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 Riflessioni sulle Scienze - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 16-06-2011, 22.11.50   #41
Il_Dubbio
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Riferimento: Il valore del lavoro

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Morire dobbiamo comunque: meglio farlo senza trasmettre i nosti cattivi geni!
Ma l’evoluzione delle specie non è ideologia…è legge biologica!
L’evoluzione è in corso da quasi 4 miliardi di anni, da che c’è vita, ed ogni entità biologicamente organizzata del pianeta evolve, piu’ o meno ancor oggi…per grandi, piccoli o per micro passi.


Io avevo detto: Parlavo di evoluzionismo qualche post fa, perchè è da questa "ideologia" che parte questa infame equazione matematica: non sei adatto? Muori!

Hai prodotto un discorso completamente differente da ciò che ho scritto, per cui non so proprio come fare a riperlo

Ci provo ma è l'ultima volta:
Ammettiamo di sapere che dobbiamo morire (infatti presumiamo di saperlo), questo non ci permette di inseguire la morte (lo ammetti o no?). Ammettiamo poi che esista l'evoluzione dove si stabilisce che chi non è adatto muore; questo vuol dire che possiamo lasciare morire chi non è adatto in quanto è la legge della natura che lo stabilisce?

Se invece mi riscrivi la favola di Darwin ecc. significa che non sono riuscito a trasmettere nel migliore dei modi ciò che volevo dire.
Tutto il concetto evoluzionistico (che sta dentro quel concetto) è preso a modello ideologico per non fare niente quando si constata che le persone muoiono o che non si adattano al nuovo mercato. Come dire: "arrangiatevi".

Faccio questo esempio spero eloquente. Ministro Brunetta (sai chi è?) invece di ascoltare la voce del precario se ne esce con la battuta (mica tanto): andate al mercato generale a scaricare le cassette di frutta.

Ora questa è una scusa ideologica e te lo mostro praticamente. Se tutti i precari si recassero ai mercati generali a scaricare cassette di frutta (ammesso sia così facile) ci troveremmo con almeno, faccio per dire, 5000 persone per ogni mercato rionale quando la manodopera necessaria è si e no 500. Gli altri, per quel giorno, rimarrebbero senza lavoro e ritornerebbero a casa con qualche spicciolo in meno (perchè il viaggio comunque costa e il mercato generale non sempre è sotto casa).
Allora se tutti facessero così arriverebbe il Ministro Brunetta davanti al mercato e ai precari incazzati per non aver trovato posto, direbbe: andare a studiare, ignoranti!

... quella di Brunetta è un'ideologia che, sono sicuro al 100%, nasce dal concetto di "evoluzionismo", in cui si dice che se non sei adatto a trovare un lavoro, magari non sei una prostituta o non fai nemmeno la mantenuta, sei perso/a.

Brunetta direbbe anche, in caso estremo, vuoi lavorare? Prostituisciti! Ma se non ci sentissimo adatti a prostituirci? Lui direbbe: Morite!

Io andrei in procura per denunciarlo per lo meno per "falso ideologico"

L'art. 479, punisce il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta in un atto pubblico fatti non veritieri.

Purtroppo per "atto" pubblico (credo sia così) non si intende una dichiarazione o una frase estemporanea (anche se detta davanti alle telecamere) ma deve essere scritta e deve essere attestata come atto pubblico. Il resto, anche se fosse una frase ingiuriosa, o offensiva o completamente falsa anzi ideologicamente falsa... rientrerebbe fra i compiti dei politici, i quali hanno il dovere di non insultare solo il presidente della Repubblica, degli altri possono dire quello che vogliono senza essere punibili. Ci potrebbero addirittura mandare a quel paese o il contrario di quello che disse Alberto Sordi in quel film (dove l'ultima battuta faceva: Lavoratoriiiiiiii?!!!? TIèèè)

Precariiiiiiii?????? Tiè
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 22-06-2011, 08.25.42   #42
albert
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Riferimento: Il valore del lavoro

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Io avevo detto: Parlavo di evoluzionismo qualche post fa, perchè è da questa "ideologia" che parte questa infame equazione matematica: non sei adatto? Muori!

Guarda che, casomai, l'ideologia dell'evoluzionismo è "se non sei adatto non ti riproduci". Comunque il paragone mi sembra veramente eccessivo. Il tema è che è opportuno che, chi lavora, faccia delle cose utili, il che non è così ovvio. Ad esempio l'idea del "buco keynesiano" è che è bene che la gente lavori anche se fa del lavoro inutile (scavare e poi riempire una buca)

albert is offline  
Vecchio 24-06-2011, 09.57.19   #43
Il_Dubbio
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Riferimento: Il valore del lavoro

Citazione:
Originalmente inviato da albert
Guarda che, casomai, l'ideologia dell'evoluzionismo è "se non sei adatto non ti riproduci".

Quella mi sembra facente parte della "teoria" più che della ideologia.

Citazione:
Originalmente inviato da albert
Comunque il paragone mi sembra veramente eccessivo. Il tema è che è opportuno che, chi lavora, faccia delle cose utili, il che non è così ovvio. Ad esempio l'idea del "buco keynesiano" è che è bene che la gente lavori anche se fa del lavoro inutile (scavare e poi riempire una buca)

Ho capito, ma non hai risposto nemmeno ad una delle mie obiezioni.

L'esempio più recente è il "precariato della scuola". Insegnanti (laureati) che per anni hanno svolto un ruolo importante nella scuola (pagati male, ma comunque pagati) che all'improvviso sono diventati inutili. Perchè inutili? Perchè, per esigenze di spese, lo Stato aveva bisogno di tagliare qualcosa, e non c'è migliore taglio che si può fare che tagliare chi è già precario. E' a questi precari che Brunetta ha chiesto di andare ai mercati generali a raccogliere le cassette di frutta. Brunetta quindi incarna bene l'ideologo evoluzionista che sostiene l'importanza dell'adattamento. In pratica lui dice: io ti tolgo il lavoro (precario) che avevi, e se vuoi lavorare devi andare ai mercati generali a raccogliere la frutta.
Ho già spiegato che questa è demagogia... è solo per dire che "non me ne frega una pizza di ciò che farai, ma quel lavoro che svolgevi non è più utile".
Ma è davvero inutile?
E cosa farà ora un 50enne che ha svolto per 20anni lo stesso lavoro? Sarà "adatto" a lavorare presso i mercati generali (che poi, ripeto, è solo demagogia...) oppure no?
L'unica cosa che si può fare sarebbe offrirgli un nuovo lavoro che abbia per lo meno lo stesso guadagno. Invece no... se lo deve andare a cercare! Cosa significa questo? Che potrebbe non trovarlo...!!! ciò aumenterebbe il numero di poveri. I poveri con un certo cervello incominciano ad incazzarsi... prendono Brunetta e lo rigirano come un calzino. Poi Brunetta chiama i carabinieri, e tutt'intorno fanno notare che siamo in una democrazia e se si vuole protestare lo deve fare seguendo alcune regole, una di queste prevede di non toccare "Brunetta". Ed io dico di no! Diventa inutile a quel punto anche rimanere in un sistema democratico... perchè chi non è adatto a cercarsi un altro lavoro potrebbe essere "adatto" per la rivoluzione.

Il fattore "adattabilità" come tu sai è un fattore casuale. E come casualmente un uomo normale, che non ha alcuna voglia di litigare, perde il proprio lavoro non riuscendo a trovarne un altro, ugualmente, casualmente, potrebbe ritrovarsi ad essere adatto per la rivoluzione. Questa è la "teoria" non è l'ideologia. La teoria dice che tu potresti (in senso lato) essere adatto a fare la rivoluzione ma questo mutamento è silente fino a quando l'ambiente non lo ritiene un mutamento favorevole. Siccome il lavoro che toglie Brunetta non è propriamente un lavoro "inutile", ma è dettato dalla necessità di tagliare la spesa, il mutamento silente di chi è adatto a fare la rivoluzione diventa un mutamento favorevole. Certo non favorevole per i tipi come "Brunetta" che invece farebbero la fine di chi morì a piazzale Loreto.

Detto in parole povere, io non incomincerei con il parlare subito di "lavoro inutile" ma incomincerei con il parlare della necessità che l'uomo lavori e tutti devono avere questa possibilità. Per rendere possibile questo, ove necessiti qualche taglio alla spesa, lo si faccia a chi già guadagna 2000/3000 euro al mese per i lavori che sono ritenuti "utili". Si dica: ormai non possiamo più permetterci di pagare stipendi così alti, quindi da i 2000 in su si tagliano.
In Italia togliamo le "province" (non si era detto che si volevano tagliare?), tagliamo drasticamente e subito le pensioni dei parlamentari (quanto prende ancora per esempio un Andreotti o una Montalcini?) e chiaramente gli stipendi. Tassiamo qualsiasi cosa che significa "ricchezza".
Non è possibile continuare con questa "cultura" dell'adattabilità dell'uomo al lavoro, se il problema è che oggi c'è chi guadagna troppo.

Non è il lavoro inutile che si deve tagliare, si certamente anche quello, ma,data la situazione economica, il problema non è il lavoro inutile, ma chi il lavoro o la pensione ce l'ha ed è costosa.
Perchè questi avrebbero diritto di continuare a guadagnare così tanto mentre c'è una disoccupazione del 40% che si vuole far fronte tagliando i lavori inutili?
Se a me proponessero (il modo chiaro) che una parte del mio stipendio va a finire per incentivare il lavoro di tutti, io sarei favorevole. Tu saresti favorevole? Brunetta sarebbe favorevole?

Il problema delle "tasse" (ne paghiamo già tante) è che va a finire in mano a chi non li deve avere. Io pago, faccio per dire, la tassa sulla salute che invece di finire per coprire i costi della salute, va a coprire i costi delle mazzette da pagare. Per questo non vogliamo pagare tasse... perchè c'è una situazione non più trasparente, quindi poco democratica. E' di questo che bisogna parlare per primo, non del lavoro "inutile". Un lavoro diventa inutile perchè, pur essendo necessario, nessuno vuole più pagare (la ricerca..l'insegnamento..., gli spettacoli teatrali ecc.) in quanto il resto della spesa ingrossa le tasche di chi ha già tanto.

Siamo in una situazione così poco democratica che ognuno di noi, invece di tentare di salvare la nave e tutti i suoi passeggeri, incomincia a buttare a mare il prossimo credendo di fare la cosa più ovvia, o più giusta, non so. E' chiaro che chi sta cadendo giù si ribella... ed intanto la nave affonda.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 25-06-2011, 10.10.05   #44
Sirviu
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Riferimento: Il valore del lavoro

Torno ad intromettermi.
Mi sembra che manchi in questa discussione la conoscenza delle dinamiche economiche e del mondo del lavoro.
Poi albert si ostina a proclamare che il lavoro deve essere "utile".
Ma non spiega "chi" deve decidere se il lavoro è utile.
Lo stabilisce il mercato ?
Perfetto, allora cosa ne pensi dell'utilità delle bibite frizzanti e zuccherate (non faccio nomi) ?
O dei produttori di sigarette ? O dei produttori di armi ?
Il loro lavoro è utilissimo, non c’è dubbio.
Se invece parliamo di impiego pubblico, immagino che l'utilità dovrebbero stabilirla i cittadini, se siamo in una democrazia. I cittadini però non possono decidere direttamente, quindi sono i loro rappresentanti in parlamento o nei consigli degli enti locali a farlo per loro.
Con i risultati che vediamo e gli effetti sul debito pubblico.
Allora secondo me non basta dire che il lavoro deve essere utile, prima dobbiamo decidere se è la logica di mercato a dover prevalere, e allora anche una bibita gassata è utilissima. Oppure se deve essere utile al politico di turno, allora anche la logica clientelare è giustificata. Altrimenti parliamo di pura demagogia. Sarebbe meglio parlare di etica in generale, sarebbe molto più dispersivo, ma certamente non sarebbe fuorviante come parlare di utilità senza capire cosa stiamo dicendo.
Sirviu is offline  
Vecchio 26-06-2011, 11.11.35   #45
Il_Dubbio
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Riferimento: Il valore del lavoro

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Originalmente inviato da Sirviu
Torno ad intromettermi.
Mi sembra che manchi in questa discussione la conoscenza delle dinamiche economiche e del mondo del lavoro.

Si, stiamo effettivamente valutando il lavoro in senso generico, dimenticandoci che i "prodotti" di questi lavori potrebbero essere inutili o meglio, non strettamente necessari. Pensiamo (oltre a quelli da te ricordati) ad esempio agli yacht di lusso (anche se per me sono tutti di lusso). Siccome questi prodotti, che io ritengo inutili o non necessari, hanno un "mercato", allora diventano utili.
Se facciamo un ragionamento a ritroso possiamo chiederci perchè diventano utili anche prodotti non strettamente necessari? Penso che la risposta sia: perchè qualcuno può permettersi di comprarli, quindi il prodotto di lusso rappresenta quel lavoro inutile a molti, ma utile ai pochi che possono permettersi di spendere.

Ma senza richiamarsi a prodotti che si possono permettere solo in pochi (anche se io ne vedo tanti...altro che pochi) basta fare, virtualmente, la nostra busta della spesa per notare che i prodotti non necessari (e quindi prodotti da un lavoro conseguenzialmente inutile) sono diventati troppi, e la nostra busta della spesa è aumentata di conseguenza. Siamo noi che incentiviamo quindi il lavoro inutile comprando prodotti inutili.

Ma questo meccanismo è anche un sistema perverso.
Prima di tutto per funzionare al meglio deve esserci un numero sufficiente di persone che si può permettere di comprare prodotti inutili, che deve avere quindi un'entrata decisamente alta. Quando però le cose incominciano ad andar male (si è stufi di un prodotto) il sistema perverso prevede che chi ne deve pagare le conseguenze sono i lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese e no chi usufruiva del loro lavoro per fabbricare prodotti inutili.

Chiaramente c'è una parte di lavoro "statale" (che serve per tirare avanti le necessità primarie come la scuola, trasporti ecc.) ed un lavoro di impresa privata. Le imprese private pagano, come ogni cittadino, le tasse allo stato. Lo Stato incentiva qualsiasi produzione che faccia entrare nelle sue casse le tasse, quindi incentiva anche la produzione di prodotti inutili con sgravi fiscali ecc.

Quando allo Stato le cose vanno male i primi che ne pagano le conseguenze sono i lavoratori che non arrivano a fine mese, anzi che nemmeno riescono ad iniziarlo, in quanto la prima cosa che fanno è tagliare quel poco lavoro utile che c'è (vedi insegnanti) per tutelare maggiormente le imprese che invece sostengono prodotti inutili.

Se questo non è sistema perverso... io sono Barack Obama.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 01-09-2011, 15.39.14   #46
ulysse
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Riferimento: Il valore del lavoro

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Originalmente inviato da Il_Dubbio
Si, stiamo effettivamente valutando il lavoro in senso generico, dimenticandoci che i "prodotti" di questi lavori potrebbero essere inutili o meglio, non strettamente necessari. ...... Siccome questi prodotti, che io ritengo inutili o non necessari, hanno un "mercato", allora diventano utili.
Piu’ che il sistema direi che siamo noi che siamo perversi: per far si che i prodotti inutili diventino utili dobbiamo inventargli un mercato!..con grande smercio e acquisto di prodotti inutili!
Però dopo un acquisto ci sentiamo gratificati: le signore, in giornata “no”, fanno shopping (se se lo possono permettere) e ne ritornano rinfrancate… corroborate come da una terapia di gruppo.

Dicono serva a ravvivare i mercati in modo che chi ha quattrini li spenda e li faccia girare cosicchè qualche quattrino capiti anche in mano a chi non ne ha e possa così comprare qualcosa di “inutile”: tante cose “inutili” impegneranno forza lavoro e gli operai mangeranno: quale lavoro vale più di questo…che senza non mangi?

Un paese dall’economia fiorente lo riconosci dal fatto che trovi le case piene di oggetti “inutili” …che poi proprio inutili non sono…. a volte anche cose costose e di pregio…magari artistiche.
Se trovi in giro solo cose che servono, quella gente se la passa male, non solo …la cosa è deleteria per l’economia globale.

Evidentemente il significato di bisogno non ci è ben chiaro e definire cosa sia “inutile” può essere veramente un problema.

Fortuna che esperti pubblicitari sono pagati apposta per inventare sempre qualcosa di cui abbiamo bisogno e che diventi utile…che i ricchi e meno ricchi possono comprare…secondo il loro livello e concetto del superfluo.

E' una ben strana cosa! ..ma è atavica!

Già nei tempi antichi i fenici scorrevano il mediterraneo e oltre, fino alle terre d'Albione, per portare la porpora.
Ora cosa si può immaginare di più inutile della porpora, ma tutti la volevano ed i fenici ci hanno prosperato a lungo...persino la scrittura, con nuovi segni grafici, e la contabilità, ne hanno tratto vantaggio.

Si potrebbe quasi dire che sull' indispensabile inutile prospera l'utile…magari l’arte, la cultura, la filosofia…ecc!
Infatti a ben pensarci che cosa è veramente indispensabile fra i manufatti del creato? ma quelli “inutili” ovviamente...che poi di prodotti veramente indispensabili ce ne sono ben pochi.
Se pensiamo ai primi progenitori, i famosi ominidi, mangiavano carne cruda...nemmeno il fuoco c'avevano e nessuno ne avvertiva il bisogno: che poi quando il fuoco fu scoperto e qualcuno si fece il suo barbecue, tutti gridarono allo scandalo di tanto spreco inutile! Inquinavano pure! Si sopperì prescrivendo il primo bollino blù della storia!
Citazione:
Se facciamo un ragionamento a ritroso possiamo chiederci perchè diventano utili anche prodotti non strettamente necessari? Penso che la risposta sia: perchè qualcuno può permettersi di comprarli, quindi il prodotto di lusso rappresenta quel lavoro inutile a molti, ma utile ai pochi che possono permettersi di spendere.
Ma se le cose stanno così basterebbe gravare di maggiori tasse tutti i prodotti inutili o di lusso di modo che aumenterebbero i costi e ancor meno sarebbero quelli che se li potrebbero comprare: molti dei relativi produttori resterebbero senza ordinazioni e licenzierebbero gli operai.

E’ giusto quello di cui abbiamo bisogno in questo periodo per incentivare l’occupazione!!!

Credo quindi che la giusta risposta sia: c’è necessità di costruirli questi prodotti inutili…in modo che i danarosi li comprino ed un pò di quattrini passino anche agli operai!
Non resta che sperare nell’incremento dei danarosi: è per questo che il governo gli tiene basse le tasse e le tiene alte agli operai: questi ultimi non potrebbero mai comprare oggetti inutili e molte aziende fallirebbero.
Citazione:
Ma senza richiamarsi a prodotti che si possono permettere solo in pochi ……Siamo noi che incentiviamo quindi il lavoro inutile comprando prodotti inutili.
In effetti è così: ma non direi che il lavoro per produrre prodotti inutili sia veramente inutile! E’ invece un lavoro molto prezioso: permette ad operai ed impiegati di mangiare! …e non solo: anche di spendere qualcosa per altre cose pseudo-inutili in modo che anche quegli altri operai possano mangiare…e poi aumenta il PIL…
Non so bene a cosa serva, ma dicono che deve aumentare se no finiamo come la Grecia.
Citazione:
Ma questo meccanismo è anche un sistema perverso.
Prima di tutto per funzionare al meglio deve esserci un numero sufficiente di persone che si può permettere di comprare prodotti inutili, che deve avere quindi un'entrata decisamente alta.

Già è una buona cosa che sempre più gente possa permettersi di comprare cose inutili e costose: sai come aumenterebbe il PIL? E poi mica possiamo sperare di essere sempre piu’ poveracci..speriamo piuttosto che qualcuno cominci a fare quattrini…potrei capitarci in mezzo anch’io…tutti noi magari!
Il sistema sarà perverso…però, con piu’ o meno intensità, è in auge da millenni e non ne vedo uno sostitutivo!

Piuttosto che imprecare al sistema perverso bisognerebbe calmierarlo da una parte e incentivarlo dall’altra… renderlo sostenibile: per esempio agendo nel verso giusto con le tasse o con gli incentivi o anche puntando all’incremento valoriale del sistema della istruzione pubblica anzichè deprimerlo: non solo prodotti inutili a basso contenuto di valore intrinseco occorre costruire, ma prodotti tecnologicamente avanzati di alto contenuto valoriale intrinseco che si venderebbero anche all’estero…utili o inutili che siano…che poi, l’essere utile o meno è valutazione estremamente soggettiva e contingente.
Direi che un prodotto che sopperisce alla specifiche di vendita è sempre utile.
Citazione:
Quando però le cose incominciano ad andar male (si è stufi di un prodotto) il sistema perverso prevede che chi ne deve pagare le conseguenze sono i lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese e non chi usufruiva del loro lavoro per fabbricare prodotti inutili.

In realtà il sistema imprenditoriale non è insensibile al fatto che le loro aziende debbano o meno chiudere..un’azienda che chiude porta per lo più un grave danno anche alla dirigenza della medesima…e peggio, ovviamente, ai lavoratori perdenti posto

Certo che gli investitori cercano di ottimizzare il guadagno sempre più e se la legislazione, la tassazione o il sindacato non lo permettono qui, delocalizzano e investono altrove.
E conseguenza della globalizzazione..cui dovremo adeguarci…o morire!
Alla fine ognuno tende al suo limite massimo di gudagnoe nessuno è disposto a cedere una parte del profitto…che ritiene gli sia dovuto: in mancanza di una controllo superiore i più deboli pagano.

Occorrono governi meno lassisti in fatto di legislazione del lavoro…comunque capaci di mettere in atto strategie efficaci pur nel’ambito di una economia globale: è tutta roba che i sindacati ed i governi avrebbero già dovuto imparare dato che l’avvento della economia globale non è dell’altro ieri.

E’ comunque vantaggio di un imprenditore lungimirante essere sempre pronto, con anticipo, a sostituire nella produzione i prodotti fuori mercato con prodotti che il mercato richiede purchè conformi alle specifiche di legge.
L’essere un prodotto utile o inutile è un giudizio da cui il mercato prescinde e forse, mercantilmente, nemmeno il concetto si pone.
Un prodotto è sempre utile quando si vende e sopperisce alla specifiche di compravendita.
A meno che un organo pubblico a ciò delegato non ne stabilisca la pericolosità per il fisico, per la salute, per l’etica.

In ogni caso… ripeto: è compito e convenienza del governo corrente, incentivare e rendere possibili le produzioni a più elevato e avanzato contenuto tecnologico e di qualità intrinseca: se un governo non persegue questa linea nelle sue varie manovre, i cittadini dovrebbero defenestrarlo.
Citazione:
Chiaramente c'è una parte di lavoro "statale" (che serve per tirare avanti le necessità primarie come la scuola, trasporti ecc.) ed un lavoro di impresa privata. Le imprese private pagano, come ogni cittadino, le tasse allo stato. Lo Stato incentiva qualsiasi produzione che faccia entrare nelle sue casse le tasse, quindi incentiva anche la produzione di prodotti inutili con sgravi fiscali ecc.
Una governance efficace dovrebbe sostenere sia il sistema d’istruzione pubblica facendone un gioiello didatticamente avanzato, sia incentivare la produzione dei prodotti che potranno meglio conquistare i mercati o essere di supporto alle difficoltà economiche interne: se lo stato deve investire in welfare deve anche raccogliere tasse e favorire gli investimenti in grado di produrne: si chiama strategia industriale che ogni governo dovrebbe sviluppare…ma forse…da noi… hinc sunt leones!

Un particolare compito della governance è favorire quegli investimenti che pur
incapaci di dare al presente un profitto, sono suscettibili di futuri vantaggi per la comunità: è il caso delle nuove energie rinnovabili. Certo qui il lavoro assume maggior valore e importanza.
Citazione:
Quando allo Stato le cose vanno male i primi che ne pagano le conseguenze sono i lavoratori che non arrivano a fine mese, anzi che nemmeno riescono ad iniziarlo, in quanto la prima cosa che fanno è tagliare quel poco lavoro utile che c'è (vedi insegnanti) per tutelare maggiormente le imprese che invece sostengono prodotti inutili.
In effetti sembra sia così , ma non è questione di sistema perverso e non è questione di prodotti utili o inutili: è questione di buona o cattiva governance in rapporto alla strategia industriale.
Ovviamente è anche questione di buoni o cattivi cittadini…consapevoli o inconsapevoli…o, per lo più, sudditi… che si tengono i governanti che meritano!

Ma non era un paese democratico questo? Ove la gente votava? …e andava in piazza anche …quando fosse necessario!
ulysse is offline  
Vecchio 02-09-2011, 11.02.59   #47
Il_Dubbio
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Originalmente inviato da ulysse
Piu’ che il sistema direi che siamo noi che siamo perversi: per far si che i prodotti inutili diventino utili dobbiamo inventargli un mercato!..con grande smercio e acquisto di prodotti inutili!
Però dopo un acquisto ci sentiamo gratificati: le signore, in giornata “no”, fanno shopping (se se lo possono permettere) e ne ritornano rinfrancate… corroborate come da una terapia di gruppo.


Se il ragionamento fila non c'è neppure un lavoro inutile. E' inutile quel lavoro che non serve ad alcuno, ma non è possibile stabilire a priori a chi potrà servire un oggetto (o servizio) se stabiliamo che l'utilità dipenda da una soggettiva utilità del prodotto.

C'è dall'altro lato un elemento psicologico da tenere in considerazione... alcune volte si comprano oggetti inutili per assecondare una nostra mania (anch'io mi sono ritrovato nella situazione di entrare in un negozio con la voglia di comprare qualcosa, qualsiasi cosa purché nuova). A questo credo servano le pubblicità, ad incrementare inconsciamente le manie. Se quindi (come tu dici bene) questa perversione è presente, il pil si alza, quando si incomincia a risparmiare e quindi ad abbassarsi la mania del "compro tutto quello che mi piace", il pil diminuisce. E' vero anche che i servizi costano, e non potendo eliminare dalle nostre abitudini il fare 10 volte al giorno la doccia (consumando troppa acqua) o tenendo il riscaldamento acceso fino a girare nudi per casa mentre fuori ci sono zero gradi, oppure senza contenere spese di telefono, gas e luce... un impiegato (faccio un esempio) che prende 1200 euro al mese si ritrova a spendere, per le cose inutili, poco o nulla.
Da un lato quindi la società consumistica ci ha insegnato, ed invogliato, a spendere senza misura perchè questo è quello che fa aumentare i consumi, dall'altro si è esagerato nello spreco.
Quindi ci vorrebbe un equilibrio tra il risparmio e il consumo.
Un motto sarebbe: consumare si, ma senza sprecare.
Il fatto è però che questo meccanismo è "perverso". Quando uno entra nell'ordine del "compro cose inutili" è già portato, inconsciamente, allo spreco.
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Vecchio 04-09-2011, 20.33.38   #48
ulysse
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Originalmente inviato da Il_Dubbio
Se il ragionamento fila non c'è neppure un lavoro inutile. E' inutile quel lavoro che non serve ad alcuno, ma non è possibile stabilire a priori a chi potrà servire un oggetto (o servizio) se stabiliamo che l'utilità dipenda da una soggettiva utilità del prodotto.
Ma direi che il mio discorso non è stato ben recepito. Mi permetto di precisare: "è inutile quel prodotto che nessuno compra"
Questo "non comprare", generale o di nicchia, puo essere dovuto a diverse cause:

1) -il prodotto non serve veramente: i classici frigoriferi per gli eschimesi, internet o cellulari in zone non coperte, salumi per i musulmani, ecc...
2) -serve, ma il prezzo è troppo alto: cattivo progetto, errato processo produttivo, qualità insufficiente o eccessiva o non certificata, ecc...
3) -mancata o errata pubblicità, mancata promozione del prodotto, al limite, la pubblicità non ha creato l'esigenza, ecc...
4) -oggetti nocivi all'uomo o all'ambiente, vietati dalla legislazione vigente, non etici, ecc...
5) -sostanze di cui ce n'è penuria o di troppo limitato mercato: farmaci speciali per malattie rare: questi sarebbero in realtà utilissimi, ma, comunque, non producibili quindi inutili per il mercato. Dovrebbe intervenire lo stato..la sanità pubblica o una fondazione, ecc....

In sostanza che il prodotto non sia commercializzabile, quindi, in qualche modo, inutile o persino dannoso, lo stabilsce a priori la ricerca di mercato...che ogni azienda fa prima di mettere in linea un prodotto... anche a confronto con la concorrenza, l'inadeguatezza alle leggi, oppure l'eventuale insuccesso riscontrato a posteriori.

Per il resto l'utilità di un prodotto non puo' essere considerata solo in relazione all'effettiva necessità del prodotto medesimo, ma in relazione al più esteso ambito commerciale, produttivo, economico, legislativo ed etico.
Il mercato, nell'ambito della dovuta legislazione, sempre migliorabile, è quindi autoregolante.

Anche il livello etico di una popolazione può servire a limitare gli eccessi anche in relazione ai consigli pubblicitari.
Ma qui siamo su un terreno minato: la perversione incontrollata all'acquisto, certo dannosa per il bilancio familiare, potrebbe essere una mano santa per vivacizzare il mercato: W lo shopping!
Chi dispone di scarse risorse e non arriva alla fine del mese se ne astenga!

Resta sempre che è soprattutto una responabilità di governo prevedere e dosare la programmazione di ricerca e industriale in coerenza con il wellfare e la tassazione per far si che il mercato si attivi e le aziende prosperino.

Purtroppo mi opprime l'impressione che i fatidici buoi siano già fuggiti.
Citazione:
E' vero anche che i servizi costano, e non potendo eliminare dalle nostre abitudini il fare 10 volte al giorno la doccia (consumando troppa acqua) o tenendo il riscaldamento acceso fino a girare nudi per casa mentre fuori ci sono zero gradi, oppure senza contenere spese di telefono, gas e luce... un impiegato (faccio un esempio) che prende 1200 euro al mese si ritrova a spendere, per le cose inutili, poco o nulla.
Da un lato quindi la società consumistica ci ha insegnato, ed invogliato, a spendere senza misura perchè questo è quello che fa aumentare i consumi, dall'altro si è esagerato nello spreco.
Quindi ci vorrebbe un equilibrio tra il risparmio e il consumo.
Un motto sarebbe: consumare si, ma senza sprecare.
Credo che la consitenza delle bollette energetiche sia oramai un'evidenza assai pesante per tutti e che l'abitudine allo spreco la si possa contenere.,..tanto più per chi dispone solo di bassi redditi.
E poi risparmiare sulla energia e sull'acqua non danneggia nessuno...anzi!!!

Le esperienze fatte ci hanno portato ad un certa maturazione: gli ultimi referendum per l'acqua ed il nucleare lasciano ben sperare.
Anche l'attenzione per l'ecologia ed i rifiuti è notervolmente aumentata: ad es., sarà piccola cosa, ma quando esco il mattino vedo che tutti che portano a spasso il cane sono dotati di paletta e sacchetto.
Citazione:
Il fatto è però che questo meccanismo è "perverso". Quando uno entra nell'ordine del "compro cose inutili" è già portato, inconsciamente, allo spreco.
Abbi fede!
ulysse is offline  
Vecchio 05-09-2011, 22.23.34   #49
Ciroemilio
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Cool Riferimento: Il valore del lavoro

Il valore del lavoro è prettamente soggettivo: un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.


Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare.
(Oscar Wilde)
Sarà vero?!?!
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Vecchio 07-09-2011, 16.17.33   #50
albert
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Riferimento: Il valore del lavoro

Citazione:
Originalmente inviato da Ciroemilio
Il valore del lavoro è prettamente soggettivo: un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.

Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare.
(Oscar Wilde)
Sarà vero?!?!

Anche Bertrand Russell diceva che senza una classe di oziosi l'umanità non si sarebbe mai risollevata dalla barbarie. Il problema è capire se uno è un ozioso "produttivo" o sta semplicemente vivendo alle spalle degli altri. Molti vorrebbero iscriversi a questa benemerita classe di oziosi!

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