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Vecchio 12-05-2004, 21.45.09   #1
nevealsole
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Pragmatica della comunicazione umana

Arsenio in un post passato ha consigliato la lettura di un testo dal titolo “Pragmatica della comunicazione umana”, io incuriosita mi sono cimentata nella lettura – peraltro non ancora conclusa – e adesso ho la testa piena di domande rivolte primariamente a lui, che sembra essere esperto conoscitore della materia, ma anche a tutti gli altri che vorranno aiutarmi ad acquisire informazioni sul tema.
Comincio citando una frase che ho trovato nel testo e che mi ha fatto entrare veramente in una sorta di gap logico:

“Quando un uomo e una donna decidono di legalizzare la loro unione con una cerimonia matrimoniale, si pongono un problema che continuerà a presentarsi per tutta la durata del matrimonio: ora che sono sposati stanno insieme perché lo vogliono o perché lo debbono?”

Faccio una serie di considerazioni attinenti al testo, che peraltro è per me (che non sono un’operatrice del settore) piuttosto difficile da comprendere.
Il primo punto che realmente mi ha fatto riflettere riguarda l’affermazione che non si può non comunicare. Questa è una cosa direi sotto gli occhi di tutti ma che spesso è sottovalutata, almeno che io spesso sottovaluto.
L’atra cosa verissima riguarda la ciclicità della comunicazione ovvero l’assenza del movimento causa effetto tipico delle serie causali: io penso di parlare od agire in reazione al comportamento dell’altro ma l’altro in realtà pensa di agire in reazione a mie parole o azioni.
Ora, Arsenio, ti chiedo? Ma questa ciclicità è realmente tale? Ovvero non è mai possibile partire da un comportamento originario che causa gli altri comportamenti? E poi, seconda domanda: la psicologia che posto occupa in tutto questo? Intendo: il comportamento di un soggetto in che percentuale è influenzato dal comportamento di un altro soggetto e in che percentuale invece dipende dal suo modo di essere?
Terza domanda: ma se in famiglia, o nel rapporto di coppia, si vive una situazione ciclica patologica, è possibile uscirne, interrompere la catena, oppure si è costretti a ripetere sempre il ciclo?
Grazie ad Arsenio se vorrà e potrà rispondermi, tenendo conto che potrei non essere stata chiara o aver frainteso molti dei concetti espressi nel libro e grazie anche a tutti quelli che vorranno intervenire e dare il loro contributo per chiarirmi le idee in materia, con parole semplici vi prego.
Saluti
Neve
nevealsole is offline  
Vecchio 12-05-2004, 21.48.35   #2
r.rubin
può anche essere...
 
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voglio anch'io voglio leggerlo!!!

.... (è lungo...?)
r.rubin is offline  
Vecchio 12-05-2004, 22.08.02   #3
r.rubin
può anche essere...
 
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inizio col dire che non l'ho letto...

Citazione:
Messaggio originale inviato da nevealsole
Ma questa ciclicità è realmente tale? Ovvero non è mai possibile partire da un comportamento originario che causa gli altri comportamenti?

non credo sia possibile, perchè dal momento che il comportamento si evolve incessantemente sotto l'influenza di una molteplicità di variabili, inidentificabili con la chiarezza che esigerebbe uno studio scientificamente fondato, la preclusione dell'analisi rigorosa non può che essere totale (pensa a due equazioni le cui variabili mai stanno ferme ma anzi aumentano di numero o decrescono cambiando volto e nome, come poter risolverle?).
Se quindi parliamo di causalità scientifica questa si trova necessariamente impossibilitata dalla complessità eternamente cangiante a cui è sottoposta la vita umana.


Citazione:
E poi, seconda domanda: la psicologia che posto occupa in tutto questo? Intendo: il comportamento di un soggetto in che percentuale è influenzato dal comportamento di un altro soggetto e in che percentuale invece dipende dal suo modo di essere?

prendi l'essere umano da una parte, e dall'altra gli animali;
l'uomo vede bene di giorno, ma se la tenebra cala il mondo si spegne; il gufo continua a veder molto bene, ma al salire del sole la sua vista si spegne.
pensa al fiuto di un cane e al fiuto di un uomo, all'udito sensibilissimo dell'uno e a quello sensibile ma ad altre frequenze dell'altro.

Questo per dire che non basta che al mondo esistano stimoli, occore anche un sistema in grado di coglierli; ora, la differenza tra uomo ed animale si riprone similmente tra un uomo e un altro uomo: ognuno è più sensibile a certe frequenze, un altro nemmeno le coglie, uno ne è disturbato un altro allietato; anche se è la stessa identica frequenza.


Citazione:
Terza domanda: ma se in famiglia, o nel rapporto di coppia, si vive una situazione ciclica patologica, è possibile uscirne, interrompere la catena, oppure si è costretti a ripetere sempre il ciclo? [/b]

questo era l'obiettivo, ma non so se sia mai stato raggiunto...
r.rubin is offline  
Vecchio 13-05-2004, 21.00.51   #4
nevealsole
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grazie per le risposte, Rubin...
quarta domanda (in riferimento alla risposta alla terza): come?
Il libro in effetti è lunghetto e un po' complesso ma davvero molto interessante... una delle cure pare sia l'utilizzo del paradosso. Io praticamente è una settimana che ho il cervello fuso...
Saluti
Neve
P.S. Cmq per cominciare ti puoi leggere 'Alice nel Paese delle Meraviglie' ... sembra una favola per bambini ma in realtà...
nevealsole is offline  
Vecchio 13-05-2004, 21.31.51   #5
r.rubin
può anche essere...
 
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...perchè Alice? comunque dev'essere un bel libro!

l'ingiunzione paradossale credo venga utilizzata nei casi in cui è già presente un disturbo della comunicazione.

comunque spero che Arsenio intervenga, anche a me interessa il tema.

vabbè, allora
ciao nevealsole! e ricorda di tornare presto a postare di tua spontanea volontà, te lo ordino!
r.rubin is offline  
Vecchio 13-05-2004, 21.35.43   #6
nevealsole
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Esatto, proprio quello è il punto. In effetti il paradosso viene utilizzato in situazioni di presenza di malattia ma ci sono anche esempi di uso per terapia di coppia e simili.
'Alice' nel libro viene spesso utilizzato per la presenza di numerose situazioni paradossali e esempi di comunicazione paradossale. Pare poi che sia un concentrato di logica... io mi sa che lo compro e lo rileggo.
Ciao
nevealsole is offline  
Vecchio 13-05-2004, 21.43.09   #7
Lukra
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La Pragmatica della Comunicazione umana è un testo che risale al 1966 ed è stato scritto da Watzlavick del Mental Research Institute della Scuola di Palo ALto (che io credevo fosse famosa per i professori pazzi che leccavano le rane e le ragazze che facevano lezione in bikini su un campo da beach...ricordate il prof. Fontecedro-Luttazzi???).
Il libro sviluppa, in chiave sistemica (delle origini), la comunicazione umana vista da un punto di vista pragmatico (gli effetti che ha la comunicazione sui comportamenti delle altre persone e su noi stessi(di ritorno)). I concetti che vi sono espressi sono assai interessanti ed innovativi per l'epoca,ma per quanto riguarda la terapia familiare sono stati sicuramente ampliati da altri testi (anche italiani).
Con che tecniche si cambiano gli stili ripetitivi patologici? Beh...sinceramente non saprei spiegarlo bene, anche perchè non ho voglia di buttar lì nozioni inesatte..ma sicuramente il paradosso è una di queste.

Non sono un esperto di terapia familiare,ma mi ha colpito molto (in questi ultimi mesi) l'epistemologia sistemica.

So di non aver risposto a niente...ma spero di aver mesos in comune qualche elemento in più.

Ciao a tutti.
Lukra is offline  
Vecchio 13-05-2004, 22.07.23   #8
nevealsole
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No, invece la tua risposta è stata interessante anche perché mi ha permesso di capire qualcosa in più.
Ti chiedo: avresti per caso qualche testo interessante da suggerire, magari come dicevi tu più 'attuale' in materia di comunicazione.
Grazie mille
Neve

P.S. mi farebbero piacere anche ulteriori tuoi commenti, anche se basati su nozioni che tu definisci 'inesatte'
nevealsole is offline  
Vecchio 13-05-2004, 22.24.44   #9
Lukra
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No...no... più attuale io intendevo rispetto al versante "familiare"...
sul versante comunicativo questo è uno dei testi "monumento" della psicologia! Sai...la comunicazione può essere letta da molti angoli (come tutto del resto)...come ti dicevo, questo testo da una lettura dal versante pragmatico:dubito sia stato pubblicato un testo più autorevole in materia (è ancora studiato nelle specializzazioni e Waztlawick è una delle più grosse personalità "psicologiche" del mondo).
Io non ho letto integralmente il libro, ma ne ho affrontato vari capitoli durante le mie lezioni...e mi è piaciuto molto! Tendo a ripetere questo concetto affinchè non crediate che io sia:

1. uno studioso/professore/con i contro***** un po'snob;
2. uno studentello/semplice interessato un po' molto snob.

Mi interessa da non molto l'epistemologia sistemica (in cui c'è la Pragmatica,ma anche molto d'altro) e sto riflettendo circa la possibilità di specializzarmi in terapia sistemica familiare (sono laureato in psicologia....ho l'esame di stato fra 12 giorni...aahhhhh): se vuoi posso darti qualche nome e qualche istituto cui far riferimento...ma non so se è proprio ciò che desideri...
Lukra is offline  
Vecchio 13-05-2004, 22.28.16   #10
Lukra
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X Neve

ah ...dimenticavo...se ti interessa la comunicazione vista da qualche altro punto di vista che non sia quello già citato, possiamo parlarne (sempre che le mie conoscenze siano all'altezza).

Ri-cia.
Lukra is offline  

 



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