Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Psicologia
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze


Vecchio 26-08-2004, 17.16.20   #1
TorrediPisa
Ospite
 
Data registrazione: 28-01-2004
Messaggi: 27
Paura e Paura della Paura

Buongiorno a Tutti.
Sono un uomo di 53 anni e da molti anni soffro di paure esagerate. Circa vent'anni fa, l'inquilino del piano di sotto al mio (un uomo meridionale litigioso e volgare) infastidito dai piccoli rumori della mia bambina piccola, mi apostrofò pesantemente sulle scale , tanto che decisi di denunciarlo per minacce. Naturalmente la causa non ebbe esito perché fu amnistiata ancora prima che si andasse in dibattimento e da quel giorno maledetto, senza che poi accadesse niente altro che qualche altra lamentela, ho sempre avuto paura che ciò accadesse di nuovo, di come avrei reagito in quell'evento, di cosa avrei potuto fare per impedire che potesse accadere di nuovo. Tutti i giorni, per anni, ho avuto paura di aver paura. Ho persino progettato di ucciderlo, senza per fortuna mai mettere in pratica questo delirante proposito.
Avevo paura di incontrarlo per le scale e perfino di incontrare sua moglie!. Poi un giorno è morto,.
Ma la paura è rimasta e adesso, dopo che anche la moglie (cafona anche lei) continua a lamentarsi di qualche rumore, ho ricominciato ad avere paura.
Perché?

Sarò grato a chi potrà aiutarmi.
Saluti a Tutti
TdP
TorrediPisa is offline  
Vecchio 26-08-2004, 17.47.58   #2
Naima
Ospite abituale
 
L'avatar di Naima
 
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
Caro TdP, accipicchia che situazione! Così a freddo mi viene da pensare che i tuoi inqulini siano un'identificazione delle tue paure, non tanto perchè sono loro capisci? Al limite io mi sentirei a disagio incrociandoli , presagendo una loro quasi certa lamentela e dovendomi preparare a rispondere per le rime, ma con garbo naturalmente. Ma la paura è qualcosa di più, è paralizzante, condiziona la vita in modo molto più invasivo e credo che in questo caso i due cafoni (pace all'anima del marito) siano un "bersaglio" su cui far ricadere le tue paure inconsce. A volte le cose che ci fanno paura sono un pretesto, abbiamo altre paure meno comprensibili o meno socialmente giustificabili, che nemmeno noi consciamente sapremmo definire e le esterniamo sottoforma di altre paure o fobie. Puo essere il tuo caso? Potresti aver idendificato in quel vicino urlante una figura autoritaria, un genitore? Mi sembri una persona molto sensibile, forse sai di non voler rendere pan per focaccia, di non poter essere per tua natura violento e verbalmente aggressivo e ti sembra di non aver altre armi per gestire la situazione con la megera?
Naima is offline  
Vecchio 26-08-2004, 17.55.39   #3
TorrediPisa
Ospite
 
Data registrazione: 28-01-2004
Messaggi: 27
Paura della Paura

Caro Naima
Mi sono affacciato a questo Forum per la prima volta in vita mia e debbo ammettere che non credevo che ci fossero persone di qualità come te.
Ho letto cose anche di altri su questo forum e la qualità è davvero considerevolmente alta.
Sono confortato dalla tua opinione del mio "caso" e credo che tu abbia ragione (sicuramente hai ragione).
Dimmi se posso approfittare della tua cultura per sottoporti ancora dei casi che ancora non sò come gestire.

Grazie di nuovo e complimenti!
TdP
TorrediPisa is offline  
Vecchio 26-08-2004, 18.32.46   #4
mark rutland
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-01-2004
Messaggi: 343
quando si vive in un consorzio sociale si va sempre incontro ad un minimo di disapprovazione altrui, questo perchè la chimera del rispetto reciproco è ben poco reale; la stessa necessità di teorizzazione di questo principio operata nei codici legali è la manifestazione di quanto poco credibile sia nella sua attuazione minuta.Si vive in un surrogato in cui l'Homo homini lupus è molto meno superato di quanto si creda.e fin qui nulla da dire, spero.

Se ci attenessimo alla necessità di compiacere tutti pur di assicurarci una vita tranquilla , verremmo fatti oggetto di richieste da soddisfare di ogni tipo , anche non molto lecite, da parte delle persone che , compresa questa nostra debolezza ,cercherebbero di ottenere tutto quello che vogliono da noi, ovviamente senza essere , loro, diposti a fare altrettanto.La presunta vita tranquilla diventerebbe un inferno.

come si risponde alle altrui richieste di questo genere?

senza lasciarsi stravolgere, come consigliato da nel post sulle prepotenze.Le scappatoie sono molteplici:il silenzio, se non si è lesti ed eleganti di lingua, una breve e polita dichiarazione di intenti o con una battuta che ridicolizzi la cosa se è possibile .

Il mio cane era occasionalmente nervoso e abbaiava nel mio cortile e il dirimpettaio mi ha telefonato intimandomi 'sa che il suo cane abbaia?' e io ho replicato 'sì, è vero, ma d'altro canto sarebbe strano se cantasse l'Aida o parlasse in Sanscrito invece che abbaiare, non crede?' .
Abbiamo riso ed è finita lì......ma con certe persone non finisce lì, allora meglio il silenzio o poche parole senza cedere agli altrui tentativi di invischiarci in una lite:la nostra finalità non è quella di litigare con la gente nè di essere trascinati in battibecchi perchè il nostro interlocutore è incapace di civile scambio di idee, a meno che anche a noi non ci piaccia litigare......

Non è che le azioni legali non vadano bene, ma il buon senso te le avrebbe di certo sconsigliate; sono antipatiche, mettono una spina nel fianco nei rapporti esacerbandoli , sono interminabilmente lunghe e costose e non sempre vanno in porto, e non sempre vanno bene in porto, se ci arrivano.Va bene se si hanno le carte in regola( e parlo di documenti o cose del genere), altrimenti......non è sfiducia nella giustizia, sia chiaro.

ma la questione la vedo diversamente.

sentirsi oltraggiati da una persona che ci insulta è umano, ma bisogna sempre correlare l'insulto con chi l'ha proferito; se un ubriaco mi insulta in mezzo alla strada non lo vado a denunciare, parimenti una persona in cui non ripongo stima o cui non do alcun credito o rilievo....se non riponevi molta fiducia o largo credito nel tuo vicino, sarebbe stasto meglio passare ai fatti con un piccolo depennamento dalla rubrica degli esseri umani propriamente detti, scusami la battuta.....
Capisco, fa un po' ridere e pare strano sapere che i propri vicini hanno quoziente intellettivo 4 (il minimo per camminare, diceva la Bertè in Music Farm)....ma succede anche questo , si sorride, si faspallucce e i tira avanti con calma e serenità

Tu stesso invece avevi preferito riconoscergli uno status di essere pericoloso.... 'un uomo meridionale litigioso e volgare'queste sono state le tue parole(a mio modesto parere peraltro quel riferimento geografico che parrebbe accumunare la litigiosità con le coordinate geografiche di nascita è leggermente fuori luogo)....se lo avessi definito' il baluba dello stabile 'e ci avessi creduto lo avresti semplicemente lasciato stare rifiutandoti di perder tempo appresso alle sue esternazioni......Non so, è come se avessi dato importanza a questa persona, riconoscendole il 'potere' di sconvolgerti e hai coltivato questa impressione negli anni, concimando la cattiva considerazione nei suoi confronti con un atteggiamento che gli riconosceva il suo status;'mi fai paura, ho paura di te', questo è il messaggio che gli hai dato e lui, che forse cercava proprio questo, l'ha recepito rallegrandosene.Non mi meraviglia che ora ci provi anche la moglie, se è questo che vuole per sentirsi importante.

Perchè , con quale vantaggio, con quale finalità hai messo da solo la tua testa sul ceppo e dato in mano al boia l'accetta ? per anni hai coccolato la tua paura e questo mi fa chiedere cosa ti desse in cambio, cioè quale tornaconto hai avuto, perchè indubbiamente se hai scelto questa strategia comportamentale qiualcosa l'hai guadagnata.....forse ti sei evitato un bel cambiamento, la fiducia nelle tue capacità dialettiche, comportamentali, la tua solidità ed imperturbabilità,la tua calma, il tuo saper tener testa semplicemente rimanendo calmo e senza lasciarti invischiare nei problemi comportamentali,nella maleducazione e nelle volgarità ALTRUI e non tue......forse ti è stato insegnato che si reagisce così con le autorità(genitoriali comprese ) e si reagisce così con i prepotenti, forse ti è stato detto che i meridionali sono pericolosi ecc ecc......non lo so.....

cerca di capire cosa ne hai tratto di vantaggio e quale comportamento o presa di posizione nei confronti non solo di questo episodio, ma della tua vita in generale hai evitato.......forse da queste risposte potresti trovare una alternativa più calma

In bocca al Lupo

Ultima modifica di mark rutland : 26-08-2004 alle ore 18.44.31.
mark rutland is offline  
Vecchio 26-08-2004, 18.58.55   #5
mark rutland
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-01-2004
Messaggi: 343
precisazione

r.rubin


è l'autore del messaggio sulle prepotenze col quale mi trovo d'accordo , come linea di principio da seguire
mark rutland is offline  
Vecchio 26-08-2004, 23.23.18   #6
Vi@nne
Ospite abituale
 
L'avatar di Vi@nne
 
Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
Ciao Torredipisa, penso tu sia toscano come me, benvenuto sul forum.
Mi viene spontanea una domanda, non hai mai pensato di cambiare casa? La causa della tua paura si sarebbe allontanata.
Ciao
Vi@nne is offline  
Vecchio 27-08-2004, 09.38.17   #7
Naima
Ospite abituale
 
L'avatar di Naima
 
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
Caro TdP ti ringrazio ma non vorrei illuderti sulle mi supposte capacità. Non sono un'esperta te lo assicuro, le mie deduzioni (anzi, supposizioni) derivano da esperienze personali, non da studi approfonditi in materia. Però se potrò risponderti ben volentieri... purtroppo di paure ne ho tante anche io e tuttora mi analizzo per cercare di risolverle
Naima is offline  
Vecchio 27-08-2004, 11.24.29   #8
TorrediPisa
Ospite
 
Data registrazione: 28-01-2004
Messaggi: 27
Paura della Paura

Ringrazio Tutti per i consigli ricevuti.

Ho cercato spesso di capire da dove provenisse questa mia paura. Probabilmente essa deriva dall'eccessiva autorità paterna subita quando ero adolescente, che voleva che io fossi sempre il "migliore" di tutti e quindi non "dovevo sbagliare mai!", pena la perdita della considerazione (e quindi dell'affetto). Infatti io mi impegnavo sempre in maniera ossessiva nel cercare di ottenere i risultati migliori, nella scuola, nello sport, nella società, ma purtroppo non ero stato abituato a gestire i fallimenti che inevitabilmente accadono. Il fallimento di per se stesso non ha una connotazione negativa, in quanto esso è solo una circostanza che non assolve il compito previsto, ma sicuramente non esclude che questo compito possa essere assolto in successivi tentativi. Avendo timore di "sbagliare" allora, per non "scontentare il padre", ho cominciato ad evitare il problema invece che affrontarlo. Quindi pur essendo in grado di gestire il "litigio" condominiale perché possiedo sia una corporeità sia una espressività verbale che suscitano rispetto, in realtà tento di aggirare il problema assegnandogli una valenza esagerata, tale da scatenare una paura che funga da alibi per "non agire".
Anche nel lavoro è la stessa cosa. Sono un'analista informatico (considerato) piuttosto bravo e sono i risultati a testimoniarlo, ma non riesco mai ad esserne soddisfatto ed appagato perché si manifesta sempre la paura di aver commesso qualche errore, e piuttosto che essere confortato dal fatto che anche se l'errore si manifestasse, sicuramente sarei in grado di risolverlo, ricado ancora nella paura ossessiva che il cliente mi chiami per lamentarsi violentemente del problema. E' una condizione penosa perché razionalmente sò di essere in grado di fronteggiare qualsiasi situazione,ma poi mi rendo conto di avere una fragilità emotiva sconcertante tale da invalidare tutto il mio agito.
Quale potrebbe essere una via per uscirne?
TorrediPisa is offline  
Vecchio 27-08-2004, 12.23.34   #9
neman1
Ospite abituale
 
L'avatar di neman1
 
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
Re: Paura della Paura

Citazione:
Messaggio originale inviato da TorrediPisa
Ringrazio Tutti per i consigli ricevuti.

Ho cercato spesso di capire da dove provenisse questa mia paura. Probabilmente essa deriva dall'eccessiva autorità paterna subita quando ero adolescente, che voleva che io fossi sempre il "migliore" di tutti e quindi non "dovevo sbagliare mai!", pena la perdita della considerazione (e quindi dell'affetto). Infatti io mi impegnavo sempre in maniera ossessiva nel cercare di ottenere i risultati migliori, nella scuola, nello sport, nella società, ma purtroppo non ero stato abituato a gestire i fallimenti che inevitabilmente accadono. Il fallimento di per se stesso non ha una connotazione negativa, in quanto esso è solo una circostanza che non assolve il compito previsto, ma sicuramente non esclude che questo compito possa essere assolto in successivi tentativi. Avendo timore di "sbagliare" allora, per non "scontentare il padre", ho cominciato ad evitare il problema invece che affrontarlo. Quindi pur essendo in grado di gestire il "litigio" condominiale perché possiedo sia una corporeità sia una espressività verbale che suscitano rispetto, in realtà tento di aggirare il problema assegnandogli una valenza esagerata, tale da scatenare una paura che funga da alibi per "non agire".
Anche nel lavoro è la stessa cosa. Sono un'analista informatico (considerato) piuttosto bravo e sono i risultati a testimoniarlo, ma non riesco mai ad esserne soddisfatto ed appagato perché si manifesta sempre la paura di aver commesso qualche errore, e piuttosto che essere confortato dal fatto che anche se l'errore si manifestasse, sicuramente sarei in grado di risolverlo, ricado ancora nella paura ossessiva che il cliente mi chiami per lamentarsi violentemente del problema. E' una condizione penosa perché razionalmente sò di essere in grado di fronteggiare qualsiasi situazione,ma poi mi rendo conto di avere una fragilità emotiva sconcertante tale da invalidare tutto il mio agito.
Quale potrebbe essere una via per uscirne?



Eh, cavolo....siamo veramente in tanti allora ad aver a che fare con il nostro Super Io e la reazione dell' ES come lo chiamano i psicologi.
Ciao TorrediPisa....e benvenuto anche da parte mia. Ho letto il tuo racconto, e per i tratti principali: Educazione al perfezionismo-rinuncia alla competizione-autocolpevolizzarsi per gli errori, abbiamo fatto la stessa vita. Guarda caso, anche anch'io ho trovato la compensazione nel successo lavorativo (programmazioni). Pertanto ti posso dire le cose che hanno migliorato la mia situazione. Riflessione innanzitutto in che cosa consiste l'esitazione. Importante riconsiderare il rapporto con i genitori con cio. La butto cosi tra milioni di possibilita': il timbro di voce del vicino era della stessa intensita' di tuo padre autoritario e ha risvegliato paure/blocchi infantili. Come detto, solo un'esempio. Riflettere anche come avresti voluto/dovuto reagire. La colpa puo nascere non dalla imperfezione ma dall'impotenza/esitazione di reagire ad essa. Recupero poi di eventuali desideri infantili (inespressi) e ritornare a fare dello sport per se stessi. Ho cercato di essere breve ma utile. Cordiali saluti

Ultima modifica di neman1 : 27-08-2004 alle ore 12.27.31.
neman1 is offline  
Vecchio 27-08-2004, 22.33.33   #10
dana
Ospite abituale
 
L'avatar di dana
 
Data registrazione: 18-10-2003
Messaggi: 0
Re: Paura della Paura

Citazione:
Messaggio originale inviato da TorrediPisa
Ho cercato spesso di capire da dove provenisse questa mia paura. Probabilmente essa deriva dall'eccessiva autorità paterna subita quando ero adolescente, che voleva che io fossi sempre il "migliore" di tutti e quindi non "dovevo sbagliare mai!", pena la perdita della considerazione (e quindi dell'affetto).

Quale potrebbe essere una via per uscirne?

Probabilmente già il prenderne atto è il passo più importante per uscirne. Quando ti si presentano situazioni simili, la tua risposta istintiva ritorna adolescenziale: credo che dovresti rivedere questo nodo antico con la tua maturità attuale per superarlo e per poter assolvere te stesso e anche il/i tuo/i genitore/i.
E quando ti capita il caso specifico, forse potresti provare a fermarti e ad analizzare razionalmente e dall'esterno, come se capitasse ad un altro, il problema e dare a te stesso il consiglio che daresti ad un altro, usando quindi la tua esperienza e la tua maturità di oggi.
Credo sia un problema frequente, non è facile accettare la nostra imperfezione e la possibilità di commettere errori, soprattutto quando ci hanno richiesto per anni la perfezione assoluta.
Ma noi siamo perfetti così come siamo, con le nostre fragilità umane e i nostri inevitabili errori.

La Torre di Pisa è unica e perfetta anche se pende...

ciao
dana is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it