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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 26-08-2004, 23.37.36   #21
Winnie
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Messaggi: 46
X Mirror

a ognuno la sua ottica!

....io preferisco crescere a modo mio!

bye bye Mirror

Winnie is offline  
Vecchio 27-08-2004, 00.58.22   #22
Mirror
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Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
x Winnie

Citazione:
Messaggio originale inviato da Winnie
a ognuno la sua ottica!

....io preferisco crescere a modo mio!

bye bye Mirror


E fai bene.
Chi ti ha mai detto di fare diversamente?

Bye bye Winnie

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Vecchio 27-08-2004, 03.10.15   #23
leibnicht
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Il punto di vista di Wax

esprime la posizione "servile" rispetto al dovere.
Comprensibile, perchè questo nostro Paese ha sofferto secoli di dominazioni straniere, o comunque estranee alle volontà popolari che avrebbero potuto altrimenti esprimere nel corpus normativo la loro effettiva autonomia.
Il Sud Italia, in particolare, ha sofferto profondamente questa mortificazione istituzionale, restituendola in forme tradizionali di opposizione aprioristica alla regola: poichè essa veniva percepita come asservimento avvilente e come osservanza e riconoscimento di privilegi.
Non è questo, però, l'unico modo in cui possiamo interpretare e "sentire" la norma.
Un popolo autenticamente autonomo e libero può avvertirla come un valore comune, e la sua osservanza come espressione di dignità.
Concedere il passaggio ad un pedone, mettere il massimo impegno nell'operare qualcosa di cui altri fruiranno, applicarsi con dedizione e precisione ad un compito prescrittoci: tutto ciò, se viene arricchito del con-patire la comune appartenenza a ruoli sociali che si interscambiano, acquisisce al dovere un valore sociale che non gli è "aggiunto", ma intrinseco.
L'anonimo "utilizzatore" di ciò che tu oggi confezioni potrebbe essere tuo figlio, tuo padre, tu stesso.
Ed il piacere non è solo, necessariamente, e sempre, il dar "sfogo" oppure "sbocco" ad un bisogno, ma anche il con-piacersi dell'aver fatto "bene", "correttamente", "giustamente".
De hoc satis.
leibnicht is offline  
Vecchio 27-08-2004, 10.14.24   #24
neman1
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Re: Il punto di vista di Wax

Citazione:
Messaggio originale inviato da leibnicht
esprime la posizione "servile" rispetto al dovere.
Comprensibile, perchè questo nostro Paese ha sofferto secoli di dominazioni straniere, o comunque estranee alle volontà popolari che avrebbero potuto altrimenti esprimere nel corpus normativo la loro effettiva autonomia.
Il Sud Italia, in particolare, ha sofferto profondamente questa mortificazione istituzionale, restituendola in forme tradizionali di opposizione aprioristica alla regola: poichè essa veniva percepita come asservimento avvilente e come osservanza e riconoscimento di privilegi.
Non è questo, però, l'unico modo in cui possiamo interpretare e "sentire" la norma.
Un popolo autenticamente autonomo e libero può avvertirla come un valore comune, e la sua osservanza come espressione di dignità.
Concedere il passaggio ad un pedone, mettere il massimo impegno nell'operare qualcosa di cui altri fruiranno, applicarsi con dedizione e precisione ad un compito prescrittoci: tutto ciò, se viene arricchito del con-patire la comune appartenenza a ruoli sociali che si interscambiano, acquisisce al dovere un valore sociale che non gli è "aggiunto", ma intrinseco.
L'anonimo "utilizzatore" di ciò che tu oggi confezioni potrebbe essere tuo figlio, tuo padre, tu stesso.
Ed il piacere non è solo, necessariamente, e sempre, il dar "sfogo" oppure "sbocco" ad un bisogno, ma anche il con-piacersi dell'aver fatto "bene", "correttamente", "giustamente".
De hoc satis.


Niente da dire Leibnicht, la tua preparazione e' davvero notevole. Quasi lo trovo banale a farti un sincero complimento riferendomi anche ad altri post scritti da te ultimamente. Mi e' piaciuta sopratutto la parte nella quale descrivi, piu umanamente di me, qualcosa che chiamo cultura del lamento....non solo Italiana. Personalmente l'ho sempre vissuta come un autoesibizionirsi incominciato da qualche parte nel tempo, un meccanismo, che induce l'organismo a produrre determinate sostanze, simile alla frase iniziale di Goethe, ma nel contesto delle lamentele: con-piacimento causato dall'autocommiserazione. Una forma di auto-sufficenza, auto-apagamento attraverso il gioco di pensieri negativi-positivi. Una forma per dimostrare il carattere anche questo, per cio ho detto esibizionismo. Non so' se solo per un fatto naturale-genetico, culturale o climatico-geografico o tutte le tre insieme. Dal punto di vista culturale aggiungerei l'ipotesi dell'influenza araba nei secoli sui popoli, i quali hanno molto marcata questa cultura del lamento-pianto ma per indagare sui perche si finisce a parlare di motivi religiosi. Inoltre, ho saputo che nei circoli borghesi del fine '800 inizio '900 andava di moda parlare della propria malatia psicosomatica come dimostrazione di consapevolezza di se'. Una forma di lamentela (raffinata) anche questa. Ciao
neman1 is offline  
Vecchio 27-08-2004, 11.06.34   #25
La_viandante
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imho, e' un gran bel consiglio per nn annoiarsi mai...
se per essere felici bisogna non fare quello ke c piace, nel momento in cui riusciamo a farci piacere quello ke non c piaceva, dovremmo andare a cercare qlks'altro d sgradevole da fare, pena l'infelicita'
La_viandante is offline  
Vecchio 27-08-2004, 16.30.39   #26
Wax
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Re: Il punto di vista di Wax

Citazione:
Messaggio originale inviato da leibnicht
...
Non è questo, però, l'unico modo in cui possiamo interpretare e "sentire" la norma.
Un popolo autenticamente autonomo e libero può avvertirla come un valore comune, e la sua osservanza come espressione di dignità.
Concedere il passaggio ad un pedone, mettere il massimo impegno nell'operare qualcosa di cui altri fruiranno, applicarsi con dedizione e precisione ad un compito prescrittoci: tutto ciò, se viene arricchito del con-patire la comune appartenenza a ruoli sociali che si interscambiano, acquisisce al dovere un valore sociale che non gli è "aggiunto", ma intrinseco.
L'anonimo "utilizzatore" di ciò che tu oggi confezioni potrebbe essere tuo figlio, tuo padre, tu stesso.

Ho fatto un esempio nel sociale perchè è il primo che mi è venuto, ma potevo fare molti altri esempi, ad esempio "non mangiare troppa cioccolata o troppi alimenti a basse temperature altrimenti avrai dei dolori".
Insomma... non sono gli esempi il fulcro del discorso

Citazione:
Ed il piacere non è solo, necessariamente, e sempre, il dar "sfogo" oppure "sbocco" ad un bisogno, ma anche il con-piacersi dell'aver fatto "bene", "correttamente", "giustamente".
De hoc satis.
E ci mancherebbe! nessuno è qui a negarlo.
Piacere e Dovere sono in buona misura concetti soggettivi, dove qualcosa che io sento come un dovere, per te è un piacere, e viceversa.
Il con-piacimento per aver fatto del bene ad altre persone ci può essere come no; infatti se per tutti fosse un piacere non servirebbero leggi tutelative in merito.

Ma qui stiamo uscendo dal seminato: la frase era
"Ciò che rende la vita lieta non è fare le cose che ci piacciono, ma trovare piacere nelle cose che dobbiamo fare."
soggettiva quindi
Wax is offline  
Vecchio 27-08-2004, 16.37.12   #27
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Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante
imho, e' un gran bel consiglio per nn annoiarsi mai...
se per essere felici bisogna non fare quello ke c piace, nel momento in cui riusciamo a farci piacere quello ke non c piaceva, dovremmo andare a cercare qlks'altro d sgradevole da fare, pena l'infelicita'

BRRRRRRR !!
rabbrividiamo!

se bisogna arrivare a farsi piacere le cose che non ci piacciono per provare piacere e non annoiarsi, stiamo veramente alla frutta!!

cioè per non annoiarmi devo mettermi a mangiare teste di serpente, rospi e formiche fritte?
devo spararmi 4 ore di fitta conversazione femminile sulla moda del prossimo autunno inverno ?? e magari passarmi il sabato e la domenica a guardar vetrine ???

PER TUTTI GLI DEI DELL'OLIMPO !

questo si chiama M A S O C H I S M O! altro che ricerca del piacere!
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Vecchio 28-08-2004, 06.58.02   #28
La_viandante
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era solo la risposta lla tua domanda eh?

come interpretiamo questa frase
io la interpreto cosi', come un nonsense, cioe' se non sono le cose ke c piace fare a renedere la vita lieta e se dovremmo farci piacere quelle ke dobiamo fare, nel momento in cui ce le siamo fatte piacere a quel punto dobbiamo ripartire da capo, e' goethe ke lo afferma, io sono dell'idea ke nn vedo il perke' ci si debba fare piacere qlksa per forza.. non saprei nemmeno come fare
La_viandante is offline  
Vecchio 28-08-2004, 08.27.15   #29
neman1
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Messaggio originale inviato da iris_1
Provo a fare un esempio... lavorare è senza dubbio un dovere... siamo obbligati a lavorare per poter vivere... ma in questo non è detto che non si possa provare piacere... infatti tutti noi (o almeno molti di noi) siamo alla continua ricerca di un lavoro che ci possa piacere, lo ricerchiamo attraverso lo studio per esempio, studiamo e ci specializiamo in un determinato campo così da rendere il lavoro una scelta... a questo modo siamo in grado di provare piacere anche nel lavoro che inizialmente era visto come un obbligo, un dovere.
E' anche vero però che, per riuscire a trovare piacevole l'obbligo, in questo caso, del lavoro, lo abbiamo trasformato in una scelta.


Ciao Iris

"Dobbiamo" vivere e fare/funzionare/lavorare altrimenti la morte ed addio il piacere in tutti i modi. La scelta e' tra il dovere che piace e il dovere che non piace. Il problema non e' il dovere ma la scelta tra tutte le divisioni mentali (piace/ non piace etc) che lo rende spesso pesante. Ciao
neman1 is offline  
Vecchio 28-08-2004, 10.03.08   #30
Mirror
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Messaggio originale inviato da neman1
Ciao Iris

Il problema non e' il dovere ma la scelta tra tutte le divisioni mentali (piace/ non piace etc) che lo rende spesso pesante.



Se non si comprende questo meccanismo psicologico si rischia la permanente frustrazione.

Non é che una situazione, un compito sgradevole o faticoso oggettivamente, ci debbano obbligare a fare salti di gioia, ma sono la disponibiltà al ciò che é, uno spirito di fondo accettante - e non rassegnato, lo ribadisco - che creano i presupposti e l'atteggiamento che rendono la situazione migliore e lo stato d'animo più sereno e contento.
E' una "filosofia" di vita che se é compresa appieno ci fa vivere meglio, molto meglio.
Se poi preferiamo menarcela...allora continuiamo pure a pensare che un giorno, quando farò...allora sì...e intanto la vita presente passa sotto il nostro naso.
Con questo non voglio dire che non si debbano cambiare le cose che non ci stanno bene ma, pur cercando l'eventuale cambiamento, non dobbiamo mai perdere il contatto con ciò che ci accade nel qui ed ora, e godercelo comunque
per come ci é dato.
Questo senso di gratitudine é una fortuna...che va però conquistata...
Provare per credere...dopo aver trovato la chiave.

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