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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 27-04-2008, 11.36.48   #1
arsenio
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pluralismo dell'Io postmoderno

Pluralismo dell'Io postmoderno

spesso l'identità maschile e di genere oggi sono una costruzione scelta dal soggetto che attinge a sistemi simbolici di credenze. E' un pluralismo che più che arricchire, potrebbe creare instabilità e insicurezza secondo modelli di riferimento privi di un nucleo stabile di vita vissuta.
Ci si chiede ancora vanamente, chi è oggi l'”uomo”, chi è oggi la “donna. Osservo alcune autorappresentazioni, ma non so se sono volte ad adeguarsi a soddisfare una reciprocità di aspettative o in che misura facciano parte di schemi inculcati per tradizioni vetuste e mai reinquadrate per un rinnovamento della società.
Le nuove identità sono mimesi d' identificazioni proposti da nuovi trend comportamentali? Ma i loro fondamenti profondi da schemi tramandati attraverso le generazioni rimangono gli stessi.
Il larga parte sono espressioni di una sofferenza di 'un'epoca postmoderna, tecnologizzata, omologante. Dovuta a rapide trasformazioni economiche,sociali, tecnologiche, a fragilità emotive.
Si sta perdendo anche il veicolo della parola soggettiva, con funzione autoespressiva; la lettura quale emozione, gli scritti oltre le 10 righe stancano, il pensiero analitico annoia. A meno che non si tratti di ormai familiari modi artificiosi, automatici, in stile web. E soprattutto che siano proposti da icone ormai affini per condivisioni di idee e forme di scrittura, che si ritengono autorevoli e corrette per forma, e contenuti e che si prestino a frammentazioni da estrapolare. In tal caso la lunghezza del testo oggi non crea difficoltà. Il virtuale ormai è una realtà sociale molto rivelatoria della temperie culturale della nostra epoca.
Le identità sono diventate una ricerca di visibilità e di consenso, istintualità comportamentali conformi a come si deve trasformarsi per essere accettati/e pena la solitudine temuta, dove può essere il group l'unica risorsa per quel “deserto affettivo” che se ho evocato subito si esorcizza per timore di quelle verità che non si vogliono vedere.
Spesso si abitano zone identitarie tra corporeo e mentale che sfuggono al dominio della consapevolezza. Il “vero maschio” è ritenuto chi non si sdilinquisce nelle emozioni, che non si perde in chiacchiere,come una “femmina”, di cui considera solo la “vagina”. Nel primo e originario significato di guaina. Ricordo quel verso del Monti che da ragazzi ci fece sghignazzare: “corse la mano / sovra la spada e dalla gran vagina / traendo e' la venia”. Un fodero in cui s'introduce la spada. In rimpatriate in cui ci si riunisce con amici d'infanzia si ripetono quelle storielle goliardiche becere e antifemministe. Ma per alcuni, lo so, è indizio di una determinata ideologia. Quelle ideologie che orientano ogni visione del mondo, ogni opinione sulla vita. E ogni ideologia annulla l'uomo. Le storielle sono del tipo: “sai cos'è la donna? No? E' tutto quel materiale superfluo che attornia la vagina. Si ride, eppure so che per qualcuno la donna è ancora veramente e soltanto questo. Sono tali maschi che spesso hanno un'atavica paura della donna , e che frequentano i travestiti o i transessuali perchè ripropongono loro rassicuranti stereotipi femminili e fanno provare loro quei paceri che rinfolocano una libido spenta. Eppure a tali maschi spesso le donne pongono, o accettano di discutere temi cruciali intorno a problematiche femminili, sull'amore, sulla sessualità, su argomenti sociali ,ecc. Perchè? Non so ma posso supporre che siano interessate ad adeguarsi secondo le loro risposte, a ciò che l'uomo d'oggi esige da loro. Non ambiscono a protrarre tali delicati problemi con chi potrebbe tentare una risposta cooperativa secondo anche i propri personali vissuti e non solo riferimenti da web o cartacei che siano. Sarebbero risposte diverse e non condivisibili dal group, in real life o di rete, dove intendono inserirsi.
Ma la mancanza di sentimento e sensibilità porta a una vacuità interiore che limita a una scadente conversazione e a volgari passatempi. A pensieri che non si hanno e che pur ci si sforza di estrinsecare. Lo stesso Risè, oggi l'indiscusso promotore di una rivalsa della maschilità contrastata dall'eccessiva intraprendenza femminile, afferma che “gli uomini oggi non sono abituati a comunicare i loro sentimenti: lasciateli pure alle loro attività predilette. Ma perdendo il contatto con il proprio mondo interiore finiscono in uno stato di confusione e saranno incapaci di comprendere se stessi. Con probabili disturbi di personalità e dell'umore.
Sentimento, ho sempre detto, da non confondere con quegli sdolcinati sentimentalismi alla Tamaro, o del tipo delle fiction , narrativa d'evasione, da Gran fratello ecc, che detesto. Non sono un maschilista e nemmeno un femminista, o “effeminato” nel senso deteriore che si vuole. Per me la donna è quella figura che ho imparato a rispettare e ad amare soprattutto per educazione familiare, per l'ascolto di confessioni drammatiche di donne vittime di abbagli, che avevano perduto ogni autostima, che dopo alcune esperienze del genere finiscono per proiettare la loro diffidenza su ogni maschio che incontrano, anche senza giustificazione.
Il “cuore” è un termine che non va usato per svilirlo, per attribuirgli un significato non nobile. Interrogate i grandi letterati, i grandi poeti: non è un muscolo, non è una pompa, ma nemmeno il simbolo delle feste consumistiche. Leggete l'uso,parsimonioso, che ne fanno Leopardi, Montale, ecc. Al di sopra di ogni sospetto di leziosità. E in tal caso la vera poesia è il modo più intenso con il quale vengono espresse le parole anche trite, ma di chi è poeta non tanto perchè compone versoi, ma perchè riesce a vedere il mondo con occhi poetici.
Chi è oggi la “donna”, nel senso di femminilità? Per convenzione è il complesso di note caratteristiche,comportamental i e ideologiche che connotano in senso alto la sua psicologia e aspetti socio-culturali. Ma le nostre “realtà” sono sempre il frutto di esperienze che abbiamo fatto nella nostra esistenza. Per alcuni esiste solo una realtà: “è il mondo come lo vedo io”. Esplicitato o sottinteso.
Non so se qualche nick donna ha qui capito cos'è la “donna” secondo il mio pensiero, e credo che nemmeno interessi loro. Eppure potrei proporre loro un dialogo infinito, a circolo virtuoso, su vari problematiche dell'universo femminile, che non sia interrotto dopo solo post o ripreso con chi entra in un mio 3d e si propone d ' “inquinare” il mio tema, come l'ho impostato io, con concetti che lo travisano o non c'entrano per nulla
arsenio is offline  
Vecchio 27-04-2008, 16.10.35   #2
Anagarika
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A volte ho un po' nostalgia del mondo patriarcale che pure ho tanto combattuto. Era tutto così chiaro: l'uomo era uomo, con caratteristiche definite, compiti prestabiliti, richieste chiare. Aveva un suo linguaggio per il quale esisteva un dizionario, che le donne si tramandavano, tra risolini e sospiri. Anche cos'erano le donne era chiaro, ma per decifrarle non bastava un dizionario, occorreva amarle. Poi tutto è cambiato. Le donne non hanno più voluto essere amate senza essere capite. Hanno voluto dimostrare di non essere poi così diverse dagli uomini, di poter essere misurate con lo stesso metro e in grado di ottenere gli stessi risultati negli stessi campi.
Ora possono essere stimate e apprezzate oppure combattute e vilipese, ma raramente amate. Come si può amare qualcuno con cui si compete?

Spero di non aver "inquinato"
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Vecchio 28-04-2008, 11.37.41   #3
arsenio
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Citazione:
Originalmente inviato da Anagarika
A volte ho un po' nostalgia del mondo patriarcale che pure ho tanto combattuto. Era tutto così chiaro: l'uomo era uomo, con caratteristiche definite, compiti prestabiliti, richieste chiare. Aveva un suo linguaggio per il quale esisteva un dizionario, che le donne si tramandavano, tra risolini e sospiri. Anche cos'erano le donne era chiaro, ma per decifrarle non bastava un dizionario, occorreva amarle. Poi tutto è cambiato. Le donne non hanno più voluto essere amate senza essere capite. Hanno voluto dimostrare di non essere poi così diverse dagli uomini, di poter essere misurate con lo stesso metro e in grado di ottenere gli stessi risultati negli stessi campi.
Ora possono essere stimate e apprezzate oppure combattute e vilipese, ma raramente amate. Come si può amare qualcuno con cui si compete?

Spero di non aver "inquinato"


Cara Anagarika, benvenuta. E' ormai una consuetudine che faccia io gli onori del forum alle new entry. Che poi si assimilano al pensiero di gruppo dominante, e non tardano ad intuire con chi si devono schierare in forme esplicite e volgari,o subdole, e abbandonano di seguire i miei temi in loro difesa. (senza generalizzare perchè c'è stata qualche eccezione). Hai capito il senso del mio discorso,non agevole, e sarai l'unica che lo ha letto e in grado di capire e rispondere con un post pur breve che on lo stesso tono, avrei voluto ricevere anche da altre. Io porto avanti un pensiero qui alternativo, nè maschilista, né femminista, solo rivalutante la sensibile relazionalità,empatia, accuditività, ecc. di un universo femminile che il posfemminismo non solo disconferma, ma non ammette nemmeno che faccia più parte dell'educazione emotiva auspicabile pure nei maschi e che ora, posso dirti da educatore, viene indicata in ogni ordine di scuola. Si tratta in fondo di quell'intelligenza emotiva che qui soprattutto i maschi più fragili temono ed esorcizzano temendo metta in pericolo la loro esibita quanto inconsistente “maschilità”.Oggi, se non lo sanno, non approvata nemmeno dai maggiori teorici di una “riscossa” del maschio esautorato dal “potere femminile”, nei suoi ruoli tradizionali. Non ho mai approvato il padre patriarcale e normativo, ma meno che meno l'attuale “Padre assente” che ha abbandonato ogni dovuto ruolo educativo,di protezione ed impegno familiare, arroccato nelle sue tristi esibizioni arroganti di una maschilità perduta che che vanamente s'illude di ripristinare svilendo la donna in modi che poi possono in un' escalation raggiungere violenze estreme.
Ma si sa, la vittima talora finisce per baciare la mano del suo carnefice. La donna ostaggio del maschio sopravvive ancora,nonostante una sua aggressività più che altro formale ed imitativa, ma non assertiva verso chi usa termini anche qui così gravi verso una femminilità che io ho sempre amato e che cerco di salvaguardare come posso. Nella mia realtà di ogni giorno, e in qualche occasione pure nel virtuale.

Ancora grazie per avermi concesso di chiarire un discorso che qui le nick non vogliono capire, non recepiscono, non approvano; anzi mi offendono con gratuiti attributi, per farsi accettare, da succubi, da un declinante mondo maschilizzato che sta indossando la maschera del leone sopra la sua spaurita faccia da coniglio pavido che presumo si rifugi in un virtuale non per altri scopi se non per sfuggire il confronto con le donne in carne ed ossa., che non sa più come affrontare in una società che ci mette sempre più alla prova. Le donne che non mi credono leggano (con attenzione!) le discussioni del gruppo maschile, e vedano quale scempio fanno di miei topic che ho proposto sui sentimenti, sulla sessualità femminile, sulla dialogicità e che loro suggestionate prendono per oro colato di una rara competenza.


arsenio is offline  
Vecchio 28-04-2008, 11.39.22   #4
arsenio
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Questa è una mia “seconda parte” che completa l'argomento.


Quei maschi che sembrano forti alle donne non sono come pensano di apparire, né come le donne li credono e li vorrebbero. La forza di un maschio sta nel riconoscere i propri limiti, senza celarsi dietro la confusione che crea perchè non ha il coraggio di mostrare la povertà delle sue idee, e per creare quella falsa identità intellettuale dei periodi incompensibili che ha ancora un potere carismatico verso alcune donne. E' da deboli svilire la femminilità, travisare le sue esigenze, anche con finzioni da “esperti” che depistano su importanti problemi. L'atto sessuale ha ben altre valenza di un contatto genitale da imporre a volte con la violenza.. Non accodatevi a chi pende dalle loro labbra menzognere, non date loro corda, o a voi speranze di redimere, o di chiedere qualcosa a qualcuno che mai la possiederà.
Gli uomini forti non si sentono né castrati, ne spaventati, né oppressi dalla femminilità che tanto contrastano, dai sentimenti che disprezzano per far valere il loro stereotipato stoicismo da maschi dominatori, che non devono chiedere, ma anche che non hanno nulla da dare.
La forza del maschio sta nel valutare con disponibile onestà intellettuale gli altrui punti di vista; nel sapere modificare, quando occorra, le proprie opinioni che certo mantengono immutabile alche alla luce dell'evidenza. Le critiche devono essere sempre costruttive e informative,i saperi altrui vanno discussi prima di essere stroncati, accecati dal pregiudizio o per strategie di conquista.
I dissensi non devono mai essere manipolatori o strumentalizzanti. L'uomo vero non è rigido, ascolta, ascolta, ma nello stesso tempo è autonomo e senza connivenze per ottenere consensi , da nessuno. Risponde, quando può, e a sua misura,. Cerca collaborazione quando possibile, se non è proprio possibile e ritiene che valga la pena di dire cose che vanno dette, diventa assertivo contro chi tenta ingiustamente e invano di squalificarlo. Comunica i suoi stati d'animo, e la propria natura, senza celare ideologie che orientano in modo predeterminato ogni suo frase, ogni sua idea e concetto.
Oggi si sta perdendo non solo la cultura d'uno specifico settore, ma di quella basica, alfabetica. Manca del tutto l'humour, la levita,la gentilezza che fanno parte della gradevolezza di una persona e del suo interloquire. Al suo posto è subentrata la disconferma difensiva opponendo idee inconsistenti e senza fondamenti., che non derivano dalle molteplici visioni della realtà, virtù che ha distino l'”homo sapiens”.
Ogni scambio di messaggi alla fine può allargare il possibile numero delle possibili risposte successive, ma anche ridurle o escluderle. All'insalata di parole si risponde con altrettanta insalata di parole per compiaciute connivenze che non giovano a nessuno. Si teme d'entrare in un dialogo per un reciproco scambio con lo scopo di arricchirsi nel cuore e nella mente: ma ora i sentimenti non mediati dai grandi fratelli suscitano un reattivo timore, e perfino si irridono. Parlate, chi ne è in grado, dell'amore e d'amore; altrimenti impoverite e contribuite alla sparizione de questo Saper Universale. Osservate come non possiedano alcun lessico della psicologia amorosa, coloro che fanno affermazioni apodittiche su ciò di cui temo non abbiamo barlumi
Appello alle Donne, che non sarà raccolto, per la ripresa di una maggior chiarezza per un dialogo più costruttivo, se stanno loro sempre a cuore i temi sugli stati affettivi., sul corretto confronto del mondo maschile e di quello femminile, per una dialettica sintesi e comune sentire. Abbiate il coraggio di dire che vi dissociate da chi vi svilisce e offende, oppure è lontano dalle vostre autentiche aspirazioni, che il maschio relazionale non è un genere ambiguo da demolire, ecc.
arsenio is offline  
Vecchio 29-04-2008, 07.32.25   #5
Anagarika
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Ti ringrazio Arsenio per avermi spiegato il tuo pensiero.

Sono profondamente convinta che
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Gli uomini (forti) non si sentono né castrati, ne spaventati, né oppressi dalla femminilità
ma dalle sue aberrazioni, come le donne non dovrebbero sentirsi oppresse dalla "maschilità", ma dal maschilismo. Questo in un mondo ideale.
Nel mondo reale, lo vedo dappertutto non solo in questo forum, le cose si fanno più complesse e confuse.
Sbagliano le donne quando attribuiscono a tutti gli uomini le colpe di alcuni, e sbagliano gli uomini se attribuiscono solo alle donne la causa dell'attuale crisi di ruoli e beatificazione del femminismo.
Il maschile e il femminile sono come il giallo e il blu in un mondo che può funzionare solo verde. Non è quindi escludendosi a vicenda che si otterrà la giusta tonalità, nè aggiungendo ognuno il suo colore per sovrastare l'altro.
Credo sia il momento di ripulire la tela.
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Vecchio 29-04-2008, 12.36.27   #6
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Originalmente inviato da arsenio
Cara Anagarika, benvenuta. E' ormai una consuetudine che faccia io gli onori del forum alle new entry. Che poi si assimilano al pensiero di gruppo dominante, e non tardano ad intuire con chi si devono schierare in forme esplicite e volgari,o subdole, e abbandonano di seguire i miei temi in loro difesa. (senza generalizzare perchè c'è stata qualche eccezione). Hai capito il senso del mio discorso,non agevole, e sarai l'unica che lo ha letto e in grado di capire e rispondere con un post pur breve che on lo stesso tono, avrei voluto ricevere anche da altre. Io porto avanti un pensiero qui alternativo, nè maschilista, né femminista, solo rivalutante la sensibile relazionalità,empatia, accuditività, ecc. di un universo femminile che il posfemminismo non solo disconferma, ma non ammette nemmeno che faccia più parte dell'educazione emotiva auspicabile pure nei maschi e che ora, posso dirti da educatore, viene indicata in ogni ordine di scuola. Si tratta in fondo di quell'intelligenza emotiva che qui soprattutto i maschi più fragili temono ed esorcizzano temendo metta in pericolo la loro esibita quanto inconsistente “maschilità”.Oggi, se non lo sanno, non approvata nemmeno dai maggiori teorici di una “riscossa” del maschio esautorato dal “potere femminile”, nei suoi ruoli tradizionali. Non ho mai approvato il padre patriarcale e normativo, ma meno che meno l'attuale “Padre assente” che ha abbandonato ogni dovuto ruolo educativo,di protezione ed impegno familiare, arroccato nelle sue tristi esibizioni arroganti di una maschilità perduta che che vanamente s'illude di ripristinare svilendo la donna in modi che poi possono in un' escalation raggiungere violenze estreme.
Ma si sa, la vittima talora finisce per baciare la mano del suo carnefice. La donna ostaggio del maschio sopravvive ancora,nonostante una sua aggressività più che altro formale ed imitativa, ma non assertiva verso chi usa termini anche qui così gravi verso una femminilità che io ho sempre amato e che cerco di salvaguardare come posso. Nella mia realtà di ogni giorno, e in qualche occasione pure nel virtuale.

Ancora grazie per avermi concesso di chiarire un discorso che qui le nick non vogliono capire, non recepiscono, non approvano; anzi mi offendono con gratuiti attributi, per farsi accettare, da succubi, da un declinante mondo maschilizzato che sta indossando la maschera del leone sopra la sua spaurita faccia da coniglio pavido che presumo si rifugi in un virtuale non per altri scopi se non per sfuggire il confronto con le donne in carne ed ossa., che non sa più come affrontare in una società che ci mette sempre più alla prova. Le donne che non mi credono leggano (con attenzione!) le discussioni del gruppo maschile, e vedano quale scempio fanno di miei topic che ho proposto sui sentimenti, sulla sessualità femminile, sulla dialogicità e che loro suggestionate prendono per oro colato di una rara competenza.


Ancora grazie per avermi concesso di chiarire un discorso che qui le nick non vogliono capire, non recepiscono, non approvano; anzi mi offendono con gratuiti attributi, per farsi accettare, da succubi, da un declinante mondo maschilizzato che sta indossando la maschera del leone sopra la sua spaurita faccia da coniglio pavido che presumo si rifugi in un virtuale non per altri scopi se non per sfuggire il confronto con le donne in carne ed ossa.,


ciao..io sono un po pigro per certe cose e leggere dei papiri mi costa molta fatica (perdonerai l'ironia spero )...pero ti volevo dire una cosa,mia personale sia chiaro!...ogni volta che provo a leggerti - per i primi dieci secondi-..trovo affermazioni di cui sopra e allora mi chiedo;..ma a te poi in fondo in fondo che ti frega di quello che pensano gli altri..e gli altri di te?!..se ti senti veramente libero di esternare cio che sei,non dovresti avere nemmeno bisogno di concentrare la tua attenzione sulle cose "non capite" dagli altri...perche trapela invece un certo risentimento? ...forse,a pensarci bene non e' nemmeno tanto ot questo che ti ho appena detto...almeno dal mio punto di vista..

buona continuazione! ...

acquario69 is offline  
Vecchio 29-04-2008, 13.00.42   #7
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Ti ringrazio Arsenio per avermi spiegato il tuo pensiero.

Sono profondamente convinta che ma dalle sue aberrazioni, come le donne non dovrebbero sentirsi oppresse dalla "maschilità", ma dal maschilismo. Questo in un mondo ideale.
Nel mondo reale, lo vedo dappertutto non solo in questo forum, le cose si fanno più complesse e confuse.
Sbagliano le donne quando attribuiscono a tutti gli uomini le colpe di alcuni, e sbagliano gli uomini se attribuiscono solo alle donne la causa dell'attuale crisi di ruoli e beatificazione del femminismo.
Il maschile e il femminile sono come il giallo e il blu in un mondo che può funzionare solo verde. Non è quindi escludendosi a vicenda che si otterrà la giusta tonalità, nè aggiungendo ognuno il suo colore per sovrastare l'altro.
Credo sia il momento di ripulire la tela.

Cara Anagarika mi fa molto piacere che tu comprendi il senso della mia vana lotta donchisciottesca per far comprendere qualcosa che nessuna delle abituali nick sa o vuole comprendere. Mi spiace di aver dovuto abbandonare “il deserto dei sentimenti” che tu ora mi sembra trovi interessante . Si tratta di uno dei molti 3d da me presentati e che ho dovuto lasciare. Hai letto i post iniziali, di una nick che nemmeno conosco? E quell'affermazione per cui l'uomo virilmente sensibile può aspirare soltanto a .... ... una lesbica? Ricordo che ho proposto mesi “La libido femminile”. Ti farò ridere: contaminatissimo! Ma chi non può non riconoscere che sovente le competenze dei maschi sulle dinamiche dei coppia sono inadeguate, puerili e perfino sciocche? Mi piacerebbe che tu lo ricuperi in archivio e che ci dia un'occhiata. Non aveva suscitato l'interesse di alcuna donna! Se non in forma obliqua, contattando loro i nick ospiti e non me che l'avevo ideato. Scusami pure tu per i miei toni accesi e risentiti e decisamente eccessivi di questi ultimi tempi: lo riconosco. Forse è uno di quei tipici casi in cui si comincia a sparare cannonate a zanzare. Ma solo da qualche new entry ho avuto comprensione. Ma poi, se rimangono nel group, fatalmente devono assimilarvisi è impossibile altrimenti, e in ciò,come dicevo, concedo loro comprensione: si sono allacciate altre simpatie, alleanze, indubbie maggiori affinità, e per una maggior amicizia virtuale si tollerano pure incredibili cadute di stile ma soprattutto del buon gusto: quest' ultime doti sono diventate trasgressione e da poche donne ormai collocate tra i valori ambiti in un uomo. Non c'è alternativa: conosco bene certe dinamiche di coesione; nei gruppi off line dove ho spesso occasione di partecipare, e anche in quelli virtuali dove la formazione e la crescita, le proposte di dialogo autoconoscitivo, ecc. sono sovente marginali rispetto al prevalere del senso di appartenenza all'adeguamento al genere talk show, che oggi ha declassato ogni altro modo di più approfondita discussione . A meno che non si assumano posizioni di dissenso all'”opposizione”, come faccio io ora, ottenendo consensi solo da chi non ha ancora subito suggestioni ed è capace di pensare con una maggior autonomia. Ma si finisce per restare soli attendendo ... non Godot, ma qualche nuova partecipante per scambiare a volte anche un solo post. E 'la scelta obbligata di chi altrimenti dovrebbe rinunciar alla sua personalità in quanto la sua visione del mondo e stile di vita non coincidono con quelli del gruppo in cui è inserito o di cui vorrebbe fare parte.. Il rapporto sociale pure virtuale è ambivalente: si vuole salvaguardare la propria identità separata dagli altri che tuttavia sarebbero necessari all'esistenza e gratificazione dell'io Inoltre i maschi aggressivi sono anche in parte il prodotto di chi sta loro intorno, riflesso delle opinioni che suscitano e che talora sono di altro gradimento rappresentando le moderne icone dell'io postmoderno.

Ora, se hai pazienza, t'indico la mia “terza parte”, qui sotto, ancora per il “pluralismo dell'io postmoderno. E se credi, puoi esprimere qualche ulteriore opinione: accetto ovviamente pure ogni critica se costruttiva e non stroncante come quelle verso di me che avrai avuto occasione di leggere in “Il deserto dei sentimenti”. (non c'entra lo dico pe non sviarti dal senso,con il bellissimo romanzo di Buzzati Il deserto dei tartari a cui qualcuna ha voluto accostarmi) Oltre a tutto prima di esprimere giudizi così affrettati e sgraditi verso uno nick, dietro il quale c'è sempre una persona in carne ed ossa, bisogna, per valutarlo, proporsi di meglio conoscerlo.
Se la mia scrittura è troppo complicata, e fa perdere tempo, ti concedo di non replicare. A tua eventuale disposizione per qulsiasi ulteriore chirimento o sviluppo collaborativo per implicazioni di cui io non ho tenuto conto. In ogni caso

grazie

arsenio is offline  
Vecchio 29-04-2008, 13.03.33   #8
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Riferimento: pluralismo dell'Io postmoderno

Terza parte de "pluralismo dell'Io postmoderno"


Da svariate testimonianze durante otto anni quale osservatore-partecipante degli stili comunicativi mediati dal computer e delle “psicologie” più frequenti ma certo non generalizzabili, ho notato che molte ragazze, ma pure donne quasi anziane, che frequentano i forum virtuali sono state bambine non amate, non accettate, non valorizzate per farle diventare adulte capaci di trasmettere il loro patrimonio d'amore; per mantenere una buona autostima della loro femminilità mai sminuita a fronte del genere “”uomo”, ritenuto unico quale rappresentativo della specie, ma che in realtà è sempre, in ogni individuo, una dualità di entrambi i generi. Sono queste ex bambine, vissute tra l'assenza dei padri anaffettivi, che vedono replicati tali modelli in un maschio che non si rinnova rispetto all'evoluzione femminile degli ultimi decenni. Che poi sono quelle più attratte dall'unico modello d'uomo che hanno conosciuto; affascinate da chi non è mai cresciuto ed è volto spesso a comportamenti distruttivi ed autodistruttivi. Il maschio sensibile , che non è l' autocommiserante dalla facile lacrima né il femmineo con tutte quelle valenze distorte che qui i cosidetti maschi hanno pure a me attribuito, con il seguito di alcune “femmine” adoranti. Il maschio empatico non è ai loro occhi un soggetto riconosciuto. Vogliamo per togliere dubbi anche alle new entry, riproporre alcuni post di mesi fa?? Gl' insulti a Cacciari, a Morelli, e a tutti gl' intellettuali della psiche e della filosofia più ammirata che ho additato quli esempi autorevoli per una futura educazione socio-emotiva? Eppure sono questi (rari!!) maschi accoglienti i più compiuti, educati ai sentimenti familiari Hanno scoperto il “femminile” sia dentro che fuori loro stessi accettando la loro fragilità, riconoscendo i loro punti di forza, non per ostentazione, ma per orientare le loro risorse e non perdeere l'autostima e la sicurezza in se stessi, che è cosa ben diversa dal narcisimo di chi usa le donne come mezzi. .Sono amorosi e leali, non invidiano il grembo materno, e cresciuti da un'educazione sentimentale, a loro volta crescono figli equilibrati, donne femminili ma forti, che mai saranno succubi della dominanza maschile. E fuori da certa reattiva o imitante mascolinità femminile emergente, che al pari dei maschi apprezza il sesso non emotivo, le esperienze estreme e promiscue: ormai non so in quale misura solo per compiacere il marito-padrone interessato a orgasmi tristi quale scarica d' una pulsione istintuale. Si sta perdendo ogni forma di immaginario, i maschi creativi sono temuti, esorcizzati e sfuggiti; ma la sessualità dev'essere uno slancio vitale, trascendenza e non pene-vagina in frizione, per un meccanicismo da macchinari senza più alcun senso di affetti o poesia. Nè l'eros è rappresentato dai corpi levigati delle veline, ma certe donne “bruttine” per convenzione, assicuro che possono emanare un fascino tutt'altro che banale, fatto di verità e non di apparenza. Donne che toccano corde segrete dell'immaginario maschile, diventando loro in sé stesse occasione di trasgressione. Soltanto per gli uomini non resi ciechi dalle attrattive femminili imposte, verso quei modelli che stanno ore ed ore ad ammirare nei siti Internet o alla tivù, con conseguente lavaggio del cervello sulla donna da apprezzare.
Le identità sessuali pre-definite, in parte per indole e in parte autoimpostesi per omologazione, si sfaldano appena non sono più protette da un schermo, sia quello del mondo virtuale dove possono pure raccogliere i maggiori consensi, sia nella vita reale dove solo gli occhi infatuati di una “femmina”, come loro qui la sviliscono, possono a tempo determinato ignorare.
Le ragazze oggi non sempre si rendono conto dei loro condizionamenti, non si conoscono, ma non accettano percorsi di autoconoscenza, da nessuno e in nessun ambito; ad esempio fuggono subito se iniziano con me un 3d in tal senso significativo. Preferendo la superficialità banale e non impegnativa. Chiedete loro, osservate i mie post disertati, dove, ora privilegio le new entry che non solidarizzano con chi mi giudica senza nemmeno conoscermi (alcune nick mi risultarono sconosciute), loro sì destinate a maschi assenti, muti e incapaci di ascolto isolati davanti alla tivù. Sono queste donne tardi consapevoli quelle che si rivolgersi,talora vanamente ai terapeuti che diano loro una parvenza di ascolto e di attenzione, se va bene, quando i giochi della vita sono ormai fatti. Alcune dovranno decidere se abitare sotto lo stesso tetto ( ormai non si è più coppia) con un individuo che arriva a casa e si trincera nel mutismo; entità senza spessore emozionale e intellettuale, che non hanno mai posseduto un cerchio affettivo in cui accogliere le persone verso cui sarebbero dovute le maggiori attenzioni. Quante testimonianze di tale tipo ho sentito! Quale meraviglia poi, se queste sono state “le donne cercano tutte lo stesso tipo d'uomo, maschio e villano, e se qualcuno le tratta bene, sono poi loro a trattarlo male”?. Queste sono parole della Boralevi. Perchè io leggo molte pubblicazioni sul mondo femminile, e tutte le femministe ( non quelle addomesticate di adesso) concordano con me. Di Lina Sotis ho già riportato frasi simili, sulla tragica stupidità delle donne che a volte scelgono il peggio del peggio con repliche. Amano chi non telefona dopo varie promesse, chi le fa soffrire, chi le tradisce. E poi torna e con uno sguardo si riprende la vittima. Sembrano frasi di un romanzo d'appendice dell' '800, vero? Eppure sono testimonianze di vita vissuta di chi conosce il mondo femminile molto,molto meglio di me. Compiacimenti masochisti che per natura e cultura sono ancora retaggio delle femmine che non sono mai state educate a non temere quei simulacri di superiorità, che noi maschi ostentiamo, da cui forse nemmeno io sono esente, ma ho contrastato con automonitoraggi, come per l'ascolto attivo e intenzionale, che non era una mia caratteristica consolidata, tendendo noi tutti alla maggior urgenza del dire. Donne vittime attratte dalla complementarità del tiranno? Un caso emblematico è stato quel recente caso di cronaca di Natascha, vittima di una sottile, parzialmente confessata , seduzione del suo aguzzino. Un caso che si è ripetuto varie volte; un topos pure per qualche film, una sindrome patologica, ecc. Indicata da certi esperti della psiche come una situazione non limite, ma certo da non per pericolosamente affermare che ogni donna attende il suo aguzzino. Solo un barlume per spiegare certe connivenze nei rapporti di coppia, dove se i comportamenti maschili non celano troppi misteri, quelli delle donne sono imprevedibili a loro stesse. Le eroine che sono perverse schiave d'amore, nei romanzi d'ogni tempo sono figure sempre replicate dai romanzieri: si pensi alla fortuna di Emma Bovary, come figura rappresentativa femminile.
Non si può aiutare nessuno, se per indole umana si segue sempre ciò che il male e l'insensato, se alcune donne per un'educazione transgenerazionale sono avide di sofferenza.
arsenio is offline  
Vecchio 29-04-2008, 15.58.05   #9
azzurra3
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Originalmente inviato da Arsenio:Chi è oggi la “donna”, nel senso di femminilità?

http://www.masters-of-photography.co...ir_full.htm l


Ciao Arsenio!
Mi piace questa domanda che ti poni e che proponi...e mi ha fatto ricordare un recente episodio che mi è stato raccontato. Nella città nella quale vivo, ad un corso di fotografia, sono state fatte vedere, per poterle commentare, varie fotografie di famosi fotografi. Tra queste foto c’era anche quella riportata sopra e tra i vari commenti, la gran parte rivolti alla tecnica e all’inquadratura, alla luce e simili, uno ha colpito e mi ha colpito per la sua diversità:

un ragazzo, circa trentenne, ha detto: “forse il mio commento non c’entra nulla ma, ormai, solo in una vecchia foto in bianco e nero si vedono donne che indossano gonne”

che ne pensi di questo commento?
a me è piaciuto molto perchè mi sembra che esprima –assieme- un desiderio ed una nostalgia ed è uno spunto per parlare di femminilità e porsi delle domande:
cos’è la femminilità? è in un gesto? in un modo d’esprimersi?in un capo d’abbigliamento?
si è, davvero, persa una certa visione poetica del mondo e delle cose e dell’incontro uomo- donna?
cosa ne pensi?

abbraccio
azzurra
azzurra3 is offline  
Vecchio 30-04-2008, 09.27.27   #10
veraluce
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Citazione:
D Arsenio:
Appello alle Donne, che non sarà raccolto, per la ripresa di una maggior chiarezza per un dialogo più costruttivo, se stanno loro sempre a cuore i temi sugli stati affettivi., sul corretto confronto del mondo maschile e di quello femminile, per una dialettica sintesi e comune sentire. Abbiate il coraggio di dire che vi dissociate da chi vi svilisce e offende, oppure è lontano dalle vostre autentiche aspirazioni, che il maschio relazionale non è un genere ambiguo da demolire, ecc.

Buondì Arsenio!

Stavo riflettendo su questa parte del post quotata... sai mi è capitato di dover trovare le parole per difendere quello che presupponevo essere, in alcune occasioni, lo "svilimento" della donna... poi però riflettendoci un pochino di più, mi son detta che quello svilimento, quell'offesa non era rivolta veramente alla donna ma ad un'"idea" della donna... un 'idea che resta sempre legata alle apparenze e alla superficie (stessa cosa dicasi per le "idee" in cui si tende a racchiudere la figura maschile ovviamente)...

... ricollegandomi poi al concetto dell'autostima, la quale è da ricercare in sé stessi e non in relazione a gratificazioni o conferme esterne, penso sia un fattore importante che ci facilita sia il nostro andare verso l'altro che l'accoglienza dell'altro che viene verso di noi...

...alcune volte anche se diciamo il contrario alla fine dimostriamo di riuscire ad accogliere soltanto ciò che ci somiglia, che si esprime come noi, etc... e ammetto che certo è meraviglioso un confronto tra persone che viaggiano sugli stessi binari... ma quello che sto notando io, anche da quando scrivo sul forum, è che l'impegno che investo nel cercare il dialogo con persone di pensiero ed espressività diversi dal mio, mi permette sia di esplorare percorsi comunicativi che altrimenti non conoscerei in altri modi sia di rispettare le idee altrui... ad esempio come si può notare bene io e te abbiamo approcci diversi, ecco, questo incontro tra il mio approccio e il tuo a me personalmente ha permesso di sviluppare un ulteriore percorso psicologico e comunicativo che senza l'incontro con te sarebbe rimasto latente... e rispetto i tuoi pensieri e le tue idee perché mi hanno permesso sia di esprimere i miei pensieri e le mie idee... sia perché mi hanno dimostrato "apertura"... io non dimentico che la prima volta che dialogai con te ebbi un atteggiamento superbo... ma tu non chiudesti la comunicazione... sei andato "oltre"... ecco perché io ti reputo una persona sensibile... che merita sensibilità...

Ciao Arsenio ... alla prossima!
veraluce is offline  

 



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