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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 07-01-2005, 20.04.45   #21
mark rutland
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-01-2004
Messaggi: 343
rispetto la tua visione......personalmente non vedo più molto la realtà così dicotomica, però, Rubin
mark rutland is offline  
Vecchio 07-01-2005, 22.36.07   #22
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da mark rutland
rispetto la tua visione......personalmente non vedo più
molto la realtà così dicotomica, però, Rubin

relativamente la mia semplificazione......ma, e poco fa anche,
la tua questione non era così: il 1° o il 2°!?
r.rubin is offline  
Vecchio 08-01-2005, 04.43.14   #23
uranio
Ospite abituale
 
L'avatar di uranio
 
Data registrazione: 22-10-2004
Messaggi: 470
Citazione:
Messaggio originale inviato da Malaluna
Forza e debolezza, debolezza o forza....uhmmm credo che tutte e due siano le facce di una stessa medaglia. Quale faccia sia la migliore non credo sia importante, l'importante è assomigliare a se stessi, assomigliare a quella personcina che ci vive dentro. Poi essere forti non vuol dire essere arroganti cosi come il debole non è un parassita lagnoso.

Maurizia parli di simpatia nei confronti delle persone che consideri più forti e antipatia nei confroti dei più deboli....qualcuno una volta mi ha detto che noi non sopposrtiamo negli altri i nostri difetti....potrebbe essere???
Sarò impopolare ma non credo che le "musate" servano a tutti...tutti. Affrontare le difficoltà dipende dalla voglia che si ha REALMENTE di farlo e dalla capacità di saper vautare la situazione fuori ma soprattutto dentro di noi.
sono pienamente d'accordo con te
uranio is offline  
Vecchio 08-01-2005, 08.32.08   #24
mark rutland
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-01-2004
Messaggi: 343
sorridendo sì....ma sorridendo , rubin

secondo me c'è un vizio di fondo in tutta la questione; il sentirsi in grado e in potere di giudicare gli altri e le altrui azioni e classificarle secondo il proprio personale punto di vista ritenendolo assoluto (almeno per chi giudica)ma che invece , in quanto personale, non è oggettivo,e quindi molto fallace in termini di definizione.

C'è una cosa poi che credo faccia più male:la classificazione , i giudizi di merito sugli altri che ,non essendo definitivamente comprovabili,lasciano il tempo che trovano ma fanno male solo a chi li formula.....se io provo intolleranza per qualcuno, alla fin fine, faccio del male solo a me stesso, in quanto chi prova la sensazione di sgradevolezza o di rabbia sono io, non gli altri oggetti della mia epidermica o viscerale rabbia, esponendomi, peraltro anche ad eventualei'sfoghi' molto discutibili in virtù della soggettività del giudizio in toto, a mo' di pentola a pressione....
E' un po' come allevare da soli la rabbia e coccolarla, montare da soli la panna montata della intolleranza....

Provare intolleranza verso qualcuno o qualcosa , in virtù della soggettiva visione del mondo, rende boriosi e amari, e peraltro mostra una sostanziale mancanza di rispetto per se stessi (che senza giudizi negativi per agli altri vivremmo meglio ,anche quando sono rivolti a noi da altri)e per chi è diverso da noi (per lo stesso motivo di prima)nonchè una incapacità di relazionarsi apertamente agli altri portandosi invece sempre sulle spalle un se stesso che giudica ed emette sentenze di condanna o di approvazione molto poco oggettive.......giudicare qualcuno male implica ammettere pienamente una sostanziale incapacità di accettazione della diversità come elemento fondante della realtà o di comprensione delle vicende altrui....


Quanto al concetto di forza, credo che abbia molte sfaccettaure; per me, alcune di queste sono la capacità di andare oltre i sensi di colpa usati sugli altri o dagli altri su di noi, oltre l'ansia del futuro, oltre la mancanza di autostima,oltre la regressione ad uno stato infantile di dipendenza o di onnipotenza, la capacità di vivere il presente ,il superamento della necessità impellente di attuazione di un piano di giustizia comportamentale secondo il mio personalissimo punto di vista,il saper affrontare con PACATEZZA le 'avversità', siano esse generate da fatti reali (un lutto, un incidente anche se dipendono solo da come soggettivamente bengono vissute)o soggettive 'pure'(vedi sensi di colpa indotti da noi o altri, ansie,necessità di giudicare ecc).

Quanto al modo , questo dipende sempre da quello che si vuole ottenere e quanto lo si vuole ottenere.Mi spiego meglio; se il mio progetto contingente, immediato è per me importante, questo mi viene a subordinare integralmente la mia scala di valori.E' una realtà, discutibile al limite, ma prassi comune a tutti, solo che è scomodamente ammissibile e non ci fa fare bella figura, tutto qui.Penso a situazioni in cui oggi mi viene da dire,guardando gli altri fare qualcosa ' io non farei mai una cosa simile' ....... dipende .... dipende sempre e non sta a me giudicare chi lo fa.Mai farsi meraviglia degli altri.
Si dirà: allora non hai una scala di valori stabile, non hai una dignità.........no, non ho una rigidezza perchè so che la vita è molto elastica, le situazioni imprevedibili e io meno perfetto di quello che credo di essere e perchè so che dove c'è rigidezza, non c'è crescita, a meno di non fare come i serpenti, che crescono in una pelle rigida di cui debbono poi disfarsi dolorosamente.
Quello che per me , in questo momento è segno di debolezza potrebbe essere motivo di forza tra un secondo

Inoltre ci vuole forza per essere deboli ad oltranza, per resistere alla voglia di andare avanti o superare i traumi, le nevrosi così come secondo me è segno di debolezza essere sempre forti e non sapersi modulare secondo diverse note nei diversi momenti della esistenza....

homo sum, nihil humanum alienum est mihi
sono un uomo, nulla di ciò che è umano mi è estraneo

Ultima modifica di mark rutland : 08-01-2005 alle ore 08.48.38.
mark rutland is offline  
Vecchio 08-01-2005, 15.48.53   #25
Soledad
Ospite
 
Data registrazione: 02-01-2005
Messaggi: 34
E' giusto giudicare?

Vi elenco alcuni punti sotto e vi invito a riflettere. Secondo voi è giusto giudicare? Chi è il miglior giudice di noi stessi? Credo nessuno...

Ecco l'elenco:

1) gli anziani:
Anche loro hanno fatto la loro vita, hanno attraversato miserie, guerre, x darci la libertà che abbiamo ora... E' ovvio che hanno bisogno di aiuto da parte nostra, dopo aver perduto le loro forze, i loro anni migliori (li ricorda solo il calendario-anniversario), etc. etc.

2) i barboni:
alcuni di loro, pur avendo la proprietà immobiliare, patrimoniale o sussistenza pensionistica o similare, scelgono di fare i barboni? Cosa vogliono veramente? perchè rinunciano ai loro averi chiedendo elemosina agli altri? Dopo la loro morte, che fine fanno i loro beni? A volte, li tengono i suoi familiari o li danno in beneficenza o agli enti, comuni, etc,... Chiediamoci, perchè hanno scelto questo tipo di vita? X essere liberi dagli obblighi quotidiani? X essere considerati "nessuno"?... Ci sono vari motivi x cui è meglio porsi delle domande...

3): gli handicappati:
a) i non vedenti- A nostra vista ci fanno più pena xke sono limitati nei loro movimenti e nel mondo di immagini e di colori. Vivono solo nel loro mondo fatto di suoni e di piccole cose quotidiane. Avete mai provato a vivere con loro? o, perlomeno, avete provato ad usare solo le orecchie e il corpo, attraverso i suoni e il tatto o contatto fisico, senza usare gli occhi.... E' difficile immaginare....

b) i non udenti - spesso non ce ne accorgiamo xke a vista d'occhio sembrano "normali" come noi, xke si muovono, guidano, fanno figli, etc... ma quando arriva il punto cruciale.... Comunicare con loro diventa spesso difficile o impossibile.... non ci comprendono o non li comprendiamo. Linguaggio difficile... Chi è analfabeto, chi è segnante (lingua dei segni che si usa al tg x i non udenti) o chi è oralista... ognuno ha la sua lingua.... Eppure vivono la vita come noi ma solo nei loro mondi limitati nelle comunicazioni...

c) i deambulanti - conosciamo già i loro problemi... sono soprattutto architettonici. sono limitati nei movimenti in tutti gli spazi dove non ci sono passi agevolati per loro. ma chiediamoci... Come affrontantano la loro vita di coppia, familiare, sessuale, etc...

4) i tossicodipendenti: perchè hanno scelto questo percorso? che è successo veramente a loro? C'è stato un disagio affettivo - sociale?

Non voglio elencare ancora ma invito tutti a riflettere che i motivi possono essere tanti x cui a volte siamo costretti ad essere forti con i deboli e deboli con i forti.... dietro ai nostri paraventi c'è sempre un disagio..... Dunque, penso che dobbiamo essere prima "psicologi" di noi stessi e poi degli altri....
Soledad is offline  
Vecchio 09-01-2005, 07.30.42   #26
uranio
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Messaggi: 470
Re: E' giusto giudicare?

Citazione:
Messaggio originale inviato da Soledad
Vi elenco alcuni punti sotto e vi invito a riflettere. Secondo voi è giusto giudicare? Chi è il miglior giudice di noi stessi? Credo nessuno...

Ecco l'elenco:

1) gli anziani:
Anche loro hanno fatto la loro vita, hanno attraversato miserie, guerre, x darci la libertà che abbiamo ora... E' ovvio che hanno bisogno di aiuto da parte nostra, dopo aver perduto le loro forze, i loro anni migliori (li ricorda solo il calendario-anniversario), etc. etc.

2) i barboni:
alcuni di loro, pur avendo la proprietà immobiliare, patrimoniale o sussistenza pensionistica o similare, scelgono di fare i barboni? Cosa vogliono veramente? perchè rinunciano ai loro averi chiedendo elemosina agli altri? Dopo la loro morte, che fine fanno i loro beni? A volte, li tengono i suoi familiari o li danno in beneficenza o agli enti, comuni, etc,... Chiediamoci, perchè hanno scelto questo tipo di vita? X essere liberi dagli obblighi quotidiani? X essere considerati "nessuno"?... Ci sono vari motivi x cui è meglio porsi delle domande...

3): gli handicappati:
a) i non vedenti- A nostra vista ci fanno più pena xke sono limitati nei loro movimenti e nel mondo di immagini e di colori. Vivono solo nel loro mondo fatto di suoni e di piccole cose quotidiane. Avete mai provato a vivere con loro? o, perlomeno, avete provato ad usare solo le orecchie e il corpo, attraverso i suoni e il tatto o contatto fisico, senza usare gli occhi.... E' difficile immaginare....

b) i non udenti - spesso non ce ne accorgiamo xke a vista d'occhio sembrano "normali" come noi, xke si muovono, guidano, fanno figli, etc... ma quando arriva il punto cruciale.... Comunicare con loro diventa spesso difficile o impossibile.... non ci comprendono o non li comprendiamo. Linguaggio difficile... Chi è analfabeto, chi è segnante (lingua dei segni che si usa al tg x i non udenti) o chi è oralista... ognuno ha la sua lingua.... Eppure vivono la vita come noi ma solo nei loro mondi limitati nelle comunicazioni...

c) i deambulanti - conosciamo già i loro problemi... sono soprattutto architettonici. sono limitati nei movimenti in tutti gli spazi dove non ci sono passi agevolati per loro. ma chiediamoci... Come affrontantano la loro vita di coppia, familiare, sessuale, etc...

4) i tossicodipendenti: perchè hanno scelto questo percorso? che è successo veramente a loro? C'è stato un disagio affettivo - sociale?

Non voglio elencare ancora ma invito tutti a riflettere che i motivi possono essere tanti x cui a volte siamo costretti ad essere forti con i deboli e deboli con i forti.... dietro ai nostri paraventi c'è sempre un disagio..... Dunque, penso che dobbiamo essere prima "psicologi" di noi stessi e poi degli altri....
Complimenti hai fatto degli esempi semplici ma buoni per far compredere cosa significa la parola "giudicare"Togliamo questa brutta etichetta dal nostro vocabolario....
uranio is offline  

 



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