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Vecchio 20-05-2008, 09.43.12   #1
arsenio
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Elogio delle virtù maschili

Elogio delle virtù maschili

Credo ci siano ancora equivoci riguardo al dibattito su “maschile” e femminile”. Anche per il silenzio o dissenso delle nick. Non si può ridurre tutto a interpretazioni personali di “femminilizzazione o mascolinizzazione, termini peraltro che io non uso, se non per riportare parole altrui.

Nessuno più di me apprezza le autentiche virtù maschili, il logos dell'emisfero razionale, del pensiero, della memoria, del linguaggio logico-sequenziale, ecc. Che auspico pure in ogni donna, unite a quei comportamenti per convenzione “maschili”: ambizione, decisione, indipendenza. Ammiro le donne autonome le loro capacità intellettuali,la disinvoltura un loro forza d'animo nel fronteggiare certe avversità della vita. Se non le possiedono può dipendere dall'educazione familiare per loro prevista secondo i soliti canoni. Per esempio mia figlia ha sviluppato più doti autoaffermative che affettività o buonismi di maniera.

E' vero che ho criticato il “dovere” per noi maschi di dover esibire a volte una “recita” d'obbligo,di ruolo di dominio, anche in famiglia, rimuovendo il “femminile” Sono contrario ad ogni ruolo rigido imposto dalla famiglia, da un contesto educativo, politico, economico, sociale, oltre che dalla memoria genetica. Per cui, a parer mio esiste una bisessualità di genere, biologico-ambientale, per cui l'uomo dev'essere sempre “attivo e forte”. Qualità apprezzabilissime se non travisate o male applicate. E la donna “passiva e fragile”. Anche questi tratti spesso banalizzati in clichè imposti., o viceversa, per reattività, in senso contrario, allora sì “mascolinizzati” in aggressività, freddezza, atteggiamenti castranti.

Femminsimo e postfemminismo possono aver provocato una repressione sessuale, dopo la “rivoluzione”, la coppia aperta, il sesso libero, ecc. Inadeguati per salvare le unioni, e al contrario, acuendo gli elementi distruttivi interiorizzati da secoli di cultura di antitesi “uomo -donna”
Ma essere in contrapposizione aggressiva non è virtù maschile, è maschilismo.

Per jung “animus” è il “padre” interiorizzato nella donna; “anima” è la “madre” interiorizzata nell'uomo. Chi può negare che durante l'infanzia e adolescenza abbiamo, maschi e femmine, avuto bisogno di entrambi? La madre protettiva e accuditiva e il padre che inizia ai rischi della vita che non vanno mai elusi? Ne parlai diffusamente a “figure maschili: il ruolo del padre”, Nessuno/nessuna affrontò tale topic in un prolungato scambio di post, come avrei desiderato.

Non disconfermo l'indecifrabilità e certe contraddizioni femminili. Credo che quasi tutte e in ogni fascia di età, attendano ancora un amore avvolgente e senza certe nostre fissazioni maniacali; non tutte si adattano a essere considerate oggetti.
Può pur verificarsi che la loro tensione erotica, se pure di sesso vogliamo parlare, sia rivolta a uomini che non stimano e di basso profilo culturale, di cui non sono innamorate, e il virtuale spesso concede tali trasgressioni o abbagli. Di altri uomini possono innamorarsi per qualche loro qualità interiore, con più distacco. Ma un coinvolgimento erotico non va confuso con l'innamoramento; specie per chi afferma di non scindere eros e affettività.

Sono contrario, non per moralismi, al sesso consumistico, porno-masturbatorio, voyeuristico;alla violenza d'ogni tipo erotizzata da una sottocultura, per eteroinduzione o imposta, ecc. Perchè non mi sembra rivalutino l'essenza della coppia.
arsenio is offline  
Vecchio 20-05-2008, 10.48.51   #2
iulbrinner
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Per cui, a parer mio esiste una bisessualità di genere, biologico-ambientale....
Potresti precisare questo concetto e se esso riconduca, come sembra [per cui l'uomo dev'essere sempre “attivo e forte”....E la donna “passiva e fragile”.] alla predominanza dei fattori culturali?
....sempre che il dialogo sia il tuo obiettivo.

Ho anche un'altra curiosità:
Citazione:
Ma essere in contrapposizione aggressiva non è virtù maschile, è maschilismo.
quindi, ne deduco che il femminismo "antagonista" ed antimaschile degli ultimi vent'anni, per te, sia da considerarsi una forma di "maschilismo". Giusto?
iulbrinner is offline  
Vecchio 20-05-2008, 16.31.03   #3
Sùmina
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Mah.....sarò io che non riesco a leggere bene, sarà la stanchezza e un po' di vista appannata, ma se questo è un topic dell''elogio delle virtù maschili...io mi sento Simone de Beauvoir, perchè a parte 2 righe in tutto, mi pare che manchino sia le virtù, sia e soprattutto gli elogi.
Sùmina is offline  
Vecchio 21-05-2008, 10.05.32   #4
arsenio
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Messaggi: 1,006
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Quando s'invita al dialogo si dovrebbe stabilire cosa s'intende con tale termine. Dialogo non è mai un gioco a somma zero: Io /tu vinco + 1, Io/tu perdi – 1. Deve tornare a vantaggio di entrambe le parti. Non sempre è possibile, se si parte da premesse diverse e “sistemi” troppo divergenti. Ad esempio sarebbe come convincere un creazionista sulle nuove teorie evoluzionistiche.

Avete già il consenso di tutte le ragazze del forum , vorreste pure il mio?
La storia del femminismo presenta luci ed ombre; il postfemminismo non si sa quali risultati potrà ottenere.
In quanto all'emisfero destro, è vero. L'Occidente non lo ha mai valorizzato, se non per quelle qualità di creatività, fantasia, intuizione, strumenti che possono far raggiungere soldi e successo.
La misoginia , se attraversiamo pure i miti, ebbe una sua logica, e si tratta ancora di un conflitto tra pubblico e privato. Le donne sono ormai emancipate, dovrebbero ottenere ancora qualcosa nel mondo del lavoro e in politica. Con l'abbattimento di qualche pregiudizio; ma le due cose sono connesse. Vedremo.


arsenio is offline  
Vecchio 21-05-2008, 15.39.04   #5
iulbrinner
Utente bannato
 
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Messaggi: 303
Riferimento: Elogio delle virtù maschili

Citazione:
Quando s'invita al dialogo si dovrebbe stabilire cosa s'intende con tale termine. Dialogo non è mai un gioco a somma zero: Io /tu vinco + 1, Io/tu perdi – 1. Deve tornare a vantaggio di entrambe le parti.
Credo che ognuno di noi concepisca il "dialogo" secondo un proprio metro che lo collega, di volta in volta, alle misurazioni che intende conseguire.
Data per buona questa affermazione (ma la si può anche contestare, volendolo) posso solo dire quale sia la misurazione che a me interessa.
Personalmente non sono interessato a conseguire vantaggi come corrispettivo dello svantaggio altrui; anzi, mi rappresento il "dialogo" come quel luogo e quella dinamica di interazione umana che, alla fine della fiera, porta sempre e comunque vantaggi a tutte le parti in causa.
Vuoi per aver potuto consolidare una propria convinzione, vuoi per avere scoperto un'angolazione diversa attraverso la quale guardare il mondo, vuoi per avere sottoposto un oggetto d'analisi ad un'esplorazione di significato che, in condizioni ordinarie, non verrebbe di praticare, vuoi per molte altre buone ed intuitive ragioni che non sto qui ad elencare.
Si arriva, poi - e questo è indiscutibile - al punto limite, quello che coinvolge i "presupposti di valore" da cui ci si muove e che non può essere oltrepassato senza scadere e tradursi in violenza.

Quale, allora, la misurazione che interessa me, iulbrinner, in modo particolare?
Per quanto mi riguarda sono interessato a misurare le "diversità" dei punti di vista, a comprenderne le ragioni sino ad osservare, con relativa chiarezza, i "presupposti di valore" che ne sono alla base.
Per quanto impossibile possa apparire il dialogo (e, secondo me, non lo è mai veramente) esso può comunque portare chiunque dialoga a verificare la sussistenza e l'autenticità dei "valori" che si concretizzano nella realtà.
Senza questo processo mirante alla consapevolezza, saremmo ancora intenti a credere che la terra è piatta e che lo schiavismo è naturale.

Citazione:
Avete già il consenso di tutte le ragazze del forum , vorreste pure il mio?
No. Se quello che ho scritto sopra ha un senso, vuol dire che delineare e rimarcare le differenze aiuta a riconoscersi meglio.
Riconoscere meglio sé stessi è - secondo me - acquisire maggiore consapevolezza del proprio agire e questo, io credo, "torna a vantaggio di entrambe le parti".

L'alternativa, comunque, è il monologo sordo e cieco che non conosce ragioni.
Ognuno segua la strada verso la quale si sente inclinato.
iulbrinner is offline  
Vecchio 22-05-2008, 13.05.43   #6
arsenio
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Citazione:
Originalmente inviato da iulbrinner
Credo che ognuno di noi concepisca il "dialogo" secondo un proprio metro che lo collega, di volta in volta, alle misurazioni che intende conseguire.
No. Se quello che ho scritto sopra ha un senso, vuol dire che delineare e rimarcare le differenze aiuta a riconoscersi meglio.
Riconoscere meglio sé stessi è - secondo me - acquisire maggiore consapevolezza del proprio agire e questo, io credo, "torna a vantaggio di entrambe le parti".

L'alternativa, comunque, è il monologo sordo e cieco che non conosce ragioni.
Ognuno segua la strada verso la quale si sente inclinato.


Il conflitto su le diverse opinioni sul valore dei generi non ha senso. Ho lanciato da 4 anni con molta moderazione e senza alcun problema (qualche centinaio) e da anni alcuni topic sui vari aspetti degli stati affettivi ( il mio campo privilegiato). Ma , se vuoi possiamo verificare in archivio, alcuni nick anche femminili ( posso solo dire di essere un po' stupito che tollerino una così scarsa fiducia nel sesso femminile da parte di alcuni partecipanti, ma non sono affari miei) sono stati estremamente pesanti e soprattutto ingiusti nel giudicarmi e nel travisare ciò che io assolutamente non intendevo; ancora adesso si pensa che io sia a favore di un'ambiguità sessuale. Perchè mai i miei chiarimenti non valgono? Se pure tu ti ritieni un maschio assertivo, prova a metterti nei mie panni e chiediti se si possa o meno giustificare alcune mie reazioni, sia pure a volte eccessive. Ma non importa, basta eludere i miei topic e lasciarli per chi li può in qualche modo apprezzare, sia pure solo lettrici. Lo so che sono eccentrico e piuttosto discutibile per vari motivi nel propormi, sia per temi e modo di condurli; ma nemmeno m'importa di risultare gradito o simpatico a tutti La mia linea di pensiero di tipo educativo non può farmi abbandonare certe posizioni, nemmeno per “recita.” Sarà un luogo comune, ma “chatta e lascia chattare”.
Spero sia chiarita la mia posizione anche per gli altri/altre nick. Come si è detto, dietro a ogni nick c'è una persona.

arsenio is offline  
Vecchio 26-05-2008, 21.56.35   #7
Anagarika
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Elogio delle virtù maschili

Essere argine, quando la donna è acqua, e diga se necessario.
Aratro e sole e pioggia e seme, quando la donna è terra.
Mulino a vento, quando la donna è aria.
Camino e braci, quando la donna è fuoco.

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Vecchio 27-05-2008, 14.26.45   #8
ornella
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Russell se non erro, sosteneva che qualsiasi qualità o caratteristica tipica di un genere sessuale, appartiene anche all'altro genere. E aggiungeva prendendo per esempio la sensibilità, che l'uomo più sensibile tra gli uomini, è sicuramente più sensibile della donna meno sensibile tra le donne Non vedo di che altro parlare
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Vecchio 27-05-2008, 16.48.07   #9
Sùmina
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Originalmente inviato da ornella
Russell se non erro, sosteneva che qualsiasi qualità o caratteristica tipica di un genere sessuale, appartiene anche all'altro genere. E aggiungeva prendendo per esempio la sensibilità, che l'uomo più sensibile tra gli uomini, è sicuramente più sensibile della donna meno sensibile tra le donne Non vedo di che altro parlare

Russell non ha per caso anche detto che l'uomo più sensibile tra gli uomini, è più sensibile della donna piu' sensibile tra le donne?

Se non l'ha detto...lo dico io.

No, sai, perchè al di là di tante parole e tante formule ecumeniche, l'arte che cos'è se non l'espressione di sensibilità superiore?

E tutto cio' che e' stata massima espressione artistica, e dunque massima sensibilità, è stato maschile.

Se lo incontri.....diglielo a Russell.



*ormai anche l'arte, e' morta e defunta.
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Vecchio 28-05-2008, 12.18.32   #10
ornella
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Citazione:
Originalmente inviato da Sùmina
Russell non ha per caso anche detto che l'uomo più sensibile tra gli uomini, è più sensibile della donna piu' sensibile tra le donne?

Se non l'ha detto...lo dico io.

No, sai, perchè al di là di tante parole e tante formule ecumeniche, l'arte che cos'è se non l'espressione di sensibilità superiore?

E tutto cio' che e' stata massima espressione artistica, e dunque massima sensibilità, è stato maschile.

Se lo incontri.....diglielo a Russell.



*ormai anche l'arte, e' morta e defunta.
Ovviamente il senso di ciò che disse Russell, non era incoronare il più sensibile fra i generi. L'esempio dell'arte in ogni caso non calza, in quanto essa è stata ritenuta degna per molti secoli solo per Voi uomini, Noi eravamo impegnate a pulire i pavimenti con le Nostre chiome. L'esser nobildonne di per se non rappresentava esser portate all'arte, il numero di quelle che si saranno potute avvicinare ad una penna o ad un pennello credo sia ridicolo. Aggiungo poi che l'arte non richiede propriamente la sensibilità che si identifica ad una donna. E anzi io stessa non escuderei che ci possa essere un uomo sensibile più della donna più sensibile, siete Voi che vi siete preclusi la possibilità di vivere la Vostra sensibilità
ornella is offline  

 



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