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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 12-08-2014, 16.24.56   #1
Dr.Caffarelli
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Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

Ciao a tutti! Prima di tutto sono un essere umano voi! Sono amante della natura e degli animali. Mi sono dedicato allo studio della psicologia col piacere di poter essere d’aiuto agli altri. Dopo la laurea ho seguito i due anni del master di Psicologia di Comunità e ho lavorato dal 2000 presso diversi istituti scolastici. Nel frattempo ho deciso di studiare per altri quattro anni presso una scuola di specializzazione per Psicoterapeuti ad indirizzo “Analisi Transazionale” con l'idea di utilizzare queste nuove conoscenze per diventare un formatore più bravo. Finito la scuola di specializzazione in psicoterapia ho fatto due anni di volontariato come psicoterapeuta mentre lavoravo come formatore presso scuole ed aziende. Il piacere dei risultati ottenuti dai miei “clienti” (il termine “paziente” associato alla malattia proprio non mi piace) con la psicoterapia che propongo mi ha stimolato ad aprire uno studio privato… A seguito della mia esperienza di vita ho fatto una scelta fondamentale: offrire una psicoterapia che riconduca i miei clienti verso una “naturale” autonomia ed indipendenza emotiva in tempi brevi e con modalità “morbide” e nello stesso tempo con determinazione. In genere entro 5-7 incontri le persone hanno già raggiunto le basi del loro obiettivo di benessere ed hanno appreso strumenti ed esercizi che possono usare da soli a casa per poter continuare a “crescere” autonomamente!
Mi presento qui con l’intento di condividere alcune mie esperienze cliniche (previa autorizzazione o in forma estremamente anonima) affinché tutti possano trarne beneficio.
Grazie.
Dr. Saverio Caffarelli


Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

Cari genitori, vi propongo come spunto di riflessione e crescita personale la storia di una ragazza che mi ha toccato nel profondo: apparentemente aiutata e sostenuta dalla famiglia è stata in realtà abbandonata prima psicologicamente e poi materialmente.
Vi invito con questo mio scritto a riflettere sul fatto che i figli sono essere viventi con dei sentimenti e che è importante per il loro benessere essere sinceri e fare le cose col cuore e per loro, non per immagine sociale.
Altrettanto importante è, in presenza di più figli, offrire sostengo, amore e attenzione a tutti in modo equilibrato. Se si ha difficoltà a relazionarsi con i figli è opportuno chiedere aiuto per imparare a creare un clima sereno e stabile in famiglia e a comunicare in modo positivo.
Buona lettura.


Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono.
Come abbandonare una figlia cercando di sembrare nel giusto.


I vissuti e le esperienze infantili ci segnano offrendoci un buon o cattivo terreno di base su cui crescere. Le esperienze di vita familiare sono quelle più importanti e che possono dare origine a stabilità e sicurezza di sé o traumatizzare ed inibire le capacità personali.
La confusione che può essere creata in una bambina a seguito di continue e palesi “bugie” e distorsioni della realtà è solo il primo passo verso un possibile trauma. Aggiungendo aggressività sia fisica che verbale e doppi messaggi caratterizzati da false promesse si raggiunge l’apice della tensione che può culminare, come nella fattispecie, in un abbandono prima psicologico e successivamente fisico/concreto lasciando impressa una immagine traumatica che riassume tutta una vita di ingiustizie come riassunto sinteticamente nel titolo di questo scritto.

La “figlia” in questione è Daniela.
Le vicissitudini familiari creano nei figli un “copione di vita”, qualcosa che si tende a ripetere e che trova giustificazione nel passato ma viene contemporaneamente rinforzato da eventi successivi. Nella fattispecie le vicissitudini familiari sono state perpetuate anche da uno zio che si è proposto per gestire “diversamente” le cose, riequilibrando ciò che poteva essere rimesso “in ordine”. Offrendo quel senso di sicurezza e chiarezza che avrebbe aiutato a rompere quel vecchio copione di vita. Invece tale figura familiare si insinua nell’ormai instabile e decadente sistema ripetendo la stessa prassi psicologica tipica del contesto genitoriale: bugie, false promesse, favoritismi verso una figlia piuttosto che l’altra e imposizione autoritaria delle decisioni anche senza discussione/confronto.
Il perpetuarsi della stessa dinamica psicologica ha rinforzato e drammaticamente inciso sul trauma della figlia Daniela imprimendo nella sua mente un’immagine di sfiducia, maltrattamento e abbandono che vanno a riversarsi inevitabilmente anche sull’equilibrio fisico.
La forza di volontà di Daniela la tiene ancora in vita e fare finalmente adesso chiarezza in modo aperto e pubblico rompe quello schema del silenzio, della facciata “per il quieto vivere” e delle palesi bugie al fine di essere libera dal passato, dalla confusione e dai sensi di colpa che possono nascere in una bambina che vuole vedere le cose per come stanno e invece le fanno credere che sia sbagliato, le fanno credere che sia scorretto essere felici.

Capace di comprendere, fin da bambina, aspetti della vita che in pochi vogliono vedere, Daniela subisce attacchi ed ingiustizie da tutta la famiglia al fine di isolarla ed evitare che certe verità possano salire a galla.
Lunga potrebbe essere la lista degli esempi, andando per grosse tappe si può sintetizzare come segue a titolo esemplificativo ma non esaustivo:

- fino all’adolescenza; infinite e piccole bugie/ingiustizie tipo:
- non le lasciano fare le cose che fanno gli altri bambini perché altrimenti “si sporca”.
- la famiglia molto spesso esce di casa escludendola e portando con sé solo la sorella minore.
- lei a pranzo vorrebbe due uova e le dicono che ce n’è solo uno anche se sono molte di più.
- lei vorrebbe dei soldi per comprare dei pomodori, le dicono che soldi non ce n’è e poi tornano con dei peperoni (ma se i soldi non c’erano? E perché prendere altre cose non richieste?).
- dicono che il cane chiuso nella sua camera (per evitare che venga maltrattato dai familiari) sta abbaiando molto mentre lei è fuori, invece lei è in casa ed il cane non sta abbaiando.

- ormai maggiorenne; allontanamento più evidente:
- vorrebbe mangiare cibo diverso e naturale ma sedendosi a tavola con tutta la famiglia: le dicono che disturba e che può andare a cucinare solo dopo che hanno finito loro (anche se c’è sia lo spazio in tavola sia i fornelli liberi per cucinare) ovvero verso le 16 del pomeriggio e alla fine è costretta a mangiare solo una volta al giorno e qualcosa di già pronto in camera non essendo libera di potersi muovere in casa. Non può usare liberamente neanche il frigo o la dispensa sempre accusata di occupare spazio.
- chiedono di non mettere le sue cose del bagno nel lato sinistro dello specchio sul lavandino, però essi stessi mettono le loro cose anche sulla destra che “a parole” sarebbe dovuto essere uno spazio dedicato a lei.
- per andare in bagno rischia di essere colpita fisicamente dalla sorella o aggredita verbalmente dal resto della famiglia per motivi palesemente ingiustificabili, pur di evitare lo scontro si trattiene dall’andarci anche per 17-20 ore rimanendo sempre di più nella sua camera e la notte vive con la paura di essere aggredita nel sonno.
- la sua passione per l’acquario deve essere abbandonata: alla sorella da fastidio vedere l’acquario in salotto e le fanno continue e pesanti pressioni finché non lo toglie e ci rinuncia.
- le critiche distruttive da parte della famiglia sono costanti e riferite ad ogni più piccola cosa, anche ad ogni bella cosa. Prova a parlarne ma la situazione anzi peggiora e ogni cosa viene negata, se piange per questo, sta male e ne soffre non riceve nessun tipo di ascolto o tentativo reale di comprensione, si comportano come se nulla fosse o peggio, aggredendo di più.

....segue...
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Vecchio 12-08-2014, 16.29.19   #2
Dr.Caffarelli
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Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

- isolamento/abbandono fisico/ostacolamento:
- La sorella è aggressiva anche fisicamente verso Daniela e come soluzione impongono a Daniela stessa di non oltrepassare la porta che separa il bivano dal quadrivano e, se vuole fare la lavatrice, deve passare dal pianerottolo e suonare il campanello.
- tolgono la porta e mettono un muro per separare i due appartamenti, senza possibilità di risolvere le tensioni e tenere unita la famiglia come avrebbe invece voluto Daniela.
- ormai isolata e abbandonata Daniela non ha più rapporti diretti con la famiglia, restando profondamente traumatizzata da tale esperienza sommatasi nel corso degli anni e non riesce più a vederli ne a sentirli, la notte è preda di incubi nei quali ancora le urlano contro e la chiudono a chiave nella sua camera come quando succedeva quando era più piccola.
- anche l’aiuto economico per aprire l’attività è stato una “bugia”: infatti è stata ostacolata pesantemente; Daniela ogni giorno con regolarità si è messa al computer per trovare siti web dove farsi conoscere, inserire offerte e stimolare il pubblico on-line all’acquisto. A turno ogni membro della famiglia è entrato nel piccolo stanzino dove Daniela ha lavorato disturbandola in qualche modo, si sono inventati qualunque scusa per criticarla e per lamentarsi; il clima è stato teso ed insostenibile, la sorella spesso ha alzato le mani e i genitori hanno insistito ad aggredirla verbalmente. Quando è capitata qualche giornata in cui Daniela ha potuto lavorare senza essere disturbata entro pochi giorni è riuscita ad incrementare le vendite. Ma i boicottaggi della famiglia sono arrivati ad un eccesso portando al fallimento dell’attività.
- fanno sapere che se Daniela fa un primo passo per un ri-avvicinamento allora anche loro saranno disponibili in tal senso. Daniela, con sforzo emotivo, quando approfitta dell’inizio dell’anno nuovo per mandare dei pensierini con bigliettino di auguri non riceve nessuna risposta, nessun ringraziamento e nessun segno di riavvicinamento.

- abbandono e tradimento in punto di morte
- la madre prima di morire garantisce, verbalmente, che almeno i soldi per le bollette e qualcosa per mangiare le verrà dato. Vorrebbe vedere Daniela dal balcone e, seppur ferita e sofferente del trattamento subito, in onore del perdono decide di farsi vedere anche se poi ne soffre. I soldi poi però non arrivano e la madre avverte che sta scrivendo una lettera... ma non dice altro. Chiede però di poter vedere nuovamente Daniela, dovrebbe entrare di nuovo in quella casa e rivedere quelle persone: non ce la fa e ci sta molto male per diversi giorni. Qualche settimana dopo arriva la lettera preannunciata dove però la promessa verbale viene annullata: da quel momento non riceverà più soldi e dovrà anche pagare tutte le bollette e spese varie.
- Daniela offre un ultima possibilità alla madre di fare un promessa e mantenerla al fine di poter favorire un ri-avvicinamento: avrebbe semplicemente dovuto ridare per breve periodo a Daniela i documenti della macchina qualora fossero serviti… ma all’occorrenza i documenti non vengono ridati venendo meno all’impegno preso, come sempre!
- Daniela sta male fisicamente, è disoccupata nonostante abbia tentato più volte vari lavori, e ottiene aiuto economico per l’acquisto delle cure dall’esterno della famiglia.
- La famiglia, dopo essere venuta a conoscenza di questo aiuto esterno, per via delle pressioni sociali decide di ricominciare a dare sostegno economico a Daniela.

- qualche tempo dopo si scopre un’altra menzogna scritta pre-morte: nel testamento dichiara di aver dato una somma di 90mila euro a Daniela, mentre per l’attività commerciale le è stato dato solo 15mila euro più 5mila per le tasse. Inoltre non chiarisce quanto avrebbe dato alla sorella minore per l’attività commerciale da lei intrapresa, perché? La sorella ha evidentemente ricevuto molto di più per l’attività considerato che ha anche preso in affitto un locale ristrutturandolo, mentre Daniela ha fatto tutto on-line usando l’appartamento dove già vive in quanto il sostegno economico per poter aprire un punto fisico a lei è stato negato. Il trattamento a favore della sorella continua anche da adulte. Per arrivare a giustificare un importo di 90mila euro si dovrebbero forse contare anche le spese per i pannolini comprati quando Daniela era piccola e tutte le spese per mangiare… cifre che comunque sono state spese anche per la sorella.

- disparità fra sorelle in testamento
- alla sorella viene lasciato in eredità il quadrivano, ovvero il doppio del bivano lasciato a lei ed in cambio però la sorella avrebbe dovuto seguire il padre e la nonna. Ovviamente questo non sta avvenendo: sono scappati in ospizio perché anche loro hanno paura della sorella.

....segue...
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Vecchio 12-08-2014, 16.31.50   #3
Dr.Caffarelli
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Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

- Le bugie e le prepotenze continuano anche in mano ai mediatori
- per pareggiare i conti interviene con procura lo zio che garantisce impegno per riequilibrare i trattamenti fra le figlie e offrire loro un sostegno economico anche se molto inferiore al passato e calibrato in base alle entrate. Lo zio dice che per pareggiare la differenza fra i due appartamenti verrà dato un terreno a Daniela. Contestualmente alla sorella viene detto dallo zio che il terreno è in vendita e che riceverà metà dell’importo appena esso sarà venduto. Daniela fa presente che c’è bisogno di stimolare fiducia per il benessere della famiglia e che questa contraddizione di messaggio dato alla due sorelle non è opportuno ed è esplicita bugia. Ma lo zio non vuole saperne di dire alla sorella l’intenzione di assegnare a Daniela il terreno e sostiene che invece a lei già non gliene dice bugie… le dice solo alla sorella perché ora non c’è buona comunicazione.
- lo zio invita Daniela a prendersi cura di sé e riprendersi, considerato il grave stato di salute in cui si trova, dicendo che per l’aiuto economico ci avrebbe pensato lui, perché la gestione del patrimonio ora è in mano sua.
- Daniela chiede coinvolgimento per poter gestire alcune scelte relative a lavori straordinari della facciata come la scelta delle mattonelle, la scelta di mettere o meno la vetrata e in che giorno farlo. Lo zio non vuol saperne di questa condivisione e a stento accetta di far scegliere il colore delle mattonelle. Per motivi di salute/allergia alle polveri e poter organizzare gli orari di apertura delle finestre si cerca di sapere se e quando avrebbero messo la vetrata in balcone: lo zio manifesta disagio, si lamenta dicendo che decide lui e basta, che gli operai verranno quando possono anche senza preavviso e che “non ci sono ne malati ne malattie” e che a questo punto deve “chiudere i rapporti” e che non le deve dire niente. Così si deve iniziare a comunicare con lui solo tramite un avvocato pro bono.
- lo zio inizia a non provvedere al versamento di nessuna quota di sostegno economico, per giustificare questa mancanza riferita a due mesi specifici sostiene che il motivo è legato al pagamento di una bolletta elettrica, l’ultima pagata. Osservando la bolletta e chiedendo chiarimenti al gestore si scopre che la bolletta è solo per metà di pertinenza del bivano: cerca di far credere che tramite quel pagamento le avrebbe dato un ampio sostegno, il doppio di quello che è in realtà, infatti l’altra metà è di pertinenza del quadrivano dove risiede la sorella.
- lo zio ad un certo punto interrompe il pagamento delle bollette dicendo che la posta deve essere recapita al suo indirizzo altrimenti non può provvedere al pagamento delle stesse. Avendo egli stesso deciso di chiudere i rapporti gli si fa avere una copia della chiave per poter ritirare tutta la posta a nome del padre. Ma egli non solo non ritira le bollette, ma neanche altra posta probabilmente importante destinata al padre. Sostiene che eventualmente effettuerà lui il cambio di “domicilio” per la ricezione della posta. Tuttavia non vi provvede. Contattando il gestore della utenza elettrica si riesce ad ottenere la possibilità che le bollette, seppur a nome del padre, possano essere spedite all’indirizzo dello zio, il quale però rifiuta. È ovviamente una bugia, non intende pagarle.
- lo zio trova altre scuse per non provvedere al versamento di nessuna quota di sostegno economico giustificandosi con palesi bugie: “sono preoccupato perché non riesco a darle i soldi”; lui vuole farlo solo con modalità riconosciute legalmente. Gli si fa notare che se fosse veramente preoccupato potrebbe fare un vaglia con lo stesso valore legale di un bonifico e allora dice: “non posso sempre andare alle poste”. Tuttavia il vaglia si può fare on-line e la risposta è “costa di più”. Quanto può incidere qualche euro a fronte di nove mesi in cui non versa un centesimo? Gli si fa notare che almeno avrebbe potuto pagare le bollette e risponde: “da quando c’è di mezzo l’avvocato non posso pagarle”. Questo viene smentito: le bollette sono a nome del padre e lui ha la procura per gestirne il patrimonio. Sostanzialmente si comporta con Daniela come ha fatto con la sorella a proposito del terreno, ovvero dicendo bugie: promette la vendita del terreno per dare i soldi alla sorella mentre a lei promette che il terreno diverrà suo come eredità, nessuno può sapere la verità. Inventando ulteriormente una scusa dopo l’altra per non dare i soldi a Daniela ovviamente porta avanti quanto già deciso prima del decesso della madre: ovvero di non darle più nessun aiuto, ciò che manca ed è sempre mancato è l’onestà di dirlo. Invece alla sorella gli aiuti economici vengono dati. Ed infine, quando ogni scusa è smentita agli occhi di tutti, racconta che ci saranno probabilmente grosse spese per le cure del padre e che quindi non le daranno più nessun aiuto economico. Per la precisione l’aiuto non lo danno da nove mesi e quei soldi che le avrebbero potuto dare anche con un solo ed unico vaglia non glieli danno comunque. I pochi soldi messi da parte da Daniela stessa per le sue cure fisiche sono stati usati per il cibo.
- inoltre lo zio, comportandosi esattamente come i genitori, non gode di alcuna fiducia. I genitori hanno sempre sostenuto la non sufficienza dei soldi anche quando con tre entrate mensili avrebbero potuto farle studiare Veterinaria all’università di un’altra città ed invece glielo hanno impedito (volevano diventasse professoressa). Chi può credere che sia vero che fra poco i soldi non basteranno più? È come la storia di “al lupo al lupo”. Da una serie di informazioni indirette, come per esempio il fatto che alla sorella si dia sostegno economico mentre a lei nulla e questo nonostante abbia informato di trovarsi in gravi difficoltà, sembra solo un’ennesima bugia pur di abbandonare la figlia cercando di apparire nel giusto.

Attualmente
Attualmente Daniela sopravive con l’aiuto occasionale e saltuario di alcune persone, un aiuto non sufficiente neppure a mangiare bene e regolarmente. È sempre più magra e le mancano le forze anche per superare i malesseri fisici che l’affliggono da tempo. Ha cisti alle ovaie curate in tutti i modi anche con la medicina tradizionale fin da quando era alle scuole medie ma gli unici risultati si sono ottenuti con metodi naturali alternativi che però richiederebbero ulteriori cure cicliche continuative. A volte e per lunghi periodi i dolori non le permettono di camminare e prendendo farmaci convenzionali fin dalla giovane età è diventata allergica ad un marea di sostanze così come anche ai pesticidi contenuti nel cibo non da agricoltura biologica. Le bugie e le false promesse, palesi a chiunque voglia aprire gli occhi, peggiorano il clima psicologico interferendo sulla possibilità di ripresa anche fisica. A far pesare di più la situazione, oltre alla mancanza di aiuto diretto economico per mangiare, arrivano ora esplicite richieste sia di pagare le bollette che di fare la voltura delle stesse, che ovviamente non può effettuare essendo disoccupata e priva di redditi, ed addirittura chiedono a lei un contributo economico per i lavori straordinari dell’appartamento con la minaccia di spiacevoli sorprese se questo non verrà fatto.

La lasceranno senza luce e acqua o pagheranno le bollette ancora una volta per immagine sociale? La manderanno via dall’appartamento dove è cresciuta per affittarlo come già minacciato? Faranno mai un gesto di reale richiesta di perdono?

L’inaffidabilità della famiglia di origine, come così pure dello zio, restano tali lasciando sempre intorno quel “tono” di bugia e falsità da cui Daniela ha bisogno di liberarsi.

09 agosto 2014
Dr. Saverio Caffarelli
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Vecchio 13-08-2014, 01.18.10   #4
vanina
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

Dr. Caffarelli, non ti offendi (vero?) se ti dò del Tu, come accade tra Nick in ogni Forum?



Perdonami: io ho letto quasi tutto (tutto proprio tutto...confesso che non ce l'ho fatta... ) però quando dico "quasi tutto" è perchè ho bypassato poche frasi, ma soprattutto...se ho bypassato è perchè (misera io) non riesco a seguire uno Psico.addetto che ...(perdonami) sembra incarnare (addirittura) le "ragioni" (ossia versioni) della sua Paziente...senza concedere alcuno spazio alle (possibili, almeno POSSIBILI) controrepliche delle di lei "controparti".

Condizionata da formazione di poco diversa, però diversa (legale , nello specifico) non ti taccio che dopo tanto eloquio sulle "ragioni e i torti giuridici" ...dopo che manca ogni rappresentazione del "dichiarato" dalle "controparti" di Daniela sul piano Psico....ancor più manca OGNI ragionevole e minimale rappresentazione delle questioni concretamente reclamabili su piano Legal-Successorio , sia dalla Daniela e sia dai suoi "contradditttori".

Ergo , PERDONAMI, ma...cosa ti attendi ti si possa rispondere, pur dopo un post che ne occupa tre?

Cordialmente.
vanina is offline  
Vecchio 13-08-2014, 23.59.23   #5
Dr.Caffarelli
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

Grazie vanina per l'intervento.
Questo mio post è riferito ad un piano emotivo e non legale: se leggi solo le prime righe vedi che il mio intervento è un appello ai genitori affinché siano sinceri coi propri figli e non trattarli come se fossero di loro proprietà: sono esseri umani con dei sentimenti.

Chiarito lo scopo del mio intervento posso dirti di aver sostenuto colloqui con tutte le parti per anni e i familiari di Daniela hanno talvolta ammesso di aver detto bugie e che a Daniela stessa non ne avrebbero detto ma poi, se si legge bene si capisce come i fatti parlino da soli... infatti non fu così, ho letto anche vari scambi di comunicazione fra le parti avvenuti tramite avvocati e ho visto io stesso il testamento, la procura fatta allo zio e altri atti legali. Seguo tutto questo da anni.

Ciò che volevo è quindi solo sollecitare i genitori alla sincerità e a non cambiare versione come fa più comodo perché c'è il rischio reale di ferire seriamente.
Dr.Caffarelli is offline  
Vecchio 14-08-2014, 01.26.04   #6
vanina
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Citazione:
Originalmente inviato da Dr.Caffarelli
Grazie vanina per l'intervento.
Questo mio post è riferito ad un piano emotivo e non legale
...................
Ciò che volevo è quindi solo sollecitare i genitori alla sincerità e a non cambiare versione come fa più comodo perché c'è il rischio reale di ferire seriamente.


Parli di coerenza e continuità di condotta, o parli proprio di sincerità?

La sincerità (che per essere possibile verso il prossimo deve essere stata prima possibile verso noi stessi, e non è così semplice) non è affatto detto (secondo me) che faccia bene ad un Figlio (o a chiunque).

La coerenza e continuità di condotta(che possono tranquillamente bypassare la sincerità) credo anch'io siano dovuti ai Figli (e a chiunque si ami).

Ma...sei d'accordo che sincerità e coerenza di condotta possano essere assolutamente divergenti?
vanina is offline  
Vecchio 14-08-2014, 11.39.31   #7
Dr.Caffarelli
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Non credo alle bugie a fin di bene, anche quelle considerate "per aiutare" ho visto nei miei 14 anni di esperienza clinica con le persone che nel tempo portano solo al peggioramento della situazione nelle sue varie dinamiche. E' solo un rinvio nell'affrontare veramente il problema. Bisogna avere il coraggio di essere sinceri con se stessi e con gli altri: è un atto di profonda volontà interiore. Solo così si può veramente cambiare l'io profondo e apportare reali e concrete modifiche alla qualità della propria vita.
La sincerità fa sempre bene, per quanto possa essere brutta o spiacevole la realtà, senza di essa non è possibile nessuna crescita interiore ma solo una vita finta. A ognuno le sue preferenze e responsabilità di tali scelte.
Non solo ai figli è dovuta una continuità di condotta perché sennò si crea uno stato di confusione nella psiche di un bimbo/adolescente in crescita che poi può avere gravi ripercussioni nella vita di adulto se non si va a ricreare un nuovo copione di vita. O si può credere che possa essere positivo un atteggiamento di continuità di condotta caratterizzato dalle falsità? Nel senso che le bugie che vengono dette sono il punto fermo nella vita di una persona che nasce e cresce, ecco questo è deleterio e porta a perdere contatto con la realtà e con se stessi e necessita di un percorso di ricostruzione della propria coerenza e chiarezza interiore per poterne uscire e iniziare a vivere veramente.
Certo che sono d'accordo sulla possibilità che si possa essere costantemente e coerentemente bugiardi, ovviamente questo porta difficoltà nel rapporto verso gli altri e verso se stessi: significa che non ci si vuole bene veramente, che si è insicuri e non si ha l'autostima necessaria, il più delle volte questo converge in un desiderio di prevaricazione e prepotenza nei confronti degli altri.
Se si vogliono leggere veramente tutti gli esempi che ho elencato si capisce quanto le bugie delle dinamiche familiari in oggetto siano state assurde e destabilizzanti. Nell'essere onesti e sinceri davvero quello che conta è il modo in cui si dice la verità, cioè costruttivo e sereno; invece un bugia, in qualsiasi modo la si dica, porterà alla fine sempre alla delusione e sfiducia.
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Vecchio 14-08-2014, 15.07.07   #8
vanina
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Citazione:
Originalmente inviato da Dr.Caffarelli
Non credo alle bugie a fin di bene, anche quelle considerate "per aiutare" ho visto nei miei 14 anni di esperienza clinica con le persone che nel tempo portano solo al peggioramento della situazione nelle sue varie dinamiche.

Non parlavo di bugìe.
Parlavo di quel maturo e sofferto omettere esternazioni che ..pur sincere...non possono giovare a nessuno.

Ipotizza una famiglia (come tante) in cui i vari figli hanno potenzialità diverse, e in cui il genitore percepisce nitidamente che un figlio sia molto più fragile o meno intelligente degli altri.
Cosa dovrebbe fare, nella sincerità ?
Dire a questo figlio "guarda, siccome non hai valide carte da giocare, le carte che toccherebbero a te le dò a tuo fratello che le gioca anche per te!" ?

O forse non è molto più maturo ed umano che quel genitore tenga per sè l'amara e sofferta constatazione e si adoperi al meglio (faticando quattro volte di più) nel dire "i figli sono tutti uguali per me" e poi li aiuti a sviluppare al meglio, ciascuno le proprie capacità, e senza mai esternare quella valutazione che pure gli è chiarisssima quanto dolorosa, a monte del proprio agire?

Tanti passaggi del tuo racconto (ovviamente premettendo che nessuna realtà possa essere compresa per via di una serie di relata-refero unilterali) ...scusami...ma fanno pensare sia ad un nucleo familiare disturbato e sia però, ad una Daniela a propria volta disturbata già da bambina, o comunque a una Daniela che ha una lettura in chiave persecutoria di qualunque parola o gesto che - con un pizzico di equilibrio - potevano essere letti come normalissimo tentativo di educare una bambina debordante in capricci sciocchi e isterie varie...
Esempio : voglio due uova, ce ne sono quattro , me danno uno. Embè? Se a tavola sono state messe quattro uova per quattro persone, insieme ad altro, affinchè ognuno potesse avere il proprio uovo e la propria porzione di altro...è una capricciosa maleducata la Daniela che dice "ne voglio due", e diventa una madre del tutto ovvia quella che , per educarla, le dicesse "sono quattro, ma sono una per uno, quindi tu hai UN uovo e la tua porzione di altro!"
Oppure : "voglio i pomodori"...se in casa non ci sono soldi mi pare normale che la madre acquisti quel con cui aveva studiato di mettere su un pranzo per la famiglia, piuttosto che declinarli su diverso acquisto che non le avrebbe risolto quel pranzo per tutti...
vanina is offline  
Vecchio 14-08-2014, 16.21.21   #9
Dr.Caffarelli
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

L'omissione è sinonimo di tensione ed è una forma pessima di bugia, così come è bugia (diamo il vero nome alle cose altrimenti diciamo altre bugie) dire che un figlio e più intelligente di un altro. Non la vedi tu la bugia? Te la mostro: siamo semplicemente tutti diversi, si tratta quindi di avere forme di intelligenza differente: addirittura ora non si dice più "disabili" ma "diversamente abili". Spero tu comprenda la profonda differenza insita in queste parole: questa è verità. Tutti i figli NON sono uguali, questa è un'altra bugia. I figli sono tutti diversi e non c'è nulla di più disuguale che trattare in modo uguale persone differenti. Perciò non si tratta di figli uguali ma di fare cose diverse per persone diverse: questo è uguaglianza e non significa trattare i figli come più fa comodo e perdendo ogni umanità. Quello che invece è importante e dare amore e attenzione a tutti in uguale misura. In ogni caso anche se un genitore non esterna un pensiero negativo verso il figlio come credere che uno sia meno intelligente anziché apprezzarne le altre abilità (pensa al successo di alcuni calciatori o modelle magari poco bravi a scuola ma non generalizziamo), stai pur certa che il figlio se ne accorgerà almeno a livello inconscio e le reazioni saranno emotivamente le stesse come se avesse parlato apertamente, si rende comunque conto di non essere apprezzato con l'aggiunta pure di un senso di presa in giro.

Vedo molti fraintendimenti nel tuo modo di leggere gli esempi che ho riportato. Daniela tutt'altro che capricciosa, a differenza della sorella che era supportata in ogni suo lagnarsi, si è sempre occupata di se stessa sin da piccola sbrigando da se le piccole faccende di casa, imparando a cucinare e crescendo offrendo sempre il suo aiuto, anche a chi della famiglia non glielo aveva dato in precedenza. Anche perché appunto etichettare i figli come più bravo o meno bravo o capace si tratta pur sempre e soltanto di un qualcosa di soggettivo, pertanto bisogna imparare davvero ad ascoltare i figli perché saranno loro stessi ad aiutare i genitori nella loro crescita ed è fondamentale dare loro reali e paritarie opportunità. L'esempio delle uova è calzante: un conto è dire "devono bastare per tutti", un altro è dire "ce n'è solo uno in frigo" quando questo non è vero e non è neanche vero che sono contate o che ci sono pochi soldi ma anzi Daniela non aveva ancora mangiato altro; idem per i pomodori che non vuoi comprare a tua figlia con la bugia che ci sono pochi soldi ma poi spendi molto di più per comprare altre cose non richieste e questo lo fai ad un figlio che inizia ad interessarsi di sana alimentazione variata, perché si accorge in modo spontaneo che in casa si passa da un eccesso all'altro, e dal quale ha da imparare anche un genitore. Quello che appare chiaro qui è l'estremo bisogno di controllo sui figli. Ma i figli, non essendo di proprietà dei genitori, hanno il diritto di trovare la propria strada, non che questa venga negata a seguito di giudizi di valore soggettivi. Nello specifico, per esempio, a Daniela molto brava a scuola, capace e piena di risorse, è stato negato di studiare veterinaria all'università ma è sempre stata incoraggiata a studiare lettere mentre a lei non interessava, interessava ai genitori.

Una bambina "disturbata"? Semmai mostra a specchio quello che di disturbato c'è intorno. Ho aiutato tanti genitori a stare bene con se stessi e riscoprendo quanto poi questo si sia riversato in modo incredibilmente positivo e piacevole anche sui figli e nel rapporto reciproco.
Per comprendere meglio ti propongo queste RIFLESSIONI:

Credi che i bambini non siano capaci di accorgersi delle bugie?
Esiste un linguaggio non verbale, cioè quello del corpo, che è stato studiato abbondantemente ed esistono a riguardo delle tecniche psicologiche tipiche della PNL. Questo linguaggio è già perfettamente conosciuto dai bambini a livello spontaneo che colgono tutti i segnali: dal movimento degli occhi, alle varie espressioni facciali, al paraverbale ovvero le intonazioni della voce, alla postura ecc.
Cosa succede nella mente di un bambino quando c’è incongruenza di messaggio, ovvero fra ciò che viene detto e ciò che è la verità?
I bambini per natura tendono a voler bene ai genitori e perciò desiderano anche credere alle loro parole per mantenere integra la figura genitoriale di riferimento, questo succede anche quando avvertono e sanno nel loro io più profondo che una determinata cosa non corrisponde a realtà. Il ripetersi quotidiano e negli anni di questo processo richiede che il bambino, per poter vivere in questo contesto, metta da parte se stesso, il suo io e le sue capacità perdendo l’autostima ed entrando in uno stato confusionale ricco di incertezze, dubbi e paure. Nel tempo queste forme di disagio, se non si interviene in modo opportuno, possono acutizzarsi ed evolvere in turbe psichiche, con difficoltà di concentrazione, di prendere decisioni fino ad arrivare anche a disturbi di personalità gravi come bipolarismo, schizofrenia ecc. Può anche succedere che per essere accettato il figlio acquisisca come eredità il modo d’essere dei genitori e continui lui stesso poi con i suoi figli la strada della menzogna, è una espressione pure di rivalsa. In alternativa il figlio può decidere di discostarsi da questa modalità di vita falsa e la conseguenza inevitabile è, come nella fattispecie, lo scontro, l’allontanamento e l’abbandono fatto in modo “mascherato” , con attenzione all’immagine sociale e quindi con grandi gesti materiali “belli” agli occhi degli estranei, ma vere e proprie trappole psicologiche per il figlio che deve essere in qualche modo punito per aver cercato di far emergere “quelle verità”. Questi meccanismi avvengono soprattutto a livello inconscio, per questo è importante avere la volontà di guardarsi dentro sul serio. Continuando, così come accede, comunque a voler bene a quei genitori che possono anche essere rimasti coerenti e costanti nel dire sempre le stesse bugie si provoca una sofferenza forte e dolorosa in un vissuto conflittuale fra affetto e voglia di verità/chiarezza. Può allora sembrare, apparentemente in questi casi, che le bugie dei genitori non siano legate ai disturbi del figlio. Si pensa che sia il figlio ad avere un problema e a deresponsabilizzarsi. Ma non sempre è così, la maggior parte dei problemi ha origine proprio nel nucleo familiare di appartenenza.

Bene, chi ha tratto vantaggio dalle bugie?
Forse i genitori che non hanno dovuto affrontare il peso della verità scottante? E poi? Quale peso dover supportare riferito ad un figlio che sta male?
Forse ha tratto vantaggio dalla bugia il figlio che non ha dovuto soffrire per la scomoda verità? E poi? Quanto ha sofferto dopo con tutta la confusione in testa e i disturbi di personalità?

E ogni bugia per essere sostenuta richiede altre bugie. E spesso questa serie di bugie è resa più credibile da un contorno ampio e ricco di grandi e verificabili verità atte a convincere, per effetto alone, che tutto sia vero. Immagini sociali e bugie sono un connubio letale per l’autostima dei figli e per il loro equilibrio psicofisico.
Vivere nella semplicità interiore è la cosa migliore che si possa fare.
Dr.Caffarelli is offline  
Vecchio 15-08-2014, 00.46.34   #10
vanina
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono

Citazione:
Originalmente inviato da Dr.Caffarelli
è bugia (diamo il vero nome alle cose altrimenti diciamo altre bugie) dire che un figlio e più intelligente di un altro. Non la vedi tu la bugia? Te la mostro: siamo semplicemente tutti diversi, si tratta quindi di avere forme di intelligenza differente: addirittura ora non si dice più "disabili" ma "diversamente abili". Spero tu comprenda la profonda differenza insita in queste parole: questa è verità.

Onestamente non vedo la bugìa neanche dopo che ritieni di avermela mostrata.
Vedo invece una bugìa importante e vistosa nell'usare come sinonimi termini che sinonimi non sono: l'intelligenza (nei suoi tanti "tipi") resta la capacità cognitivo-elaborativa , nell'ambito del più vasto (e vago) insieme delle capacità.
Il soffertissimo concetto di Q.I. ...sai bene che non è di mia creazione e che ha un senso ben chiaro (perfettibile quanto vuoi, ma chiaro!) in Medicina!!!
Ed il suo recepirlo, proprio il suo recepirlo e non il negarlo , permette alla Legge
statale di non trattare tutti come "potenzialmente uguali nei diritti e doveri, perchè...son diversi in quanto unici...ma (!!!!) ha tutti la stessa intelligenza!"
Ed è l'acquisizione di questo concetto che permette al down o al cerebroleso da parto di avere (ad esempio) una scolarizzazione a propria misura.
Ciascuno di noi ha le proprie capacità , e se anche le mettessimo nel calderone tutte insieme - dalla capacità cognitiva a quella.... olfattiva, dalla capacità elaborativa intellettuale a quella .....muscolare - credo sia vera e cosmica bugìa proprio affermare che il calderone di ciascuno pesa come quello di tutti gli altri. Ma se poi mi neghi che il Q.I. (con tutte le perfettibilità già dette) non abbia senso..... mi chiedo solo del mio Q.I. , per la serie : ma perchè sto qui a scrivere?

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Che i figli NON siano uguali nelle potenzialità mi è assolutamente chiaro (veramente l'avevo detto io...eravamo partiti da questo).

Che i figli DEBBANO essere uguali NELLA CURA E NELL'AMORE DEI LORO GENITORI ...mi pare che siamo d'accordo.

Che QUELLA CURA E QUELL'AMORE debbano diversificarsi , per essere espressi al meglio, tanto quanto son diversi i figli....è esattamente quel che sostenevo e sostengo.

La mia replica circa la sincerità genitoriale aveva tutt'altro senso da quello inteso, e rinnovo la domanda :

Se una madre ha due bambini : il maggiore bravo nella pittura e il minore non vedente dalla nascita che...percependo le gratificazioni ricevute dal fratello ...chiedesse alla madre di voler fare anche lui il pittore .................la mamma amorevole IN OGNI CASO accompagnerebbe il bimbo non vedente a sviluppare proprie e diverse capacità e ad essere gratificato da queste.
Ciò non toglie viva il magone di saperlo non vedente e la tortura di un suo desiderio che è impossibile.
E quando , in ogni secondo della propria vita di mamma, soffre per il bimbetto di tutto questo ...ne ha di momenti in cui soffoca lacrime o le piange in disparte!
La mia domanda era : che dovrebbe fare , in nome della "sincerità" quella mamma?
Forse dovrebbe dire al figlio quel che E' VERO , e cioè : mi si spacca il cuore ogni volta che mi dici di voler fare il pittore, e non potrai esserlo mai?
Che senso avrebbe dire questa VERITA' ?
E' verità, pero!
vanina is offline  

 



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