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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 31-08-2006, 09.34.15   #1
arsenio
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amori estremi

Amori estremi

Boncinelli in un trafiletto sul Corriere della Sera (29,08,06) commenta la morbosa complicità amorosa tra Natascha e il suo sequestratore. Anche in questo rapporto fuori dagli schemi usuali sarebbero determinanti i legami risalenti alle prime esperienze di attaccamento reciproco tra genitori e figli. Nella famiglia di origine si estrinsecano i primi vissuti di affettività istintuali di tipo materno e paterno, fatte di complicità e comprensione, di accudimento e protezione. Ruoli originari che si tenta di replicare nella coppia attraverso regressioni con alternanze e scambi di ruoli necessariamente complementari, quali madre-figlio o padre-figlia, specie se certi bisogni non sono stati compiutamente soddisfatti.


Sono d'accordo con l'interpretazione di Boncinelli. Ricordo vari casi, come credo tutti, patologici e non , in cui la motivazione di una scelta risaliva a carenze avvenute nell'ambito familiare infantile. Ad esempio due conoscenti che hanno sofferto l'una per l'assenza del padre e l'altro per la morte precoce della madre hanno trovato due figure sostitutive e inequivocabili per una significativa differenza di età. Paradigmatico ancora il caso di una ragazza che rincorse un maturo alcolista, copia del padre, tentando invano di salvarlo.
Si manifesta quest'esigenza, per motivazioni subconscie o rimosse, di elargire oppure di ricevere qualche forma di protezione di tipo genitoriale suscitata dall'incontro con personalità ritenute adatte. Sovente sono casi senza svolte drammatiche e più sfumati, in cui il maschio vanta un suggestivo potere carismatico perchè gli si attribuisce una presunta capacità di protezione o viceversa per una sua vulnerabilità, relazionalità difficile, ecc, che si vorrebbe sanare. Riesce ad imporsi sul sé razionale della donna che non percepisce i suoi tratti negativi o manipolatori anche quando non sono velati dalle apparenze della seduzione.
Gli amori che richiedono maggior cautela sono quelli dove si verifica una pericolosa dipendenza con un individuo deviante, a volte con una complementarità sado-masochistica.

Da queste premesse nasce una domanda cruciale: le donne amano veramente solo se coinvolte in un amore simbiotico e rischioso che si nutre di sofferenze? Altrimenti si tratta soltanto di amicizie confidenziali o di tiepidi affetti? Lo stesso amore romantico richiede un erotismo passionale e tormentato oltre ad un attaccamento intimo, ma senza alcuna affidabilità o impegno.
In ogni caso come ho già ipotizzato in un recente post ritengo che le donne trovino più seducenti, per ragioni filogenetiche, i segni di una maschilistica e dongiovannesca aggressività che le qualità intuitive di riconoscimento e comprensione indispensabili per instaurare un'autentica relazione. In effetti sono questi ultimi i bisogni primari e difficili da appagare che permangono per tutti finchè si vive, ma per pulsioni tra natura e cultura sono associati più alla sensibile accoglienza della figura materna accuditiva che all'impositiva dominanza del maschio.

Saranno graditi pareri, testimonianze ed esperienze.
arsenio is offline  
Vecchio 31-08-2006, 12.29.53   #2
nevealsole
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Maturazione

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Originalmente inviato da arsenio
Amori estremi

Da queste premesse nasce una domanda cruciale: le donne amano veramente solo se coinvolte in un amore simbiotico e rischioso che si nutre di sofferenze? Altrimenti si tratta soltanto di amicizie confidenziali o di tiepidi affetti? Lo stesso amore romantico richiede un erotismo passionale e tormentato oltre ad un attaccamento intimo, ma senza alcuna affidabilità o impegno.

Saranno graditi pareri, testimonianze ed esperienze.

Ciao Arsenio,
son felice di ritrovarti qua con i tuoi interessanti spunti di riflessione (peraltro anche a distanza sempre seguiti).
Sto leggendo un libro “Follia d’amore”, sono soltanto all’inizio… non so se lo hai letto o ne hai sentito parlare.
E’ un saggio attraverso il quale ci si domanda come mai i tipici sintomi “amorosi” in realtà non siano altro che sintomi tipici di molte malattie mentali e se dunque si possa considerare tale l’amore.
Devo dire che al di là delle teorie psicologiche, presenta un interessante quadro biologico-evolutivo sulla specie nonché un percorso di analisi dell’idea di amore del passato fino ai giorni nostri che riconduce proprio all’amore romantico la “catastrofe” della percezione amorosa distorta (così che amore diventa associato a morte e sofferenza), in cui può essere oggetto d’amore anche chi ci tratta male o non riconosce il nostro valore.

Negli studi sull’eros maschile spesso viene rilevato come sia presente nella psiche maschile una scissione (parlo come posso, tu ne saprai certo di più) tra l’amore “puro” che rappresenta l’amore che lega l’uomo alla madre (poi alla moglie) e l’amore “carnale” con cui si risponde alla parte inconscia o istintuale.
Tale sdoppiamento, che mi è parso di capire è tanto più presente quanto più il soggetto presenta delle “patologie” a livello psicologico, giustificherebbe ad esempio il ricorso a prostitute di uomini apparentemente appagati dalla propria vita sentimentale.
Una sorta di amor sacro e amor profano che non riescono a convivere nella stessa donna.
Riflettendo su questo mi sono domandata se non fosse ravvisabile un simile meccanismo anche nella psiche femminile, sebbene in modo molto diverso, e mi sono risposta che è presente e tanto più è presente quanto meno è sviluppata la maturità affettiva della donna in questione.
Lo sdoppiamento si verifica tra bisogno di protezione e bisogno di emozione (emozione che poi viene tradotta né più né meno di come avviene per l’uomo in fantasie e/o desideri sessuali).
In pratica, da un lato troviamo l’amico/sostegno capace di relazionarsi in modo emotivamente soddisfacente, dall’altra l’uomo sfuggente/traditore/ingannatore/seduttore (reale o presunto tale) che suscita la bramosia di possesso (ho letto qualcosa proprio sulla derivazione del termine ma l’ho già dimenticato).
Ora, il perché convivano le due figure non mi è chiaro, però secondo me esistono.
Ritengo che la maturazione affettiva porti all’avvicinamento tra i due estremi che dovrebbero, in una relazione soddisfacente, coesistere nella medesima persona capace di rispondere sia a bisogni emotivi sia ai desideri sessuali.
Mi sono però fatta l’idea, può darsi sbagliata, che molti non raggiungano mai la maturazione affettiva, un po’ per scarsa capacità di analisi, un po’ per volontà di non rinunciare a quell’estasi transitoria propria dell’innamoramento, i cui effetti di estraniazione/benessere/stordimento pare siano più potenti di quelli provocati da qualunque droga.

Per il resto, il percorso di maturazione è difficile a realizzarsi, e parte dalla capacità di mantenere la concentrazione sempre su noi stessi: i miei momenti di felicità, così come i miei momenti di infelicità partono e dipendono da me e non da fattori esterni.
Nell’arco della vita devo imparare a “godere” di entrambi senza agitarmi troppo… perché tanto tutto passa.
A tal proposito ho preso spunto da un libricino forse sciocco ma a mio avviso delizioso: lo zen e l’arte di innamorarsi.
Lo consiglio a tutti coloro che sono stanchi di far dipendere i propri stati emotivi da comportamenti di soggetti esterni.

Un saluto
nevealsole is offline  
Vecchio 31-08-2006, 15.31.57   #3
Lucy
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Riferimento: amori estremi

Un amore estremo può esistere anche entre un uomo (non omosessuale) e il suo sequestratore.
Ho letto il libro di Jan Philipp Reemtsma (spero di non sbagliare il nome) "Nella cantina" ("Im Keller").
Anche lui ricorda dei sentimenti d´amicizia per i suoi sequestratori.
L´hanno sequestrato per ottenere una rapina, per un anno o più, non mi ricordo bene.
Si può capire che una vittima sequestrata, totalemente dipendente dei suoi sequestratori, prova una certa gratitudine se è trattata "bene".

Sembrerebbe perverso, ma è così.
J.P. Reemstma sentiva una certa vergogna per questi sentimenti verso i suoi carnefici, e si sentiva ancora più umiliato per questa "perversità".
Lucy is offline  
Vecchio 04-09-2006, 09.24.38   #4
arsenio
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Riferimento: Maturazione

Citazione:
Originalmente inviato da nevealsole
Ciao Arsenio,
son felice di ritrovarti qua con i tuoi interessanti spunti di riflessione (peraltro anche a distanza sempre seguiti).

Sorpresa graditissima e stupore per la tua inusuale competenza! Per parlare dell'amore a volte valgono più le parole di una donna intuitiva che quelle degli esperti.

Oggi anche questo complesso stato affettivo è esaminato dalle neuroscienze, utili a patto di non cadere nei riduttivismi scientifici.
Sono in gioco fattori biochimici, genetici, psichici, sentimentali, ecc. Interdipendenti e sconfinanti gli uni negli altri. Conosco la teoria di “Follia d'amore”: attraverso la visualizzazione di aree cerebrali si è scoperto che un amore romantico è un fenomeno biochimico che provoca effetti simili a quelli delle ossessioni compulsive. Ma anche gli antichi riconoscevano solo l'agape altruistico e giudicavano follia l'amore che distoglieva dalla razionalità filosofica. Inoltre Platone nel Simposio dice che l'amore è un rapporto tra la nostra parte razionale e quella folle, a cui fa accedere chi ci scatena l'innamoramento.

Le metafore dell'immaginario erotico maschile sono la Santa, donna angelicata e oggetto di teneri affetti, e la Puttana con cui è lecito soddisfare ogni pulsione libidica. Anni fa una ragazza disperata mi raccontò che il fidanzato con cui c'era un intenso e corrisposto amore pure si rivelava impotente nell'intimità. Le chiedeva perfino che gli concedesse di avere rapporti sessuali con ragazze anonime che poteva incontrare attraverso siti internettiani. Il terapeuta consultato così spiegò il conflitto “edipico”: il ragazzo in lei vedeva più una figura materna, con il rinforzo di un episodio. I rapporti con i genitori erano pessimi a tal punto che in qualche occasione aveva picchiato la madre e quelle percosse equiparate a un simbolico atto sessuale avrebbero risvegliato in lui il tabù dell'incesto, poi trasferito sulla ragazza teneramente amata.

Ho indicato l'attrattiva filogenetica verso l'aggressiva dominanza maschile “protettiva”, ma pure una presunta vulnerabilità che risveglia l'istinto accuditivo femminile. Tuttavia come tu noti suscita emozioni anche l'uomo avventuroso e inaffidabile mentre quello matrimoniabile è ritenuto adatto per un' antiromantica pace domestica ma non per la passione erotica. Così pure l'amore impossibile, assente, fine a se stesso, autolesionistico e dannoso, ecc. è quello che più perturba l'immaginario.
Vedi? Abbiamo individuato il maschio Dominante, Fragile, Avventuroso, Domestico (unico non carismatico) e Impossibile, con varie combinazioni. Quello Relazionale è un outsider raro e poco riconosciuto.
A un campione di donne furono mostrate alcune foto di uomini chiedendo di indicare quelli che secondo loro risultavano amanti dei bambini e della famiglia, come dedotto da precedente test. Ebbene, nessuna sbagliò. Voi donne anche con un'occhiata sembra capiate che tipo di maschio vi sta di fronte e cosa comporti.

L'educazione sentimentale per un processo di maturazione è rara. La saggezza antica insegna l'autoconoscenza per decidere cosa sia per noi più congeniale, oltre a saper distinguere tra le cose che si possono cambiare e quelle da accettare con rassegnazione.
Sono certo che il libriccino che indichi è degno di essere letto. Io sto leggendo L'arte di vivere consapevolmente, N. Branden, 2006. Ne riparleremo.

Arrivederci carissima nevealsole.
arsenio is offline  

 



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