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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 25-04-2004, 00.13.08   #1
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
il senso del dovere mi fa schiavo, per il mio bene (e la mia vita se ne va)

entro col mio carrello al supermarket. Già! perchè oggi, proprio oggi, signori, finalmente oggi mi sono deciso a comprare qualcosa PerMe! qualcosa che desidero da un sacco di tempo. e nessuno di voi, scordatevelo! nessuno di voi, signori miei, almeno stavolta, nessuno di voi me lo impedira!

giro l'angolo e mi immetto nel reparto dove si trova l'oggetto dei miei desideri...ma subitaneamente sono colto da una qualche irritazione in gola ed inizio a tossire piegandomi in due: una nube impressionante; da quella scomoda posizione, alzando gli occhi arrossati da cui scendono goccioloni di lacrime, riesco a scorgere una ressa che si accalca allo scaffale di PerMe: stanno saccheggiando gli ultimi ambiti prodotti!
per carità, una ressa minima rispetto a tutta la gente presente nel supermercato, ma se non mi sbrigo resterò a mani vuote e a cuore infranto!!
allora coraggiosamente mi rialzo e come un razzo parto in derrappata lasciando sul pavimento piastrellato le scie nere dei pneumatici consunti delle maledette rotelline che non seguono mai i comandi e vado a sbattere contro lo scaffale che mi fa cadere addosso una doccia di prodotti per cani. porco cane!
ma me li scrollo di dosso e mi rialzo di nuovo, sissignori!!!!!! perchè non permetterò a nulla oggi di fermarmi!!! ripiazzo le mani sul carrello e lo spingo per gettarmi come un bulldozzer nella ressa MA... a due metri dallo scaffale di PerMe, dove le ultime persone si stanno contendendo gli ultimi PerMe, vengo colto da un blocco cerebrale... ho gli occhi ebetemente spalancati, ruoto la testa lentamente indietro, e guardo il mucchio di prodotti per cani lì per terra... deglutisco... provo a rivoltarmi verso lo scaffale... un'ultimo PerMe ed una persona si sta avvicinando con le sue manone per afferrarlo... ma come calamitato torno a quel mucchietto di prodotti... devo... devo.... devo.... un'eco allucinante nella mia mente indica col suo indice severo quella montagnetta... devo.... devo.... devo.... mi sento annichilito e in preda ad un'ansia tremenda che cresce.... cresce... cresce... cresce.... sto soffocando... devo fermarla per il mio bene.... allora prendo me stesso col mio senso del dovere che mi tengo per il colletto da dietro, e mi porto a quel mucchietto dove mi inginocchio e comincio ad afferrare ligio ogni scatoletta e a riporla al suo posto, là da dove l'avevo fatta cadere.

quattro ore dopo, sudato, spettinato, ammiro l'opera... ordinate file di scatolette sugli scaffali mi guardano e annuiscono.... giro la testa... nessun PerMe è rimasto... riappoggio le mani sul carrello e mesto, a capo chino riesco...
r.rubin is offline  
Vecchio 25-04-2004, 02.13.43   #2
Marco_532
Vivi!
 
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Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
Re: il senso del dovere mi fa schiavo, per il mio bene (e la mia vita se ne va)

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
...a capo chino riesco...
Marco_532 is offline  
Vecchio 25-04-2004, 12.02.29   #3
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
l'educazione. siamo il risultato degli sforzi dei nostri educatori. la nostra mente è plasmata dagli esempi di vita che abbiamo avuto, dalle convinzioni instillate in noi dall'alto, che danno un senso, una forma, alla vita che ci si ritrova a vivere, come personaggi in un gioco già definito nei suoi scenari e nelle sue regole.
scenari e regole che sono solo alcuni tra gli infiniti possibili.
gli OBBLIGHI, i doveri, sono tra queste regole le più inquietanti. perchè come tutto il resto si infilano nella tua mente e la influenzano, ma in più agiscono con forza sull'emotività. anzi, fanno leva proprio su questa per condurre a termine attraverso di te l'azione GIUSTA.
un DEVI che dall'esterno interiorizzi: ed ecco che tu diventi il carceriere di te stesso, il poliziotto di te stesso: un uomo morale.
la cosa più subdola è che questo DEVI interiorizzato si impone su di te attraverso l'ansia, che origina uno scompenso che senti come disagio interiore profondo, che per essere placato deve essere compensato con la risoluzione dello scompenso, ovvero compiendo l'azione che DEVE essere compiuta... anche se a te, di far quella cosa, proprio non te ne importa, e anzi può adirittura daneggiarti.
r.rubin is offline  
Vecchio 25-04-2004, 12.05.30   #4
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
... ma IO dovrei essere strumento solo delle azioni da me autonomente decise per raggiungere gli obiettivi che voglio raggiungere.

che senso ha, essere strumento di obiettivi non tuoi, da te non condivisi?
r.rubin is offline  
Vecchio 25-04-2004, 15.26.01   #5
annarita
Ospite
 
Data registrazione: 29-04-2003
Messaggi: 3
Credo che il fatto di raccogliere le scatolette fatte cadere sia riconducibile solo ad una buona educazione, anche io avrei fatto lo stesso.
A volte capita di essere presi da mille pensieri e preoccupazioni, ci sentiamo responsabili del bene delle persone che ci sono vicine e non riusciamo a riconoscere la responsabilità che abbiamo verso noi stessi...sai quante volte anche io ho cercato di reprimere un desiderio perché il diavoletto del "devi" mi stava sempre addosso? Sai quante volte quando poi improvvisamente ho deciso "basta, ora faccio quello che dico io" mi sono capitati mille contrattempi? Ma non l'ho mai data vinta a niente e nessuno, anzi i contrattempi incontrati hanno dato sempre più forza al mio desiderio... Avrei affrontato anche un viaggio sulla luna pur di spuntarla...!!!

Non abbatterti di fronte a questo tipo di difficoltà, che sicuramente non sono le peggiori della vita.

Ciao
annarita is offline  
Vecchio 25-04-2004, 15.55.47   #6
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
non mi abbatto, non preoccuparti!

ma il punto è cercare la massima libertà possibile, la massima autodeterminazione consentita all'essere umano (sempre che ci sia) e i doveri non sono altro che catene.

il potere delle NORME introiettate è enorme.
indipendentemente dalla loro valutazione (giusto\sbagliato), trovo che il solo fatto dell'imposizione sia INSOPPORTABILE.

come liberarsene?

è possibile modificare i propri pensieri, intervernire alla radice di quegli schemi cognitivi che determinano il proprio comportamento e il proprio vissuto "personale"?
r.rubin is offline  
Vecchio 10-05-2004, 18.24.10   #7
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
In verità noi non siamo altro che macchine straordinarie, ma pur sempre macchine. Quando veniamo al mondo tutti si danno un gran da fare a programmarci. Parlo per pura esperienza e riflessione personale. Ognuno di quelli che incontriamo mette il suo bel programmino che a sua volta ha ricevuto. Famiglia, scuola, società, amici, chiesa......

Fino a che non siamo consapevoli del programma tutto va a gonfie vele. La società, ovvero chiunque dentenga un potere ci manovra come marionette..... programmate. Ce la mettiamo tutta per svolgere correttamente e per bene il programma di cui siamo portatori. Non è facile, perché siamo dentro una macchina ma il pilota non è una macchina.

Quando ci rendiamo conto che qualcosa non va, allora i conti non tornano più. Ed è come togliere un sassolino da un buchino scoprendo un vespaio. Allora può capitare che tutto il bel programma cominci a non funzionare più come si deve.

Il vero guaio è che quando si comincia a cercare di capire ci si può accorgere di non riconoscere più dove sta la macchina e il relativo programma e dove sta il pilota. Dove finisce il limite della macchina e dove si nasconde il carro attrezzi, o il telecomando manovrato da invisibili robottini.

Quando ti accorgi che esiste un programma e che non sai riconoscere se è corretto o scorretto, è il momento di interromperlo.
La prossima volta che ti capita, lascia stare i barattoli che hai buttato giù. Va diritto diritto dove devi andare e dopo tira le somme. Che cosa volevi fare veramente? che cosa ritenevi più giusto e saggio per te fare? Che cosa ha prodotto dentro di te quell'azione?
Qualcuno potrebbe dire che manchi di buona educazione, che sei un vandalo. Ma quel che è davvero importante sei tu e non quel che dicono gli altri.

Potresti anche tornare indietro, chiedere scusa ed aiutare nel rimettere a posto. Il senso del dovere è solo una parte del programma.

Quando sarai riuscito a vedere le tue vere sensazioni, le tue vere reazioni potrebbe accaderti di scoprire cose davvero incredibili.

Io ci ho messo anni ed anni per arrivare a comprendere la vera natura di qualche mia azione. Quando sento che dentro di me scatta il meccanismo del "devo fare" non faccio nulla. Prima devo comprendere perchè e per chi lo sto facendo. E possibilmente vado ancora oltre. Allora l'azione o la non azione non comporta rimpianto, non ci si rattrista, non ci si sente in colpa. Semplicemente perché è stata una vera scelta. Ed ogni vera scelta, qualunque sia il risultato ottenuto, resta sempre una ricchezza per chi può compierla.

Aggiungo solo questo: quando comprendi dal profondo del tuo essere quel che è giusto fare o non fare, scompare ogni scelta.
Quella è una meta davvero straordinaria.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 10-05-2004, 21.55.26   #8
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da Mary
In verità noi non siamo altro che macchine straordinarie, ma pur sempre macchine. Quando veniamo al mondo tutti si danno un gran da fare a programmarci. Parlo per pura esperienza e riflessione personale. Ognuno di quelli che incontriamo mette il suo bel programmino che a sua volta ha ricevuto. Famiglia, scuola, società, amici, chiesa......

Fino a che non siamo consapevoli del programma tutto va a gonfie vele. La società, ovvero chiunque dentenga un potere ci manovra come marionette..... programmate. Ce la mettiamo tutta per svolgere correttamente e per bene il programma di cui siamo portatori. Non è facile, perché siamo dentro una macchina ma il pilota non è una macchina.


...già, sono d'accordo su tutto quello che hai detto, e proprio ultimamente mi chiedevo proprio questo:

Quando ci rendiamo conto che qualcosa non va, allora i conti non tornano più. Ed è come togliere un sassolino da un buchino scoprendo un vespaio. Allora può capitare che tutto il bel programma cominci a non funzionare più come si deve.

Il vero guaio è che quando si comincia a cercare di capire ci si può accorgere di non riconoscere più dove sta la macchina e il relativo programma e dove sta il pilota. Dove finisce il limite della macchina e dove si nasconde il carro attrezzi, o il telecomando manovrato da invisibili robottini.


...dicevo, proprio questo:
il pilota fa parte della macchina? o adirittura, esiste o è solo una parte della macchina stessa, un pilota automatico?
Io sento che il pilota esiste; ma d'altra parte, a differenza di Cartesio, che dubitava su tutto ma era certo di esistere e di pensare, io dubito anche su questo.
Il mio sentire è forte, la speranza è l'ultima a morire, ma il sentire... non potrebbe essere parte della macchina?
il dubbio c'è, ma il sentire resta... e fin tanto che resta respiro.


Quando ti accorgi che esiste un programma e che non sai riconoscere se è corretto o scorretto, è il momento di interromperlo.
La prossima volta che ti capita, lascia stare i barattoli che hai buttato giù. Va diritto diritto dove devi andare e dopo tira le somme. Che cosa volevi fare veramente? che cosa ritenevi più giusto e saggio per te fare? Che cosa ha prodotto dentro di te quell'azione?
Qualcuno potrebbe dire che manchi di buona educazione, che sei un vandalo. Ma quel che è davvero importante sei tu e non quel che dicono gli altri.

Potresti anche tornare indietro, chiedere scusa ed aiutare nel rimettere a posto. Il senso del dovere è solo una parte del programma.


una parte essenziale del programma, direi:
è la coppia di fanali che illumina la strada, e che ti fa credere che quella sia l'unica strada, quella illuminata, e solo poco più in là, un precipizio.
E' il faro che ti conduce alla salvezza mentre incerto stai al timone della tua nave, immersa nella nebbia fredda della notte, che odora di morte, indicandoti la via per circumnavigare gli scogli affilati dell'isola tetra e desolata del senso di colpa (che ironicamente è sempre lui, grazie ad un complesso e quanto mai efficace sistema di laser, a crearne l'ologramma... e vogliamo parlare della puzzolente pipa che sta fumando quel barbagianni d'un guardiano?).


il senso del dovere non è comunque sempre così facile da scartare... ha un ottimo strumento: l'ansia.
Il "devi" interiorizzato crea uno stato di disagio (ansia) eliminabile solo (questo "solo" è un pò forte, non ho così tante certezze ) con lo svolgimento dell'azione su cui ti sta puntando l'indice.

però sono d'accordo con te: è un'esperimento sicuramente utile.
o in ogni caso, tentar non nuoce (... mah...

(sto esagerando, non sono così compulsivo per fortuna)

[b]Quando sarai riuscito a vedere le tue vere sensazioni, le tue vere reazioni potrebbe accaderti di scoprire cose davvero incredibili.

Io ci ho messo anni ed anni per arrivare a comprendere la vera natura di qualche mia azione. Quando sento che dentro di me scatta il meccanismo del "devo fare" non faccio nulla. Prima devo comprendere perchè e per chi lo sto facendo. E possibilmente vado ancora oltre. Allora l'azione o la non azione non comporta rimpianto, non ci si rattrista, non ci si sente in colpa. Semplicemente perché è stata una vera scelta. Ed ogni vera scelta, qualunque sia il risultato ottenuto, resta sempre una ricchezza per chi può compierla.

Aggiungo solo questo: quando comprendi dal profondo del tuo essere quel che è giusto fare o non fare, scompare ogni scelta.
Quella è una meta davvero straordinaria.

Ciao
Mary

nel senso che la consapevolezza rende liberi?

..quello che hai aggiunto non l'ho compreso: intendi dire che a quel punto fai solo quel che vuoi?
..mmm... non credo di aver capito, e so anche che ci sono lati della vita di cui si può sentir parlare nei più minuti dettagli, senza riuscire mai a capirli (fino a che non succede, se succede, che li vivi)

Ciao
r.rubin is offline  
Vecchio 10-05-2004, 21.56.53   #9
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
pardon! c'è mezza risposta mischiata a quella di Mary!
r.rubin is offline  
Vecchio 10-05-2004, 22.33.54   #10
phoenyx
Ospite
 
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 18
effettivamente le parole di mary sono molto affascinanti ma non mi trovano molto d'accordo....mi sembra un pò troppo romanzesca (matrix per intenderci..)come visione della vita...e poi non mi sembra nemmeno troppo giusto mettere l'uomo su un piano così meccanicistico (programmati da chissà quale forza oscura...)
insomma è ovvio che la società in un certo qual modo contribuisce a plasmarci e spesso condiziona più o meno pesantemente le nostre scelte ma noi restiamo in possesso di qualcosa di assolutamente straordinario che mai niente e nessuno potrà toglierci....

ognuno di noi ha una sua volontà, pensieri, ideali e scopi nella vita e il fatto di non riuscire ad affermarli nemmeno su sé stessi è di certo un segno di grande debolezza interiore...
la differenza tra un uomo ed un bimbo sta proprio nel fatto che da piccoli si ha ancora bisogno di una guida per affrontare tutto quello che di nuovo ci si prospetta nella vita, mentre una volta cresciuti bisogna imparare ad "essere qualcuno"...non nel senso di avere una posizione sociale, ma nell'avere la forza la determinazione e la maturità di accettare affrontare, e se necessario superare, la vita e anche le nostre stesse debolezze che effettivamente troppe volte ci ingabbiano e alle quali ci abbandoniamo perché troppo difficile sembra allontanarsene....
mentre invece non è assolutamente difficile soprattutto se si riesce a comprendere che la meta finale è il pieno possesso di noi stessi e della nostra volontà....

sono completamente d'accordo con quell'ultima frase di Mary....
Aggiungo solo questo: quando comprendi dal profondo del tuo essere quel che è giusto fare o non fare, scompare ogni scelta.
scompare ogni scelta perchè la nostra volontà è tutt'uno con i nostri desideri e con quello che ci viene da dentro, e quindi non ci si sente più in difficoltà di fronte a delle scelte come quella delle scatolette in cui non il tuo essere ma il tuo senso del dovere ti hanno bloccato...
tutto apparirà semplice e lineare a quel punto...
e sarai solo te stesso....(sempre che questo possa avere un senso..)
phoenyx is offline  

 



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