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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 23-10-2006, 16.24.12   #21
nevealsole
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Riferimento: l'oscuro oggetto del desiderio

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Originalmente inviato da arsenio
Ma ammesso che sussistano queste buone premesse, il desiderio richiede proprio il contrario: distanza, novità, sorpresa, tensione, segreto. Questo spiega in parte perché le donne, anche equivocando, siano attratte dai maschi inaffidabili ed aridi, agli antipodi della pace e del calore domestico. Il maschio comunicativo e relazionale, che conosce il galateo affettivo (nulla che vedere con i maschi finora descritti! ) è un outsider poco riconosciuto e suscita nelle donne sentimenti ambivalenti come ogni maschio che non si adegui in qualche misura agli schemi omologanti del proprio tempo.


Ciao Arsenio,
non entro nel merito dell'argomento... ma visto che ci sono state divagazioni aggiungo anche la mia: ma sei sicuro che esista il maschio comunicativo e relazionale da contrapporre all'arido e inaffidabile?
Non so, io mi trovo sempre più spesso ad incontrare uomini che, presentandosi come "comunicativi e relazionali" sono più aridi di quelli in fuga.
Quanto all'erotismo... potrei dire che percepire nel partner il desiderio verso di me è già un buon metodo per aumentare il mio... anche questa mi pare circostanza sempre più rara...

un abbraccio
nevealsole is offline  
Vecchio 24-10-2006, 08.55.27   #22
Vaniglia
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Riferimento: l'oscuro oggetto del desiderio

L'erotismo non e' sesso, e' un arte all'interno del rapporto che va oltre l'istinto sessuale, e' un insieme di seduzione, gioco, complicita', condivisione, disinibizione, e' qualcosa che raggiungi soltanto attraverso la conoscenza dell'altro,...ma e' difficile oggi raggiungere un intesa cosi' "forte"...non so come si presenti la donna...ma l'uomo sembra addestrato a cercare soltanto la propria soddisfazione sessuale, a sfogare un istinto primordiale, e questo non puo' portare ad un grado piu' alto di conoscenza, il feeling,...diventa un mordi e fuggi, una fuga, un non riprovare a vivere emozioni intense...e svegliarti la mattina dopo con un uomo o una donna nel letto sconosciuti, provando un senso di vuoto....



Vaniglia
Vaniglia is offline  
Vecchio 24-10-2006, 10.25.26   #23
arsenio
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Riferimento: l'oscuro oggetto del desiderio

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Originalmente inviato da nevealsole
Ciao Arsenio,
non entro nel merito dell'argomento... ma visto che ci sono state divagazioni aggiungo anche la mia: ma sei sicuro che esista il maschio comunicativo e relazionale da contrapporre all'arido e inaffidabile?
Non so, io mi trovo sempre più spesso ad incontrare uomini che, presentandosi come "comunicativi e relazionali" sono più aridi di quelli in fuga.
Quanto all'erotismo... potrei dire che percepire nel partner il desiderio verso di me è già un buon metodo per aumentare il mio... anche questa mi pare circostanza sempre più rara...

un abbraccio

Cara nevealsole, è sempre una graditissima sorpresa reincontrarti a Psicologia.
Proviamo a definire il maschio”comunicativo relazionale” su cui hai legittimi dubbi? E’ chi possiede un galateo affettivo, ed è empatico, accuditivo. Attratto dal mondo sentimentale ed emotivo che riguarda se stesso e gli altri. E’ chi da maschio ha imparato a far dialogare la sua pare maschile (Animus) con la sua parte femminile (Anima) presente in ognuno, secondo Jung. Si dice sia questa una prerogativa dei creativi, degli artisti, degli psicologi ideali e degli analisti dotati di “maternage”. Significa accogliere l’altro compensandolo per gli affetti mancati durante l’infanzia. Queste sono caratteristiche in parte ereditarie, ma si possono apprendere anche dall’ambiente. Conta molto l’educazione e gli affetti avuti in famiglia durante l’infanzia, ma anche il porsi questo problema in contesti sociali, osservando gli altri, la loro Comunicazione Verbale, automonitorandosi per rispondere con adeguati comportamenti, ecc. Ovviamente, come tu dici, è facile per ogni maschio definirsi “comunicativo-relazionale.

In un altro forum ho dimostrato alcuni tratti della mia personalità: interesse a conoscere e capire le donne in quanto portatrici di un più sfaccettato mondo emozionale, proporre argomenti riguardanti la problematicità dei sentimenti, e di conseguenza romanzi e film di un tipo raramente scelto dagli uomini, ecc. proporre le poesiole giocosamente erotiche che tu conosci, ecc. Ebbene, proprio giorni fa, nel presentare un mio argomento di tipo erotico affettivo sono stato definito da una partecipante un sessuofobo che in realtà teme e fugge il mondo femminile e…omosessuale.
Vedi, c’è stata la liberalizzazione sessuale, ecc. ma permangono certi pregiudizi radicati, e specie se non ti conoscono in un faccia a faccia, il maschio comunicativo-relazionale può venire frainteso non valorizzato, non capito. Non è allineato a certi schemi e stereotipi, a certe mode e manie imposte dalla società.
L’ ho presa con un po’ d’ironia, ma in realtà non me l’aspettavo…. Ora sollecito un tuo parere, conoscendo la tua profondità e intuizione femminile.
La tua definizione di erotismo è bellissima:desiderare ed essere desiderati


ricambio l’abbraccio
Arsenio
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Vecchio 24-10-2006, 19.03.47   #24
nevealsole
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Riferimento: l'oscuro oggetto del desiderio

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Originalmente inviato da arsenio
In un altro forum ho dimostrato alcuni tratti della mia personalità: interesse a conoscere e capire le donne in quanto portatrici di un più sfaccettato mondo emozionale, proporre argomenti riguardanti la problematicità dei sentimenti, e di conseguenza romanzi e film di un tipo raramente scelto dagli uomini, ecc. proporre le poesiole giocosamente erotiche che tu conosci, ecc. Ebbene, proprio giorni fa, nel presentare un mio argomento di tipo erotico affettivo sono stato definito da una partecipante un sessuofobo che in realtà teme e fugge il mondo femminile e…omosessuale.
Vedi, c’è stata la liberalizzazione sessuale, ecc. ma permangono certi pregiudizi radicati, e specie se non ti conoscono in un faccia a faccia, il maschio comunicativo-relazionale può venire frainteso non valorizzato, non capito. Non è allineato a certi schemi e stereotipi, a certe mode e manie imposte dalla società.
L’ ho presa con un po’ d’ironia, ma in realtà non me l’aspettavo…. Ora sollecito un tuo parere, conoscendo la tua profondità e intuizione femminile.
La tua definizione di erotismo è bellissima:desiderare ed essere desiderati


ricambio l’abbraccio
Arsenio

Arsenio,
sono in difficoltà.
In parte non credo di aver compreso l'oggetto in merito al quale devo esprimere il mio parere... in parte, forse, l'ho compreso.
Trovo difficoltà ad esprimermi in merito al tuo esempio, ovvero in merito ad un contesto virtuale, perché sempre più spesso ho l'impressione che ci siano persone che scrivono tanto per fare, un po' come nella vita si parla tanto per fare.
Sempre più, nel mio quotidiano, ho difficoltà a capire chi ho di fronte, eppure in tale contesto sarebbe più facile. Io stessa ho espresso talvolta giudizi risoluti su persone mai incontrate e solo lette: certo ho sbagliato.
Quanto al discorso, più generale, del comunicativo o non comunicativo - relazionale... vivo su di me che è difficile.
E lo vivo perché sento che (sarebbe facile dire il mio cuore ma mentirei) il mio corpo va in una direzione, la mia testa nell'altra.
Per spiegarti, vedo delle carenze nell'uomo che mi sta di fronte, le vedo nitide ma c'è un'attrazione.
E ti giuro mi odio. Quando so di avere davanti uno che al 90% è insensibile e una vocina nella mia testa lontana lontana risponde all'attrazione fisica continuando a suggerire "deve avere un blocco emotivo"... ma quale blocco emotivo!!!!
Solo che, giorno dopo giorno, disillusione dopo disillusione, scompare anche l'attrazione fisica, perché un po' ti illudi... e poi ti stanchi di sentire che questo di te non capisce proprio niente.
Questo per dirti che in ogni caso c'è una risposta fisica di base,iniziale, anche nella donna, che un po' porta a disinteressarsi della reale comunicazione.
A differenza dell'uomo, però, tutto questo non dura per sempre.
All'inizio pensi che la comunicazione arriverà con la conoscenza, poi cessa il desiderio.
E' però vero che non credo di aver trovato quello di cui parli tu: il comunicativo relazionale autentico.
Io mi riferivo a ciò che solitamente definiamo "bravo ragazzo", ovvero qualcuno che magari non fugge con le gambe... ma fugge con la testa. Quando è con te lo senti a chilometri di distanza, oppure lo vedi (ahimé caro mio la comunicazione non verbale me l'hai insegnata tu) chiaramente attratto da qualcun'altra... e vabbé, così è la vita.

Ciao Arsenio, è un piacere chiacchierare con te... anche se stavolta non credo di aver colto il punto...

nevealsole is offline  
Vecchio 30-10-2006, 10.37.40   #25
arsenio
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Arsenio,
sono in difficoltà.
In parte non credo di aver compreso l'oggetto in merito al quale devo esprimere il mio parere... in parte, forse, l'ho compreso.
Trovo difficoltà ad esprimermi in merito al tuo esempio, ovvero in merito ad un contesto virtuale, perché sempre più spesso ho l'impressione che ci siano persone che scrivono tanto per fare, un po' come nella vita si parla tanto per fare.
Sempre più, nel mio quotidiano, ho difficoltà a capire chi ho di fronte, eppure in tale contesto sarebbe più facile. Io stessa ho espresso talvolta giudizi risoluti su persone mai incontrate e solo lette: certo ho sbagliato.
Quanto al discorso, più generale, del comunicativo o non comunicativo - relazionale... vivo su di me che è difficile.
E lo vivo perché sento che (sarebbe facile dire il mio cuore ma mentirei) il mio corpo va in una direzione, la mia testa nell'altra.
Per spiegarti, vedo delle carenze nell'uomo che mi sta di fronte, le vedo nitide ma c'è un'attrazione.
E ti giuro mi odio. Quando so di avere davanti uno che al 90% è insensibile e una vocina nella mia testa lontana lontana risponde all'attrazione fisica continuando a suggerire "deve avere un blocco emotivo"... ma quale blocco emotivo!!!!
Solo che, giorno dopo giorno, disillusione dopo disillusione, scompare anche l'attrazione fisica, perché un po' ti illudi... e poi ti stanchi di sentire che questo di te non capisce proprio niente.
Questo per dirti che in ogni caso c'è una risposta fisica di base,iniziale, anche nella donna, che un po' porta a disinteressarsi della reale comunicazione.
A differenza dell'uomo, però, tutto questo non dura per sempre.
All'inizio pensi che la comunicazione arriverà con la conoscenza, poi cessa il desiderio.
E' però vero che non credo di aver trovato quello di cui parli tu: il comunicativo relazionale autentico.
Io mi riferivo a ciò che solitamente definiamo "bravo ragazzo", ovvero qualcuno che magari non fugge con le gambe... ma fugge con la testa. Quando è con te lo senti a chilometri di distanza, oppure lo vedi (ahimé caro mio la comunicazione non verbale me l'hai insegnata tu) chiaramente attratto da qualcun'altra... e vabbé, così è la vita.

Ciao Arsenio, è un piacere chiacchierare con te... anche se stavolta non credo di aver colto il punto...


Ciao nevealsole scusami per il ritardo. La tua testimonianza, esposta come al solito con grande chiarezza, vale più di lunghi discorsi sul destino amoroso delle donne. Incerte tra una subita attrazione istintuale e l’esigenza più ponderata di un’ affidabilità richiesta per le unioni durature.

Natura e cultura si combinano in varie forme di illusioni amorose, più che di inganni, perché certe caratteristiche maschili sono difficilmente dissimulabili ai vostri occhi capaci di giudicarci in un batter di ciglia. C’è l’attrazione per chi, apparentemente protettivo, abbaglia con false certezze che rassicurano le anime deboli, oppure quella verso il maschio problematico da proteggere perché sollecita un’atavica e masochistica abnegazione , ma non cambierà mai.
L’uomo affidabile e matrimoniabile è il “bravo ragazzo” a cui ti riferisci, un po’ piatto e che non suscita passioni.
Il maschio per sua natura è non –relazionale e inadatto al rapporto di coppia. Se per educazione familiare è sensibile e impegnato non è detto corrisponda all’identità sessuale più seduttiva ed apprezzata dall’universo femminile.

Ho dubbi sulla figura del maschio oggi vincente. Il femminismo oscillò con incertezze tra il valorizzare l’”essere donna” per l’eguaglianza nella diversità di genere e un’emancipazione che le assimilasse agli uomini. Oggi mi sembra prevalga nuovamente un mimetismo e assoggettamento nei confronti della “maschilità” e dell’uomo tradizionalmente virile e “superiore”. Lontano da quella maturità psicoaffettiva di cui pure le donne lamentano l’assenza.

Sono le immagini interiori inconsce del “maschile” e per noi del “femminile”, determinate da natura, cultura e mode dl tempo, che orientano il riconoscimento del partner più ambito.
Ne consegue il declino del maschio empatico e comunicativo, in ogni caso “araba fenice” come anche tu stai constatando, ma fuori dagli schemi. Anche in tale ambito vige la legge della domanda e dell’offerta, sempre interdipendenti?

Per prepararsi a una scelta del partner stabile si dovrebbe aver raggiunto una cera autonomia ed equilibrio affettivo, chiedendosi con coraggio se l’altro sia capace di ascolto e sostegno. Ma soprattutto, da previdenti, prima sapere cosa si vuole veramente e cosa si è in grado di offrire. E’ una delle basi dell’arte di amare.

Cara neve riconfermo un’inusuale sintonia nelle ormai troppo rare volte che chiacchieriamo.


arsenio is offline  
Vecchio 30-10-2006, 19.50.53   #26
nevealsole
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Si può vivere senza poesia?

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Originalmente inviato da arsenio
...Natura e cultura si combinano in varie forme di illusioni amorose, più che di inganni, perché certe caratteristiche maschili sono difficilmente dissimulabili ai vostri occhi capaci di giudicarci in un batter di ciglia. C’è l’attrazione per chi, apparentemente protettivo, abbaglia con false certezze che rassicurano le anime deboli, oppure quella verso il maschio problematico da proteggere perché sollecita un’atavica e masochistica abnegazione , ma non cambierà mai.
L’uomo affidabile e matrimoniabile è il “bravo ragazzo” a cui ti riferisci, un po’ piatto e che non suscita passioni.
Il maschio per sua natura è non –relazionale e inadatto al rapporto di coppia. Se per educazione familiare è sensibile e impegnato non è detto corrisponda all’identità sessuale più seduttiva ed apprezzata dall’universo femminile.

...Per prepararsi a una scelta del partner stabile si dovrebbe aver raggiunto una cera autonomia ed equilibrio affettivo, chiedendosi con coraggio se l’altro sia capace di ascolto e sostegno. Ma soprattutto, da previdenti, prima sapere cosa si vuole veramente e cosa si è in grado di offrire. E’ una delle basi dell’arte di amare.

Cara neve riconfermo un’inusuale sintonia nelle ormai troppo rare volte che chiacchieriamo.



E' sempre un piacere chiacchierare con te.

Hai ragione nel dire che per prima cosa è necessario sapere cosa si vuole.
Qualche tempo fa chiacchieravo con un'amica, di uomini of course , ed ad un certo punto mi sono fermata e poi le ho domandato: "ma, secondo te, io posso vivere senza poesia?"
E lei, dopo avermi guardato con aria interrogativa, mi ha risposto: "certo, senza dialogo forse no, ma che c'entra la poesia?"
Io ho pensato che se lo diceva lei magari era vero, e ho cambiato discorso.
Alcuni giorni fa, aspettavo di entrare all'ora delle visite in ospedale quando mi si è seduta accanto una ragazza straniera - parlava quasi per niente l'italiano - si è voltata e mi ha detto: "hai bisogno di un aiuto per la poesia?" Cercava lavoro.
Mi sono chiesta come, tra tutte le frasi e parole della nostra lingua, conoscesse o abbia pensato, di propormi proprio un aiuto per la.. poesia.
Ho pensato che fosse una circostanza inusuale. E siccome io sono attenta ai segni del destino...ho subito collegato e ho pensato ad una cosa assurda: che quello di cui non posso fare a meno in un rapporto... è la poesia!
Che dici Arse'... c'ho qualche speranza di ritrovare un uomo capace di vivere poeticamente?
Ti lascio... ma riprenderò l'altro tuo discorso, quello sull'autostima... molto interessante.

nevealsole is offline  
Vecchio 31-10-2006, 15.23.36   #27
arsenio
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Riferimento: Si può vivere senza poesia?

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Originalmente inviato da nevealsole
E' sempre un piacere chiacchierare con te.

Hai ragione nel dire che per prima cosa è necessario sapere cosa si vuole.
Qualche tempo fa chiacchieravo con un'amica, di uomini of course , ed ad un certo punto mi sono fermata e poi le ho domandato: "ma, secondo te, io posso vivere senza poesia?"
E lei, dopo avermi guardato con aria interrogativa, mi ha risposto: "certo, senza dialogo forse no, ma che c'entra la poesia?"
Io ho pensato che se lo diceva lei magari era vero, e ho cambiato discorso.
Alcuni giorni fa, aspettavo di entrare all'ora delle visite in ospedale quando mi si è seduta accanto una ragazza straniera - parlava quasi per niente l'italiano - si è voltata e mi ha detto: "hai bisogno di un aiuto per la poesia?" Cercava lavoro.
Mi sono chiesta come, tra tutte le frasi e parole della nostra lingua, conoscesse o abbia pensato, di propormi proprio un aiuto per la.. poesia.
Ho pensato che fosse una circostanza inusuale. E siccome io sono attenta ai segni del destino...ho subito collegato e ho pensato ad una cosa assurda: che quello di cui non posso fare a meno in un rapporto... è la poesia!
Che dici Arse'... c'ho qualche speranza di ritrovare un uomo capace di vivere poeticamente?
Ti lascio... ma riprenderò l'altro tuo discorso, quello sull'autostima... molto interessante.


Ciao nevealsole è bellissimo il tuo piccolo episodio.Ti confermo che non si può vivere senza la poesia. E’ emozione, conoscenza, gioco, sorriso…… ovvero tutto ciò che conta nella vita. Lodata e ritenuta indispensabile perfino da un matematico al Festival della scienza. Solo una fredda mente da ragioniere può affermare che non serve a nulla. Purtroppo l’ ho trovata e ho dovuto replicare duramente.

“Dunque potremmo definire la poesia come “ciò che si fa economicamente con un metro”: ovvero, come l’arte della misura. Il che significa che i poeti non sono soltanto, e neppure soprattutto, quelli che scrivono versi: piuttosto alla categoria appartengono di diritto tutti coloro che interpretano e descrivono il mondo attraverso un’economia di mezzi concettuali e linguistici, che raggiunge le vette dell’espressività nella rarefatta e sublime astrazione delle formule matematiche.
E, come già facevano i greci, potremmo assegnare a quest’arte della misura una valenza non solo artistica o scientifica, ma anche etica: il che significa che i poeti, in fondo, sono i giusti del mondo, per non dire che “di essi è il regno dei cieli”, come disse un poeta spesso scambiato per un profeta” (P.Odifreddi)


Halloween

Ridesta torma di morti viventi
fa festa presso i cipressi silenti
volitano bassi neri pipistrelli
intorno ai marmorei avelli

Fuori delle loro bare
tra ceri, ghirlande e fiori
uniscono gli ardenti cuori
cadaveri sfatti per poter riamare

arsenio

arsenio is offline  

 



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