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Vecchio 13-12-2014, 00.03.19   #21
Duc in altum!
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

@marionne


Chi non sa perdonare, spezza il ponte sul quale egli stesso dovrà passare (cita un'aforisma), il ponte è l'amore, e per amare, causa od effetto che tu voglia essere, c'è bisogno di coraggio, quindi chi non ama non ha coraggio, chi si vendica non è coraggioso, ha semplicemente scelto la strada meno difficile, non il ponte del dovere: "Quando non sai la via del dovere, scegli la più difficile"! (Il Generale Della Rovere).

Inoltre tu parli di anima ferita che non guarisce, ecco questa è la trascendenza di cui ti parlavo.


Pace&Bene
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Vecchio 13-12-2014, 11.51.21   #22
marionne
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Messaggi: 8
Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

Il perdono è condizione sociale necessaria. Ma quando riguarda l'individuo non è così ovvio da accettare e praticare. Io sono ben lontana dal farlo. Troppo a lungo ci ho provato senza riuscirci. Anche se mi rendo conto che non c'è altra strada per ritrovare la pace. Il problema sorge quando ci si arrende, quando non ci si vuole più adoperare, quando lavorare su se stessi costa troppe forze. Allora un pò alla volta ci si chiude nel dolore. Non è la strada più semplice. Affatto, è la più dolorosa, soprattutto perchè si è incapaci di percorrere l'altra.


Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
@marionne


Chi non sa perdonare, spezza il ponte sul quale egli stesso dovrà passare (cita un'aforisma), il ponte è l'amore, e per amare, causa od effetto che tu voglia essere, c'è bisogno di coraggio, quindi chi non ama non ha coraggio, chi si vendica non è coraggioso, ha semplicemente scelto la strada meno difficile, non il ponte del dovere: "Quando non sai la via del dovere, scegli la più difficile"! (Il Generale Della Rovere).

Inoltre tu parli di anima ferita che non guarisce, ecco questa è la trascendenza di cui ti parlavo.


Pace&Bene
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Vecchio 13-12-2014, 19.35.21   #23
maral
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Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

Citazione:
Originalmente inviato da marionne
Il perdono è condizione sociale necessaria. Ma quando riguarda l'individuo non è così ovvio da accettare e praticare. Io sono ben lontana dal farlo. Troppo a lungo ci ho provato senza riuscirci. Anche se mi rendo conto che non c'è altra strada per ritrovare la pace. Il problema sorge quando ci si arrende, quando non ci si vuole più adoperare, quando lavorare su se stessi costa troppe forze. Allora un pò alla volta ci si chiude nel dolore. Non è la strada più semplice. Affatto, è la più dolorosa, soprattutto perchè si è incapaci di percorrere l'altra.
Il punto è che non si può voler perdonare, magari per mettersi l'anima in pace, per riconquistare la serenità. L'atto di coraggio di cui giustamente dice Duc identificandolo con il perdono non può consistere in una volontà che comporta una rimozione o negazione delle proprie giuste rivendicazioni, ma consiste nel lasciare sempre aperta la possibilità che le proprie rivendicazioni, giustamente dettate dal dolore di una ferita subita, appaiano del tutto insignificanti. Il coraggio è il coraggio che ci vuole a lasciare la porta aperta a questo accadere di cui ora, nel dolore della nostra ferita, sentiamo tutto il rischio. Un accadere quindi che non dipende dal nostro volere essere buoni e non più tormentati dai risentimenti.
maral is offline  
Vecchio 13-12-2014, 21.12.47   #24
Duc in altum!
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Messaggi: 919
Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

@maral

Come ho già detto nel post #3, il lasciar perdere è circostanziale.
Incontro contraddittorio del come possa già essere pace nel cuore, qualcosa che fa male comunque.
Se essa già sussiste è perché si ha perdonato e non lasciato perdere, se l'offesa è grave (da ciò il circonstanziale) solo il perdono, e il perdono nell'oblio dell'azione cattiva ricevuta, può concedere la pace, poiché il solo già rimuginare, dopo aver lasciato perdere, distoglie la serenità.
Se la pace non è stata persa, quindi sussiste già perché non è stata alterata, significa che non c'è stato qualcosa che fa male comunque.


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@marionne

Condizione sociale?? ...e dov'è scritto?!?! ...chi lo dice?!

Se ho capito bene sei ben lontana dal perdonare, c'hai provato da sola senza riuscirci, ma sei ben consapevole che non esiste alternativa per ritrovare la quiete interna, perfetto, sei un'altra vittima dell'ernia dello stoico.

Ma scusa se si potesse da soli (perdonare atti ignobili e miserabili) non pensi che il mondo sarebbe più giusto?


Pace&Bene
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Vecchio 14-12-2014, 09.37.22   #25
nikelise
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Messaggi: 198
Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

Citazione:
Originalmente inviato da maral
ma consiste nel lasciare sempre aperta la possibilità che le proprie rivendicazioni, giustamente dettate dal dolore di una ferita subita, appaiano del tutto insignificanti. Il coraggio è il coraggio che ci vuole a lasciare la porta aperta a questo accadere di cui ora, nel dolore della nostra ferita, sentiamo tutto il rischio. Un accadere quindi che non dipende dal nostro volere essere buoni e non più tormentati dai risentimenti.
Perche' insignificanti quelle nostre rivendicazioni ? Semmai di identico valore , di identico significato rispetto a quelle di chiunque altro ed in particolare rispetto a quelle rivendicazioni disattese che hanno fatto da premessa , da sfondo , al comportamento di chi ha mosso l'offesa .
Perche' annichilire le proprie e quindi anche le altrui rivendicazioni?
Che valore ne esce dal rendere nulla cio' che si sente ?

Da questo sentire la rivendicazione dell'altro della medesima dignita' della propria dovrebbe seguire necessariamente la solidarieta' , la comunanza di esperienze di vita , se non proprio l'amore .
Sarebbe gia' una gran cosa .

E concordo invece che che la volonta' autoimposta di perdonare non sarebbe altro che un ben triste sforzo e invece l'evidenza di un diverso sentire , contrario all'altro , da cui ancora siamo dominati .

Facile a parole comunque......
nikelise is offline  
Vecchio 14-12-2014, 14.05.33   #26
Duc in altum!
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Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

** scritto da maral:

Citazione:
Il punto è che non si può voler perdonare, magari per mettersi l'anima in pace, per riconquistare la serenità.

Abbi pazienza, ma ciò significa che il perdono non è una scelta libera, gratuita e razionalmente volontaria?



Citazione:
L'atto di coraggio di cui giustamente dice Duc identificandolo con il perdono non può consistere in una volontà che comporta una rimozione o negazione delle proprie giuste rivendicazioni, ma consiste nel lasciare sempre aperta la possibilità che le proprie rivendicazioni, giustamente dettate dal dolore di una ferita subita, appaiano del tutto insignificanti

Esatto, ma per concretizzare davvero questa attenta (e ineccepibile per me!) valutazione, c'è bisogno di un orientamento per niente umano, terrestre, a mo' di punto di riferimento per far apparire insignificanti le rivendicazioni.
Duc in altum! is offline  
Vecchio 14-12-2014, 16.36.10   #27
marionne
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Messaggi: 8
Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

Perdonare per andare avanti. Non c'è alcuna voglia di rivendicare. Quella magari appartiene a una fase precedente del percorso già elaborata e superata. Siamo al volere di nuovo il proprio equilibrio interiore. E c'è il disappunto di non aver visto chi si aveva davanti, ovvero la maschera di cui vestiva. E per non ritorcersi contro se stessi , si cerca di perdonare l'altrui cattiveria ma, essendo del tutto gratuita, non consente alla mia ragione di avere il sopravvento sul dolore.
Citazione:
Originalmente inviato da maral
Il punto è che non si può voler perdonare, magari per mettersi l'anima in pace, per riconquistare la serenità. L'atto di coraggio di cui giustamente dice Duc identificandolo con il perdono non può consistere in una volontà che comporta una rimozione o negazione delle proprie giuste rivendicazioni, ma consiste nel lasciare sempre aperta la possibilità che le proprie rivendicazioni, giustamente dettate dal dolore di una ferita subita, appaiano del tutto insignificanti. Il coraggio è il coraggio che ci vuole a lasciare la porta aperta a questo accadere di cui ora, nel dolore della nostra ferita, sentiamo tutto il rischio. Un accadere quindi che non dipende dal nostro volere essere buoni e non più tormentati dai risentimenti.
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Vecchio 14-12-2014, 17.02.24   #28
marionne
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Originalmente inviato da Duc in altum!
@maral

Come ho già detto nel post #3, il lasciar perdere è circostanziale.
Incontro contraddittorio del come possa già essere pace nel cuore, qualcosa che fa male comunque.
Se essa già sussiste è perché si ha perdonato e non lasciato perdere, se l'offesa è grave (da ciò il circonstanziale) solo il perdono, e il perdono nell'oblio dell'azione cattiva ricevuta, può concedere la pace, poiché il solo già rimuginare, dopo aver lasciato perdere, distoglie la serenità.
Se la pace non è stata persa, quindi sussiste già perché non è stata alterata, significa che non c'è stato qualcosa che fa male comunque.


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@marionne

Condizione sociale?? ...e dov'è scritto?!?! ...chi lo dice?!

Se ho capito bene sei ben lontana dal perdonare, c'hai provato da sola senza riuscirci, ma sei ben consapevole che non esiste alternativa per ritrovare la quiete interna, perfetto, sei un'altra vittima dell'ernia dello stoico.

Ma scusa se si potesse da soli (perdonare atti ignobili e miserabili) non pensi che il mondo sarebbe più giusto?


Pace&Bene
Appunto per questo esistono ancora le guerre... la pace sociale e il perdono sono latenti purtroppo. Ma riscontro quindi di quanto possa essere difficile l'applicazione della teoria filosofica del perdono.

..ho smesso da un pò di essere stoica, da quando ne ebbi il sospetto di esserlo un pò... lungi da me di praticarlo lo stoicismo! non fa per me. non lo condivido e porta al vittimismo se non curato in tempo. ma la dabbenaggine sì, quella me la riconosco, intrisa però di speranza nell'altrui bontà sì. E nonostante tutto di ottimismo.
La prima persona che deve volere affrancarsi dal male ricevuto siamo noi stessi e la forza interiore che dobbiamo rafforzare per non soccombere. La persona è intesa spiritualmente come essere intriso di fede.
Forse non ne ho abbastanza, so solo che non mi riesce più di considerare, nè accettare. Spero solo di non perdermi nella superficialità nell'andare avanti senza più volontà di credere di nuovo nell'essere umano.
marionne is offline  
Vecchio 14-12-2014, 21.06.52   #29
Patrizia Mura
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Riferimento: Perdonare è lasciar perdere

Dirò una cosa che forse non sarà un gran contributo, però poiché la sento come contenitore di molte risposte a questo dialogo sul "perdono" la dico (scrivo) lo stesso:

proviamo a pensare di andare a chiedere perdono a un barbone.

Che cosa pensate voi di ciò?
Patrizia Mura is offline  
Vecchio 15-12-2014, 11.52.28   #30
maral
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@maral

Come ho già detto nel post #3, il lasciar perdere è circostanziale.
Incontro contraddittorio del come possa già essere pace nel cuore, qualcosa che fa male comunque.
Se essa già sussiste è perché si ha perdonato e non lasciato perdere, se l'offesa è grave (da ciò il circonstanziale) solo il perdono, e il perdono nell'oblio dell'azione cattiva ricevuta, può concedere la pace, poiché il solo già rimuginare, dopo aver lasciato perdere, distoglie la serenità.
Se la pace non è stata persa, quindi sussiste già perché non è stata alterata, significa che non c'è stato qualcosa che fa male comunque.
Ma se si lascia perdere non si rimugina più e non perché non si vuole rimuginare, ma perché si avverte l'insussistenza profonda di quel male stesso per il quale si esigeva riparazione rimuginando per valutarla adeguata. Ora, questo avvertire l'insussistenza del male è il risultato di una mutazione radicale di prospettiva che precede il perdono, precede il lasciar perdere e si può benissimo intenderlo come un dono che ci trascende, una sorta di grazia che, se accade, ci muta in essenza, ma proprio per questo perdonare così in quanto non si ha più alcuna ragione per non farlo non è una scelta razionale poiché la ragione soppesa sempre i pro e i contro e li mette in rapporto. La ragione si chiede sempre quanto ci guadagno a lasciar perdere e anche l'atto gratuito rientra dal punto di vista razionale in questo commercio in cui il dono obbliga chi lo riceve a restituirlo per non sentirsi in debito con il donatore.
Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Perche' insignificanti quelle nostre rivendicazioni ? Semmai di identico valore , di identico significato rispetto a quelle di chiunque altro ed in particolare rispetto a quelle rivendicazioni disattese che hanno fatto da premessa , da sfondo , al comportamento di chi ha mosso l'offesa .
Perche' annichilire le proprie e quindi anche le altrui rivendicazioni?
Che valore ne esce dal rendere nulla cio' che si sente ?
Semplicemente perché non si sente più necessità alcuna di rivendicare e tutte le rivendicazioni hanno perso di senso e il male ricevuto con tutto l'intimo dolore che provoca mostra tutta la sua futilità a fronte del nostro esserci. Nota bene che non sto predicando un dovere stoico a sentire così rispetto al sentire la necessità di ricevere giustizia, non si tratta di impegnarsi nello stoicismo, ma si tratta solo di tentare di restare aperti a che ciò accada, a non rinchiudersi nella dolorosa fortezza del proprio onore offeso che esige in ogni caso una compensa che ci ripaghi.

Citazione:
Da questo sentire la rivendicazione dell'altro della medesima dignita' della propria dovrebbe seguire necessariamente la solidarieta' , la comunanza di esperienze di vita , se non proprio l'amore .
Sarebbe gia' una gran cosa .
Sì, ma questo è un percorso diverso. Questo è un percorso che ci porta a dire che siamo tutti bisognosi di giustizia, mentre il mio discorso intende la giustizia come già compiuta fin dall'inizio, semplicemente in quanto viviamo, esistiamo e viviamo ed esistiamo anche nel dolore e nell'offesa, dunque non abbiamo bisogno di riparazioni. Viviamo.
maral is offline  

 



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