6
veraluce
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Messaggi: 603
Riferimento: Ridefinizioni nei ruoli d'identità

Ciao Arsenio!

Citazione:
Da Arsenio:
Non hanno capito che stavo parlando di loro, dei loro disagi, dei loro disattesi amori, del loro essere oggi donne.

...questa frase mi ha commossa (ho letto tutto però, sia chiaro ) perché esprimeva le tue sensibili intenzioni... non sto scherzando... sarà che sono entrata in un altro di quei periodi in cui sembra che ti crolli tutto addosso e davvero con estrema difficoltà riesci a trovare un piccolo spiraglio...

...alcune volte (come adesso) mi strapperei di dosso questo corpo di donna per poter veramente diventare niente... un niente assoluto se possibile ( )... senza sesso o identità alcuna... qualcosa che nessuno vede, tocca, sente... qualcosa che non esiste... che non vive, che non soffre e non gioisce... qualcosa che non è... e questa spasmodica sensazione di fuga la collego proprio al sentire certe cose da "donna"... esasperatamente da donna... un mondo di donna complesso e ora anche complicato, dannatamente oscuro anche a sé stesso... io caro Arsenio, non mi comprendo più... mi son persa sulla strada che portava alla comprensione dell'"altro"... questo è il mio disagio... cerco uno spiraglio che forse ho smarrito dentro, lì in quella profondità, che come tu hai bene detto, fa tanta paura...

Ti abbraccio Arsenio
veraluce is offline  

 



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