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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 27-09-2003, 04.09.45   #1
Bavani
Ospite
 
Data registrazione: 23-09-2003
Messaggi: 25
Il senso di colpa

In questo momento sono intrappolata da una marea di sensi di colpa. Mi rendo conto di non aver ancora perso la possibilità di voltare pagina ma purtroppo i sensi di colpa che da diverso tempo attanagliano la mia vita stanno bloccando le mie scelte personali, la stima e la fiducia in me stessa e nelle mie capacità. Pensavo di essere una donna indipendente e libera, ma poi, in seguito ad un'amore trasformato in convivenza, ho ricominciato a perdere a poco a poco me stessa. L'amore è finito ma noi continuiamo a vivere insieme. Nel più profondo di me stessa, il giorno che presi la decisione di dividere la mia vita con un uomo, sentivo che sarebbe stato un errore, ma il sentimento di allora prese il sopravvento. Volevo provare. Pensavo che se la cosa non fosse andata, sarebbe stato semplice uscirne. Non è così. Vorrei chiudere questa storia ormai sofferta e tormentata. Mi sento in colpa per aver preso la decisione sbagliata e per aver coinvolto ques'uomo in questa situazione. A causa mia quest'uomo ha cambiato città e ha un lavoro molto precario, inoltre è molto solo e sembra possa contare solo su di me. Inoltre in questo momento io mi sento la sua carnefice e quindi davvero indegna dell'amore che nonostante tutto continua a dimostrarmi. Per staccarmi da lui ho provato di tutto ma penso che la prima cosa da farsi è liberarmi dal profondo senso di colpa che ho nei sui confronti.
Avrei bisogno di qualche consiglio. Grazie. Bavani
Bavani is offline  
Vecchio 27-09-2003, 12.00.20   #2
igro
Ospite
 
Data registrazione: 20-05-2003
Messaggi: 22
Ciao e benvenuta,
ho letto il tuo messaggio e mi viene in mente qualcosa da dirti sperando che possa esserti utile.
La prima osservazione che mi viene da fare è che dovresti liberarti del senso di fallimento che hai per la convivenza mal riuscita, poichè se tu non avessi provato non saresti mai giunta a questa conclusione...e poi poteva anche andar bene non credi?
Purtroppo l'unico modo per capire la vita è proprio commettere errori, altrimente sapremmo già tutto.
Per il resto non hai a mio avviso altro antitodo al senso di colpa se non quello di assumerti le tue responsabilità; con tutto il fatto che il tuo compagno abbia cambiato città e lavoro, che sia solo e quanto altro, è sempre meglio donargli la sua libertà invece di continuare a stragli accanto senza amarlo....
Poi, alla fine, se fai questo, credo possa stare molto meglio anche tu.
Un affettuoso saluto
Igro
igro is offline  
Vecchio 27-09-2003, 12.05.32   #3
Ygramul
Anima Antica
 
L'avatar di Ygramul
 
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
Non è semplice dare consigli. Se non ti dispiace ti faccio un paio di domande, non tanto per avere delle risposte io, se vorrai potrai anche non rispondermi.

La prima cosa che mi viene in mente è di chiederti se hai parlato col tuo compagno della situazione che vivi ora. A volte si può trovare una forma di aiuto reciproco anche in una situazione come la tua. Ma per far questo è importante sapersi parlare.

La seconda cosa è: come mai lui è tanto solo? Quando abitava nella sua città, aveva amici, un gruppo di persone alle quali era affettivamente legato, o era comunque una persona tendenzialmente sola? (come capirai la differenza è grande...)

Cos'è stato nella convivenza ciò che ti ha portato a scoprire che le cose non andavano?

A volte riflettere su "come" siamo arrivati a vivere una situazione difficile, ci può portare alla soluzione. Ti abbraccio!
Ygramul is offline  
Vecchio 27-09-2003, 15.39.58   #4
Bavani
Ospite
 
Data registrazione: 23-09-2003
Messaggi: 25
Caro Igro, inizialmente ti ringrazio per il benvenuto e ne approfitto per salutare chiunque si collegherà alla discussione. Le tue parole mi danno conforto e mettono in risalto la riflessione che ho maturato dal momento in cui ho scritto (erano le 4.00) ad ora. E' vero, ho voluto provare e mi sono comunque messa in gioco (e in discussione). Se non avessi provato la convivenza (l'unica di tutta la mia vita perchè in passato non avevo mai avuto il coraggio di fare questo passo) non avrei forse capito così bene il dubbio che mi assaliva da sempre e avrei brancolato ancora tra le pseudo certezze che mi ero creata ma che onestamente non mi facevano sentire molto felice. Ho sempre creduto che nella vita sociale di una donna dovesse essere necessaria la presenza maschile. E' luogo comune considerare che le donne che rimangono "zitelle" sono sempre state indicate come donne di serie B, negative e incapaci di amare ed essere amate perchè problematiche, egocentriche e capricciose. Inoltre le donne sole vengono più "molestate" delle donne sposate ed è veramente difficile per una donna sola non farsi prevaricare da una società prevalentemente ancora maschilista. Il rispetto va alla donna sposata, regina del focolare, dedita ai figli e al marito e che oggigiorno riesce anche a lavorare. la donna sposata è la donna di cuori mentre la donna nubile, soprattutto ad una certà età, è quella che non se l'è voluta prendere nessuno perchè incapace di essere una "vera" donna, quindi la donna di picche. Per avere rispetto, quel rispetto che hai quando c'è accanto a te un uomo, o ti fai due palle così oppure diventi monaca. E di farmi monaca, per il momento non ce n'è proprio. Ora credo di essere anch'io finalmente di serie A, ma per me stessa. Il mio essere sola non è mai stata una condizione ma una scelta, come è una scelta quella di essere una donna sposata . Ora ho meno sensi di colpa. Scelgo per quello che è veramente meglio per me e naturalmente credo anche a ciò che è bene per il mio compagno . Chissà magari riuscirà a trovare quello che cerca in me in un' altra donna. Naturalmente questa è la prima fase del mio cambiamento e so che dovrò affrontare direttamente il dolore della perdita, sia interiore che esteriore. Non sarà facile, ma adesso mi sento meglio, ed anche più onesta. Soprattutto con me stessa. Grazie
Bavani is offline  
Vecchio 27-09-2003, 16.49.12   #5
Bavani
Ospite
 
Data registrazione: 23-09-2003
Messaggi: 25
Cara Anima Antica, sarò lieta di risponderti perchè le tue domande, anzichè turbarmi, mi aiutano a capirmi di più e quindi a crescere. Ho sempre parlato con il mio compagno anche perchè prima di stare insieme siamo stati amici e compagni di un meraviglioso viaggio spirituale. Lui è sempre stato al corrente del mio modo di essere e nonostante le reciproche vedute differenti quel rapporto amichevole era forte e complice e soprattutto libero da vincoli. Inoltre avendo lo stesso maestro spirituale, condividevamo insieme molti aspetti della vita. Poi è scattata la scintilla e nonostante i buoni propositi e i migliori auspici, nella realtà ci siamo trovati sul ring del vivere comune. Ho cercato davvero di essere quella donna che lui voleva, un pò passiva e che accentra tutte le sue attenzioni sul suo uomo e ingenuamente pensavo che sarei cambiata, che ci avrei provato con tutte le mie forze, che anch'io desideravo la stessa cosa. E poi impercettibilmente, giorno dopo giorno mi sono allontanata dal mio sentire e dal mio modo di essere sprofondando nell'insicurezza più cupa, chiedendomi continuamente che cosa veramente volevo. Anche se una forte parte di me sentiva sbagliata questa unione, l'altra parte, quella fragile e sensibile, desiderava quello che tutte le donne desiderano. E il mio compagno incarna davvero l' amore e l'affetto che la maggior parte delle donne esistenti su questo pianeta vogliono avere: amore, dedizione, manifestazioni affettuose, tu al centro del suo universo. Lui ha sempre saputo di questo mio travagliato dubbio, gliene ho sempre parlato, ma non so se mi abbia mai capito: io credo di no. Ho sofferto tantissimo perchè per lui i miei problemi interiori, il mio sentire erano falsi, erano solo scuse e che solo lui mi avrebbe potuto amare e sopportare. Questa mattina, quando lui si è alzato, ho avuto il coraggio di parlargli, comunicandogli la mia intenzione di chiudere definitivamente qualcosa che è ormai già chiuso da un pezzo, ma per affetto, per paura di lasciare quello che si ha ed anche per abitudine e "comodità"continua ad andare avanti. Adesso è al lavoro e io no so ma credo che stia molto più male di me, ma a questo non ci voglio pensare, perchè è ciò che mi ha sempre creato dei pesanti sensi di colpa.
Lui è solo perchè vuole stare solo. Quando ho iniziato a frequentarlo lui viveva in un paesiono a 30km da Bologna. Era reduce da una lunga convivenza con una ragazza che aveva conosciuto in India quando per tre anni ha vissuto là. Poi erano tornati in Italia e dato che lei era di Bologna si sono sistemati lì. Poi lei lo ha lasciato e se ne è andata via e lui è rimasto lì. Solo. Mi ricordo che proprio la sua ragazza mi disse di chiamarlo, perchè era tanto solo e per lui era davvero un momentaccio. Pensavo che il problema della solitudine era dovuto al fatto che era in quel paesino e che in una città avrebbe coltivato più interessi e che si sarebbe fatto degli amici. Che in quel paese non aveva sbocchi. Ma in questi anni non ha coltivato nessun interesse se non nella sua ricerca spasmodica della pace mentale e interiore. Non ha molte iniziative. Diciamo che non ne ha. E piano piano anche io mi sono fatta trascinare in questa apatia. E ora troppe incomprensioni ci dividono. Ho fatto di tutto, ma lui non lo ha nemmeno notato, anzi. Io sono la glaciale e fredda. quella che se non è lui che mi piglia, non ci sarà di certo un'altro che mi amerà come mi ha amato lui.
Benchè ci vogliamo bene, sappiamo ambedue che non c'è più niente da fare se non quello di farsi forza e andare ognuno per la propria strada. E tu non hai idea di quanto mi dispiaccia. Chissà, magari un giorno ritorneremo ancora vecchi amici. E io, sinceramente, lo spero con tutto il cuore. Grazie della tua attenzione.
Bavani is offline  
Vecchio 27-09-2003, 17.08.01   #6
basil
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Io sono la glaciale e fredda. quella che se non è lui che mi piglia, non ci sarà di certo un'altro che mi amerà come mi ha amato lui.

Ho sofferto tantissimo perchè per lui i miei problemi interiori, il mio sentire erano falsi, erano solo scuse e che solo lui mi avrebbe potuto amare e sopportare.

se lui ha usato davvero queste parole c'è molto da dubitare del suo "amore". Ma, si sa, oggi per amore si spacciano sentimenti molto meno nobili, si cerca di mascherare insicurezze, possessività, si sfruttano ricatti affettivi che fanno leva proprio sui sensi di colpa, e così via: tutto, pur di non affrontare se stessi, la propria miseria interiore.

Ma la situazione in cui ti sei trovata è scaturita anche dalla tua stessa insicurezza e mancanza di autostima; mi sembra che tu l'abbia finalmente compreso, agendo di conseguenza.

Ti faccio i migliori auguri!
basil is offline  
Vecchio 27-09-2003, 17.31.58   #7
Ygramul
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Purtroppo tentare di cambiare è sempre una mossa perdente. Ovunque, in ogni situazione, ma soprattutto in amore. Si impara pestandoci il muso, si impara sciroppandosi conseguenze sgradevoli o dolorose...

I cambiamenti sono un processo inevitabile nella vita, ma ricercarli per diventare "quella persona che a lui/lei piace" di solito è fallimentare... Ti parla una che ha un divorzio alle spalle e un matrimonio che si appresta a concludere il suo ciclo...

Ti abbraccio...
Ygramul is offline  
Vecchio 27-09-2003, 19.55.43   #8
Fragola
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Messaggi: 2,913
Re: Il senso di colpa

Ciao Bavani.
Arrivo tardi. Quello che ti avrei detto è che il fatto di aver riconosciuto i tuoi sensi di colpa era già un grande passo per superarli. Ma lo hai già fatto da sola.
Tutto quello che posso dirti ora è che so che, per quanto scelta, una separazione è sempre dolorosa. Per questo ti sono vicina.
Sono un po' perplessa dal discorso che fa il tuo amico e cioè che solo lui è in gradi di amarti. E perchè mai?
Non devi cercare di trasformarti in qualcosa che non corrisponde alla tua natura per far piacere a qualcuno. Il tuo sentire è tuo, non può essere falso. E' semplicemente tuo.

un abbraccio e coraggio.
Fragola is offline  
Vecchio 28-09-2003, 09.06.21   #9
Bavani
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Data registrazione: 23-09-2003
Messaggi: 25
Carissimi/e Basil, Ygramul, Fragola,
intanto davvero un grazie di cuore. Le vostre parole mi sono davvero di grande aiuto in questo momento di cambiamento. Adesso però è arrivato il momento di mettere in azione la mia decisione ed ecco che prepotenti i sensi di colpa riemergono. L'uomo in questione si è installato nella mia casa e per me affrontare questo passo con calma, serenità e diplomazia è particolarmente arduo. Partendo dal fatto che io ho un buon lavoro, una casa (non mia ma con il contratto d'affitto intestato a me) e posso gestire tranquillamente la mia vita da sola, lui non ha soldi, praticamente niente e non sa dove andare. Così, dicendogli di andarsene mi sembra "di sparare sulla croce rossa" e forse potete immaginare come io mi possa sentire. Ma è anche mio sacro santo diritto rientrare in possesso della mia vita, della mia casa che ahimè è anche piccola!
Inizialmente pensavo di andarmene io, ma sinceramente non me la sento di lasciare questa casa per diversi motivi pratici quali mia madre che vive nello stesso stabile ed è malata e quattro gatti trovatelli che trovano spazio in un bel giardino circostante. Inoltre credo che lui sarebbe costretto a sua volta a lasciare l'appartamento perchè impossibilitato a pagare (e poi, sinceramente, non so se la proprietaria che anch'essa vive qui e che mi sembra non lo veda di buon occhio, gli rinnoverebbe il contratto alle stesse condizioni). Forse lui non se ne accorge, ma la sua condizione, precaria ma libera da vincoli , gli permetterebbe di ricominciare in qualunque parte del globo. Insomma, non è davvero facile. Lui è la vittima ed io la sua carnefice. E vi assicuro che, in questo momento, mi è anche difficile guardarlo in faccia. Ma come ho fatto a cacciarmi in questa squallida situazione così dolorosa e lacerante?
Un abbraccio forte a tutte/i voi. Grazie di cuore.
Bavani is offline  
Vecchio 28-09-2003, 15.11.40   #10
cannella
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Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
Dal tuo primo post si nota che sei diventata più consapevole della situazione;all'inizio parlavi di sensi di colpa, poi hai messo in luce un fatto che non è trascurabile: lui ha già vissuto una situazione analoga e non fa nulla di sua iniziativa. Mi sembra che il suo dichiarare che nessuno potrà amarti come lui sia in realtà solo il tentativo egoistico di rimanere in questa situazione di comodo.
Non hai nessuna responsabilità e lo sai bene, quella che all'inizio è stata una scelta di entrambi ora mi pare più una forma di parassitismo consapevole da parte sua.
Scusami se dico questo, seguo solo il tuo racconto da esterna.
Forse il suo "ascetismo" l'ha portato a escludere forme di amicizia ma di fatto anche lui vive in una società dove è richiesta una forma di collaborazione. Sicura che il suo atteggiamento non sia in realtà una scusa per appoggiarsi a te in tutto e per tutto?
A questo punto la soluzione potrebbe essere fare in modo di trovare per lui un'alternativa (anche se dovrebbe farlo lui, ma almeno così non avresti sensi di colpa per averlo lasciato sulla strada): un lavoro in un'altra città ad esempio.
Così potresti dirgli: guarda, c'è questa soluzione, ma in ogni caso fra noi e finita e io voglio stare sola.
Insomma non farti incastrare dai sensi di colpa, secondo me sono fuori luogo.
cannella is offline  

 



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