Buona sera a tutti----Non ho fatto a tempo a seguire questa discussione, ma il tema mi interessa e vorrei proporvi un ulteriore punto di vista che si basa sulla mia esperienza di anziana + la mia professione di assistente sociale.
Vorrei parlarvi degli anziani padri che si risposano dopo la morte della prima moglie. Ne ho visti tanti di casi in cui un tardivo innamoramento e legame li fa dimenticare figli e nipoti ,e trascurarli dal punto di vista affettivo ed economico. Il comportamento dei padri si dimostra completamente differente da quello delle madri, che qualsiasi cosa succeda rimangono fedeli ai figli lungo una vita intera. Direi che i padri vedono i figli attraverso la donna che li ha procreati, ed il loro affetto e' in funzione dei rapporti di coppia. Ho visto casi nei quali l'affetto paterno si trasferisce sui figli e nipoti della novella compagna, trascurando i propri.

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Poichè Non posso rispondere in modo Preciso in quanto non ho figli, sono convinto che sia mio padre che mia madre sono vicini fra loro e si vogliono veramente bene senza avere problemi di sorta nel pensare in modo analogo ai figli.

Saluti a Tutti

Se parliamo di anziani padri, allora parliamo anche di figli adulti, che dovrebbero essere affettivamente ed economicamente indipendenti! Quindi, agli anziani innamorati tutti i miei auguri di godersi felicemente il loro amore. E se i figli non sono capaci di accettarlo, peggio per loro. Sono loro ad essere in torto.

J

Quando mia madre, vedova ultrasettantenne, mi disse che mi doveva parlare, e non era usuale, temetti che mi avrebbe detto di un tumore. Invece la trovai che stirava tranquillamente nella sua cucina a dirmi che aveva conosciuto un signore molto distinto con il quale sarebbe andata a vivere.
Non me l'aspettavo, fu un grande sollievo rispetto al tumore che mi aspettavo, ma ugualmente tornando a casa fui colta da una grande emozione e piansi anche ridendo elaborando in mezz'ora (era anche troppo) il lutto della "mamma asessuata esclusivamente dedita alla famiglia".
Fu però una relazione burrascosa, anche molto violenta. Lui era un grande egoista e negli anni fu chiaro che più che un affetto, cercava un "attendente" da portarsi anche a letto.
Si sono fatti compagnia vicendevolmente ed alternativamente per tredici anni. Liti furenti, tragedie, mille abbandoni, lei disperata che non poteva stare senza di lui e lui che non poteva stare senza una compagnia e dopo un po' la riprendeva. E tutto ricominciava.
Gli proposi di prendere un aiuto in casa e di pagarlo io. Non ci fu niente da fare. "Se mi prendo qualcuno in casa, che me ne faccio di tua madre?".
Lei non ragionava. Voleva stare con lui. Solo con lui. Era già malata.
Un anno fa lui ha deciso che non si prendeva più la responsabilità di mia madre, che lui era vecchio ed aveva bisogno di stare tranquillo. Che aveva bisogno di una persona valida. Mise mia madre fuori dalla porta e propose a me di sostitirla.
Trovo ancora ora ovunque supplicanti lettere d'amore che mia madre scrive continuamente su qualsiasi pezzo di carta che trova.
Lui non l'ha mai più chiamata.
Un suo amico due mesi fa mi ha telefonato dicendomi che era in ospedale per problemi alle coronarie e che gli aveva espressamente chiesto di farmelo sapere.
Ho telefonato al figlio. Mi ha risposto che era l'ennesimo atto di egoismo di un uomo che lui stesso faticava a sentire come un padre.
Gli ho detto che non avrei detto niente a mia madre e che mi avvertisse solo nel caso fosse morto.
Non so se sopravviverà a mia madre, è più anziano di lei. Se morirà prima di lei e di me, non so se glielo dirò e l'accompagnerò al funerale. Deciderò al momento.
Ma con molta probabilità andremo a quel funerale. Funerale in gran pompamagna.
E se lo farò, lo farò per lei.