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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 19-04-2002, 21.21.21   #11
Mary
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Messaggi: 2,624
Cara Tammy
hai mai pensato che in un teatro lo spettatore è il vero protagonista, semplicemente perché VIVE in se stesso quel che l'attore recita. Noi siamo quasi sempre attori in questa vita, recitiamo delle parti, almeno fino a quando non diveniamo consapevoli delle nostre maschere. Lo spettatore ha il privilegio di vivere il dramma o la gioia che si svolge sul palcoscenico (la vita) e pur vivendola pienamente, pur partecipandovi pienamente (si spera) sa di essere seduto in poltrona, sa di esserne fuori.
Ciao
Mary
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Vecchio 20-04-2002, 01.09.24   #12
tammy
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Messaggi: 1,287
Per ivo: porta pazienza, ma ho rifatto il copia incolla...non disperare anche i muli prima o poi imparano.bacio!!


"Cara Tammy
hai mai pensato che in un teatro lo spettatore è il vero protagonista, semplicemente perché VIVE in se stesso quel che l'attore recita".

"Cara Mary",
nò non ci ho mai pensato, semplicemente perchè non capisco come si possa "vivere" in noi stessi le recite altrui, ed anche se la trama può essere a noi vicina, siamo sempre noi a viverla, quindi: protagonisti o attori, ma non spettatori.



"Cara Tammy
Noi siamo quasi sempre attori in questa vita, recitiamo delle parti, almeno fino a quando non diveniamo consapevoli delle nostre maschere".

"Cara Mary",
la maschera ce l'hanno tutti per salvaguardarsi il cu..
consapevoli del fatto che ognuno vive il proprio protagonismo.
Le tue mi sembrano parole di persone che ragionano in modo opportunistico: mi costruisco una maschera per difendermi dagli altri, i quali possono ferirmi. Concordo.
Ma rimane il fatto che la maschera serve da "difesa" al troppo buonismo o alla troppa sensibilità di chi vi si nasconde dietro.


"Cara Tamy",
Lo spettatore ha il privilegio di vivere il dramma o la gioia che si svolge sul palcoscenico (la vita) e pur vivendola pienamente, pur partecipandovi pienamente (si spera) sa di essere seduto in poltrona, sa di esserne fuori.

"Cara Mary",
Lo spettatore non ha nessun privilegio di vivere un dramma o una gioia che non gli appartiene (nello spettacolo della vita) perchè NON E' SUO, NON è LUI A VIVERLO IN PRIMA PERSONA. E l'ultima parte della tua frase è tutta una contraddizione: come fà uno spettatore a vivere in pieno la vita restando seduto in poltrona?
Cioè chiamandosi fuori da ogni coinvolgimento emotivo e non?
Per carità, questo genere di persone esistono davvero, sono quelle che vivono dentro le loro quattro mura e che ogni piccolo cambiamento nella loro routine quotidiana provoca non un semplice stess, ma un vero e proprio esaurimento! Da ricovero!

Ciao Mary, ho dovuto "selezionare" il tuo post perchè non ho ancora imparato ad usare le opzioni! !
tammy is offline  
Vecchio 20-04-2002, 09.26.55   #13
neverforever
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x tammy

Ciao a tutti!

Ciao tammy!
Tu dici che: "Con l'età, quindi (si presume) la saggezza, quindi l'esperienza, credo sia naturale che ad ogni nostra azione preceda una seria riflessione: sul perchè, come, quando e dove. Questo anche tenendo conto dell'esperienza di vita vissuta e consapevoli del fatto che essa (la vita) si accorcia e non possiamo più permetterci di fare delle cazzate".

Sono d'accordo con te sul fatto che crescendo si dovrebbe acquistare più saggezza. E che da giovani sia più facile fare delle ca... .
Ma non sono d'accordo sul fatto che ad un certo punto si debba smettere di farne x il semplice fatto che la vita si accorcia.
La vita è sempre importante. La vita, anche quando hai 25 anni, non sai se possa finire prima che tu ne compia 26. Voglio dire...secondo me, ogni giorno è importante, ed ogni giorno va rispettato. Ogni giorno, non dovremmo permetterci di fare certe cazzate, senza aspettare di avere 60 anni xché "ormai la vita si sta accorciando".
Credo che a qualsiasi età si dovrebbe avere quel minimo di saggezza, o forse è meglio dire...quel rispetto per le persone che ti stanno vicino, che prima di fare una cavolata ti fa riflettere bene. Perché, in un certo senso, la nostra volontà di compiere determinate azioni o di prendere certe decisioni, o fare ca.... , tutto questo è sì un nostro diritto. Ma un diritto che dobbiamo saper esercitare anche nel rispetto degli altri.
neverforever is offline  
Vecchio 20-04-2002, 10.45.41   #14
Mary
Ospite abituale
 
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Messaggi: 2,624
"Cara Tamy",
quello di cui parlo è frutto della mia esperienza, quindi del mio vissuto. Le maschere ce le ritroviamo sul viso nel momento in cui cerchiamo noi stessi, cerchiamo l'uomo e non l'attore. Ovvero l'attore fuori dal palcoscenico.
E allora ti accorgi quanto sia difficile e angosciante liberarsi da quella maschera, ma se vuoi divenire e riconoscere te stesso si deve iniziare a farlo. Io lo sto già facendo da diversi anni. Ed è un cammino difficile, non posso certo dire che sia facile!
Quando noi viviamo i nostri drammi ci immedesimiamo talmente da dimenticare che..... questa terra non ci appartiene. Che noi, qui, siamo ospiti. Prima o poi dobbiamo fare ritorno a casa. Proprio come lo spettatore dopo lo spettacolo.
Non hai mai pianto davanti ad un film o una telenovela?
Io, sì. Eppure sapevo che era finto. Ma ho pianto perché sono "entrata" nella parte, sono diventata parte integrante della rappresentazione.

"""" E l'ultima parte della tua frase è tutta una contraddizione: come fà uno spettatore a vivere in pieno la vita restando seduto in poltrona? Cioè chiamandosi fuori da ogni coinvolgimento emotivo e non? Per carità, questo genere di persone esistono davvero, sono quelle che vivono dentro le loro quattro mura e che ogni piccolo cambiamento nella loro routine quotidiana provoca non un semplice stess, ma un vero e proprio esaurimento! Da ricovero! """
non è così. Volevo dire che la vita va vissuta pienamente, intensamente (non pensi a cosa cucinare domani se sei seduta in una poltrona in prima fila alla Scala) ma questo coinvolgimento deve essere sempre consapevole che noi non siamo il nostro corpo, le nostre maschere, le nostre emozioni, le nostre paure.
Forse non è facile da capire, solo se comprendi che i paradossi sono il pane quotidiano di questa vita, allora vedi le cose in modo diverso.
Viviamo in un mondo polare e quindi dobbiamo imparare a gestire gli opposti.
Se uno riesce a comprendere che cos'è l'amore ha capito molto della nostra vita. Amore è dare senza chiedere, è lasciare l'altro libero, è non attaccarsi all'amato, è la danza e il danzatore.
Non è facile, lo so bene, ma neppure impossibile.
Ciao
Mary is offline  
Vecchio 22-04-2002, 09.26.33   #15
VanLag
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Per Tammy

Tammy, l’elaborazione che noi facciamo per mezzo della riflessione, del ragionamento e del pensiero, è un processo che dovrebbe servirci, tramite la valutazione dei parametri, di bene e male, a trovare la risposta più giusta per un dato accadimento.

Purtroppo avendo noi esseri umani una visione di bene e male parziale e personale, la risposta che diamo ad un evento è sempre viziata e non è mai, o quasi mai, la giusta risposta a quell’evento.

In tale situazione e con un funzionamento così compromesso dei nostri meccanismi di ragionamento sarebbe molto meglio agire senza discernimento perché la spontaneità e l’istinto ci guiderebbero ad azioni migliori.

In fondo la saggezza è trovare un’azione che sia sincronizzata col movimento straordinario della vita. Il pensiero è troppo lento per seguire quel movimento e le nostre risposte sono sempre in ritardo, perché quando la nostra azione prende corpo il quadro generale è già cambiato.
Io credo che la saggezza sia “fine intuizione” più che ragionamento o elaborazioni mentali su, parametri per altro incompleti e variabili.

Tammy non so se sono riuscito a spiegarmi. Prendi atto che almeno ci ho provato......
VanLag is offline  
Vecchio 22-04-2002, 21.41.34   #16
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
direi...

anche egregiamente.
Grazie van lag ho compreso molto bene.
tammy is offline  
Vecchio 23-04-2002, 14.42.41   #17
Funghetto
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Messaggi: 4
Wink Meglio riflettere meno e agire prima

Secondo me ad una decisione se ci rifletti troppo sopra, alla fine rinunci a prenderla e molli tutto.
Quando si pensa troppo, i problemi si ingigantiscono, come si ingadisce la paura nell'affrontarli.
I mottI migliori per me sono: "prendere la palla al balzo", "pensare il minimo indispensabile agisci più in fretta possibile", "prendere il treno al volo speciialmente se sai che quel treno sosta in stazione solo pochi minuti e non si sa se e quando ripasserà"
Lo scalino è alto? e che ci vuole ?un salto più alto e ci accorgeremo che volare non è poi così impossibile.......ma se il treno riparte e rimaniamo a terra, resteremo sempre i soliti nani....
Funghetto is offline  
Vecchio 21-01-2004, 22.24.44   #18
Franco1
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Messaggi: 85
Riflessione o azione ?
Franco1 is offline  
Vecchio 22-01-2004, 00.51.18   #19
Marco_532
Vivi!
 
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Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
...RIFLESSIONE....ma molta di più, seria e consapevole...

...l'azione avviene spesso per motivi inconsci...bisogna farli consci...allora l'azione "giusta" avverà "automaticamente"...
Marco_532 is offline  
Vecchio 22-01-2004, 21.52.23   #20
sarpina
luna e terra
 
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Messaggi: 148
Troppe volte penso e ripenso, rumino in continuazione, rifletto fino all'infinito e poi...mi passa la voglia di agire...ovvio che in certi casi e' meglio riflettere, ed in genere pensare almeno un attimo prima di agire, ma riflettere troppo, spesso inibisce l'agire...l'uomo in fondo deve agire per essere protagonista della sua vita, far sempre seguire ad una riflessione l'azione...mi viene in mente Bacone...ovvio che la théoria e' qualcosa a cui l'uomo non deve rinunciare, ma la vita e' agire...pensate al concetto giudaico-cristiano di verita' rispetto a quello greco...alla verita' si arriva con la riflessione, per i greci, in ebraico invece la verita' e' "emet". che significa FARE verita'...ovvio che si pensa allora, ma tentare di agire dovrebbe essere una prerogativa fondamentale della vita umana...
sarpina is offline  

 



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