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Vecchio 20-10-2005, 09.33.55   #1
Yam
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La Storia dell'Universo (lettura)

La storia dell'Universo


Brian Swimme e Thomas Berry


Prologo: The Universe Story - From the Primordial Flaring Forth to the Ecozoic Era - A Celebration of the Unfolding of the Cosmos, Harper San Francisco, 1994. Traduzione di Maurizio Falghera.

Quindici miliardi di anni fa, in una immensa vampata, l'universo esplose verso l'essere. Un'energia primordiale fiammeggio' in ogni goccia di esistenza, con un'intensita' che non sarebbe mai piu' stata uguagliata. L'universo, simile ad una nuvola e con la sua densa potenza, si espanse in ogni direzione, cosi' che le particelle elementari potessero stabilizzarsi e consentire ai primi esseri atomici - idrogeno ed elio - di nascere. Dopo un milione di anni queste turbolenti e frenetiche particelle si placarono quanto bastava per permettere alla primordiale palla infuocata di dissolversi e di disperdersi, e agli atomi di schizzare lontano gli uni dagli altri verso i cieli bui del cosmo che si spalancavano all'inizio del tempo. Una notte lunga un miliardo di anni consenti' all'universo di prepararsi per la sua successiva trasmutazione. Nella profondita' del suo silenzio l'universo si raffreddo' con l'immensa creativita' necessaria per foggiare le galassie - la galassia di Andromeda, le galassie della Vergine, Pegaso, Fornace, le nuvole di Magellano, l'M33, il gruppo di Coma, lo Scultore, il gruppo di Ercole, e anche la nostra galassia, la Via Lattea; in totale cento miliardi di galassie. Queste gigantesche strutture esplosero come fuochi d'artificio nel vuoto cosmico e tutto l'idrogeno e l'elio si raccolsero in sistemi auto-organizzantisi, e in insiemi di sistemi, e in insiemi di insiemi di sistemi. Ogni galassia mostro' all'universo la sua forma unica. Ognuna racchiudeva le sue proprie dinamiche interne; ognuna dava forma, con la sua stessa materia, a miliardi e miliardi di stelle primitive. Le stelle piu' brillanti si lanciarono verso la loro naturale sequenza di trasformazioni ed esplosero in colossali supernove di luminosita' equivalente a un miliardo di stelle e vomitarono materiali stellari attraverso tutte le galassie. Nuovi corpi luminosi si formarono dai materiali che furono creati in un miliardo di anni di processi di sintesi nucleari nelle stelle. Questa seconda generazione di stelle era piu' ricca di potenzialita' e piu' complessa nella sua struttura interna giacche' le stelle primordiali avevano creato gli esseri elementari di carbonio, azoto, ossigeno, molibdeno, calcio, magnesio e tutti gli altri cento elementi. Circa cinque miliardi dopo l'inizio del tempo la stella Tiamat emerse nella nostra galassia spiraliforme. Tiamat saldo' insieme meraviglie nella sua pancia infuocata e poi sacrifico' se stessa distruggendo il suo corpo in forma di supernova e disperse cosi' questo nuovo primitivo potere in tutte le direzioni cosi' che l'avventura potesse continuare. Cinque miliardi di anni fa, dopo che l'universo si fu espanso per dieci miliardi di anni la nostra Via Lattea urto' un tranquillo cumulo nuvoloso fatto dei resti di Tiamat e dette vita a diecimila nuove stelle. Alcune di queste si trasformarono in minuscole stelle nane brune. Altre diventarono supergiganti blu ed avvamparono rapidamente nell'incandescenza di nuove supernove. Altre ancora divennero stabili stelle gialle che bruciarono per lungo tempo, oppure sonnolente stelle rosse. L'universo, insistendo nella sua diversita', fece emergere da questa nuvola fluttuante anche la nostra stella, il Sole. Una volta conquistata l'esistenza il Sole mostro' le sue abilita' di auto-organizzazione, allontanando da se’ quasi tutte le nuvole di elementi che si aggiravano intorno a lui e facendole ruotare entro un disco di materia fatto di molteplici anelli; si formarono cosi’ i pianeti del sistema solare: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone. I pianeti, divenuti saturi, bollirono come materia fusa e gas. Su Mercurio, Venere, Marte e Plutone le combinazioni chimiche si moltiplicarono lentamente per divenire rocce, continenti, crosta planetaria, fino all'esaurimento della loro dinamica e alla scomparsa di ogni significativa creativita'. Su Giove, Saturno, Nettuno e Urano l'attivita' chimica non ando' mai oltre i composti piu' semplici che continuarono ad agitarsi soprattutto in forma gassosa per altri miliardi di anni. Sulla Terra, in ragione sia dell'equilibrio delle sue dinamiche interne sia della sua posizione nella struttura del sistema solare, la materia comincio' ad esistere sotto forma solida, liquida e gassosa, fluendo da una forma all'altra e dando origine ad un ininterrotto processo creativo in questo grembo chimico, da cui emerse, quattro miliardi di anni fa, Aries, la prima cellula vivente. Le cellule primordiali - i procarioti - possedettero il potere di organizzare se stesse, cosi' come facevano stelle e galassie, ma rivelarono anche delle nuove sbalorditive sorprese. Esse potevano ricordare informazioni significative comprese le idee necessarie per saldarsi insieme con altre cellule viventi. Le cellule possedevano inoltre un nuovo tipo di creativita' che permetteva loro di modellarsi come una specie di "guanto" chimico per acchiappare i pacchetti di energia lanciati violentemente dal Sole alla velocita' della luce ed utilizzare questi quanta luminosi come cibo. Le galassie a spirale ebbero il potere di dare continuamente origine alle stelle, tuttavia i pianeti emersi da quest'ultime ebbero solo una vita e ogni loro sviluppo fu bloccato come nel caso di Giove e di altri pianeti che ruotano intorno al Sole. Ed anche in quei calderoni di creativita' - come il pianeta Terra - attraverso cui l'universo continua a dispiegarsi per miliardi di anni, ogni significativo sviluppo puo' cessare come per poco non accadde proprio sulla Terra due miliardi di anni fa. Aries e i suoi discendenti - i procarioti - raccolsero il loro fabbisogno di idrogeno dagli oceani e liberarono ossigeno nel sistema Terra; l'ossigeno lentamente saturo' le terre emerse, l'atmosfera e i mari. Nell'alterare la chimica terrestre con questo elemento dal potere esplosivo, i procarioti automaticamente spinsero il sistema Terra verso una condizione estremamente instabile, ben oltre la loro capacita' di resistervi. Col tempo le comunita' procariote in precedenza dominanti perirono dopo che le loro parti interne furono bruciate dall’ossigeno. Da questa crisi, che aveva compromesso proprio la possibilita' di un pianeta vivente, comparve Vikengla, un essere nuovo e molto piu' avanzato. Vikengla, la prima cellula eucariota, fu in grado non solo di resistere all'ossigeno ma anche di trasformare la sua pericolosa energia per i propri scopi innescando in questo modo un formidabile processo di creativita'. Gli eucarioti inventarono il sesso meiotico e la diversita' dell'universo si dispiego' completamente: ora due esseri geneticamente differenti si poterono unire e creare dalle loro basi genetiche un essere radicalmente nuovo. Gli eucarioti escogitarono anche l'abitudine di mangiare altri esseri viventi; essi diversificarono la comunita' terrestre non solo con l'intimita' del legame sessuale ma anche con quell'affinita' associata alla relazione ecosistemica predapredatore. Per ultimo, alla fine del periodo in cui furono gli organismi piu' avanzati del sistema Terra, gli eucarioti fecero quell'audace passo di immergersi in una mente piu' vasta; trilioni di essi si raccolsero insieme ed evocarono Argos, il primo animale multicellulare. Seicento milioni di anni fa gli organismi multicellulari si affermarono in una molteplicita' di strutture corporee qualitativamente distinte; vi erano coralli, vermi, insetti, molluschi, stelle marine, spugne, ragni, sanguisughe, vertebrati ed altre forme animali che poi si estinsero. Era iniziata la vita nel mesocosmo. I vermi impararono a dimenarsi per raggiungere tenere prede, poi si fecero spuntare ali di carne per viaggiare attraverso gli oceani, infine inventarono i denti mentre altre creature architettarono le conchiglie. Le onde oceaniche gettarono delle piante marine sopra le rocce riscaldate dal sole; incapaci di strisciare per tornare in acqua esse allora inventarono le cellule legnose ed impararono a stare dritte come alberi licopodi per vivere sulle rive degli oceani e dei fiumi; queste piante si trasformarono a loro volta in alberi gimnosperme in grado di ricoprire di vita interi continenti. Gli animali seguirono le piante verso la terraferma e presto i continenti che avevano fluttuato senza vita sul mantello terrestre per due miliardi di anni si coprirono di anfibi, rettili, insetti e di grandi dinosauri dagli occhi lucenti che potevano arrivare fino alle foglie illuminate dal sole sulla sommita’ delle foreste. Tutta questa creativita' terrestre dipendeva da molteplici e diverse forme di stabilita', tra cui la persistenza dell'idrogeno bruciato nel Sole, la stabilita' della rivoluzione della Terra intorno a lui, l'equilibrio di svariati quintilioni di legami chimici in tutto il sistema Terra. Ma la galassia e' una casa immensa e dunque le catastrofi visitarono regolarmente la Terra, specialmente quando altri corpi celesti entrarono in collisione con il pianeta e la sua delicata fabbrica di vita.
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Vecchio 20-10-2005, 09.36.02   #2
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Sessantasette milioni di anni fa una collisione di proporzioni astronomiche cambio' a tal punto l'atmosfera e il clima terrestre che quasi ogni forma di vita animale dovette reinventare se stessa o perire. Le estinzioni di massa portarono molti animali a seguire i dinosauri nelle loro tombe, ma questa distruzione dischiuse anche nuove possibilita' di cui approffittarono uccelli e mammiferi che poterono proliferare sull'onda del grande disastro. I mammiferi comparvero sulla Terra duecento milioni di anni fa e furono in grado di svilippare le sensazioni emotive, un nuovo tipo di capacita' dei loro sistemi nervosi di percepire l'universo. Per tutto il corso dell'esistenza dei mammiferi e in particolare durante gli ultimi sessantasette milioni di anni dell'era cenozoica, la brillantezza del piumaggio degli uccelli, l'inebriante spettacolo dei fiori, il gusto succulento dei frutti, le paure della foresta di notte, la forza archetipica del legame madreprole, insomma la bellezza e il terrore del mondo, lasciarono un profondo segno nella natura psichica delle balene,dei roditori,dei leoni marini, dei pipistrelli, degli elefanti, dei porcospini, dei cavalli, dei toporagni, dei cervi, degli scimpanze' e degli umani. In alcuni fra i mammiferi piu' evoluti, specialmente nell'ordine dei primati, questa sensibilita' emotiva si arricchi' di un'altra capacita' neurologica: la coscienza di se'. La specie umana, in possesso di entrambe queste capacita', comincio' ad esplorare la sua propria originale nicchia entro la piu' vasta comunita' terrestre in continuo sviluppo. Quattro milioni di anni fa, in Africa, gli umani impararono a stare in piedi su due soli arti, e due milioni di anni fa incominciarono ad usare le mani per trasformare in strumenti i materiali della Terra. Un milione e mezzo di anni fa queste mani instancabili iniziarono a controllare il fuoco per poter realizzare i loro progetti plasmando l'energia solare che era stata immagazzinata nei rami degli alberi. Incapaci di contenere il loro stupore dell'esistenza, gli umani , circa trentacinque mila anni fa, introdussero un nuovo genere di celebrazione che si manifesto' nelle pitture rupestri nelle viscere della Terra, riempi' le notti con feste e con musiche, creo' le cerimonie per il passaggio di amici e di stagioni, catturo' in disegni artistici di animali alcune delle bellezze della natura che si erano profondamente impresse nelle loro menti. Ventimila anni fa la Terra, attraverso il suo elemento umano, comincio' ad avere autocoscienza delle strutture dei semi, delle stagioni e dei ritmi primordiali dell'universo. Sebbene alcune di queste strutture fossero esistite sulla Terra per miliardi di anni e i primi umani si fossero organizzati sulla loro base per milioni di anni, la specie umana inizio' dodicimila anni fa a plasmarle consapevolmente con l'addomesticamento di piante e animali - il grano, l'orzo e le capre nel Medio Oriente, il riso e i maiali in Asia, il granturco, i fagioli e l'alpaca nelle Americhe. Il sicuro approvvigionamento di cibo ebbe come effetto di accelerare lo sviluppo della popolazione. I primi villaggi neolitici che ospitarono gruppi umani piu' numerosi di un migliaio di persone furono Jerico, Çatal Hüyük e Hassuna, circa diecimila anni fa. Presto villaggi neolitici popolarono tutto il pianeta durante il periodo in cui il grosso dell'umanita' si spostava dal modo di vivere basato sulla caccia e sulla raccolta a quello dei villaggi stanziali, innescando cosi' la trasformazione sociale piu' radicale che sia mai capitata nell'avventura umana. In questo nuovo contesto si svilupparono la ceramica, la tessitura e l'architettura, apparvero i calendari per catalogare i ritmi cosmici, furono elaborati rituali e templi dedicati alla divinita' della Grande Madre rimpiazzando cosi' la devozione per gli animali totemici tipica del paleolitico. Ancor piu' importante fu il costituirsi, in molti linguaggi, della maggior parte delle parole di potere, simboli archetipici capaci di superare le basi genetiche umane. In questo periodo, da diecimila a cinquemila anni fa, con i decisivi sviluppi nel linguaggio, nella religione, nella cosmologia, le arti e la danza assunsero le loro forme piu' solide e primordiali, tanto che le civilta' urbane che seguirono possono essere considerate elaborazioni di modelli culturali stabiliti nel neolitico. Cinquemila anni fa l'avventura umana porto' ad un nuovo modo di vivere: la civilta' urbana.
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Vecchio 20-10-2005, 09.38.19   #3
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Proprio come le cellule eucariote non avevano la minima idea che i loro reciproci legami avrebbero dato origine ad organismi complessi, cosi' quelle popolazioni raccolte nei villaggi neolitici sumeri non avevano alcun sentore che le loro intensificate interazioni sociali avrebbero fatto nascere nuovi centri di potere: Babilonia, Parigi, Persepoli, Benares, Roma, Gerusalemme, Costantinopoli, Sion , Atene, Bagdad, Tikal dei Maya, Cairo, Mecca, Delhi, Tenochtitlan degli Aztechi, Londra, Cuzco la citta' del Sole Inca. L'invenzione della burocrazia con le sue relazioni autoritarie e gerarchiche e l’importanza data alla specializzazione rese possibile vaste trasformazioni dei processi umani e della natura. I fiumi furono piegati ad irrigare i campi arati, gli scambi commerciali utilizzarono le energie di intere nazioni, le carovane attraversarono il mondo e le foreste furono mutate in imprese per costruire imbarcazioni. Crebbero le popolazioni e il benessere, vennero alzate le piramidi con le loro concentrazioni di ricchezza e di potere, e per mantenere enormi territori del pianeta sotto il controllo di stati legali e rappresentativi sorsero istituzioni militari, con armate e fortificazioni, innescando permanenti stati di guerra che si diffusero in tutti i continenti, sostenuti da quel genere di devozione verso divinita' guerriere che aveva rimpiazzato l'immagine della Grande Madre come simbolo fondamentale dell' umana avventura. In tale turbolenza, il pathos della condizione umana e l'idea di un regno trascendente oltre il pathos - come il Tao, il Brahman-Atman, il Paradiso, il Nirvana - si impressero nella mente umana. Sorsero le credenze universali del Buddismo, del Cristianesimo e dell'Islam che arrivarono a pervadere di se' i centri planetari delle civilta', dall'Europa, dal Nord Africa e dall'India fino alla Cina e al Sud Est asiatico. Solo l'Africa subsahariana, le Americhe, l'Australia e un pugno di popoli indigeni sfuggirono completamente al controllo e all'influenza di questi quattro sistemi di civilta': il Medio Oriente, L'Europa, L'India e la Cina. Cinquecento anni fa gli Europei dettero il via al terzo grande vagabondaggio dell'umanita'. Il primo aveva portato l'Homo Erectus verso il Nord Africa per poi diffondersi in tutta l'Eurasia. Nel secondo l'Homo Sapiens vagabondo' fino a raggiungere le Americhe e l'Australia. Questa moderna migrazione fu pero’ assai diversa; gli Europei del sedicesimo e diciasettesimo secolo incontrarono sempre altri esseri umani ovunque andassero; dotati di una superiore tecnologia e di complessi sistemi burocratici essi colonizzarono popoli in tutto il pianeta, in particolare nelle Americhe e in Australia. Nel diciottesimo secolo l'India venne acquisita come colonia e Giappone e Cina furono costretti a commerciare con le compagnie europee. Le forme politiche e culturali dell'umanita' vennero alterate radicalmente; ora tutte le diverse comunita' sono in contatto fra di loro e si indirizzano verso un comune destino in un modo che non era mai esistito prima. Mentre stavano prendendo forma tali connessioni politiche globali, l'articolazione interna della stessa Europa si muto' nella forma della nazione6 stato con un governo autonomo. Questo movimento liberal-democratico, che si sarebbe poi diffuso in tutto il pianeta, ebbe il suo violento inizio con la Rivoluzione Americana del 1776 e con la Rivoluzione Francese del 1789. Attraverso tutto il diciannovesimo e il ventesimo secolo lo stato-nazione realizzo' una comunita' integrata di cittadini, rimpiazzando cosi' il contesto precedente della banda o del villaggio o della citta'-stato col suo territorio circostante. La mistica sacra dello stato-nazione si poteva cogliere negli ideali del nazionalismo, del progresso, delle liberta' democratiche e nei diritti personali basati sulla proprieta' privata e sul guadagno economico. I conflitti fra stati hanno preso la forma di guerre fatte in nome di questi sacri ideali e sono culminati nelle tensioni in Europa che presto hanno inghiottito anche tutto il resto del mondo durante tutto il ventesimo secolo. Le entita' dominanti che ne sortirono non furono nessuno stato-nazione in particolare, bensi' le compagnie multinazionali. Queste nuove istituzioni hanno diretto e dirigono vasti poteri scientifici, tecnologici, finanziari e burocratici finalizzati al controllo dei processi naturali terrestri a beneficio dell'economia umana. Alla fine del ventesimo secolo la distruzione lasciata dalle guerre fra nazioni e' stata minima in rapporto alla distruzione dei sistemi naturali causata dal saccheggio industriale. In termini geologici le attivita' umane durante il ventesimo secolo hanno fatto terminare i sessantasette milioni di anni dell'avventura denominata Era Cenozoica. Dopo che gli esseri umani industrializzati si sono moltiplicati fino a diventare miliardi, il piu' numeroso di tutti gli organismi complessi terrestri, dopo essersi decisamente inseriti in tutte le comunita' ecosistemiche del pianeta riducendo drasticamente le diversita' biologiche e costringendo la gran parte del Prodotto Lordo dell'intera Terra entro sistemi sociali umani, si e' manifestato un cambiamento di grande importanza nella coscienza umana. Gli uomini hanno scoperto che l'universo come un tutto non e' semplicemente uno sfondo, non solo un posto che esiste, ma che esso e' una comunita' in sviluppo di esseri. Gli uomini hanno scoperto con le loro investigazioni empiriche che essi stessi sono attori entro la sequenza di trasformazioni durata quindici miliardi di anni che ha dato dato origine alla Terra e al suo complesso funzionamento. Il continuo e perfino violento assalto all'universo fatto dall'intelligenza occidentale con i lavori di Copernico, Keplero, Galileo, Newton, Buffon, Lamarck, Hutton, Lyell, Darwin, Spencer, Herschel, Curie, Hubble, Planck, Einstein e tutta l'intera impresa scientifica moderna, ha portato ad una comprensione di esso radicalmente nuova: universo inteso non semplicemente come cosmo, ma anche come cosmogenesi, come comunita', con un importante ruolo per gli uomini in questo processo costantemente in sviluppo. Per quindici miliardi di anni l'universo ha generato stelle, galassie, supernove, le prime cellule, i progrediti eucarioti, la proliferazione di animali e piante fino all'autocoscienza che e' arrivata a permeare con tale abbondanza le molte componenti della comunita' terrestre. Il futuro di questa comunita' risiede specialmente nelle decisioni che verranno prese dagli uomini che si sono introdotti cosi' profondamente perfino nei codici genetici dei processi naturali della Terra. Questo futuro emergera' dalla tensione esistente fra coloro che si affidano al Tecnozoico, cioe' ad un crescente sfruttamento della Terra come risorsa, tutto a beneficio degli uomini, e quelli che si affidano all'Ecozoico, che prospetta un nuovo tipo di relazione uomo-pianetaTerra la cui principale preoccupazione e' il benessere della comunita' terrestre nella sua totalita'.
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Vecchio 21-10-2005, 20.24.24   #4
sunday01
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Messaggio originale inviato da Yam
Per quindici miliardi di anni l'universo ha generato stelle, galassie, supernove, le prime cellule, i progrediti eucarioti, la proliferazione di animali e piante fino all'autocoscienza che e' arrivata a permeare con tale abbondanza le molte componenti della comunita' terrestre. Il futuro di questa comunita' risiede specialmente nelle decisioni che verranno prese dagli uomini che si sono introdotti cosi' profondamente perfino nei codici genetici dei processi naturali della Terra. Questo futuro emergera' dalla tensione esistente fra coloro che si affidano al Tecnozoico, cioe' ad un crescente sfruttamento della Terra come risorsa, tutto a beneficio degli uomini, e quelli che si affidano all'Ecozoico, che prospetta un nuovo tipo di relazione uomo-pianetaTerra la cui principale preoccupazione e' il benessere della comunita' terrestre nella sua totalita'.


Ma siamo proprio certi che l'autocoscienza sia sufficiente a creare un nuovo rapporto uomo-pianeta terra?
Non dovrebbe l'uomo rinunciare a certe comodità acquisite pur di salvare il Pianeta Terra?
E che al Tecnozoico subentri l'Ecozoico?

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