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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 06-08-2005, 12.05.49   #1
La_viandante
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qui e ora vs psicanalisi classica

da qualche tempo sto scoprendo la corrente del pensiero del "qui e ora", un ramo della psicologia che tende a mettere in secondo piano la storia del paziente a favore invece della sua attuale situazione, per quello che ne so ancora vi rientrano il cognitivismo, il costruttivismo, la comunicazione in particolare la pragmatica, anche le tecniche di programmazione neurolinguistiche
tutte queste tendono all'analisi della cognitivita' e del comportamento e comunicazione della persona nel presente e a correggerne i dati in entrata e uscita tramite diverse tecniche
ad esempio il cognitivismo per le fobie tende a analizzare le situazione ansiogene del fobico e a razionalizzare i pensieri per scovare quello generatore della fobia, tramite le tecniche comportamentali invece si espone gradualmente il soggetto alla fonte della paura in modo che gradualmente ne diminuisca l'aspetto ansiogeno
esistono diverse tecniche, come la visualizzazione, la proiezione di video, ma comuqnue tutte tese alla situazione presente senza ricerche di cause
sono molto piu' propensa a vedere questa come via d'uscita per i problemi psichici piuttoso che la tradizionale psicanalisi perche' da semre la vedo come un modo di andare a cercare una causa e rimanerci incollati a vita rimuginando su quello

non e' raro che nelle analisi psicanalitiche il paziente rimanga invischiato per un lasso di tempo assurdamente lungo, decine di anni e alla fine non ha risolto nulla, magari solo buttato via un sacco di soldi

credo che la storia di una persona si scolpisca biologicamente sul corpo variando il funzionamento dei recettori adibiti, cosi' allo stesso modo le tecniche qui ed ora vanno a correggere il funzionamento riportandolo alla normalita'

la psicanalisi puo' rimanere sempre un utile strumento per le persone senza problemi per conoscersi meglio

cosa ne pensate?
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Vecchio 06-08-2005, 12.38.41   #2
marco59
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Data la complessità dell'argomento, inizialmente fornisco l'url che descrive appieno il mio pensiero circa l'interessante riflessione proposta..

Sereno weekend a tutti !



http://www.in-psicoterapia.com/manenti.htm
marco59 is offline  
Vecchio 06-08-2005, 16.42.44   #3
La_viandante
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grazie marco per la risposta, il link nn l'ho letto tutto , ma lo faro' e riportero' i concetti secondo me piu' pertinenti al discorso che volevo fare che in sintesi si riassume nei seguenti punti

l'uomo non esiste per se', ossia non e' monade, ma e' la conseguenza di interazione
la psicologia indaga nella psiche dell'individuo andando a ricercare i meccanismi intrapsichici che pure sono importanti nella conoscenza di se stessi, ma alla fine inevitabilmente inutili nel superare gli eventuali punti di conflitto che patologizzano l'interazione
il sintomo secondo me pur avendo la sua storia adesso e', esiste e si trasforma in una nuova modellizzazione dell'interazione nella relazione attuale

la psicanalisi, pur senza nulla togliere alla sua importanza per portare alla coscienza stati mentali rimasti occulti, rimane inefficace nella soluzione del problema o ancora peggio potrebbe fossilizzare nella causa non permettendo l'evoluzione del percorso individuale

ci sono 50enni di mia conoscenza che 10 anni fa sono entrati in analisi e dopo 10 anni dicono che non escono dalla depressione perche' la colpa e' della madre (....)
questo come esempio e' abbastanza valido per dimostrare come certe volte l'andare a scovare la causa diventa ancora alibi per far perdurare la situazione di sofferenza dalla quale toglie energie per reagire

la corrente del pensiero del qui e ora ha presente invece il fattore causa che e' parte integrante della cognitivita' e su quella va ad agire al fine di modificarla nella sua strutturazione

va a scovare l'energia per reagie nella motivazione, ossia la situazione che si viene a creare nel momento presente e la ragione per la quale e' controproducente attivare certi comportamenti piuttosto che invece rielaborarne di nuovi
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Vecchio 07-08-2005, 18.35.49   #4
Lai
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non ne so molto,
ma non credo sia tutto bianco o nero.
Le terapie che seguono approcci diversi da quello dinamico si soffermano meno sulla storia del paziente, ma non la ignorano.
Le terapie cosidette brevi, messe in atto solo in casi particolari, come fobie, comportamenti ossessivi..spesso non si rivelano efficaci al 100%:
si può riuscire a far superare alcune difficoltà, ma senza comprenderne la radice profonda: il dolore, l'ansia si manifesterà in un altra modalità.

non esiste la terapia migliore: dipende dalla persona, dal suo bisogno immediato.

cmq....ora come ora credo che la sistemica sia la migliore...ma non la conosco ancora bene...

ciao
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Vecchio 07-08-2005, 23.32.04   #5
gyta
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..Le terapie cosidette brevi..
ma senza comprenderne la radice profonda:
il dolore, l'ansia si manifesterà in un altra modalità..







Gyta
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Vecchio 08-08-2005, 07.51.20   #6
marco59
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SPESSO è proprio così..
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Vecchio 08-08-2005, 13.32.58   #7
La_viandante
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non ne so molto,
ma non credo sia tutto bianco o nero.
Le terapie che seguono approcci diversi da quello dinamico si soffermano meno sulla storia del paziente, ma non la ignorano.
Le terapie cosidette brevi, messe in atto solo in casi particolari, come fobie, comportamenti ossessivi..spesso non si rivelano efficaci al 100%:
si può riuscire a far superare alcune difficoltà, ma senza comprenderne la radice profonda: il dolore, l'ansia si manifesterà in un altra modalità.

non esiste la terapia migliore: dipende dalla persona, dal suo bisogno immediato.

cmq....ora come ora credo che la sistemica sia la migliore...ma non la conosco ancora bene...

ciao

in effetti non ho statistiche sottomano per poter confutare, ma so per certo che la psicanalsi classica in molti casi non risolve il problema, ossia anche ad andare a razionalizzare la causa e portarla al livello di coscienza, non automaticamente risolve il sintomo, quindi alla fine credo la percentuale di fallibilta' sta in entrambe le vie
e concordo soprattuto sul fatto che non esiste una cura universale, la mente umana e' talmente complessa e x ogni problema immagino si debba trovare la via ad esso piu' adatta e
a volte anche il solo racontarsi e' terapeutico, perche' implica l'ascolto del terapeuta e la convinzione di essere compresi, gia' in questo credo molti disturbi si vanno a sciogliere da se'
grazie per gli spunti di riflessione a tt

Ultima modifica di La_viandante : 08-08-2005 alle ore 13.34.27.
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Vecchio 08-08-2005, 18.45.28   #8
Fragola
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Re: qui e ora vs psicanalisi classica

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da qualche tempo sto scoprendo la corrente del pensiero del "qui e ora", un ramo della psicologia che tende a mettere in secondo piano la storia del paziente a favore invece della sua attuale situazione, per quello che ne so ancora vi rientrano il cognitivismo, il costruttivismo, la comunicazione in particolare la pragmatica, anche le tecniche di programmazione neurolinguistiche
tutte queste tendono all'analisi della cognitivita' e del comportamento e comunicazione della persona nel presente e a correggerne i dati in entrata e uscita tramite diverse tecniche
ad esempio il cognitivismo per le fobie tende a analizzare le situazione ansiogene del fobico e a razionalizzare i pensieri per scovare quello generatore della fobia, tramite le tecniche comportamentali invece si espone gradualmente il soggetto alla fonte della paura in modo che gradualmente ne diminuisca l'aspetto ansiogeno
esistono diverse tecniche, come la visualizzazione, la proiezione di video, ma comuqnue tutte tese alla situazione presente senza ricerche di cause
sono molto piu' propensa a vedere questa come via d'uscita per i problemi psichici piuttoso che la tradizionale psicanalisi perche' da semre la vedo come un modo di andare a cercare una causa e rimanerci incollati a vita rimuginando su quello

non e' raro che nelle analisi psicanalitiche il paziente rimanga invischiato per un lasso di tempo assurdamente lungo, decine di anni e alla fine non ha risolto nulla, magari solo buttato via un sacco di soldi

credo che la storia di una persona si scolpisca biologicamente sul corpo variando il funzionamento dei recettori adibiti, cosi' allo stesso modo le tecniche qui ed ora vanno a correggere il funzionamento riportandolo alla normalita'

la psicanalisi puo' rimanere sempre un utile strumento per le persone senza problemi per conoscersi meglio

cosa ne pensate?

Credo che dovresti dare qualche informazione in più. A che livello agiscono queste terapie? E in che modo? Come si fa ad agire sui "ricettori adibiti" per correggere il ... "funzionamento" e riportare alla ... "normalità"?
Cos'è il "funzionamento" di un essere umano? E cos'è mai la "normalità"?
Anche riguardo alla psicanalisi, dovresti dire che cosa intendi per "psicanalisi classica".
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Vecchio 08-08-2005, 18.49.31   #9
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in effetti non ho statistiche sottomano per poter confutare, ma so per certo che la psicanalsi classica in molti casi non risolve il problema, ossia anche ad andare a razionalizzare la causa e portarla al livello di coscienza, non automaticamente risolve il sintomo, quindi alla fine credo la percentuale di fallibilta' sta in entrambe le vie
e concordo soprattuto sul fatto che non esiste una cura universale, la mente umana e' talmente complessa e x ogni problema immagino si debba trovare la via ad esso piu' adatta e
a volte anche il solo racontarsi e' terapeutico, perche' implica l'ascolto del terapeuta e la convinzione di essere compresi, gia' in questo credo molti disturbi si vanno a sciogliere da se'
grazie per gli spunti di riflessione a tt

Infatti è ormai universalmente riconosciuto, in ambito psicanalitico, che ciò che "cura" non è solo il portare a livello conscio ciò che è inconscio. E' soprattutto il transfert. Ossia la relazione tra terapeuta e paziente.
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Vecchio 08-08-2005, 18.55.01   #10
La_viandante
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ti riporto un esempio esemplificativo ad esempio della terapia cognitivo comportamentale
un gruppo di persone affette da depressione sono state curate con anti depressivi e un altro gruppo con la tcc
sono state monitorate le aree cerebrali con gli strumenti di brain imaging, e alla fine il risultato e' stato identico, il metabolismo cerebrale risultava migliorato in entrambi ma per vie opposte

il farmaco cura da dentro l'organismo, la tcc dall'esterno sui recettori ....nel senso ...

la terapia cognitiva si basa sulla autorappresentazione del mondo e si aiuta la persona a correggere il suo modo di interpretazione
se ad esempio ci si visualizza un fallimento futuro (profezia negativa che il piu' delle volte si contribuira' a farla avverare) il terapeuta sprona la persona a rappresentarsi in modo piu' realistico l'evento ossia a prendere in considerazione anche l'eventualita' del successo
ma non e' cosi' semplice come lo sto spiegando io in due parole
il percorso della tcc e' anche faticoso, cmq se sei interessata cerca con google Ellis e la terapia razionale emotiva
non faccio un copia incolla risulterebbe pesante
La_viandante is offline  

 



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