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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 02-12-2003, 17.33.13   #11
Marco_532
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Data registrazione: 28-10-2003
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Messaggio originale inviato da moni
Citazione:
... le emozioni non possono essere provocate... nascono. Ma non ci devi pensare, non deve diventare "un problema"... meno ti "stressi"... più ti lasci libero di.. e penso sia più facile renderti conto che non è così difficile "sentire"... ma lo devi volere... non per forza... ma per amore... per la vita, per te, per ciò che ti circonda...

Ecco, esatto...quelle emozioni non possono essere provocate, fintanto che qualcosa blocca il loro naturale fluire....che cos'è che le blocca?!....dovresti scoprire quello se voui riprovare quella "felicità"....

Ciao .
Marco_532 is offline  
Vecchio 02-12-2003, 17.52.57   #12
pennac
supreme being :O)
 
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vi ringrazio , mi fate sentire pargolo nutrito dall'amore di una famiglia perfetta ... ma il mio non è un problema , sono semplicemente incontentabile : prendete il senso del gusto , abbinatelo al piatto più ricercato per le vostre papille , mangiatene in continuazione ... subentrerà l'abitudine ... io voglio fare indigestione di meringata al limone e voglio che il suo sapore non venga mai declassato per colpa dell'assuefazione
pennac is offline  
Vecchio 02-12-2003, 18.55.49   #13
r.rubin
può anche essere...
 
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Definisco.


Pennac e moni sono più rivolti all'aspetto sensuale, emozionale della cosa...in quello che intendevo io c'è questo ma anche e forse ancor di più un'aspetto propriamente cognitivo.

Fondamentalmente l'assunto di base è:
niente è in modo univoco, ma ogni cosa è infinita (ogni cosa è infinite versioni della stessa....il punto di vista che cambia..si potrebbe dire più o meno così.. si sa che ognuno di noi, la stessa cosa, la percepisce sensorialmente e cognitivamente in modi anche molto diversi).

Noi, nella nostra normalità, tendiamo a percepire le cose come sempre uguali a se stesse, appiattite su di un senso univoco, che è quello che conosciamo, e che conferisce sicurezza alla nostra esistenza.
Il tragico è che quel senso è arbitrario e limitato nel senso più triste del termine, è solo uno degli infiniti possibili: non esaurisce in sè la realtà delle cose, anche se noi ci illudiamo che sia proprio così.

Occorrerebbe, al posto della nostra debole ragione, e del nostro fragile equilibrio psicologico, qualcosa di più potente che, innanzitutto, ci consentisse una percezione più acuta e profonda delle cose e che, nella sua elaborazione, non si arenasse a confermarci nelle nostre sicurezze (esperienza= memoria=percezione, e la novità va a p...) ma che ci rendesse partecipi della continua variabilità delle cose.

Non solo una stessa cosa assume significati diversi a seconda del contesto in cui è inserita, ma quello stesso contesto è in relazione ad altri e altri ancora campi di significato, e quegli stessi variano ancora in relazione al significato che ne dai, al punto di vista in cui ti poni.

sarebbe bello quindi cogliere questa infinita variabilità "oggettiva" di significati, assieme ad una continua nostra trasformazione che ci pone da punti di vista sempre differenti.
Variabilità all'ennesima potenza, in sostanza.

Così la vita sarebbe più vera, e sicuramente per nulla noiosa, ma sfortunatamente, per la nostra miserevole condizione, sarebbe anche quanto di più spaventoso potrebbe capitarci, non saremmo in grado di reggerlo: il nostro equilibrio, (che è fondato sulla stabilità, e la stabilità, che a sua volta è fondata sulla sicurezza, e la sicurezza, che è invariabilmente connessa all'abitudine e questa alla piatta noia esistenziale e alla guerra di trincea con chi dice cose "assurde"!) il nostro equilibrio, dicevo, andrebbe in tilt, non vedrebbe infinita ricchezza di significato, ma solo caos terrorizzante.

Ora, non sono un'esperto psichiatra, ma so che alcuni ritengono la schizofrenia come la condizione per eccellenza (forse solo in alcuni dei suoi stadi) in cui si verifica questa scissione, esplosione, caos di significati; come la condizione in cui l'essere umano, posto di fronte all'incessante variare del senso delle cose che fino a qualche giorni prima erano a lui totalmente familiari e certe, normali, diviene incapace di organizzare in una concezione univoca il suo mondo fenomenologico: si paralizza di fronte ad un caos incontrollabile, dove nulla è più come gli sembrava fosse.

Quindi sembrerebbe certo che non è una condizione in cui l'uomo può vivere;

Senza cadere nell'eccesso (che non è poi, di sicuro, una scelta), sarebbe già qualcosa, per me, non fermarsi, di fronte al mondo, alla dichiarazione: "è così".
Ma piuttosto procedere nel chiedersi: "e come potrebbe ancora essere?"
e anche: "perchè è così e non altrimenti?"

Il tragico è comunque che la nostra condizione è il limite per eccellenza.
E credo che il detto popolare "solo gli stupidi vivon bene", sia abbastanza corretto, ma lo sia anche: "se la conoscenza non da la felicità, di sicuro non sarà l'ignoranza a concederla".

ciao!
r.rubin is offline  
Vecchio 02-12-2003, 18.56.49   #14
Marco_532
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Precisazione : quello che muta a causa dell'abitudine, è la conseguenza. Quindi la conseguenza di un'indigestine di meringata al limone ("abitudine"), non porta alla modificazione del gusto della stessa, ma di quello che provoca in te quel gusto.

...... ....... .
Marco_532 is offline  
Vecchio 02-12-2003, 19.06.56   #15
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X R.Rubin.

Quello che dici è abbastanza vero, ma mi riferivo al fatto che : un conto è camminare nel bosco sentendo una miriade di suoni non distinguibili perchè l'attenzione non è focalizzata sugli stessi e un conto è focalizzare la stessa attenzione sui particolari di quei suoni, mai uguali, sempre diversi........in questo caso l'abitudine è una forma di "indifferenza", una non focalizzazione del fenomeno.

Ciao .
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Vecchio 02-12-2003, 19.07.53   #16
Fragola
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Se vuoi sperimentare qualcosa del genere puoi provare le vasche di deprivazione sensoriale. Esperienza interessante e anche molto rilassante. Ma il silenzio assoluto non esiste nemmeno lì, per quello non c'è nulla da fare. Rimane il respiro, il cuore che batte...
Finchè siamo vivi abbiamo delle sensazioni, sempre.

ciao
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Vecchio 02-12-2003, 19.20.55   #17
r.rubin
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per marco:

sì, quanto dici è certamente più realizzabile, se lo si vuole.
Più umano, meno bionico.

Per Fragola: ma si possono provare?!

r.rubin is offline  
Vecchio 02-12-2003, 19.29.17   #18
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Messaggio originale inviato da r.rubin
Per Fragola: ma si possono provare?!

Non sono Fragola ma dico citando un precedente post.......

Per esempio :
Come potresti sperimentare il silenzio assoluto?.....sarebbe completa assenza delle capacità uditive, e in questo stato non puoi sperimentare quello che nello stesso chiamiamo silenzio. La sperimentazione del silenzio, è una sesazione indotta dalle capacità uditive, senza delle quali non è possibile avere sperimentazione dello stesso. La soluzione per sperimentare quello che definisci silenzio assoluto, è quella di esitpare dal corpo tutti gli organi ricettivi del suono....ma in questo caso, non puoi sperimentare nè suono nè silenzio....è altro...
Marco_532 is offline  
Vecchio 02-12-2003, 19.41.00   #19
r.rubin
può anche essere...
 
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sì, sì, questo lo capisco,
la mia era una domanda proprio tecnica sulla possibilità di sperimentare la deprivazione sensoriale...nell'apposita "vasca".

tra l'altro quella condizione sperimentale, di deprivazione, se protratta eccessivamente a lungo, da luogo a disturbi della percezione, allucinazioni...in quanto, evidentemente, un'esposizione minima a stimolazioni sensoriali esterne è un bisogno connaturato all'uomo, indispensabile.
Se concretamente non c'è, il tuo cervello la inventa.

All'opposto la condizione in cui normalmente, al giorno d'oggi, viviamo: bombardamento sensoriale!

r.rubin is offline  
Vecchio 02-12-2003, 19.44.28   #20
Marco_532
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Messaggio originale inviato da r.rubin
Se concretamente non c'è, il tuo cervello la inventa.

Esatto, la inventa, avendo già sperimentato il senso dell'udito.
Marco_532 is offline  

 

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