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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 06-02-2006, 11.03.29   #1
arsenio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
Maschere

Maschere

Ci leviamo per carnevale
le nostre maschere
di gente normale?

Sarò per te un galante cavaliere
e ti bacerò la mano,
tu sarai la mia elegante damina
e mi farai un inchino.
Al suono di nacchere e violino
danzeremo poi una sfrenata manfrina

Finiranno per noi questa sera
le ore corte dell’amore
e del tempo spensierato.
Non sia più in maschera
almeno il cuore

arsenio



Chi avrebbe piacere di levarsi la maschera? L’unico modo potrebbe essere un’esplorazione nella propria interiorità, alla ricerca di propri sentimenti ed emozioni genuini...
Siamo diversi per ciascuno con cui c’incontriamo, che ha il potere di farci assumere maschere mutevoli, a seconda dell’impatto della nostra con la sua personalità, dove entrano in gioco la sincerità, la disponibilità, gli stimoli che può offrici, ecc. Può perfino avvenire il miracolo, anche per un attimo, di essere autenticamente se stessi e senza maschere…

Le maschere di Pirandello


Nessuno più di Pirandello ci può parlare delle maschere dell’apparire, del conflitto tra essere e sembrare e della schiavitù delle convenzioni. Esaminiamo una tra le sue opere più significative focalizzandoci su tali concetti? Qualcuno ne conosce altre? Penso ad es. a “Il fu Mattia Pascal, a “Sei personaggi in cerca di autore, ecc.

Uno, nessuno, centomila
Il malessere di Vitangelo Mostarda degenera in una crisi d’identità con aspetti ossessivi. L’elemento scatenante è un’osservazione banale della moglie che improvvisamente nota il suo naso storto. Scopre così che per gli altri non è ciò che aveva creduto essere per sé. Non solo, ma ciascuno lo vede a suo modo e vuol imporre la sua realtà inverificata e pretesa unica per tutti.
Forse i vari “Mostarda” altrui sono più veri del suo dal momento che egli non può uscire da se stesso per osservarsi. Inoltre ogni personalità reagisce, si adatta, e scompone in molteplici aspetti anche nella stessa giornata, a tal punto che egli stesso ignora chi veramente egli sia.
Lo stesso comunicare è impossibile: alle parole pronunciate e ascoltate ognuno dà un proprio senso: “si presume d’intendersi, non ci s’intende mai”. Vitangelo disintegrato nell’io si propone di scoprire chi è almeno per chi gli sta vicino – anche per la moglie è nient’altro che lo stupido “Gengè” – e di distruggere queste raffigurazioni immutabili che hanno di lui.
Alla fine gli altri lo ritengono pazzo perché delude le loro aspettative di “normali”dimostrando di non essere quello che essi credono e vogliono. Rinuncia all’impossibile autoconoscenza e individualità estraniandosi in un ospizio, evadendo così in una più appagante vita vegetativa: “Poter essere una pietra, una pianta…” è un suo commento finale.
arsenio is offline  
Vecchio 07-02-2006, 10.46.12   #2
Venusta
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Data registrazione: 25-12-2005
Messaggi: 129
conosco Nicole da 12 anni.. abitiamo nello stesso palazzo...
eravamo come sorelle, nulla ci divideva..
io ho tante maschere durante l'arco della mia giornata.. tante tante, ma quando nn ne avevo era solo quando ero con lei, e lo stesso lei con me.

era bello divertente, la nostra relazione andava avanti a tutto, lei era sempre davanti a me, io sempre davanti a lei, ci farevamo sempre forza a vicenda... quando ci litigavo ero sicura di poter tornare da lei, quando non la sentivo per un giorno intero mi cadeva il mondo, quando non avevo più nessuno sapevo che c'era...Nicole..

fino a quando un giramento di coglioni ha rovinato tutto, i messaggi che mi mandava dicendo di voler partire eed andare fuori ROMA per riflettere della sua vita, quando nn volle sentire nessuno per lo scorso fine settimana, quando ha cominciato a dare più importanza al ragazzo che a me, quando non ha preso più nulla con lo stesso entusiasmo che prendeva prima, quando ha lasciato attività come le battaglie dei giochi di ruolo dal vivo [grv ] ove io ero iscritta solamente perchè a lei queste cose fanno impazzire e le piacciono come una bimba con il leccalecca...

adesso no, è partita, era fraedda prima, non si è fatta più sentire, sono 4 giorni che nn ho sue notizie, non ho nulla senza di lei, non ho più l'altra metà di me, l'altra metà del mio neurone solitario nel mio cervello... non ho più nessuno...

adesso toccherà ricominciare a sfornare altre maschere a non finire... si ritoglieranno mai ?
Venusta is offline  
Vecchio 07-02-2006, 10.47.16   #3
Venusta
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alla mia terapeuta dico sempre che i sessi maschili debbono vedermi con tante tante maschere, in modo di nn farmi metterei piedi in testa come successe....

delle volte fa bene averle
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Vecchio 07-02-2006, 11.59.51   #4
Joolee
Soleluna
 
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Messaggi: 427
E' normale mascherarci...per adattarci necessariamente ai vari ambiti della nostra vita: a lavoro sono diversa rispetto a casa...in pantofole e pigiama.
Col mio compagno mi comporto in un modo, col professore in un altro...
L'importante , secondo me, è sapere di indossare delle maschere e non perdere di vista il vero sè che si nasconde sotto tanti falsi sè momentanei...
Joolee is offline  
Vecchio 08-02-2006, 23.36.42   #5
cannella
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Messaggi: 611
E se (ipotizzo) fossero invece proprio le maschere la nostra parte più autentica?
Proprio perchè siamo uno, nessuno e centomila.. quelle centomila maschere come sfaccettature di una personalità.
Oppure quelle parti dimenticate o che non ci siamo potuti permettere ma che vorremmo fossero reali.
cannella is offline  
Vecchio 09-02-2006, 01.30.42   #6
sarpina
luna e terra
 
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Data registrazione: 22-11-2003
Messaggi: 148
Io credo che di certo ci siano sfaccettature della personalità, ma che non possano definirsi maschere...ultimamente sono un po' circondata da persone che indossano maschere, anche se non in modo malevolo, magari semplicemente per non avere per un attimo la mente sommersa di pensieri...ma mi rendo sempre più conto che poi queste maschere fanno acqua...ultimamente mi sono stupita di come abbia davvero imparato a non calarmi dentro una maschera che magari un tempo mettevo a tutti i costi perchè ormai tutti mi conoscevano solo attraverso quella...ho imparato ad essere il più possibile versatile con le persone, che non significa essere in un modo con qualcuno o in un determinato momento, e in un altro modo con qualcun'altro o in un altro momento, significa essere sempre quel che si è, tanto a casa della nonna, quanto con gli amici, facendo emergere via via una sfaccettatura o un 'attitudine del proprio carattere a seconda di come si sviluppano le situazioni o di come si pongono le persone...non mi carico più di ruoli fissi e non trattengo troppo, se non quello che è necessario per il vivere civile o che mi porterebbe ad essere gratuitamente impietosa...cerco per quanto possibile di non modificare me stessa guardandomi con gli occhi degli altri, se non quando è necessario per fare autocritica...il mondo che sta intorno può aiutare a migliorare, come può impietosamente incasellare...ci vuole equilibrio, infatti non so per quanto durerà questo mio stato di grazia
sarpina is offline  
Vecchio 09-02-2006, 12.06.42   #7
Venusta
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Messaggi: 129
io sono egoista, perchè quando ho il mal di stomaco ce l'ho io, mica te.. noh ?

VASCO
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Vecchio 10-02-2006, 09.51.48   #8
arsenio
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Messaggi: 1,006
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Messaggio originale inviato da cannella
E se (ipotizzo) fossero invece proprio le maschere la nostra parte più autentica?
Proprio perchè siamo uno, nessuno e centomila.. quelle centomila maschere come sfaccettature di una personalità.
Oppure quelle parti dimenticate o che non ci siamo potuti permettere ma che vorremmo fossero reali.


Ritengo necessaria qualche precisazione, ricorrendo anche a Jung, il maggior esperto in tale campo (Persona-maschera e Anima).
Ognuno ricorre a qualche strategia per gestire la propria immagine esteriore e controllare l'impressione che suscita, in modo da dare l'impressione migliore a seconda delle persone con cui entra in contatto. Ma ho già notato che a volte ciò è disconfermato dalle brutte figure che ognuno fa senza accorgersene o senza preoccuparsene, specie se sono coinvolte educazione e sensibilità. E' questa la “Persona” di Jung per cui ognuno inganna perfino se stesso sul suo vero carattere, dove in maniera variabile per ognuno ci sono sia corrispondenze alle proprie vere intenzioni che conformità alle opinioni dell'ambiente circostante. Chi non possiede sufficienti intuizioni e varietà nell'uso di modi comportamentali adatti, si presenta incerto e stereotipato.

Ma se la “Persona” indica l'atteggiamento esteriore, l'”Anima” corrisponde a quello rivolto all'interiorità, spesso in un rapporto complementare. Se l'individuo si identifica completamente con la propria “Persona” con conseguente scarsa consapevolezza del proprio mondo interiore e incapacità di percepire tutto ciò che va al di là del proprio ruolo sociale, si nota una rigidità di comportamenti che può essere indizio di una fragilità psicologica. Tale discorso è oggi più che mai opportuno, basta pensare alla confusione tra realtà e apparenza, alle finzioni dei reality show, alle suggestioni collettive e condivisioni di stili di pensiero, ecc.

Ora è forse più chiaro ciò che intendo dire quando indico, per una possibile emancipazione dalle “maschere”, un'esplorazione nella propria interiorità. E' pure il mio senso intenzionale della poesiola: non mascheriamo più almeno il cuore.

arsenio is offline  
Vecchio 03-04-2006, 21.40.22   #9
cippy
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Data registrazione: 29-03-2006
Messaggi: 3
Cara venusta, un consiglio: una cosa è stare insieme, confidarsi e volersi bene, un'altra è dipendere dagli altri, il che è estremamente controproducente per una crescita autentica e autonoma! Riflettici .. sicuramente cmq ti renderà più forte..

Come stai ora?
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Vecchio 04-04-2006, 01.33.14   #10
Fragola
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Messaggio originale inviato da arsenio
Ritengo necessaria qualche precisazione, ricorrendo anche a Jung, il maggior esperto in tale campo (Persona-maschera e Anima).
Ognuno ricorre a qualche strategia per gestire la propria immagine esteriore e controllare l'impressione che suscita, in modo da dare l'impressione migliore a seconda delle persone con cui entra in contatto. Ma ho già notato che a volte ciò è disconfermato dalle brutte figure che ognuno fa senza accorgersene o senza preoccuparsene, specie se sono coinvolte educazione e sensibilità. E' questa la “Persona” di Jung per cui ognuno inganna perfino se stesso sul suo vero carattere, dove in maniera variabile per ognuno ci sono sia corrispondenze alle proprie vere intenzioni che conformità alle opinioni dell'ambiente circostante. Chi non possiede sufficienti intuizioni e varietà nell'uso di modi comportamentali adatti, si presenta incerto e stereotipato.

Ma se la “Persona” indica l'atteggiamento esteriore, l'”Anima” corrisponde a quello rivolto all'interiorità, spesso in un rapporto complementare. Se l'individuo si identifica completamente con la propria “Persona” con conseguente scarsa consapevolezza del proprio mondo interiore e incapacità di percepire tutto ciò che va al di là del proprio ruolo sociale, si nota una rigidità di comportamenti che può essere indizio di una fragilità psicologica. Tale discorso è oggi più che mai opportuno, basta pensare alla confusione tra realtà e apparenza, alle finzioni dei reality show, alle suggestioni collettive e condivisioni di stili di pensiero, ecc.

Ora è forse più chiaro ciò che intendo dire quando indico, per una possibile emancipazione dalle “maschere”, un'esplorazione nella propria interiorità. E' pure il mio senso intenzionale della poesiola: non mascheriamo più almeno il cuore.


La Persona junghiana è una parte fondamentale della personalità. Non è un aspetto negativo, è un aspetto necessario. Ci vuole una Persona. Non ci si può sempre presentare nudi di fronte al mondo. Ovviamente non bisogna essere identificati col la Persona. Ma nemmeno con l'Anima, che non è l'interiorità autentica, ma la parte inconscia femminile della psiche maschile. Corrispettivo dell'Animus femminile. Persona e Anima/Animus non sono in contrapposizione. Non bisogna identificarsi con la persona, ne con l'Ombra. Nemmeno con l'Io. La non identificazione con le figure intrapsichiche è il primo passo per la costituzione del Sè. L'unità.
Ricordi il bellissimo film "senza pelle"? Senza persona si è così. Senza pelle. Senza nessun filtro tra noi e il modo. Nudi. Troppo vulnerabili. E probabilmente psicotici La Persona è importantissima!
Fragola is offline  

 



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