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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 06-06-2006, 11.48.28   #11
odissea
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e da grandi?


per Rubin

sicuramente potrebbe accadere; però pensando agli episodi maniacali nello specifico.....non so se si è in grado di riconoscere un'idea buona in mezzo a tanti rottami; tutto qui. Ma è solo una precisazione un po' superflua e scontata, nè più, nè meno.
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Vecchio 06-06-2006, 13.41.56   #12
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sicuramente potrebbe accadere; però pensando agli episodi maniacali nello specifico.....non so se si è in grado di riconoscere un'idea buona in mezzo a tanti rottami; tutto qui. Ma è solo una precisazione un po' superflua e scontata, nè più, nè meno.
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Vecchio 06-06-2006, 15.22.50   #13
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e da grandi?

...da grandi è diverso, sei più strutturato, gestisci meglio i problemi e incanali la tua energia in modo più razionale...

...e al liceo fai molta meno fatica...

...i poblemi per me sono stati prima, quando inizi le elementari sapendo già leggere e scrivere...quando gli altri giocano con il flauto dolce e tu suoni il pianoforte o quando alle medie finisci il compito di geometria in 10' e poi fingi di scrivere perchè non vuoi essere diverso dagli altri...
...o quando con terrore vieni a sapere che la preside ha parlato con papà e mamma per mandarti in una scuola "adatta"....

...episodi potrei citartene molti...dallo studio delle aperture di Alekhine con gli scacchi alle poesie del Leopardi al contrario...

...poi lo sport, nell'adolescenza e da giovane adulto, ha incanalato molte mie energie e al di fuori della scuola ho tralasciato molte altre cose per dedicarmici con tutto me stesso...

...l'intelligenza la interpreto come una capacità innata di risolvere problemi che l'ambiente presenta, è coscienza di se, è spirito critico, è talento...

...e serve, serve molto...


Ultima modifica di Spaceboy : 06-06-2006 alle ore 15.39.32.
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Vecchio 06-06-2006, 16.03.38   #14
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...da grandi è diverso, sei più strutturato, gestisci meglio i problemi e incanali la tua energia in modo più razionale...

...e al liceo fai molta meno fatica...

...i poblemi per me sono stati prima, quando inizi le elementari sapendo già leggere e scrivere...quando gli altri giocano con il flauto dolce e tu suoni il pianoforte o quando alle medie finisci il compito di geometria in 10' e poi fingi di scrivere perchè non vuoi essere diverso dagli altri...
...o quando con terrore vieni a sapere che la preside ha parlato con papà e mamma per mandarti in una scuola "adatta"....

...episodi potrei citartene molti...dallo studio delle aperture di Alekhine con gli scacchi alle poesie del Leopardi al contrario...

...poi lo sport, nell'adolescenza e da giovane adulto, ha incanalato molte mie energie e al di fuori della scuola ho tralasciato molte altre cose per dedicarmici con tutto me stesso...

...l'intelligenza la interpreto come una capacità innata di risolvere problemi che l'ambiente presenta, è coscienza di se, è spirito critico, è talento...

...e serve, serve molto...


perbacco!
Webmaster non mi uccidere, ma quest'uomo mi risulta essere pure di sinistra....qua rischio di prendermi una cotta virtuale

scherzi a parte......


Per fortuna avevi anche una familiga che ti ha permesso di sviluppare tutte queste doti, sarebbe stato terribile sprecare un si fatto cervello!

O forse i tuoi talenti si sarebbero esplicati in altra maniera.

domanda: l'intelligenza si sviluppa solo in condizioni favorevoli, o trova il modo di dirompere comunque, prima o poi?
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Vecchio 06-06-2006, 23.09.29   #15
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domanda: l'intelligenza si sviluppa solo in condizioni favorevoli, o trova il modo di dirompere comunque, prima o poi?

...ovvio che se nasci in una favela alla periferia di Lima è molto più dura....

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Vecchio 07-06-2006, 00.11.44   #16
edali
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Re: che stupido quel genio......

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Messaggio originale inviato da arsenio
“Che stupido quel genio” (L'espresso n.19)

Credo siamo tutti d'accordo su questa grave e antica carenza della scuola. E' certo utile in ogni campo imparare a cogliere il nocciolo di un discorso. Ad es. le idee essenziali di una relazione, di una conferenza, di un saggio; il saper prendere appunti con un criterio gerarchico e selettivo, esprimere in modo incisivo opinioni e richieste, ecc. Anche in alcune psicoterapie è previsto di dover rispecchiare, formulandole in modo sintetico, prolungate esposizioni narrative in modo da focalizzarsi ed accordarsi sul vero problema sovente nascosto da un eccesso di parole.


Potrebbe essere una carenza dei singoli insegnanti che non sono in grado di riconoscere la “genialità”, essendo loro stessi persone mediocre o persone abituate ad utilizzare un certo “etalon” per valutare le capacità degli studenti.
Così come potrebbe essere la mentalità (direi tipicamente italiana: non me ne volete please!) di dare molto peso alle “prolungate esposizioni narrative”.
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Vecchio 07-06-2006, 00.31.10   #17
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Re: Re: Re: che stupido quel genio......

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Messaggio originale inviato da arsenio


Non c'è accordo su cosa significhi essere intelligenti. Confermo che non prevede il successo dovuto piuttosto alla classe sociale, al conformismo, alla fortuna, ecc. né si associa alla felicità sebbene da ricerche sembri che comportamenti relazionali di empatico e reciproco sostegno ....in paesi maggiormente etico-altruistici.... favoriscano un clima di serenità,


Sì è così, soltanto che le persone intelligente esistono ovunque non soltanto in certi paesi.
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Vecchio 07-06-2006, 09.39.40   #18
arsenio
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Messaggio originale inviato da r.rubin
voi sostenete che l'intelligenza creativa non premia socialmente, ma io avevo letto che, al contrario, la persona con una spiccata creatività è assai apprezzata socialmente: la sua originalità di pensiero è accompagnata da uno spirito indipendente dal giudizio altrui e quindi fondamentalmente poco inibito dalle regole sociali, perciò più libero, più espressivo, più se stesso, una personalità spiccata e forte, che affascina particolarmente chi lo circonda, che tra l'altro può stare sicuro che, in compagnia di un individuo simile, potrà succedere di tutto meno che annoiarsi.

"L' aspetto carismatico: la personalità creativa spesso ha un forte impatto sugli altri, non solo per le sue capacità intellettive, ma anche per la grande passione che manifesta trattando le questioni di cui si occupa."

ma non è nemmeno possibile generalizzare, i creativi possono essere timidissimi, totalmente ripiegati sul loro mondo interiore.


comunque, la felicità è una questione emotiva, non intellettiva.
l'intelligenza emotiva quindi, è quella che permette all'individuo di stare bene con se stesso e con gli altri. inoltre, il benessere è un potente carburante per tutti i restanti tipi di intelligenza: non per niente i depressi sperimentano un rallentamento del pensiero, mentre i maniacali una sua straordinaria accelerazione: l'euforia da sprint al pensiero, anche una persona normalmente di media intelligenza, presa da euforia, aquisisce una rapidità di pensiero incredibile


I comportamenti necessari alle produzioni creative non sono quelli desiderabili o approvati dalla società, e v'includo i genitori integrati e autoritari che inibiscono le menti divergenti e le loro iniziative originali. E' molto più facile aver successo nella vita se s'impara quali sono le cose “giuste” e quelle “sbagliate” vigenti in quel periodo storico, apprese in famiglia e a scuola.
Anche gl'insegnati senza vocazione preferiscono i discenti sottomessi alle convenzioni, che si attengono alla riproduzione di materiali presentati. I creativi sono in genere sottovalutati, non capiti, visti diversi e come elementi devianti e di disturbo se fanno domande impreviste e spiazzanti, turbano se fanno vedere i fatti sotto una nuova luce e quando sono capaci di opporsi dissentendo dal gruppo se vi notano un errore. La scuola tradizionale si riferisce alla risposta memorizzata, giusta, corretta e unica, senza favorire una mentalità interdisciplinare oggi, perlomeno a parole, auspicata per una riforma della Scuola. Il microcosmo scolastico si rifletterà nella vita, con la fortuna dei mnemonici, eruditi, replicanti, ecc. Chi può amare le mentalità incolori da primo della classe? In genere i simili amano i simili, ma è così anche per i divergenti-creativi, dove i “simili” sono più rari, estranei verso le acritiche adesioni ai compotamenti di massa che ottengono i maggiori consensi.

Si ricordi che il concetto di “carisma” non è valutativo e non c'entrano necessariamente doti intellettuali, ma il potere suggestivo anche manipolatorio, l'intuizione di pulsioni e desideri inconsci altrui, con cui qualcuno ottiene i consenso, si pensi a Hitler. Oggi l'intellettuale autentico ha scarsa visibilità e perciò poco “carisma”.

Non si può dire che l'ntelligenza emotiva (superare frustrazioni, controllare le emozioni, andare d'accordo) sia in sé una felicità, ma uno strumento che può favorire una reciproca gratificazione nei buoni rapporti interindividuali.

L'euforia maniacale si manifesta verbalmente con una gran quantità di associazioni spontanee e acritiche, superficiali e confuse, contraddistinte da un incongruente ottimismo. Non c'è creatività – a meno che non sia associata a rare genialità – ma percorsi di pensiero arbitrari e bizzarri. Il pensiero lento è il più efficace, oppure il brainstorming strutturato e selettivo
arsenio is offline  
Vecchio 07-06-2006, 11.05.11   #19
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La scuola non è un ente dislocato dalla società. Pure questo forum rispecchia lo stesso convenzionalismo e conservatorismo. Ma può darsi che da troppo vicino non si nota.
edali is offline  
Vecchio 07-06-2006, 11.49.55   #20
r.rubin
può anche essere...
 
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Messaggio originale inviato da arsenio
I comportamenti necessari alle produzioni creative non sono quelli desiderabili o approvati dalla società, e v'includo i genitori integrati e autoritari che inibiscono le menti divergenti e le loro iniziative originali. E' molto più facile aver successo nella vita se s'impara quali sono le cose “giuste” e quelle “sbagliate” vigenti in quel periodo storico, apprese in famiglia e a scuola.
Anche gl'insegnati senza vocazione preferiscono i discenti sottomessi alle convenzioni, che si attengono alla riproduzione di materiali presentati. I creativi sono in genere sottovalutati, non capiti, visti diversi e come elementi devianti e di disturbo se fanno domande impreviste e spiazzanti, turbano se fanno vedere i fatti sotto una nuova luce e quando sono capaci di opporsi dissentendo dal gruppo se vi notano un errore. La scuola tradizionale si riferisce alla risposta memorizzata, giusta, corretta e unica, senza favorire una mentalità interdisciplinare oggi, perlomeno a parole, auspicata per una riforma della Scuola. Il microcosmo scolastico si rifletterà nella vita, con la fortuna dei mnemonici, eruditi, replicanti, ecc. Chi può amare le mentalità incolori da primo della classe? In genere i simili amano i simili, ma è così anche per i divergenti-creativi, dove i “simili” sono più rari, estranei verso le acritiche adesioni ai compotamenti di massa che ottengono i maggiori consensi.

così come esistono i collegi religiosi, esistono anche i licei artistici, le accademie, scuole di design. E poi ogni professore è diverso. Alcuni sono dispotici, altri molto aperti. E poi resta il fatto che 2+2 fa 4 sia per il convergente che per il divergente, e la scuola deve anche insegnare come si fanno i calcoli giusti.

e poi non viviamo più in un villaggio governato dalla tradizione incarnata nel consiglio degli anziani, dove la coesione della comunità è densa e lega il movimento degli spiriti. Molte persone sono ancora oggi molto rigide, strette alle sicurezze del loro senso comune, ma molte altre non lo sono.


Citazione:
Non si può dire che l'ntelligenza emotiva (superare frustrazioni, controllare le emozioni, andare d'accordo) sia in sé una felicità, ma uno strumento che può favorire una reciproca gratificazione nei buoni rapporti interindividuali.

L'euforia maniacale si manifesta verbalmente con una gran quantità di associazioni spontanee e acritiche, superficiali e confuse, contraddistinte da un incongruente ottimismo. Non c'è creatività – a meno che non sia associata a rare genialità – ma percorsi di pensiero arbitrari e bizzarri. Il pensiero lento è il più efficace, oppure il brainstorming strutturato e selettivo


l'euforia maniacale e la depressione psicotica erano casi estremi che volevano mostrare l'evidente influenza delle emozioni sul pensiero.
Esistono anche degli studi psicologici, se ben ricordo, che mostrano che le persone più felici risolvono problemi creativi con più facilità, rispetto a quelle più tristi.
Ma le persone più felici, più ottimiste circa le proprie capacità e il futuro, tendono talvolta ad essere meno riflessive e meno persistenti rispetto a quelle un pò meno ottimiste e più tristi.

L'intelligenza emotiva non serve solo ad avere soddisfazioni interpersonali, ma è anche la base per l'efficace uso delle proprie capacità cognitive. Pensa alla capacità di automotivarsi, di pensare positivo quando si è alle prese con un problema difficile: permette di non abbandonarsi al "non ce la faccio", che è la frase magica che rende le difficoltà insormontabili, indipendentemente dalle proprie effettive capacità.
r.rubin is offline  

 



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