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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 06-11-2006, 17.10.44   #21
dany83
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Io la penso diversamente.Siamo sicuri che quelli che hanno "successo" nella vita o che hanno "fatto la storia" siano davvero più forti e più decisi rispetto alle persone comuni?secondo me è proprio la grande insicurezza che hanno che li porta a cercare di avere successo per dimostrare a se stessi e agli altri che cosa valgono.E' come quando un bambino non riceve attenzioni dai genitori.Che cos'è che fa?cerca di mettersi in mostra,facendo anche cose pericolose pur di farsi notare...
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Vecchio 06-11-2006, 19.28.49   #22
edali
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Dany, secondo me quelli che hanno fatto la storia, certi hanno avuto un grande carisma mentre altri, un grande amore per l’umanità, cioè sono state delle persone evolute. La volontà non so quanto c’entra nei loro casi, perché a guardarli nel loro piccolo, penso che abbiano avuto un po’ le stesse paure ed insicurezze e difficoltà come tutti gli altri esseri umani (solo che le hanno affrontato in maniera diversa). Diverso è per i vip o per i politici, ma questi cosi come vengono così si perdono e non rimangono nella storia. Rimangono solo i geni ed anche loro per un relativo “breve” periodo. Quindi non è la volontà che fa grande un uomo, ma la genialità o la grande umanità.

La forza del carattere, non la metto alla pari con la volontà. La vedo come stringere i denti ed andare avanti, a volte non hai neanche dove fermarti o tornare, e volente nolente devi camminare anche se sei stanco, insicuro e non sai di preciso dove arriverai.
Questo è il mio personalissimo punto di vista.
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Vecchio 07-11-2006, 00.18.33   #23
cannella
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Citazione:
Originalmente inviato da Tommy2005
Mah...per rispondere alla tua domanda mi tocca farti farti un'altra domanda : sei sicura che coloro che, tenacemente, hanno raggiunto degli obiettivi non abbiano avuto bisogno di una mano (e anche grossa) da parte del destino ?

Sicuramente la motivazione, la volontà hanno ed avranno sempre un loro peso, ma, per esperienza personale, credo che il loro peso conto non più del 20/30%...il grosso viene fatto da una sorta di predestinazione.

Certo, programmarsi un obiettivo senza calcolare i problemi, gli ostacoli, le fatiche che esso comporta, e poi mollare tutto non appena ci viene richiesto qualche sforzo in più, è proprio da immaturi...ma diffido anche di coloro che affermano : "ho ottenuto ciò che ho perchè l'ho voluto !".

E' gente non propriamente umile, che non vuole riconoscere tutti quei piccoli avvenimenti, quelle che io chiamo "coincidenze", che hanno avuto un ruolo determinate nella realizzazione dei loro obiettivi.

Ciao.

In genere funziona così: in fondo anche chi ha conseguito a pieni voti una laurea, per fare un esempio, ha avuto almeno un genitore che ha dato un supporto economico e motivazionale; chi si è realizzato in una professione non accessibile a tutti, in genere ha avuto molta perseveranza ma anche gli incontri giusti, e magari si è venduto anche un po'.
Però penso anche a quei casi in cui il carattere fa davvero la differenza: Alex Zanardi, per dirne uno.

Mi hai beccato anche nel tuo primo intervento, caro Tommy, tendo a divagare e ad allargare troppo il discorso, lo so.
Ma casi limite, anche nel proprio piccolo secondo me ce ne sono tanti, e tante sono le occasioni che la vita ci mette di fronte in cui la volontà diventa un esercizio di quelli complicati tipo triplo salto mortale con avvitamento.
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Vecchio 07-11-2006, 00.27.19   #24
cannella
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Citazione:
Originalmente inviato da dany83
Io la penso diversamente.Siamo sicuri che quelli che hanno "successo" nella vita o che hanno "fatto la storia" siano davvero più forti e più decisi rispetto alle persone comuni?secondo me è proprio la grande insicurezza che hanno che li porta a cercare di avere successo per dimostrare a se stessi e agli altri che cosa valgono.E' come quando un bambino non riceve attenzioni dai genitori.Che cos'è che fa?cerca di mettersi in mostra,facendo anche cose pericolose pur di farsi notare...

Credo dipenda dai casi e dalle motivazioni. Se per successo si intende notorietà popolare, vetrine, barche e paillettes, allora probabilmente sì.
Ma un successo personale può coincidere con un progetto di vita anche silenzioso, che non necessita di luci di scena.
Può essere qualcosa che semplicemente dà un senso alla tua vita, che ti accompagna per mano lungo il tragitto e che ti fa alzare dal letto la mattina, a me non sembra poco.

Ma anche il contrario, ovvero non aver nessun tipo di obiettivo, succede ed è comune, perchè? Perchè di fronte a piccole o grandi difficoltà ci si siede e si aspetta che siano altri a farsene carico?
Non è anche questo farsi bambini?
cannella is offline  
Vecchio 07-11-2006, 00.37.33   #25
tammy
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Citazione:
Originalmente inviato da edali
Dany, secondo me quelli che hanno fatto la storia, certi hanno avuto un grande carisma mentre altri, un grande amore per l’umanità, cioè sono state delle persone evolute. La volontà non so quanto c’entra nei loro casi, perché a guardarli nel loro piccolo, penso che abbiano avuto un po’ le stesse paure ed insicurezze e difficoltà come tutti gli altri esseri umani (solo che le hanno affrontato in maniera diversa). Diverso è per i vip o per i politici, ma questi cosi come vengono così si perdono e non rimangono nella storia. Rimangono solo i geni ed anche loro per un relativo “breve” periodo. Quindi non è la volontà che fa grande un uomo, ma la genialità o la grande umanità.

La forza del carattere, non la metto alla pari con la volontà. La vedo come stringere i denti ed andare avanti, a volte non hai neanche dove fermarti o tornare, e volente nolente devi camminare anche se sei stanco, insicuro e non sai di preciso dove arriverai.
Questo è il mio personalissimo punto di vista.
C'à sù, dopo la parmigiana potremmo fare un bel minestrone a chi piace?
Cara edali,
il tuo personalissimo pensiero sulla volontà:
Citazione:
La forza del carattere, non la metto alla pari con la volontà. La vedo come stringere i denti ed andare avanti, a volte non hai neanche dove fermarti o tornare, e volente nolente devi camminare anche se sei stanco, insicuro e non sai di preciso dove arriverai.
Questa espressione, secondo te, non delinea la "volontà"?
Cos'è "la forza di carattere" se non l'espressione della volontà, per portare a termine un obiettivo? (non un sogno)
cioè qualcosa di realizzabile, concreto e non astratto, come, aspettando che l'universo si unisca e si muova lavorando per te? solo perchè lo si desidera ardentemente? (destino?)
Sò che qualcosa mi sfugge...ma ci ritorno , pc, permettendo
ciao
tammy is offline  
Vecchio 07-11-2006, 00.49.13   #26
Weyl
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Riferimento: Volontà

Citazione:
Originalmente inviato da Patri15

La nostra più vera natura, di esseri umani, è quella di esseri dotati della libertà di contribuire alla creazione della nostra realtà individuale e circostante.

Ciao

Assolutamente vero e perfettamente espresso!
Vedete, se entriamo nel merito della "Volontà", il primo scoglio è quello della libertà: difficile scindere, non già il concetto, ma la funzione progettuale della volontà dalle variabili concernenti la libera determinazione oppure il servo arbitrio.
Ma io sono perfettamente d'accordo con Patri15 e credo che, effettivamente, la volontà umana sia l'espressione in termini di "elan vitale" dell'intelligenza creatrice.
Ora, poichè questo thread è quasi solo femminile, mi muoverò lungo un percorso meno generale.
Voi parlate, in effetti, della volontà di potenza: ossia di quell'istanza che muove il singolo individuo all'autoaffermazione attraverso e "per mezzo" delle proprie idee, intuizioni, sagacità e conoscenza.
Ma ne confondete le ragioni con quelle che alimentarono il percorso dei veri "creativi", i quali sono esseri quasi estranei al mondo del bellum omnium inter omnes.
Ciò che sorprende nell'osservazione delle vite dei veri "grandi" uomini è la sostanziale poca ambizione, nonchè l'accettazione, speso subita, della notorietà: al punto che molti di loro vennero riconosciuti postumi, ed io credo, per loro proprio calcolo.
Sono convinto della profonda umiltà dei veri geni, perchè ho la fortuna di conoscerne un paio, e vedo che la ritrosia dal consesso sociale, dall'applauso e dal consenso è, in essi, assolutamente autentica.
E la ritrovo tra le note, a piè di pagina, di insigni scienziati filosofi, poeti e artisti: nonchè dei grandi musicisti, i quali sono, in genere, i più riservati tra i geni.
A volte pare che essi abbiano ceduto le proprie opere straordinarie al genere umano con una quasi distaccata e olimpica indifferenza.
O con un vago rancore, come Wagner il quale scrisse: "Vi ho dato la mia musica, sappiatela conservare".
Ma il rancore è dell'uomo, non del genio.
Questi pare appagato e soddisfatto del proprio pensiero e della propria arte.
Sarà un caso, o forse no, ma a valle della notorietà di ogni grande uomo c'è qualcuno, capace di comprenderne la straordinarietà, che l'abbia "sponsorizzato".
Parlavamo di Wagner: ecco Ludovico II di Baviera. Ciaikowskji: ecco Nadieshda von Meck.
E via, via... E sono quasi tutte donne oppure omosessuali.
Stranamente sono pochi i "grandi" che abbiano scalato la società: quando lo fecero, fu compito di qualcun altro di portarveli.
Strano, ma vero: la maggior parte dei geni risultano poco interessati alla fama.
Appagati di ciò che essi stessi, demiurgicamente, potevano creare, sembrano bambini intenti nei loro giochi, meravigliati e assorti.
Weyl is offline  
Vecchio 07-11-2006, 09.37.17   #27
Patri15
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Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
...Ma io sono perfettamente d'accordo con Patri15 e credo che, effettivamente, la volontà umana sia l'espressione in termini di "elan vitale" dell'intelligenza creatrice.
Ora, poichè questo thread è quasi solo femminile, mi muoverò lungo un percorso meno generale.
Voi parlate, in effetti, della volontà di potenza: ossia di quell'istanza che muove il singolo individuo all'autoaffermazione attraverso e "per mezzo" delle proprie idee, intuizioni, sagacità e conoscenza.
.........
Ciò che sorprende nell'osservazione delle vite dei veri "grandi" uomini è la sostanziale poca ambizione, nonchè l'accettazione, speso subita, della notorietà: al punto che molti di loro vennero riconosciuti postumi, ed io credo, per loro proprio calcolo.
Sono convinto della profonda umiltà dei veri geni, perchè ho la fortuna di conoscerne un paio, e vedo che la ritrosia dal consesso sociale, dall'applauso e dal consenso è, in essi, assolutamente autentica.
E la ritrovo tra le note, a piè di pagina, di insigni scienziati filosofi, poeti e artisti: nonchè dei grandi musicisti, i quali sono, in genere, i più riservati tra i geni.
A volte pare che essi abbiano ceduto le proprie opere straordinarie al genere umano con una quasi distaccata e olimpica indifferenza.
O con un vago rancore, come Wagner il quale scrisse: "Vi ho dato la mia musica, sappiatela conservare".
Ma il rancore è dell'uomo, non del genio.
Questi pare appagato e soddisfatto del proprio pensiero e della propria arte.
Sarà un caso, o forse no, ma a valle della notorietà di ogni grande uomo c'è qualcuno, capace di comprenderne la straordinarietà, che l'abbia "sponsorizzato".
Parlavamo di Wagner: ecco Ludovico II di Baviera. Ciaikowskji: ecco Nadieshda von Meck.
E via, via... E sono quasi tutte donne oppure omosessuali.
Stranamente sono pochi i "grandi" che abbiano scalato la società: quando lo fecero, fu compito di qualcun altro di portarveli.
Strano, ma vero: la maggior parte dei geni risultano poco interessati alla fama.
Appagati di ciò che essi stessi, demiurgicamente, potevano creare, sembrano bambini intenti nei loro giochi, meravigliati e assorti.


Lo scritto di Weyl (bellissimo ancora una volta) ci apre nuove propettive:
sono pienamente d'accordo sulla umiltà dei veri genii e della loro assoluta indifferenza alla notorietà e al consesso sociale.

Riguardo al genio (in particolare a quello filosofico), Schopenauer scrisse che per esserlo bisogna avere un intelletto svincolato dalla volontà, per non avere una visione interessata, ideologica del mondo:

- Occorre cioè una visione estetica, che vada oltre la fenomenicità delle cose. Una filosofia autentica richiede momenti di genialità, cioè fasi di conoscenza svincolate dall’oggettivazione inadeguata:, un puro vedere, non un vedere in vista di qualcosa.

- L’autentico filosofo, come l’artista, è posseduto dalla volontà assoluta che ritorna a una dimensione di puro conoscere.

Rischio di cadere nel banale, ma secondo te, Weyl, può esistere il binomio (così spesso declamato) fra genio e follia? Ma questo sarebbe o.t, come parlare di Wagner che io adoro.

Ciao a tutte/i
Patri15 is offline  
Vecchio 07-11-2006, 14.03.56   #28
Tommy2005
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Data registrazione: 05-09-2006
Messaggi: 176
Riferimento: Volontà

Citazione:
Originalmente inviato da edali
... Volevo sottolineare la differenza fra il desiderare qualcosa (a tutti i costi) o vedersi in un’altra realtà (magari migliore). Io potrei volere di comprarmi una ferrari e allora cercherò di ottenerla a tutti i costi Personalmente non la farei. Ma potrei immaginarmi alla guida di una ferrari e chi sa può darsi la avrò in un modo o un altro. Ma … è il desiderio troppo forte che può cambiare le carte in tavola, che una volta ottenuta la cosa dei miei desideri, non sono più soddisfatta perché non è una soluzione di vita migliore. ....
Avete letto il “Segreto di Shambhala” di J. Redfield ? Se sei capace di immaginare un fotogramma del futuro, quel fotogramma lo vivrai anche andando su vie tortuose, non necessariamente con la volontà…. Inizieranno gli avvenimenti della vita ad organizzarsi da soli.

Ciao Edali,
trovo interessante la differenziazione che ho evidenziato : puoi approfondirla ?
Credo che possono scaturire degli spunti interessanti che legano la volontà di raggiungere un obiettivo e la ns capacità di immedesimare noi stessi una volta raggiunto tale obiettivo.

Per quanto concerne la seconda parte, credo anch'io nel maggior peso delle "coincidenze" che non della volontà !

Ciaoooo
Tommy2005 is offline  

 



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