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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 29-12-2005, 14.47.31   #11
klee
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Perdere

Il perdente gioca per perdere
Perchè perdere significa
avere soddisfatto
un cosi-detto vincitore.
Il perdente non osa osservare il vincitore piangere

Ci pensa e perde
Non è facile perdere
Il perdente prova a fare vincere il vincitore

C'è doppio gioco
L'intelligenza radoppia
Il vincitore ci vede doppio
Et il perdente radoppia

K 17.10.94
klee is offline  
Vecchio 29-12-2005, 14.58.25   #12
nicola185
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Messaggio originale inviato da klee
Perdere

Il perdente gioca per perdere
Perchè perdere significa
avere soddisfatto
un cosi-detto vincitore.
Il perdente non osa osservare il vincitore piangere

Ci pensa e perde
Non è facile perdere
Il perdente prova a fare vincere il vincitore

C'è doppio gioco
L'intelligenza radoppia
Il vincitore ci vede doppio
Et il perdente radoppia

K 17.10.94

Credo che in queste parole si possa cogliere un'interpretazione di quanto accaduto in quella finale. Sapssky giocò per perdere e seguì il gioco della stupidità battezzandolo con il nome della genialità. Doveva sconfiggere la parte idota che c'era in lui e si servì dell'idiozia consapevole dell'altro. E' la consapevolezza che decreta il vincitore. La consapevolezza anche di essere degli idioti, la consapevolezza dei propri limiti, cosa che a Spassky evidentemente, secondo questa mia interpretazione mancava.
nicola185 is offline  
Vecchio 29-12-2005, 16.07.56   #13
Elijah
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Credo che in queste parole si possa cogliere un'interpretazione di quanto accaduto in quella finale. Sapssky giocò per perdere e seguì il gioco della stupidità battezzandolo con il nome della genialità. Doveva sconfiggere la parte idota che c'era in lui e si servì dell'idiozia consapevole dell'altro. E' la consapevolezza che decreta il vincitore. La consapevolezza anche di essere degli idioti, la consapevolezza dei propri limiti, cosa che a Spassky evidentemente, secondo questa mia interpretazione mancava.

Io ci vedo tutt'altro in quelle parole...

Non è quando si vince che si è vincitori, ma è quando si perde dando tutto sé stessi che si è vincitori...

Chi vince, non può che farlo se non c'è chi perde... Chi perde, lo può fare solo se c'è chi vince...
E il segreto, sta nel perdere impegnandosi al massimo, perché è così che lo sport ne esce vincitore...
Solo se sia il vincente che il perdente danno il massimo... lo sport è vincente, se no è perdente!
Infatti, se chi vince non spende tutte le sue energie, che razza di vittoria è la sua? Se chi perde, lo fa apposta senza averci prima nemmeno provato, che razza di sconfitta è la sua?


ELia
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Vecchio 29-12-2005, 18.41.44   #14
nicola185
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Messaggio originale inviato da Elijah
Io ci vedo tutt'altro in quelle parole...

Non è quando si vince che si è vincitori, ma è quando si perde dando tutto sé stessi che si è vincitori...

Chi vince, non può che farlo se non c'è chi perde... Chi perde, lo può fare solo se c'è chi vince...
E il segreto, sta nel perdere impegnandosi al massimo, perché è così che lo sport ne esce vincitore...
Solo se sia il vincente che il perdente danno il massimo... lo sport è vincente, se no è perdente!
Infatti, se chi vince non spende tutte le sue energie, che razza di vittoria è la sua? Se chi perde, lo fa apposta senza averci prima nemmeno provato, che razza di sconfitta è la sua?


ELia

Nella competizione si è sempre perdenti un vincitore presuppone uno sconfitto e nell'ambito umano sconfiggere un avversario ha la valenza di sconfiggere ciò che ci rappresenta. Ma "il ciò che ci rappresenta" trarrà forza da questa "sconfitta" e quindi di fatto non perde affatto semplicemente trae energie per la battaglia interiore che seguirà. Ho introdotto questo topic in psicologia, (anche se credo che la filosofia potrebbe dire la sua) proprio perchè nella sconfitta di Spassky così come nella vittoria di Fischer si celavano aspetti che andavano ben oltre alla pura competizione "sportiva". Fischer smise di giocare dopo quella finale e secondo la mia interpretazione perchè aveva compreso che l'unico modo per vincere a quei livelli li era non giocare razionalmente. Avete presente il gioco del tris? Qualcuno vide il film War Games del 1984? L'unico modo per avere una possibilità di vincere a tris è non occupare nelle prime due mosse la casella centrale. E' l'unico modo matematico per avere una possibilità di vincere. Ma anche l'unico modo matematico per dare certa vittoria all'avversario. Il tris è un gioco di una semplicità disarmante, nulla a che fare con gli scacchi, ma questo esempio rende l'idea se traslato per il gioco degli scacchi. L'unico modo certo, invece per non vincere a tris, ma anche per non perdere, è barrare la casella centrale entro la seconda mossa. E'allora chi è che non segue la logica nello specifico? Chi sceglie di non vincere e perdere o chi rischia di perdere sapendo che se fosse l'avversario di se stesso perderebbe per avere una minima possibilità di vincere?
nicola185 is offline  
Vecchio 29-12-2005, 23.28.51   #15
nicola185
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Allora visto che nessuno interviene continuo io. Come si può vincere giocando contro se stessi, o perdere giocando contro se stessi?
nicola185 is offline  
Vecchio 23-01-2006, 09.57.50   #16
Guccia
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In una parola: geniale!
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