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Vecchio 11-01-2007, 23.07.27   #1
VanLag
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La sapienza di villaggio.....

Dalla copertina posteriore di “Io sono quello” - I dialoghi di un sapiente di villaggio - riporto, (anche perché ho visto che in internet non è presente), l’interessante commento di Elémire Zolla, scrittore, studioso che conosceva molto bene i tesori della sapienza orientale.

La filosofia ancora oggi in India può presentarsi come in Grecia ai tempi di Socrate. Lì ancora capita che un uomo qualsiasi sia ghermito dall’amore della sapienza e che magnetizzi coloro d’intorno che oscuramente pativano dell’identico amore, senza rendersene conto. Si forma allora per vicolacci gremiti, tra nude pareti di capanni, sotto portici di templi una scuola di filosofia, di “sapienza di villaggio”, dove le questioni sono quelle che urgono in cuore e le sottigliezze nascono dal bisogno di chiarire la verità, perciò non sono da meno di quelle che si dibattono nelle accademie bramine. In queste ultime si centellinano i testi di una tradizione speculativa nella quale ogni tendenza della filosofia occidentale è rappresentata, ma incomparabilmente più nitida ed articolata. Quasi sempre l’impulso che fa sorgere una scuola di “sapienza di villaggio” porta alle rive dell’advaita vedanta, del monismo metafisico.
In occidente la metafisica fu quasi sempre legata a un qualche potere politico, giustificò un’istituzione religiosa. Il risultato è una diffidenza quasi automatica, che è costretta a sciogliersi di netto quando una fonte indiana la enuncia con limpido disinteresse. Da noi però quasi nulla si è importato della “sapienza di villaggio”, (unica eccezione il santo Ramana Maharishi) e ben poco si conosce dell’accademia bramina. E’ stato scialato viceversa un vedantismo ibridato a infamie ideologiche che l’India borghesoccia assimilò golosamente, come l’evoluzionismo che Vivekananda, Aurobindo, Radhakrishnan non provarono orrore a mescolare con le antiche verità.
Nisargadatta Maharaji, un tabaccaio della più atroce periferia di Bombay, continua la tradizione metafisica della “sapienza di villaggio”. Egli non discorre soltanto dell’essere, Parmenide contemporaneo, ma manifesta con l’accento, la qualità delle sue parole di essere diventato lui stesso l’essere senza attributi. Ha cessato di essere nato, di avere una biografia. Lo incontrò un europeo come pochi polemico, ossessionato dal bene e dal male, dal dovere di fare il bene, convinto che la verità fosse una formula verbale, ma in tutto ciò di inconsueta onestà. Rimase sgomento, giunse quasi ad inveire, escogitò tutte le obbiezioni, le denunce, le perorazioni immaginabili. E continuò così per anni e anni. Dovette arrendersi: gli stava dinnanzi, dietro la forma apparente di un uomo, ciò di cui Spinoza, Leibniz, Berkeley avevano soltanto parlato, l’essere in se e per se. I dialoghi fra loro, sprigionano una luce abbagliante, sono un flagrante adescamento a farci perdere genitori, patria, epoca, per diventare il tutto.


Elémire Zolla

VanLag is offline  
Vecchio 12-01-2007, 07.43.08   #2
atisha
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Riferimento: La sapienza di villaggio.....

interessante...
ciò che non si vuole vedere è che anche l'occidente detiene i suoi "tabaccai" che continuano la Tradizione (non quella tradizione)..
la Tradizione che secondo me è l'apice .. la punta dell'iceberg di Ogni tradizione.. filosofia..religione.. e come veri "tabaccai" se ne stanno nel loro essere senza attributi... avendo cessato di essere nati.. e di avere una biografia appetibile per l'uomo occidentale, che preferisce programmare la propria spiritualità con la garanzia di una o più lauree che garantiscono meglio rispetto, "realizzazione" e successo...

Alla fine vi è una sola Conoscenza pura.. una sola Filosofia.. e una sola metafisica..
e questa porta alla trasformazione profonda l'essere e la sua coscienza..
Purtroppo in occidente si fa ancora molta confusione tra erudizione e Conoscenza..
anche se, secondo la mia percezione, questo gode fino ad ora del suo perchè per l'equilibrio mondiale..

atisha is offline  
Vecchio 12-01-2007, 11.42.00   #3
Wuaw
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Riferimento: La sapienza di villaggio.....

Interessante considerazione quella di Elémire Zolla.
Personalmente apprezzo solo fino ad un certo punto il testo citato, ma è una personalissima opinione.
Mi pare invece che l'apprezzamento della "sapienza del villaggio" (di cui si può trovare un facile riferimento anche nel vangelo, sebbene poi usato in senso opposto, per segare le gambe ai filosofi ed ai sapienti e lasciare egemone non il villaggio ma il clero) sia un considerevole incoraggiamento alla vera ricerca che non può essere se non individuale, senza alcun timore di non essere abbastanza dotta e riconosciuta.
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Vecchio 12-01-2007, 11.45.46   #4
VanLag
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Riferimento: La sapienza di villaggio.....

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Originalmente inviato da atisha
ciò che non si vuole vedere è che anche l'occidente detiene i suoi "tabaccai" che continuano la Tradizione…..
Ma non è vero che in occidente non li vediamo…. Douglas Harding, poco conosciuto in Italia, è un catalizzatore di questo tipo. Ha quel magnetismo che Zolla esprime con questa frase: Lì ancora capita che un uomo qualsiasi sia ghermito dall’amore della sapienza e che magnetizzi coloro d’intorno che oscuramente pativano dell’identico amore. Klein, anch'esso poco conosciuto in Italia, era polacco.

Chi ha quella specie di luce dentro di se diventa automaticamente il centro ed il riferimento di tante persone è inevitabile, perché è nella natura della sapienza, (a meno che, con vezzo taoista, non scelga essa stessa di occultarsi) ma anche in quel caso non è facile. U.G. con tutto il suo cacciare via la gente è sempre pieno di amici e visitatori attratti dal suo magnetismo.

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Vecchio 12-01-2007, 14.15.49   #5
Yam
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Riferimento: La sapienza di villaggio.....

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Originalmente inviato da VanLag
Klein, anch'esso poco conosciuto in Italia, era polacco.


Gia', ci sono un paio di suoi ex-allievi diretti nel mio gruppo di meditazione.

Io piu' che altro nello scritto ci ho visto Zolla, che tra l'altro non era tanto diverso dai Brahmini che tanto aborrisce, era sostanzialmente un intellettuale, con una erudizione fuori dal comune.
Credo che l'ultimo suo libro uscito per Adelphi, "Discesa all'Ade e Resurrezione", sia stato ispirato da Peter Kingsley.(splendido il suo "nei luoghi oscuri della saggezza")
Non so se fosse un iniziato o no, ma queste parole (tratte dalla Discesa nell'Ade.... sono molto importanti):
"Alla radice dell'Occidente c'è una tradizione spirituale celata, concepita dai fondatori originari delle nostre scienze, ma poi travisata e scancellata con cura, sicché ben pochi ne conoscono oramai i nomi stessi, salvo i rarissimi che sappiano di avere in tasca la storia delle stelle e di poter andare in direzione del futuro soltanto guardando al passato".
Su questo discorso ho segnalato dei link qui (tra cui un articolo di Zolla su Kingsley):
https://www.riflessioni.it/forum/filosofia/10122-su-che-cosa-ha-riflettuto-la-filosofia-in-origine.html

Sul resto e' meglio che non mi pronuncio....ma una cosina la voglio dire: veramente c'e' chi pensa che la condizione del Nirguna Brahman (senza attributi) sia realizzabile da un essere umano?
Non solo non ci sara' mai un solo essere che realizzera quella condizione, ma neanche vi e' mai stato.
Yam is offline  
Vecchio 23-01-2007, 13.56.57   #6
VanLag
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Riferimento: La sapienza di villaggio.....

Il sapiente di villaggio ha carne e nervi come tutti noi. Forse a qualcuno potrà dare fastidio vederlo piccolo e nero e con gli occhiali scuri. Se seguirete il video per almeno 10/15 minuti lo vedrete accendersi una bidi davanti a tutti i presenti….. Insomma così a prima vista non si direbbe che è l’uomo che dice:

il mio silenzio canta, la mia pienezza è colma non mi manca nulla. Non puoi conoscere la mia terra finché non ci sei dentro”

eppure chi lo ha accostato non è rimasto indifferente al fascino della sapienza. Forse in questo possono aiutarci le parole che Lao Tse indirizzò a Confucio:

“Un buon mercante nasconde accuratamente la propria mercanzia e agisce come se non avesse niente; il saggio colmo di virtù, ama tanto più presentarsi come un uomo semplice, sprovveduto e corto d’intelletto. Abbandona dunque quel tono arrogante, i tuoi desideri insaziabili e le tue ambizioni eccessive: non ti sono di alcun vantaggio.”

che già 2500 anni fa ci ricordava che tutto ciò che si ostenta e si mostra è spesso vacuo, effige d’ombra che danza sulla scia dell’oggetto che la produce.

Credo che questo video sia l’unico esistente su Nisargadatta e mi ha fatto piacere vederlo nell'enciclopedia del sito.

VanLag is offline  
Vecchio 23-01-2007, 14.32.41   #7
sangarre
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X YAM

non sono d'accordo con la tua affermazione sul Nirguna Brahman...
Come puoi sapere se mai vi fu chi ha toccato quell'apice? O se mai vi sarà?
Il fatto stesso che la dottrina ne parli (la condizione di Sat-Chit-Ananda è illustrata spesso), vuol dire che il fatto è sicuramente possibile, anche se assai difficile. Con ogni probabilità si tratta di uno stato raggiungibile solo ed esclusivamente da chi è nato già pronto per questo, una sorta di predestinato, da non confondersi con l'ordinaria umanità spirituale, che resta incapace di adire alla suprema identificazione.
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Vecchio 23-01-2007, 18.56.56   #8
VanLag
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Guarda guarda questi "sapienti" che si vendono all'ingrosso.....





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Vecchio 23-01-2007, 19.00.46   #9
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da sangarre
X YAM

non sono d'accordo con la tua affermazione sul Nirguna Brahman...
Come puoi sapere se mai vi fu chi ha toccato quell'apice? O se mai vi sarà?
Il fatto stesso che la dottrina ne parli (la condizione di Sat-Chit-Ananda è illustrata spesso), vuol dire che il fatto è sicuramente possibile, anche se assai difficile. Con ogni probabilità si tratta di uno stato raggiungibile solo ed esclusivamente da chi è nato già pronto per questo, una sorta di predestinato, da non confondersi con l'ordinaria umanità spirituale, che resta incapace di adire alla suprema identificazione.

C'e' uno stato, che e' quello nel quale dimora Nisargadatta (dimora, non dimorava) che e' il Parabrahman o Nirguna Brahman, questo non vuol dire che Nisarga e' il Parabrahman.

Aggiungo.
Sat Cit Ananda e' inseparabile, cioe' sono simultanei, tuttavia il SAT e' il Parabrahman. Forse cosi e' piu' chiaro il significato dell'Assoluto Immanifesto.

Nel Video Nisarga risponde ad una domanda di un visitatore occidentale (che credo ne sia uscito un po disorientato) che vuole sapere qualcosa circa lo stato in cui dimora Nisarga, quello prima del concepimento, prima della nascita e lo definisce Brahman.
Nisarga precisa: "Parabrahman". Il visitatore chiede se la causa della nascita e' il karma e che relazione c'e' tra karma e Parabrahman. Nisarga risponde: "non c'e' karma nel Parabrahman". (il visitatore non capisce) "Nisarga allora gli chiede: "chi e' entrato nel corpo mente?" Visitatore (ridacchiando) "io , te"
Nisarga: "ora lo spazio e' entrato in questa stanza"
"in questa stanza lo spazio e' entrato, perche' lo spazio e' entrato in questa stanza...e come?"
Visitatore: "non c'era ne lo spazio ne il tempo"
Nisarga: "lo spazio e' fuori come e' dentro, non c'e' distinzione"
Quindi la questione di chi e' entrato o e' uscito, non si pone....
e neanche la questione di come e perche', e' sempre Spazio"
Visitatore: "non ho capito il perche' noi veniamo qui nella forma corporea" ..il video finisce qui (come nella migliore tradizione del Kevaladvaita: "mai nato, mai morto...." )

Ultima modifica di Yam : 24-01-2007 alle ore 11.22.45.
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Vecchio 23-01-2007, 23.13.45   #10
-Rei-
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Riferimento: La sapienza di villaggio.....

Io ho avuto modo di assistere a un'intervista a casa di Zolla, a Montepulciano, anni fa. Benché allora fossi molto giovane, mi fu chiaro che quello che si svolgeva davanti a me era il confronto tra l'erudito-intellettuale e il saggio. Zolla rispondeva all'intervistatore su un altro piano rispetto a quello della pura cultura accademica. Non scorderò mai lo sguardo di Zolla, che incarnava ciò che diceva, e mi veniva da ridere vedendo il mio amico che si arrampicava sugli specchi per cercare di 'metterlo in difficoltà' con qualche cavillo da erudito occidentale...
Sapienza, saggezza, esperienza, amore...il magnetismo del Verbo incarnato
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