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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 31-05-2014, 20.43.38   #1
Koirè
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Post La mente che sabota.....

Voglio proporre un argomento che mi incuriosisce e che ultimamente è stato discusso x via di casi di cronaca.
L'argomento è questo:..prendiamo una persona che x anni soffre di depressione,o ha disagi ad interagire con altre persone..insomma non è serena.Un giorno si alza,guarda il sole e sente nascere dentro di sè la speranza che si può cambiare in meglio.Ne è contentissimo,passa giorni in cui stà bene....ma....ma....ecco,il più delle volte la Mente conscia o inconscia sabota questo nuovo e piacevole stato d'animo..e la persona inizia a non sentirsi più se stessa,l'inquietudine avanza ..magari è solo paura di perdere la serenità...ma piano piano torna all sua solita routine...Fosse solo un caso su mille,"andrebbe ancora bene",ma i casi sono molti di più...sino anche ad estreme conseguenze.Posto questa mia argomentazione su Psicologia perchè qui si parla di mente,cervello,emozioni e comportamento.Io non sono una esperta,quindi mi piacerebbe solo sapere i vostri pareri su questo sabotaggio della mente.
Cosa pensate che sia?da cosa viene innescato....solo dalla voglia di tornare ad essere come prima e quindi riprendersi un ruolo famigliare?
Grazie a chi risponderà.
Koirè is offline  
Vecchio 01-06-2014, 04.59.26   #2
acquario69
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Riferimento: La mente che sabota.....

provare a dare una risposta a un quesito del genere e' impresa forse impossibile..
ti riporto qualcosa che e' successo a me e non so quanto può rientrare nello specifico ma solo per "orientamento" e nulla di più..

ce stato un periodo della mia vita,lunghissimo,durato una quindicina di anni dove una certa pressione psicologica era arrivata alle stelle..un giorno,non so come e non so bene il perché mi sono detto: no,tutto questo sicuramente dovra finire e mi ero così convinto che da quel momento in poi tutto si sarebbe indirizzato a un evento che mi avrebbe fatto uscire da quella situazione ormai insostenibile…delle trame "invisibili" ma concretissime avrebbero cominciato ad agire in quel senso,fino ad arrivare a un momento fatale per cui queste trame si sarebbero ricongiunte in unico punto..quello che mi avrebbe poi dato l'opportunità per uscire da quell'incubo (non entro nei particolari)
fatto sta che almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale la mente
sa sempre come agire,anche quando non si ha nessun elemento "razionale" a nostra disposizione..
ma questo e' solo il mio caso e credo che ognuno ne abbia uno specifico,dove nessun altro se non lui potrà entrarci "dentro" e cercare "la propria via di uscita"
acquario69 is offline  
Vecchio 01-06-2014, 16.44.08   #3
arsenio
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Riferimento: La mente che sabota.....

Citazione:
Originalmente inviato da Koirè

.prendiamo una persona che x anni soffre di depressione,

Posto questa mia argomentazione su Psicologia perchè qui si parla di mente,cervello,emozioni e comportamento.Io non sono una esperta,quindi mi piacerebbe solo sapere i vostri pareri su questo sabotaggio della mente.
Cosa pensate che sia?da cosa viene innescato....solo dalla voglia di tornare ad essere come prima e quindi riprendersi un ruolo famigliare?
Grazie a chi risponderà.

Se queste sono le premesse e ti aspetti un'indicazione in un contesto non spirituale ma psicologico ( mente, cervello, emozioni), un disagio mentale può essere originato da una crisi esistenziale, perdita luttuosa, ferita narcisistica, oppure può trattarsi di una patologia. Vi rientrano in quest'ultima i disturbi dell'umore, tra cui le varie forme depressive.
Si parla non di "depressione", ma delle "depressioni". Sono varie le forme, che possono arrivare anche senza un'apparente causa scatenante.
Esiste un depressione reattiva, una depressione maggiore,distimia, un disturbo bipolare, ecc.
Tutte i tipi sono soggetti a fluttuazioni, remissioni, ricadute. Non c'è una mente che sabota.
Mutamenti d'umore anche nella stessa giornata. Se è depressione si sta meglio alla sera.
Nulla va imputato alla nostra volontà, come per altre malattie non è possibile controllarla, ma bisogna essere seguiti da un specialista.
Nelle forme gravi anche responsabilità e doveri familiari non riescono a prendere il sopravvento, viceversa conta come la famiglia riesce a creare al malato un clima favorevole.

Da non confondere con stati di infelicità, pessimismo caratteriale, ecc. dove nessun farmaco porta giovamento, al caso una comunicazione di sostegno.

arsenio
arsenio is offline  
Vecchio 02-06-2014, 12.31.15   #4
Dora
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Riferimento: La mente che sabota.....

Sono anche io del parere che per alcune persone e in taluni casi la mente possa “sabotare” uno stato d’animo allegro, piacevole innescando turbamenti di vario genere. La motivazione per la quale ciò può accadere è da ricercarsi negli oscuri meandri dei processi mentali ma anche nel proprio vissuto, nelle esperienze di ogni giorno, nei tratti caratteriali di ciascuno e addirittura nelle condizioni climatiche. In poche parole è una ricerca che deve tenere conto di una miriade di variabili possibili e della eventuale compresenza di più fattori indirizzanti verso un’emozione piuttosto che un’altra. Ma se si deve cercare di scoprirne l’origine credo sia anche altrettanto importante cercare di capire come si innesca il meccanismo contrario, anch’esso talvolta di origine mentale, che porta alla gioia, all’euforia, all’allegria così da poter cercare, se possibile, di riprodurlo vincendo così tanti momenti di sconforto.
Dora is offline  
Vecchio 03-06-2014, 02.23.40   #5
acquario69
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Riferimento: La mente che sabota.....

Citazione:
Originalmente inviato da Dora
Sono anche io del parere che per alcune persone e in taluni casi la mente possa “sabotare” uno stato d’animo allegro, piacevole innescando turbamenti di vario genere. La motivazione per la quale ciò può accadere è da ricercarsi negli oscuri meandri dei processi mentali ma anche nel proprio vissuto, nelle esperienze di ogni giorno, nei tratti caratteriali di ciascuno e addirittura nelle condizioni climatiche. In poche parole è una ricerca che deve tenere conto di una miriade di variabili possibili e della eventuale compresenza di più fattori indirizzanti verso un’emozione piuttosto che un’altra. Ma se si deve cercare di scoprirne l’origine credo sia anche altrettanto importante cercare di capire come si innesca il meccanismo contrario, anch’esso talvolta di origine mentale, che porta alla gioia, all’euforia, all’allegria così da poter cercare, se possibile, di riprodurlo vincendo così tanti momenti di sconforto.

trovo interessante la tua osservazione,credo anch'io che ci siano moltissime variabili da mettere in conto prima di arrivare al cuore delle cose..
siamo un po come cipolle,con stratificazioni sovrapposte da sbucciare.
secondo me un altra cosa molto importante da considerare e' che bisognerebbe pure sapersi accettare complessivamente,impossibile non avere dei limiti,vi e' pure da chiedersi cosa veramente significa limite,dal momento che il nostro modello culturale lo inibisce senza pieta',il bombardamento che si subisce in questo senso e' davvero schiacciante..e difatti,ma chi lo dice che un criterio ritenuto accettato ai più secondo il conformismo più strisciante debba per forza esserlo per il singolo individuo?…. liberarsi e liberarsi da tutti questi fardelli,spogliarsi di tutti questi abiti mentali inculcatici così ferocemente!
ad ogni modo penso pure che in ognuno di noi esistano luci ed ombre..(e a proposito della mente che sabota) se quest'ultime non vengono riconosciute o peggio ancora soffocate e represse,prima o poi emergeranno scaturendo patologie anche molto pesanti..e qui,a mio avviso,il discorso potrebbe pure essere ulteriormente approfondito...

Ultima modifica di acquario69 : 03-06-2014 alle ore 05.30.55.
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Vecchio 03-06-2014, 07.02.58   #6
gyta
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Riferimento: La mente che sabota.....

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mi piacerebbe solo sapere i vostri pareri su questo sabotaggio della mente.
Cosa pensate che sia?da cosa viene innescato....solo dalla voglia di tornare ad essere come prima e quindi riprendersi un ruolo famigliare?

Il discorso è complesso.
Quella che tu identifichi come “voglia di tornare come prima” non è certo una questione di assuefazione od abitudine ad un determinato stato interiore o tanto meno l’identificazione in qualche sorta di ruolo preferito.
La mente non sabota mai. La mente ha una logica profonda risultato dell’esperienza individuale non di superficie
sulla quale procede nel classificare, ordinare, comprendere e interagire con gli eventi interni che l’esperienza di interazione pone. La sua natura, la natura della mente, non è mai autodistruttiva né distruttiva a meno che la circostanza lo richieda come migliore risposta conosciuta dell’evento esperito.
Non conosce, la mente, abitudine od assuefazione ma risposte migliori al fine di preservare la finalità di una identità
che non tradisca se stessa
. Di fronte ad un apparente risposta distruttiva c’è da verificare e da chiedersi secondo
quale conoscenza viene attuato questo piano di modalità. Di fronte modalità apparentemente distruttive c’è da ricercare il linguaggio nella lettura profonda delle esperienze causa e luce di quel procedere. Nulla avviene per stanchezza o per abitudine ma per necessità autentiche e profonde seppure queste possano apparire alla superficie
differentemente da ciò che il loro linguaggio profondo è per davvero.

Allora quando di fronte ad una determinata situazione ci si ritrova malgrado gli sforzi coscienti eseguiti
a rivivere quelle medesime emozioni dalle quali volevamo distanziarci è chiara l’impossibilità di una mutazione interiore
che non tenga conto delle verità interiori più profonde senza le cui risposte nessun differente o migliore sentire potrà mai sorgere.

In realtà ciò che intendiamo come mutazione non esiste,
la nostra identità od il nostro io non può mutare può solo essere o meno intero, bloccato/spezzato.
Il nostro io, la nostra identità pur vestendosi dei nostri pensieri altro non è che un carattere profondo
che ci fornisce di una base sulla quale l’esperienza viene man mano accolta.
Eppure tramite il pensiero appare come se l’identità stessa profonda mutasse
mentre a mio avviso resta semplicemente più o meno capace di interezza.

Mi accontento comunque, per chiarezza sulla questione, del periodo precedente dove
in parole semplici evidenzio la necessità della comprensione interiore su ciò che stiamo vivendo
per davvero nel profondo senza ulteriori formule che non possono avere luogo in un sistema,
come quello della natura della mente, in realtà intelligente e per nulla nel profondo ottuso,
seppure una lettura superficiale tale potrebbe intenderlo.

E’ bello poter provare serenità così semplice-mente per natura..
ma la serenità *semplicemente per natura* altro non risulterebbe essere
che una staticità riguardo al sentire e non una autentica risposta all’interezza profonda.

Al massimo potremmo chiederci perché mai doverci perennemente preoccupare di essere interi
nel profondo quando avremmo potuto nascere senza che tale costante realtà dovesse avere luogo.
Il punto è che quell’interezza è in realtà una metafora che individua il nostro interagire autenticamente
secondo ciò che autenticamente il nostro linguaggio percepisce e questa autenticità sarebbe anche non troppo
difficile se non dovesse in qualche modo fare i conti con l’immagine mentale tramite la quale ci si autorizza ad essere.

E’ chiaro che non credo nei palliativi di qualunque genere esso risultino essere od aderire.
C’è comunque la semplice possibilità di re-imparare ad essere ed a sentire, partendo da una
coscienza verso il proprio mondo mentale ed i propri modelli.

Spero di aver risposto in parte al tuo quesito.
gyta is offline  
Vecchio 06-06-2014, 23.23.18   #7
Koirè
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Riferimento: La mente che sabota.....

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Il discorso è complesso.
Quella che tu identifichi come “voglia di tornare come prima” non è certo una questione di assuefazione od abitudine ad un determinato stato interiore o tanto meno l’identificazione in qualche sorta di ruolo preferito.
La mente non sabota mai. La mente ha una logica profonda risultato dell’esperienza individuale non di superficie
sulla quale procede nel classificare, ordinare, comprendere e interagire con gli eventi interni che l’esperienza di interazione pone. La sua natura, la natura della mente, non è mai autodistruttiva né distruttiva a meno che la circostanza lo richieda come migliore risposta conosciuta dell’evento esperito.
Non conosce, la mente, abitudine od assuefazione ma risposte migliori al fine di preservare la finalità di una identità
che non tradisca se stessa
. Di fronte ad un apparente risposta distruttiva c’è da verificare e da chiedersi secondo
quale conoscenza viene attuato questo piano di modalità. Di fronte modalità apparentemente distruttive c’è da ricercare il linguaggio nella lettura profonda delle esperienze causa e luce di quel procedere. Nulla avviene per stanchezza o per abitudine ma per necessità autentiche e profonde seppure queste possano apparire alla superficie
differentemente da ciò che il loro linguaggio profondo è per davvero.

Allora quando di fronte ad una determinata situazione ci si ritrova malgrado gli sforzi coscienti eseguiti
a rivivere quelle medesime emozioni dalle quali volevamo distanziarci è chiara l’impossibilità di una mutazione interiore
che non tenga conto delle verità interiori più profonde senza le cui risposte nessun differente o migliore sentire potrà mai sorgere.

In realtà ciò che intendiamo come mutazione non esiste,
la nostra identità od il nostro io non può mutare può solo essere o meno intero, bloccato/spezzato.
Il nostro io, la nostra identità pur vestendosi dei nostri pensieri altro non è che un carattere profondo
che ci fornisce di una base sulla quale l’esperienza viene man mano accolta.
Eppure tramite il pensiero appare come se l’identità stessa profonda mutasse
mentre a mio avviso resta semplicemente più o meno capace di interezza.

Mi accontento comunque, per chiarezza sulla questione, del periodo precedente dove
in parole semplici evidenzio la necessità della comprensione interiore su ciò che stiamo vivendo
per davvero nel profondo senza ulteriori formule che non possono avere luogo in un sistema,
come quello della natura della mente, in realtà intelligente e per nulla nel profondo ottuso,
seppure una lettura superficiale tale potrebbe intenderlo.

E’ bello poter provare serenità così semplice-mente per natura..
ma la serenità *semplicemente per natura* altro non risulterebbe essere
che una staticità riguardo al sentire e non una autentica risposta all’interezza profonda.

Al massimo potremmo chiederci perché mai doverci perennemente preoccupare di essere interi
nel profondo quando avremmo potuto nascere senza che tale costante realtà dovesse avere luogo.
Il punto è che quell’interezza è in realtà una metafora che individua il nostro interagire autenticamente
secondo ciò che autenticamente il nostro linguaggio percepisce e questa autenticità sarebbe anche non troppo
difficile se non dovesse in qualche modo fare i conti con l’immagine mentale tramite la quale ci si autorizza ad essere.

E’ chiaro che non credo nei palliativi di qualunque genere esso risultino essere od aderire.
C’è comunque la semplice possibilità di re-imparare ad essere ed a sentire, partendo da una
coscienza verso il proprio mondo mentale ed i propri modelli.

Spero di aver risposto in parte al tuo quesito.
E' vero il discorso è complesso perchè implica oltre le emozioni spontanee,anche emozioni che sempre spontaneamente arrivano ma non ci piacciono.Affermi che è impossibile che la mente saboti..ed anche l'inconscio...posso darti ragione,loro sono qui x il nostro bene.Dunque giungo alla conclusione che siamo noi persone con il nostro libero arbitrio a sabotarci..contro tutti e contro noi stessi...e mettiamo a tacere le vocine della coscienza...Ma perchè arriviamo a fare ciò?..arriviamo a volere fare passi indietro di fronte ad emozioni belle ma quasi nuove?..la paura?..Vorrei approfondire ancora se è possibile.Mi sfugge qualcosa.Mi aiutate?
Koirè is offline  
Vecchio 08-06-2014, 15.55.09   #8
gyta
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..la mente non sabota mai..

Citazione:
Originalmente inviato da Koirè
Dunque giungo alla conclusione che siamo noi persone con il nostro libero arbitrio a sabotarci..contro tutti e contro noi stessi...e mettiamo a tacere le vocine della coscienza...Ma perchè arriviamo a fare ciò?..arriviamo a volere fare passi indietro di fronte ad emozioni belle ma quasi nuove?..la paura?..Vorrei approfondire ancora se è possibile.Mi sfugge qualcosa.Mi aiutate?

Dunque, intendevo dire che anche quando le emozioni (mi riferisco a quelle emozioni che arrivono
dal nostro interno e non direttamente collegate ad eventi esterni) che proviamo non sono piacevoli
hanno un loro senso, una loro utilità, in modo “nascosto” cercano di indicarci una strada per stare bene.
Allora penso che tutto quello che possiamo fare quando sentiamo queste emozioni non piacevoli
è di capire dove stanno cercando di indirizzare la nostra attenzione, quale episodio della nostra vita,
quale realtà interiore stanno cercando (quelle emozioni non piacevoli) di porre alla nostra attenzione
affinché noi possiamo conoscere più chiaramente quella realtà interiore (causa di quelle emozioni non
piacevoli) e conoscendola trovare il perché del malessere. Dobbiamo trovare il modo di dare parole ed
immagini a quella emozione non piacevole, così da giungere a sapere in modo chiaro cosa ci fa stare male.
Questa ricerca, questa lettura deve essere indirizzata ad evidenziare a noi stessi nel modo più chiaro possibile
quei nostri bisogni che attraverso quel malessere chiamano la nostra attenzione. Non è un andare a tentativi
secondo una lista di desideri ma partendo da quel malessere attraverso un ascolto a questo fornire man mano
quelle immagini che ci donano la possibilità di capire quale immagine nascosta, quale pensiero nascosto
ci fa stare male. Allora prendiamo questo pensiero e lo portiamo con delicatezza alla coscienza e cerchiamo
di vagliarlo alla ragione secondo la conoscenza che abbiamo di noi stessi e del mondo esterno.
Il pensiero nascosto che provoca il nostro malessere è un pensiero razionale? E’ una realtà ineluttabile
verso la quale non possiamo fare niente? Oppure ci sono delle alternative? Se scaviamo nel profondo
di quel malessere cogliendo il pensiero che nel profondo lo anima, scopriamo che quel malessere è sempre
riferito ad un nostro bisogno legittimo che siamo in grado di soddisfare, attraverso la presa di coscienza
di questo bisogno giungiamo secondo ragione a legittimarlo ovvero a darci l’autorizzazione ad ascoltarlo
ed a rispondergli, ovvero a trovare una via tenendo conto della realtà e del nostro potere sulla realtà
per giungere a soddisfarlo. Il passo più importante è giungere ad individuare per davvero l’immagine
nascosta di quel malessere, fornire a quel malessere quelle parole in grado di farlo parlare, di farlo esprimere,
affinché ci dica cosa sta pensando che lo fa stare male così. Poi, come se stessimo parlando con un
piccolo bambino spiegare lui la situazione ovvero portare ogni aspetto di quel pensiero –per quanto
irrazionale o assurdo possa sembrare!- alla luce della ragione e rispondere ad ogni aspetto di quel
pensiero secondo gli strumenti razionali che possediamo.

Allora piano piano conosceremo i nostri pensieri nascosti, le nostre paure nascoste, ma anche
la nostra luce, la nostra ragione, il nostro potere. Lentamente conosciute le nostre paure
trovano la via verso una risposta che non deve essere mai –assolutamente mai!- forzata
ma deve rappresentare per davvero una nostra convinzione, deve rappresentare
per davvero una nostra risposta razionale (a quel pensiero che ci procura malessere,
a quella paura che ci procura malessere) che ci appare trasparentemente limpida e reale!
Lentamente conosciamo le nostre ferite profonde, le nostre paure profonde, i nostri pensieri
profondi antichi, lentamente portiamo luce e risposte a questa realtà profonda e tramite ragione
e saggezza ce ne occupiamo per davvero impedendo che qualunque violenza venga attuata verso loro!

Un percorso di questo tipo quando attuato da soli richiede una fiducia profonda nelle qualità
dell’intelletto e della mente umana, affinché si possano nel profondo far emergere anche
quei pensieri che possono apparire contrari ad una qualche presunta morale sociale! Sarebbe
utile possedere una qualche immagine di riferimento solida, razionale e positiva che possa fare
in un qualche modo da agente catalizzatore, una immagine il più verosimile possibile di un qualcuno
che viene a rappresentare il riferimento verso il quale ci si appoggia interiormente in questo
percorso, una sorta di genitore verosimile, un personaggio dotato di solida amorevole saggezza
e di contenuti altrettanto solidi amorevoli saggi. Qualcuno che rappresenti la nostra base di riferimento
e di appoggio ed il nostro assoluto e profondo inderogabile diritto alla vita. Non è un percorso
psicoanalitico ma può divenire un percorso di auto salvezza anche potente in mancanza di una realtà
esterna di un sostegno e di un percorso psicoanalitico carente ed accessibile a chi rapina banche.
L’appoggio psicologico, quelle schifezze fornite dal sistema sanitario di base o quelle rare talvolta
annesse alla politica dei vecchi consultori, è un riferimento molto più che carente ed indirizzato
non alla risoluzione autentica quanto ad un apparente benessere che lascia scoperti i disagi
più profondi essendo indirizzato per lo più ad una solidità dell’essere puramente apparente e
motivatamente sociale. Comunque se e quando si trova un qualche appoggio all’interno di queste
strutture decadenti secondo ciò che sentiamo esserci utile lo si può bene prendere in
considerazione, rammentando di non tradire mai il nostro reale bisogno di sentirci riconosciuti
per davvero, sennò meglio attendere ciò che sentiamo ci possa per davvero fare sentire umanamente bene.

[..segue..]
gyta is offline  
Vecchio 08-06-2014, 15.55.47   #9
gyta
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Alcune letture possono essere di aiuto a fornire quel materiale di solidità atto ad un percorso di conoscenza
e di forza. Eviterei tutte quelle pubblicazioni che mirano alla superficie dei moti interiori, quelle di facili
risposte elaborate da psicologi o sociologhi di turno, indirizzandomi prevalentemente a quei
capisaldi del pensiero umano e della ricerca umanista.
Una infarinatura del mondo mentale sotterraneo quale viene accarezzato da un Fromm o un Freud,
una lettura politica del mondo sotterraneo quale viene accarezzato da un Marcuse ad esempio
sono gli esempi più equilibrati e apartitici che mi vengono in mente. Mentre letture di cosiddetta
psicologia buddista indirizzano da subito ad una visione morale ovvero ad un riferimento aggiunto
e non semplicemente ad una trasparente considerazione dei movimenti sotterranei alla mente;
ed in tal caso le vedrei sommamente pericolosi in un inizio di autoconoscenza ma utili in un secondo
tempo quando si vagliano sistemi di direzione politica radicati in un pensiero di reciproca tolleranza
e comprensione. Riguardo a Freud c’è on line uno dei suoi primi discorsi indagine entro la mente
umana, linguaggio molto semplice e divertente, dove ci appresta ad essere una sorta di Sherlock
Holmes, quell’investigatore privato alla ricerca del colpevole nei delitti, qui siamo alla ricerca
di altri “colpevoli” ma la prassi è simile.. si viaggia ad indizi.. con l’amore verso la verità dove la
morale non entra affatto poiché si parlava prima di quella fiducia profonda nell’intelletto umano
fondamentalmente puro come e più di un giglio..

p.s. : Suggerimenti

Marcuse -L’uomo ad una dimensione.
Freud –Introduzione alla psicoanalisi (vol 1 pdf)
Freud –Introduzione alla psicoanalisi (vol.2 pdf)
Elenco scritti del sito Lacan-con-Freud


Io personalmente ho iniziato ad amare Freud dopo aver visto un film sulla sua vita
mentre in un primo tempo lo avevo tenuto in disparte un po’ prevenuta verso alcune parti
del suo pensiero che seppure dal mio punto di vista avessero aperture tutt’altro che sessiste
ai più apparivano dietro quell’ombra dominante da una sorta di chiusura..
Il film che ho molto apprezzato e che mi ha dato modo di accostarmi alla sua umanità, quella di Freud,
è un vecchio film del 1962 interpretato da Montgomery Clift, intitolato per l’appunto “Freud”.

Scritti di Fromm
Fromm -La disobbedienza e altri saggi.
Fromm -Psicoanalisi dell’amore- necrofilia e biofilia nell’uomo.
[lo segnalo per importanza ma non lo trovo free]
Fromm -Avere o essere.
Fromm -I cosiddetti sani. La patologia della normalità.
Fromm- L’arte di amare
Fromm -Anatomia della distruttività umana.


Per quanto riguarda la psicologia buddista segnalerei un libretto pret a porter..
di Lama Zopa Rinpoche – Il cammino della felicità. E’ un libretto di aiuto veloce e di ispirazione
per un benessere ed una chiarezza “immediata”..
Tutti rigorosamente gratuiti questi file audio scenphen.it di maestri buddisti per un percorso di chiarezza interiore.
Altro sito utile –seppure non altrettanto “completo” come il precedente è: santacittarama.org
Questi in relazione alla tua richiesta e quindi mirati all’approccio psicologico buddista sulla visione e sulla sofferenza.

Se dovessi invece riferirmi ad un indirizzo non di percorso di indagine intorno alle problematiche della mente
ma prettamente spirituale (indagine di coscienza) allora il mio suggerimento andrebbe su differente piano della questione
e direttamente mirerei all’unico insegnamento ispirazione che ritengo il più radicale e completo,
quello in sintesi sul libro di Drubwang Tsoknyi Rinpoche –Dignità spontanea. ed Ubaldini
ma non c’entra col nostro discorso sulle problematiche emozionali.. poiché a mio avviso
la risoluzione di queste è alla base del procedere in una ancora più profonda indagine nella coscienza
e che non può essere introdotta direttamente eludendo tutto il nostro sentire al quale urge e necessita
risposta e non apparente accoglimento deviando l’attenzione su questioni e sentire metafisici spingendo
a differente stato di coscienza.


Reputo d’altronde tutti i testi di psicologia pret a porter assolutamente non utili se non
nella maggior parte dei casi seriamente dannosi poiché solitamente l’indirizzo è quello
di una risoluzione parziale e di superficie oltre che generale a questioni invece intime
e delicate che abbisognano di essere accuratamente non sepolte poiché là dove c’è emozione
e sofferenza è anche racchiusa la nostra energia ed il nostro potere di vita, di essere e di coscienza.
Senza con questo voler offendere chi giustamente è libero di scrivere e di credere altrimenti ed
a quel “altrimenti” dedicare magari tutta una vita: psicologi, santoni, guru, illuminati e bestie sellers.
Dicono che le strade che portano a Roma siano infinite, personalmente non lo credo affatto.

Un sostenuto aiuto -talvolta di capacità taumaturgica- nei momenti più duri della mia vita
è stata nella mia esperienza la consultazione dell’I Ching, una sorta di libro-oracolo che in realtà si pone
tra noi e il nostro sentire, come fonte d’ispirazione più che altro di forma simbolica psicoanalitica,
dandoci modo di accostarci a quel sentire e a quelle paure che differentemente non ci piace affatto sfiorare.
Il libro perlomeno quello base con introduzione di jung, evitando traduzioni sintetiche improvvisate
che sul mercato talvolta appaiono.

E’ importante che la mente resti protetta entro quel campo magico che la tutela da dispersioni di forze
premature e le doni capacità di visione in equilibrio man mano con lo stato di coscienza equivalente ,
affinché lo spirito –come direbbero gli indiani d’america- si mantenga forte.


Altrettanto importante al percorso di ascolto interiore è l’ambiente nel quale risiediamo e passiamo la maggior parte
del nostro tempo, il nodo nido insomma che deve farci sentire accolti e riparati, disporci ad una rilassatezza che non
disturbi i nostri sensi ma li aiuti a trovare benessere. Questo riguarda la scelta dei colori, gli odori e i suoni.
Una base anche questa che non deve forzare la nostra natura ma accoglierla con garbo. Mai ricercatezza fittizia.
Il chiasso, ad esempio o la mancanza di ossigeno non è certo confortevole. Nemmeno lo è una forzata musica
rilassante quando invece abbiamo i nervi e siamo pronti ad aggredire chicchessia! Anzi a volte è proprio seguendo
il nostro impulso interiore che quei nervi ritrovano il loro senso e possono lasciare spazio alla chiarezza ed a una possibile
seguente solidità.


gyta is offline  
Vecchio 24-06-2014, 12.57.55   #10
FMJ
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Originalmente inviato da Koirè
Voglio proporre un argomento che mi incuriosisce e che ultimamente è stato discusso x via di casi di cronaca.
L'argomento è questo:..prendiamo una persona che x anni soffre di depressione,o ha disagi ad interagire con altre persone..insomma non è serena.Un giorno si alza,guarda il sole e sente nascere dentro di sè la speranza che si può cambiare in meglio.Ne è contentissimo,passa giorni in cui stà bene....ma....ma....ecco,il più delle volte la Mente conscia o inconscia sabota questo nuovo e piacevole stato d'animo..e la persona inizia a non sentirsi più se stessa,l'inquietudine avanza ..magari è solo paura di perdere la serenità...ma piano piano torna all sua solita routine...Fosse solo un caso su mille,"andrebbe ancora bene",ma i casi sono molti di più...sino anche ad estreme conseguenze.Posto questa mia argomentazione su Psicologia perchè qui si parla di mente,cervello,emozioni e comportamento.Io non sono una esperta,quindi mi piacerebbe solo sapere i vostri pareri su questo sabotaggio della mente.
Cosa pensate che sia?da cosa viene innescato....solo dalla voglia di tornare ad essere come prima e quindi riprendersi un ruolo famigliare?
Grazie a chi risponderà.

E' quella che il grande psicologo americano G.A. Kelly, chiama "Ostilità". E' l'aggrapparsi alle "vecchie maniere" anche se non funzionano e, in questo caso, visti i sintomi depressivi, conducono ad una "costrizione del campo percettivo". Perché torni sui tuoi passi? Ci torni perché non hai costruito delle buone "alternative". Sei cambiata, per un momento, "per contrasto". E' come quando la casalinga frustrata e servizievole, dice a se stessa: "Da domani, dirò NO a tutti. Basta fare la serva!". La casalinga, si sentirà meglio per qualche ora ma poi, ripiomberà nel solito gioco, nei soliti significati, nelle solite relazione. E' cambiata, per un po', ma solo "per contrasto". Si è spostata sul polo opposto dei suoi costrutti ma i suoi costrutti, quelli erano e quelli rimangono. Per questo non può uscirne veramente attraverso la costuzione di NUOVI significati maggiormente percorribili.

FMJ
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