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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 18-05-2004, 12.14.26   #1
arsenio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
risposte sulla comunicazione interpersonale

Ringrazio per le domande postemi con chiarezza e rispondo con piacere a nevealsole e a quanti sono interessati.

Si dice che un matrimonio è riuscito qualora lo si ritenga ripetibile. Credo che questa domanda implicita e cruciale possa oggi essere all’origine di separazioni tenendo conto che si è notevolmente superata l’imposizione di mantenere ad ogni costo (talora troppo alto) il rapporto pur mancando autenticità e rispetto reciproco.
Per un matrimonio – più che “dovuto” e subito – “voluto” senza soluzione di continuità non dovrebbe mancare la disponibilità ad accettare e a valorizzare le rispettive differenze – percepitisi come due unità dialoganti – ma soprattutto l’intenzionalità di esplicitare le conflittualità inespresse e gli aspetti oscuri e latenti di una comunicazione frequentemente disfunzionale.

Il disagio comunicativo-relazionale è diffuso nell’ambito della famiglia e alcuni indirizzi psicoterapeutici indicano la causa dei problemi emotivi in tali difficili rapporti interpersonali specie se modellati secondo quelli genitoriali non sani e risalenti all’infanzia.

Per uscire dalla circolarità comunicativa patologica è indicata la metacomunicazione (comunicare sulla comunicazione) chiarificante nell’indicare come deve essere interpretato un messaggio senza fraintendimenti. Es. “volevo dire soltanto che…” ma anche per accordarsi , se possibile, per parlare dei propri disturbi comunicativi e il modo in cui ci si tratta diventa oggetto di dialogo. Ad es. parole e litigi che si ripetono, dove non è possibile stabilire “chi ha cominciato”, né causa-effetto (“sono chiuso perché brontoli”, “brontolo perché sei chiuso”) dove la linearità comunicativa si chiude in cerchio.
Ma la metacomunicazione è poco usata anche perché la competenza comunicativa e la comunicazione profonda (specie l’ascolto attivo) sono rare in ogni situazione intersoggettiva essendo in genere insufficiente l’intelligenza introspettiva per usare al meglio le proprie abilità e quella sociale per un interazione efficace.

Ogni nostro comportamento comunica così come ogni manifestazione della Comunicazione Non Verbale, compreso l’abbigliamento, il trucco, ecc. Difficilmente mascherabile (es. il tono di voce per gli stati d’animo) , da cui derivano anche le prime impressioni sulla persona.
Per il silenzio eloquente si cita il classico viaggiatore nello scompartimento di un treno, nascosto dal giornale che sta leggendo: può segnalare “sono triste”, “non voglio che lei mi parli”, “lei non è un interlocutore interessante per me”, ecc.

La comunicazione si sostiene su rimandi e interdipendenze, quindi è da osservare il feedback-retrocomunicazione (informazioni di ritorno) ma anche da usarlo: in un circolo d’influenze reciproche si può comprendere cosa è stato recepito per sintonizzarsi.
Per quando riguarda comportamenti, suggestioni, emozioni, le nostre personali realtà e l’autoimmagine sono in larga misura plasmate dal confronto con gli altri e le loro reazioni; ma questo aspetto lo situerei più tra la psicologia e la psicologia sociale che nella psicologia della comunicazione.
La percentuale è stabilita per lo più da meccanismi di personalità, a seconda che l’individuo sia più autocentrato o eterocentrato, campo-dipendente condizionato dall’ambiente, bisognoso di supporti esterni, o campo-indipendente, più autonomo, capace di dominare ogni situazione con la sua autosufficienza psichica senza la necessità di costanti rapporti con gli altri. E’ un concetto fondamentale anche per l’autostima.

Tra gli errori, da evitare il tormentoso “doppio legame” del tipo : “Sii allegro”. Paradossale imposizione che sottolinea l’incapacità di chi chiede aiuto.
Inoltre la comunicazione verbale deve essere sempre congruente con quella non verbale. Ad es. una “carezza verbale” deve accompagnarsi con un conforme tono affettivo, con una mimica autentica (il sorriso falso è facilmente identificabile)

PS. Ho tentato più volte d’inviare argomenti, ma il mio browser quasi sempre non li manda in bacheca.
arsenio is offline  
Vecchio 18-05-2004, 12.48.41   #2
@tess@
Ospite
 
L'avatar di @tess@
 
Data registrazione: 12-02-2004
Messaggi: 23
Arsenio, devo dire che cio' che hai scritto e' sicuramente molto interessante, in quanto credo che problemi di comunicazione siano sempre presenti in ogni tipo di relazione dove c'e' un disagio. Purtroppo o per fortuna, chissa', noi non possiamo prescindere da quelli che sono i nostri vissuti, quindi spesso accade che in un messaggio noi andiamo a leggere cio' che desideriamo leggere, sia in senso negativo che positivo...Non si puo' prescindere dalla soggettivita' della persona che legge il messaggio ...sia verbale che non verbale....
Se vedo una bella donna, vestita in modo vistoso, che attrae gli sguardi maschili,posso pensare che sia una una persona sicura di se, consapevole della propria bellezza, oppure posso pensare che sia una persona profondamente fragile che trae le sue sicurezze dall'ammirazione degli altri.....ma questo dipende essenzialmente dal mio vissuto rispetto alla bellezza ed all'autostima..... credo quindi che le regole che tu hai prospettato abbiano difficolta' ad essere applicate proprio perche' imprescindibili dalla soggettivita'....
@tess@ is offline  
Vecchio 18-05-2004, 22.02.32   #3
Vi@nne
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Messaggi: 299
Pienamente d'accordo con tess!
Vi@nne is offline  
Vecchio 20-05-2004, 11.55.00   #4
arsenio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
@tess@ e Vi@nne

avete posto un problema fondamentale (grazie) e l'ho ritenuto degno di un thread a cui vi rimando.

Ci@o
arsenio is offline  
Vecchio 20-05-2004, 18.44.32   #5
bomber
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
Re: risposte sulla comunicazione interpersonale

Citazione:
Messaggio originale inviato da arsenio


Ogni nostro comportamento comunica così come ogni manifestazione della Comunicazione Non Verbale, compreso l’abbigliamento, il trucco, ecc. Difficilmente mascherabile (es. il tono di voce per gli stati d’animo) , da cui derivano anche le prime impressioni sulla persona.
Per il silenzio eloquente si cita il classico viaggiatore nello scompartimento di un treno, nascosto dal giornale che sta leggendo: può segnalare “sono triste”, “non voglio che lei mi parli”, “lei non è un interlocutore interessante per me”, ecc.

.


e vero che ogni comportamento indica qualcosa
così come dice la prima legge della pragmatica è impossibile non comunicare
però il linguaggio non verbale cosi come quello verbale hanno un significato solo se dentro un contesto e sempre che la persona che lo veda ne sappia trarre un sigificato altrimenti il comportamente rimarebbe fine a se stess...
bomber is offline  

 



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