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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 28-05-2008, 14.34.53   #91
nexus6
like nonsoche in rain...
 
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Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
Un saluto a tutti...

Noor, non mi riferivo a te, anzi pensavo fossi una delle poche persone in grado di comprendere quanto stavo dicendo. Lasciamole queste etichette, Noor, non sentirti chiamato sempre in causa se parlo di “spiritualità”. Già pare ti veda: “mi dispiace d’averti deluso...”; risparmiatelo.

Quanto agli altri... mi limito ad osservare, non so...

Antonio
nexus6 is offline  
Vecchio 28-05-2008, 16.31.49   #92
iulbrinner
Utente bannato
 
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Messaggi: 303
Riferimento: una mia curiosità... [sul forum]

Citazione:
Originalmente inviato da vagabondo del dharma
A me sembra ci sia una "totalità che si identifica" con tutto quello che è "non ideologia". "Comunità di appartenenza ideologica", appunto. Quindi vede la realtà attraverso quella lente, credendo di osservare la realtà oggettiva e di decidere sulla realtà oggettiva nel miglior modo possibile.

Quindi confermi, tutto sommato, il tuo paradigma di cui ho parlato prima - l’inevitabilità, quasi l’ineluttabilità dell’ideologia - mettendo in secondo piano quello che io, invece, tento di mettere sotto il riflettore in luogo di quella: la centralità essenziale del “dato di realtà”.
Ritieni, sbagliando, che io contrapponga una mia ideologia alla tua, mentre il mio sforzo sistematico è il richiamo alla realtà dei fatti, verbali o meno che siano, solo a partire dai quali si rende legittima la successiva valutazione di valore (per me limite estremo ed intangibile).
E’ quando la valutazione di valore (l’ideologia) precede la realtà che il pensiero conseguente ne risulta distorto.
Se tizio mi dice che “la bellezza di una casa sta tutta nella bontà d’animo dei suoi abitanti” io non posso non fargli osservare che la reggia di Versailles è una “bella casa” indipendentemente da chi l’ha abitata e dalla bontà d’animo dei residenti.
Ma tizio vuole affermare il “valore della bontà” e non c’è modo di ragionarci.
Il ritorno alla realtà che io vedo sta proprio in questo; nel disvelamento del carattere intimamente ideologico (quindi, pregiudiziale dice giustamente Noor) di gran parte della cultura dominante negli ultimi decenni.
Utili spunti di riflessione su questo specifico tema sono contenuti nella parte iniziale di questa discussione:
https://www.riflessioni.it/forum/cult...uando-mai.html
poi inevitabilmente degenerata in inutile contrapposizione ideologica tra opposte fazioni.

Il gioco del confronto dialettico è, a mio modo di vedere, conflittuale ed a somma zero solo quando una concezione ideologica della realtà si contrappone, anche nelle forme più improbabili, contro tutti i dati di realtà contrari.
E’ lì che nasce il conflitto; nella difesa oltranzista dell’ideologia contro ogni evidenza.
E’ lì che il dissenso dall’ideologia viene stigmatizzato come patologia ("nella questione dei generi ……la ripetitività di alcuni spunti, reiterati in maniera quasi parossistica.") inaugurando il gioco manipolativo delle “dinamiche personali”; ultima spiaggia di resistenza dell’ideologia morente.

Come utilizzare al meglio, allora, un confronto forumistico?
Per quanto mi riguarda, ritengo che lo scambio dialettico non sia mai a somma zero quando dalle concezioni, dall’ottica, dalle parole di qualcun altro, io posso ampliare la mia percezione della realtà; riuscire ad osservare cose che la mia visuale non ha mai considerato e farle mie aumentando il mio spettro visivo.
Ma per ottenere questo risultato è necessario parlare di cose reali e vere, non di principi astratti, bei sentimenti e nobili intenzioni; quella è ideologia.
iulbrinner is offline  
Vecchio 28-05-2008, 19.38.38   #93
Noor
Ospite di se stesso
 
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Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
Riferimento: Un saluto a tutti...

Citazione:
Originalmente inviato da nexus6
Noor, non mi riferivo a te, anzi pensavo fossi una delle poche persone in grado di comprendere quanto stavo dicendo. Lasciamole queste etichette, Noor, non sentirti chiamato sempre in causa se parlo di “spiritualità”. Già pare ti veda: “mi dispiace d’averti deluso...”; risparmiatelo.
Ho capito dopo che ti riferivi a vecchi discorsi dei quali non potevo essere a conoscenza.
Così comprendevo e proiettavo...proiettavo e comprendevo..
Mezz'ora dopo era comunque già finita..

..comunque non sto proprio a leggere bene i post..ma "surfo" sulle parole..
sino a che qualcosa non mi catalizza...
Forse la negazione di questo thread,ahimè..
Noor is offline  
Vecchio 29-05-2008, 09.52.02   #94
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
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Messaggi: 245
Riferimento: una mia curiosità... [sul forum]

Citazione:
Originalmente inviato da iulbrinner
Quindi confermi, tutto sommato, il tuo paradigma di cui ho parlato prima - l’inevitabilità, quasi l’ineluttabilità dell’ideologia - mettendo in secondo piano quello che io, invece, tento di mettere sotto il riflettore in luogo di quella: la centralità essenziale del “dato di realtà”.
Ritieni, sbagliando, che io contrapponga una mia ideologia alla tua, mentre il mio sforzo sistematico è il richiamo alla realtà dei fatti, verbali o meno che siano, solo a partire dai quali si rende legittima la successiva valutazione di valore (per me limite estremo ed intangibile).
E’ quando la valutazione di valore (l’ideologia) precede la realtà che il pensiero conseguente ne risulta distorto.
Se tizio mi dice che “la bellezza di una casa sta tutta nella bontà d’animo dei suoi abitanti” io non posso non fargli osservare che la reggia di Versailles è una “bella casa” indipendentemente da chi l’ha abitata e dalla bontà d’animo dei residenti.
Ma tizio vuole affermare il “valore della bontà” e non c’è modo di ragionarci.
Il ritorno alla realtà che io vedo sta proprio in questo; nel disvelamento del carattere intimamente ideologico (quindi, pregiudiziale dice giustamente Noor) di gran parte della cultura dominante negli ultimi decenni.
Utili spunti di riflessione su questo specifico tema sono contenuti nella parte iniziale di questa discussione:
https://www.riflessioni.it/forum/cult...uando-mai.html
poi inevitabilmente degenerata in inutile contrapposizione ideologica tra opposte fazioni.

Il gioco del confronto dialettico è, a mio modo di vedere, conflittuale ed a somma zero solo quando una concezione ideologica della realtà si contrappone, anche nelle forme più improbabili, contro tutti i dati di realtà contrari.
E’ lì che nasce il conflitto; nella difesa oltranzista dell’ideologia contro ogni evidenza.
E’ lì che il dissenso dall’ideologia viene stigmatizzato come patologia ("nella questione dei generi ……la ripetitività di alcuni spunti, reiterati in maniera quasi parossistica.") inaugurando il gioco manipolativo delle “dinamiche personali”; ultima spiaggia di resistenza dell’ideologia morente.

Come utilizzare al meglio, allora, un confronto forumistico?
Per quanto mi riguarda, ritengo che lo scambio dialettico non sia mai a somma zero quando dalle concezioni, dall’ottica, dalle parole di qualcun altro, io posso ampliare la mia percezione della realtà; riuscire ad osservare cose che la mia visuale non ha mai considerato e farle mie aumentando il mio spettro visivo.
Ma per ottenere questo risultato è necessario parlare di cose reali e vere, non di principi astratti, bei sentimenti e nobili intenzioni; quella è ideologia.

"Parossistico" lo intendevo come fenomeno di grande intensità, non in chiave patologica, ma hai ragione, poteva dar adito a quello che hai detto.

Quanto al dato di realtà, mi spieghi qual è il dato di realtà della questione "rapporto tra generi"?

Le "questioni più sentite" ormai troverebbero più spazio nell'opinione pubblica: qual è il dato di realtà della "questione sicurezza"?

Il dato di realtà della "questione stranieri"?

Forse più che "dato di realtà" tu parli di "rappresentazione della realtà", soprattutto quando citi gli autori ("fatti verbali") che sostengono le tue tesi o quando dici che basta aprire un giornale o ascoltare un tg per rendersene conto.
vagabondo del dharma is offline  

 



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