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Vecchio 18-04-2007, 09.01.17   #31
dany83
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Riferimento: L'inferno è già qui...

certo che l'inferno è gia qui!l'odio,la violenza,la mafia e tutte queste cose qua sono l'anticristo!l'uomo non ha saputo mai controllarsi ed è andato sempre di più contro Dio,e i risultati sono questi...
dany83 is offline  
Vecchio 18-04-2007, 09.08.12   #32
visechi
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Conosco il pensiero di Zolla che era anche un grande estimatore di Nisargadatta e mi sono limitato a rilevare la chiarezza cristallina delle parole postate da Gyta.


Ottima cosa, ne sono felice per te. Io, come già ti dissi poco sopra, ho a malapena letto un suo saggio, quello che ti consigliai di leggere, da quelle poche pagine ho intuito – solo intuito – parte del suo pensiero… non mi ha interessato molto, l’ho messo da parte, mi sono dedicato ad altro, purché fosse meno evanescente e molto più concreto… perché no, ad un credente la cui fede è genuina e profonda – almeno per quel poco che posso capirne io -. Un certo Abbé Pierre, “l’insorto di Dio”, colui che presuntuosamente volle dichiarare la propria personalissima guerra contro la miseria. Pur non essendo un grande estimatore di Google e dei risultati che spesso produce, t’invito io ad inserire nel motore di ricerca quel nome, oppure ‘Emmaus’, vedi un po’ cosa ne tiri fuori.

Ma ti agevolo un pochino, L’Abbé Pierre è il fondatore di Emmaus. Mi fermo qui ed evito di rovinarti la sorpresa, mi limito a trascriverti qualche suo pensiero da me ritenuto più che profondo. Sono estratti tutti da “Mio Dio… perché?”. Ti prego di leggere con attenzione ed animo scevro da pregiudizi… si tratta di un cattolico morto pochissimo tempo fa alla veneranda età di 93 anni, quasi tutti dedicati ad inseguire un sogno… il suo sogno, concreto quanto astratto, vero e reale, quanto onirico e chimerico: combattere il Male (lui lo scriveva con l’iniziale maiuscola) e la povertà. Buona lettura, spero sia proficua, per me lo è stata tantissimo:
<<Ho appreso di recente che sulla terra sarebbero vissuti circa ottanta miliardi di esseri umani. Hanno avuto un’esistenza dolorosa, hanno penato, sofferto… e per che cosa? Sì, Dio mio, perché?>>
Avrai notato che non esprime solo una domanda, afferma che hanno patito, che hanno sofferto; egli è certo che abbiano penato. Poi si rivolge al Padre definendolo ‘mio’. L’Abbé Pierre era un innamorato del Padre e lo definisce ‘mio’. Mio quanto può essere ‘mio’ per chiunque del Padre sia innamorato. Resta inteso che ci si può innamorare anche di un’illusione. A Lui si rivolge, a Lui domanda… credo non fosse insensato rivolgere a Lui, al Padre ‘suo’, la domanda… si chiede perché, per quale motivo abbiano sofferto. E’ così peregrino e stupido farlo?

Prosegue:
<<Mio Dio, fino a quando durerà questa tragedia? Nei catechismi di tutte le religioni si dice che la vita ha un significato. Ma quanti uomini e donne, su decine di miliardi, hanno potuto scoprire tale significato? Quanti hanno potuto prendere coscienza di una vita spirituale, di una speranza? Quanti altri al contrario hanno vissuto come animali, nella paura, schiacciati dagli imperativi della sopravvivenza, nella precarietà, nel dolore della malattia?Quanti hanno avuto la fortuna di meditare sul significato dell’esistenza?>>
Domande fondamentali, molto più di quelle filosofiche: da dove veniamo, che senso ha la nostra esistenza e cose simili… Io m’inchino, mi tolgo il cappello e rifletto con animo sereno… A quanti la Vita ha concesso questo lusso?. Ad uno stomaco vuoto è difficile giunga l’ispirazione giusta o appena sufficiente per la ricerca di un stato meditativo tale da permettere la corretta con-fusione, in pace e serenità, con il Tutto Cosmico Iper-Coscienziale di cui tanto si vagheggia con impettito amor proprio qui dentro, oppure che si persegua la Via Maestra che conduce al Vero Sé, previa opportuna pulizia dei sette chakra, oppure la nascita del Porkayuta prakamanna atamanico del Brahaman coscienziale cosmicoà sempre e comunque della cippa lippa.

Convieni con me? Cosa te ne pare? Si tratta forse di un percorso iniziatico che induce un nirvana riservato ai pochi eletti con lo stomaco pieno e la noia nell’anima?
Credi siano domande ininfluenti quelle del minuscolo ‘pasdaran della sofferenza’? Non percepisci anche tu un’insensatezza e un’indecenza, un sacrilegio ed una goffaggine di fondo in ogni nostro domandare e discutere intorno alla ‘consapevolezza’, alla ‘coscienza superiore’, all’Osservatore, al Testimone? Non percepisci anche tu uno stridulo suono che si spande nell’aria nelle nostre illuminate ed illuminanti parole e un’oscura dissonanza in ogni nostro vacuo e vano vociare intorno all’amore del Tutto?

Sii sincero almeno con te stesso, a me menti pure… che vuoi che importi?

Dopo queste vane domande – vane perché rivolte ad un amore che non risponde -, egli, quasi sconsolato (prova ad udire il tono delle sue parole), prosegue: indocile ed indiscreto:
<<[b]Mio[]/b] Dio perché? Perché il mondo? Perché la vita? Perché l’esistenza umana?>>
Che dirti? Alla fine, al termine d’ogni riflessione sviluppata da chi nella propria vita abbia conosciuto da vicino e concretamente la radicalità del Male, la sua protervia, il dolore che si spande originatosi da quella funesta fonte, non può che rivolgere questa supplice domanda al Padre (chiunque Egli sia). Prova ad immaginare quante e quante volte hanno echeggiato le stesse identiche parole espresse in vari idiomi all’interno delle baracche di Auschwitz. Parlo forse in ragione di<< una visione troppo identificata con l'organismo corpo-mente>>?. Come se il dolore e la sofferenza quando infieriscono sui miseri della terra preservino ”l’organismo corpo-mente” tanto da doverci indurre a concentrare le nostre attenzioni al solo spirito divino che informerebbe ciascuno di noi. Oppure no, forse si tratta di cose concrete, reali, immanenti, dolorose come doloroso è il vivere di questi dimenticati da Dio: veri Figli di un Dio Minore, senza alcuna retorica commiserevole e compassionevole da quattro soldi falsi. Dio mio – anche se sulla mia bocca ha il suono di una bestemmia –, riesci almeno a rendertene minimamente conto, ad essere compartecipe di un sentimento che avverte nell’aria che respiriamo un profondo ed INACCETTABILE disequilibrio di fondo che permea l’intera creazione?

Leggi la sua biografia, rileverai che questo minuscolo uomo non era un ateo, ma un vero innamorato di Dio (stupenda, davvero bella la lode elevata al Padre in chiusura del libro, una sorta di commiato dalla Vita che tanto ha amato e che in ogni attimo e respiro l’ha portato a contatto immediato con il dolore).

In un altro capitolo della brevissima e piacevolissima raccolta di suoi semplici pensieri, egli si esprime con termini perentori che lasciano ben poco spazio ai dubbi, e che solo una persona che ha condotto la propria esistenza a contatto diretto con il pianto del prossimo (NON IL SUO PIANTO!), che nella con-fusione – stavolta sì – della compassione diventa il proprio intimo pianto, può esprimere cogliendoli dal profondo della propria anima:
<<Sono purtroppo d’accordo con la constatazione che fa il Buddha: tutto è sofferenza.
Fondamentalmente la condizione umana è sofferenza: si soffre fisicamente, psichicamente, moralmente.[…]Sì, la sofferenza tocca ciascuno di noi>>
.
Vedi, non lo affermo solo io, neppure solo l’Abbé Pierre, fa parte di un sentimento più che atavico, ancestrale, antico quanto il mondo, forse scritto nei nostri cromosomi.


Citazione:
Yam:
Visechi io ho letto questa citazione, postata da Gyta in questo 3d, di Zolla (a questo punto non so a quale tu ti riferisca):

Ho avuto la nettissima sensazione che tu l’articolo di cui parli non l’avessi letto. Gyta, nel suo intervento, ha inserito parte di un testo più vasto. Ha cioè estratto il passaggio da te citato e che tanto ti ha appassionato da un elaborato più esteso provvedendo però a fornire anche il link che avrebbe consentito a chi avesse voluto di leggersi l’intero testo. Se noti, infatti, poco più sotto il passaggio da te evidenziato è indicato un link; al link mi riferivo, non al post. Io, come mia abitudine, non mi sono limitato a leggere il solo estratto, ma ho voluto prendere visione dell’intero. E’ quantomeno singolare che un cultore del “Tutto” tralasci il “tutto” e si concentri sul particolare. Io, che cultore del “Tutto” non sono, ho voluto aver cognizione di “tutto” il testo. L’ho letto con attenzione, credo di averne compreso il messaggio e sono stato colpito da quell’unico concetto che ho utilizzato come spunto per la mia insensata prolusione… il resto è aria fritta, un già visto, un già sentito e un già scritto in mille salse… la pedagogia del Male… bah!


Ti lascio alle tue auspicabili riflessioni.
Ciao
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Vecchio 18-04-2007, 11.10.54   #33
Yam
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Da giovane (molto giovane ossia 15 anni) sono stato 15 giorni in Francia dall'Abbe' Pierre e condivido il suo pensiero.
Nessuno nega la realta' della sofferenza ma c'e' una sofferenza di troppo che si puo' sradicare...e che spesso e' anche causa di ulteriori sofferenze per gli altri, per chi non ha nulla.
(Tuttavia) Sulla vera natura profonda della sofferenza (fisica) c'e' qualcosa che non comprendiamo...in sostanza non e' quello che sembra essere.
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Vecchio 18-04-2007, 12.20.25   #34
maxim
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Non volevo intervenire per non sminuire la forza degli scritti di Visechi, innanzi i quali mi inchino sempre per le profonde riflessioni che suscitano…mi premeva però mettere in risalto una parte del suo scritto.
Spessissime volte, leggendo gli amici spirituali, mi sono posto la stessa domanda dell’Abbè Pierre. E’ mai possibile che di fronte alla triste realtà della condizione di molti nostri simili, si abbia il “coraggio” (non saprei come definirlo) di battere sulla tastiera, al caldo di un sicura e tranquilla stanza, pensieri di raggiunta consapevolezza, di percorsi spirituali illuminanti ed in perfetta fusione con il divino per i quali arrivare a scrivere “non ho paura della morte” mi suona sempre come il più terribile degli insulti alla vita rivolto nei confronti di chi la morte la vive attimo dopo attimo? Ma quante più cose di noi sanno quei bambini di guerra sulla morte e sulla vita, così ben descritti da Visechi, rispetto alle vostre mille parole di luce? Quanto più significante è lo sguardo di terrore negli occhi di quei bambini rispetto alle vostre illuminanti scritture?
Non si prova un senso di vergogna il sentirsi gli eletti di quel dio che a loro non ha concesso nemmeno il tempo di farsi pensare e che nonostante tutto riescono ad esprimere meglio di qualsiasi altra cosa la sofferenza umana?
Quale sentimento percorre il letterato spirituale nello scrivere dell’infinita bontà divina e della sua temerarietà nei confronti della morte, rapportandosi anche per un solo momento alle condizioni di quei diseredati da dio?
Un solo giorno della loro vita, ora in questo momento, farebbe improvvisamente spegnere quella luce acquisita con tanta fatica…al caldo delle vostre stanze!

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Vecchio 18-04-2007, 13.02.26   #35
Yam
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Non so chi sia il piu' ipocrita tra gli scriventi (io compreso), veramente non lo so, ma di ipocriti sicuramente si tratta, quindi non ho voglia di continuare questa discussione.
Ognuno puo' dare quello che puo', personalmente faccio quello che posso.
Forse, dico forse perche' non ho ancora deciso, a novembre saro' in Madagascar in mezzo alla giungla (100 km a piedi) con amici Medici che andranno ad effettuare interventi chirurgici e con gli stessi saro' a Febbraio in India (scuole e lebbrosari). Questa cosa mi e' venuta a cercare, non l'ho cercata io, mi e' stato chiesto, altro non mi va di dire, se non che ognuno si guardi dentro e bene allo specchio perche' qualcosa di sudicio trasuda menzogna nel nostro quotidiano stile di vita in cui almeno si potrebbe iniziare un lavoro di autoconsapevolezza.

edit: ci sto pensando seriamente, in particolare ad una Scuola Indiana che ha bisogno di qualcuno che la mandi avanti perche' l'italiana che l'ha fondata e' ormai anziana. Che ci sto a fare qui? Se proprio devo lavorare, tanto vale farlo "diversa-mente". Qualcuno mi ha detto: "eh ma anche qui puoi fare un sacco di cose". Non e' vero. Io qui lavoro per pagare le spese e spreco le mie energie in mezzo al traffico e a problemi che solo una cultura malata poteva generare, meglio i poveri materiali, almeno hanno a che fare con un aspetto della sofferenza autentico e sono meno ipocriti.

Ultima modifica di Yam : 18-04-2007 alle ore 16.51.44.
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Vecchio 18-04-2007, 13.09.13   #36
Mirror
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Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Nessuno nega la realta' della sofferenza ma c'e' una sofferenza di troppo che si puo' sradicare...e che spesso e' anche causa di ulteriori sofferenze per gli altri, per chi non ha nulla.
(Tuttavia) Sulla vera natura profonda della sofferenza (fisica) c'e' qualcosa che non comprendiamo...in sostanza non e' quello che sembra essere.

Sono d'accordo.
Fra quella sofferenza di troppo c'è anche il senso di colpa che ti viene instillato, giorno dopo giorno, da chi non vuol vedere, riconoscere, le cause profonde della sofferenza fisica, ma soprattutto quella metafisica: il materialista convinto o lo spiritualista ideologico moralista.
Colui che è identificato sostanzialmente con l'organismo corpo-mente.
Perché dovrei provare vergogna per avere ricercato e trovato una visione del mondo diversa da chi è invece ancora identificato con esso? Che c'è di male in una compartecipazione umana non disperata e disperante?
E' una colpa liberarsi dall'inferno interiore? Per me, no. Perché questo è un passo indispensabile per poter aiutare anche gli altri. Non si vive di solo pane, diceva qualcuno.
Nessuno si sente eletto, come erroneamente presume Maxim con il quale non voglio polemizzare direttamente. Questa è una sua personale lettura negativa di questa faccenda. Vuole, ancora una volta, soltanto colpevolizzare e ridicolizzare chi percorre Vie diverse dalla sua, chi non vive e condivide il suo gelido e razionale 'inferno'.

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Vecchio 18-04-2007, 15.25.32   #37
visechi
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Yam
“…se non che ognuno si guardi dentro e bene allo specchio perche' qualcosa di sudicio trasuda menzogna nel nostro quotidiano stile di vita in cui almeno si potrebbe iniziare un lavoro di autoconsapevolezza.”

Ehi! Mi auguro che nel mio discorrere nessuno dei partecipanti a questa discussione voglia rinvenire alcun giudizio morale da parte mia… SAPPIATE CHE ANCH’IO HO UNA CONSAPEVOLEZZA: non potrei permettermeli, perché anch’io, sebbene in misura ridottissima, conosco me stesso, e quel poco di me che conosco, per l’onestà che devo sempre a quel me stesso che conosco, non mi consente alcun giudizio morale nei confronti vostri… ci mancherebbe altro. Non taccio voi d’ipocrisia, sarebbe a dir poco presuntuoso e quanto mai offensivo, non solo nei vostri confronti o in riferimento a voi, ma in primo luogo e soprattutto per me, nei mie confronti, perché tacciando voi d’ipocrisia, celerei la mia infinita e ancor più scabrosa ipocrisia. Affermo piuttosto che il benessere è uno dei mali dell’anima che offuscano i sensi, la mente e il cuore e spesso rincorriamo paradisi artificiali o artificiosi, scordando di guardarci intorno… ma non voi in quanto voi, bensì noi, ove l’elemento apicale di questa comunione che emerge dall’uso reiterato del pronome personale coniugato alla prima persona plurale è rappresentato in primissimo luogo da me, che, se non altro, cerco di evitare di raccontarmi le favole, le storie nirvaniche.

Fra l’altro, se non vi apprezzassi, anche solo a livello intellettuale, pensate davvero che possa aver stimoli e tempo da utilizzare (sprecare è il termine più corretto) nel rintuzzare le vostre argomentazioni? Ma non ritengo di sprecare il mio tempo, anche se potrei impiegarlo in maniera assai più proficua, magari più conforme a quella che sento come una sorta d’inclinazione naturale.
Avverto sempre un’umanissima punta d’invidia, che non mi procura alcuna vergogna, nei confronti di coloro che hanno il coraggio, la forza e l’opportunità di seguire la gratuita strada della dedizione verso il prossimo.

Mi spiace sinceramente se le mie parole fossero state mal interpretate fino al punto di suscitare una reazione quasi risentita. Mi sono guardato dentro più volte, quel che ho visto non l’ho mai amato, non mi è mai piaciuto, ma non sono mai fuggito davanti a quella labile immagine che mi si parava di fronte. Le tue legnate, Yam, forse figlie di un risentimento, si sovrappongono alle tante altre che nel guardarmi dentro mi sono inflitto più e più volte da solo.

Ora basta con l’atto di contrizione… non dovuto, ma sentito.

Delle tue parole mi ha colpito molto questa frase, soprattutto la parte in grassetto:

<< Nessuno nega la realta' della sofferenza ma c'e' una sofferenza di troppo che si puo' sradicare...e che spesso e' anche causa di ulteriori sofferenze per gli altri, per chi non ha nulla>>.

Ripartiamo da qui.

Ciao
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Vecchio 18-04-2007, 18.22.15   #38
Yam
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Offesa? E chi si offende?
Non mi sono affatto escluso da questo forum ipocrita.
Certo si potrebbe anche misurare il livello dell'ipocrisia, si potrebbe anche pesare in CO2 e c'e' chi lo ha fatto, questo pero' e' solo l'effetto, bisogna risalire alla radice....
Yam is offline  
Vecchio 18-04-2007, 20.39.18   #39
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da dany83
certo che l'inferno è gia qui!l'odio,la violenza,la mafia e tutte queste cose qua sono l'anticristo!l'uomo non ha saputo mai controllarsi ed è andato sempre di più contro Dio,e i risultati sono questi...

Che visione negativa della vita che hai. L'uomo non e' mai andato contro nessuno, anche perche' non esiste quel dio come lo immagini tu e non esiste neanche l'anticristo come lo immagini tu. C'e' semmai un potenziale divino nell'uomo che caoticamente si sviluppa, cresce. Il mondo cosi come lo sperimenti tu e' apparso dal nulla 15.000.000.000 di anni or sono, nel concetto di tempo che ci siamo fatti. Se poi questo piccolo pianeta scomparisse non e' un problema, certo sarebbe un peccato, ma la Vita continuerebbe comunque. Non c'e' nulla che non sia qui in questo istante presente, non c'e' altra vita possibile, c'e' una vita sola e quella bisogna scoprire. Diciamo che e' una specie di giuoco nel quale siamo impegnati e c'e' sempre qualcosa di nuovo da scoprire sino a che si scopre che non c'era proprio nulla da scoprire.
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Vecchio 19-04-2007, 01.43.57   #40
krjisoul
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Riferimento: L'inferno è già qui...

C’è chi sostiene che se l’inferno esistesse sarebbe vuoto poiché la misericordia di Dio non permetterebbe la sua esistenza…..
Eppure non abbiamo bisogno di cercarlo altrove, poichè l’inferno è già qui tra noi.
Non posso che concordare in pieno con quanto afferma Mirror nel suo post iniziale.

Noi vediamo la realtà a seconda delle lenti(vritti, tanto per tornare alle paroline sanscrite) che indossiamo, e quindi che ci permettono di cogliere la realtà in un modo piuttosto che in un altro.

Possiamo vedere tutto nero, l’ingiustizia che imperversa su tutto il pianeta, un Dio totalmente privo di misericordia, ove l’amore non è che mera utopia, e solo il Male la fa da padrone. E tutti noi che abbiamo le pance piene, piuttosto che pensare se domani riusciremmo a procurarci un tozzo di pane per sopravvivere stiamo ipocritamente parlando di pace e amore seduti al calduccio delle nostre case; cosa potremmo fare per espiare la colpa di essere qui e ora piuttosto che laggiù a morir di fame? rimboccarci le maniche, ok...ma anche là bisognerebbe essere ben certi che lo si faccia con intenzione e non per lavarsi la coscienza....
Possiamo invece vedere tutto rosa e perfetto, tutto è come deve essere, non vi è un Dio che gioca a dadi per assegnarci i ruoli, ma le nostre anime sono libere di scegliere il percorso terreno che gli serve in quel momento. Nessuno di noi può giudicare cosa sia bene o male. Potremmo forse avere certezza di non aver mai avuto esperienza di grandi sofferenze o di fame in un altro percorso terreno?
E in questo nostro percorso di vita, seppur non si muoia di fame, non si è mai conosciuta la sofferenza?
E seppure si vivesse una vita ‘ideale’ sarebbe forse questa eterna?
Ma in un conscio maturo può esservi pace, accettazione, compassione; quel Sat Cit Ananda( essere, coscienza e beatitudine) che ci insegna lo Yoga, sembra troppo, sembra non trovar corrispondenza alcuna con quel mondo di sofferenza estrema e miseria di cui hanno accennato Visechi e Maxim, ma probabilmente siamo solo noi che non comprendiamo, poiché siamo ben lontani dall’essere in quello Stato di Coscienza, o forse qualcuno che si avvicina vi è…..non so.


Ps questa discussione è molto bella, volevo dire la mia. Arrivo sempre un po’ tardino, a notte fonda, chissà che viene fuori….
krjisoul is offline  

 



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