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Vecchio 23-10-2006, 15.09.30   #21
tammy
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da gando
Ciao Tammy,

Si può solo piangere quando c'è attaccamento a qualcosa, quando c'è il senso di perdere qualcosa.
Senza attaccamento non c'è ragione per piangere perché non si perde niente.
Il pianto fine a se stesso è, come dici tu, spesso la compassione per se stesso, ma hai la risposta alla mia domanda: esistono due noi? Io piango per me stesso?
Chi è IO e chi è me stesso? Se sono uguali, non posso piangere per me stesso?
Il pianto è un’emozione e le emozioni sono pensieri. Non ci si può emozionare quando non esiste una memoria passata con la quale fare dei confronti e ricordare.
No?


Gando.
Guarda io già faccio fatica a capire se sono unica nel mio universo, figurati se dovessi gestire più personalità al mio interno: io, me stessa, il sè....non faccio l'amministratore di un condominio
ok, siamo seri.
Ho già detto che quell'affermazione a me è sembrata un pò "dura" "severa" e non sò nemmeno se sia vero tutto ciò che successivamente ho elaborato. Piangere con sè stessi ed avere compassione per sè stessi non credo sia da considerarsi una vergogna. Ecco, forse, condivido che il piangere in pubblico (ed anche qui farei una piccola differenza) di scoprire le proprie debolezze (ferite aperte) e c'è la possibilità di essere ulteriormente feriti... non sò se mi sono spiegata,
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Vecchio 23-10-2006, 17.36.45   #22
tammy
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da cannella
Il pianto è solamente una manifestazione esteriore, non è detto che un dolore forte non possa sortire un atteggiamento apparentemente freddo: ci sono casi in cui le lacrime sono poca cosa rispetto allo sgomento di un'enorme perdita.

Mai sentito parlare delle prefiche?
leggo solo ora non ho capito me lo spiegheresti?
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Vecchio 23-10-2006, 18.48.16   #23
edali
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Premetto che io piango e non mi vergogno affatto di piangere. Che male c’è se qualcuno piange? Possono piangere tutti per loro stessi come per gli altri. Quando piangono per gli altri, vuol dire che iniziano a sentirsi non più unici in questo universo. Tammy sì, facciamo fatica a comprendere che c’è un io, cioè un ego, e c’è l’osservatore, quello neutrale che non piange ma ti sta vicino con tenerezza .
Ma siamo in psico e non in spiritualità.
Io penso che uno dei segreti di lunga giovinezza di una donna nei confronti del maschio è, appunto, il fatto che si può permettere il “lusso” di piangere. Il pianto è liberatorio.
Eh sì. Quando sento il bisogno di piangere, piango tranquillamente.
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Originalmente inviato da Tammy
Ecco, forse, condivido che il piangere in pubblico (ed anche qui farei una piccola differenza) di scoprire le proprie debolezze (ferite aperte) e c'è la possibilità di essere ulteriormente feriti... non sò se mi sono spiegata
Io non condivido. Posso piangere in un momento di debolezza, in un momento di stanchezza, in un momento di grande dolore o sofferenza o commozione, posso piangere e non vedo il motivo per cui un altro si dovrebbe approfittare di me e ferirmi ulteriormente. Ma che? Viviamo in un mondo di sadici che si nutrono del dolore altrui?
Caso mai gli altri si commuovono e questo vuol dire che partecipano al tuo dolore oppure altri si sentono imbarazzati perché non sanno cosa fare, ma una volta finito il pianto si ritorna al “lavoro”.
Io mi impongono di non piangere soltanto davanti ai malati terminali. Non saprebbero che fare con le mie lacrime. :(
Allora sento come il mio cuore si spezza.
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Vecchio 23-10-2006, 19.01.57   #24
Nuvoletta
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da Daniele99
La forza a volte stà nel non piangere nei momenti che richiedono sangue freddo... dove gli altri contano su di te... mi è capitato che quando erano tutti che si disperavano, ho dovuto resistere nel cedere ai miei sentimenti per tirare su gli altri!!! E prendere decisioni, Allora ha un senso....

già, anche a me è capitato..
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Vecchio 23-10-2006, 19.08.54   #25
Nuvoletta
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da tammy
Cos'è che perdi del bello della vita... piangere?
Nò, forse non ho capito

quando piangevo poi vedevo il mondo in un'altra ottica...ora mi viene più difficile..
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Vecchio 23-10-2006, 19.40.57   #26
Nuvoletta
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da edali
Io mi impongono di non piangere soltanto davanti ai malati terminali. Non saprebbero che fare con le mie lacrime. :(
Allora sento come il mio cuore si spezza.

ecco, adesso tu con queste parole finalmente mi hai fatto piangere...grazie.
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Vecchio 23-10-2006, 22.07.48   #27
tammy
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da Nuvoletta
quando piangevo poi vedevo il mondo in un'altra ottica...ora mi viene più difficile..
capito, grazie.
Anch'io, quelle volte che ho pianto mi sono sentita bene e, dopo, sono riuscita a vedere meglio
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Vecchio 23-10-2006, 22.32.30   #28
tammy
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Originalmente inviato da edali
Io non condivido. Posso piangere in un momento di debolezza, in un momento di stanchezza, in un momento di grande dolore o sofferenza o commozione, posso piangere e non vedo il motivo per cui un altro si dovrebbe approfittare di me e ferirmi ulteriormente. Ma che? Viviamo in un mondo di sadici che si nutrono del dolore altrui?
Caso mai gli altri si commuovono e questo vuol dire che partecipano al tuo dolore oppure altri si sentono imbarazzati perché non sanno cosa fare, ma una volta finito il pianto si ritorna al “lavoro”.
Io mi impongono di non piangere soltanto davanti ai malati terminali. Non saprebbero che fare con le mie lacrime. :(
Allora sento come il mio cuore si spezza.
E perchè "altri" dovrebbero farsene qualche cosa delle "nostre" lacrime?
Edali, non è che si pianga a comando (a meno che non si sia degli attori e, di attori, in giro ce nè parecchi ) però, opperò, rifacciamo un atro esempio se uno si commuove, guardando un film, o sentendosi raccontare la storia dell'ultimo povero del mondo, perchè piange? forse la storia, in qualche modo, è andata a toccare qualcosa di più profondo e ammetterlo davanti ad altri spettatori diventa più difficile che non a noi stessi. Può anche darsi che rispondere "non lo sò perchè piango" sia vero fin tanto che non si scava oltre la semplice crosta e, come diceva Daniele99, "più è spessa è la crosta meno spazio c'è per il ripieno" quindi la negazione "non lo sò" potrebbe essere una bugia verso noi stessi.
Il mondo è pieno di sadici che infieriscono ulteriormente? Non saprei, ma diffidare non ha mai fatto male a nessuno.
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Vecchio 23-10-2006, 23.35.34   #29
cannella
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da edali
Io mi impongono di non piangere soltanto davanti ai malati terminali. Non saprebbero che fare con le mie lacrime. :(
Allora sento come il mio cuore si spezza.
Cara Tammy era questo che intendevo nella mia replica precedente; era un appunto alla generalizzazione dell'espressione nei sentimenti.
Naturalmente non c'è solo una distinzione fra commozione e disperazione, ma casi diversi fra loro e reazioni diverse, a seconda del carattere, dell'educazione e anche del momento.
C'è il pianto liberatorio, quello di sollievo, quello della felicità, quello della richiesta, quello della paura, quello in che dichiara la propria fragilità e l'abbandono, ecc
Ma tornando a quello che volevo evidenziare e che Edali ha espresso con un chiaro esempio è che ci sono casi in cui il nostro modo di esprimere le emozioni può caricare, in casi gravi, un fardello già troppo pesante da portare per altri.
In questi casi la precedenza è l'altrui dignità e la precedenza a un dolore che seppur condiviso, deve trovare un appiglio di forza.
cannella is offline  
Vecchio 24-10-2006, 14.55.34   #30
edali
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Originalmente inviato da cannella
Cara Tammy era questo che intendevo nella mia replica precedente; era un appunto alla generalizzazione dell'espressione nei sentimenti.
Naturalmente non c'è solo una distinzione fra commozione e disperazione, ma casi diversi fra loro e reazioni diverse, a seconda del carattere, dell'educazione e anche del momento.
C'è il pianto liberatorio, quello di sollievo, quello della felicità, quello della richiesta, quello della paura, quello in che dichiara la propria fragilità e l'abbandono, ecc
Ma tornando a quello che volevo evidenziare e che Edali ha espresso con un chiaro esempio è che ci sono casi in cui il nostro modo di esprimere le emozioni può caricare, in casi gravi, un fardello già troppo pesante da portare per altri.
In questi casi la precedenza è l'altrui dignità e la precedenza a un dolore che seppur condiviso, deve trovare un appiglio di forza.

Grazie Cannella. Esattamente questo volevo dire.

tornando a ciò che Tammyola non ha compreso ancora bene, c'è differenza fra a piangere al comando (le lacrime di coccodrillo) ed astenersi dal piangere per un motivo ben preciso.

x Tammy. Se a te viene da piangere sentendo la storia di un povero disgraziato, vuol dire che riesci ad immedesimarti in quella persona. Si chiama compassione.
edali is offline  

 



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