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Vecchio 01-06-2007, 22.03.38   #1
VanLag
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Wu wei (la non azione)

La non azione, è da intendersi piuttosto come azione disinteressata. Il saggio non è mai immobile, è sempre attivissimo, ma non è schiavo delle azioni e non si strugge per i risultati. Lui agisce per amore dell’azione, o per amore e basta.
Non è come noi che se facciamo qualche cosa lo facciamo in vista di un risultato, anche se facciamo qualche cosa di disinteressato, anche se vogliamo aiutare qualcuno, vogliamo vedere il frutto del nostro aiuto, altrimenti ci sembra di non averlo aiutato, ci sembra di avere agito invano.
Il saggio agisce per il bene, perché ritiene che una certa cosa sia bene, e poi non aspetta i risultati. Lui sa che una forza potentissima è contenuta in quella volontà di bene e dopo avere agito si dedica ad un’altra cosa, magari completamente diversa dalla precedente. Per questo del vero saggio si dice che non agisce.

La non azione, è piuttosto un principio di non ingerenza è la volontà di non modificare il ritmo dell’universo perché è gia perfetto in se stesso e aderendo ad esso il saggio fluisce con le forze della vita e può interagire con esse.
Noi occidentali, viziati dalla nostra cultura utilitaristica, stentiamo a riconoscere queste logiche che, sopra le nostre teste, muovono i mondi, ma è così che stanno le cose.


Ultima modifica di VanLag : 01-06-2007 alle ore 23.40.42.
VanLag is offline  
Vecchio 02-06-2007, 10.34.45   #2
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
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Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
Riferimento: Wu wei (la non azione)

Interessante argomento, VanLag.
Dico la mia, ma so che non sarà facile parlarne senza rischiare equivoci.
Questo principio basilare del Tao è di difficile comprensione, e ancor di più difficile applicazione, per l'ego schiavo della logica separativa, della mente analitica identificata.
Solo attraverso l'intuizione ed il rilassamento profondo si possono aprire dimensioni ampie, visioni equilibrate e serene, non dualistiche, inconoscibili per l'intelletto alimentato dal senso egoico del "fare" personale.
A proposito del fraintendimento, della non comprensione del principio del "non agire" (Wu wei), per me va ribadita e chiarita bene la distinzione fondamentale fra la passività dell'ego e l'agire senza ego (il cosiddetto "non agire").
Cosa molto spesso mal compresa, interpretata.
Infatti, c'è una abissale differenza, direi opposizione, fra il "non fare" (Wu wei) e la passività: dimensioni invece spesso confuse fra loro.
La cosiddetta "non azione" non è indolenza, pigrizia o ignavia...
Quando si parla di "non agire" non ci riferisce all'essere statici, ma significa avere la profonda consapevolezza di non essere l'agente personale che fa l'azione.
Attribuirsi l'azione, rende operante il senso dell' ego.
Quando, invece, non c'é questa presunzione, questa illusione mentale, allora accade la "non Azione": si é nel Wu-wei, nella naturalezza dell'agire.
Chi vive Consapevolmente e spontaneamente nel Tao “non agisce”, quindi non ha Karma operante, pur facendo tutto ciò che serve fare.
Questo perché non ha il senso dell' ego e perciò é in Unione fattiva con il principio del Tao, il quale pervadendo il tutto non ha il senso dell'attività materiale, spirituale, morale... tanto meno personale.
E' oltre tutte queste umane categorie, pur le comprendendole.
Il principio del Tao é molto, molto elusivo...Non a caso gli insegnamenti Taoisti affermano che questa comprensione non accade con la testa, ma con la pancia (hara). Una comprensione viscerale, totale... non ideologica... nemmeno spiritualistica.
Il Tao é un principio Unitario... che trascende ed include tutte le polarità, tutti gli opposti, categorie… comprese le categorie di Oriente e Occidente psicologico.
Colui che fluisce nel Tao non potrà mai definirsi taoista... e intimamente sarà silenzioso.
Il Tao è spontaneità senza definizioni, è Vita senza classificazioni... se non convenzionali per relazionarsi nei "giochi" del mondo.
E' l'agire fluido, dettato dal bisogno di risposta naturale che la situazione richiede, in quel momento: cioè non "caricato" dalla emotività e pensiero provenienti dal passato o dalla struttura caratteriale coatta che deriva dalle identificazioni incrostate della nostra personalità.
Con questo spirito (Wu Wei) ogni azione è risposta e non reazione.
La reazione è intesa come "agire", la risposta spontanea è considerata come "non agire".

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Vecchio 02-06-2007, 12.21.28   #3
fallible
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
Riferimento: Wu wei (la non azione)

Salve !
interessante argomento su cui stavo "metitando biciclettando" , parto da questo concetto:Attribuirsi l'azione, rende operante il senso dell' ego.... faccio ora un esempio banale coinvolgendo il mio lavoro; mi avvicino al paziente per praticargli una puntura ,questa è un'azione, devo essere determinato per due motivi la mia mano e il sedere del "prescelto" , pungo e quando pungo è azione, siamo coivolti nell'azione io e il paziente cocorrono alla riuscita dell'azione vari fattori che sono dettati dal mio essere e da quello del paziente (mano tremante, muscoli rigidi) ;per un attimo vedo questa azione come fatto che coinvolge la stanza di degenza...perde di valenza...poi il reparto...poi l'ospedale...l'azione perde sempre più di valenza pur mantenendola; così intendo la "non azione" ,se la si spoglia di tutti i "carichi" che l'agente ci pone ,sia positivi che negativi , diventa atto puro non identificabile; quando mangio ...mangio , quando... .... claudio

Ps chiaramente è solo una "mia" visione...aperta a tutte le critiche
fallible is offline  
Vecchio 02-06-2007, 15.29.33   #4
Elitheo
capire é non capire
 
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Data registrazione: 13-04-2006
Messaggi: 12
Riferimento: Wu wei (la non azione)

Ciao a tutti.

Interessante argomento che ben evidenzia, da un punto di vista concettuale, la padronanza dell'argomento da parte degli scriventi.

Vorrei dare una suggestione in più, compiendo uno spostamento laterale/culturale che penso possa servire ai frequentatori del forum.

Nel Vangelo come sappiamo il "centro" del percorso é la "fede". Intendo qui la fede come "affidamento" e non come "credenza" o "opinione" che é invece momento più "concettuale" che "spirituale-energetico".

Ricorderete come Gesù abbia detto (o gli é stato attribuito che abbia detto) che "se aveste fede come un chicco di senape, potreste dire a questo fico. sràdicati e trapiantati in mare ed esso le farebbe" (parola più o parola meno).

Qui si intende la fede come "affidamento a Dio". Cosa si vuole sottolineare? Si vuole sottolineare che SE la fede é AUTENTICA, cioé se c'é convinzione profonda che Dio esista e che ABBIA POTERE INFINITO, allora il fico potrebbe sradicarsi.

Che c'entra con la non azione?

La fede é un meccanismo mentale-spirituale che consente più facilmente di molti altri, la non-attribuzione dell'ego, ANCHE SE FOSSE (od E' effettivamente) l'essere a compiere lo sradicamento del fico.

Se infatti l'ego (la persona che si identifica come individuo separato all'interno del mondo illusorio duale e pluralistico) CREDE che ciò che fa, vive, ottiene, perde, é CAUSATO da un Altro, l'ego non può appropriarsene. E per questo ottiene la liberazione.

E' per questa ragione che nel Vangelo si esorta i discepoli a considerarsi "servi inutili", affinché l'ego non si appropri della titolarità della azione.

Se si legge in chiave Taoista o Buddista il Vangelo, esso dispiega a piena potenza la grandezza del Messaggio. In questo senso dico, sostengo e persevero nell'affermare che il Messaggio Evangelico é perfetto e quindi sono irrilevanti le dispute sulla esistenza di Gesù e sulla sua divinità, a cui personalmente io credo, ma che nulla toglie all'esigenza di APPLICARE ( o almeno tentare di applicare) il Vangelo, più che di glorificarne vuotamente e idolatricamente, l'estensore.

Non é affatto un caso che gli insegnamenti buddisti, taosti abbiano dal lato della profilazione del vero buddista o vero taoista, così elevate somiglianze con il perfetto cristiano. Perché la Verità é sempre uguale a sè stessa, altrimenti non sarebbe.


Elitheo
Elitheo is offline  
Vecchio 03-06-2007, 01.37.12   #5
Elijah
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Riferimento: Wu wei (la non azione)

"La disposizione naturale ad amare non è mai un qualcosa di reattivo a uno stato negativo del nostro prossimo - come nel caso della compassione -, ma è una tendenza spontanea, un naturale, originario orientamento verso il nostro prossimo."

Questo è più o meno quanto esprimeva Nicolai Hartmann.

Formulando il suo pensiero in altro modo, non si ama perché si vede il prossimo nel bisogno, ma si ama perché questo è il modo naturale e spontaneo di agire nei confronti degli altri, indipendentemente dallo stato in cui essi si trovano, e senza pretendere nulla in cambio.

L'amore vero non è una reazione a qualcosa.

Non è:
Vedo qualcuno nel bisogno, e allora lo aiuto, lo soccorro, mosso da un sentimento di pietà nei suoi confronti lo amo.

Ma è:
Prima di vedere chiunque sia, amo, e chiunque incontro, amo, perché questo è l'approccio naturale e originario che ho nei confronti del prossimo. E non sono io in sé a volerlo, ma è così che stanno le cose - la natura. Io non posso attribuirmi nulla.

Chi ama veramente non si aspetta di venir contraccambiato per l'amore mostrato. Perché l'amore che si riceverebbe indietro - se mosso dall'amore da noi dato, se sorto solo a causa dell'amore mostrato - non sarebbe vero amore, ma una semplice reazione.
Elijah is offline  
Vecchio 03-06-2007, 21.21.44   #6
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Riferimento: Wu wei (la non azione)

Citazione:
Originalmente inviato da Elijah

Non è:
Vedo qualcuno nel bisogno, e allora lo aiuto, lo soccorro, mosso da un sentimento di pietà nei suoi confronti lo amo.

Ma è:
Prima di vedere chiunque sia, amo, e chiunque incontro, amo, perché questo è l'approccio naturale e originario che ho nei confronti del prossimo. E non sono io in sé a volerlo, ma è così che stanno le cose - la natura. Io non posso attribuirmi nulla.


Si Elijah..ma piu' in profondita' cosa significa?
Credo che sia importante non confondere la pieta' con la compassione....che nasce dalla consapevolezza dell'unita' di tutta la manifestazione.
Yam is offline  
Vecchio 04-06-2007, 09.58.43   #7
turaz
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Riferimento: Wu wei (la non azione)

"sia fatta la tua volontà non la mia"
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Vecchio 04-06-2007, 16.04.23   #8
MIMMO
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Riferimento: Wu wei (la non azione)

Citazione:
Originalmente inviato da turaz
"sia fatta la tua volontà non la mia"

Io ritengo che cio che chiamano non-azione si differenzi dall'azione nel senso che cio che noi abbiamo sempre considerato azione in realtà ' re-azione, ossia ha una causa è un effetto, è nel tempo.

la non-azione è un'azione senza effetto , fuori dal tempo è come unica causa ha cio che è... mentre la azione conosciuta a tutti ha sempre la stessa causa:
IL PENSIERO.....
Bisogna essere consapevoli di questo processo totale, di come nascono le idee, di come l'azione scaturisce da esse, e di come le idee controllano l'azione e perciò la limitano, dipendendo dalla sensazione. Fin tanto che ci aggrappiamo alle idee, siamo in uno stato in cui non può esserci esperienza alcuna; ci limitiamo a vivere nel regno del tempo - nel passato, che continua a produrre sensazioni, o nel futuro, che è in sé una diversa forma di sensazione. Soltanto quando la mente è libera dalle idee, è possibile esperire.
Le idee non sono la verità; la verità è qualcosa che deve essere sperimentata direttamente, di momento in momento. Non è un'esperienza che si desidera - poiché in tal caso è semplicemente sensazione. Solo quando si riesce ad andare oltre il groviglio delle idee - che costituisce l'"io", la mente, che è dotato di parziale o totale continuità - , solo quando si riesce a superarlo, allorché il pensiero è completamente muto, solo allora si realizza uno stato dell'esperire. E si saprà allora che cos'è la verità.
MIMMO is offline  
Vecchio 04-06-2007, 17.10.45   #9
fallible
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Messaggi: 1,774
Riferimento: Wu wei (la non azione)

Salve e buon pomeriggio!
sono alquanto peplesso riguardo quanto afferma l'amico mimmo:la non-azione è un'azione senza effetto e il karma...? posso intuire che è l'azione debbe essere priva di "attaccamenti" e che dalla stessa non si debbano avere aspettative ma è legge naturale che dal raggrupparsi di particelle di acqua (nuvole) ne derivi la pioggia...le nostre azioni dovrebbero essere prive di aspettative ma certamente avranno conseguenze claudio
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Vecchio 04-06-2007, 17.35.29   #10
trismegistus
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Riferimento: Wu wei (la non azione)

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Originalmente inviato da VanLag
La non azione, è da intendersi piuttosto come azione disinteressata. Il saggio non è mai immobile, è sempre attivissimo, ma non è schiavo delle azioni e non si strugge per i risultati. Lui agisce per amore dell’azione, o per amore e basta.
Non è come noi che se facciamo qualche cosa lo facciamo in vista di un risultato, anche se facciamo qualche cosa di disinteressato, anche se vogliamo aiutare qualcuno, vogliamo vedere il frutto del nostro aiuto, altrimenti ci sembra di non averlo aiutato, ci sembra di avere agito invano.

Quanto detto nella prima parte mi pare un principio filosofico importante che però in forma "pura" può essere visto come l'entrare nella torre d'avorio affinchè il "nirvana mentale" non venga distrutto da agenti esterni.
Effettivamente nel senso in cui è scritto parla dll'aiuto disinteressato, ormai in occidente in disuso.
Probabilmente perchè da noi la filosofia si interessa di aspetti più teoretici che pratici altrimenti sarebbe morale.
trismegistus is offline  

 



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