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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 13-05-2004, 11.00.49   #11
visechi
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Data registrazione: 05-04-2002
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Re: Re: 3^ parte

Citazione:
Messaggio originale inviato da basil
La scrittura può avere un valore terapeutico.
Ma può anche essere uno schermo al nostro sentire, separarci da esso.
In questo caso non sentiamo più il nostro dolore, non restiamo in contatto con esso, non lo ascoltiamo davvero, lo rappresentiamo.
E diventa qualcosa di morto, di falso.
Cui eleviamo altari e ci prosterniamo.

IMHO.


La scrittura può servire anche solo per comunicare, anche con sé stessi, talvolta è un’espressione di un profondo disagio, sovente serve per sublimare il dolore patito, più spesso serve semplicemente per sentirsi meno soli… il dolore è uno schermo che evita di avere la visione diretta dei fatti che lo inducono, spesso assolve al compito proprio della febbre che annuncia una malattia, una disarmonia organica che colpisce il corpo questo concetto, a cui credo, non è mio); la febbre non è la malattia ma il segnale della sua esistenza. Più in là trascriverò alcuni pensieri (non miei) che, in chiave letteraria, perché l’autore qualunque cosa facesse, non poteva fare a meno di creare arte letteraria, parlano del dolore e del significato del dolore, delle sue caratteristiche peculiari e della sua essenza, ma farò questo solo seguendo un ordine sequenziale che rispetti la cronologia dei diversi brani inseriti dall’autrice e delle risposte sollecitate da questi interventi.
Chi convive con un dolore che prostra ha necessità di trovare una strada che gli o le permetta di sopravvivere, l’autrice di questi testi non si è suicidata, non credo che lo farà, forse stà solo perseguendo la strada che al momento le risulta più consona per lottare contro questa sua situazione. La rappresentazione in chiave letteraria di un dolore, di un profondo stato di disagio è forse un tentativo di comunicare al prossimo, anche sconosciuto, questa sua difficile situazione, è una volontà di spezzare la solitudine che avvolge la persona. Il dolore, fintato che si mantiene ad un livello di profonda intensità, non è mai una cosa morta, è vivo, avviluppa l’essere e pervade con violenza qualsiasi facoltà mentale, psicologica e fisica di chi lo patisce. Non credo che vi sia in questa persona la propensione a crogiolarsi nel proprio dolore, nella propria solitudine, che fra l’altro cerca di spezzare. Il dolore, in quanto connesso e conseguente a fatti personali, è una questione intima che come tale deve essere rispettata… accidenti, costa poi tanta fatica provare ad avere rispetto per il dolore altrui evitando, se possibile, di sottoporre ad un costante e deleterio giudizio la persona che soffre?
visechi is offline  
Vecchio 13-05-2004, 11.46.47   #12
basil
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Citazione:
accidenti, costa poi tanta fatica provare ad avere rispetto per il dolore altrui evitando, se possibile, di sottoporre ad un costante e deleterio giudizio la persona che soffre?


E' proprio il rispetto verso la persona che mi ha spinto ad esprimere il mio pensiero: non un giudizio. Ma non mi illudo che possa essere compreso da chi non è giunto a certe conclusioni da solo, in base alla propria esperienza e alla propria intuizione.
Purtroppo ognuno deve percorrere il proprio cammino da solo, anche se colui che ha passato lo stesso sentiero si rammarica di non poter tendere una mano per accelerare il processo.

un caro saluto
basil is offline  
Vecchio 13-05-2004, 11.56.34   #13
Vi@nne
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Il dolore, quello vero, quello che ti prende lo stomaco e ti fa piegare in due...non si può trascrivere...solo chi lo prova sa com'è.
Quando siamo vicini a chi soffre, proviamo a capire, ma è troppo personale, basta esserci con la nostra presenza e col cuore.
Le parole scritte arrivano nel mio dentro come mi accomoda in quel momento, non per superficialità, per il già vissuto...è umano!
Vi@nne is offline  
Vecchio 13-05-2004, 12.55.12   #14
visechi
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Messaggi: 1,150
4^ parte

Ancora una puntata! Questa volta il dolore è espresso in versi, privi di rime: il dolore non ha bisogno di rime. Qui si dilunga un po’ di più, tocca anche altri temi: la vita, la speranza; parla della sua solitudine, della paura che l’attanaglia, il forte desiderio di non perdere completamente il contatto col mondo; parla di un tenue ‘legame’ con qualcuno che le volle offrire il proprio numero di telefono per comunicare, ringrazia quella persona; ringrazia anche la presenza, che sente, di chi ha voluto manifestarle solidarietà ed affetto (forse solo di questo ha bisogno); esprime la meraviglia di trovare ancora, malgrado la sua rabbia, persone che vogliono ascoltarla; parla dei suoi vecchi sogni infranti da qualcosa, della sua vita di studi, forse interrotti, forse allude alla sua curiosità nei confronti del mondo esterno. Quel che mi ha colpito maggiormente è la solitudine, profonda, insanabile, ingiuriosa e tenace, pare anche ricercata per paura, paura mitigata da un incontenibile desiderio di comunicare, di mantenere aperta una porta al mondo esterno, agli altri… è un grido di dolore e una richiesta d’aiuto… ognuno domanda come può, mosso dal proprio io, dalla propria educazione e dalle circostanze. Ancora una volta, non mi pare che vi sia un indugiare sul proprio dolore: lei lo sente vivo e ne patisce e subisce la violenza.
Le parole che utilizza sono estremamente forti: < Denso, Greve è il tanfo che sale.
Frammisto agli umori di luride bestie, Un putrido olio viscoso convoglia l'odore del male.>; come forti sono le immagini che evoca… eppure contrappone una difesa, tenue, forse vana… non è una resa completa. C’è il ricordo di momenti migliori, di sogni recisi <quel dì per atto d’infami>, qui è chiara l’allusione a qualcosa di preciso che è accaduto. Al suo corpo umiliato contrappone l’ira e un feroce incessante lamento del suo cuore… vive di rabbia, solo questa la sostenta.
La Speranza poi è definita <laida lusinga che la vita ti fa>, perché con le lusinghe la vita ti mantiene in una condizione di schiavitù. Il sapore che lascia questa condizione è di <mandorle amare>; ancora la rabbia rappresentata dal veleno di cui si nutre. <Scrivere quel che non dico perché anche di questo ho paura>… le rimane solo la scrittura, unico mezzo con cui esprimere il proprio intimo. Una volta mi disse che lei aveva le tenebre nel cuore, non avevo mai sentito niente di più intenso, spaventoso e doloroso. Possibile che tutto questo sia determinato solo da un modo pessimistico di vedere le cose? No, non è così… c’è dell’altro.


Denso,
Greve è il tanfo che sale.
Frammisto agli umori di luride bestie,
Un putrido olio viscoso convoglia l'odore del male.
Tetri orizzonti si schiudono agli occhi
Germinano da ansiti rochi che ingiuriano i sensi.
Solo livide ombre ferali insidian la mente,
Una strenua vana difesa oppongo all'assalto.

Sola e stremata,
Posso solo evocare
Allettanti e dolci trascorse passioni promesse:
Un tenue arcobaleno dipinto col nulla,
Un bacio rubato all'ombra di un pino,
Gli studi appassiti per altrui codardia.
Son cose sfiorite quel dì per atto d'infami.
Unico nostalgico dolce ristoro
Per un corpo umiliato,
Solo un impeto d'ira
E un feroce incessante lamento
Il mio cuore conosce,

La vita
E' l'impronta di un mostro
Che non puoi cancellare,
Che vive con te ogni singolo istante.
S'insinua nel cuore e soffoca tutto,
Sbriciola i sogni,
Sfianca, spezza le reni
E uccide la voglia di fare.

La speranza
E' la laida lusinga
Che la vita ti fa,
Perché solo di questa essa si nutre;
E' un tratto di penna dai tenui colori
Su uno sfondo nero da cui è il nulla che emerge;
E' un vano tratteggio,
Conferma di un lutto perenne.
E' una procace puttana
Che lieve sussurra
Promesse che mai manterrà;
E' un cibo sperato che dona
L'acre sapore di mandorle amare.
Di fiele mi nutro,
Di questo io riempio i miei scritti.
Scrivere quel che non dico,
Perché anche di questo ho paura.

Sola, perché la vita è uno sputo negli occhi;
Sola, perché non ho molto da dire;
Sola, perché ho solo tristi parole;
Sola… eppur spero che udiate e sappiate capire.
Per questo ringrazio chi mi volle donare
Anche solo il suo numero per comunicare,
Quel numero che mai forse saprò utilizzare,
E' come un sorriso che il vento
Un giorno portò.
E il mio cuore è con voi, ché so che ci siete,
Non capisco perché…
Eppure ci siete!
visechi is offline  
Vecchio 14-05-2004, 11.04.03   #15
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Ultima parte, almeno per il momento

Questa è l’ultima parte, almeno per il momento, della corrispondenza avuta con questa donna; una corrispondenza per certi versi strana, non ho mai compreso bene il perché abbia voluto confidare proprio a me, uno sconosciuto con cui ha avuto modo di dialogare diverse volte solo tramite messenger, questo suo tormento, questa sua terribile esperienza… forse per un caso, l’incontrai una volta in una chat e litigammo simpaticamente, con semplici battute, senza alcuna volontà da parte di entrambi di ferirsi vicendevolmente, ne è nata una specie di amicizia, strana anch’essa, ci siamo sentiti una sola volta per telefono; forse si tratta solo (solo?) di una profonda reciproca stima … la mia nei suoi confronti lo è; forse è solo un grandissimo desiderio di comunicare con qualcuno in maniera più profonda, più intima… ha scelto me, ne sono sinceramente onorato. Mi ha anche stupito non poco l’autorizzazione accordatami a condividere questa sua intima sofferenza e questa sua solitudine con altre persone, a patto che non rivelassi mai a nessuno la sua identità.
Credo che il dolore che l’attanaglia non sia il semplice frutto di pensieri negativi; mi pare di poter affermare, senza tema di smentita, che questo dolore, almeno questo, sia strettamente collegato ed ingenerato da fatti autentici, non visioni metafisiche.
La seconda parte di questo intervento è un estratto di una bellissima lettera che Oscar Wilde scrisse dalla prigione al suo amante. Ancora una volta, pare che il dolore non abbia sempre e per tutti il medesimo significato. E’ l’unica risposta che mi sono sentito di offrire alla denuncia di quanto le fosse accaduto … conoscevo già la storia, ma leggerla mi ha colpito per la seconda volta, è stato per me come un pugno allo stomaco.



Lo stupro!
Alla luce del giorno, cammini serena per strada
Dal buio più cupo delle tenebre del proprio animo, sguardi di immondi esseri che osservano
Ti seguono, risate sguaiate, ti prendono, ti picchiano, scherniscono, spogliano, violentano
Il respiro, pesante, acido, schifoso, le urla, le risate sguaiate
Ti chiamano troja, sei sola, impotente
Li senti che ti entrano dentro, con violenza, non sai cosa fare, il terrore ed il pianto
La vergogna, speri che il loro schifoso rito di bestie finisca presto e che ti lascino andare.
Poi nulla, la rabbia, il dolore, lo schifo.
Denunci…
Il processo…
E’ questo il momento peggiore
Nel tempio del bene e della giustizia, scopri davvero di essere una lurida troja
Sguardi compiaciuti di avvocati, e carnefici trasformati in vittime, sorrisini ammicanti
La tua vita sulle labbra di *******, offerta, spoglia delle tante emozioni, alla curiosa invadenza degli altri
I tuoi sentimenti, le emozioni più belle, fra le fauci di bestie.
Può darsi che vinci, ma sei sempre sconfitta, dentro nel cuore.
Queste cose le sogni la notte, le vedi di giorno
Allora la rabbia, ci vivi, la coltivi
Bestie immonde, bastardi, vi odio, possiate crepare
Per tutti quei maschi che mai potranno capire
Quando incontrate una di queste signore, inchinatevi e abbiate rispetto
Perché le vittime, troje, vivranno solo con rabbia e paura.



Ad Un’Amica
“Capisco ora che il dolore, essendo l’emozione più alta di cui l’uomo è capace, è allo stesso tempo il modello e la riprova di tutta la grande Arte. Quello che l’artista cerca incessantemente è quel tipo di esistenza in cui il corpo e l’anima sono una cosa sola e indivisibile, in cui l’esterno è espressione dell’interno e la Forma è rivelatrice.”

“Dietro la Gioia e il Riso può esserci un’indole rozza, dura e insensibile. Ma dietro il Dolore c’è sempre il Dolore. La Sofferenza, diversamente dal Piacere non porta maschere…”

“Ci sono momenti in cui il Dolore mi sembra la sola verità…”

“C’è dell’altro nel Dolore: c’è una realtà intensa, straordinaria…”

“…la Sofferenza. E’ quello che si nasconde dietro ogni cosa. Quando iniziamo a vivere, ciò che è dolce è tanto
dolce per noi ciò che è amaro tanto amaro, che inevitabilmente volgiamo tutti i nostri desideri al piacere e cerchiamo non soltanto <un mese o due di nutrirci di miele>, ma di non assaggiare nessun altro cibo per tutta la nostra vita ignorando nel frattempo che possiamo realmente affamare l’anima.”

“Ho detto che dietro il Dolore c’è sempre il Dolore. Sarebbe ancor più saggio dire che dietro al dolore c’è sempre un’anima. E schernire un’anima sofferente è una cosa tremenda; nelle vite di coloro che lo fanno la bellezza è assente”

“… il momento più nobile per un uomo è, non ho alcun dubbio, quando si inginocchia nella polvere, si batte il petto e confessa tutti i peccati della propria vita.”

“Non avere paura del passato. Se qualcuno ti dirà che è irrevocabile, non credergli. Il passato, il presente e il futuro non sono che un unico momento agli occhi di Dio, alla cui luce dovremo cercare di vivere. Tempo e spazio, successione ed esistenza, sono semplici condizioni accidentali del Pensiero. L’Immaginazione le può trascendere e muoversi in una libera sfera di esistenze ideali…”

“… Forse sono stato scelto per insegnarti qualcosa di più splendido: il significato del Dolore e la sua bellezza.”
(Oscar Wilde – De Profundis)
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Vecchio 14-05-2004, 11.46.05   #16
dana
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Re: Ultima parte, almeno per il momento

Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
“Ho detto che dietro il Dolore c’è sempre il Dolore. Sarebbe ancor più saggio dire che dietro al dolore c’è sempre un’anima.
[/b]

Grazie a lei (e a te) per aver avuto il coraggio di esprimere e quindi condividere questo dolore, è come avere aperto una porta, spero che da questa porta possa almeno in parte uscire la disperazione ed entrare un filo di speranza.


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Vecchio 14-05-2004, 14.54.14   #17
irene
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Quando il Dolore diventa Arte?
Quando riesce a dare di sè una rappresentazione (formale) che sappia comunque offrire una testimonianza della, per quanto disperata, bellezza della vita.
Leopardi scrisse pagine di un pessimismo irredimile. Eppure, dietro ogni virgola da lui vergata, traluce un amore fortissimo, disperato, e tenace, per la vita.
Ho citato Leopardi, perchè ne è l'esempio più noto, ma è discorso da estendere a tutti gli artisti.
Nelle (pochissime) anime elette in cui il Dolore riesca a diventare Canto è custodito dunque un messaggio di Bellezza, di Amore, e anche di Speranza.
Questo premesso, è nella capacità di rispettare e di ascoltare il Dolore, comunque esso si manifesti, che io identifico la prioritaria qualità di un essere umano.
Dirò di più. Identifico in cià la forma più alta e disinteressata di "intelligenza", proprio nel suo senso etimologico di "intelligere", cioè "comprendere".
Purtroppo, è sempre più comodo, per i più, baloccarsi con astrazioni che affinino la propria intelligenza "teorica", che non misurarsi con realtà che creino disagio e necessità di chiudere gli occhi innanzi ad esse.
Nulla di ciò che è umano mi è alieno, scrisse Terenzio.
Sarebbe un gran bene, ogni tanto, scendere dai propri personali iperuranii, e ricordarselo.

irene is offline  
Vecchio 14-05-2004, 15.59.47   #18
basil
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Messaggio originale inviato da irene
Sarebbe un gran bene, ogni tanto, scendere dai propri personali iperuranii, e ricordarselo.

Anche l'arte è uno di quegli iperuranii che citi, Irene, un velo tra noi e la realtà.

ciao

Ultima modifica di basil : 14-05-2004 alle ore 16.05.02.
basil is offline  
Vecchio 14-05-2004, 23.50.52   #19
nicola185
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Cosa sento? Un silenzio terrificante. Un silenzio che sovrasta le urla del carnefice. Ma solo da quel silenzio si può trarre la Vita nella sua essenza. E lei ce la farà. Non soccomberà. Perchè l'urlo delle sue parole metteranno a tacere quel terrificante silenzio. L'urlo del suo cuore lo metterà a tacere. Perchè tutto questo è possibile. Parola mia. Nicola
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