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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 11-03-2005, 09.30.51   #1
arsenio
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seduzione del cattivo

Nel romanzo “L’eredità di Eszter Sàndor Marài, geniale indagatore della problematicità sentimentale, presenta Lajos, unico e infinito amore della protagonista. Magnifico esempio di bugiardo, imbonitore, falsificatore, ingannatore, mascalzone. Ma affascinante, come spesso accade nella realtà.
Così testimoniano lettere spedite alle rubriche femminili che leggo per avere un’idea del mondo delle donne senza illudermi di decifrarlo, progetto perdente come affermò lo stesso Freud.
Perché il cattivo, lo sbagliato,l’”assente”, quello con problemi, misogino, con disturbi della personalità, ecc. è seduttivo? Viene rincorso tradendo anche il fidanzato o mariti a volte descritti quali esempi i perfezione, perfino da femministe vulnerabili a innamoramenti contro ogni giudizio intellettivo.
Sindrome dell’”io ti salverò”, sfida trasgressiva? Piacere di forse scoprire sensibilità e capacità di amore occultati dietro un comportamento aggressivo e dominante? Incapacità o paura di autonomia? Rivalsa avventurosa alla noiosa piattezza del partner ufficiale?? Unico modello maschile riconosciuto che risale ad esperienze del passato? Sadomasochistica complementarità? Attrazione filogenetica? O talora semplice mancanza di alternative e rassegnata resa di fronte alla speranza d’incontrare l’uomo giusto?
L’amore è irrazionale, fondato su immagini interiori? Certo, comunque le ipotesi sono molte e anche la letteratura sul legame tormentoso è vasta. I saggi più noti sono il ristampato Donne che amano troppo della Norwood e L’amore dannoso della Parsi.

Senza voler generalizzare un modello di successo sarebbe ancora l’integrato che celebra il tempo presente, spensierato e prevedibile con cui non può esserci una reciproca crescita. Polarizzato su conformismi, mode, manie, condivide valori e stereotipi collettivi.
L’outsider autentico e disincantato che non imita nessuno, fedele a se stesso è ritenuto un deviante che veicola verità inquietanti.
Il modello d’uomo che vedrei equidistante dal “cattivo e dall’”integrato” è l’empatico-relazionale. Accogliente e assiduo. Da amare come dice Maria Rita Parsi perché “scopre il femminile dentro e fuori se stesso e accetta la propria fragilità. Ma potrebbe essere un’araba fenice e inoltre non molto riconosciuto.
L’”uomo ideale” sarebbe un cliché che spesso non coincide con quello che alla fine veramente seduce?
arsenio is offline  
Vecchio 11-03-2005, 10.25.06   #2
nevealsole
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Bellissimo post! Bellissimo davvero.
Ci sarebbe tanto da dire ma vediamo... cosa mi viene in mente.
Mi viene in mente che intanto la Norwood direi che dà una spiegazione piuttosto convincente. Dopo aver letto il suo testo ho fatto una rapida indagine su coppie di conoscenti... devo dire che i rapporti instaurati, spesso e in forma meno drammatica rispetto a quella da lei descritta, ricalcano appieno i suoi schemi.
Devo dire che la telepatia funziona Arse'... mentre leggevo e prima di arrivare al punto mi è venuto proprio in mente "l'io ti salverò" detto anche da te. Ma poi il mascalzone vuole essere salvato?
In realtà però sono giorni che mi interrogo su di un'altra questione, e volevo aprire un 3d: ma esiste la cattiveria? Chi è il cattivo? Quello che ferisce solo per il gusto di ferire? E' una cosa che mi sono sempre chiesta... voglio dire, secondo me esiste l'egoismo molto più della cattiveria: una persona realizza il proprio piacere in modo individualistico senza curarsi degli altri.
Chi è cattivo con tutti? Io credo che in ognuno di noi ci sia una parte buona che riesce ad esprimersi solo verso qualcuno e non verso altri, questo giustifica il parere spesso discorde che si ha circa alcune persone.
Tornando alla seduzione del cattivo... io non concordo che attragga il cattivo (vedi anche nei film): attrae lo sfuggente, che vaga alla ricerca di una meta e che si spera si fermi proprio arrivati a noi. Attrae chi non riesce a esprimere le proprie emozioni perché si immagina un infinito universo interiore che non ci stancheremo mai di esplorare. Spesso mi è capitato di essere attratta da uomini silenziosi, immaginando questo universo inespolrato per poi verificare che era solo pochezza argomentativa.
Ho persone vicine legate, molto legate, all'immagine del "bello e dannato"... ritengo sia solo una volontà di non cercare e non amare concretamente qualcuno vicino perché non ci si sente pronti. Credo anche che quando arriva la persona concreta, di piacevole conversazione e affidabile, se il percorso autoconoscitivo è stato completato, la si riconosca e si gioisca del piacere che provoca l'essere resa oggetto di attenzioni: piacevole stupore dell'amare in modo "sano".
Oggi sono logorroica...

Ciao
Neve
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Vecchio 11-03-2005, 14.08.58   #3
dani62
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Messaggi: 245
Spesso mi è capitato di essere attratta da uomini silenziosi, immaginando questo universo inespolrato per poi verificare che era solo pochezza argomentativa.




Fantastica neve!!!!!

Aggiungo: attrae la potenzialità che vediamo (???) in un uomo...ma quasi sempre siamo noi stessi che la deputiamo senza nessun titolo..

Ciao Arsenio e Neve!

dani62 is offline  
Vecchio 11-03-2005, 14.34.12   #4
rodi
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Messaggi: 1,952
Datemi pure della scema, ma io non riesco a vedere mai veri 'cattivi'...

Credo che i maschietti descritti prima, i 'belli e dannati' (che poi la sostanza è che siano dannati, perchè la bellezza non sempre c'è), da qualche parte un loro buchetto nero decisamente non risolto ce lo devono avere.
Perchè nulla riesce a togliermi dalla testa che se una persona 'sta bene' la vita se la vive senza provare il bisogno di ferire gli altri e di cercare in questo una forma di autoaffermazione.
Che poi questo è vero per i rapporti di coppia, ma se guardiamo lo ritroviamo anche in tante pseudo-amicizie, in cui una delle due figure si approfitta in qualche modo dell'altra in maniera continuativa.

Credo molto in quel che ha detto neve sul fatto che è come se non volessimo amare concretamente perchè non siamo pronti.
O per usare le parole della sorella più piccola di una delle mie amiche...'le storie che noi donne usiamo per mandare a spasso il cervello tra un amore e l'altro'.

Nessuno di noi può 'salvare' nessun altro, se dall'altra parte non c'è l'esigenza di compierlo quel percorso di crescita....
Però questo, almeno per me, è facile scriverlo su un forum mentre è più difficile riconoscere la dinamica quando me la trovo di fronte in un momento di crisi mia...
rodi is offline  
Vecchio 11-03-2005, 17.54.22   #5
nevealsole
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Messaggio originale inviato da rodi
Nessuno di noi può 'salvare' nessun altro, se dall'altra parte non c'è l'esigenza di compierlo quel percorso di crescita....
Però questo, almeno per me, è facile scriverlo su un forum mentre è più difficile riconoscere la dinamica quando me la trovo di fronte in un momento di crisi mia...

Purtroppo credo valga per tutti. E' come al mio esame guida. Teoria: zero errori. Pratica: tento di partire e sono in folle, non metto la freccia, passo col rosso... che fatica!!! E ancora oggi credo di saper guidare ma...

Ciao

Neve
nevealsole is offline  
Vecchio 11-03-2005, 19.23.39   #6
mark rutland
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-01-2004
Messaggi: 343
non vorrei sembrare fuori luogo, ma credo che parte della 'bellezza' della 'dannazione' sia insita nella tranquillità di chi la vede...mi spiego meglio

Una volta ho sentito una signora sospirare dicendo che , visti i problemi concreti che l'assillavano e l'avevano accompagnata per un lungo tratto della sua esistenza, non si era mai potuta permettere nella sua vita il lusso di essere depressa,essendo troppo impegnata a risolvere le questioni spinose, facendo intendere peraltro che parte della 'depressione' fosse una sorta di balocco per menti annoiate dalla vita in cerca di 'difficoltà' contro cui combattere per sentirsi vivi

Operando un parallelo alla sfera sentimentale mi chiedo se parte del fascino del bello e dannato, a parte la sua trasgressiva e animale connotazione che richiama l'uomo' forte ' di ancestrale e , animale, appunto, retaggio, non sia da attribuire a questa necessità delle donne di 'baloccarsi 'con storie romanticamente tragiche, destinate a far soffrire già in partenza che onsentano loro di sentirsi vive, o perchè quello è il modello parentale da cui hanno attinto........



penso poiad un parallelo di bella e dannata femminile che affascina:la strega di Biancaneve.
A me è sempre piaciuta per la sua affermazione di genialità;è una donna che accetta di impiegare la sua mente al di là di un politically correct , ma che cmq esprime una sua intelligenza stimolante , dopotutto,che contrasta con una piattezza della protagonista che, raggiunta la fine non ci si domanda che fine faccia ...mentre ci si chiede sempre che fine faccia la strega, nella speranza che in qualche modo si risollevi, non per vincere, ma per far andare avanti la storia che altrimenti si direbbe conclusa senza ulteriori sviluppi.
La strega affascina , stimola, fa sentire vivi, è una sorta di eu -stress....

Ultima modifica di mark rutland : 11-03-2005 alle ore 19.33.48.
mark rutland is offline  
Vecchio 12-03-2005, 08.51.40   #7
alpha
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Messaggi: 218



E' gia' la seconda volta che oggi rispondo cosi' ad un post!

Chissa' mai perche', forse o non sono in sintonia, o mi risulta difficile capire quale sia l'argomento di cui si sta parlano!

Forse siamo sempre affascinati da cio' che e' diverso da noi, ne siamo talmente attratti che poi, quando ne capiamo lo spessore e la realta', beh, forse ne rimaniamo direi almeno sconcertati ed allora cerchiamo mille e mille motivazioni, per noi plausibili, per darcela a gambe levate.

Secondo me il mito del "bello e dannato" e' uno dei tanti "effimeri" che ci creiamo nella vita per tentare di darci un qualcosa che altrimenti non saremmo in grado di ottenere da soli, ma poi mi chiedo: "E' porprio questo cio' di cui abbiamo realmente bisogno?"...


...ribadisco!!!...


alpha is offline  
Vecchio 12-03-2005, 09.22.18   #8
arsenio
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nevealsole

Ho molto piacere che apprezzi questo argomento non agevole che va considerato da vari punti di vista e condivido quanto dici.
Anch’io ho avuto conferme dirette delle ipotesi della Norwood in un’ampia gamma di sfumature fino ad alcuni casi sconfinanti nella patologia. Ad es. ragazze con un odiosamato padre alcolista e manesco hanno voluto ripetere l’esperienza scegliendo la dipendenza da un partner parimenti alcolista che in un caso aveva l’età del padre. Tentano vanamente di salvarli per redimere se stesse secondo una storica marginalità femminile e tendenza accuditiva più che per amore? E’ inutile innamorarsi dell’idea di salvare un uomo, nessuno cambia nessuno e possiamo agire solo su noi stessi e non intestardirci con la passione sbagliata.

Il “cattivo” alla luce di un relativismo etico forse non esiste. Ho citato un personaggio icastico da topos letterario e oggi i maschi a prima vista “vincenti” sarebbero i consumatori eterodiretti dialoganti poco abili che parlano per suscitare effetti più che per un’autoespressività e anch’io per il nostro discorso mi riferirei più a un macho villano e autocentrato. Ma solo un amore sganciato dal proprio io è salvifico per noi e per l’altro. Le donne sono sovente affascinate dal bel tenebroso. Intrigante in apparenza distaccato verso una realtà che controlla e laconico che virilmente rifugge le chiacchiere, perturbante finchè non è pienamente conosciuto. Lo credono sovrabbondante di ricchezza interiore ma non è raro che si tratti di una abbaglio. Alla fine svela il vuoto e nessuna emozione o intuizione da comunicare per assecondare una fondamentale esigenza femminile. Per tradizionali schemi educativi non tutti i maschi possiedono le parole adatte per confrontare e condividere i propri vissuti intimi premessa di ogni amore.

Emma Bovary è un esempio per le donne schiave d’amore che danno tanto e non ricevono nulla. Umiliate e deluse, prive di autostima, convinte della compresenza di amore e dolore. Se ne analizzeranno le ragioni troveranno la persona adatta per un amore dopo un reciproco processo di autentica conoscenza.

Ciao. A lunedì?
arsenio is offline  
Vecchio 13-03-2005, 14.02.50   #9
nevealsole
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Messaggio originale inviato da mark rutland


penso poiad un parallelo di bella e dannata femminile che affascina:la strega di Biancaneve.
A me è sempre piaciuta per la sua affermazione di genialità;è una donna che accetta di impiegare la sua mente al di là di un politically correct , ma che cmq esprime una sua intelligenza stimolante , dopotutto,che contrasta con una piattezza della protagonista che, raggiunta la fine non ci si domanda che fine faccia ...mentre ci si chiede sempre che fine faccia la strega, nella speranza che in qualche modo si risollevi, non per vincere, ma per far andare avanti la storia che altrimenti si direbbe conclusa senza ulteriori sviluppi.
La strega affascina , stimola, fa sentire vivi, è una sorta di eu -stress....

Quindi Mark... ti giro la domanda: la "cattiva" seduce? Ovvero la seduzione del cattivo vale anche per gli uomini o è una prerogativa tipicamente femminile?
nevealsole is offline  
Vecchio 13-03-2005, 14.22.26   #10
dani62
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Purtroppo credo valga per tutti. E' come al mio esame guida. Teoria: zero errori. Pratica: tento di partire e sono in folle, non metto la freccia, passo col rosso... che fatica!!! E ancora oggi credo di saper guidare ma...

Ciao

Neve

E' vero neve..si parla si parla e poi? La vita pratica? Fiumi di parole si perdono alla prima prova!



Secondo me tu sai guidare!
dani62 is offline  

 



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