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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 27-04-2014, 00.34.17   #1
vanina
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Messaggi: 268
Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

Provo a condividere questo interrogativo che non mi porrei se non mi venisse ...affettuosamente....posto dal mio prossimo.

Pensate possa essere patologico il non credere assolutamente nella relazione sentimentale di coppia, e vivere come una sciocchezza indesiderabile e impercorribile qualunque ipotesi di essa, senza per questo sentirsi affatto "male"?

Provo ad accennare i fondamentali.
Un po' più giovane di una Gianna Nannini da poco mamma , o di una Madonna Ciccone show-girl evergreen... credo di aver vissuto con passionalità autentica e forse eccessiva i miei rapporti di coppia. Mai brevi, sempre intensi e coinvolgenti per entrambi.
Mi sono sempre trovata a doverne uscire con la morte nel cuore ma per la impossibilità di non chiuderli, se non al prezzo di cominciare a recitare.
La ragione delle chiusure...sembra diversa di caso in caso, ma non lo è.
Io ho sempre chiuso in esito allo stesso processo mentale, che è questo in sintesi : essermi innamorata della (immaginata) grandezza adulta del lui quasi fossi io una bimbetta e lui il vero uomo; aver dolorosissimamente scoperto nel tempo che il vero uomo era un bimbetto e anche fragile, malgrado le apparenze socialmente avallate; aver io inconsciamente mutato gli equilibri per trasformarmi in mamma, anche con successo; aver dovuto rendermi conto che non era assolutamente quello di mamma il ruolo a cui aspiravo; chiudere con dolore e sensi di colpa, gli stessi di chi abbandonasse un figlio (unica micro-consolazione razionale e solo razionale : sapere che non fosse mio figlio, nè avrebbe dovuto esserlo).

Ciò premesso torno al punto: ho chiuso l'ultima relazione importante dopo anni di impegno appassionato in funzione della reciprocità.
Mi accorgo anche di essermi data un tempo estenuantemente lungo per riflettere.
Il risultato della riflessione, come sempre, è stato quello della chiusura con qualche senso di colpa (da mamma fuori luogo) e nessun rimpianto.

Ma questa volta, a differenza di quanto avveniva in passato, non ho soltanto chiuso una relazione importante: ho chiuso (senza accorgermene nell'immediato) con l'idea stessa della relazione sentimentale di coppia.

In realtà e se ci rifletto....non credo di aver mai visto una coppia che realmente realizzi quella unione che per il mio immaginario corrispondeva al Concetto di Coppia.
Per cui...mi veniva (mi viene) del tutto spontaneo dire "ok...se non c'è non c'è, facciamocene una ragione, e la vita è comunque interessante!"...

Mi sembra un assunto semplice, elementare, anche modesto in fondo...

E invece scopro di non poterlo pronunciare senza ricevere amorevoli diagnosi e consigli (magari da chi vive una coppia che...darei di matto per claustrofobia , se dovessi viverla io), perchè il coro è "ma come? sei giovane, hai ancora tanta vita davanti, è importante non chiudersi e avere un compagno!".

Modestamente...sarei tutt'altro che chiusa (oltre a svolgere felicemente professione del tutto incompatibile con la chiusura al prossimo) ...

E' proprio (e soltanto) che nella relazione di coppia non ci credo proprio più e temo che non riuscirò a crederci mai più.

Questo non mi rende sofferente (per nulla).
Ma (questo era il senso del quesito) perchè questo sembra, ai più, insano e bisognevole di soccorso ?



Un devoto grazie a chi avesse avuto la bontà di leggere.
vanina is offline  
Vecchio 27-04-2014, 04.55.59   #2
acquario69
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

Citazione:
Originalmente inviato da vanina
Provo a condividere questo interrogativo che non mi porrei se non mi venisse ...affettuosamente....posto dal mio prossimo.

Pensate possa essere patologico il non credere assolutamente nella relazione sentimentale di coppia, e vivere come una sciocchezza indesiderabile e impercorribile qualunque ipotesi di essa, senza per questo sentirsi affatto "male"?

Provo ad accennare i fondamentali.
Un po' più giovane di una Gianna Nannini da poco mamma , o di una Madonna Ciccone show-girl evergreen... credo di aver vissuto con passionalità autentica e forse eccessiva i miei rapporti di coppia. Mai brevi, sempre intensi e coinvolgenti per entrambi.
Mi sono sempre trovata a doverne uscire con la morte nel cuore ma per la impossibilità di non chiuderli, se non al prezzo di cominciare a recitare.
La ragione delle chiusure...sembra diversa di caso in caso, ma non lo è.
Io ho sempre chiuso in esito allo stesso processo mentale, che è questo in sintesi : essermi innamorata della (immaginata) grandezza adulta del lui quasi fossi io una bimbetta e lui il vero uomo; aver dolorosissimamente scoperto nel tempo che il vero uomo era un bimbetto e anche fragile, malgrado le apparenze socialmente avallate; aver io inconsciamente mutato gli equilibri per trasformarmi in mamma, anche con successo; aver dovuto rendermi conto che non era assolutamente quello di mamma il ruolo a cui aspiravo; chiudere con dolore e sensi di colpa, gli stessi di chi abbandonasse un figlio (unica micro-consolazione razionale e solo razionale : sapere che non fosse mio figlio, nè avrebbe dovuto esserlo).

Ciò premesso torno al punto: ho chiuso l'ultima relazione importante dopo anni di impegno appassionato in funzione della reciprocità.
Mi accorgo anche di essermi data un tempo estenuantemente lungo per riflettere.
Il risultato della riflessione, come sempre, è stato quello della chiusura con qualche senso di colpa (da mamma fuori luogo) e nessun rimpianto.

Ma questa volta, a differenza di quanto avveniva in passato, non ho soltanto chiuso una relazione importante: ho chiuso (senza accorgermene nell'immediato) con l'idea stessa della relazione sentimentale di coppia.

In realtà e se ci rifletto....non credo di aver mai visto una coppia che realmente realizzi quella unione che per il mio immaginario corrispondeva al Concetto di Coppia.
Per cui...mi veniva (mi viene) del tutto spontaneo dire "ok...se non c'è non c'è, facciamocene una ragione, e la vita è comunque interessante!"...

Mi sembra un assunto semplice, elementare, anche modesto in fondo...

E invece scopro di non poterlo pronunciare senza ricevere amorevoli diagnosi e consigli (magari da chi vive una coppia che...darei di matto per claustrofobia , se dovessi viverla io), perchè il coro è "ma come? sei giovane, hai ancora tanta vita davanti, è importante non chiudersi e avere un compagno!".

Modestamente...sarei tutt'altro che chiusa (oltre a svolgere felicemente professione del tutto incompatibile con la chiusura al prossimo) ...

E' proprio (e soltanto) che nella relazione di coppia non ci credo proprio più e temo che non riuscirò a crederci mai più.

Questo non mi rende sofferente (per nulla).
Ma (questo era il senso del quesito) perchè questo sembra, ai più, insano e bisognevole di soccorso ?



Un devoto grazie a chi avesse avuto la bontà di leggere.


ciao..
secondo me buona cosa e' riflettere a priori sul fatto che alla fine attiriamo esattamente cio che ci somiglia,sia nel "bene" e nel "male"…
quindi,non saprei con esattezza ma a me sembra che tu più che un compagno,cerchi un "padre" e credo che questo l'abbia già intuito da te.
..trovo pure molto interessante e curioso che poi questo "padre" per te si vada trasformando di seguito in un "figlio"..forse non per caso,appunto..

..e se invece cominciassi a vedere l'altro non più come a un tuo "bisogno" ma semplicemente come a una persona,senza dovergli attribuire un ruolo che tra l'altro tu stessa sceglieresti per lui ma come a un essere che al pari tuo e' soggetto al mutamento,pur rimanendo fedele a una sua personalità di fondo,nelle reciproche e sacrosante diversità,anziché vederlo solo come una maschera pietrificata che tu stessa gli avresti affibbiato?

penso che i rapporti (e non solo di coppia,uomo-donna) siano oggi vissuti al pari di un qualsiasi "scambio commerciale",tutto cio che esiste viene riformulato solo su questa concezione e ne siamo talmente intrisi,di questa insana mentalità consumistica inculcataci così profondamente,che poi e' diventato così faticoso riuscire a "vedere" qualcosa di diverso da questo.
facilita pure un bisogno ossessivo di ricerca della perfezione (che non esiste) e al desiderio incessante e compulsivo (esattamente come uno spot televisivo..del genere "consigli per l'acquisto!") e percio di un idealizzazione esasperata e irreale..ognuno poi si fa il suo bel "film" interiore,guarda caso appunto lo stesso che ci viene riproposto di continuo..i nostri rapporti così si trasformano in ologrammi virtuali,all'interno del nostro stesso immaginario…(forse un immaginario,che addirittura non e' nemmeno nostro) cosa rimane poi di reale e concreto e oserei dire di umano?

e se tutto questo fosse pure un caricare all'altro di una responsabilità che oltre a non appartenergli diventa pure un trucco per non lavorare su noi stessi,nel tentativo di ricercare in noi i motivi di una nostra "mancanza" scaricandoci così la responsabilità di guardarci dentro fino in fondo?

detto cio che mi veniva da dirti al riguardo e senza alcuna pretesa ovviamente, pero non riuscirei a capire una cosa,che (forse) avvertirei come una tua contraddizione di fondo...se trovi che sia "insano" e bisognevole di soccorso ai più,ma che a te al contrario non ti renderebbe sofferente per nulla..allora che motivo o bisogno avresti avuto di doverne parlarne (scrivere in questo caso) ?
acquario69 is offline  
Vecchio 27-04-2014, 09.09.08   #3
jador
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

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Originalmente inviato da vanina
Provo a condividere questo interrogativo che non mi porrei se non mi venisse ...affettuosamente....posto dal mio prossimo.

Affettuosamente...il tuo prossimo...vorrebbe vederti allineata perché...mal comune...mezzo gaudio...

Decisione che nasce, la tua, dalla consapevolezza.
Consapevolezza che nasce dall'essersi messa in gioco, aver sperimentato e aver compreso che certi ruoli non si addicono all'amore di coppia.
E non ti sei accontentata, non ti sei adagiata.

E se e' sacrosanta la diversità dell'altro, altrettanto sacrosanto è che l'altro non ce lo dobbiamo far piacere per quello che è, ma ci deve piacere per quello che è, spontaneamente, senza se e senza ma.

Dici bene, e concordo pienamente: è raro vedere una coppia che corrisponde al Concetto di coppia, sempre più frequente invece vedere chi, come te, serenamente rinuncia al surrogato dell'amore.
jador is offline  
Vecchio 28-04-2014, 00.29.07   #4
vanina
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

Un sentito grazie ad entrambi, Acquario e Jador.

Non so se gli affettuosi consigli di chi mi è vicino nel reale siano dettati dal "mal comune mezzo gaudio", me posso dirmi certa che Jador abbia compreso perfettamente lo stato d'animo che ha determinato le mie scelte.

Acquario...hai generosamente messo in campo tanti di quegli argomenti ... che non saprei da dove cominciare, però ci provo.

La ragione per cui ne ho scritto l'ho detta (e ripetuta) : mi meraviglia che il mio prossimo sia meravigliato dalla mia attuale e serena risoluzione di considerare la relazione sentimentale di coppia come un non-sense (su questo torno tra un attimo, credo sia importante).

Il complesso discorso sul "cosa si cerca" , "cosa si trova", "chi trasforma chi", ecc. trova, per il mio sentire, una sublime risposta in Jador, quando scrive "se e' sacrosanta la diversità dell'altro, altrettanto sacrosanto è che l'altro non ce lo dobbiamo far piacere per quello che è, ma ci deve piacere per quello che è, spontaneamente, senza se e senza ma.".
Il nodo è tutto qui, per spiegare le mie scelte passate.

Tu Acquario mi proponi un'analisi e io ti ringrazio e accedo più che volentieri, ma a cuore sereno mi sento di dire che non cercavo alcun padre. Dire che lo (li) vedevo come grandi uomini al cui cospetto mi sentivo persino piccola...credimi, Acquario, è stato solo un modo per rendere in poche righe quello stato d'animo che qualunque passionale che sia stato innamorato conosce , e cioè il vedere l'altro come grande ed unico. E vedercelo - qui sono con te - per il gioco incrociato delle proprie aspettative (ok) ma anche del modo in cui l'altro si pone e propone!

Le relazioni vissute nel concreto, però, sono il crudelissimo banco di prova e collaudo di tutto questo.
Su questo banco io non mi sono mai attesa di trasformare nessuno. Piuttosto ho sperato ardentemente che l'idea di lui non mi si trasformasse sotto gli occhi.
Invece questo è accaduto, purtroppo e sempre.
E quando accade questo, accade anche che il primo presidio sia quello di invocare tutte le sante cose che dici anche tu, che vanno dall'accettazione della realtà dell'altro e sino all'accoglimento di essa.
Ma è proprio questo che trasforma la compagna (e solo lei) in madre.
Potrebbe anche essere bello (credo fermamente che sia desiderabile essere, nella coppia, anche un po' l'amico e il genitore e il fratello e infine il figlio del partner) ed infatti è questo sentimento che permette di vivere con passione anche questa fase.
Fin quando non si è costretti a realizzare che in questo non c'è alcuna reciprocità e avvicendamento nell'ambito della relazione, mentre del "grande uomo" non resta davvero più nulla, anche se i capricci del bimbo ex grand'uomo rischiano di non darti neanche più il tempo di chiederti un semplicissimo "uè...ma è questo che volevo per la mia vita?".

Tutto qui, gentilissimo Acquario.

Torno alla motivazione del non-sense, che forse era il centro vero del mio interrogativo.
Il mio prossimo nel reale trova strano che io rifugga deliberatamente da ogni ipotesi di nuovi legami sentimentali, ed io trovo strano che il mio prossimo lo trovi strano. Perchè?
Non so perchè il mio prossimo trovi strano il mio atteggiamento (ed ho scritto per questo).
Ma so perchè trovo strano (io) l'atteggiamento del mio prossimo, e almeno questo posso spiegarlo.
Ovviamente mi baso sulle mie esperienze e sulle riflessioni che queste hanno generato.
Ma quando parlo di mie esperienze non parlo soltanto delle mie relazioni sentimentali, bensì anche del tanto che sin dall'adolescenza mi è arrivato come spaccato intimistico su vite altrui, maschili e femminili.
Forse sarebbe lecito dire che ne traggo un quadro devastante.
Mi limito a dire - per prudenza e cortesia - che ne traggo un quadro affatto desiderabile.

Non ho visto o saputo in tutta la mia vita una sola coppia che abbia saputo vivere quel paradiso di semplicità inarrivabile che , tanto cara agli psicologi, è compresa nel concetto "credo in te" puntellato da onestà intellettuale e attrazione reciproci!
Di variabili deformanti, invece, ne ho viste (e vissute) tante, e solo quelle.
Tutto e sempre (nel migliore dei casi) principia da compresenza euforizzante e reciproca di stima e attrazione.

Poi...resta la stima ma non l'attrazione, oppure l'attrazione ma non la stima, o anche nessuna delle due.
La vera confidenza resta illustre sconosciuta comunque.

E le unioni formalmente "felici" sono quelle in cui la vera confidenza è così lontana dai desideri di entrambi i partners che essi riescono, probabilmente agevolati da questo, a glissare a piè pari e più che disinvoltamente sulla inesistenza sia di attrazione che di stima reciproci, e a far finta di niente...inventando tanti impegni ...anche "di coppia", che giustificano il non poter fermarsi a riflettere...

vanina is offline  
Vecchio 28-04-2014, 05.00.49   #5
acquario69
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

Citazione:
Originalmente inviato da vanina
Un sentito grazie ad entrambi, Acquario e Jador.

Non so se gli affettuosi consigli di chi mi è vicino nel reale siano dettati dal "mal comune mezzo gaudio", me posso dirmi certa che Jador abbia compreso perfettamente lo stato d'animo che ha determinato le mie scelte.

Acquario...hai generosamente messo in campo tanti di quegli argomenti ... che non saprei da dove cominciare, però ci provo.

La ragione per cui ne ho scritto l'ho detta (e ripetuta) : mi meraviglia che il mio prossimo sia meravigliato dalla mia attuale e serena risoluzione di considerare la relazione sentimentale di coppia come un non-sense (su questo torno tra un attimo, credo sia importante).

Il complesso discorso sul "cosa si cerca" , "cosa si trova", "chi trasforma chi", ecc. trova, per il mio sentire, una sublime risposta in Jador, quando scrive "se e' sacrosanta la diversità dell'altro, altrettanto sacrosanto è che l'altro non ce lo dobbiamo far piacere per quello che è, ma ci deve piacere per quello che è, spontaneamente, senza se e senza ma.".
Il nodo è tutto qui, per spiegare le mie scelte passate.

Tu Acquario mi proponi un'analisi e io ti ringrazio e accedo più che volentieri, ma a cuore sereno mi sento di dire che non cercavo alcun padre. Dire che lo (li) vedevo come grandi uomini al cui cospetto mi sentivo persino piccola...credimi, Acquario, è stato solo un modo per rendere in poche righe quello stato d'animo che qualunque passionale che sia stato innamorato conosce , e cioè il vedere l'altro come grande ed unico. E vedercelo - qui sono con te - per il gioco incrociato delle proprie aspettative (ok) ma anche del modo in cui l'altro si pone e propone!

Le relazioni vissute nel concreto, però, sono il crudelissimo banco di prova e collaudo di tutto questo.
Su questo banco io non mi sono mai attesa di trasformare nessuno. Piuttosto ho sperato ardentemente che l'idea di lui non mi si trasformasse sotto gli occhi.
Invece questo è accaduto, purtroppo e sempre.
E quando accade questo, accade anche che il primo presidio sia quello di invocare tutte le sante cose che dici anche tu, che vanno dall'accettazione della realtà dell'altro e sino all'accoglimento di essa.
Ma è proprio questo che trasforma la compagna (e solo lei) in madre.
Potrebbe anche essere bello (credo fermamente che sia desiderabile essere, nella coppia, anche un po' l'amico e il genitore e il fratello e infine il figlio del partner) ed infatti è questo sentimento che permette di vivere con passione anche questa fase.
Fin quando non si è costretti a realizzare che in questo non c'è alcuna reciprocità e avvicendamento nell'ambito della relazione, mentre del "grande uomo" non resta davvero più nulla, anche se i capricci del bimbo ex grand'uomo rischiano di non darti neanche più il tempo di chiederti un semplicissimo "uè...ma è questo che volevo per la mia vita?".

Tutto qui, gentilissimo Acquario.

Torno alla motivazione del non-sense, che forse era il centro vero del mio interrogativo.
Il mio prossimo nel reale trova strano che io rifugga deliberatamente da ogni ipotesi di nuovi legami sentimentali, ed io trovo strano che il mio prossimo lo trovi strano. Perchè?
Non so perchè il mio prossimo trovi strano il mio atteggiamento (ed ho scritto per questo).
Ma so perchè trovo strano (io) l'atteggiamento del mio prossimo, e almeno questo posso spiegarlo.
Ovviamente mi baso sulle mie esperienze e sulle riflessioni che queste hanno generato.
Ma quando parlo di mie esperienze non parlo soltanto delle mie relazioni sentimentali, bensì anche del tanto che sin dall'adolescenza mi è arrivato come spaccato intimistico su vite altrui, maschili e femminili.
Forse sarebbe lecito dire che ne traggo un quadro devastante.
Mi limito a dire - per prudenza e cortesia - che ne traggo un quadro affatto desiderabile.

Non ho visto o saputo in tutta la mia vita una sola coppia che abbia saputo vivere quel paradiso di semplicità inarrivabile che , tanto cara agli psicologi, è compresa nel concetto "credo in te" puntellato da onestà intellettuale e attrazione reciproci!
Di variabili deformanti, invece, ne ho viste (e vissute) tante, e solo quelle.
Tutto e sempre (nel migliore dei casi) principia da compresenza euforizzante e reciproca di stima e attrazione.

Poi...resta la stima ma non l'attrazione, oppure l'attrazione ma non la stima, o anche nessuna delle due.
La vera confidenza resta illustre sconosciuta comunque.

E le unioni formalmente "felici" sono quelle in cui la vera confidenza è così lontana dai desideri di entrambi i partners che essi riescono, probabilmente agevolati da questo, a glissare a piè pari e più che disinvoltamente sulla inesistenza sia di attrazione che di stima reciproci, e a far finta di niente...inventando tanti impegni ...anche "di coppia", che giustificano il non poter fermarsi a riflettere...



se non ho interpretato male a me sembra che più in generale arriveresti alle mie stesse considerazioni.
non so se ne hai gia sentito parlare,ce un noto sociologo Zigmunt Bauman..che descrive la "liquidita" della nostra attualità e della nostra stessa vita,che oramai comprende tutto; lavoro,famiglia,amore,relazion i..e che penso poi riporti anche tu qui sotto:

Citazione:
E le unioni formalmente "felici" sono quelle in cui la vera confidenza è così lontana dai desideri di entrambi i partners che essi riescono, probabilmente agevolati da questo, a glissare a piè pari e più che disinvoltamente sulla inesistenza sia di attrazione che di stima reciproci, e a far finta di niente...inventando tanti impegni ...anche "di coppia", che giustificano il non poter fermarsi a riflettere

certo,allora condivido pure il fatto che a quel punto molto meglio starsene da soli anche se sono dell'opinione che non si può far ricadere il tutto solo a qualcosa di completamente esterno a noi..probabilmente più o meno inconsapevolmente,facciamo tutti la nostra parte.
ma se te la senti di proseguire mi piacerebbe approfondire un aspetto che rientra nel tuo argomento e penso sia molto importante.
sempre se non ho capito male mi sembra che la tua sia pure una "denuncia" anche nei confronti degli uomini,che si dimostrerebbero alla lunga invece fragili come "bambini"
ammesso che sia così anche per tutti i motivi già descritti prima non pensi pero che la stessa cosa possa valere lo stesso per le donne? e se la donna in questo caso non abbia a sua volta "facilitato" ancora di più questo atteggiamento forse già di per se più presente nell'uomo?
allora mi chiedo; perche la donna non e' più capace (se mai fosse vera questa mia ipotesi) di saper gestire un ruolo che gli competerebbe all'interno della coppia?..in fondo non era da sempre stato così fino a qualche generazione fa,non era appunto la donna che in realtà teneva le redini,nonostante veniva simulato il contrario?
almeno credo che questo faceva si che le cose funzionassero ed e' la ragione per cui,sia la donna in realtà ad essere il "sesso forte"…secondo me infatti l'uomo per sua stessa natura non può esserlo per il "semplice" motivo che non ha in natura la funzione generatrice della vita…o forse al contrario il mio sarebbe solo un ragionamento sballato,anacronistico,oppure del tutto inaccettabile per una donna occidentale dei nostri giorni?
forse viene da pensare che la donna doveva liberarsi da un oppressione secolare,emanciparsi ecc…ma a ben vedere non ti sembra che poi sia stata strumentalizzata e fatta ricadere in un altra ben più feroce e più subdola oppressione?..ad esempio quella imposta e al servizio del mercato e del consumismo?

quello che mi piacerebbe far evidenziare alla fine di questo intervento,almeno per come lo interpreto,e' che non ci sarebbe affatto bisogno di tornare indietro,in chissa quali epoche buie..ma ritengo che la vera questione di fondo,sia il non accettare più la propria natura,volerla a tutti i costi scavallare o peggio ancora ritenersi al di fuori di questa (al di la del fatto,"uomini e donne") porta solo a una disgregazione al nostro essere più profondo in disarmonia a tutto il resto conseguente….temo pero che sia pure un processo irreversibile e non servirà a niente lo stesso.
acquario69 is offline  
Vecchio 28-04-2014, 13.00.39   #6
Duc in altum!
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

** scritto da vanina:

Citazione:
E' proprio (e soltanto) che nella relazione di coppia non ci credo proprio più e temo che non riuscirò a crederci mai più.


Citazione:
Pensate possa essere patologico il non credere assolutamente nella relazione sentimentale di coppia, e vivere come una sciocchezza indesiderabile e impercorribile qualunque ipotesi di essa, senza per questo sentirsi affatto "male"?

Ma quale patologia, ma quale mai più, sei solo arrabbiata (incazzata con la vita!!) per il tuo vissuto di coppia (in coppia!).
Come tu stessa sostieni, per adesso senti "la morte nel cuore", ma il cuore (ovvero, l'anelo d'amore racchiuso e vivente in esso) è eterno, come potrebbe mai estinguersi?!?!

Dovresti ("consiglio" gratuito e voluto) iniziare a vivere la prossima relazione senza analizzarla tanta (grandezza adulta, fossi io una bimbetta, sapere che non fosse mio figlio nè avrebbe dovuto esserlo), viverla col solo pensiero che non si può scegliere la persona d'amare, si può solo accettare l'amore.



** Il single, proprio perchè passato dal dolore della perdita e della separazione pur di ritrovare la propria natura, è una persona che ha ripreso il viaggio della conoscenza interiore, dopo l'esilio da se stessa in un rapporto non affine o che aveva finito il suo ciclo. (R. Morelli)

Adesso ti conosci maggiormente, soprattutto interiormente, l'amore è sempre dietro l'angolo, ed a volte, dico io, nei vagoni del metrò.
Ma tu la prendi la metro?

Ultima modifica di Duc in altum! : 28-04-2014 alle ore 14.06.08.
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Vecchio 28-04-2014, 14.39.56   #7
jador
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Citazione:
Originalmente inviato da acquario69

...e se invece cominciassi a vedere l'altro non più come a un tuo "bisogno" ma semplicemente come a una persona,senza dovergli attribuire un ruolo che tra l'altro tu stessa sceglieresti per lui ma come a un essere che al pari tuo e' soggetto al mutamento,pur rimanendo fedele a una sua personalità di fondo,nelle reciproche e sacrosante diversità,anziché vederlo solo come una [i]maschera pietrificata che tu stessa gli avresti affibbiato?[/I


...e se questo è il presupposto fondamentale per una relazione di coppia, allora non c'è bisogno di sentirsi attratto, di innamorarsi di una specifica persona.
Va bene il vicino/a di casa, il/la collega, chiunque, una qualsiasi persona per fare coppia.

Certo che prima o poi, spesso, le proiezioni sull'altro portano inevitabilmente a delusioni quando col tempo si scopre che l'altro non è come lo si immaginava.
Non ci si affida al tempo per capire chi è, com'è, ma allo stato di momentaneo innamoramento, che è cieco.

Solo nel tempo potremmo cominciare ad amare.
O subito, se sono intuizioni di proiezioni ben riposte.

E' naturale, per me così deve essere, che vogliamo nell'altro qualcosa che ci attiri, che ci piaccia, sempre con rinnovato interesse.
E solo se si corrisponde, reciprocamente, possiamo chiamarlo amore.
Al di là della perfezione, che non esiste e quindi non possiamo cercare.

E' vero che ognuno di noi debba arrivare ad una consapevolezza tale da non ricercare nell'altro il sostituto di qualche altra figura.
Sarebbe un impegno troppo gravoso di cui nessun uomo o donna possono farsi carico.

Ma trovo insensato pretendere di piacere all'altro come si è, se non si corrisponde alle sue aspettative, ai suoi gusti, se non si è affini.

E sarà pure utopia, ma se dobbiamo rimanere con i piedi per terra, non ci rimane altro che constatare il fallimento della stragrande maggioranza delle unioni che pure continuano ad andare avanti, con accomodamenti, sforzi, se non convenienze.

Insomma, Cupido con parsimonia scocca le sue frecce.
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Vecchio 30-04-2014, 22.30.20   #8
nevealsole
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Provo a condividere questo interrogativo che non mi porrei se non mi venisse ...affettuosamente....posto dal mio prossimo.

Pensate possa essere patologico il non credere assolutamente nella relazione sentimentale di coppia, e vivere come una sciocchezza indesiderabile e impercorribile qualunque ipotesi di essa, senza per questo sentirsi affatto "male"?

Ciao a tutti!
Bella questa discussione, grazie Vanina di averla proposta.

Il pensiero che mi è venuto, dopo aver letto i vari interventi, è stato qualcosa del tipo... ma se tu fossi vegetariana avresti mai chiesto "ma secondo voi è normale essere vegetariani?" Io credo che non lo avresti chiesto. Lo saresti stata. Punto.
Questo per dire che, un po' come suggeriva Duc, forse c'è altro dietro questa apparente serenità.
Così ad istinto mi verrebbe da pensare che è qualcosa tipo un meccanismo di difesa: sono sola e son felice di esserlo, non mi manca altro.
Gli uomini sono una truffa ;-)
Beh, l'ho pensato anche io, talvolta.
Ho passato l'ultimo anno a urlare di rabbia, piangere, domandarmi dove ho sbagliato, maledire il giorno in cui l'ho incontrato, distruggere gli oggetti che me lo ricordavano, spostare i mobili che non potevo distruggere in modo da confondere i ricordi e rendermi il viverci tollerabile. Attualmente sto valutando: 1) il vendere e riacquistare letto e materasso (come consiglia il feng shui); 2) il traslocare definitivamente in altro luogo dove formare nuovi ricordi.
Non posso dire di aver mai desiderato di restare sola ma penso ci sia un tempo in cui questo è necessario, per elaborare il lutto, o se preferisci il fallimento, e predisporsi con la necessaria "leggerezza del cuore" all'arrivo di un nuovo amore. Questo passa attraverso il ritrovare prima la propria pienezza come individuo (forse la fase in cui ti trovi tu) per poi ritrovare la fiducia nell'altro.
La mia preghiera costante nell'ultimo hanno è stata "Signore ti prego non farmi perdere la fiducia negli uomini, ci ho messo così tanto a ritrovarla".
Il fatto che qualcuno ci deluda non vuol dire che non ci sia qualcun altro che saprà stupirci.
Quello che, da donna, mi sento di dover ancora imparare, è il guardare chi ho davanti per come è. Non è colpa degli uomini se ci immaginiamo cose che non sono, o qualità che non hanno... e spesso lo facciamo.
Essere adulta dal mio punto di vista vuol dire riuscire a cogliere esattamente chi c'è davanti a me e, se decido di amarlo, amarlo per com'è.
Onestamente non penso che ci siano poche coppie felici, penso che ci siano poche persone in grado di guardare chi hanno di fronte e vedere chi hanno di fronte. O ancora di accettare l'idea che l'altro ha di sé sostituendola alla propria idea dell'altro.
In ogni caso, e concludo, secondo me il tuo stato attuale è transitorio, e si trasformerà prima o poi, ahi te, in un nuovo amore... o almeno... io te lo auguro.
nevealsole is offline  
Vecchio 02-05-2014, 09.40.39   #9
gyta
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

Citazione:
In realtà e se ci rifletto....non credo di aver mai visto una coppia che realmente realizzi quella unione che per il mio immaginario corrispondeva al Concetto di Coppia.
Per cui...mi veniva (mi viene) del tutto spontaneo dire "ok...se non c'è non c'è, facciamocene una ragione
Forse è così.
Forse il giungere a determinati livelli
presuppone che quei livelli già appartengano ad ognuno degli interessati..
Dipende sempre da cosa intendiamo con buon rapporto e con amore..
Per non chiamare in causa il concetto di coerenza che rende chiara la differenza
tra ciò in cui diciamo di credere e ciò in cui crediamo..
Sarebbe curioso fare una ricostruzione dell’origine di quel rapporto
cioè del momento in cui abbiamo detto in un certo senso “sì”..
dentro quel momento c’è in potenza tutto il rapporto che si è concretizzato nel bene e nel male..
Il punto è che portiamo in emersione solo i nostri intenti nobili
mentre scordiamo a noi stessi i compromessi che abbiamo tacitamente accettato..
Poi ci si stupisce se il risultato è esattamente proporzionale all’investimento..
passare tutto all’analisi gelida non è carino ma porta in emersione la verità degli accaduti..
Se si è in due e si resta apparentemente insieme eppure separati il risultato non può essere differente da questa realtà..
Si può solo giungere a verificare che da tali presupposti l’esito segue a specchio.
Non mi spingerei quindi ad affermare che un determinato rapporto sia di fatto impossibile
ma che lo sia se i presupposti a monte restano tali.. e per presupposti mi riferisco a tutta la realtà interiore
e non solo a quella verso cui vorremmo dare maggiore rilevanza..
Più in generale, gli esseri umani posseggono in dotazione l’intelligenza della ragione..
eppure il mondo non è certo la risultanza di un’emersione dell’intelligenza della ragione..
Perché il possedere l’intelligenza della ragione significa ben altro che non la mera
capacità intellettiva elementare del discernere.. Eppure non me la sento di affermare che all’essere
umano sia preclusa la strada per giungere ad una autentica emersione della piena intelligenza della ragione..
Nel frattempo al di là di generalizzazioni restano le nostre individuali capacità e la nostra possibilità
di cogliere ogni segno minuscolo che può portare la nostra volontà verso un terreno completamente differente
se non persino opposto a quello dove vorremmo giungere..
Ciò che rende qualcosa grande è la grandezza di chi si mi mette in gioco..
differente da latenti megalomanie e compensazioni nevrotiche..
per cui partendo dalla consapevolezza delle nostre di nevrosi
diventa più facile cogliere in tempo il gioco delle tre carte e comprendere
che nulla resta al di fuori della nostra portata se non siamo noi i primi a insabbiarlo..
Schioccando le dita possiamo solo marcare il ritmo non far scomparire ciò che abbiamo nascosto..
L’istinto viaggia veloce è capace di giungere con la fantasia dove nel mondo reale abbisognano lunghi e delicati percorsi..
In questo spazio-tempo lo spazio ed il tempo comandano sviluppi e percorsi.. aggirarlo non si può..
o meglio lo si potrebbe laddove ad ogni minuscolo segno seguisse un relativo e trasparente immediato coglierlo..
Dell’ insano e del sano si pre-occupa chi ancora intende stare al gioco delle tre carte..
Chi decide cosa?..
Non c’è un amore “fuori”.. c’è ciò che siamo capaci di essere o più di non essere..
dall’incontro di queste realtà interiori segue tutto ciò che può avere seguito..

Citazione:
Attualmente sto valutando: 1) il vendere e riacquistare letto e materasso (come consiglia il feng shui); 2) il traslocare definitivamente in altro luogo dove formare nuovi ricordi.
L’unico “feng shui” è la linearità di un percorso..
seppure l’atto della sparizione sembri magico.. può essere letale..
ci si ritrova così a non avere più trasparentemente a disposizione
tutto quel reale che è nel profondo..
perché se nel profondo muta allora non sarà la disposizione dei mobili
a cambiare in verità la nostra realtà profonda..
gyta is offline  
Vecchio 02-05-2014, 11.52.35   #10
nikelise
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?

Citazione:
Originalmente inviato da vanina
Provo a condividere questo interrogativo che non mi porrei se non mi venisse ...affettuosamente....posto dal mio prossimo.

Pensate possa essere patologico il non credere assolutamente nella relazione sentimentale di coppia, e vivere come una sciocchezza indesiderabile e impercorribile qualunque ipotesi di essa, senza per questo sentirsi affatto "male"?

Provo ad accennare i fondamentali.
Un po' più giovane di una Gianna Nannini da poco mamma , o di una Madonna Ciccone show-girl evergreen... credo di aver vissuto con passionalità autentica e forse eccessiva i miei rapporti di coppia. Mai brevi, sempre intensi e coinvolgenti per entrambi.
Mi sono sempre trovata a doverne uscire con la morte nel cuore ma per la impossibilità di non chiuderli, se non al prezzo di cominciare a recitare.
La ragione delle chiusure...sembra diversa di caso in caso, ma non lo è.
Io ho sempre chiuso in esito allo stesso processo mentale, che è questo in sintesi : essermi innamorata della (immaginata) grandezza adulta del lui quasi fossi io una bimbetta e lui il vero uomo; aver dolorosissimamente scoperto nel tempo che il vero uomo era un bimbetto e anche fragile, malgrado le apparenze socialmente avallate; aver io inconsciamente mutato gli equilibri per trasformarmi in mamma, anche con successo; aver dovuto rendermi conto che non era assolutamente quello di mamma il ruolo a cui aspiravo; chiudere con dolore e sensi di colpa, gli stessi di chi abbandonasse un figlio (unica micro-consolazione razionale e solo razionale : sapere che non fosse mio figlio, nè avrebbe dovuto esserlo).

Ciò premesso torno al punto: ho chiuso l'ultima relazione importante dopo anni di impegno appassionato in funzione della reciprocità.
Mi accorgo anche di essermi data un tempo estenuantemente lungo per riflettere.
Il risultato della riflessione, come sempre, è stato quello della chiusura con qualche senso di colpa (da mamma fuori luogo) e nessun rimpianto.

Ma questa volta, a differenza di quanto avveniva in passato, non ho soltanto chiuso una relazione importante: ho chiuso (senza accorgermene nell'immediato) con l'idea stessa della relazione sentimentale di coppia.

In realtà e se ci rifletto....non credo di aver mai visto una coppia che realmente realizzi quella unione che per il mio immaginario corrispondeva al Concetto di Coppia.
Per cui...mi veniva (mi viene) del tutto spontaneo dire "ok...se non c'è non c'è, facciamocene una ragione, e la vita è comunque interessante!"...

Mi sembra un assunto semplice, elementare, anche modesto in fondo...

E invece scopro di non poterlo pronunciare senza ricevere amorevoli diagnosi e consigli (magari da chi vive una coppia che...darei di matto per claustrofobia , se dovessi viverla io), perchè il coro è "ma come? sei giovane, hai ancora tanta vita davanti, è importante non chiudersi e avere un compagno!".

Modestamente...sarei tutt'altro che chiusa (oltre a svolgere felicemente professione del tutto incompatibile con la chiusura al prossimo) ...

E' proprio (e soltanto) che nella relazione di coppia non ci credo proprio più e temo che non riuscirò a crederci mai più.

Questo non mi rende sofferente (per nulla).
Ma (questo era il senso del quesito) perchè questo sembra, ai più, insano e bisognevole di soccorso ?



Un devoto grazie a chi avesse avuto la bontà di leggere.

Ciao VANINA sono nuovo del forum e' la prima volta che scrivo e con l'occasione saluto tutti .
La gente parla parla parla e parla sempre di sé anche se crede di parlare degli altri .
Io penso che tutto quello che si sperimenta sia un processo verso una meta i cui limiti saranno posti dal tuo stato dell'Essere , Essere che comprende ogni tua potenzialita' e quindi anche il tuo futuro .
In altre parole questa tappa che stai vivendo , perché e' solo una tappa di un cammino , serve a volgerti verso una qualche direzione che e' allineata col tuo Essere , con le tue potenzialita' , col tuo grado di evoluzione .
Conta a mio avviso tener presente con fede che per te come per chiunque , c'e' del buono da qualche parte che ti aspetta sola od in coppia . Ma mi pare che tu lo stia facendo anche se , mi pare , attualmente prevalga un po' di cinismo che ritengo sia da ''ripulire '' : stai tenendoti con sapienza in quella posizione in cui sei senza disperare , anzi godendoti il momento che stai vivendo anche se con il rischio di sedertici un po' troppo .
E se cosi' e', se stai sapientemente bene nella posizione attuale , allora dovrai prima o poi convenire con quello che dice uno scritto da leggere ogni mattina :DESIDERATA , nulla di particolare e' conosciuto da molti ma vale la pena di ricordarlo , te ne riporto un pezzetto , in tema ma ti consiglierei di leggerlo tutto piu' volte , io lo faccio ed ogni volta mi da' spunti , ottimismo , aiuto :
SII TE STESSO. SOPRATTUTTO NON FINGERE NEGLI AFFETTI .
NON OSTENTARE CINISMO VERSO L'AMORE, PERCHE' PUR DI FRONTE A QUALSIASI DELUSIONE ED ARIDITA' , ESSO RESTA PERENNE COME IL SEMPREVERDE .
nikelise is offline  

 



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