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Vecchio 13-09-2007, 09.59.44   #131
hetman
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L’attesa dei due Messia nei documenti di Qumran

Citazione:
1QS, IX – 9 ... Non usciranno da alcun consiglio della legge per camminare nella ostinazione del
loro cuore, saranno invece retti in base alle prime disposizioni nelle quali incominciarono ad essere
formati gli uomini della comunità, 11 fino alla venuta del profeta e dei Messia di Aronne e di
Israele…
Questo è solo un piccolo estratto dell’intero rotolo, il passo in cui si parla della attesa di ben due
Messia. Tuttavia è la base principale su cui si fonda l’idea che gli abitanti di Qumran avessero
teorizzato la venuta di due Messia distinti. Esso è particolarmente importante in quanto il testo
originario è estremamente chiaro e privo di ambiguità nello stabilire al v. 11 l’attesa di due figure
messianiche. Esso utilizza infatti il termine “Messia” al plurale. Il Messia di Israele sarebbe un
Messia “davidico”, un condottiero o un re potente e dominatore da un punto di vista politico, come
descritto in Geremia 23:5-6, Numeri 24:17 o nel Salmo 2. Il Messia di Aronne sarebbe invece
inquadrabile nel filone dei Messia “sacerdotali”, figure profetiche o predicatrici destinate a soffrire
e ad essere ingiustamente accusate, non mancando però di svolgere compiti di importanza
fondamentale (vedi ad es. Isaia Cap. 53). Accanto alla citazione dei due Messia compare anche la
profezia della venuta di un non meglio identificato “profeta” (cfr. v. 11). Purtroppo il passo è molto
scarno, l’unica cosa di cui parla a questo proposito è la venuta nel futuro di queste tre figure senza
precisare altro.
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Vecchio 17-09-2007, 19.38.38   #132
hetman
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STRALCI DAGLI SCRITTI DI ‘ABDU'L-BAHÁ
L'evoluzione dello spirito


Nel mondo dello Spirito non si può retrocedere. Il mondo dei mortali è un mondo di contraddizioni, di opposti. Essendo il moto inevitabile tutto deve andare o in avanti o retrocedere. Nel campo dello spirito, non è possibile arretrare; tutto il movimento non può essere che verso uno stato perfetto. « Progresso » è l'espressione dello Spirito nel mondo della materia. L'intelligenza dell'uomo, il potere del ragionamento, le sue cognizioni, le sue scoperte scientifiche, essendo manifestazioni dello Spirito, sono sotto la inevitabile legge del progresso spirituale, e sono, perciò, necessariamente immor-tali.
La mia speranza è che voi progrediate sempre tanto nel campo dello Spirito che in quello della materia; che la vostra intelligenza si sviluppi, le vostre cognizioni aumentino, e la vostra mente si apra sempre di più.
Dovrete sempre spingervi avanti, mai rimaner fermi. Evitate l’inerzia, che è il primo passo indietro, verso la decadenza. Tutta la creazione fisica è caduca. I corpi sono composti di atomi; quando questi atomi cominciano a separarsi, ha luogo la decomposizione, ed allora viene ciò che si chiama la morte. Questa composizione di atomi, che costituisce il corpo o l'elemento mortale di qualsiasi essere creato, è temporanea. Quando viene meno la potenza di attrazione che tiene questi atomi insieme, il corpo, come tale, cessa di esistere.
Per l'anima non è così. L'anima non è una combinazione di elementi; non è composta di tanti atomi; essa è di una indivisibile sostanza, e perciò eterna. L’anima è completamente fuori dell'ordine della creazione fisica; essa è immortale.
La filosofia scientifica ha dimostrato che un elemento semplice (« semplice » nel senso di « non composto ») è indistruttibile, eterno.
L'anima, non essendo una composizione di elementi, è, in carattere, come un elemento semplice, e perciò non può cessare di esistere.
L'anima, essendo di una sostanza indivisibile, non può esser soggetta né a decomposizione né a distruzione, e perciò non c'è ragione alcuna perché possa arrivare ad una fine. Tutte le cose viventi mostrano segni della loro esistenza; ne consegue che questi segni non potrebbero per se stessi esistere, se ciò che esprimono o che provano non esistesse. Una cosa che non esiste, non può, certamente, dar se-gni di esistenza. Gli innumerevoli segni dell'esistenza dello Spirito stanno sempre dinanzi a noi.
Le tracce dello Spirito di Gesù Cristo, l'influenza dei Suoi divini insegnamenti, sono oggi con noi e dureranno sempre. Una cosa inesistente non può indiscutibilmente dar segni di vita. Per potere scrivere, un uomo deve esistere; uno che non esiste non può scrivere. Lo scrivere è in se stesso un segno dell'anima e dell'intelligenza di chi scrive. Le Sacre Scritture, con sempre gli stessi insegnamenti, provano la continuità dello Spirito.
Considerate lo scopo della creazione: è mai possibile che tutto sia stato creato per evolversi e svilupparsi attraverso innumerevoli secoli, con questa ristretta finalità in vista; pochi anni di vita d'un uomo sulla terra? Non è inammissibile che questo sia lo scopo supremo dell'esistenza?
Il minerale si evolve finchè è assorbito nella vita d'una pianta; la pianta progredisce finché per-de la sua vita con quella dell'animale; l'animale a sua volta, facendo parte del cibo dell'uomo, è assorbito nella vita umana. Così si vede che l'uomo è la somma totale della creazione, l'essere superiore a tutti gli altri, la meta del progresso di innumerevoli secoli di esistenza.
Tutt'al più l'uomo passa una novantina d'anni in questo mondo; un breve tempo davvero. Ma cessa un uomo di esistere quando lascia il suo corpo? Se la vita giunge ad un fine, allora tutta la precedente evoluzione è inutile, tutto è stato fatto per niente! È possibile immaginare che la creazione non abbia uno scopo più importante?
L'anima è eterna. I materialisti domandano: « Dov’è l'anima? Che cosa è? Non possiamo né vederla né toccarla ». Ecco come dobbiamo loro rispondere: Per quanto grande possa essere il progresso del minerale, esso non ha il potere di comprendere il mondo vegetale. Ora, questa mancanza di com-prensione non prova la inesistenza della pianta. Per quanto alto sia il grado di evoluzione a cui la pianta può giungere, essa non può capire il mondo animale: quest'ignoranza non vuol dire che l'animale non esista. L'animale, sia pure altissimo il suo grado di sviluppo, non può immaginare l'intelligenza dell'uomo, né può farsi un'idea della natura dell'anima umana. Ma, diciamo ancora, ciò non prova che l'uomo sia senza intelletto, o senza anima. Tutti questi fatti dimostrano soltanto che una forma di creazione non ha il potere di comprendere una forma superiore a se stessa.
Questo fiore può non aver nozione di un essere come l'uomo, ma il fatto della sua ignoranza non toglie che esista l'umanità. Allo stesso modo, se i materialisti non credono nell'esistenza dell'anima la loro incredulità non prova affatto che non esista un regno tale come quello dello spirito. L'esistenza stessa dell’intelletto dell'uomo è una prova della sua immortalità. L'oscurità prova che esiste la luce, perché senza la luce non vi sarebbe l'ombra. La povertà dimostra che c'è la ricchezza, perché senza la ricchezza, come potremmo misurare la povertà? L'ignoranza è un segno che la sapienza esiste, perché senza la sapienza non vi potrebbe essere ignoranza. Dunque, l'idea della mortalità presuppone l'idea dell'immortalità; perché se non vi fosse la vita eterna non vi sarebbe modo di misurare la vita di questo mondo.
Se lo spirito non fosse immortale, come potrebbero le Manifestazioni di Dio sopportare così dure prove? Perché Gesù Cristo soffrì la orribile morte sulla croce? Perché Maometto sopportò tante persecuzioni? Perché il Báb fece il sacrificio supremo, e perché Bahá'u'lláh passò la Sua vita in carcere? Tanto soffrire non può non essere prova della vita eterna dello spirito. Gesù soffrì, si sottopose ad ogni prova, perché il Suo spirito era immortale.
Se un uomo riflette, può comprendere il significato spirituale della legge del progresso; come tutto si muove dal grado inferiore a quello superiore. Soltanto un uomo senza intelletto può, dopo aver considerato tutte queste cose, immaginare che il grande sistema della creazione cessi ad un tratto di progredire, che l'evoluzione giunga ad una fine così inadeguata! I materialisti che ragionano in questo modo e pretendono che non ci è possibile vedere il mondo dello Spirito o percepire le benedizioni di Dio, sono davvero come gli animali che non hanno alcuna intelligenza; hanno occhi e non vedono,hanno orecchi e non sentono. E questa mancanza di vista e di udito altro non prova che la loro inferiorità. Di essi si legge nel Corano: « Sono uomini ciechi e sordi per lo spirito ». Essi non adoperano quel grande dono di Dio, il potere dell'intelletto, per il quale potrebbero vedere e udire con gli occhi e con gli orecchi dello spirito, e comprendere con un cuore divinamente illuminato.
La incapacità della mente del materialista di afferrare l'idea della vita eterna non prova la inesi-stenza di quella vita. La comprensione dell'altra vita dipende dalla nostra nascita spirituale.
Io prego perché le vostre aspirazioni e le vostre facoltà spirituali possano aumentare ogni gior-no e perché non lasciate mai che i sensi materiali nascondano ai vostri occhi lo splendore della Luce Celeste.
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Vecchio 17-09-2007, 19.40.30   #133
hetman
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STRALCI DAGLI SCRITTI DI ‘ABDU'L-BAHÁ
Il corpo, l'anima e lo spirito


Vi sono nel mondo dell'umanità tre stadi: Del corpo, dell'anima e dello spirito.
Il corpo è lo stadio fisico o animale dell'uomo. Dal punto di vista del corpo, l'uomo fa parte del regno animale. I corpi degli uomini e degli animali sono ugualmente composti di elementi tenuti insieme dalla legge dell'attrazione.
Come l'animale. l'uomo possiede le facoltà dei sensi. È soggetto al caldo, al freddo, alla fame, alla sete ecc. Ma diversamente dall'animale, l'uomo ha un'anima ragionevole: l'intelligenza umana. Questa intelligenza dell'uomo è l'intermediario fra il suo corpo e il suo spirito.
Quando l'uomo permette allo spirito d'illuminare attraverso la sua anima il suo intelletto, allora in lui v'è tutta la creazione; perché l'uomo essendo il punto culminante di tutto ciò che è venuto prima quindi superiore ad ogni precedente evoluzione, contiene in se stesso tutto il mondo inferiore.
Illuminata dallo spirito per mezzo dell'anima, la radiosa intelligenza dell'uomo fa di lui il coro-namento della creazione.
Ma d'altra parte, quando l'uomo non apre la mente ed il cuore alla benedizione dello Spirito, ma volge l'anima al lato materiale, alla parte fisica della sua natura, allora egli cade del suo alto rango e diventa inferiore agli animali nel regno loro. In tal caso l'uomo si trova in una condizione dolorosa! Poiché se le qualità spirituali dell'anima, aperta all'alito dello Spirito Divino, non sono mai adoperate, finiscono per atrofizzarsi, indebolirsi, e divenire da ultimo impotenti; mentre venendo esercitate soltan-to le qualità materiali dell'anima, queste diventano paurosamente potenti, e l'uomo infelice, traviato, di-viene più selvaggio, più ingiusto, più abbietto, più crudele, più malvagio degli stessi animali bruti. Tutte le sue aspirazioni e tutti i suoi desideri ricevono forza dalla parte più bassa della natura dell'anima, egli diventa sempre più brutale, fino a che tutto l'essere suo viene a non trovarsi in alcun modo superiore a quello delle bestie che periscono. Gli uomini in questo stato, pensano solo a fare perfide azioni, a nuocere e a distruggere; mancano completamente dello Spirito della Compassione Divina, perché la qualità celestiale dell'anima è dominata da quella della materialità.
Se al contrario, la natura spirituale dell'anima è stata così rinvigorita da tener sottomessa la parte materiale, allora l'uomo si avvicina alla Divinità; la sua natura umana si innalza talmente che le virtù del-le Coorti Celesti si manifestano in lui; egli irradia la misericordia di Dio, stimola il progresso Spirituale del genere umano, perché egli diventa la luce che illumina la via agli uomini.
Voi capite come l'anima sia l'intermediario fra il corpo e lo spirito. Alla stessa guisa questo albero è l'intermediario fra il seme e il frutto . Quando il frutto dell'albero apparisce e si matura, allora sappiamo che l'albero è perfetto. Se l'albero non producesse frutti, sarebbe una pianta inutile, non avendo alcuno scopo!
Quando un'anima ha in sé la vita dello spirito, produce buoni frutti e diviene un albero divino. Vorrei che cercaste di ben capire questo esempio.
Spero che l'ineffabile bontà di Dio vi darà tanta forza da far sì che la qualità celestiale delle ani-me vostre, la quale le congiunge allo spirito, dominerà sempre sulla parte materiale, regolando i sensi così completamente che le vostre anime si avvicineranno alle perfezioni del Regno Divino. Possano i vostri visi, volgersi saldamente verso la luce divina e diventare così luminosi che tutti i vostri pensieri, le vostre parole e i vostri atti risplendano della radiosa luce spirituale che domina le vostre anime, cosic-ché in qualunque assemblea nel mondo vi troviate possiate mostrare la perfezione della vostra vita.
Alcuni uomini si occupano solamente delle cose di questo mondo; le loro menti si limitano alle maniere esteriori ed ai tradizionali interessi, e non vedono alcun altro regno di esistenza, non capiscono il significato spirituale di tutte le cose. I loro pensieri ed i loro sogni hanno per oggetto la fama monda-na e il progresso materiale. Il loro orizzonte è limitato dai piaceri sensuali e dalle comodità della vita; le loro più alte ambizioni consistono in successi mondani. Essi non frenano le loro tendenze basse; mangiano bevono e dormono! Come l’animale, non pensano ad altro che al loro benessere fisico. È vero che a queste necessità bisogna pure adempiere. La vita è un peso che bisogna portare mentre siamo sulla terra; ma non si deve lasciare che le cure delle cose materiali della vita prendano tutti i pensieri e le aspirazioni di un essere umano. Le ambizioni del cuore dovrebbero elevarsi ad una meta più luminosa; l'attività mentale dovrebbe alzarsi a livelli più alti. L'uomo dovrebbe tenere nell'anima la visione della perfezione celeste, e prepararvi una dimora per la inesauribile munificenza dello Spirito Divino.
Lasciate che la vostra ambizione sia la realizzazione sulla terra d'una civiltà celeste! Domando per voi la benedizione suprema; possiate voi essere dotati della vitalità dello Spirito Santo così da dare la vera vita al mondo.
hetman is offline  
Vecchio 25-09-2007, 19.46.45   #134
cassiopea
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Riferimento: La Fede Bahà'ì...e l'evoluzionismo

Il post seguente sembra piu' adatto a questo 3d...in particolare sembra illustrare molto bene il rapporto tra fede Baha'i e altre religioni...


[quote=hetman]Riferimento: Islam....che fare ??

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Oltre a "L'Islam" di Alessandro Bausani (Bahá'í), anche con la sua traduzione del "Corano", si potrebbe leggere: "RELIGIONI RIVELATE" Augusto Robiati (Bahá'í).
Specialmente il capitolo dedicato all'Islam, anche se in questo libro si fà un decorso di tutte le religioni monoteiste col fine di confronto ed analisi intesa a definire, se esse possono o no, essere definite conseguenziali e derivanti da un "Progetto Divino" unico per l'evoluziome umana.


Evoluzione umana o evoluzione delle religioni? la fede Baha'i essendo l'ultima rivelata dovrebbe essere quella piu' 'giusta' rispetto le precedenti, vero? dunque in tale prospettiva 'evoluzionista' anche l'Islam sarebbe imperfetto rispetto la fede Baha'i..
ora...l'evoluzionismo nelle scienze umane si affermo' tra la meta' e la fine del XIX sec...nell'Impero Ottomano, in cui il vostro Bahá'u'lláh fu esiliato, si trovavano gia' pensatori e filosofi che s'ispiravano alle correnti europee...non puo' essere che Bahá'u'lláh, verso la fine della sua vita, sia venuto a contatto con le idee evoluzioniste dell'epoca ed esse abbiano contribuito alla formazione del suo 'pensiero religioso'?
cassiopea is offline  
Vecchio 26-09-2007, 02.12.14   #135
Shahruz
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Riferimento: La Fede Bahà'ì...e l'evoluzionismo

cassiopea scrive:
Evoluzione umana o evoluzione delle religioni? la fede Baha'i essendo l'ultima rivelata dovrebbe essere quella piu' 'giusta' rispetto le precedenti, vero? dunque in tale prospettiva 'evoluzionista' anche l'Islam sarebbe imperfetto rispetto la fede Baha'i..

Shahruz scrive:
Se consideriamo le religioni come uno strumento per raggiungere un certo traguardo spirituale, possiamo dire che essendo l'Islam lo strumento attraverso il quale l'umanità ha raggiunto lo stadio di 'nazioni' esso ha compiuto adeguatamente al suo compito (vedi il mondo odierno rispetto alla comparsa dell'islam).
La Fede Bahà'ì si propone come 'strumento' per raggiungere l'unità mondiale, di conseguenza non si parla di religione più o meno giusta di altre ma dell'unica religione che si propone questo scopo, le altre religioni avevano obiettivi differenti per quanto ugualmente nobili.
La metto in questi termini perchè per i Bahà'ì tutte le religioni hanno un valore preciso, mentre nella forma in cui è stata posta la domanda sentivo un sapore svalorizzante nei confronti dell'islam, sebbene involontario.

cassiopea scrive:
ora...l'evoluzionismo nelle scienze umane si affermo' tra la meta' e la fine del XIX sec...nell'Impero Ottomano, in cui il vostro Bahá'u'lláh fu esiliato, si trovavano gia' pensatori e filosofi che s'ispiravano alle correnti europee...non puo' essere che Bahá'u'lláh, verso la fine della sua vita, sia venuto a contatto con le idee evoluzioniste dell'epoca ed esse abbiano contribuito alla formazione del suo 'pensiero religioso'?

Shahruz scrive:
Tutto può essere, perchè no?
Personalmente le probabilità mi sembrano piuttosto basse anche perchè se nessuno dice quello che dici tu(impersonale) che importanza può avere supporre che altri ti abbiano ispirato. Tutt'ora quando parlo a gente ignara della visione Bahà'ì sulla progressività delle religioni, spesso si hanno dei veri e propri giramenti di testa, la gente se parlo troppo apertamente va in confusione per qualche istante e mi chiede di fermarmi un momento.
Questo mi ha fatto sorgere un dubbio, e cioè che se gente anche colta ha di questi effetti è probabile che le idee Bahà'ì espresse con una buona padronanza nel loro insieme abbiano qualcosa di veramente particolare e fuori dal pensiero comune anche attuale. Ti parlo anche di gente che frequenta gruppi di meditazione, movimenti spirituali o che si interessa di storia, filosofia e quant'altro...

Col tempo e anche con l'osservazione passiva delle discussioni tra i Bahà'ì e i curiosi noterai che ogni persona si interessa solo di un nodo specifico di quello che Bahà'u'llàh ha scritto e solleveranno dubbi e legittimità di pensiero solo su quel punto, e saranno sempre punti diversi tra loro. Quello che la maggior parte della gente non nota è che non è strano che una persona dica una cosa interessante rispetto al suo tempo, ma che ne dica 100mila tutte da solo pur non avendone apparentemente i mezzi.

Un saluto
Shahruz
Shahruz is offline  
Vecchio 26-09-2007, 21.02.57   #136
cassiopea
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Riferimento: La Fede Bahà'ì...e l'evoluzionismo

Shahruz scrive:
Se consideriamo le religioni come uno strumento per raggiungere un certo traguardo spirituale, possiamo dire che essendo l'Islam lo strumento attraverso il quale l'umanità ha raggiunto lo stadio di 'nazioni' esso ha compiuto adeguatamente al suo compito (vedi il mondo odierno rispetto alla comparsa dell'islam).


La Fede Bahà'ì si propone come 'strumento' per raggiungere l'unità mondiale, di conseguenza non si parla di religione più o meno giusta di altre ma dell'unica religione che si propone questo scopo, le altre religioni avevano obiettivi differenti per quanto ugualmente nobili.
La metto in questi termini perchè per i Bahà'ì tutte le religioni hanno un valore preciso, mentre nella forma in cui è stata posta la domanda sentivo un sapore svalorizzante nei confronti dell'islam, sebbene involontario.

In effetti ammetto il tono un po' polemico del mio post..ma mi sembra che il tono svalorizzante nei confronti dell'islam (e del cristianesimo) sia stato usato gia' nel post di Hetman..
molto probabilmente ha ragione: chi non e' Baha'i non riesce bene a comprendere il discorso dell'evoluzione delle religioni..O meglio..soprattutto per chi ha una forte formazione nelle scienze sociali, l'evoluzionismo e' visto come quella corrente che ha permesso all'uomo moderno di ritenersi superiore ai suoi precedenti, per non dire poi rispetto ai popoli meno 'civilizzati'..



cassiopea scrive:
ora...l'evoluzionismo nelle scienze umane si affermo' tra la meta' e la fine del XIX sec...nell'Impero Ottomano, in cui il vostro Bahá'u'lláh fu esiliato, si trovavano gia' pensatori e filosofi che s'ispiravano alle correnti europee...non puo' essere che Bahá'u'lláh, verso la fine della sua vita, sia venuto a contatto con le idee evoluzioniste dell'epoca ed esse abbiano contribuito alla formazione del suo 'pensiero religioso'?

Shahruz scrive:
Tutto può essere, perchè no?
Personalmente le probabilità mi sembrano piuttosto basse anche perchè se nessuno dice quello che dici tu(impersonale) che importanza può avere supporre che altri ti abbiano ispirato. Tutt'ora quando parlo a gente ignara della visione Bahà'ì sulla progressività delle religioni, spesso si hanno dei veri e propri giramenti di testa, la gente se parlo troppo apertamente va in confusione per qualche istante e mi chiede di fermarmi un momento.

ecco..mi aggiungo alla schiera..non e' facile immaginare un sistema in cui tutto ha un valore..pero' e' posto su una scala..
l'idea del 'contatto' tra il vostro Bahá’u’lláh e l'evoluzionismo mi si e' presentata dopo la lettura dell'articolo di Lewis:

'Bahá’u’lláh’s ‘Mathnavíy-i Mubárak’ introduction and provisional verse translation' (http://bahai-library.org/bsr/bsr09/9...s_mathnavi.htm)

teorie linguistiche a parte (l'uso della forma del mathnavi, turco: mesnevi), per me era interessante il fatto che egli abbia visitato la loggia mevlevi di Galata..gia' punto di contatto tra molti occidentali e i cosidetti 'dervisci danzanti'. E' soprattutto una curiosita' storica...(ma sai che anche su Maometto non mancano studi che cercano di 'inquadrarlo' -mi si passi il brutto termine- come uomo del suo tempo, non avulso dalla realta' circostante..)

Questo mi ha fatto sorgere un dubbio, e cioè che se gente anche colta ha di questi effetti è probabile che le idee Bahà'ì espresse con una buona padronanza nel loro insieme abbiano qualcosa di veramente particolare e fuori dal pensiero comune anche attuale. Ti parlo anche di gente che frequenta gruppi di meditazione, movimenti spirituali o che si interessa di storia, filosofia e quant'altro...

..ecco..qui son meno convinta..da quel (sicuramente poco) che ho letto..ti diro': mi sarei stupita di piu' se magari una tale idea della progressivita' delle religioni fosse venuta in mente a Maometto..proprio perche' di un'altra epoca..mente il fatto che una tale idea si sia diffusa alla fine dell'XIX secolo..mi porta piu' a credere che sia stato il momento storico a determinare religioni e filosofie..e non viceversa..(ok..ammetto che e' una visione che puo' esser definita 'riduzionista')

Col tempo e anche con l'osservazione passiva delle discussioni tra i Bahà'ì e i curiosi noterai che ogni persona si interessa solo di un nodo specifico di quello che Bahà'u'llàh ha scritto e solleveranno dubbi e legittimità di pensiero solo su quel punto, e saranno sempre punti diversi tra loro. Quello che la maggior parte della gente non nota è che non è strano che una persona dica una cosa interessante rispetto al suo tempo, ma che ne dica 100mila tutte da solo pur non avendone apparentemente i mezzi.

..su questo hai ragione..ma magari se uno riesce a superare l'interesse per il 'solo' nodo (piano piano..magari potra' poi notare il resto..

grazie per le spiegazioni
cassiopea is offline  
Vecchio 27-09-2007, 10.18.23   #137
hetman
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X Cassiopea

Vorrei chiarire il concetto da Te posto in merito al passo (inglese) linkato.

L'uso da parte di Bahá'u'llah di riferimenti a personaggi della cultura e credenza araba, può essere rivista come i riferimenti che Gesù esprimeva, a suo tempo, dei personaggi storici e culturali ebraici, che si trovano nei Vangeli, oppure i riferimenti di Muhammad a Gesù, Maria ed altri della cultura cristiana, che si ritrovano nel Corano.

Tali riferimenti sono da ritenere gli anelli di congiunzione tra le varie Religioni a dimostrazione della loro conseguenzialità e del loro carattere evolutivo.

Saluti
hetman is offline  
Vecchio 27-09-2007, 11.13.15   #138
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Originalmente inviato da hetman
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Vorrei chiarire il concetto da Te posto in merito al passo (inglese) linkato.

L'uso da parte di Bahá'u'llah di riferimenti a personaggi della cultura e credenza araba, può essere rivista come i riferimenti che Gesù esprimeva, a suo tempo, dei personaggi storici e culturali ebraici, che si trovano nei Vangeli, oppure i riferimenti di Muhammad a Gesù, Maria ed altri della cultura cristiana, che si ritrovano nel Corano.

Tali riferimenti sono da ritenere gli anelli di congiunzione tra le varie Religioni a dimostrazione della loro conseguenzialità e del loro carattere evolutivo.

Saluti

Beh e' possibile..e in effetti i riferimenti sono un anello di congiunzione..Pero' ehm..ci terrei a precisare che il passo citato non trattava di riferimenti a 'credenze arabe'. Tutt'altro..tratta anzi dell'uso di una forma di scrittura lingua persiana (per l'appunto il mathnawi) impiegata da grandi poeti e mistici persiani quali Rumi, Hafez e Sana'i...usata anche da Bahá'u'llah, uomo di indubbia cultura..Tra l'altro, le logge mevlevi di Edirne ed Istanbul (all'epoca citta' ottomane) erano rinomate per esser dei centri di cultura, in cui si studiavano le opere e i commentari di Rumi (sempre in persiano..). Dunque..storicamente non e' poi cosi' strano che nel suo soggiorno in queste citta' Bahá'u'llah abbia visitato questi centri, ritrovandoci forse un po' del sostrato culturale della propria terra natia..
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Vecchio 27-09-2007, 18.37.04   #139
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Citazione:
Originalmente inviato da cassiopea
Beh e' possibile..e in effetti i riferimenti sono un anello di congiunzione..Pero' ehm..ci terrei a precisare che il passo citato non trattava di riferimenti a 'credenze arabe'. Tutt'altro..tratta anzi dell'uso di una forma di scrittura lingua persiana (per l'appunto il mathnawi) impiegata da grandi poeti e mistici persiani quali Rumi, Hafez e Sana'i...usata anche da Bahá'u'llah, uomo di indubbia cultura..Tra l'altro, le logge mevlevi di Edirne ed Istanbul (all'epoca citta' ottomane) erano rinomate per esser dei centri di cultura, in cui si studiavano le opere e i commentari di Rumi (sempre in persiano..). Dunque..storicamente non e' poi cosi' strano che nel suo soggiorno in queste citta' Bahá'u'llah abbia visitato questi centri, ritrovandoci forse un po' del sostrato culturale della propria terra natia..

Piccolo accenno biografico di Bahá’u'lláh:
Bahá’u'lláh, il Cui nome in arabo significa “La Gloria di Dio”, nacque il 12 novembre 1817 a Teheran. Figlio di un facoltoso ministro, Mirzá Buzurg-i-Nurí, ebbe il nome di Husayn-’Alí e la Sua famiglia poteva vantare ascendenze fino alle grandi dinastie del passato imperiale dell’Iran. Giovane, Bahá’u'lláh, condusse una vita principesca, ricevendo un’educazione rivolta essenzialmente all’equitazione, scherma, arte calligrafica e poesia classica.

Come puoi notare, a differenza delle precedenti Dispensazioni, Bahá’u'lláh è stato educato in ambiente "aristocratico", nella cultura base a cui apparteneva, l'islam in primis e poi il babismo ed il susseguente bahaismo di cui fù emanatore, che impermeavano la Sua cultura umana.

Cito quanto espresso da Shahruz nella conclusione del suo intervento:
"Quello che la maggior parte della gente non nota è che non è strano che una persona dica una cosa interessante rispetto al suo tempo, ma che ne dica 100mila tutte da solo pur non avendone apparentemente i mezzi."

Saluti
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Vecchio 27-09-2007, 18.56.12   #140
Shahruz
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Citazione:
Originalmente inviato da cassiopea
Tutt'altro..tratta anzi dell'uso di una forma di scrittura lingua persiana (per l'appunto il mathnawi) impiegata da grandi poeti e mistici persiani quali Rumi, Hafez e Sana'i...usata anche da Bahá'u'llah, uomo di indubbia cultura..Tra l'altro, le logge mevlevi di Edirne ed Istanbul (all'epoca citta' ottomane) erano rinomate per esser dei centri di cultura, in cui si studiavano le opere e i commentari di Rumi (sempre in persiano..). Dunque..storicamente non e' poi cosi' strano che nel suo soggiorno in queste citta' Bahá'u'llah abbia visitato questi centri, ritrovandoci forse un po' del sostrato culturale della propria terra natia..

Esistono storie molto interessante riguardo al periodo in cui Bahà'u'llàh si ritirò per due anni in isolamento nel kurdistan. Fu quello il periodo in cui stette a contatto anche con sufi e mistici islamici in genere. Era noto come il dervisho, a quel tempo l'unica persona a sapere che Bahà era messaggero di Dio era il figlio Abdu'l-Bahà che era ancora molto giovane, sotto i 20 anni. Per cui a quei tempi Bahà'u'llàh passava per uomo qualunque seppur speciale, e coloro che andavano da Lui lo interrogavano su questioni spirituali e su testi specifici a cui Lui rispondeva spesso :"Dio mi è testimone che io non ho mai avuto modo di visionare quei testi.." e poi li citava a memoria addirittura aggiungendo i versetti chiaramente mancanti sui manoscritti e perduti per sempre. Ma aldilà di questo la particolarità fu che scrisse alcuni testi come 'Le sette Valli' in stile sufi e solo perchè erano testi rivolti a loro e non perchè lo avesse imparato da loro, infatti i testi Bahà'ì sono scritti in molti stili e generi differenti proprio perchè ognuno si rivolgeva specificamente ad un pubblico preciso: taluni sono adatti ai musulmani sciiti altri ai cristiani e coloro che studiano l'apocalisse ecc.
Nello specifico 'Le sette Valli' è tutt'ora ritenuto dalla critica indipendente un capolavoro di letteratura sufi ad opera di un Asceta non meglio identificato, nel senso che Bahà'u'llàh non si era proposto in modo particolare, e ancora oggi risulta che quelle popolazioni siano in possesso di scritti Sacri sconosciuti agli stessi Bahà'ì che saranno divulgati in seguito.
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