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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 15-01-2007, 07.12.36   #1
paperapersa
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Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
E' più importante trovare l'anima...o Dio?

La scoperta dell'anima, e la cura della stessa, ha un valore enorme
per un sano sviluppo dell'essere umano.
Dare spazio alla propria anima, a tutto ciò che vogliamo esprimere
nel mondo dà pienezza, gioia e luce ad un essere umano.
Un'anima ferita provoca malattia.....blocca le energie, impedisce la vita
e il suo vero sviluppo.
A nessuno dovrebbe essere permesso ferire l'anima di un altro perchè
"perdere l'anima" è perdere la vita......
Sappiamo che la psicologia parla sempre di "bambino ferito", e che questo bambino spesso è stato ferito da un "giudice esterno" che diviene un blocco
interiore: Tu non vali nulla, stai zitto cretino e via di seguito.....
Queste ferite sembrano rimosse ma a volte tornano a sanguinare perchè
nella vita di tutti i giorni c'è qualche altro "giudice esterno" che le risveglia.....
e se non ci si prende cura di queste ferite, se non si versa "vino o aceto
su di esse" come racconta Gesù nella parabola del buon samaritano
e se non si rivive quel grande dolore che sblocca e libera.....non si può
proseguire il cammino e ritrovare la vera salute......
Tutto questo non ha nulla a che vedere con la visione del "peccato"
ma con la visione più "umana" di una creatura cui viene negato
da altri con parole o atteggiamenti il diritoo di esistere e di essere felice.
paperapersa is offline  
Vecchio 15-01-2007, 10.20.30   #2
klee
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Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

L'anima purificata è luce..luce è Dio.e la luce sono Io....
La luce cercata
e la luce
che cerchiamo
dentro di noi...attraversiamo in momenti di crisi quel famoso "deserto"..dopo averlo
attraversato è possibile percepire a modo nostro Dio.Dio è personale..penso che ognuno di noi lo vede e "sente" diversamente..

Dio ed Io uguale a Luce
klee is offline  
Vecchio 18-01-2007, 13.26.08   #3
paperapersa
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Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

Preziosa è l'ANIMA
e ciò che vi sta intorno,
scintilla splendida
luce, profumo e grazia effonde,
in interscambio con altre particelle
dà e prende continua energia
vibra con suoni, luci e colori
Preziosa, pura, forte e pulsante.
Il suo più feroce assassino è chi la nega,
la disprezza o non la riconosce........

malu Gennaio 2007
paperapersa is offline  
Vecchio 18-01-2007, 14.17.56   #4
salvatoreR
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Messaggi: 351
Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

Ecco alcune notizie dell’”Anima”

L’anima è il regno degli Dei. Se trovare
L’ombra è opera di apprendisti, trovare
L’anima è opera di maestri.
C.G. Jung

L’anima è un occhio dell’eterno indeterminato, una similitudine dell’eternità,
una perfetta immagine e figura del primo Principio e per la sua natura è eterna,
simile a Dio Padre nella sua bellezza.
Il grande mistico tedesco, Jacob Bòhme.

Di tutti i beni che ognuno possiede, il più divino dopo gli Dei è l’anima,
che è il bene più intimo.
In ogni uomo vivono due parti:: una superiore e migliore che comanda,
l’altra inferiore e meno buona che serve.
Platone.

Nelle tradizioni meditative l’anima costituisce la parte più alta di una totalità
umana composta da livelli diversi di energia e potenzialità,
tra loro interrelati e gerarchicamente ordinati: il corpo fisico, con le funzioni
biologiche, la mente con le funzioni psicologiche e l’anima, la dimensione
spirituale, che è dimora del sublime e delle forme archetipiche del Vero,
del Bello e del Buono.
L’anima origina da una sorgente onnipervadente e immanifesta che è stata
Chiamata Spirito, coscienza, Sommo Bene, Sé.
Nella tradizione meditativa si legge: “Due sono le ali dell’anima:
l’amore e l’intelletto intuitivo”
Il tempo dell’anima” di Laura Boggio Gilot.



Ogni essere umano, pur essendo nell’essenza uguale all’altro, ne differisce nel relativo per il grado di coscienza raggiunto. Da queste differenze scaturiscono culture, abitudini e religioni diverse.
salvatoreR is offline  
Vecchio 18-01-2007, 14.37.20   #5
salvatoreR
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

L’ANIMA PER I BUDDHISTI

Quando si parla di un'anima, di un io, di un ego o, anche, quando si fa uso
della parola sanscrita "atman", generalmente s'intende che nell'uomo c'e' un
che di permanente ed eterno, un'immutevole sostanza che sta dietro il sempre
mutevole mondo fenomenico. Le religioni monoteistiche affermano che
nell'uomo c'e' un'anima individuale e autonoma, creata da Dio che, dopo la
morte, vivra' in eterno, in paradiso o all'inferno a seconda del giudizio
inappellabile del suo creatore. Altre religioni, per lo più orientali,
affermano che l'anima deve sottostare a una lunga trasmigrazione,
purificandosi via via per fondersi, infine, con Dio, Brahman o la Superanima
dell'universo.

In questo scenario il buddismo spicca in quanto nega l'esistenza di un'anima
del genere. Il Buddha disse che l'idea di un'anima non solo e'
immaginaria -- una falsa convinzione che non corrisponde a nulla di
"reale" -- ma che e' anche, a sua volta, l'origine delle dannose convinzioni
sull' "io" e sul "mio", cui fanno seguito l'egoismo, l'avidità',
l'avversione, l'attaccamento, l'odio, la malevolenza, l'orgoglio, la
supponenza e tutti gli altri mali che avvelenano la coscienza e sono causa
di tanti problemi. Insomma, l'origine di tutti i mali del mondo sarebbe
proprio la credenza nella personalità.

Secondo il Buddha, nell'uomo ci sono due bisogni psicologici profondamente
radicati: l'autoprotezione e l'autoconservazione. Dal bisogno di protezione
nasce l'idea di Dio, di un buon papà cui si possa ricorrere per esserne
protetti, rassicurati e guidati. Dal bisogno di autoconservazione nasce
invece l'idea di un'anima immortale, o atman, che viva in eterno. E' per
ignoranza, paura, debolezza e desiderio che l'uomo ha bisogno di queste due
convinzioni, per rassicurarsi. Perciò s'aggrappa ad esse con tenacia e
fanatismo.

Il Buddha non intese dare alcun sostegno ne' alimento all'ignoranza, alla
debolezza, alla paura e al desiderio, bensì volle rendere l'uomo libero da
tutte queste limitazioni, rimuovendole e distruggendole, colpendole alla
stessa radice. Perciò insegnò che le nostre idee di Dio e dell'anima sono
false e vuote. Anche se organizzate in teorie complicate e sofisticate, esse
si rivelano sempre e comunque come proiezioni mentali, ammantate di una
complicata terminologia metafisica. Ma queste idee sono talmente radicate
nelle persone, e le persone si identificano in esse al punto che, nella
maggior parte dei casi, non vogliono non dico capire, ma nemmeno ascoltare
una qualunque critica ad esse. Il Buddha era ben cosciente di questo fatto.
Perciò affermò più volte che il suo Dhamma era controcorrente, cioè
contro la tendenza autoreferente dell'essere umano.

Secondo il Buddha, però, se e' sbagliato aggrapparsi alla convinzione di
avere un'anima, e' altrettanto sbagliato aggrapparsi all'idea di non averla.
Perché e' sempre e comunque sbagliato aggrapparsi a un credo. Perciò la
posizione corretta nei confronti della dottrina dell'anatta e' di non
aggrapparsi a nessuna teoria, credo o convinzione, ma cercare, invece, di
vedere le cose così come sono, senza proiezioni mentali, per poter
riconoscere che ciò che chiamiamo "io" o "personalità" e' solo una
combinazione di elementi fisici e mentali temporaneamente aggregati, che
cooperano sinergicamente e in modo interdipendente in un flusso di
istantaneo cambiamento, soggetti a causa ed effetto, e che non c'e' nulla di
permanente, durevole, immutabile ed eterno nell'intera esistenza.

[Basato su "What the Buddha taught" di Walpola Rahula, © Gordon Fraser,
London, 1959]




"La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe. Ciascuno ne
prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine, credette di
possedere l'intera verità." (Mevlana Rumi, Sec. XVI)
salvatoreR is offline  
Vecchio 18-01-2007, 15.14.11   #6
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

Eccomi!
Mi espongo, rivelo qualcosa!
Ci provo.
L'intervento di papera e' quasi perfetto (sta volando ultimamente se solo la smettesse di combattere contro i mulini a vento) , quello di Salvatore indica che non ha ancora capito cosa e' e dove sta la sua Anima. Lui viaggia sulle ali della fantasia....cioe' adesso si arrabbia perche' gli dico queste cose...ecco quello e' cio' che e' da purificare e la purificazione si fa lasciando decantare quell'impulso ad agire attraverso la mente...lasciando l'energia al livello del cuore (l'anima e' li, leggermente sulla destra). Questa - presenza a se stessi - e' una fiamma che scalda il vaso dove avviene la cottura di quelle che papera chiama ferite e che hanno sempre una origine internam mai esterna, perche' esterno e interno in realta' sono la stessa cosa.
E' un lavoro anche sporco quello della purificazione dell'Anima e costa fatica e sudore.
Senza questo lavoro non accade nessuna trasformazione, perche' la trasformazione e' la purificazione.
Come si fa in pratica?
Con una buona analisi si riescono a far emergere le ferite, le impronte (Vasana e Samskara in sanscrito)...le abitudini, il software che ci costringe in stretti spazi. Ma l'analisi si ferma li e anche se all'emergere di quella ferita si piange, la si vede, la si conosce...essa rimane.
Con la meditazione, se non e' troppo centrata sul vuoto, come nella maggior parte dei casi accade (ma c'e' un modo di sbloccarla manualmente) accade che, come diceva un mio maestro, una scarpa vecchia o un rospo morto vengano a galla. Aiiiaaahh! Che male!
Si sta male, molto male. Puo' accadere ad alti livelli di purificazione che invece che un rospo emerga un dinosauro o un dragone, ci si puo' anche ammalare.
Nel Tantra si utilizzano mantra e visualizzazione, perche'?
Perche' e' attraverso la parola e le immagini che quel software si e' costituito e funziona. In sostanza si opera una sostituzione della falsa immagine di Se' con un simbolo del vero Se': la Divinita', ossia un Corpo di Luce. (Anche l'Alchimia lavora su questi presupposti..magari scrivo qualcosa sull'alchimia Tantrica cosa che non ho mai fatto )
Recitare il mantra deve essere una dichiarazione di amore verso il nostro vero Se'...ma qui siamo sul difficile..
Si puo' anche fare a meno di utilizzare mezzi abili (tecniche) ma ci vuole una grande forza quando quella notte dell'anima, cioe' l'invasione di contenuti inconsci, si manifesta. Avviluppati nel dolore, nella confusione, aderiamo facilemnete agli schemi di pensiero negativi che sono il contenuto stesso di cio' che emerge.
Sono veramente rare le persone in grado di arrendersi, di accettare cio' che sta accadendo.
Ecco, forse ci avviciniamo a qualcosa di Spirituale.
Yam is offline  
Vecchio 18-01-2007, 17.35.20   #7
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

Citazione:
Originalmente inviato da salvatoreR
L’ANIMA PER I BUDDHISTI

Quando si parla di un'anima, di un io, di un ego o, anche, quando si fa uso
della parola sanscrita "atman", generalmente s'intende che nell'uomo c'e' un
che di permanente ed eterno, un'immutevole sostanza che sta dietro il sempre
mutevole mondo fenomenico. Le religioni monoteistiche affermano che
nell'uomo c'e' un'anima individuale e autonoma, creata da Dio che, dopo la
morte, vivra' in eterno, in paradiso o all'inferno a seconda del giudizio
inappellabile del suo creatore. Altre religioni, per lo più orientali,
affermano che l'anima deve sottostare a una lunga trasmigrazione,
purificandosi via via per fondersi, infine, con Dio, Brahman o la Superanima
dell'universo.

In questo scenario il buddismo spicca in quanto nega l'esistenza di un'anima
del genere. Il Buddha disse che l'idea di un'anima non solo e'
immaginaria -- una falsa convinzione che non corrisponde a nulla di
"reale" -- ma che e' anche, a sua volta, l'origine delle dannose convinzioni
sull' "io" e sul "mio", cui fanno seguito l'egoismo, l'avidità',
l'avversione, l'attaccamento, l'odio, la malevolenza, l'orgoglio, la
supponenza e tutti gli altri mali che avvelenano la coscienza e sono causa
di tanti problemi. Insomma, l'origine di tutti i mali del mondo sarebbe
proprio la credenza nella personalità.

Secondo il Buddha, nell'uomo ci sono due bisogni psicologici profondamente
radicati: l'autoprotezione e l'autoconservazione. Dal bisogno di protezione
nasce l'idea di Dio, di un buon papà cui si possa ricorrere per esserne
protetti, rassicurati e guidati. Dal bisogno di autoconservazione nasce
invece l'idea di un'anima immortale, o atman, che viva in eterno. E' per
ignoranza, paura, debolezza e desiderio che l'uomo ha bisogno di queste due
convinzioni, per rassicurarsi. Perciò s'aggrappa ad esse con tenacia e
fanatismo.

Il Buddha non intese dare alcun sostegno ne' alimento all'ignoranza, alla
debolezza, alla paura e al desiderio, bensì volle rendere l'uomo libero da
tutte queste limitazioni, rimuovendole e distruggendole, colpendole alla
stessa radice. Perciò insegnò che le nostre idee di Dio e dell'anima sono
false e vuote. Anche se organizzate in teorie complicate e sofisticate, esse
si rivelano sempre e comunque come proiezioni mentali, ammantate di una
complicata terminologia metafisica. Ma queste idee sono talmente radicate
nelle persone, e le persone si identificano in esse al punto che, nella
maggior parte dei casi, non vogliono non dico capire, ma nemmeno ascoltare
una qualunque critica ad esse. Il Buddha era ben cosciente di questo fatto.
Perciò affermò più volte che il suo Dhamma era controcorrente, cioè
contro la tendenza autoreferente dell'essere umano.



[Basato su "What the Buddha taught" di Walpola Rahula, © Gordon Fraser,
London, 1959]



Il termine Buddista Anatman (Sanscrito) o Anatta (Pali) e' usato come aggettivo, che specifica l'assenza di un se permanente e immutabile o di un'anima in ognuno dei costituenti dell'esistenza empirica.
Sostanzialmente significa "non-se'" ed e' riferito all'assenza di natura propria di ogni fenomeno, di ogni manifestazione dell'energia, di tutte le componenti (aggregati, Skandha) della cosiddetta realta'. C'e' un continuo fluire, un continuo cambiamento nella manifestazione dell'energia.
Nel Buddismo, ma anche nelle altre tradizioni, la natura ultima della realta' (e nel Mahayana e nel Vajrayana Realta' Ultima e Assoluta coincidono) e' Vuoto ed Energia. Vuoto ed Energia sono in unione. (esattamente come nello Shivaismo: Shiva Shakti).


Troviamo la piu' antica descrizione dell'Anatman nel Samyutta Nikaya libro 3, verso 196: Radha:"Anatta, ho sentito, dire dal Venerabile, cosa significa questa parola?", Gautama Buddha: "la forma e' anatta (non-se')), i sentimenti sono anatta, cosi tutte le percezioni, esperienze, coscienza (vinnana); questo e' il significato della parola Anatta (o Anatman)." Questo approccio e' identico a quello dell'Advaita Vedanta ed e' la cosiddetta via negativa (apofatica). Nell'Advaita si dice: "l'Atman non e' questo e non e' quello" (neti neti)". Sbagliano coloro che ancora vogliono vedere una contrapposiione di Induismo e buddismo su questo tema, antman infatti non signica negare l'Atman. L'Atman e' la pura Coscienza, oltre ogni dualita', oltre ogni identificazione con il continuo mutare degli eventi, con il continuo fluire dell'energia.

Nella tradizione Theravada, la sofferenza sorge quando si aderisce, si afferra uno degli aggregati, ossia un fenomeno qualsiasi, una manifestazione dell'energia qualsiasi, sia essa il pensiero, una sensazione o l'attrazione per una forma ecc. ecc., dunque la liberazione e' vista come "non attaccamento", come rinuncia ad afferrare gli oggetti della manifestazione. Nella successiva tradizione del Mahayana la liberazione e' vista come il penetrare in profondita' la vacuita' di tutti i fenomeni (Prajnaparamitasutra: il Vuoto e' forma e la forma e' Vuoto), realizzando in questo modo la natura vuota di tutti i fenomeni. Anatman o anatta nei sutra e' un concetto intercambiabile con Dukkha (sofferenza) e Anicca (impermanenza): “Tutti questi aggregati (Skandha) sono anicca, dukkha, e anatta.” (stesso testo).

Nella filosofia buddista del piccolo veicolo possiamo notare che questo concetto spesso viene presentato come la negazione di un principio spirituale individuale, genericamente chiamato Se' (Atta/Atman). Ma e' evidente che tale confutazione risulta spesso condizionata da motivazioni polemiche, di conseguenza molti apologeti buddisti hanno finito con il trasformare il senso originario del non se' (anatta/anatman) in un mero dogma.Se esaminiamo senza pregiudizi gli insegnamenti piu' profondi dell'Advaita Vedanta o dello Shivaismo Kashmiro, si scopre che anche in quelle tradizioni viene affermata la natura illusoria dell'io dualistico.Daltronde se studiamo senza preconcetti le fonti piu' antiche del Buddismo, possiamo evincere una sorprendente coincidenza di vedute con la spiritualita' Hindu rispetto a questo tema. ( Testi: Ananda K.Coomaraswami, Induismo e Buddismo; Joaquin Perez-Remon: Self and non self in Early Buddism, G Baroetto: Hevajratantra)

(Y)am


Ultima modifica di Yam : 18-01-2007 alle ore 19.39.51.
Yam is offline  
Vecchio 23-01-2007, 18.58.14   #8
Lucio Musto
Rudello
 
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Riferimento: E' più importante trovare l'anima...o Dio?

Gentile "paperapersa", non pensavo affatto di intervenire in questo dibattito. Troppo impegnativo e profondo, per me.

Ma riguardando le mie carte, per altri motivi, ho trovato uno scritto di qualche tempo fa sull'argomento. Troppo lungo per riportarlo, ma che mi spinge ad una osservazione:

"Non è proponibile, la tua domanda. Infatti, se in qualche modo si può parlare di <Trovare Dio>, non significa nulla <Trovare l'anima>, che ognuno di noi sente benissimo esistere dentro di se e che al massimo si può <negare>, ma mentendo".

Lucio Musto is offline  
Vecchio 23-01-2007, 20.28.25   #9
paperapersa
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Originalmente inviato da Rudello
Gentile "paperapersa", non pensavo affatto di intervenire in questo dibattito. Troppo impegnativo e profondo, per me.

Ma riguardando le mie carte, per altri motivi, ho trovato uno scritto di qualche tempo fa sull'argomento. Troppo lungo per riportarlo, ma che mi spinge ad una osservazione:

"Non è proponibile, la tua domanda. Infatti, se in qualche modo si può parlare di <Trovare Dio>, non significa nulla <Trovare l'anima>, che ognuno di noi sente benissimo esistere dentro di se e che al massimo si può <negare>, ma mentendo".


A me invece sembra una equazione
poichè nel momento in cui scopro di essere un anima
che vive in un corpo e non solo un corpo con tutti i suoi bisogni
esclusivamente bassi (sensi, istinti, desideri)
ma qualcosa di più elevato necessariamente
andrò avant i nella mia ricerca
e non potrò più negare la mia parte spirituale
e divengo un ricercatore di Dio.....o un trovatore..
paperapersa is offline  
Vecchio 23-01-2007, 21.51.10   #10
Lucio Musto
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Citazione:
Originalmente inviato da paperapersa
A me invece sembra una equazione
poichè nel momento in cui scopro di essere un anima
che vive in un corpo e non solo un corpo con tutti i suoi bisogni
esclusivamente bassi (sensi, istinti, desideri)
ma qualcosa di più elevato necessariamente
andrò avant i nella mia ricerca
e non potrò più negare la mia parte spirituale
e divengo un ricercatore di Dio.....o un trovatore..


Esattamente così!
O per una volta sono riuscito a spiegarmi o tu sei davvero bravissima!

In quel "necessariamente" c'è la coscienza scontata di avere un'anima che, per sua natura ricerca l'assoluto. Che per noi credenti si chiama Dio.

Il fatto di trovarlo o meno... è poi cosa solo nostra.
Lui non fa certo nulla, per nascondersi!
Lucio Musto is offline  

 



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