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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 30-05-2007, 19.27.28   #101
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

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Originalmente inviato da visechi
Oh Già! Il presente non è come vorresti che sia tu, è piuttosto un infinitesimo intermezzo fra passato e futuro: nel momento che pensi al presente sei già nel passato. Se quel qualcosa che mai si perde è nel presente, non può essere che nel suo passato, quindi non c’è, e mai c’è stato, così pure vanisce, insieme a quell’attimo che è solo presente, il sentire che si rituffa nel passato, e il presente, nutrendo il passato e anticipando il futuro, nel suo infinitesimo istante si tramuta in vuoto, oppure in nulla, di modo che quel sentire è di nuovo assenza… e lo senti da te.

Ciao

Certo e' cosi come dici..quello e' l'inganno della dea...se anticipi il futuro o rimani nel passato (conoscendo la realta' pescando dai contenuti della memoria). Ma se tu rimani nel presente c'e' sempre e solo quell'istante presente, non c'e' mai stato altro..ne mai altro ci sara'.
Provaci almeno: qui ed ora.
Cio' che c'e' sei solo tu. "Tu sei quello" si dice, e che altro dovresti essere?
I tuoi pensieri?
Il tuo corpo?
Chi sei tu?
Tra l'altro io e te e tutti gli altri.. li, siamo il medesimo sentire l'attimo presente.


Il Medesimo è soprasostanzialmente eterno, invariabile, rimane sempre in se stesso, è sempre nella stessa maniera e si mantiene ugualmente presente a tutte le cose, collocato egli stesso per se stesso e da se stesso stabilmente e intemeratamente nei bellissimi confini di un'Identità soprasostanziale, senza cambiamento, senza perdita, inflessibile, invariabile, non mescolato, immateriale, semplicissimo, senza bisogno, senza crescita, senza diminuzione, senza nascita: non nel senso che non sia ancora creato o che sia incompiuto (...) ma congiunge gli esseri gli uni con gli altri, in quanto abbondante e causa di identità che contiene in antecedenza in sé, alla stessa maniera, anche le cose contrarie secondo una sola ed unica Causa sovraeminente di tutte l'identità.
(Dionigi Areopagita, De divinis nominibus, IX, 4, 912 B-C)
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Vecchio 31-05-2007, 06.16.19   #102
gyta
______
 
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Riferimento: ..gocce d'energia..

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Originalmente inviato da maxim
[..] è possibile arrivare alla stessa meta, diversa per ognuno di noi anche a causa degli eventi diversi che ci colpiscono, senza dover trasformare le nostre fantasie, cioè i prodotti della nostra mente, in Realtà Assolute?[..]
Sarebbe possibile sentire Yam, Atisha, Turaz emanare la stessa energia vitale, la stessa voglia di vivere, lo stesso modo d’agire senza che essi si contorcano a descrivere Realtà, Connessioni Divine e quant’altre Cianfrusaglie Spirituali ma semplicemente affermando che il loro modo d’essere è frutto del loro mutevole pensiero dalle cause fortunose e che non c’è nulla da scoprire di Vero che possa andar bene per gli altri?


Si, credo proprio di sì.. ed è quello che accade quando ascoltiamo realmente l'anima (la vita)
di chi si apre a noi.. Ed ognuno si <apre> e lo fa alla sua maniera.. con le sue parole <per dirlo>,
e nel suo silenzio puoi cogliere ciò che il pulsare del pensiero non permette, in quel punto segreto
dove le opinioni restano opinioni ed i bisogni, bisogni.. Allora sorge come da un assenza di cigolio
il fluido processo dell'essere, acqua senza macchia.
No, non si può "credere" come atto puro (sinonimo d'assoluto).. Si può al massimo imparare la fede
come atto di <grazia>, frutto di perizia logica che non si arresta in nessun dove.. Giunge allora la fiducia
come atto interiore, come coscienza d'essere, come vedere <che può>.. Fiducia come apertura in sé per sé medesimi, cui non può che corrispondere quella verso l'altro come complementare/speculare specchio di coscienza..(!)
Il problema/i problemi sono (unicamente) di ordine psicologico, in quella tormentosa ricerca di identità che è il giro viziato (comunque essenziale) dell'uomo verso se stesso, in cerca perenne di quella identità-sostanza a rappresentanza della caverna buia (platonica) e della simbiosi materna.
La strada per la libertà passa dalla conoscenza più strenua d'ogni tormentata costrizione.. <distinguere per unire>..


http://www.icrconsulteam.com/*
https://www.riflessioni.it/dizionario...na_platone.htm*


Gyta

*<Il Mito della Caverna>
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Vecchio 31-05-2007, 09.38.16   #103
visechi
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

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Originalmente inviato da Yam
Certo e' cosi come dici..quello e' l'inganno della dea...se anticipi il futuro o rimani nel passato (conoscendo la realta' pescando dai contenuti della memoria). Ma se tu rimani nel presente c'e' sempre e solo quell'istante presente, non c'e' mai stato altro..ne mai altro ci sara'.
Provaci almeno: qui ed ora.
Cio' che c'e' sei solo tu. "Tu sei quello" si dice, e che altro dovresti essere?
I tuoi pensieri?
Il tuo corpo?
Chi sei tu?
Tra l'altro io e te e tutti gli altri.. li, siamo il medesimo sentire l'attimo presente.


Il Medesimo è soprasostanzialmente eterno, invariabile, rimane sempre in se stesso, è sempre nella stessa maniera e si mantiene ugualmente presente a tutte le cose, collocato egli stesso per se stesso e da se stesso stabilmente e intemeratamente nei bellissimi confini di un'Identità soprasostanziale, senza cambiamento, senza perdita, inflessibile, invariabile, non mescolato, immateriale, semplicissimo, senza bisogno, senza crescita, senza diminuzione, senza nascita: non nel senso che non sia ancora creato o che sia incompiuto (...) ma congiunge gli esseri gli uni con gli altri, in quanto abbondante e causa di identità che contiene in antecedenza in sé, alla stessa maniera, anche le cose contrarie secondo una sola ed unica Causa sovraeminente di tutte l'identità.
(Dionigi Areopagita, De divinis nominibus, IX, 4, 912 B-C)


Pescare nei contenuti della memoria, è un atto di volizione che ripresenta il passato, la storia; significa immergersi nella polvere del “fu”. Io non alludo all’azione di colui che percorre strade già percosse dal proprio tacco, neppure a colui che legge pagine già scorse; piuttosto a colui che costruisce se stesso lanciando uno sguardo oltre il momento, che supera l’attimo, che vive un infinitesimo istante attingendo alla storia per costruire il “sarà”. Nel preciso istante in cui costruisce il futuro ha depositato quel baleno, quell’attimo nel proprio passato, vivendolo per la durata di un battito di ciglia. Il presente è un puntino che si accende in uno scintillio fra il “fu” e il “sarà”. L’Io Sono è un fotogramma che scorre nell’attimo stesso in cui lo vivi, e solo la Dea (che non è colei cui parrebbe alluda tu) può persuadere che sia possibile fermare quel fotogramma affinché lo si procrastini per viverlo per una durata dilatata oltre il fuggevole istante. La Dea porta con sé la beffarda promessa dell’eternità. L’Io Sono è il nome di Dio che non ci appartiene, è l’eterno che si mostra nel tempo, che si presenta nel presente. Non siamo né il corpo, né il pensiero, pur essendo anche corpo e pensiero. Siamo particelle sospese fra un passato ed un futuro, entrambi delimitati da un inizio che conosciamo, che si raccorda con un passato più remoto che non ci appartiene, che ci contiene cui, in una certa misura, ci connettiamo, siamo le propaggini di un passato altrui divenendone così prosecutori, ed una fine ignota che contribuiamo, in minima misura, a creare. In tutto ciò, nella nostra fatica di recuperare la storia trascorsa per riproporla in nuova foggia di là da venire, non v’è un’unica Causa sovrasostanziale e sovraeminente, non è necessaria. I filamenti del “prima” e del “poi” si raccordano autonomamente nell”ora”, e noi di questa connessione sovradimensionale e sovratemporale siamo mezzi e strumenti che, persuasi dall’ultima Dea, pensano e pretendono di essere artefici eterni ed imprescindibili nella nostra individuale unicità, mentre siamo solo suoi imprescindibili strumenti nella nostra collettiva forma umana.

Ciao
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Vecchio 31-05-2007, 10.56.36   #104
Noor
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Maxim:è possibile arrivare alla stessa meta, diversa per ognuno di noi anche a causa degli eventi diversi che ci colpiscono, senza dover trasformare le nostre fantasie, cioè i prodotti della nostra mente, in Realtà Assolute?


E' l 'unica strada suppongo..ed ognuno ha la sua..
Dagli altri possiamo imparare pero' ,ad aver Fiducia nella Grazia..senza quella non si arriva da nessuna parte.
Ma prima c'è da cadere ed arrendersi alla caduta.
Ognuno a suo modo..
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Vecchio 31-05-2007, 12.33.02   #105
Yam
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Originalmente inviato da visechi
Pescare nei contenuti della memoria, è un atto di volizione che ripresenta il passato, la storia; significa immergersi nella polvere del “fu”.

Gia', pero' non e' un atto di volizione, bensi di costrizione, un po' come nel film Matrix, dove la radice Ma indica l'incantesimo della dea.
Se una bella mattina al risveglio la memoria fosse tabula rasa, noi non riusciremmo neanche a capire chi siamo e dove siamo e non solo, ma non riusciremmo neanche a pensare ad alcunche'. Non ci sarebbe in noi memoria alcuna, neanche delle singole lettere, figuriamoci delle parole e del pensiero. Molti mistici sono passati da li, dalla, per dirla con lo Dionigi Aeropagita, caligo ignorantiae. Di questo ci ha lasciato testimonianza l'anonimo inglese del XIV secolo autore della Nube della non Conoscenza (ediz. Adelphi meglio se ediz. Ancora), oltre che innumerevoli mistici orientali.
Non riusciremmo a dare i nomi ad alcuna cosa ed ogni cosa sarebbe per noi un insondabile mistero.
In sostanza al nostro "risveglio" ci sarebbe solo quella vivida e lucida presenza dell'attimo presente, l'eterno presente.

Nei Mistici spesso rimane una qualche forma di memoria, anche se alcuni per molto tempo possono perderla del tutto (mi riferisco a testimonianze in mio possesso).
Questo ci e' utile per riflettere in profondita'.
Quella pura presenza, o IO SONO, e' sempre presente, e' la luce della Coscienza nell'uomo...ed e' proprio l'intelletto..nudo e crudo, vergine come appena generato...Qualcuno chiama la sua funzione di memoria Anima.


Citazione:
Io non alludo all’azione di colui che percorre strade già percosse dal proprio tacco, neppure a colui che legge pagine già scorse; piuttosto a colui che costruisce se stesso lanciando uno sguardo oltre il momento, che supera l’attimo, che vive un infinitesimo istante attingendo alla storia per costruire il “sarà”.

Certo e ci mancherebbe che non fosse cosi, tuttavia ...chi e' colui che costruisce se stesso lanciando lo sguardo oltre il momento....?

Citazione:
Nel preciso istante in cui costruisce il futuro ha depositato quel baleno, quell’attimo nel proprio passato, vivendolo per la durata di un battito di ciglia.

Costui non ha vissuto il presente ma ha vissuto sospeso tra il passato e il futuro.

Citazione:
Il presente è un puntino che si accende in uno scintillio fra il “fu” e il “sarà”. L’Io Sono è un fotogramma che scorre nell’attimo stesso in cui lo vivi, e solo la Dea (che non è colei cui parrebbe alluda tu) può persuadere che sia possibile fermare quel fotogramma affinché lo si procrastini per viverlo per una durata dilatata oltre il fuggevole istante. La Dea porta con sé la beffarda promessa dell’eternità.

La dea e' la grande madre, e' il fenomenico di cui tu stai parlando.
Ci ha generati, ancora incapaci di essere, come minerali, vegetali, animali e finalmente umani. La Vita e' apparsa in un modo ben preciso, la moderna biologia offre risposte sempre piu' profonde. Quella Coscienza e' nata nella Ma-teria ed e' cresciuta nella Ma-teria.

Citazione:
L’Io Sono è il nome di Dio che non ci appartiene, è l’eterno che si mostra nel tempo, che si presenta nel presente.

E tu sei quello....sei il Figlio.

Citazione:
Non siamo né il corpo, né il pensiero, pur essendo anche corpo e pensiero. Siamo particelle sospese fra un passato ed un futuro, entrambi delimitati da un inizio che conosciamo, che si raccorda con un passato più remoto che non ci appartiene, che ci contiene cui, in una certa misura, ci connettiamo, siamo le propaggini di un passato altrui divenendone così prosecutori, ed una fine ignota che contribuiamo, in minima misura, a creare.

Perfetto. Tuttavia quelli non siamo noi, ma il fenomenico nel quale siamo immersi. Una parte di noi e' oltre il fenomenico ed e' proprio quella pura coscienza di se'. Quando eri bambino era identica ad ora che sei adulto, e' li, silenziosa e sempre presente, semplicissima..come descritta meravigliosamente da Dionigi piu' sopra. E' puro Spirito.


Citazione:
In tutto ciò, nella nostra fatica di recuperare la storia trascorsa per riproporla in nuova foggia di là da venire, non v’è un’unica Causa sovrasostanziale e sovraeminente, non è necessaria. I filamenti del “prima” e del “poi” si raccordano autonomamente nell”ora”, e noi di questa connessione sovradimensionale e sovratemporale siamo mezzi e strumenti che, persuasi dall’ultima Dea, pensano e pretendono di essere artefici eterni ed imprescindibili nella nostra individuale unicità, mentre siamo solo suoi imprescindibili strumenti nella nostra collettiva forma umana.


In questa ottica la tua visione si spiega, ma manca qualcosa.
Oltre al molteplice c'e' l'UNO senza secondo..e lo puoi percepire qui ed ora, e' proprio colui che percepisce....

Ultima modifica di Yam : 31-05-2007 alle ore 13.50.44. Motivo: Tag
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Vecchio 31-05-2007, 12.43.54   #106
fallible
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

Salve buon giorno!
credo che la desrcizione fatta da vis "dell'attimo" sia condivisibile non capisco perchè dovrebbe:I filamenti del “prima” e del “poi” si raccordano autonomamente nell”ora”, c'è la possibilità di scelta...il libero arbitrio ...il Karma, o parliamo di cose differenti? Nell'attimo, "io sono" presente; il proseguio del post mi da un'impressione abbastanza pessimistica del"vivere": claudio
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Vecchio 01-06-2007, 07.41.59   #107
nexus6
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Red face Prima puntata... (con meno sonno le altre)... :-)

Salve a tutti.....! Arieccomi qua...!

Accidenti se avete scritto, quanto e di quale sostanza...!!

Seguirò un mio percorso, cercando di toccare l'essenza di ogni intervento, mi rendo conto molto di ciò che scriverò si riferirà a parecchi giorni fa, ma non me ne vogliate... ...

Un abbraccio particolare a Brucus, che da tanto non leggevo... che mi ricordi, da un'antica (e per me parecchio fondamentale) mia discussione in spiritualità a gennaio 06.... che farà piacere a Maxim, il quale ho visto a volte essere amante dello spulciarsi vecchi pensieri delle persone con le quali dialoga, per scoprirne gli "apparenti" contrasti.... ... (e per questo lo ringrazio... ma tutto a suo tempo...)

Eh.. sì... Brucus... sto cercando di ristrutturare la mia "casa", di ritinteggiare le pareti e buttare giù porte, finestre, muri e quant'altro la mente si sia costruito nel tempo come riparo sicuro... e mi rendo pur bene conto di quanto soprattutto ora sia semplice perdersi appresso a concetti, nomi maiuscolati... in quanto scoprendosi scoperti si tende a cercare un subitaneo riparo, che protegga dalla visione diretta del sole ed il sentire complimenti ed apprezzamenti da un lato giova alla salute, ma dall'altro osservo quanto ancora in me agisca il meccanismo potente del riconoscimento e dell'identificazione in una data categoria, etichetta, contenitore che inscatoli e faccia a poco a poco subdolamente morire il mio sentire...

Sì, rimangono tante stanze buie, bauli polverosi ed il complesso, ed a volte doloroso, tentativo di gettare luce sui meccanismi oscuri che muovono molte delle azioni presenti, che sembrano "fresche" ed invece sono atavicamente fossilizzate in geometrie designate da anni, millenni di educazione, respiro di aria sociale pulsante di morte...
... stanotte mi trovavo su un sonnacchioso espresso notturno, quando ad un certo punto un piccolo bambino di corsa col ciucciotto in bocca, si presenta alla porta del mio scompartimento e mi sorride vivace... io rispondo con un sorriso e con un caldo "ciao..", sento lontana la voce di sua madre nel corridoio..."no.. il lupo.. il lupo...!"...
... beh..... non assomiglio ad un lupo.... cosa voleva comunicare quella giovane madre al bambino...? Quale nefasto insegnamento...? Aveva per caso letto un poco troppo Hobbes ed il suo "l'uomo è lupo verso gli altri uomini" (homo homini lupus)? I bambini sono come delle piccole spugne e purtroppo assorbono tutto quanto gli si propone... gioie, felicità, amore, ma anche difficoltà, paure, gabbie mentali.. con le quali quell'uomo dovrà e farà ogni giorno i conti... cosa stava comunicando quella madre a quel futuro uomo.... che è anche il mio futuro.... il nostro futuro...

Stava proiettando la paura dell'altro da sé, dello sconosciuto, del diverso, la paura del nuovo, la paura della conoscenza, del cambiamento, la paura dell'esplorazione, della scoperta, la paura delle emozioni, dell'abbraccio con e dell'esterno, stava educando quel bambino alle divisioni, alle separazioni, alle etichette... esagero? Forse no.... arriva la madre, il bambino mi sta ancora sorridendo, gagliardo ed incurante degli avvertimenti, che giunta sino a lui quasi lo travolge ed afferrandolo con forza gli urla le parole, penso tra le più nefaste che un cucciolo di uomo possa sentire... più o meno: "devi rimanere con me, lontano da me c'è il lupo e ti farà del male, devi starmi a sentire e non devi parlare né urlare... stai disturbando!"

Con il sangue alla testa per quelle parole tuonanti, ho detto gentilmente alla ragazza di lasciare stare, quale disturbo può recare un bambino che gioca, esplora, ride, parla, seppur a mezzanotte..? Un treno in movimento, la realtà che muta, le luci, gente, i colori, i suoni, un universo da scoprire e di cui stupirsi.... perchè non permettergli di esprimersi liberamente, certo ponendo attenzione alle sue azioni ed alle persone che incontra (non viviamo a Utòpia..), ma senza soffocarlo con quell'aria sociale pulsante di morte..? Ed ancora più senza cementificare quel cordone ombelicale con il quale prima o poi quel giovane uomo si dovrà confrontare..? Perchè ho detto ciò? Perchè mi ha sconvolto quella giovane madre? L'ha fatto perchè negli occhi vispi e gagliardi di quel bambino ho visto il futuro, la potenza in potenza dell'uomo che sorride, che si avvicina, che abbraccia, che brama la conoscenza, che sorride a ciò che ancora non ha un nome, che vuole unire e non separare, nonostante le superficiali differenze... ed invece in quella madre ho visto il passato ed il presente, la potenza spenta di un'umanità amante dei propri confini, delle proprie divisioni interne ed esterne, dei propri limiti che soffoca nell'aria viziata del proprio sonno pieno di incubi... sì, Maxim, negli occhi del piccolo bimbo del Ciad certo non avrei visto quella gioia, ma paura e sofferenza, avrei visto uno di quei tanti incubi derivati pare dal "caldo", ma credo più essenzialmente dai produttori di armi e da chi li sostiene usandole..., da chi utilizza il telefonino per dare un ordine di sganciare qualche bomba qua e là... da chi affama la natura richiendendole tributi che fra poco faticherà a dare.... da chi non si rende conto sulla pelle e nel sangue di essere tessuto in una fitta trama che lo unisce con ogni altra cosa dalla quale si crede di essere separata e divisa.... "chi" è questo "chi"...?

...

Mi pare, Maxim, che, se ci si "debba" sentire nel più intimo feriti nel veder disquisire al fresco se il "caldo esista o no", ci si "debba" ugualmente sentire nel più intimo feriti nel veder disquisire (e nel farlo in prima persona), sempre al fresco, sul cogito cartesiano, sull'evoluzionismo, sulla relatività einsteiniana o sul concetto di infinito..... se avviene solo la prima cosa, penso vi sia una sorta di ipocrisia od incoerenza di base... o più semplicemente vedo palese ancora una volta l'agire dell'uomo presente, del suo strano senso di ciò che chiama "altruismo" o "compassione" ed ancor più essenzialmente della sua volontà di dividere, di separare, di creare muri, barriere, confini che l'allontanano dall'altro da sé, sia un sasso, un altro uomo od una stella lontana.... ciò nell'essenza uccide il bimbo nel Ciad ovvero contribuisce ad uccidere il nostro futuro... alternative ce ne stanno eccome e che non siano paliativi (certo molto utili e vitali nel presente, ma comunque temporanei per prolungare l'agonia).... tempo fa ho visto in tv l'opera molto forte e significativa di un artista africano... un letto d'ospedale con distesa una sorta di figura umana, fatta tutta di rami secchi, rappresentante l'Africa, con alle braccia attaccate decine e decine di flebo colorate, con le proprie etichette luccicanti ognuna recante vari nomi.. nazioni unite, enti non governativi, croce rossa, ecc... ecc...

Credo dell'alternativa ne abbiano parlato più compiutamente Brucus, Mirror e Gyta in questa discussione..... se si è profondamente tessuti, come siamo, in una fitta trama e timidamente si iniziano ad accendere bagliori di una nuova coscienza... ebbene si assisterà ad un contagio, un contagio lento, ma inesorabile... "lento" per la tremenda inerzia dell'uomo alle mutazioni, per la sua strenua difesa delle proprie identificazioni ed attaccamenti... "inesorabile" perchè basta poco per rendersi conto del tessuto nel quale respiriamo, basta poco per spiegare l'effetto "farfalla"... sto scrivendo queste parole... voi le state leggendo in quest'istante, potreste fare altre cose, incontrare persone, leggere, camminare, parlare... io sto modificando la vostra vita e quella di chissà quante altre persone a voi "collegate", voi state modificando la mia e quella di chissà quante persone a me "collegate"... tutti stiamo modificando la realtà che "ci circonda" e la realtà che circonda la realtà che "ci circonda"... ovvero alla fine tutta la "realtà".... a volte con questi pensieri sforo nell'apocalittico, ma la mia carissima amica di cui ho parlato (non ama il perizoma né l'aria condizionata.. e la comprendo!) mi fa spesso volgere lo sguardo al positivo ed al contagio che anche un sorriso può portare... molto più può fare una mutazione profonda nelle coscienze, una rivoluzione prima "interna", una rivoluzione nelle strutture del pensiero umano, una rivoluzione nella conoscenza essenziale di sé, che poi porti ad una profonda e radicale rivoluzione "esterna"... ciò penso avverrà come spontanea e naturale conseguenza... con una risata si elimineranno molti dei problemi dovuti all'ignoranza del sonno nel quale viviamo, sonno fatto di divisioni, incubi d'amore per le separazioni, "prima" sostanzialmente interne e l'esterno, il "mondo" non è che proiezione di tali conflitti....
..
... ho letto tempo fa che in India persone che intraprendono un percorso di conoscenza alla volta del "risveglio" vengono "ospitate", cioè si provvede al loro sostentamento giornaliero (penso cibo ed un tetto sulla testa) in modo gratuito, anzi con privilegio ed onore, perchè profondamente si ha fede che se anche una sola di quelle persone raggiunga, per così dire, una consapevolezza più "elevata", grande beneficio possa portare alla comunità che l'ha ospitato e porterà a tutta la realtà circostante... ecco, al di là di ciò in cui si crede e delle proprie convinzioni mentali, non può che stupire l'essenza di questo gesto e la profonda fede nell'effetto contagioso di anche una sola scintilla recante con sé la luce della rivoluzione, che è coscienza, è essenzialmente comprensione a livello profondo di ciò che si è... di ciò che è....
....
......
...
.... segue (giunto quasi al limite dei 10000 caratteri) -> vedete.. i limiti che l'uomo si impone possono essere superati da lui stesso... ... guardate...
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Vecchio 01-06-2007, 07.48.01   #108
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Smile ... oplà...! :-)

..... spesso ciò che a me "ferisce nel più intimo della mia condizione di essere umano", per usare le parole di Maxim, è il non rendermi conto abbastanza repentinamente dello stesso fiume sotterraneo luminoso che scorre nell'animo di ognuno, il non rendermi conto dello stesso centro pulsante sotto abiti di foggia a volte molto differente, il non riuscire sempre a far sì che il tocco di un "altro da me" attraversi il mio petto e giunga diritto al mio cuore, il non riuscire sempre a far sì che il mio tocco attraversi il petto di un "altro da me" e giunga diritto al suo cuore... soffro quando intuisco, so nel sangue che ciò può avvenire qui ed ora... ed invece ci si perde con dolore alla superficie delle cose, vaneggiando sulle differenze, combattendo ognuno strenuamente dalle proprie fortezze mentali, creando contrasti, ferite, divisioni.... ciò mi rende triste ed a volte profondamente dolorante nel mio percorso di vita.....
...
... ma non perdo la fiducia nel fatto che "ciò" da cui traggono essenza i nostri occhi sento profondamente sia la medesima "cosa"....
...
.... e proprio la condivisione vera e reale è il mezzo attraverso il quale è possibile scorgere tale luminosità che può inondare di luce noi, le nostre piccole e grandi difficoltà giornaliere, così come di conseguenza contagiare ogni angolo "buio" dell'umanità, come fosse un unico grande essere, pure lui in cammino, insieme ad ognuno di noi...



.... vi abbraccio tutti... e mi associo a Mirror nell'entusiasmo del suo caloroso ringraziamento...!


Non ho certo esaurito qui tutto ciò che in me hanno provocato le vostre parole... è infatti la "prima puntata"(!)... ma ora vado a dormire... ed è meglio che non guardo l'ora e sento gli uccellini che cinguettano allegri all'avvento di giugno...

... buona notte... cioè buon giorno... o quello che sia.... vaahh.... nient'altro che etichette mentali!....

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Vecchio 01-06-2007, 09.02.23   #109
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Citazione:
Yam:
La dea e' la grande madre, e' il fenomenico di cui tu stai parlando.
Ci ha generati, ancora incapaci di essere, come minerali, vegetali, animali e finalmente umani. La Vita e' apparsa in un modo ben preciso, la moderna biologia offre risposte sempre piu' profonde. Quella Coscienza e' nata nella Ma-teria ed e' cresciuta nella Ma-teria
La Dea, da te definita Grande Madre, è una procace puttana che dipinge il tempo e la Vita con i colori che più le si confanno, quelli a lei più congeniali, per perpetuare le promesse che reca con sé, che solo un sentire artificioso, oppure una speculazione non conforme ad un sentire genuino sanno creare. Noi non siamo generati in funzione di un “che” da compiersi, neppure per volontà di un “chi” preordinante, né ci muoviamo verso le amorevoli braccia di un “dove” trascendente programmato a priori a nostro beneficio; siamo generati nel caos ed immersi in altrettanto caos che solo una visione visionaria, fattrice e figlia di fantasmagoriche speranze autoprodottesi (queste sono le dee, le ultime dee), muta in architettura sovrasostanziale condendola di congetture irreali.
Non esiste una spiegazione della nascita della Vita, ne esistono svariate, e ciascuna di esse è e resta una congettura transgenica – un mutante genetico -, le cui poliformi sfaccettature non sono mai completamente convincenti. Povera biologia, ancor più povera spiritualità, quando, per affermare le proprie ragioni di essere, entrambe si peritano a violare e penetrare lo spazio altrui. C’illudiamo, sognanti, di poter assistere ad una loro osmotica reciproca compenetrazione e confusione che costituisca, al fine, l’unica vera risposta alla promessa suggerita dalla fatua Dea Speranza.

Citazione:
Perfetto. Tuttavia quelli non siamo noi, ma il fenomenico nel quale siamo immersi. Una parte di noi e' oltre il fenomenico ed e' proprio quella pura coscienza di se'. Quando eri bambino era identica ad ora che sei adulto, e' li, silenziosa e sempre presente, semplicissima..come descritta meravigliosamente da Dionigi piu' sopra. E' puro Spirito.
Ho provato a descriverti non il fenomenico, piuttosto il divenire, il mutare, lo scorrere, il fluire, che, seppur immersi nel fenomenico, dallo specifico fenomeno – quel particolare fenomeno – prescindono. Noi siamo dentro il fenomenico, ma la Dea che non sai riconoscere, la stessa che reca promesse e consola, suggerisce qualcosa che lo trascende… e ciò può essere anche vero. La Dea a te ignota, della quale vedo che anche tu sei preda, insinua nell’uomo una possibilità, dischiudendo un orizzonte, che non è più un luogo posto al di là, in un oltre esterno all’osservatore, ma si ritrae contraendosi in se stesso; lo imbeve di senso rappreso in un attimo impregnando di promesse il tempo infinitesimo dell’istante, rendendo così il futuro, l’oltre del batter di ciglia, sempre più evanescente, fino ad arrivare a negarlo del tutto; il “sarà”, si contrae in un punto statico, intridendosi d’illusioni. Talvolta sono esse ad impossessarsi di noi, ed è così che si scorge, come una in visione, il baluginare della coscienza di un sé statico, una coscienza sempre presente a se stessa. Qui germina l’inganno più beffardo: il divenire e la mutevolezza son rappresentati nella loro condizione statica dell’istante, senza che siano resi manifesti i filamenti prodottisi nel “fu” che si sporgono nel “sarà”. Si viene a determinare un’artificiosa rottura del divenire che immerge l’uomo in se stesso, rifiutandolo al mondo. Conseguenza di ciò è una dilatazione indebita dell’istante che sottrae alla Vita, la quale è solo divenire, scorrere e fluire e non stasi nell’attimo. Un permanere ed uno “stare” nel qui e ora che tante illusioni ha prodotto. E’ questo il vero velo di Maya che dovrebbe essere squarciato, non il divenire e la mutevolezza.

Citazione:
Oltre al molteplice c'e' l'UNO senza secondo..e lo puoi percepire qui ed ora, e' proprio colui che percepisce....

L’Uno senza secondo è ancora una volta una promessa dell’ultima Dea, la quale continuo a ripeterti non è ciò che pensi tu. L’Uno senza secondo non può implicare l’atto di percepire, poiché la percezione presuppone l’esistenza di un qualcosa d’esterno a colui che percepisce (il secondo, appunto), nel momento in cui il molteplice si compendia in un’univocità, si perde anche la percezione, non è dunque possibile percepire l’unicità di se stessi, almeno nel senso da te indicato, se non ricorrendo ed appellandosi alle facoltà della mente discriminante – sono sue e solo sue queste facoltà - che nel preciso istante in cui rappresenta la percezione dell’Uno senza secondo – quella rappresentazione che tanto ti affanni a descrivere - si comporta proprio come il secondo che si autoesclude per dogma… disconoscendo se stesso che discrimina. La percezione è relazione; relazione è mettersi in contatto con l’alterità, alienazione da se stesso dunque; alienazione da sé significa uscire da sé, offrirsi all’esterno, ciò che l’immersione nel proprio intimo rifugge, ricusa, rinnega. E’ proprio la percezione, anche mistica, sebbene confluisca in una con-fusione con l’oggetto della percezione, che comporta l’esistenza della molteplicità verso cui inclinare per conseguire, nel caso del misticismo, una totale confusione con l’alterità. Mancando un mondo esterno da percepire, non vi può neppure essere percezione… ciò mi pare più che ovvio, tautologico e tema in cui s’imbroderebbe monsieur de Lapalisse. Non è la prima volta che ti perdi in queste plaghe.
Non puoi e non vuoi negare la percezione, ciò fatto non puoi rifiutarti di assentire all’esistenza di un mondo esterno, che, in pochi spiccioli di senso, significa molteplicità, anche se tendi a renderla univoca attraverso arzigogoli mentali, che sono proprio quelle speculazioni (ir)razionali che dileggi tanto.

Citazione:
Fallibile:
credo che la desrcizione fatta da vis "dell'attimo" sia condivisibile non capisco perchè dovrebbe:I filamenti del “prima” e del “poi” si raccordano autonomamente nell”ora”, c'è la possibilità di scelta...il libero arbitrio ...il Karma, o parliamo di cose differenti?
Temo infine che anche il libero arbitrio sia una fiaba che ci raccontiamo ogni giorno, figlia anch’essa della procace Dea, generata per negare che questa nostra libertà d’azione e decisione sia contratta entro uno spazio conchiuso e delimitato da bordi eretti dalla necessità. Noi ci muoviamo nell’ambito angusto di questo spazio e siamo liberi nella misura in cui i limiti, i bordi che lo delimitano, ci consentono di muoverci…. Abbiamo così una libertà condizionata e costretta, quindi relativa. Anche questa nostra libertà di decidere ed agire è parte integrante dell’intero che ci trascende, essendo una sua regola e norma.
Ciao
visechi is offline  
Vecchio 01-06-2007, 09.56.27   #110
atisha
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Riferimento: L'occhio da chi trae la propria essenza..?

Visechi
Citazione:
La percezione è relazione; relazione è mettersi in contatto con l’alterità, alienazione da se stesso dunque; alienazione da sé significa uscire da sé, offrirsi all’esterno, ciò che l’immersione nel proprio intimo rifugge, ricusa, rinnega. E’ proprio la percezione, anche mistica, sebbene confluisca in una con-fusione con l’oggetto della percezione, che comporta l’esistenza della molteplicità verso cui inclinare per conseguire, nel caso del misticismo, una totale confusione con l’alterità.

....esistono numerose forme di Comprensione e vengono chiamate in modi diversi a seconda dei piani ai quali siamo chiamati.. (o le stesse vengono applicate)..
A livello più elevato si manifesta con l'intuizione lo Spirito..
Mancando questa intuizione, l'uomo non è neanche consapevole di poter riuscire a vedere.. anche se in realtà sta già Vedendo..
Essa è una rivelazione ad una "Verità" che io chiamo superiore..
cioè significa che egli è riuscito a proiettare molto molto lontano la sua Immaginazione e che determinati "raggi" gli consentono (di rimando) di vedere alcune corrispondenze di quel piano, sul piano umano..
E' la Luce dello Spirito.. una forma di Visione che consiste di afferrare da altri piani, bagliori.. colori.. oggetti..

Questo per dire che..
per far riflettere che tutto ciò che esiste intorno a noi e non ci è possibile poter comprendere, vedere.. è necessario che alcuni "raggi" di luce cadano sugli "oggetti" per poterli rendere visibili..
Gli oggetti allora si rendono luminosi (visibili) nella misura in cui la luce li colpisce..
Nel mondo spirituale esiste la stessa legge..
Ci sono lampade da accendere, come quelle che accendiamo quando andiamo in una stanza buia..
e se vogliamo vederci dobbiamo noi stessi fare in modo di accendere alcune luci.. ma non attendere che gli oggetti s'illuminino da soli..

Sta quindi a noi sviluppare quegli organi "sottili" in grado di vedere oltre la mente.. comprendere oltre la mente meccanica..
purificando la mente.. abbandonando la mente discorsiva.. rendendola leggera, lasciandola aperta all'intuizione.. a captare, senza rivolgerle alcuna domanda..
altro non vi è..

un caro saluto
atisha is offline  

 



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