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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 28-05-2008, 14.31.28   #11
Sùmina
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Data registrazione: 23-05-2006
Messaggi: 143
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Originalmente inviato da ornella
Ovviamente il senso di ciò che disse Russell, non era incoronare il più sensibile fra i generi.

E che cos'era allora....l'elogio dell'incapace?
Così non si fa torto a nessuno...

Citazione:
Originalmente inviato da ornella
L'esempio dell'arte in ogni caso non calza, in quanto essa è stata ritenuta degna per molti secoli solo per Voi uomini, Noi eravamo impegnate a pulire i pavimenti con le Nostre chiome. L'esser nobildonne di per se non rappresentava esser portate all'arte, il numero di quelle che si saranno potute avvicinare ad una penna o ad un pennello credo sia ridicolo. Aggiungo poi che l'arte non richiede propriamente la sensibilità che si identifica ad una donna. E anzi io stessa non escuderei che ci possa essere un uomo sensibile più della donna più sensibile, siete Voi che vi siete preclusi la possibilità di vivere la Vostra sensibilità.

Ennò cara la mia sottomessa, queste sono storielle che puoi raccontare a gente del calibro di chlobbygarl, non a me, sono fandonie che servono per giustificare l'assoluta assenza del femminile dal regno dell'eccellenza, buttando fango su chi quel primato lo merita e lo vale, il maschile.

Veniamo al punto.

A parte l'evidenza, visibile anche ai sassi, che l'accesso ai fornelli non ve l'ha negato nessuno, così come quello al taglio e cucito, ma guarda caso, ad elevare ad arte sia la cucina, che la moda, sono stati i soliti maschi, prova del fatto che dove c'e' capacità e virtù non valgono pretesti di numero, così come quelli di Studio, visto che anche tra il novero degli artisti affermati, una buona quantità era (ed e' ancora) auto-didatta, fatta da sè come si suol dire.

Ma prendiamo pure come esempio una di quelle che sono considerate, e a ragione, la massima espressione di sensibilità e di bellezza, la Musica.

Si puo' forse dire ,come maldestramente affermi, che le donne non hanno avuto accesso alla musica?
Tuttaltro!

Le donne nel campo della musica sono state sempre la maggioranza, infatti a partire dalla fine del '500, TUTTE le ragazze di buona famiglia venivano avviate allo studio della musica, come elemento indispensabile della formazione femmminile, i maschi, invece, venivano educati ad altro, come per esempio l'equitazione, la scherma, ecc.., questo perchè gli uomini venivano destinati al mestiere delle armi, le donne....a quello delle arti.

E questo ha perdurato fino agli inizi del '900 ed oltre.

Per le classi più svantaggiate, invece, la musica spesso rappresentava per la donna la possibilità di guadagnarsi da vivere bene senza dovere fare lavori troppo pesanti, visto che il lavoro abbondava in quanto le cappelle musicali erano lo status symbol di ogni potere, ogni re, conte, duca, arcivescovo e ogni municipio si pregiava di averne almeno una.

Tanto è vero che le orchestre di Venezia, erano praticamente solo femminili, e tutte le fanciulle aristocratiche erano educate alla musica, e di compositrici infatti ce ne furono a bizzeffe, solo per fare esempi, nel medioevo Hildegard von Bingen (mistica e musicista), nel rinascimento Barbara Strozzi e Antonia Bembo, nel romanticismo Clara Wieck (la moglie di Schumann), musa ispiratrice di tutti i romantici tedeschi fino a Brahms e compositrice ella stessa, fino al novecento, in cui le donne compositrici si sprecano.

L'orchestra di Vivaldi, ad es. era tutta femminile.

Con l'avvento dell'opera poi, venne anche l'avvento delle primedonne, cioè di cantanti famose che, proveniendo generalmente dalle più umili origini (basta leggerne un po' di biografie) vivevano osannate come delle regine, pagate con compensi astronomici e idolatrate da tutti.

Ma nonostante questo, nessuna donna ha mai raggiunto l'eccellenza di un uomo, nessuna di loro ha mai raggiunto i livelli di un Mozart o di Beethoven, ma neanche di un Vivaldi o di un Mascagni.

La sorella di Mozart ad es., Nannerl, da piccina era uguale al fratello, bravissimi entrambi dalla memoria prodigiosa e quando i fratelli Mozart (lui e lei) suonavano assieme era difficile dire chi fosse meglio.

Ma solo uno, da grande, divenne Mozart, Wolfgang Amadeus Mozart.
La sorella, Nannerl Mozart, rimase a suonare il clavicembalo in villa.


Ciao Ciao...
Sùmina is offline  
Vecchio 28-05-2008, 15.30.38   #12
Anagarika
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Data registrazione: 10-03-2008
Messaggi: 70
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Mi rendo conto rileggendomi che nel tentativo di elogiare alcune virtù maschili ho limitato la mia visione all'uomo 'con' e 'per' la donna. Per quanto veda che l'uomo può essere grande a prescindere, e la donna pure, non riesco proprio a immaginarli soli. Ho la sensazione che le due sensibilità, maschile e femminile possano produrre energia solo se s'incontrano, e i modi sono tanti, per fortuna, come ci mostrano i grandi artisti
Anagarika is offline  
Vecchio 28-05-2008, 17.27.13   #13
ornella
farabutta
 
L'avatar di ornella
 
Data registrazione: 05-02-2008
Messaggi: 327
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
=Sùmina]E che cos'era allora....l'elogio dell'incapace?
Così non si fa torto a nessuno...
Certo Russell è famoso per la sua ottusità

Citazione:
Ennò cara la mia sottomessa
Stai parlando con me ironico o meno non mi pare che io mi sia mai rivolta a te usando questi termini ne tantomeno c'è un rapporto dialogico che può farti presupporre di poterlo fare oltretutto uso il mio vero nome e ti sarei grata se lo usassi, in questi termini va bene anche se mi ignori.
,
Citazione:
queste sono storielle
Storielle, se ciò che io penso lo identifichi con storiella iniziano a mancare i presupposti per un dialogo.

Citazione:
che puoi raccontare a gente del calibro di chlobbygarl
Con Lui è un vero piacere parlare, sa che alla base del dialogo c'è il rispetto, hai ragione un altro calibro. Con Lui la mia femminilità non mi sembra debolezza, non mi permetterei mai di offendere tanta intelligenza con delle fandonie. Parli di me e mi parli di un altro utente sembri confuso o comunque sei curioso, e comunque senza arrivare all'ultima riga di ciò che hai scritto credo di non trovare ne piacere, ne senso a continuare spero mi scuserai, anzi in realtà non mi interessa, sai io cerco sempre di essere sincera Anzi a pensarci bene ti ho anche risposto
ornella is offline  
Vecchio 28-05-2008, 17.51.56   #14
iulbrinner
Utente bannato
 
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Il conflitto su le diverse opinioni sul valore dei generi non ha senso. Ho lanciato da 4 anni con molta moderazione e senza alcun problema (qualche centinaio) e da anni alcuni topic sui vari aspetti degli stati affettivi ( il mio campo privilegiato). Ma , se vuoi.......La mia linea di pensiero di tipo educativo non può farmi abbandonare certe posizioni, nemmeno per “recita.”
...........
Spero sia chiarita la mia posizione anche per gli altri/altre nick. Come si è detto, dietro a ogni nick c'è una persona.

Interpreto la tua frase iniziale “Il conflitto su le diverse opinioni sul valore dei generi non ha senso”, come una conferma – nel caso contrario, mi correggerai – del fatto che, secondo te, non esiste o non dovrebbe esistere una gerarchia di valore tra i due sessi.
Se così è - tralasciando le impressioni di segno contrario che, anche personalmente, ho avuto leggendoti da quando sono qui – direi che già si è trovato un punto di mutua condivisione.
Per il resto, non so i motivi per i quali alcuni nick abbiano giudicato o travisato i tuoi scritti, ma posso dirti dove, nell’immediato, io osservo un fattore inquinante del “dialogo” di cui si parlava qui e si parla in altri topic:
Citazione:
La mia linea di pensiero di tipo educativo….
Rivestirsi di ruoli e funzioni educative all’interno di un forum significa, a mio avviso, immaginare di avere qualcosa da insegnare agli altri.
Immaginare di avere qualcosa da insegnare agli altri, per logica concatenazione, significa ritenersi portatori di una visione “illuminata” da elargire nella tenebra di menti offuscate.
La condizione di chi “dialoga” con funzioni educative non è condizione paritaria ma presuntamene sovraordinata.
Ora, sono dispostissimo a riconoscerti questa funzione superiore – almeno per quanto mi riguarda – laddove essa scaturisca da titoli, riconoscimenti accademici, autorevolezza consacrata pubblicamente ed altre valide ragioni che possano giustificare la tua “pretesa”.
In caso contrario - senza intento polemico – non ti sembra che si tratti di una presunzione fuori luogo?
iulbrinner is offline  
Vecchio 27-06-2014, 21.31.31   #15
Torchemada
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Messaggi: 1
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

La piu' grande virtu' dell' uomo è la donna. Indefinita fonte d' ispirazione. Filosofi, poeti, cantanti, pittori, operatori di teatro, cineasti e contadini che tra un colpo di zappa e un piatto di minestra vedono il senso della vita convergere nella propria compagna.

Per la loro indiscussa notorietà e introspezione, l' elogio delle virtù maschili è rivendicabile dall' antitesi biologica dell' uomo... la donna.
Torchemada is offline  
Vecchio 29-06-2014, 14.01.37   #16
maral
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L'avatar di maral
 
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Elogio delle virtù maschili

Maschile e femminile che altro sono se non i segni di una complementarietà solo alla luce della quale può trasparire il reciproco valore. Una complementarietà focalizzata in modo biologico, emotivo, sentimentale e sociale sul rapporto io-altro ove l'altro è la polarità a me opposta, ma anche il mio modo di sentirmi femminile nel mio manifestarmi come maschio o viceversa.
L'elogio della virtù maschile come l'elogio di quella femminile non può dunque essere che elogio di una complementarietà socialmente, culturalmente e psicologicamente riuscita, elogio di un'armonia tra polarità la cui antitesi le richiama e che si realizza nel continuo implicarsi reciproco e non certo nella rivendicazione di una qualsiasi superiorità di genere in stile machista o femminista, comunque distruttiva dell'altro, quanto per riflesso di se stessi in una sorta di egoismo suicida.
L'attuale rivendicazione del femminile all'espressione maschile è sia un effetto culturale del progressivo isolamento individuale (che esige l'individuo completamente separato dal suo altro, in un'autosufficienza totalmente illusoria nella sua pretesa di completezza tecnicamente sorretta), sia l'ennesima pretesa maschile di adeguamento ai propri valori dell'intera sfera esistenziale e in cui il nato maschio resta paradossalmente marginalizzato, proprio in quanto la pretesa esige la trasformazione verso il maschile per mostrare la sua piena potenza, il poter fare di se stessi ciò che si vuole e dunque diventare ciò che si vuole (ma in realtà è sempre solo voluto da una necessità che ingloba l'individuo pur celebrandone ipocritamente le istanze, quindi è alienazione mascherata).
La donna che si fa aggressiva, vincente sulla concorrenza, razionale, pragmaticamente attiva, conclusiva e spietatamente seduttrice, tanto da apparire erotizzante nella sua indomabile volontà di potenza si riduce a iconografia caricaturale del maschile, di un maschile che ovviamente non può più essere riconosciuto al maschio in quanto tale se non nella fantasia erotica di un femminile rimosso per dovere da entrambi i generi.
Così abbiamo uomini caricatura a confrontarsi con donne caricatura in attrazioni"repulsioni caricaturali, ma entrambi fermamente convinti che la caricatura esprima ciò che essi sono, nient'altro che ego ammalati di se stessi in reciproca alienazione, nella pretesa di una totalità individualmente egoistica costantemente illusa, ma sempre negata. Ciò che emerge è così solo la reciproca insoddisfazione sempre ribadita.

Ultima modifica di maral : 29-06-2014 alle ore 23.12.01.
maral is offline  
Vecchio 01-07-2014, 15.36.35   #17
jeangene
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Originalmente inviato da maral
progressivo isolamento individuale (che esige l'individuo completamente separato dal suo altro, in un'autosufficienza totalmente illusoria nella sua pretesa di completezza tecnicamente sorretta)

Si tratta di una "malattia" difficile da contrastare, di una forza costante che ci spinge verso l' isolamento.
Opporsi a questa forza è difficile, specialmente se proprio nello scegliere noi stessi scegliamo ciò che tende ad isolarci (ad esempio la scelta di un interesse come la filosofia).
In che modo ci si può difendere? Forse scoprendo il valore, l' importanza, la necessità dell' altro?
Ecco quindi la mia domanda: In che modo dipendiamo dall' altro? In che modo ne necessitiamo?

jeangene is offline  
Vecchio 02-07-2014, 19.18.49   #18
arsenio
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili

X Torchemada
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e altri


Il mio "elogio delle virtù maschili" va capito dall'antefatto di sei anni fa
necessario per chiarire un fraintendimento di allora.

Ero stato critico verso l'uomo privo di una vita interiore, che mai ha imparato certi tratti appartenenti all'"Anima",in senso junghiano, il
"femminile" dell'uomo che concede una crescita psicologica e affettiva, di conseguenza abilità alla comunicazione relazionale, intima, all'accoglienza empatica, "materna", che possono innalzarlo a una virilità da "Uomo" e non solo da "maschio" secondo limitati stereotipi di genere che finiscono per condizionare anche le preferenze delle donne.

Molte affidabili studiose concordano che la rozzezza fallica fa piuttosto presa sul loro immaginario di genere. Questa consapevolezza li eccita, certi di un consenso se si comportano in un certo modo.
mentre una virilità problematica e profonda si dovrebbe s'imparare dalle donne.

Oggi si parla tra l'altro della scomparsa del padre, assente in senso fisico e psicologico, dove il normativo patriarcale, vigente fino a alcuni decenni fa, non esiste più.

Il paradosso è che nel frattempo si nota un'inversione dei tratti di genere:uomini femminilizzati nel senso peggiore: fragili, deboli, con l'io spento, forse anche a causa di certe dottrine trans personali di un neo spiritualismo simil-orientale che questo insegnano,ma prive di quell'ascetismo che fa parte dei nativi. Si nota anche nei discorsi culturali una predilezione per l'Immateriale evasivo,il prelogico,il mistico confuso.Questa è una mia ipotesi ancora da verificare

In seguito ho letto alcune tesi autorevoli dove si conferma l'inesistenza o povertà della vita interiore maschile. Arido analfabeta emotivo anche per radicate abitudini educative, per cui il maschietto deve reprimere le emozioni, concesso solo alle donne.

Deve rifuggire tutto ciò che appartiene al mondo sentimentale affettivo.Un uomo capace di una conversazione confidenziale, intima, di sostegno è cosa rara. Nei rapporti amorosi la passione appartiene alle donne, la meccanicità fisiologica agli uomini.

L'aspetto cruciale è che non sarebbe nemmeno apprezzata dalle donne perché non coincide con la loro introiezione archetipica dell'uomo ideale, anche se a livello conscio affermano di cercare chi incarni quelle tipiche doti che tutti conosciamo e che appartengono al principe azzurro.
Nei rapporti amorosi la passione appartiene alle donne, la meccanicità fisiologica è maschile

Molte vetero femministe autorevoli criticano l'avvento di un neo-femminismo che rinuncia a rivendicare la "differenza" di pari dignità, per annullarsi in un unico genere "maschile", di pari diritti e anche comportamenti.
Ha fatto scuola la serie "sex and city, di donne molto più emancipate anche per disinvoltura sessuale.Si affianca alle ricerche attuali per cui le doti elettive femminili, empatia, accudimento, relazionalità si attestano sui bassi livelli maschili.

arsenio
arsenio is offline  
Vecchio 14-07-2014, 23.08.21   #19
Jaspar
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Messaggi: 3
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Per me si distinguono tre tratti caratteristici nell'animo umano:
la natura
la cultura
il condizionamento culturale (mainstreaming)

Ovvio che le tre cose si intersecano ed a volte si compenetrano, per cui è difficile in certi casi distinguere tra l'una e l'altra.
Però tale distinzione comunque esiste e, dato ciò, si ha che come prima cosa si deve capire che uomo e donna hanno una diversa natura, formatasi nel corso dei secoli dei secoli. Data una diversa natura si hanno diverse capacità e diversi ruoli. Sono fissi ed invariabili capacità e ruoli? Ovvio che no, ma un cane non si troverà mai molto bene ad arrampicarsi sugli alberi.
Partendo da questo si ha che la cultura, quella vera, dovrebbe insegnare all'uomo quello che può fare o non fare, senza pagare pegno alla propria natura (cioè senza violentarla)

Oggi accade che il condizionamento culturale - terza parte in causa- induca però l'uomo a comportamenti che non gli sono consoni.
Ed ecco l'uomo che perde l'identità, ecco che è "convinto" che la donna sia come lui (gli uomini e le donne sono uguali) ma poi impazzisce per quelle sottomesse; oppure ancora, peggio, si dà al femdom, etc, etc.

Questo si ha quando il condizionamento culturale stride in maniera evidente, netta e abnorme con le regole naturali, che pure permetterebbero una certa "flessibilità".

Tutto ciò, infine, per me non accade per caso, ma è frutto di una strategia ben meditata volta ad ottenere precisi risultati nelle masse.
Ebbene si: sono un complottista.
Jaspar is offline  
Vecchio 15-07-2014, 18.00.54   #20
arsenio
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Messaggi: 1,006
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Originalmente inviato da Jaspar
Per me si distinguono tre tratti caratteristici nell'animo umano:
la natura
la cultura
il condizionamento culturale (mainstreaming)

Ovvio che le tre cose si intersecano ed a volte si compenetrano, per cui è difficile in certi casi distinguere tra l'una e l'altra.
Però tale distinzione comunque esiste e, dato ciò, si ha che come prima cosa si deve capire che uomo e donna hanno una diversa natura, formatasi nel corso dei secoli dei secoli. Data una diversa natura si hanno diverse capacità e diversi ruoli. Sono fissi ed invariabili capacità e ruoli? Ovvio che no, ma un cane non si troverà mai molto bene ad arrampicarsi sugli alberi.
Partendo da questo si ha che la cultura, quella vera, dovrebbe insegnare all'uomo quello che può fare o non fare, senza pagare pegno alla propria natura (cioè senza violentarla)

Oggi accade che il condizionamento culturale - terza parte in causa- induca però l'uomo a comportamenti che non gli sono consoni.
Ed ecco l'uomo che perde l'identità, ecco che è "convinto" che la donna sia come lui (gli uomini e le donne sono uguali) ma poi impazzisce per quelle sottomesse; oppure ancora, peggio, si dà al femdom, etc, etc.

Questo si ha quando il condizionamento culturale stride in maniera evidente, netta e abnorme con le regole naturali, che pure permetterebbero una certa "flessibilità".

Tutto ciò, infine, per me non accade per caso, ma è frutto di una strategia ben meditata volta ad
ottenere precisi risultati nelle masse.
Ebbene si: sono un complottista.



Ok, con qualche precisazione.

Natura = eredità biologica, patrimonio genetico, tratti di genere umorali-innati e in parte educativi appresi.

Cultura =la storia di ognuno,in particolare i vissuti: l'ambiente familiare, modelli e credenze assimilate, istruzione scolastica, esperienze significative, amicizie, relazioni con persone importanti per la nostra formazione, ecc.

Oggi alla luce delle neuroscienze e ultimi strumenti,non hanno senso le dispute tra innatisti e ambientalisti. Natura e cultura, nel senso succitato, si condizionano a vicenda. La parola stessa ha effetti sulla plasticità cerebrale durante tutto l'arco di vita.


Gli educatori, gli analisti, gli psicologi dell'età evolutiva ancora indicano nella madre una figura insostituibile specie durante i primissimi anni.
Quindi personalmente, mi lascia perplesso il caso dei due genitori dello stesso sesso. omosessuale.

Opportuna, viceversa , in certe situazioni, dove l'altro genitore manca, uno scambio adattivo di ruolo: es. il maschio che educa ai sentimenti, la donna assertiva che addestra ai rischi della vita,e che rafforza l'autostima spesso nelle femmine carente.

La donna facile preda dei femminicidi ha diverse origini da quella sottomessa di un tempo.
Scambia le botte per attenzioni amorose, convinta di trasformare l'uomo,subisce un certo fascino equivocando su certi tratti maschili, ripete schemi appresi in famiglia e legittimati: spesso il padre massacrava la madre, eppure … a suo modo l'amava, ecc.

La donna sottomessa è una figura obsoleta, fa parte di una cultura patriarcale da decenni scomparsa. Era l'angelo del focolare,macchina riproduttiva,la massaia,a cui si negava il piacere sessuale, ecc.

Diverso l'uomo ( e padre)attuale assente,narcisista patologico, che esige un possesso oggettuale e incondizionato della partner, un corpo che contenga il suo organo sessuale,e non tollera nessun abbandono. Non esiste un rapporto di uguaglianza. L'Italia è il Paese più maschilista sessista e misogino.

Condizionamenti di massa, in tale ambito,non ne vedo. Può essere che l'industria dei cosmetici abbia promosso il metrosexual di qualche anno fa. L'uomo ( non gay) consumatore di creme, profumi, massaggi, lampade abbronzanti,ecc. L'uomo che vede un sostituto del potere fallico nell'automobile potente.

Ciaociao
arsenio
arsenio is offline  

 



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