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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 17-12-2005, 15.20.50   #21
Ventomagnetico
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Data registrazione: 24-02-2004
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Buona terapia....

Dal LInk: http://www.antipsichiatria.it/module...rder=0&thold=0


Cartella clinica di Vittoria M.

Ammessa 3 dicembre 1954 - Data di nascita 16 settembre 1923 - nubile - professione: dott. in medicina e chirurgia - diagnosi: schizofrenia.
ANAMNESI: impossibile decifrare parole
DECORSO E CURA
3/12/54 - La paziente entra nell'istituto apparentemente calma, al medico che l'interroga risponde con senso logico, parla abbastanza particolareggiata dei suoi disturbi, afferma avere proprietà telepatiche. Alle domande del medico insiste nel confermare il suo disordine mentale, dimostrandosi fiduciosa in un rapido ripristino. Aspetto normale contegno composto e calmo.
4/12/54 - La notte è passata calma, la paziente ha riposato, il contegno e il pensiero si mantengono invariati. Ha mangiato.
14/12/54 - Passa al padiglione 8 per la terapia insulinica.
15/12/54 - Inizia in data odierna insulinoterapia.
29/12/54 - Mostra notevole resistenza ad entrare in coma. Con 320 ui. ha solo profonde sensazioni di irrequietezza.
12/1/55 - Con 420 ui. ha raggiunto il coma. Al risveglio, forse dato l'alto dosaggio, si sente molto spossata. Scontrosa con il personale che ritiene le possa propinare cibi e sostanze avvelenate.
3/2/55 - Data la difficoltà nel raggiungere il coma si inizia combinato con elettroshock.
11/3/55 - Mentalmente sopita e progressivo decadimento. Acritica, stolida, con idee deliranti di persecuzione e di influenzamento. Spesso se la prende con i medici e con il personale. Continua insulinoterapia combinata con elettroshock.
7/5/55 - Sono stati eseguiti complessivi 18 accessi convulsi combinati con altrettanti coma. In totale è entrata in coma profondo solo 18 volte raggiungendo però il precoma quasi ogni giorno. All'inizio della combinata con l'elettroshock s'era notato un notevole miglioramento che però è stato di brevissima durata.
11/6/55 - mentalmente molto decaduta ed in preda ad eccessi psicosensoriali che la rendono scontrosa, diffidente, totalmente priva di critica. Passa al pad. 10.
22/10/56 - Lo stato mentale dell'inferma non subisce che scarse variazioni in seguito ad applicazioni di elettroshock. E' spesso disordinata, stolida, sconnessa, sitofoba [avversione per il cibo].
1/3/57- Sono stati fatti altri elettroshock con miglioramento transitorio. Sottoposta ad iniezioni di Largactil. Sempre stolida, sconnessa, sudicia.
5/12/57 - Notevole decadimento mentale. Passa al pad. 8.
4/2/58 - Sempre sotto l'influenza di idee deliranti crede che i cibi siano avvelenati, teme di tutto, si sente contagiosa e per questo sta appartata. Condizioni fisiche buone.
20/2/59 - Da parecchi mesi sta sempre in letto. Si nutre solo di liquido (brodetto). A volte sudicia e disordinata. Non si interessa, né risponde ad alcuna domanda. Condizioni fisiche in netto e progressivo peggioramento.
14/5/59 - Sitofoba, negativista a volte sudicia. Condizioni fisiche molto decadute (vengono, oltre le cure del caso, praticate ipodermoclisi di vitamine, a giorni alterni).
20/11/59 - Solite condizioni mentali. Sempre sitofoba. Condizioni fisiche molto decadute.
20/1/60 - Attualmente si nutre spontaneamente. Le condizioni fisiche sono migliorate. Spesso clamorosa e allucinata.
26/2/60 - Non modificazioni dello stato mentale. Si nutre spontaneamente.
5/5/60 - Di nuovo sitofoba. Di notte clamorosa a tratti. Condizioni fisiche decadute.
13/5/60 - Sputa continuamente ed è scomposta. Passa al pad. 14.
14/10/60 - Alterna periodi di discreto benessere a periodi di eccitamento e sitofobia.
8/2/6l - Le condizioni psichiche sono stazionarie, nonostante abbia fatto un ciclo di elettroshock.
10/3/6l - L'ammalata pare più riordinata ed equilibrata dopo che si è iniziata una terapia con Serenase.
14/4/61 - Va nettamente meglio. Le condizioni intellettive sono discrete nonostante le facoltà fisiche siano nettamente indebolite. Passa al pad. 16.
28/7/51 - Dopo un discreto periodo di relativo benessere, da ieri è ricaduta in uno stato delirante ansioso essa sente un fluido uscire dal suo corpo che strega le persone che le stanno vicine.
15/12/51 - Ultimamente continua a presentare le sue idee deliranti, da una settimana fa terapia con Faseina (3 compr. al dì) e con psicoterapia; la paziente dice "di non essere più stregata e di non stregare". Un po' più riequilibrata anche come umore. Fisicamente sta benino, un po' anemica, fa terapia con estratto epatico.
25/6/62 - É stata benino per qualche mese, andava a lavorare in guardaroba. Non presentava più idee deliranti, critica buona, ora è ricaduta, ogni tanto è necessario tenerla in letto. Faseina e Talofen.
5/8/62 - Da qualche giorno è peggiorata, anoressia, bisogna alimentarla con la sonda. Subeccitata è necessario contenerla. Viene inviata al pad. 14.
18/3/63 - In questo periodo è stata sottoposta a diversi brevi cicli di elettroshock, che la riordinano abbastanza. L'altro giorno ha avuto uno scatto-impulsivo improvviso ed immotivato. Nel complesso nessun miglioramento dello stato mentale sempre allucinato e delirante.
13/9/63 - Nessuna modificazione apprezzabile dello stato mentale; vi è in lei un vuoto completo delle cognizioni di medicina e chirurgia e della specializzazione in pediatria. Spesso inerte, indifferente, talvolta con manie religiose.
7/6/64 - Attualmente è abbastanza calma, ma senza cognizioni del proprio essere, adattandosi talvolta ad umili servizi.
[Illeggibili 20 righe della cartella].
30/2/68 - Abbastanza calma, Sempre dissociata. Orientata nello spazio e nel tempo. Non disturba. Si nutre regolarmente.
4/6/70 - Quadro psico-fisico invariato. Terapia Largactil 100 + 100 + mezzo Letargin alla sera.
20/9/71- La paziente è orientata nello spazio e nel tempo. Sembra abbastanza coerente, ma durante il colloquio si evidenziano spunti deliranti e allucinazioni uditive. Afferma di essere a volte dominata da impulsi demoniaci che riesce a respingere. C'è anche un certo grado di regressione mentale. Vive appartata. Si lamenta di essere sola al mondo. Terapie in corso Largactil 100 + 100 Letargin 1/2 cp. sera.
15/1/72 - Sospesa ogni terapia psicofarmacologica per 10 giorni in attesa di iniziare nuovo trattamento con farmaco MD 7 332. Richiesti esami di routine.
10/2/72 - Riprende terapia con Largactil per mancato trattamento con farmaco MD 7 332. La paziente è più agitata ed impulsiva.
17/8/72 - Solite condizioni mentali: dissociata, allucinata, delirante, impulsiva (a tratti). Comportamento stereotipato ed infantile. Largactil 100+100 Letargin 1/2 alla sera.
1/2/73 - P.A. 200. E stata colta da malore, ma si è ripresa subito. Condizioni mentali invariate.
2/3/74 - Condizioni psichiche tipiche della schizofrenia paranoide. Glicemia alterata. Terapia: ........ adelfan, largactil.
8/11/74 - Essendo la paziente da tempo istituzionalizzata ed abbastanza calma, non presenta attualmente segni di pericolosità, si propone quindi per la trasformazione in volontaria.
19/4/75 - Stato febbrile. Catarro su tutti gli....... polmonari.Sobrepin
23/4/75 - In data odierna viene ricoverata all'ospedale civile per broncopolmonite. (esami vari in reparto)

2a AMMISSIONE (Rientro dall'Osp. Civ.)
7/5/75- Rientra dall'Osp. Civ. psichicamente invariata, terapia consigliata................... .
16/4/77- Psichicamente invariata. Paziente istituzionalizzata. Glicemia 135. Azotemia 10. -
8/7/78- Di umore estremamente variabile: ora accessibile e cordiale, ora estremamente scontrosa. Non accetta suggerimenti circa le limitazioni qualitative della dieta, in quanto diabetica.
13/8/78 - Glicemia: 104, Condizioni stazionarie.
12/9/78 - Non dati di rilievo da segnalare.
9/10/78- Glicemia 108...........
19/10/78 - Inviata per visita specialistica all'O.C.......
[Troviamo sette annotazioni che si riferiscono esclusivamente alle condizioni fisiche di Vittoria e un ricovero in osp. civ. per blocco renale acuto].
3/4/79- Esame schermografico di controllo. Più calma.
25/5/79- Non accetta limitazioni nella dieta
14K/79 - Spesso scontrosa, a volte aggressiva.

[La cartella continua con molte annotazioni sugli esami della glicemia e della azotemia e termina:]
24/3/82 - Sostanzialmente invariato il quadro di decadimento mentale.

Ventomagnetico is offline  
Vecchio 17-12-2005, 15.34.57   #22
Ventomagnetico
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La buona Terapia Insulinica

Carissimi,
per chi non lo sapesse, la terapia insulinica consiste nel produrre nel paziente uno stato di coma con la somministrazione di altissime dosi di Insulina. Poi...quando il poverocristo si riprenderà dal coma "terapeutico" si continua a tuttaforza con neurolettici e altre delizie di stagione...

Si fa così:
Si spegne il paziente e lo si riaccende.
Spegni e riaccendi....spegni e riaccendi
Off-on...off-on
Praticamente è un RESET...ma dopo un pò si scassa tutto...
Vuoi vedere che gli psichia-"stri" sono degli elettronici nevrotici...
Benissimo...oggi ho coniato un nuovo termine...mi sembra davvero moltooo adatto: PSICHIASTRI ovvero la contrazione di psichiatri-impiastri.
Urcaaaa che che impiastri...poi vi racconterò com'è andata la questione "creativa" dell'invenzione dell'elettroshock...roba raffinata...

Saluti Vento
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Vecchio 17-12-2005, 15.40.05   #23
Ventomagnetico
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Scusatemi ma questa è una vera delizia di Mostruosità PsichiaStrica
Leggete: la poverina ora è incazzata e crede che l'avvelenino!
NOOO... hanno soltanto messa in comaaaa...
Siamo alla follia pura...ma dalla parte dei medici!!!

12/1/55 - Con 420 ui. ha raggiunto il coma. Al risveglio, forse dato l'alto dosaggio, si sente molto spossata. Scontrosa con il personale che ritiene le possa propinare cibi e sostanze avvelenate.
3/2/55 - Data la difficoltà nel raggiungere il coma si inizia combinato con elettroshock.
11/3/55 - Mentalmente sopita e progressivo decadimento. Acritica, stolida, con idee deliranti di persecuzione e di influenzamento. Spesso se la prende con i medici e con il personale. Continua insulinoterapia combinata con elettroshock.
7/5/55 - Sono stati eseguiti complessivi 18 accessi convulsi combinati con altrettanti coma. In totale è entrata in coma profondo solo 18 volte raggiungendo però il precoma quasi ogni giorno. All'inizio della combinata con l'elettroshock s'era notato un notevole miglioramento che però è stato di brevissima durata.
11/6/55 - mentalmente molto decaduta ed in preda ad eccessi psicosensoriali che la rendono scontrosa, diffidente, totalmente priva di critica. Passa al pad. 10.
Ventomagnetico is offline  
Vecchio 17-12-2005, 16.19.43   #24
oizirbaf
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Peter R. Breggin è un medico psichiatra ma fa parte del piccolissimo gruppo di psichiatri che critica aspramente - con argomenti medici - il grosso della Psichiatria. Da parecchi decenni attivo negli Usa ha denunciato in pubblicazioni mediche sia i danni prodotti dall'elettochock, che recentemente, a cominciare da "Toxic Psichiatry" 1992/94, i danni prodotti dagli psicofarmaci. Ha fondato un gruppo scientifico permanente in proposito (vedi il suo sito http://www.breggin.com/).

IMPOTENZA E RIFIUTO DI AMMETTERE LA VERITÀ: "IATROGENIC HELPLESSNESS AND DENIAL (IHAD)"

Ho coniato il temine iatrogenic helplessness and denial (IHAD) per designare il principio guida degli interventi biopsichiatrici. (Breggin, 1983b). Esso descrive come gli interventi biopsichiatrici usano tecniche autoritarie, rinforzate da interventi di debilitazione del cervello, per produrre una sempre maggiore impotenza e dipendenza da parte del paziente.
L’ IHAD include la mutua negazione del paziente e del medico sull’impatto dannoso dei trattamenti, così come la loro mutua negazione dei problemi sottostanti psicologici e situazionali del paziente. Soprattutto, l’ IHAD spiega la frequenza con cui è stato possibile alla psichiatria utilizzare tecniche che danneggiano il cervello come, l’elettroshock e la psicochirurgia, così come farmaci tossici.
Prima che il potenziale paziente incontri uno psichiatra, lui o lei si è spesso sentito impotente per qualche periodo di tempo. Nella mia formulazione, l’impotenza è il comune denominatore di tutti i fallimenti psichiatrici. L’impotenza è al centro della maggior parte degli approcci auto-degradanti alla vita (Breggin, 1992a, 1997). La gente che si sente senza speranza, impotente tende ad abbandonare l’uso della ragione, dell’amore, e dell’autodeterminazione, per sopraffare la sofferenza emozionale, i conflitti interni e gli stress della vita reale. Essi invece cercano risposte altrove , fuori da loro. Nei tempi moderni questo significa spesso rivolgersi agli "esperti".
L’ IHAD va molto più in là di una suggestione relativamente benigna (quale può essere utilizzata in medicina e in psichiatria, per esempio, per aiutare a far fronte al dolore fisico o alla dipendenza). Per prima cosa, nell’ IHAD lo psichiatra compromette il cervello del paziente, rafforzando la sottomissione del paziente alla suggestione attraverso una disfunzione fisica e mentale. Secondariamente, nell’ IHAD lo psichiatra rinnega egli stesso gli effetti dannosi del trattamento così come gli ancora presenti problemi psicologici o situazionali del paziente.
Spesso la negazione è accompagnata da confabulazione – l’uso da parte del paziente di razionalizzazioni o di varie "storie di copertura" per nascondere l’entità della disfunzione mentale. La confabulazione è ben compresa in psichiatria e neurologia, ma è generalmente ignorata in riguardo agli effetti indotti dai trattamenti. Molti pazienti confabulate sui buoni risultati della terapia farmacologica quando essi sono ovviamente danneggiati da essa.
La negazione è strettamente legata all’indifferenza. A volte è difficile dire se il paziente non si preoccupa, o se egli si preoccupa così tanto che non può sopportare di affrontare le sue disfunzioni fisiche e mentali. La negazione è anche legata all’euforia. Dopo la lobotomia o l’elettroshock, e a volte durante il trattamento farmacologico, il paziente può sviluppare un irrealistico sentimento positivo.
La negazione è una delle più primitive risposte alle minacce. La persone evita di affrontare i problemi e quindi diviene incapace di risolverli. La negazione come difesa di base tende a causare una vita impotente, inadeguata.
Il danno cerebrale e la disfunzione, qualunque sia la causa, inclusi incidenti e malattie fisiche, spesso produce impotenza (helplessness) e rifiuto di affrontare la verità (denial); ma solo nella psichiatria il danno e la disfunzione vengono utilizzati come "trattamento" per produrre tali effetti disabilitanti.

CONCLUSIONE

Come ho discusso in libri precedenti, credo che i concetti di "malattia mentale" e "disordine mentale" siano fuorvianti, e che nessuno dei problemi comunemente trattati dagli psichiatri siano di origine genetica o biologica. I termini "schizofrenia" e "depressione" per esempio, sono basati su concetti la cui validità può essere confutata. Ad ogni modo, i principi della debilitazione delle funzioni cerebrali rimarrebbero validi anche se alcuni dei fenomeni mentali che vengono trattati si rivelasse avere delle basi biologiche o genetiche. Tutti i trattamenti biopsichiatrici attualmente disponibili – farmaci, elettroshock, e psicochirurgia – ottengono il loro effetto terapeutico danneggiando e disabilitando le normali funzioni cerebrali.

Note:
(4628 Chestnut Street, Bethesda, Maryland 20814 Telephone: (301) 652-5580 Fax: (301) 652-5924
breggin@breggin.com
oizirbaf is offline  
Vecchio 18-12-2005, 03.19.21   #25
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da Elijah
E la riforma consiste proprio nell'evitare che lo psichiatra possa privare al suo paziente la basilare libertà di pensiero, solo perché secondo lui (lo psichiatra) è malato (il paziente), in quanto non ammette di essere malato (il paziente)...

hai conosciuto qualche psichiatra?
r.rubin is offline  
Vecchio 20-12-2005, 22.35.00   #26
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Mi consola leggere una discussione come questa, generalmente non si ascolta altro che richieste di riapertura dei reparti psichiatrici detentivi e senza che nessuno si faccia più domande.
Non sono psichiatra, nè psicologa, da molti anni lavoro come assistente sociale con ragazzi molto giovani sottoposti a procedimento penale. Sto assistendo disorientata ad una crescita del disagio psicologico in questa fascia di età. Un disagio che impatta sempre più prepotentemente contro le certezze e le sicurezze delle persone.
Le istituzioni sono in allarme e si stanno preparando contromisure. I media fanno la loro parte per alimentare la percezione sovradimensionata di un fenomeno che, pure se limitato, esiste.
Sono sempre più i ragazzi con cui ho a che fare che fanno saltare sistemi blindati e sperimentati come quello carcerario, pure quello delle misure alternative alla detenzione ed anche quello dei protocolli diagnostici tradizionali.
Da una parte assisto affascinata alla forza straordinaria della loro ribellione, ma dall'altra la sofferenza che esprimono è tale da impedirmi qualsiasi tentazione di dedicarmi alla semplice contemplazione, magari masturbandomi con fascinose rivoluzionarie teorie. Inoltre il mio mestiere non me lo permetterebbe comunque.
Alcuni di questi ragazzi hanno girato ormai tutti i carceri minorili d'Italia. Non c'è nessun carcere che li vuole più. Se li rimpallano come patate bollenti l'un l'altro.
Non c'è più nessuna comunità pubblica e privata, educativa o terapeutica, psichiatrica, disposta ad accoglierli. Le hanno fatte fuori tutte. Una dopo l'altra. E ce ne sono centinaia. Alcune le hanno proprio messe a fuoco.
Gli psichiatri hanno paura dei minorenni, cercano in tutti modi di non prendere posizione. Giustamente temono che una "psichiatrizzazione" precoce di determinati disturbi, possa orientare verso una profezia che si autodetermina e quindi verso la cronicità che a loro parere potrebbe essere evitata con seri interventi educativi e psicologici di sostegno. Molti altri temono anche che gli venga rifilata una sòla ingestibile e scaricano a loro volta il barile.
Per capirci, i nostri ragazzi, una volta compensata con farmaci la crisi psicotica, mettono comunque in grave difficoltà i reparti psichiatrici con la loro assoluta allergia verso qualsiasi regola.
Si assiste quindi ad un rimpallo continuo di questo tipo: crisi psicotica in carcere - ricovero coatto in reparto psichiatrico ospedaliero dove dopo qualche giorno scompare lo "psicotico" e ricompare il "delinquente" - dimissione - rientro in carcere e così via senza soluzione di continuità.
Alcuni psichiatri quindi si rifugiano nella diagnosi di prevalente sociopatia, altri se incantonati in un angolo, stilano malvolentieri una diagnosi borderline con terapia farmacologica con i controfiocchi. Cosa che comunque non risolve granchè.
Sono ragazzi che sfuggono a qualsiasi interpretazione e tecnica operativa (educativa, psicologica, psichiatrica) attualmente esistente.
Non mi dilungo oltre, ma un anno fa il Dipartimento di Giustizia minorile ha aperto una comunità psichiatrica per minori separando un reparto di un ospedale psichiatrico giudiziario per adulti.
Dopo poco è stata chiusa perchè è di fatto fuori legge rinchiudere minorenni in un ospedale psichiatrico giudiziario seppure denominato "comunità".
Di questi ragazzi fortunatamente per loro ce ne sono pochi, molto pochi, ma sono le punte, le avanguardie disperatamente coraggiose di un fenomeno che secondo me sta aumentando.
Un disagio profondo che nessuno sa ascoltare, nè umilmente cercare di capire spogliandosi del proprio sapere autoreferenziale.
Noi ci stiamo provando.
Mi piacerebbe discuterne anche con voi se vi va.
Capisco anche che è un tema molto specifico, ma secondo me proprio trattandolo come problema specifico, settoriale, da trattare solo con i soliti addetti ai lavori spesso ingabbiati nelle loro prassi e convinzioni, non gli si dà la dignità che invece merita.
E' sofferenza.
Ogni tanto penso anche cinicamente che ben vengano sofferenze così grandi da fare saltare ogni ragionevole e pure caparbia ed odiosa certezza. Tanto da obbligare a rimettere il dubbio tra un neurone e l'altro e rimettersi a guardare la realtà.
Spero di avervi incuriosito

Ultima modifica di lobelia : 20-12-2005 alle ore 22.41.31.
lobelia is offline  
Vecchio 20-12-2005, 23.00.20   #27
odissea
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Messaggio originale inviato da lobelia
Mi consola leggere una discussione come questa, generalmente non si ascolta altro che richieste di riapertura dei reparti psichiatrici detentivi e senza che nessuno si faccia più domande.
Non sono psichiatra, nè psicologa, da molti anni lavoro come assistente sociale con ragazzi molto giovani sottoposti a procedimento penale. Sto assistendo disorientata ad una crescita del disagio psicologico in questa fascia di età. Un disagio che impatta sempre più prepotentemente contro le certezze e le sicurezze delle persone.
Le istituzioni sono in allarme e si stanno preparando contromisure. I media fanno la loro parte per alimentare la percezione sovradimensionata di un fenomeno che, pure se limitato, esiste.
Sono sempre più i ragazzi con cui ho a che fare che fanno saltare sistemi blindati e sperimentati come quello carcerario, pure quello delle misure alternative alla detenzione ed anche quello dei protocolli diagnostici tradizionali.
Da una parte assisto affascinata alla forza straordinaria della loro ribellione, ma dall'altra la sofferenza che esprimono è tale da impedirmi qualsiasi tentazione di dedicarmi alla semplice contemplazione, magari masturbandomi con fascinose rivoluzionarie teorie. Inoltre il mio mestiere non me lo permetterebbe comunque.
Alcuni di questi ragazzi hanno girato ormai tutti i carceri minorili d'Italia. Non c'è nessun carcere che li vuole più. Se li rimpallano come patate bollenti l'un l'altro.
Non c'è più nessuna comunità pubblica e privata, educativa o terapeutica, psichiatrica, disposta ad accoglierli. Le hanno fatte fuori tutte. Una dopo l'altra. E ce ne sono centinaia. Alcune le hanno proprio messe a fuoco.
Gli psichiatri hanno paura dei minorenni, cercano in tutti modi di non prendere posizione. Giustamente temono che una "psichiatrizzazione" precoce di determinati disturbi, possa orientare verso una profezia che si autodetermina e quindi verso la cronicità che a loro parere potrebbe essere evitata con seri interventi educativi e psicologici di sostegno. Molti altri temono anche che gli venga rifilata una sòla ingestibile e scaricano a loro volta il barile.
Per capirci, i nostri ragazzi, una volta compensata con farmaci la crisi psicotica, mettono comunque in grave difficoltà i reparti psichiatrici con la loro assoluta allergia verso qualsiasi regola.
Si assiste quindi ad un rimpallo continuo di questo tipo: crisi psicotica in carcere - ricovero coatto in reparto psichiatrico ospedaliero dove dopo qualche giorno scompare lo "psicotico" e ricompare il "delinquente" - dimissione - rientro in carcere e così via senza soluzione di continuità.
Alcuni psichiatri quindi si rifugiano nella diagnosi di prevalente sociopatia, altri se incantonati in un angolo, stilano malvolentieri una diagnosi borderline con terapia farmacologica con i controfiocchi. Cosa che comunque non risolve granchè.
Sono ragazzi che sfuggono a qualsiasi interpretazione e tecnica operativa (educativa, psicologica, psichiatrica) attualmente esistente.
Non mi dilungo oltre, ma un anno fa il Dipartimento di Giustizia minorile ha aperto una comunità psichiatrica per minori separando un reparto di un ospedale psichiatrico giudiziario per adulti.
Dopo poco è stata chiusa perchè è di fatto fuori legge rinchiudere minorenni in un ospedale psichiatrico giudiziario seppure denominato "comunità".
Di questi ragazzi fortunatamente per loro ce ne sono pochi, molto pochi, ma sono le punte, le avanguardie disperatamente coraggiose di un fenomeno che secondo me sta aumentando.
Un disagio profondo che nessuno sa ascoltare, nè umilmente cercare di capire spogliandosi del proprio sapere autoreferenziale.
Noi ci stiamo provando.
Mi piacerebbe discuterne anche con voi se vi va.
Capisco anche che è un tema molto specifico, ma secondo me proprio trattandolo come problema specifico, settoriale, da trattare solo con i soliti addetti ai lavori spesso ingabbiati nelle loro prassi e convinzioni, non gli si dà la dignità che invece merita.
E' sofferenza.
Ogni tanto penso anche cinicamente che ben vengano sofferenze così grandi da fare saltare ogni ragionevole e pure caparbia ed odiosa certezza. Tanto da obbligare a rimettere il dubbio tra un neurone e l'altro e rimettersi a guardare la realtà.
Spero di avervi incuriosito


lobelia fa scuola ragazzi!!

l'ho visto adesso questo 3d, mannaggia sto andando via!

Ho appena iniziato da due settimane a lavorare in un appartemento a bassa protezione con dei ragazzi "psichiatrici".
Ho poche idee e molto ben confuse.

Leggerò con calma e attenzione, magari vi do qualche notizia e se c'è qualche "esperto" magari mi dice un po' di cose.

Manna dal cielo sto forum!!!
odissea is offline  
Vecchio 21-12-2005, 07.22.56   #28
atisha
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Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
E' con vero piacere che ascolto il proseguire di questo topic con un'attenzione diversa..diciamo più umana e meno scientifica.. o superficiale.
L'elaborazione successiva potrebbe portare dei molteplici punti di vista, che non risolveranno immediatamente il problema in chiave logica e programmata ma ne potrebbero sviscerare un pensiero diverso, più "creativo" e meno tradizionale...(almeno il pensiero... )
Oggi siamo ancora particolarmente distanti al funzionamento del cervello e sulla sua organizzazione generale, che difficilmente si potrà fare con efficienza, attraverso una comprensione esteriore del comportamento, una giusta valutazione di un qualsiasi schema mentale preso in considerazione..troppe variabili, complesse...
Ma a volte, senza operare con formule "magiche", le risoluzioni sono davanti ai nostri occhi..cioè sono più semplici...
Potrebbe essere anche in questo caso più semplice servirsi dell'intelletto fuori della così detta "normalità", anzichè boicottarlo incoraggiandolo farmacologicamente a sfuggire alla sua stessa natura...
atisha is offline  
Vecchio 22-12-2005, 01.46.39   #29
r.rubin
può anche essere...
 
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Messaggi: 2,053
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Tutti i trattamenti biopsichiatrici attualmente disponibili – farmaci, elettroshock, e psicochirurgia – ottengono il loro effetto terapeutico danneggiando e disabilitando le normali funzioni cerebrali.


i farmaci usati in psichiatria sono decisamente pesanti, nel senso che possono rallentare e impoverire il pensiero della persona.
...ma se questo pensiero produce un mondo da incubo, produce zombi che ti afferrano al collo e serpenti che invadono il tuo letto di notte, vicini di casa che ti riempiono la casa di registratori per ascoltare ogni tuo respiro per attaccarti con più successo, panettieri che mescolano arsenico all'impasto del tuo pane.. non so se forse sia moglio rallentare questo pesneiro, impoverirlo, se la ricchezza che produce è ricchezza d'angoscia.

e comunque non esiste, perchè siamo in un paese democratico che tutela la libertà dei cittadini, uno psichiatra che rinchiuda una persona in una clinica solo perchè lui pensa che sia matto, l'altro, perchè l'altro dice che non lo è.
la psichiatria ha le sue regole diagnostiche, e non le applica se non sulla persona che, liberamente, si decide ad entrare nello studio del medico.

la reclusione forzata in una clinica può essere effettuata, dalla polizia in persona, solo tramite un procedimento abbastanza complesso e di non facile attuazione, il TSO, in casi molto particolari.


gli psichiatri non sono perfetti, ma sono spesso le uniche persone disponibili ad ascoltare, con cuore, una persona che soffre, quando tutti la abbandonano.


e non confondiamo il mondo della psichiatria ocn quello dei manicomi criminali, dove finiscono persone, sofferenti, che si sono macchiate le mani di sangue. sono ambiti un pò diversi, rispetto alla libertà di cui le persone possono godere.
r.rubin is offline  
Vecchio 22-12-2005, 12.19.14   #30
Ventomagnetico
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Carissimo r.rubin,
non so come risponderti, perciò correggimi se sbaglio, visto che qui ci sono molti argomenti correlati tra loro.
C’è la questione del business che le major farmaceutiche inseguono come compito istituzionale. Le industrie farmaceutiche esistono per far soldi e non per fare beneficenza!!
E qui si comprende già tutto: la ns civiltà non lavora gratis!
Come ben sai, uno dei più grandi business è appunto la sanità.
Nel campo della salute mentale si osserva una crescita consistente.
Crescita che sale vertiginosamente anche grazie all’invenzione da parte della categoria psichiatrica di nuove patologie mentali. Vedi come esempio l’ADHD o disturbo dell’attenzione e iperattività che naturalmente oggigiorno tra gli Psi è di tendenza.
Per quanto attiene alle mie conoscenze, posso affermare che le informazioni di controtendenza che attualmente girano nei media sono completamente allineate alle mie esperienze.
Mi spiego meglio: nel 1975 per far visita a mio Zio entrai nel Manicomio di Quarto a Genova che no era un Manicomio Criminale e ti assicuro che l’incomprensibile infernale allucinante scenario al quale assistetti in quei pochi minuti di visita mi convinse fortemente che dentro a quell’Ospedale i principi di Umanità ai quali noi tutti tendiamo si erano Completamente Inceppati. Quello era un Lager, non era una struttura di Cura…le pareti erano inzuppate di paura e sofferenza…l’odore che si sentiva…ma ero troppo giovane…se mi capitasse ora…chiamerei il primo magistrato di turno…
Ora voglio scioccarti: hai mai visto riparare un computer con una scarica elettrica…un colpo di corrente sulla tastiera, sul mouse, sul monitor…se uno tizio riparatore te lo proponesse tu cosa penseresti della sua Competenza?? Lo so cosa faresti…lo prenderesti a calci nel culo…!!
E’ assolutamente evidente l’assurda teoria che sta dietro a questa mostruosa pratica.
Non c’è altra spiegazione…chi ha inventato l’Elettroshock era un CRETINO…
Se te lo proponessero per tuo figlio cosa faresti???
Cosa diresti ai Medici Psichiatri???
E molte pratiche psichiatriche hanno analoghi fondamenti…leggi sotto nell’e-book…
Mi fermo qui...

Da questo link puoi scaricare l’e-book dello psicologo Claudio Ajmone tratto dal libro di Roberto Cestari “L’inganno Psichiatrico”…dacci un’occhiata…ti potrà interessare…sicuramente metterà a dura prova, sotto shock, il tuo sistema di credenze e la tua umanità.

http://www.ebooks-planet.com/italian...sichiatria.htm

Salutoni
Vento
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