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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 09-08-2006, 00.52.12   #1
MocassinoH2O
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Amore o teoria dell'attaccamento?

E' strano smontare con teorie razionali l'irrazionale per eccellenza...

Molti studi attestano che il vero amore, o meglio, ciò che noi chiamiamo vero amore combaci con i "sintomi" della teoria dell'attaccamento....
dunque, quella che noi consideriamo l'anima gemella, o la propria metà non è altro che un riflesso della persona a cui ci siamo "legati" ci siamo appunto "attaccati"...
Detto ciò cosa ne pensate?

E' strano smontare con teorie razionali l'irrazionale per eccellenza... l'amore!

P.S.:
Studi hanno attestato che in percentuale, la maggior parte di coppie stabili, durature (in media 2 - 3 anni) riscontrano un certo attaccamento al partner, e si possa quindi parlare di teoria (o c'è chi la chiama sindrome) di attaccamento!
MocassinoH2O is offline  
Vecchio 09-08-2006, 16.16.18   #2
catoblepa
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Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Attaccamento verso una persona: quando ci sentiamo legati a qualcuno per sicurezza ed abitudini
Amore verso una persona: quando ci sentiamo legati a qualcuno perche’ ci crea delle sensazioni belle.
Gli indicatori del vero amore sono i seguenti:
· ci piace passare del tempo con lui/lei ( effetto mantenimento del contatto )
· ci rivolgiamo a lui/lei quando abbiamo un problema ( effetto rifugio sicuro )
· ci manca quando non c’e’ ( effetto ansia da separazione )
· ci si sente di poter contare su lui/lei ( effetto a base sicura )

Questo dicono gli esperti.......
catoblepa is offline  
Vecchio 09-08-2006, 16.27.35   #3
MocassinoH2O
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Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Quast'argomento si sposa bene con il trehad aperto da Mark rutland...
A questi propositi suggerisco un libro...
Copio per voi parte dell'incipit:

Cosa si nasconde dietro la scelta del partner?
Partendo da una prospettiva evoluzionistica l'autrice spiega le radici biologiche e psicologiche che stanno alla base delle nostre relazioni affettive e sessuali e, sfatando una serie di luoghi comuni sul contrasto tra innamoramento e amore, passione e attaccamento, ripercorre tappe e snodi dei legami di coppia. Chi scegliamo come partner? Perché gli uomini sono attratti dalle donne giovani e belle, e le donne dagli uomini che possono garantire loro sicurezza? Si tratta di criteri dettati non solo dal gusto e dall'interesse ma anche da un'astuta strategia della specie volta ad assicurare il successo riproduttivo. Nel volume vengono anche analizzati i diversi modi di amare, le diverse reazioni alla rottura di un legame affettivo e alcune patologie dello stare insieme: dall'ossessione della gelosia all'incapacità di amare


Il nome del libro è appunto "Attaccamento e amore" di Grazia Attili.

Quindi la teoria dell'attaccamento non si può limitare solo al rapporto madre/figlio e spesso si parla di attaccamento come se fosse una patologia.
Quando l'amore (o meglio, quello che da noi è visto come Amore) diventa una patologia?
MocassinoH2O is offline  
Vecchio 09-08-2006, 16.30.34   #4
MocassinoH2O
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Messaggi: 469
Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Citazione:
Originalmente inviato da catoblepa
Amore verso una persona:

Gli indicatori del vero amore sono i seguenti:
· ci piace passare del tempo con lui/lei ( effetto mantenimento del contatto )
· ci rivolgiamo a lui/lei quando abbiamo un problema ( effetto rifugio sicuro )
· ci manca quando non c’e’ ( effetto ansia da separazione )
· ci si sente di poter contare su lui/lei ( effetto a base sicura )

Questo dicono gli esperti.......

Sì, ma sono gli stessi indicatori (o sintomi) descritti nell'attaccamento... infatti l'attaccamento non è dettato solo da abitudini, ma soprattutto da fattori di affetto.
Quindi?
MocassinoH2O is offline  
Vecchio 09-08-2006, 17.12.38   #5
catoblepa
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Messaggi: 282
Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Mocassino ho solo riportato quanto afferma un esperto che ho trovato su internet.....
se ti interessa la mia opinione posso ipotizzare che l'attaccamento sia una copia mal riuscita dell'amore, ossia una copia che, nell'operazione di copiatura, ha perso alcune delle caratteristiche dell'originale.
In altre parole l'attaccamento è il parente povero dell'amore, legato al senso del possesso (che , secondo Franco Battiato, "fu pre-alessandrino" ) alla soddisfazione di bisogni egoistici, e non alla libera e spontanea voglia di convivere (in senso ampio) con un altra persona, dando valore alla libertà dell'altra persona, e al riconoscimento e rispetto dei suoi bisogni.

E, forse, l'attaccamento ha a che vedere con la paura della solitudine.
catoblepa is offline  
Vecchio 09-08-2006, 18.14.49   #6
Elijah
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Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Citazione:
Originalmente inviato da MocassinoH2O
...all'incapacità di amare

Il nome del libro è appunto "Attaccamento e amore" di Grazia Attili.
Non so se è pertinente al tema, semai puoi rispondermi privatamente, ma mi interesserebbe sapere cosa si dice sull'incapacità di amare in quel libro.


Elia

P.S.:
Senza che io lo debba leggere...
Elijah is offline  
Vecchio 11-08-2006, 23.02.34   #7
Mary
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Messaggi: 2,624
Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Non so di che tipo di amore stiamo parlando.
Se parliamo dell'innamoramento, posso anche condividere l'idea di attaccamento, quasi di simbiosi.

Se parliamo invece di amore, quello con A maiuscolo per intenderci, allora il termine attaccamento decade completamente. Nulla è più lontanto dell'attaccamento dal vero amore.

L'Amore è libertà incondizionata, è indipendenza totale. Il vero amore è simile a due candele accese in una stanza buia, ciascuna candela è ben separata dall'altra non chiede niente all'altra, ma le loro luci illuminano la stanza. Le loro luci si uniscono e diventano una sola luce. Che attaccamento può esserci? L'uno gode e gioisce della presenza dell'altra.

Avete mai visto due ballerini danzare un valzer o un tango? osservateli, ciascuno fa i propri passi in armonia con il partner, sembrano una cosa sola ma l'uno non si appoggia, se non lievemente all'altro.

ciao
mary
Mary is offline  
Vecchio 13-08-2006, 16.07.11   #8
Gianluca Mattioli
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-08-2006
Messaggi: 52
Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

"Molti studi attestano che il vero amore, o meglio, ciò che noi chiamiamo vero amore combaci con i "sintomi" della teoria dell'attaccamento....2
si è vero....ed è così...l'area del sentimento affettivo appartiene alal soglia del piacere che si è strutturato nell'apprendimento evolutivo....la tolleranza alla frustrazione sviluppattasi nell'evoluzione condiziona le scelte dei legami affettivi.....una madre accogliente permette un'evoluzione serena, diversamente una madre paranoica favorisce legami istintivi e altretatnto paranoici....la madre nell'attaccamento stimola forme di piacere condizionanti per il futuro della prole in termini statiscamente significativi ciò vuol dire che non sono leggi.....un bambino maltrattato ha buone posisbilità di diventare un maltrattatore ma anche di cambiare direzione...dipenda dal tipo di piacere in cui egli si diirge: se è per la tolleranza o per l'intolleranza....

"dunque, quella che noi consideriamo l'anima gemella, o la propria metà non è altro che un riflesso della persona a cui ci siamo "legati" ci siamo appunto "attaccati"..."
non parlerei propio così.....direi che ciò che è strategico e fondamentale è il tipo di piacere che risulta dall'esperienza di attaccamento, piacere per la tolleranza o per l'intolleranza...e poi l'aniam gemella è un equivoco fuorviante....non esiste....esistono le persone....

Detto ciò cosa ne pensate?


P.S.:
Studi hanno attestato che in percentuale, la maggior parte di coppie stabili, durature (in media 2 - 3 anni) riscontrano un certo attaccamento al partner, e si possa quindi parlare di teoria (o c'è chi la chiama sindrome) di attaccamento!"
Da come ne parli credo che sia una applicazione distorta della teoria dell'attaccamento di Bowlby......
Gianluca Mattioli is offline  
Vecchio 13-08-2006, 17.29.32   #9
agex
Ospite
 
Data registrazione: 13-08-2006
Messaggi: 29
Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

E' un po' lungo e chiedo perdono, ma vi riporto una parte di un workshop svolto con alcuni colleghi a Roma, inquadra il problema....pongo l'accento e la vostra attenzione sulla distinzione tra affetto e istinto di cui parla il dott. Mattioli...

FUNZIONE DEL LEGAME

Il legame rappresenta la dinamica quale massima espressione dell’esserci nel mondo, producendo uno stato di soddisfacimento che definiamo di tipo conviviale (relazione di scambio) o di tipo territoriale (narcisismo oggettuale). Lo stato di soddisfacimento che ne deriva assume caratteristiche dicotomiche ed entrambi indispensabili in momenti differenti e con scopi distinti ma integrati.
Le funzioni del legame riconoscono un prioritario assorbimento dello stato di precarietà individuale, rappresentato simbolicamente dall’esigenza di protezione dell’infante; una dinamica di esplorazione; un iter di arrotondamento delle personalità dei componenti il legame.
Lo studio dei modelli di attaccamento risulta irrinunciabile per verificare la funzione dei modelli operativi interni e di come si dispiegano nel prototipo relazionale.

DALL’ATTACCAMENTO GENITORIALE AI LEGAMI DI COPPIA

I legami possono essere definiti di attaccamento sulla base di quattro elementi: mantenimento della vicinanza, sconforto alla separazione, rifugio sicuro, base sicura. Queste caratteristiche sono facilmente osservabili nel comportamento manifesto di un bambino nei confronti della sua principale figura di accudimento. L’evidenza ha dimostrato che le relazioni di coppia sono caratterizzate dagli stessi aspetti dell’attaccamento tra il bambino e le figure allevanti e si sviluppano secondo lo stesso processo, perfino in termini di sequenza. Le corrispondenze di fatto includono la natura del contatto fisico che caratterizza e distingue l’attaccamento di coppia; i fattori che influenzano la selezione delle figure dell’attaccamento; le reazioni alla distruzione e alla perdita dell’attaccamento; il ruolo dell’attaccamento nel benessere psicologico e fisico.
Freud stesso ha individuato le sorprendenti somiglianze tra coppie di amanti e coppie madre-figlio per ciò che concerne l’intimità fisica. Alla stessa stregua delle figure accudenti e dei loro bambini, i partners sessuali adulti, perlomeno nelle fasi iniziali, spendono la maggior parte del tempo occupati in un reciproco guardarsi negli occhi, abbracciarsi teneramente, strofinarsi, succhiarsi e baciarsi all’interno di un prolungato contatto faccia-faccia, pelle-pelle, ventre-ventre, toccando quelle parti del corpo che vengono ritenute "private”.
Le ben documentate differenze sessuali nei criteri di selezione del/la proprio/a compagno/a sono da ricondurre alle differenze nell’investimento genitoriale, presenti ed influenti ancora prima del concepimento.
Dal fatto che si cerca un accoppiamento ben riuscito, deriva che gli uomini e le donne tendono a scegliere partner simili a loro in numerose dimensioni, il che riflette la tendenza a preferire ciò che è familiare. I fattori che esercitano la più grande influenza nella selezione del partner nel legame di coppia, sono simili a quelli usati dai bambini nella “scelta” delle potenziali figure di accudimento.
Bowlby stesso identificò quello che sembra essere un pattern universale di reazione alla separazione, da lui etichettato come sequenza ”protesta-disperazione-distacco”. Diversi studi hanno documentato che la sequenza del lutto per la perdita del partner, nell’adulto, è essenzialmente lo stesso: iniziale ansia e panico, seguiti da letargia e depressione, e successivamente un recupero attraverso il distacco emozionale. Anche brevi separazioni di routine sono sufficienti a provocare le stesse modalità di risposta nei partners.

AFFETTO E ISTINTO: DAL NARCISISMO ALLA RELAZIONE OGGETTUALE

L’affetto rappresenta l’esperienza più evoluta di soddisfacimento, e proponiamo come immagine che lo rappresenta simbolicamente il bacio: il bacio è da considerarsi etologicamente il residuo di un comportamento acquisito relativo alla madre che passa il cibo premasticato dalla sua bocca a quella del neonato, dunque la nostra scelta non è casuale; lo stato del soggetto risulta così modificabile dall’intervento di un fattore, nello specifico un procedimento di reverie in grado di assorbire uno stato di precarietà invalidante.
Naturalmente il termine relativo al sentimento affetto riguarda la disponibilità del soggetto a modificare il proprio stato, attraverso meccanismi inizialmente scissi (evacuazione massiccia del dolore tramite un’impostazione operativa di tipo schizo-paranoide, ovvero proiezione del dolore e dell’oggetto persecutore all’esterno) ma regolati da una restituzione continuativa, coerente ed affettivamente equilibrata, da cui il passaggio ad un’impostazione operativa depressiva, caratterizzata dal confronto con il dolore e dalla processazione dello stesso all’interno di una dimensione esperienziale vincolata con il dato di realtà.
Il passaggio è delicato e richiede da parte del care-giver la conoscenza di base dei messaggi di dolore/piacere inviati dal bambino tramite la comunicazione verbale e non verbale.
Vincoliamo questa disponibilità alla tolleranza del dolore e alla sua elaborazione, in sintesi l’affetto rappresenta la massima espressione del soddisfacimento (motivazione primaria umana) che si ottiene tramite la gestione e metabolizzazione della frustrazione attivata dall’evento critico.
Il termine assume una notevole importanza già nei primi lavori svolti da Breuer e Freud sulla terapia dell’isteria e sul valore terapeutico dell’abreazione; secondo gli studi di Freud, ogni pulsione si esprime come affetto e come rappresentazione, e l’affetto rappresenta l’espressione qualitativa della quantità di energia pulsionale e delle sue variazioni.
Descriviamo il sentimento di affetto come sinonimo del piacere che si prova nel formare un legame a tutti i livelli; all’interno della relazione madre-figlio l’affetto riguarda il sentimento con tutte le sue sfumature che si apprezza attraverso il senso di protezione che viene da un lato elargito e dall’altro recepito; in definitiva se il bambino accetta di essere protetto, provando il sollievo dal dolore, realizza al suo interno la sfera piacevole dell’affetto.
Per quanto riguarda il termine istinto, facciamo riferimento ad uno schema di comportamento corrispondente ad una finalità piacevole, ma a differenza dell’affetto il piacere istintivo consiste in pratica in un attacco al legame a tutti i livelli.
Nella dinamica di relazione tra madre e bambino l’istinto rappresenta il sentimento che si apprezza tramite la diffidenza, la sfiducia e la negazione nei confronti della protezione offerta dalla madre in maniera più o meno conflittuale; se il bambino non si sente protetto a causa di meccanismi massicci proiettivi o in effetti non viene protetto e consolato, può innescare il piacere istintivo atto a realizzare al suo interno la sfera della vendetta, dell’odio, della rabbia, ecc…
Istinto quale termine è stato utilizzato nella traduzione del termine freudiano trieb, per il quale ai fini della costituzione di una terminologia coerente si è preferito utilizzare infine il termine pulsione. Lo scenario proposto è quello tipico dello svezzamento: di fronte all’allontanamento dal seno materno il bambino utilizza una strategia di evacuazione massiccia del dolore tramite una colpevolizzazione della dinamica materna, a questo punto si innesca un procedimento suggestivo e drammatico atto a formattare una coazione a ripetere autocircuitantesi: il seno che da beffe diventa l’emblema prototipico alla base della percezione dell’essere umano, il conflitto anzi viene ricercato per confermare la teoria persecutoria che soggiace all’evento.
Questi sistemi di relazione divengono una base mentale atta a concretizzare i rapporti, ciò che ci interessa è l’utilizzo del legame stesso. L’incipit di costituzione di ogni legame segue le regole della fase schizo-paranoide, inizialmente (fase dell’innamoramento) l’Altro non esiste ma rimane un oggetto aderente all’impianto psicologico del comunicante; e viceversa. Il passaggio alla fase depressiva contempla l’emergere dell’esistenza dell’altro in virtù del riconoscimento delle proprie caratteristiche di personalità, ovvero si innesca una relazione di scambio atta a confermare l’esistenza dei singoli impianti psicologici. Si tratta della formazione di un legame di coppia affettivo, che nella versione psicotica assume la fenomenologia dell’attacco diretto al legame o di modalità autistiche di ritiro dell’investimento oggettuale; nella versione nevrotica la fenomenologia appare più complessa e assume le modalità tipiche del rapporto fusionale, con caratteristiche di conflittualità nell’ambito dell’affettività (vedi atteggiamenti specifici e tipici di tipo ricattatorio).
Nella perdita (integrazione dell’oggetto, da esterno viene interiorizzato rendendo operativa la fruizione della memoria autobiografica) si visualizza il delicato passaggio dalla fase schizoparanoide a quella depressiva, dal processo primario a quello di tipo secondario, dalla coazione a ripetere alla relazione diadica di scambio con l’Altro.
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Vecchio 18-08-2006, 13.18.52   #10
fuoriditesta
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Riferimento: Amore o teoria dell'attaccamento?

Citazione:
Originalmente inviato da MocassinoH2O
E' strano smontare con teorie razionali l'irrazionale per eccellenza...

Molti studi attestano che il vero amore, o meglio, ciò che noi chiamiamo vero amore combaci con i "sintomi" della teoria dell'attaccamento....
dunque, quella che noi consideriamo l'anima gemella, o la propria metà non è altro che un riflesso della persona a cui ci siamo "legati" ci siamo appunto "attaccati"...
Detto ciò cosa ne pensate?

E' strano smontare con teorie razionali l'irrazionale per eccellenza... l'amore!

P.S.:
Studi hanno attestato che in percentuale, la maggior parte di coppie stabili, durature (in media 2 - 3 anni) riscontrano un certo attaccamento al partner, e si possa quindi parlare di teoria (o c'è chi la chiama sindrome) di attaccamento!

ma ke razza di discussione è? E' ovvio che siamo legati alla eprsone con cui scegliamo di vivere
fuoriditesta is offline  

 



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