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Vecchio 14-10-2005, 11.09.47   #1
Alessandro D'Angelo
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Sull'Alzheimer

Gentili amici,

Sono più che certo che qualche amico del Forum mi potrà aiutare per avere nuove notizie sul VACCINO contro il morbo di Alzheimer.
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Un sentito GRAZIE a chi mi può aiutare ad ampliare la ricerca.
Ho letto (fonte l'ANSA):

<<Si SPERIMENTA IL VACCINO .Alzheimer, primi test positivi>>

<< Un VACCINO contro il morbo di ALZHEIMER. Non e' ancora realta', ma l'equipe del ricercatore Roger Nitsch dell'Universita' di Zurigo ha avviato una sperimentazione in tal senso: I primi risultati sono stati presentati durante il II Congresso internazionale sul cervello umano, organizzato a Roma dall'Irccs Fondazione Santa Lucia, e vengono definiti dagli esperti ''molto promettenti''. Nitsch ha sperimentato il nuovo vaccino insieme ad un gruppo internazionale. Il vaccino ha appunto l'obiettivo di impedire la formazione delle placche, che sono la causa delle morte neuronale, immunizzando il cervello dal deposito delle placche stesse. Il risultato, ad un anno, e' considerato piu' che positivo: nei pazienti vaccinati (gia' colpiti dalla malattia), infatti, si e' registrato un notevole rallentamento nella degenerazione dei processi cognitivi. In 20 pazienti su 24 del gruppo del ricercatore svizzero (l'intero studio internazionale comprende 298 pazienti) si e' inoltre registrato lo sviluppo di anticorpi contro le proteine beta-amiloidi mutate, responsabili della malattia, e un rallentamento significativo della patologia. Tre pazienti del gruppo si sono pero' ammalati di encefalite e lo studio e' stato percio' interrotto.
<<Stiamo ora studiando una nuova versione di immunizzazione - ha affermato Nitsch - perche' questa e' una strada promettente; Anzi - ha aggiunto - da qui nasce la speranza di poter prevenire la malattia, iniettando anticorpi specifici prima che la patologia si manifesti, in tutti quei casi in cui la causa dell'Alzheimer sembra essere genetica>>
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A questi nuovi approcci terapeutici per combattere la malattia, che coinvolge milioni di persone nel mondo, stanno lavorando anche i ricercatori dello European Brain Research Institute (EBRI) di Roma, guidati da Antonino Cattaneo.
Nuovi studi, ha spiegato l'esperto:
<<'Ci hanno permesso di mettere a punto e sperimentare innovativi approcci terapeutici biotecnologici, basati sulla somministrazione per via intranasale del fattore di crescita nervoso NGF, il cui coinvolgimento nella malattia di Alzheimer, oltre che nello sviluppo del sistema nervoso - ha rilevato - e' un tema di interesse emergente''. Insomma, la strada per sconfiggere l'Alzheimer sembra ormai essere tracciata e per gli esperti e' solo una questione di tempo.

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Per quanto riguarda la causa della malattia si pensa che i fattori siano numerosi, ma soprattutto genetici ed ambientali. Il morbo di Alzheimer colpisce 18 milioni di persone nel mondo, delle quali circa 600.000 in Italia e i casi sembrano destinati a raddoppiare entro il 2025 per il progressivo invecchiamento della popolazione.
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In attesa di nuove notizie in merito...
porgo cordiali Saluti a Tutti
Alessandro D'Angelo
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Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 20-11-2005, 23.47.19   #2
Alessandro D'Angelo
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Gentili amici,

credo che questo messaggio possa interessare abbastanza.

Al momento non esiste nessuna cura capace di contenere la malattia conclamata e ancora poco certi sono i vari clusters per una diagnosi precoce.

I farmaci usati attualmente per combattere la sintomatologia sono:

anticolinesterasici = rappresentano l’ultima generazione di farmaci specifici, ma la loro efficacia è molto discussa, limitandosi poi a generare miglioramenti in un 30% dei casi e solo per una durata che varia da 6 a 12 mesi;
antidepressivi = forse i più indicati sono gli SSRI e tra questi la molecola che dà meno effetti collaterali è la fluoxetina;
sedativi = la molecola più sicura è la promazina (sempre a basse dosi); con altre molecole si possono avere anche risposte abnormi;
ansiolitici = in generale sono da testare perché inducono facilmente risposte paradossali;
antipsicotici = vengono per lo più usati l’ aloperidolo ed il risperidone sempre però a dosi molto basse.
Spesso vengono consigliate sostanze ad azione antiossidante tra le quali emerge la vitamina E (ad alte dosi) anche se i risultati ottenuti siano poco sicuri.

In Argentina hanno avuto molta risonanza ricerche che consigliavano l’uso della melatonina (dosi superiori ai 12 mg/die); la letteratura non ne ha confermata l’utilità, sebbene vengano segnalati i benefici per la regolazione del ritmo nictemerale (sonno).

Un capitolo a parte riguarda gli antiflogistici che hanno stimolato l’immaginario, senza ottenere una vera considerazione clinica.

CONTINUAZIONE 2° PAGINA

SIMPOSIUM INTERNAZIONALE TELEMATICO "PSICOTERAPIA DELLA DEMENZA"

Alzheimer – E.I.T. : una terapia possibile.
Pragmatica dell’ E.I.T. nella demenza.
Alzheimer e funzione simbolica della tomba e della solitudine.
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Alzheimer, depressione e sindrome catastrofe.
Alzheimer – E.I.T.: una proposta per la riabilitazione.
Alzheimer: psicodinamica e neurofisiologia della perdita della memoria.
Destrutturazione della personalità nella malattia di Alzheimer.
ALZHEIMER: rapporti intercorrenti tra medico, paziente,
malattia e caregivers nella quotidianità e nella trapia di integrazione emotivo-affettiva.


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Saluti
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 05-01-2008, 16.59.13   #3
Alessandro D'Angelo
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L'Alzheimer si piò combattere con l'Umanina

Gentili amici,
qualche giorno fa in campo medico si è scoperta in Giappone una sostanza che potrebbe curare l'Alzheimer: sarebbe la proteina UMANINA con 24 aminoacidi.
La notizia, se vera, mi pare essere molto interessante. Interessante sarebbe anche conoscere la FORMULA CHIMICA dell'UMANINA, struttura molecolare che non sono riuscito a trovare su internet.
Qualcuno fra voi conosce di quali aminoacidi è composta?

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Eiporto l'interessante notizia ormai su molti giornali italiani e stranieri:
" SCOPERTA IN GIAPPONE UNA SOSTANZA CHE POTREBBE CURARE L'ALZHEIMER "
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Presto la malattia di Alzheimer sarà sconfitta. Lo assicura un gruppo di ricercatori giapponesi - guidati da Ikuo Nishimoto, docente della facoltà di medicina dell'Università Keio di Tokyo – che hanno annunciato di aver individuato una sostanza, la umanina (Nh), una proteina contenente 24 unità di aminoacidi, che blocca la degenerazione delle cellule cerebrali provocata dal morbo. La notizia, anticipata dal quotidiano giapponese Yomiuri, sarà pubblicata martedì prossimo sulla rivista scientifica americana “Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America”.
La scoperta rappresenta un passo avanti fondamentale nella lotta contro il morbo di Alzheimer, malattia finora ritenuta incurabile, anche se, come hanno ammesso gli stessi studiosi, saranno necessari anni di test, probabilmente perfino 15, prima di poter stabilire se dalla stessa umanina è possibile ottenere direttamente una terapia per la malattia.
I ricercatori hanno individuato l'umanina osservando gruppi di cellule cerebrali di pazienti che resistono ai fenomeni degenerativi tipici del morbo di Alzheimer. Test condotti sui topi hanno permesso di constatare che le cellule cerebrali iniettate con umanina non sono soggette ai processi degenerativi del morbo riscontrabili invece nelle cellule non trattate con la sostanza.
Nuove sperimentazioni sono ora in programma su animali e persone e, malgrado il dovuto riserbo, lo stesso dottor Nishimoto ha affermato che questa scoperta costituisce:
"il primo passo verso la completa cura della malattia. Ormai è solo questione di tempo. La strada è aperta per la produzione di un farmaco che cura l'Alzheimer”.
Il morbo di Alzheimer colpisce gli anziani causando prima demenza e poi la morte. Sulla base di studi condotti in Italia, Giappone, Gran Bretagna e Olanda, si stima che il numero di malati oscilli dal 4,1 all'8,4% delle persone con più di 65 anni. Oggi ne soffrono più di quattro milioni di americani e un milione di giapponesi, mentre in Italia i malati di Alzheimer sono circa 450 mila, di cui 60 mila solo in Lombardia. Si prevede, però, che il loro numero raddoppierà nel 2020. Secondo la stima approvata negli Stati Uniti, i casi gravi rappresentano il 4% della popolazione sopra i 65 anni, che tradotto nella realtà italiana significa circa 500.000 casi.
“La differenza maggiore rispetto ai trattamenti fino a oggi preminenti - ha dichiarato Nishimoto al quotidiano Yomiuri - consiste nel fatto che la umanina è in grado di bloccare completamente la morte delle cellule cerebrali", riuscendo ad agire direttamente sui tre tipi di geni responsabili della malattia.
La scoperta, che verrà annunciata dalla rivista scientifica americana, conferma il Giappone come uno dei Paesi leader nella ricerca sull'Alzheimer.

Saluti a tutti
Alessandro D'Angelo is offline  

 



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